Redazione

Il caro energia con un aumento medio in un anno del +67% del prezzo medio del gasolio ferma in banchina la flotta dei pescherecci pugliesi costretti a navigare in perdita o a tagliare le uscite favorendo le importazioni di pesce straniero. E’ l’allarme di Impresapesca Coldiretti della Puglia, in riferimento al record dei prezzi dei carburanti con le quotazioni del petrolio in lieve calo dopo la nuova fiammata delle vigilia che ha portato i prezzi del greggio sopra i 95 dollari per la prima volta dal 2014.

A fronte di questo scenario critico, l'estensione della Cisoa agricola al settore della pesca, strumento introdotto dalla legge di Bilancio per il 2022,  che aveva l'obiettivo di garantire finalmente un ammortizzatore sociale strutturato anche a questo settore si è dimostrato in realtà una scatola vuota – denuncia Impresapesca Coldiretti - a causa dell'esclusione dei vari periodi di fermo pesca dalle causali. Le imprese – denunciano Federpesca e Impresapesca Coldiretti - sono gravate di ulteriori costi, ma nulla in concreto cambia per il sostegno al reddito dei lavoratori. Peraltro la contribuzione, in assenza di previsioni ad hoc, è calcolata sulla base dell’aliquota dovuta per gli operai agricoli ed è a carico delle imprese a partire da questo mese.

L’effetto dell’incremento del prezzo medio del gasolio – spiega la Coldiretti regionale – si sta abbattendo come una tempesta sull’attività dei pescherecci già duramente colpiti dalla riduzione delle giornate di pesca. Fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese di pesca – spiega Impresapesca Coldiretti Puglia - non riesce a coprire nemmeno i costi energetici oltre alle altre voci che gli armatori devono sostenere per la normale attività. Di questo passo uscire in mare non sarà economicamente sostenibile.

“Così quasi 8 pesci su 10 consumati sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy. Per questo abbiamo attivato nei Mercati di Campagna Amica eventi di informazione per far conoscere caratteristiche, qualità ed aiutare a fare scelte di acquisto consapevoli, soprattutto di pesce dei nostri mari a miglio0”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Senza adeguate ed urgenti misure per calmierare il costo del carburante le imbarcazioni saranno costrette a pescare in perdita se non addirittura a restare in banchina con gravi ripercussioni sulla filiera e sull’occupazione per un settore – denuncia Coldiretti Puglia - che ha già perso negli ultimi 30 anni oltre 1/3 delle imprese e 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%. Una situazione alla quale si aggiunge la riduzione dal 1° gennaio 2022 dell’attività di pesca per un corposo segmento produttivo della flotta nazionale a poco più di 120 giorni o 130 giorni in base alle dimensioni delle imbarcazioni, pari ad un terzo delle giornate annue. Le disposizioni dell’Ue e del Consiglio Generale della Pesca nel Mediterraneo (Cgpm) – spiega Coldiretti – mettono a rischio quasi il 50% del valore dell’ittico Made in Italy in zone strategiche come l’Adriatico e il Tirreno ed il Canale di Sicilia.

Per questo – afferma Coldiretti - serve un impegno forte del Governo e del Ministero delle Politiche agricole per spingere l’Ue a fare marcia indietro sui drastici tagli alle attività e rimettere al centro delle scelte strategiche dell’Italia il settore della pesca. Un intervento ancora più necessario se si considera che l’introduzione nella pesca della CISOA (Cassa Integrazione Salariale Operai Agricoli) senza che vengano considerati i vari fermi obbligatori e aggiuntivi e senza un adeguato supporto finanziario, rappresenta – spiega Coldiretti - un ulteriore costo per le imprese senza nessun beneficio per i lavoratori il cui salario si ricava una buona parte dall’utile di impresa.

Lo scenario economico in cui sta navigando la flotta nazionale mette quindi a rischio il prodotto ittico 100% Made in Italy favorendo invece quello straniero di importazione in una situazione in cui – conclude Coldiretti – gli italiani mangiano circa 28 chili di pesce all’anno, sopra la media europea anche se decisamente meno di altri Paesi con un’estensione di costa simile, come ad esempio il Portogallo, dove se ne consumano quasi 60 chili, praticamente il doppio.

---------------

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci  

Sono regolarmente erogate le prestazioni diagnostiche di angiografia all'ospedale Perrino di Brindisi. La precisazione è della direzione strategica della Asl che interviene sulla vicenda dell'angiografo di Cardiologia, inutilizzabile a causa di un guasto tecnico.

In sostituzione dell'apparecchiatura, si sta utilizzando l'angiografo in dotazione all'Unità operativa di Diagnostica per immagini, situato al quinto piano, ossia un piano al di sopra del reparto di Cardiologia.

"Si tratta di un apparecchio di ultima generazione: un angiografo biplano acquistato nel 2021", precisa Eluisa Muscogiuri, direttore dell'Unità operativa complessa di Diagnostica per immagini.

Il "biplano" è a disposizione di differenti reparti. Per consentire il pieno utilizzo di questo nuovissimo macchinario al personale di Cardiologia è stato necessario applicare un poligrafo, uno strumento che consente di controllare le attività cardiache. "L'utenza non è mai stata penalizzata - dichiara il direttore dell'Unità operativa complessa di Cardiologia, Gianfranco Ignone – anzi, sinora sono state già effettuate alcune coronarografie. Inoltre, è in corso un breve aggiornamento formativo di medici e tecnici per utilizzare al meglio la nuova visualizzazione delle immagini". L'angiografo in dotazione a Cardiologia, attualmente inutilizzabile a causa del guasto, presto sarà sostituito e il reparto ne acquisirà uno nuovo: le procedure sono in corso.

Angiografo: strumento elettronico che fornisce la rappresentazione radiologica dei vasi sanguigni. Il tipo "biplano", di cui è dotato il Perrino e che è attualmente in attività, permette fra l'altro di ricostruire immagini tridimensionali dei vasi, mostrare più precisamente la sede e la tipologia dell’eventuale occlusione, evidenziare quali sono le aree non irrorate correttamente.

Coronarografia: esame diagnostico che consente di studiare il flusso sanguigno all'interno delle coronarie.

Emergenza Covid-19 e attività di sorveglianza nella provincia di Brindisi, il report aggiornato al 13 febbraio. Aggiornamento settimanale dei dati sull’emergenza sanitaria nell’ultimo report a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl, elaborato su fonte dati Sorveglianza integrata dei casi di Coronavirus Covid-19 in Italia - Istituto Superiore di Sanità. I casi comprendono i positivi accertati con tamponi molecolari e antigenici certificati.

Alla data del 13 febbraio 2022 risultano positivi 5.115 soggetti, il 46,1% uomini e il 53,9% donne, con età media di 36 anni. I positivi sono così suddivisi per fasce di età: 1.681 nella fascia 0-18 anni, 2.773 tra 19-64 anni, 405 tra 65-79 anni, 256 negli 80 e oltre. L’ultimo aggiornamento sullo stato di salute degli attualmente positivi descrive il 76,2% dei soggetti asintomatici, il 12,2% paucisintomatici, il 10,8% con sintomatologia lieve, lo 0,7% severi e lo 0,1% critici.

Per quanto riguarda la distribuzione per Comune i positivi sono 1.227 a Brindisi, 502 a Fasano, 422 a Mesagne, 356 a Ostuni, 325 a Oria, 286 a Francavilla Fontana, 250 a Ceglie Messapica, 226 a San Vito dei Normanni, 222 a San Pietro Vernotico, 197 a Carovigno, 187 a Latiano, 142 a San Donaci, 140 a Cellino San Marco, 125 a Villa Castelli, 105 a San Pancrazio Salentino, 100 a Torre Santa Susanna, 93 a San Michele Salentino, 74 a Cisternino, 72 a Erchie, 64 a Torchiarolo. I Comuni della provincia di Brindisi con i maggiori valori di incidenza cumulativa sono, nell’ordine, Torchiarolo, Oria, Brindisi, Cellino San Marco.

Nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2020 e il 13 febbraio 2022, i soggetti risultati positivi al test sono stati 64.301, con una incidenza cumulativa stimata pari a 1.647 casi x10.000 residenti; si registra una diminuzione dei casi da valutare nelle prossime settimane. Dei 64.301 soggetti risultati positivi al test, il 52,8% sono donne e il 47,2% sono uomini e l’età media è pari a 38 anni.

Il tasso di letalità è pari allo 0,8%. All’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso, mentre nella fascia 0-29 anni non si registrano decessi. Sono 493 i decessi totali: 396 casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 60 tra i 60 e i 69 anni, 26 casi tra i 50 e i 59, 8 casi tra i 40 e i 49, e 3 nella fascia 30-39.

---------------

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci  

Insieme ad una delegazione di rappresentanti istituzionali e di funzionari dei Comuni di Mesagne e Latiano, il sindaco Matarrelli e il sindaco di Latiano Mino Maiorano hanno incontrato Francesca Riccio, il nuovo soprintendente ABAP - Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce; Fernando Errico, funzionario architetto ABAP Brindisi e Lecce; Giuseppe Muci, funzionario archeologo ABAP Brindisi e Lecce.

Si sono recati a Muro Tenente: l’archeologo Christian Napolitano, coordinatore del Parco Archeologico, li ha guidato alla scoperta dell’area facendo emergere e riemergere la storia di un luogo che negli ultimi decenni, da terra di conquista di tombaroli e vandali, è diventato un simbolo di identità, cultura e civiltà da conoscere, valorizzare e proteggere.

---------------

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci  

L’ufficio Attività Produttive della città di Mesagne informa che domenica 20 febbraio, dopo la pausa di gennaio decisa dagli organizzatori, torna il mercatino degli hobbisti e dell’antiquariato a cura dalle associazioni “Zacaredde” e “Arteventinpiazza”. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Mesagne, si svolgerà per l’intera giornata presso la Villa Comunale e in via Tenente Ugo Granafei.

L’appuntamento ospiterà l’atteso percorso allestito con oggetti, mobili e utensili che qualcuno ha deciso di non utilizzare più e che potrebbero invece rappresentare proprio ciò che altri cercano, in una sorta di circolarità che restituisce vita alle cose e valore ad un’economia guidata dalla logica del riuso. Gli originali manufatti esposti sulle bancarelle degli hobbisti completeranno l’esperienza che tanti visitatori apprezzano, da appassionati e curiosi, alla ricerca di particolarità o come occasione per uscire e godersi una delle aree più caratteristiche della Città.

---------------

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci  

Dati del giorno: 15 febbraio 2022

6.154
Nuovi casi
41.692
Test giornalieri
22
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.680
Provincia di Bat: 415
Provincia di Brindisi: 516
Provincia di Foggia: 1.081
Provincia di Lecce: 1.559
Provincia di Taranto: 858
Residenti fuori regione: 29
Provincia in definizione: 16
94.594
Persone attualmente positive
737
Persone ricoverate in area non critica
67
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

687.628
Casi totali
8.365.713
Test eseguiti
585.573
Persone guarite
7.461
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 230.708

Mesagne e Micexperience, al via il protocollo per promuovere l'identità culturale dei territori. 

Matarrelli e Argentieri: “Eventi culturali per ogni target, grandi personalità e arte gli ingredienti per crescere ed attrarre”.

 

È stato firmato stamattina il protocollo d’intesa tra la città di Mesagne, candidata capitale italiana della Cultura 2024, e la rete d'imprese Micexperience Puglia per la realizzazione del progetto di festival biennale “Culturare”, che si svolgerà a Mesagne il 23, 24 e 25 aprile 2022 prevedendo spettacoli, manifestazioni e convegni. Alla conferenza stampa di presentazione del documento sono intervenuti il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli, il referente della rete, Pierangelo Argentieri, e il consulente comunale alle Politiche culturali e scolastiche, Marco Calò. Il protocollo ha come obiettivo l’avvio di una collaborazione operativa per la realizzazione di un evento che si colloca a pieno titolo nel percorso avviato con Mesagne2024 di cui l’architetto Simonetta Dellomonaco - con il progetto denominato “Umana Meraviglia” -  è progettista e direttore di candidatura.

 La proposta grazie alla quale la nostra città è stata ammessa alla selezione finale per l’ottenimento del prestigioso titolo, continuerà ad impegnare la nostra comunità e i numerosi sostenitori che ci hanno espresso fattiva vicinanza. Siamo pronti a realizzare iniziative che prescindono dall’esito ultimo della competizione, anche attraverso il consolidamento di buone prassi avviate e che negli ultimi anni hanno già sortito ottimi risultati”, ha spiegato il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli. Nasce così “Culturare”, che avrà come cornice l'intera Città di Mesagne. “I successi ottenuti in 4 anni di attività di partnership della rete con l’Amministrazione comunale – ha dichiarato Pierangelo Argentieri - ci convincono dell’opportunità di imprimere un’ulteriore svolta,  finalizzata alla promozione del territorio in cui operiamo, da garantire anche mediante il necessario confronto con esperienze culturali del panorama nazionale e internazionale”.

L’idea alla quale il protocollo dà il via ha lo scopo di mettere a sistema contenuti e attrattori culturali pugliesi, rispetto ai quali viene preso in considerazione ogni target possibile di fruitori, a partire dai bambini e dalle famiglie.  “Quello in programma è un evento che ha l’ambizione di ricavarsi un ruolo innovativo nel panorama italiano. La creazione della rete “Culturare” – ha concluso Marco Calò - punta a valorizzare i caratteri paesaggistici ed ambientali del nostro territorio, interpretando le identità storico-culturali e ricercando i legami con le realtà circostanti al fine di attivare circuiti di valorizzazione di luoghi e situazioni, che diventano occasione di ricchezza ed elementi di attrazione turistica”. Le linee di progetto già tracciate sono scandite da tre momenti: spazi di offerta culturale che aprono alla collaborazione con diversi soggetti (altri comuni, tour operator, associazioni), grandi personalità che interagiscono con la comunità attraverso momenti di ascolto dal vivo, la promozione di un’esperienza importante riconducile al percorso “Grandi Mostre”, già consolidato con le esposizioni delle opere di PicassoWarhol e Modigliani.  

Si pensa in grande e ci si muove di conseguenza: Mesagne ha compreso quanto sia indispensabile riuscirci per raggiungere i traguardi più ambiziosi

L'annata olivicola 2021/2022 ha presentato vecchie difficoltà e nuove sfide per gli olivicoltori. Da un lato le solite speculazioni che hanno in pugno il mercato dell'olio, e comandano le dinamiche dei prezzi, e dall'altro il rincaro di energia e materie prime. Basta leggere i dati messi a disposizione dal Ministero: la giacenza nei magazzini pugliesi è di 13mila tonnellate di olio di provenienza straniera, secondo i dati del report Frantoio Italia dell’ispettorato centrale Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole. Ne abbiamo parlato con il presidente provinciale di Coldiretti, Filippo De Miccolis Angelini.

Presidente, secondo i dati del ministero, ancora un’annata difficile per l’olivicoltura brindisina.

“Certamente. Inoltre, una enormità di olio di bassa qualità verrà immesso nel mercato con le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. Troppo spesso la scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente”. 
Come è la qualità del prodotto e la sua remunerazione?

“La qualità quest'anno è eccellente, con acidità bassissima e piacevoli fruttati verdi. L'elevata qualità di quest'anno fa ancor più emergere l'assurdità delle attuali dinamiche del mercato dell'olio, in cui la qualità non viene premiata e a determinare i prezzi sono gli olii lampanti, che poi hanno subito il processo di raffinazione”. 
Presidente i nostri olivicoltori producono ottimi olii, ma il brand non è da leader.

“L'interesse è notevole, ma la strada è ancora lunga da fare. Nonostante la Puglia sia la maggior produttrice d'Italia, da sola produce quanto tutte le altre regioni messe insieme, deve ancora affermare con autorevolezza il proprio brand ed acquisire il ruolo da leader della produzione olivicola di qualità che le spetterebbe. Inoltre, non giovano le pratiche di italian sounding operate all'estero, che rubano la nostra identità affibbiandola a prodotti esteri di bassa qualità”. 
Quali sono attualmente le principali criticità del comparto.

“Sicuramente incidono negativamente: l'assenza di una infrastruttura al servizio dell'esportazione, basti pensare a quanto si potrebbe fare sul porto di Brindisi per agevolare le esportazioni delle nostre produzioni; l'assenza di un serio piano olivicolo nazionale che punti al rilancio del settore, cosi come una vera battaglia all'avanzare della Xylella; la poca autorevolezza della nostra politica sui tavoli europei ed internazionali; i nostri prodotti hanno bisogno di meno burocrazia e di più tutele. Bisognerebbe sbattere qualche pugno in più sui tavoli giusti. Troppo spesso la Coldiretti conduce in modo solitario la battaglia per tutelare il made in Italy e la distintività delle nostre produzioni agricole”. 
Cosa vede nel futuro dell’olivicoltura pugliese?

“Personalmente vedo il coraggio e l'intraprendenza dei nostri agricoltori come motore del futuro olivicolo della nostra regione. È un'amara soddisfazione, ma oggi tutto si basa sul loro coraggio e la loro grande resilienza. La forza del mondo agricolo mi inorgoglisce e mi sprona nella mia attività di rappresentanza. Il futuro olivicolo è da scrivere e la penna è nelle nostre mani, sta noi tenerla ben salda e non farcela togliere di mano. In questo l'agricoltura deve essere coesa, non abbassare la testa e gettare le basi per il futuro delle nuove generazioni. Piantare un ulivo, attendere che produca, vederlo crescere e fortificarsi è non solo agricoltura, ma un seme di speranza per il futuro della nostra terra”.  

Le già critiche condizioni del mondo agricolo si stanno acuendo con l’aumento vertiginoso dei costi di energia. Infatti, a impattare fortemente sulla produzione olearia in Puglia sono il prezzo del carburante, raddoppiato in pochi mesi e il costo dell’energia, i rincari di vetro (+15%) per le bottiglie e carta (+70%) per le etichette, fino ai costi stellari per imbottigliamento, confezionamento e trasporti. “In questo scenario – hanno spiegato da Coldiretti - serve una ulteriore stretta sui controlli, per stoppare le pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali, grazie alla legge fortemente sollecitata da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della Gdo non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi di produzione”. Inoltre, per l’organizzazione dei produttori “deve rimanere centrale il tema delle rinnovabili, che devono essere uno strumento a servizio dell'agricoltura e non un business per multinazionali il cui effetto è solo quello di sottrarre terra da coltivare agli agricoltori”. Oggi, infatti, si parla tanto di sostenibilità e New Green Deal. “Un progetto encomiabile, ma il cui conto non lo possono pagare gli agricoltori, soprattutto se non viene garantita la reciprocità della sostenibilità, facendo entrare nei nostri mercati e sulle nostre tavole prodotti esteri a bassissimo costo, perchè prodotti senza alcuna attenzione all'ambiente, alla sostenibilità ed al benessere dei dipendenti, spesso usando prodotti fitosanitari banditi in Europa da tempo”, ha tenuto a precisare Coldiretti. Poi c’è il dramma della Xylella che ha messo in crisi un intero settore. La Coldiretti Brindisi – ha spiegato il presidente provinciale della Coldiretti, De Miccolis - non ha mancato di far arrivare le proprie osservazioni al nuovo piano di gestione in cui non si soddisfano per la Piana degli ulivi monumentali e per gli ulivi secolari le giuste misure di salvaguardia. Cosi come mancano investimenti, formazione e fondi per condurre una lotta seria al vettore”. Ed ancora “mancano i fondi per le eradicazioni e reimpianti, così come le sovvenzioni per la diversificazione. Per non parlare dei ritardi e le solite pastoie burocratiche per i risarcimenti previsti dal piano Xylella per le annate 2016, 2017 e 2018. Invece che combattere in campo siamo costretti ad una battaglia contro scartoffie ed inefficienze”. La Xylella in alcuni territori non è più eradicabile e la gestione del patogeno e del vettore deve essere alla base della nuova olivicoltura in questi territori. “Lo ribadisco ad oggi gli agricoltori sono soli in questa battaglia e l'ulivo sembra essere un simbolo solo sulla carta intestata della nostra regione. Spero anche in una maggiore sensibilità da parte della nostra comunità: stiamo perdendo millenni di storia e cultura agricola nell'indifferenza dei più”, ha concluso il presidente di Coldiretti.   

---------------

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci  

Ancora pochi giorni e poi i frantoi oleari della provincia di Brindisi chiuderanno i battenti con un bilancio dell’annata 2021/2022 non proprio edificante. Infatti, anche se la qualità dell’olio extra vergine di oliva prodotto è stata eccellente non si ha un’altrettanta buona collocazione del prodotto sui mercati nazionali e internazionali. La causa è da ricercare, secondo i produttori, nelle massicce quantità di olio che arrivano dall’estero e che hanno un prezzo di vendita molto basso. Inoltre, ad aggravare il bilancio si è messa una contrazione considerevole delle quantità di olive raccolte poiché la xylella sta falcidiando gli agri della provincia. Infatti, i territori a sud di Brindisi hanno una produzione ormai ridotta tantissimo mentre le zone a nord hanno fatto registrare un calo contenuto. In genere tra il 20 e 30 per cento.

Su questo argomento tutti i produttori lamentano una discutibile gestione della xylella da parte della Regione Puglia. Ancora pochi anni e poi il patrimonio olivicolo della provincia non esisterà più. I nuovi impianti di Leccino e Favolosa, quando arriveranno in produzione, non potranno colmare il gap produttivo che si è perso in questi anni. “Purtroppo il comparto oleario nel nostro territorio si sta perdendo – ha spiegato Emanuele Guglielmi, imprenditore agricolo e vice presidente della cantina Riforma Fondiaria di Mesagne -. Quest’anno abbiamo ottenuto, grazie all’assenza della mosca, delle olive sane da cui si è ottenuto un olio extra vergine eccezionale. Ma le quantità sono minime perché gli alberi stanno seccando tutti. Nonostante i nuovi impianti che si stanno realizzando, che dovrebbero essere resistenti alla xylella, ma che arriveranno a produzione tra diversi anni”. Poi Guglielmi fa il punto della situazione sulla commercializzazione dell’olio. “Con i nostri costi di gestione un litro di olio extra vergine di oliva non si può vendere a meno di 8 euro a litro – ha spiegato l’agricoltore – invece sugli scaffali dei market si trova prodotto a meno di 3 euro. Questo non è possibile e il consumatore si deve chiedere cosa sta acquistando”. Per Giuseppe Schiena, presidente dell’Agricola Latianese, oltre a convenire con quanto detto dal Guglielmi, ha aggiunto anche la mancanza di tournover nel settore.

“Oggi – ci ha detto – sono pochissimi i giovani che si vogliono impegnare in agricoltura. Come cooperativa abbiamo avviato un progetto per favorire i nuovi impianti di oliveti contribuendo sui costi. Purtroppo, non ci sono giovani che abbracciano questa attività e i produttori attuali, quasi tutti settantenni, non se la sentono di investire. Infine, c’è la mancanza strutturale di una rete idrica per l’agricoltura. La siccità è ormai una realtà con cui fare i conti”. Il presidente della cooperativa “Alcide De Gasperi” di Mesagne, Carmelo Dellimauri, ha confermato la buona qualità del prodotto ottenuto dovuto principalmente “ai caldi estivi che non hanno permesso alla mosca dell’olivo di causare danni e, pertanto, non sono stati effettuati trattamenti antiparassitari”. Il presidente ha aggiunto che “le rese tra olive molite e olio prodotto sono state piuttosto basse. Diversamente la qualità che è molto buona”. Il presidente, inoltre, si è detto preoccupato poiché gli aumenti dell’energia elettrica stanno facendo aumentare, in maniera esponenziale, il costo delle materie prime necessarie per la molitura delle olive. “Oggi – ci ha spiegato – un litro di olio extra vergine di oliva si vende a circa 8 euro. Un prezzo che presto dovrà aumentare proprio a causa dei rincari. A fronte di ciò è incomprensibile che sugli scaffali dei supermarket si vendano olii extra vergine a prezzi bassissimi”.  

---------------

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci  

Quando si perde, serve sempre la giusta dose di oggettività per analizzare situazioni e contesti. Ieri, una bella gara, combattuta fino alla fine da due squadre toste ed affamate, è stata rovinata da un arbitraggio non all'altezza della categoria. Non è la prima volta, quest'anno, e tutto ciò porta in dote una buona dose di amarezza perché rischia di vanificare, alla lunga, gli sforzi di un intero progetto sportivo. L'errore sul singolo episodio deve essere sempre accettato, quello che è successo ieri pomeriggio, lascia perplessi.
Per la quinta giornata di ritorno, la New Virtus Mesagne ospita il Mola New Basket alla ricerca dei punti necessari per rilanciarsi e smuovere una classifica deficitaria. Soliti problemi di roster per coach Bray, che deve rinunciare ancora a Fiusco ed è costretto a forzare Gallo e Risolo, non ancora al meglio.
I gialloblu partono bene e riescono subito a mettere il naso davanti, per quanto il match resti equilibrato. Il Mesagne riesce a muovere la palla con velocità, mettendo in difficoltà la difesa ospite, forse un po' lenta nello scalare le marcature. Si chiude con la Virtus avanti per 18-15, nonostante ai ragazzi di Bray venga fischiato il primo fallo a favore a 48 secondi dal termine del quarto.
Nel secondo quarto il Mola parte forte, piazzando un parziale di un 8-0 che capovolge l'inerzia della sfida. La New Virtus fa fatica a penetrare ed è quindi costretta a forzare il tiro da fuori. Sul finale di tempo i gialloblu si riportano in partita ma chiudono sotto per 31-34.
Il terzo e l'ultimo quarto sono molto combattuti e offrono anche spunti di buona pallacanestro. Resta l'amaro in bocca per alcune decisioni arbitrali controverse e per tre falli tecnici figli del nervosismo indotto da queste stesse decisioni, se non addirittura di clamorose sviste, come nel caso del tecnico a Crovace, per il quale un netto fallo di sfondamento viene trasformato in simulazione ai danni del play gialloblu. Si chiude sul 63-68, per una sconfitta che fa male, ma che deve fungere da ulteriore spinta per le settimane future.
New Virtus Mesagne: Bellanova 6, Fiusco n.e., Dekic 8, Risolo 11, Cardillo 13, Zullo n.e., Crovace 5, Gallo 6, Galantino 14, D'amato n.e.. All.re Bray, Ass. Galgano.

---------------

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci