Redazione

Nella giornata di ieri 09 luglio, all’esito della riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi nei giorni scorsi a Francavilla Fontana sotto la direzione del Prefetto di Brindisi Luigi Carnevale, il Questore di Brindisi a seguito di un tavolo tecnico tenutosi in Questura, ha disposto un servizio straordinario di controllo del territorio nella città degli imperiali al quale hanno preso parte la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.

 L’attività ha ulteriormente rafforzato i dispositivi di controllo del territorio già disposti negli ultimi mesi dalla Questura di Brindisi interessando diversi centri abitati dell’intera provincia.

Al fine di prevenire azioni illegali, gli agenti della Polizia di Stato e i militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, hanno controllato complessivamente 558 persone e 284 veicoli effettuando 19 posti di controllo che hanno permesso di contestare 7 violazioni del Codice della Strada con il sequestro amministrativo di due veicoli. Nel corso delle attività di prevenzione, è stato controllato un esercizio commerciale e sono state eseguite anche alcune perquisizioni di cui due perquisizioni personali alle quali hanno proceduto i Reparti Prevenzione Crimine messi a disposizione dal Servizio Controllo del Territorio, sei perquisizioni domiciliari eseguite dalla Squadra Mobile della Questura e 4 perquisizioni domiciliari eseguite dai Carabinieri del Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Brindisi

I controlli straordinari interforze proseguiranno a Francavilla Fontana anche nelle prossime settimane.

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Wizz Air, la compagnia aerea più ecosostenibile dell'area EMEA, annuncia una nuova rotta internazionale che collegherà Brindisi (BDS) a Bucarest (OTP), capitale della Romania.

 

A partire dal 26 ottobre 2025, sarà possibile volare da e verso la storica città dell’Europa orientale con due frequenze settimanali, operate ogni mercoledì e domenica. I biglietti per la tratta, operata con i modernissimi aeromobili Airbus A321neo, sono già disponibili su wizzair.com e tramite l’app ufficiale WIZZ, con tariffe a partire da soli 14,99€

Con un mix unico di storia, architettura monumentale e vivacità urbana, Bucarest rappresenta una delle destinazioni più dinamiche e curiose dell’Europa dell’Est. Dall’imponente Palazzo del Parlamento ai quartieri bohémien ricchi di locali, musei e teatri, la città è perfetta per brevi soggiorni o viaggi culturali. Grazie alla sua posizione centrale, è anche un’ottima base per esplorare il resto del Paese, inclusi i Carpazi e la Transilvania.

Questa nuova tratta si inserisce nel più ampio piano di sviluppo del network Wizz Air nel Sud Italia, un’area strategica in termini di domanda e connettività, che la compagnia continua a valorizzare con nuove rotte e tariffe competitive. Il volo da Brindisi va infatti ad arricchire la già ampia offerta tra Italia e Romania, che si attesta oggi su 45 collegamenti attivi.

“Siamo molto orgogliosi di poter aggiungere Brindisi alla nostra mappa di collegamenti per Bucarest e verso l’Est Europa. Crediamo che questo nuovo collegamento contribuirà in modo significativo a promuovere il turismo e a stimolare lo sviluppo economico del territorio” ha dichiarato Salvatore Gabriele Imperiale, Corporate Communications Manager di Wizz Air. “Più in generale, questo annuncio conferma la nostra volontà di investire nel Mezzogiorno, ampliando l’accessibilità internazionale del territorio e offrendo nuove opportunità di viaggio a passeggeri, famiglie e lavoratori, con un servizio sostenibile e dai costi contenuti.”

L’introduzione del volo Brindisi–Bucarest rientra infatti nella più ampia cornice del programma Customer First Compass, il piano strategico di Wizz Air che prevede un investimento complessivo di 14 miliardi di euro nei prossimi tre anni. L’obiettivo è quello di rendere l’esperienza di volo sempre più fluida, flessibile e centrata sulle reali esigenze dei passeggeri, grazie all’innovazione costante e all’apertura di nuove rotte nei mercati in crescita.

Quest'estate, Wizz Air opera quasi 210 rotte dall'Italia, collegando i viaggiatori con 30 paesi in tutta Europa e oltre, offrendo oltre 13 milioni di posti a tariffe low cost.

INFORMAZIONI SULLA NUOVA ROTTA

ROTTE

VOLI

TARIFFE DA

PRIMO VOLO

BRINDISI - BUCAREST

Mercoledì e Domenica

14,99€

26 Ottobre 2025

 

 

 

INFORMAZIONI SU WIZZ AIR

 

Wizz Air opera con una flotta di 237 aeromobili Airbus A320 e A321 e un’età media degli aerei di 4,66 anni. Un team di professionisti dedicati offre un servizio eccellente a tariffe molto basse, rendendo Wizz Air la scelta preferita di 62.8 milioni di passeggeri nel 2024. Wizz Air è quotata alla Borsa di Londra con il ticker WIZZ. La compagnia è stata recentemente nominata una delle dieci compagnie aeree più sicure al mondo da airlineratings.com, l'unica agenzia di valutazione al mondo per sicurezza e prodotti, e ha ricevuto il titolo di "Compagnia Aerea dell'Anno" agli Air Transport Awards nel 2019 e nel 2023. Wizz Air è stata anche riconosciuta come "Compagnia Aerea Low-Cost Più Sostenibile" ai World Finance Sustainability Awards dal 2021 al 2025. Inoltre, ha ottenuto il premio “Compagnia Aerea Più Ecosostenibile dell'Area EMEA” ai CAPA-Centre for Aviation Awards for Excellence nel 2024.

 

[1] Secondo CAPA - Centre for Aviation Awards for Excellence 2022-2024, che analizza i dati sull'intensità delle emissioni delle compagnie aeree globali, Wizz Air è la compagnia aerea con il più basso tasso di CO2 per RPK rispetto alle altre compagnie aeree globali ed europee.

Sono partiti i lavori programmati dall’Amministrazione Comunale per l’abbattimento delle barriere architettoniche presenti in via Municipio.

“L’obiettivo di questi lavori – commenta il Sindaco Antonello Denuzzo – è abbattere gli ostacoli che impediscono l’accesso a Castello Imperiali e il passaggio lungo via Municipio. Sin dal 2020 abbiamo voluto affermare il principio generale che la Città deve essere un luogo democratico, adeguato alle esigenze di mobilità di tutti. In questo caso l’obiettivo incontra la necessità di tutelare il diritto alla bellezza in quanto da qui si accede ad un pezzo importante del nostro patrimonio storico artistico.”

Il progetto prevede l’abbassamento dei marciapiedi con una estensione degli stessi, il rifacimento delle rampe di raccordo con realizzazione di percorsi loges in prossimità degli attraversamenti, spostamento della segnaletica, posizionamento dei dissuasori in corrispondenza delle aree riservate ai pedoni e sistemazione dell’accesso al Teatro Imperiali.

“L’abbassamento del marciapiede – prosegue l’Assessora ai Lavori Pubblici Annalisa Toma – consentirà il transito delle sedie a rotelle e dei passeggini che al momento è reso difficoltoso dalla presenza degli alberi da un lato e dalle dimensioni del marciapiede sul lato opposto. In sostanza cambierà la configurazione dell’area che sarà compatibile con il transito in sicurezza di tutti.”

L’abbassamento dei marciapiedi consentirà di preservare la presenza dei lecci e di garantire i pedoni grazie all’allargamento della superficie a loro dedicata che sarà delimitata da dissuasori.

“L'intervento intorno a Castello Imperiali in attuazione del PEBA – prosegue l’Assessore ai diritti civili Sergio Tatarano – rappresenta un traguardo storico ed un simbolo dell'attenzione della nostra comunità al tema della accessibilità che è divenuto centrale nell'attività amministrativa. Parallelamente proseguiamo con la pianificazione e l'aggiornamento del piano che a breve arriverà in Consiglio.”

I lavori su via Municipio, che prevedono un investimento complessivo di 100 mila euro, completano il primo blocco di interventi in attuazione del PEBA che ha già interessato il Comando della Polizia Locale, la Scuola Musicale e i plessi Calò e Montessori del Secondo Comprensivo.

“Il PEBA – conclude l’Assessore all’Urbanistica Domenico Attanasi – è uno strumento urbanistico che abbiamo voluto introdurre per modernizzare vari aspetti della vita cittadina, dalla mobilità all’accessibilità dei luoghi pubblici. Si tratta di ripensare gli interventi in materia di opere pubbliche con un’ottica inclusiva e non più per le esigenze esclusive di alcune categorie. A trarne vantaggio è l’intera collettiva, nessuno escluso.”

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Nel 2024 superata la soglia dei 40mila reati contro l’ambiente, + 14,4%

con una media di 111,2 al giorno, 4,6 ogni ora. Aumentano il fatturato illegale (9,3 miliardi di euro)

e il clan coinvolti (11 in più rispetto a quelli censiti nel 2023)

88 le inchieste per tangenti “green” dal 1° maggio 2024 al 30 aprile 2025, +17,3% rispetto al 2023

Nella filiera del cemento si concentra un terzo di tutti i reati ambientali ma la crescita più significativa (+19,9%) è nel ciclo illegale dei rifiuti.

 

 La Puglia sorpassa la Sicilia e ritorna al secondo posto, dopo la Campania, con 4.146 reati, pari al 10,2% del totale nazionale, facendo registrare il maggior numero di arresti (69).

 

DATI SU noecomafia.legambiente.it

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In Italia cresce senza sosta l’attacco delle ecomafie all’ambiente e la piaga della corruzione. Nel 2024 viene superato il muro dei 40mila reati ambientali, sono ben 40.590, +14,4% rispetto al 2023. Parliamo di una media di 111,2 reati al giorno, 4,6 ogni ora. Aumentano anche le persone denunciate, 37.186 (+7,8%), mentre il giro d’affari delle ecomafie vale 9,3 miliardi di euro (+0,5 miliardi rispetto al 2023) e cresce anche il numero dei clan coinvolti, 11 in più rispetto a quelli censiti nel precedente rapporto Ecomafia. Aumentano anche le inchieste sui fenomeni corruttivi negli appalti di carattere ambientale: 88 quelle censite da Legambiente dal 1° maggio 2024 al 30 aprile 2025, (+17,3% rispetto al 2023), 862 le persone denunciate, +72,4%. Si tratta di inchieste che vanno dalla realizzazione di opere pubbliche alla gestione di servizi, come quelli dei rifiuti urbani e la depurazione, passando per la concessione di autorizzazioni ambientali alle imprese.

È quanto emerge in sintesi dal nuovo rapporto di Legambiente “Ecomafia 2025. I numeri e le storie delle illegalità ambientali in Italia” (Edizioni Ambiente), presentato oggi a Roma insieme ad un pacchetto di 12 proposte per contrastare le illegalità ambientali e rafforzare norme e controlli, a partire dal recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente, dal potenziamento dei controlli ambientali e la definizione di un Piano nazionale contro l’abusivismo.

 

Focus Dati: Entrando nel dettaglio dei dati di Ecomafia elaborati dall’associazione ambientalista e forniti dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, nel 2024 in Italia il 42,6% dei reati ambientali si concentra nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Il maggior numero di reati si riscontra, a livello nazionale, nella filiera del cemento (dall’abusivismo edilizio alla cave illegali fino ai reati connessi agli appalti per opere pubbliche) con 13.621 illeciti accertati nel 2024, +4,7% rispetto al 2023, pari al 33,6% del totale. Seguiti dai reati nel ciclo dei rifiuti ben 11.166, +19,9%, e quelli contro gli animali con 7.222 illeciti penali (+9,7%). Da segnalare l’impennata dei reati contro il patrimonio culturale (dalla ricettazione ai reati in danno del paesaggio, dagli scavi clandestini alle contraffazioni di opere): sono 2.956, + 23,4% rispetto al 2023. Per quanto riguarda le filiere illecite nel settore agroalimentare, a fronte di una leggera diminuzione dei controlli (-2,7%) si registra un aumento del numero di reati e illeciti amministrativi (+2,9%), nonché degli arresti (+11,3%).  A completare il quadro dell’illegalità ambientale del 2024 è la crescita degli illeciti amministrativi, 69.949 (+9,4%), equivalenti a circa 191,6 illeciti al giorno, 7,9 ogni ora. Per quanto riguarda i clan, dal 1995 al 2024 salgano a 389 quelli censiti da Legambiente.

Per quanto riguarda i delitti più gravi, previsti dal titolo VI-bis del Codice penale, nel 2024 al primo posto abbiamo l’inquinamento ambientale con 299 illeciti contestati, quelli complessivi sono stati 971, con un +61,3% rispetto al 2023 e 1.707 persone denunciate (+18,9%). Numeri che insieme all’aumento dei controlli su questa tipologia di reati (1.812 nel 2024, +28,7%) dimostrano l’efficacia della legge 68 del 2015, che a maggio 2025 ha celebrato il decennale. In particolare, da giugno 2015 a dicembre 2024 grazie a questa fondamentale riforma sono stati accertati 6.979 illeciti, con 12.510 persone denunciate, 556 arresti e 1.996 sequestri.

“Nella lotta alla criminalità ambientale – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – l’Italia deve accelerare il passo e può farlo con l’approvazione di una riforma fondamentale molto attesa, ossia il recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente entro il 21 maggio 2026. In questa legislatura si parla tanto di semplificazioni, poco di contrappesi in grado di fermare i furbi o i criminali che fanno concorrenza sleale alle imprese serie. Non a caso abbiamo inserito la presentazione di questo Rapporto nella nostra nuova campagna nazionale per costruire dal basso un “Clean Industrial Deal made in Italy” che garantisca decarbonizzazione, competitività e lotta all’illegalità”.

"Ancora una volta la Puglia finisce sotto i riflettori per reati ambientali – ha dichiarato Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia – Da un lato c’è il prezioso lavoro delle forze dell’ordine, dall’altro l’aggressività crescente della criminalità organizzata, che attraverso il sistema dei rifiuti illeciti si estende anche oltre i confini regionali, creando vere e proprie reti criminali. Ma qualcosa sta cambiando: la società civile e le associazioni locali stanno reagendo. Lo dimostra l’incontro molto partecipato tenutosi a Foggia a marzo, dove anche Legambiente ha contribuito portando i dati delle più recenti inchieste. L’onda della legalità sta crescendo e rappresenta l’unica strada per cambiare davvero rotta. A settembre, in una conferenza stampa a Bari, diffonderemo i dati del nuovo Rapporto Ecomafia relativi alla Puglia: sarà un altro momento importante per tenere alta l’attenzione e rafforzare la rete di chi si batte contro l’illegalità ambientale ".

Classifica regionale: Tornando ai reati ambientali accertati nel 2024, la Campania svetta al primo posto con 6.104 illeciti penali, pari al 15% del totale nazionale, con un aumento delle persone denunciate (5.580), dei sequestri effettuati (1.431) e un totale di 50 arresti. La Puglia sorpassa la Sicilia e ritorna al secondo posto, con 4.146 reati, pari al 10,2% del totale nazionale, facendo registrare il maggior numero di arresti (69). Al terzo posto ritroviamo la Sicilia, con il 9,4% di illeciti penali. Stabile al quarto posto la Calabria che, tuttavia, incrementa il numero di reati (3.215) e più che raddoppia il dato sugli arresti (41).

 

Classifica provinciale: A livello provinciale Napoli con ben 2.313 reati, si conferma al primo posto, seguita da Bari, che sale dal terzo al secondo posto (1.526) e da Salerno (quinta nel 2023) con 1.321 illeciti penali.

Classifica per inchieste su corruzione ambientale: Il 46,6% delle indagini ha riguardato le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa.  In testa alla classifica regionale, la Campania si trova al primo posto con 17 inchieste, seguita da Lombardia (16), Puglia (10), Sicilia, Lazio (8) e Calabria (6). A guidare la classifica per gli arresti eseguiti, ben 96, è la Puglia, mentre la Campania si colloca al secondo posto (77), seguita dalla Lombardia (61), dal Lazio (58) e dalla Calabria (41). Se osserviamo la classifica in base alle persone denunciate, il Lazio balza al comando (154), seguito dalla Campania (128) e dalla Puglia (96). Dal 2010, primo anno della rilevazione effettuata da Legambiente, si contano 1.560 inchieste su reati di corruzione ambientale, con 9.133 arresti, 12.374 persone denunciate e 2.532 sequestri.

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Negli ultimi giorni si è tornati a parlare della violenza contro gli operatori sanitari in Puglia, anche a seguito della diffusione di uno studio intitolato “Gender disparities in workplace violence among Italian healthcare workers”. Alcune fonti istituzionali lo hanno descritto come uno strumento voluto dalla Regione per affrontare questo problema. Come Ordine delle Professioni Infermieristiche di Brindisi, riteniamo doveroso fare chiarezza. Lo studio in questione non è stato commissionato dalla Regione, non ha coinvolto le professioni sanitarie, né affronta in modo diretto le aggressioni negli ambienti sanitari pugliesi. Si tratta di una ricerca universitaria avviata nel 2021, pubblicata in formato preprint (quindi senza revisione scientifica), e focalizzata sulle disparità di genere, in particolare verso soggetti transgender e gender non-conforming. Un tema importante, ma che non rappresenta la realtà quotidiana che vivono gli operatori sanitari pugliesi, e in particolare gli infermieri. Gli infermieri costituiscono oltre il 40% del campione analizzato e, secondo dati ufficiali INAIL, FNOPI, CEASE-IT e ISS, sono tra le categorie più esposte alla violenza fisica, verbale e istituzionale. È scorretto, e poco rispettoso, utilizzare uno studio nato con altri obiettivi per parlare – impropriamente – di un problema così serio e diffuso. Ancor più grave è l’esclusione della professione infermieristica dall’ORSEPS, l’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie. Una scelta politica che ha privato gli infermieri di una voce autonoma e qualificata all’interno di un organismo che dovrebbe lavorare proprio sulla sicurezza di chi ogni giorno è in prima linea. Per questo, insieme agli altri OPI di Puglia, abbiamo deciso di non partecipare all’insediamento dell’Osservatorio del 30 giugno 2025. Cosa chiediamo? Chiediamo solo ciò che dovrebbe essere naturale in un sistema sanitario che vuole davvero cambiare: uno sguardo onesto e indipendente sulla realtà che viviamo ogni giorno, uno spazio di confronto stabile dove la voce degli infermieri sia ascoltata e rispettata, e interventi concreti, che affrontino finalmente i problemi reali: la cronica carenza di personale, l’assenza di protocolli adeguati, il disinteresse verso i contesti più fragili. Non chiediamo applausi. Chiediamo tutele. Gli infermieri non cercano visibilità, né hanno bisogno di narrazioni consolatorie. Chiedono sicurezza, rispetto, protezione. Chiedono che le istituzioni siano davvero al loro fianco, non solo nei comunicati, ma nei fatti.

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Sciopero del trasporto aereo oggi: migliaia di voli a rischio in tutta Italia

ItaliaRimborso: “Disagi estesi, ecco cosa possono fare i passeggeri”

 

Giornata di forte caos negli aeroporti italiani: è in corso oggi uno sciopero nazionale del trasporto aereo, che sta provocando ritardi, cancellazioni e disservizi a catena in tutto il Paese. L’agitazione, indetta per l’intera giornata, coinvolge il personale delle società di handling, responsabili delle operazioni di assistenza a terra per compagnie e passeggeri.

Secondo le stime di ItaliaRimborso, oltre 210.000 viaggiatori potrebbero essere coinvolti da cancellazioni e modifiche improvvise dei voli. Un colpo durissimo in piena estate, con gli aeroporti affollati di turisti italiani e stranieri, in partenza o di ritorno per le vacanze.

Lo sciopero arriva in un momento già critico per il settore: nelle ultime settimane si è registrato un aumento del traffico aereo, ma senza un miglioramento della gestione operativa. Il risultato è un sistema sotto pressione, dove ogni evento straordinario, come quello odierno, genera disagi diffusi.

L’ENAC ha pubblicato l’elenco aggiornato dei voli garantiti, consultabile sul sito istituzionale. Restano attive le fasce protette dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21, ma anche in questi orari non si escludono ritardi o soppressioni dovute all’indisponibilità degli aerei.

Le compagnie aeree stanno comunicando ai passeggeri le eventuali modifiche, offrendo alternative come la riprotezione su altri voli o il rimborso del biglietto. ItaliaRimborso raccomanda ai viaggiatori di verificare lo stato del proprio volo tramite codice PNR, sui siti ufficiali delle compagnie o degli aeroporti.

In caso di cancellazione, i passeggeri hanno diritto all’assistenza da parte della compagnia, che può consistere in un volo alternativo, nel rimborso, oppure, nei casi più critici, in pasti, trasporti e sistemazione in hotel. Se il vettore non interviene, il viaggiatore può agire in autonomia e richiedere il rimborso delle spese sostenute, conservando scontrini e ricevute.

Va chiarito che, essendo uno sciopero, il disservizio non dà diritto alla compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento UE 261/2004 (da 250 a 600 euro), in quanto si tratta di una circostanza eccezionale. Tuttavia, resta valido il diritto al rimborso delle spese documentate.

«Riceviamo centinaia di segnalazioni ogni giorno – spiega Felice D’Angelo, ceo di ItaliaRimborso – e gli scioperi, come quello di oggi, colpiscono duramente chi viaggia. Il nostro consiglio è di reagire subito: se il volo è cancellato e la compagnia non offre alternative, il passeggero può prenotare un altro volo e chiedere il rimborso. L’importante è documentare tutto».

D’Angelo aggiunge: «Anche se non si ha diritto all’indennizzo, la tutela del passeggero resta garantita. È fondamentale agire in modo tempestivo, conservare ogni ricevuta e fare riferimento a strutture competenti per ottenere ciò che spetta».

Con un traffico aereo sempre più intenso e scioperi frequenti, giornate come quella di oggi confermano l’importanza di essere informati e pronti a reagire. Per ricevere assistenza o presentare una richiesta di rimborso, è possibile consultare la sezione dedicata sul sito ItaliaRimborso: qui il link di rimborso aerei per sciopero.

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Venerdì 11 luglio una giornata piena di sorprese tra giochi, tradizione e musica

Dopo la cerimonia di apertura di giovedì, il Festival dei Giochi, organizzato dall’APS Casarmonica con il patrocinio del Comune di Ceglie Messapica, si prepara a vivere una delle sue giornate più attese. Venerdì 11 luglio il centro storico del paese si trasformerà in un grande teatro a cielo aperto, dove bambini, famiglie e curiosi potranno riscoprire il piacere del gioco, della condivisione e della festa.

Si parte alle 17.30 con La Città che gioca: nelle piazze e lungo le strade si potranno trovare giochi di legno autocostruiti, tiro con l’arco, giochi antichi, il salto alla corda, monopattini, carrettoni e molto altro. Ci saranno anche gli scacchi, curati dal Laboratorio Scacchistico Barese, il divertente gioco delle “Padelle” con i ragazzi dell’Associazione Mitt’affett, e ancora il tombolo e il ricamo presentati dall’Associazione Arti e Mestieri da Tramandare. Spazio alla creatività e alla manualità anche con i laboratori artigianali per bambini proposti da La stella Waldorf Inspired, laboratori di circo, letture animate a cura della libreria Pensiero Bambino, e l’ormai immancabile Biliardone Umano. Il Chiostro del Convento dei Domenicani sarà invece animato da giochi e attività a cura di Banca EticaCollettivo Fluo e Libera contro le mafie, che porteranno riflessioni e gioco insieme.

La serata si aprirà alle 21 in Piazza Plebiscito con una suggestiva cerimonia in costume: protagoniste saranno le danze ottocentesche, dirette da Assunta Fanuli con la Società di Danza – Circolo Pugliese. A seguire, nello stesso luogo, prenderà vita la Scacchiera Umana, un evento scenografico e coinvolgente curato dal Laboratorio Scacchistico Barese.

Alle 22, in via San Rocco, sarà il momento del Grande Tiro alla Fune: un appuntamento collettivo che coinvolgerà il pubblico in un momento di allegria e spirito di squadra.

Infine, alle 23 in Piazza Sant’Antonio, riflettori puntati sul palco per l’arrivo dei Muriki, band afrobeat dal sound travolgente che porterà energia, ritmo e vibrazioni dal cuore dell’Africa fino alla costa pugliese. Sul palco: Attilio Errico Agnello (sax e voce), Michele Mele (trombone) Francesco Salonna (basso), Somiè (percussioni), Andrea Miccoli (batteria), Gianmaria “Jamma” Dell’Anna (chitarra) e Isabella Benone (voce e cori).

A chiudere la serata, le Danze in Cerchio condotte da Jules e Claudia Ferrè, per un momento finale di condivisione, musica e connessione.

Il Festival dei Giochi continua a essere un’occasione speciale per vivere lo spazio pubblico in modo nuovo, tra tradizione, creatività e inclusione. Un invito a tutti, grandi e piccoli, a tornare a giocare. Insieme.

La partecipazione a tutti i giochi e agli eventi è sempre libera e gratuita.

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Il Consorzio BR4 informa che è attivo l’avviso esplorativo per l’organizzazione dei laboratori estivi 2025, un'iniziativa dedicata ai minori residenti nei Comuni dell'Ambito territoriale sociale di riferimento che necessitano di supporto specifico. L’avviso è rivolto a:

  • Minori con disabilità (ai sensi dell'art. 3 1 e c.3 della L. n. 104/92) che beneficiano del Servizio di Integrazione Scolastica Specialistica;
  • Minori in condizione di fragilità educativa che beneficiano del Servizio di Assistenza Educativa Domiciliare.
  • Minori con Bisogni Educativi Speciali (BES).

Le famiglie interessate dovranno compilare l'adesione entro venerdì 20 giugno 2025 accedendo al seguente   link: online/domanda-di-adesione-ai-laboratori-estivi-anno- 20242025?gestione_amministratore=true

 

Durante la compilazione, sarà necessario allegare copia dei seguenti documenti:

  • Documento di identità del minore
  • Documento di identità del genitore/tutore
  • Certificazione INPS (certificazione handicap ai sensi della n. 104/92)

Per qualsiasi chiarimento o informazione aggiuntiva, è possibile contattare il Consorzio ATS BR4 attraverso i seguenti canali:

  • Di persona: Ufficio di Piano del Consorzio, via Eugenio Santacesaria 7 a Mesagne (in orario d'ufficio);

·        Via e-mail:

  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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  • Telefonicamente: 0831/779207

L'avviso     esplorativo     completo     è     disponibile     sui     siti     istituzionali                   dell'ATS        BR4 (www.ambitomesagne.it) e dei 9 Comuni del Consorzio.

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Giovedì 7 agosto 2025, alle ore 21.30, il Foro Boario di Ostuni ospita uno degli appuntamenti più intensi dell’estate: Paolo Crepet porta in scena “Il reato di pensare”, uno spettacolo che è molto più di una conferenza, molto più di una lectio. È un atto civile, una denuncia lucida e coraggiosa contro i meccanismi di controllo che silenziosamente erodono il fondamento più profondo della libertà: il pensiero. L’evento è organizzato da Aurora Eventi di Livio Iaia. I biglietti sono disponibili sul circuito TicketOne e presso tutte le rivendite autorizzate.

Con la potenza del suo linguaggio e la chiarezza del suo sguardo, Crepet ci conduce in un viaggio provocatorio dentro le pieghe della contemporaneità, in cui la censura non ha più il volto del divieto esplicito ma quello, molto più subdolo, dell’autocensura. Siamo dentro una nuova stagione, ci dice lo psichiatra e sociologo, in cui le idee si piegano ai linguaggi dominanti, si addomesticano per sopravvivere. L’omologazione non viene imposta: viene interiorizzata. E proprio per questo è più pericolosa.

“Il reato di pensare” è uno spettacolo che nasce da una sensazione inquieta: che dopo secoli di conquiste, dopo aver lambito un’idea possibile di libertà, qualcosa stia andando storto. Che la civiltà non stia avanzando ma regredendo. Che si stia insinuando un limite silenzioso, un confine nuovo che non ha mura né confini ma si manifesta nei dettagli della comunicazione quotidiana: nei “non si può dire”, nei “questo non si scrive”, nei “non è il momento”. È una nuova forma di timore che attraversa la società, fatta di ansia, di reticenza, di prudenza esibita. Una forma di paura mascherata da rispetto, una remissività elevata a valore.

Crepet non risparmia nulla. Analizza il linguaggio, i comportamenti, le nuove regole non scritte che si sono insinuate nel nostro modo di pensare e che oggi ci portano, inconsapevolmente, a evitare lo scontro, a temere il dissenso, a sacrificare l’immaginazione sull’altare del consenso. Eppure, la storia insegna che è proprio l’immaginazione a cambiare le cose. Che la libertà comincia quando si ha il coraggio di pensare a voce alta, anche controcorrente. Che ogni passo avanti dell’umanità è scaturito da una disobbedienza.

“Il reato di pensare” non è uno slogan. È una realtà già presente, benché ancora non dichiarata. È quella sensazione per cui esprimere un giudizio è diventato pericoloso, scrivere liberamente è diventato un esercizio a ostacoli, e l’originalità è percepita come una minaccia anziché una risorsa. E allora Crepet interroga, scuote, lancia domande. Chi decide cosa si può dire e cosa no? Chi ha stabilito che il dissenso debba essere educato, addomesticato, depotenziato? Perché abbiamo cominciato a temere le nostre stesse idee? Perché abbiamo accettato che la spontaneità del pensiero venisse regolata da codici morali imposti dal marketing, dai social, da un certo “nuovo bon ton” culturale che ci ha illuso di essere più civili mentre ci rendevamo solo più controllabili?

La sua è una riflessione a tutto campo che tocca il linguaggio, la politica, l’educazione, i media, il digitale. Ma anche - e soprattutto - la dimensione intima e quotidiana del pensiero. Perché il primo luogo in cui il pensiero viene represso non è il Parlamento ma la casa. Le relazioni affettive, i rapporti familiari, il bisogno di compiacere, la paura di essere fraintesi. È lì che si annida la prima forma di censura. E da lì si espande, fino a diventare sistema. Nel corso dello spettacolo, Crepet non si limita a denunciare: propone un’etica della disobbedienza. Un appello accorato a chi ancora crede che la libertà non possa essere solo la libertà di consumare, di conformarsi, di scegliere fra due opzioni già predefinite. Esorta a restituire valore all’originalità, a riabilitare l’errore, a difendere il dubbio come strumento di ricerca e di crescita. Perché è nel pensiero critico, nel gesto scomodo, nella voce fuori dal coro che si nasconde la linfa del cambiamento.

Non ci saranno effetti speciali, né retorica. Solo un uomo, un microfono e una verità difficile da ignorare: senza libertà di pensiero ogni altra libertà è mera apparenza. Crepet lo dice chiaramente: non si tratta più di difendere il diritto di parola ma il diritto di pensare. Lo spettacolo diventa allora un invito urgente a difendere il futuro stesso. Prima che sia troppo tardi.

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Una fiducia tradita e un gesto che ha spezzato un rapporto costruito sulla quotidianità e sulla cura. È quanto emerso dalle indagini condotte dagli agenti della polizia di stato del commissariato di pubblica sicurezza di Mesagne, che hanno identificato l’autrice di un furto di gioielli avvenuto nei giorni scorsi all’interno dell’abitazione di un’anziana residente in città. Dovrà rispondere del reato di furto. La vicenda ha avuto inizio quando la signora si è accorta che qualcosa non andava nella sua abitazione. Alcuni preziosi monili, custoditi gelosamente nell’armadio della sua camera da letto, erano spariti nel nulla. All’inizio, la donna aveva pensato a un semplice smarrimento, forse a un momento di distrazione legato all’età, ma dopo ripetute ricerche e con un crescente senso di angoscia, si è convinta che non poteva trattarsi di un equivoco. Decisa a fare chiarezza, si è recata presso il commissariato di pubblica sicurezza di Mesagne per sporgere denuncia. Il personale dell’ufficio Denunce, con grande attenzione e sensibilità, ha ascoltato il suo racconto, raccogliendo ogni dettaglio utile. Subito dopo, gli investigatori della polizia di stato hanno avviato un’attività di polizia giudiziaria particolarmente scrupolosa. L’ipotesi di un furto maturato in un contesto domestico appariva, sin dalle prime battute, più che concreta. Le indagini si sono concentrate sulla cerchia ristretta di persone che avevano libero accesso all’appartamento della vittima. In cima alla lista dei sospetti è finita la badante che da tempo si occupava dell’anziana, una figura di riferimento apparentemente irreprensibile e di fiducia. Proprio questo rapporto fiduciario aveva permesso all’autrice del furto di muoversi indisturbata, approfittando della vulnerabilità della signora. Gli agenti, con una serie di accertamenti incrociati, sono riusciti a risalire alla destinazione di parte dei gioielli trafugati. I monili, infatti, erano stati portati in un compro oro della zona, dove sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro. In seguito al riconoscimento degli oggetti da parte della legittima proprietaria, una parte consistente del bottino è stata restituita alla vittima, che ha potuto così riavere almeno una parte dei ricordi di una vita. La badante, individuata come responsabile materiale del furto, è stata deferita in stato di libertà all’autorità giudiziaria. A suo carico è scattata la denuncia per furto aggravato. L’episodio ha destato particolare sconcerto nella comunità, poiché mette in luce quanto possa essere sottile il confine tra la fiducia e l’inganno, specialmente quando si tratta di persone anziane che, per ragioni di salute e di fragilità, devono affidare la loro quotidianità a chi dovrebbe garantire aiuto e protezione.

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