Redazione

Quando si dice “peggio la toppa del buco”. Le “precisazioni” della ASL Brindisi, in risposta alla nostra nota sindacale con cui si denunciavano criticità gravi e strutturali legate alla mancata attivazione del servizio di Radiologia Interventistica presso l’Ospedale Perrino, si rivelano un esercizio di equilibrismo retorico che nulla aggiunge in termini di risposte concrete. Anzi, confermano – tra le righe – lo stato di allarmante precarietà del sistema.

Ma veniamo ai fatti. Una paziente ha rischiato di non ricevere per tempo un trattamento salvavita per la mancanza di un servizio essenziale. La ASL afferma che tutto si è svolto “secondo protocollo”, salvo poi ammettere che l’attivazione dell’ambulanza è avvenuta “con una difformità procedurale”. Un paradosso che non tranquillizza: in un contesto di emergenza, con un solo autista presente in servizio e ben cinque ambulanze ferme, ogni minuto è cruciale. Le responsabilità organizzative sono evidenti, ma eluse.

Inaccettabile anche la risposta in merito alla Radiologia Interventistica. Da mesi si proclama la “riattivazione” del servizio, ma resta tutto sulla carta. Si parla di protocolli condivisi con altre province – Lecce, Taranto – per supplire all’assenza del servizio a Brindisi, ma non si spiega perché un ospedale hub non possa contare su una dotazione autonoma e continuativa. L’annuncio del concorso per il Direttore della Struttura Complessa suona come l’ennesimo tentativo di spostare in avanti la responsabilità. Come se nominare una figura apicale, da sola, bastasse a colmare vuoti di personale, strumenti e risorse.

La FP CGIL Brindisi non ha mai creato allarmismi. Siamo allarmati.

Siamo allarmati da liste d’attesa fuori controllo, da posti letto che si riducono sistematicamente invece di attivare posti letto previsti da un piano di riordino che è stato applicato invece nella parte in cui si prevedevano disattivazioni di servizi e unità operative. Siamo allarmati da un piano assunzionale inesistente, dall’assenza di una visione strategica per il territorio, da agende chiuse che impediscono perfino la programmazione delle cure. E mentre queste criticità si susseguono, la risposta dell’Azienda appare sempre uguale a se stessa: l’annuncio dell’imminente espletamento di un concorso per individuare un nuovo Direttore o, in alternativa, la reiterazione di formule comunicative che, pur nella loro forma rassicurante, non affrontano le reali fragilità di tipo programmatorio e gestionale che affliggono il sistema sanitario provinciale.

La sanità pubblica brindisina si regge sull’abnegazione quotidiana di medici, infermieri, OSS e tutto il personale sanitario, non certo su annunci, rinvii e rassicurazioni. Ogni giorno si lavora ben oltre il limite per offrire risposte dignitose a un territorio dimenticato, costretto sempre più spesso a rivolgersi altrove: Lecce, Taranto, Bari, persino Monopoli-Fasano.

Se c’è sfiducia nei confronti del sistema sanitario provinciale, non è certo a causa di chi denuncia. È semmai per il senso di abbandono che avvertono i cittadini e i lavoratori, e che chi ha responsabilità gestionali dovrebbe affrontare con serietà e trasparenza, anziché con comunicati autoassolutori.

Sorprende poi la critica per il mancato “confronto preventivo” con la Direzione, come se la trasparenza sindacale fosse un errore formale. La FP CGIL Brindisi non si è mai sottratta al confronto, quando questo è stato serio, rispettoso e orientato a soluzioni concrete. Ma non possiamo accettare che, di fronte a disservizi potenzialmente lesivi della salute pubblica, la priorità sia discutere il tono e non la sostanza.

La FP CGIL Brindisi continuerà a segnalare tutto ciò che non funziona e lo farà con fermezza, competenza e rispetto. Non intendiamo più tollerare rinvii, omissioni, o risposte elusive. La sanità pubblica non si difende con i comunicati, ma con i fatti.

Il segretario Generale FPCGIL Brindisi

Luciano Quarta

Il coordinatore alla Sanità FPCGIL Brindisi

Francesco Pollasto

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RICERCA CENTRO STUDI UIL: BRINDISI ULTIMA PER INVESTIMENTI IN SERVIZI DI PREVENZIONE E SICUREZZA SUL LAVORO. UNA SCONFITTA PER TUTTI DALLA QUALE USCIRE PRESTO CON L’IMPEGNO DI TUTTI

Un recente studio nazionale sulla spesa in Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro, elaborato dal Centro Studi UIL – Servizio Lavoro, Coesione e Territorio (28 aprile 2025) - ci consegna un quadro tanto chiaro quanto allarmante: Brindisi è all’ultimo posto in Italia per investimenti pubblici destinati alla prevenzione nei luoghi di lavoro. Un dato che, più che statisticamente scoraggiante, è moralmente inaccettabile.

Mentre altre regioni e province cercano di rafforzare il proprio impegno nella tutela della salute dei lavoratori, Brindisi si distingue in negativo, con una incidenza della spesa per la sicurezza sul lavoro pressoché nulla rispetto alla spesa sanitaria complessiva. A titolo di confronto, nella Ulss 5 Polesana del Veneto si spendono oltre 3,1 milioni di euro per la sicurezza, con un’incidenza dello 0,5% sul totale della spesa sanitaria. In Umbria, regione demograficamente comparabile, la spesa complessiva per la sicurezza supera i 7,6 milioni di euro, sempre con un’incidenza dello 0,4%.

E Brindisi? La spesa è talmente marginale da risultare irrisoria, non superando nemmeno lo 0,1% della spesa sanitaria locale. Siamo quindi in una situazione che definire di abbandono istituzionale non è affatto esagerato.

Questa fotografia impone un’assunzione di responsabilità urgente e non rinviabile da parte delle Istituzioni Locali, delle ASL territoriali e del mondo datoriale. È impensabile puntare allo sviluppo economico e all’occupazione senza partire dalla base: la tutela della vita e della salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Non può esistere un’occupazione sana e duratura se non si fonda sulla sicurezza.

La UIL è da tempo impegnata nella campagna nazionale "Zero morti sul lavoro", una battaglia civile e culturale che non ha colore politico ma che riguarda la dignità di un Paese che non può più permettersi tragedie evitabili. E non basta agire dopo gli incidenti: serve prevenzione, serve formazione, serve investimento strutturale.

In questo senso, un ruolo cruciale lo giocano le scuole. Dobbiamo costruire percorsi educativi sin dalle prime età che insegnino il valore della sicurezza, del rispetto delle norme e del diritto a un lavoro sicuro. Le nuove generazioni devono crescere con la consapevolezza che la sicurezza non è un lusso, ma un diritto inalienabile.

Per questo chiediamo oggi la costituzione di un Patto Territoriale per la Sicurezza sul Lavoro che coinvolga tutte le forze vive del territorio: amministrazioni, imprenditori, sindacati, mondo della formazione e dell’istruzione. Non possiamo più accettare che Brindisi sia fanalino di coda. Possiamo e dobbiamo diventare un modello per tutto il Sud e per l’Italia intera.

Perché ogni euro non speso in sicurezza oggi può costare una vita domani. E ogni vita salvata vale più di qualunque bilancio.

Brindisi, 13 maggio 2025

 

 

Il Coordinatore Provinciale UIL Brindisi

Fabrizio Caliolo

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Piegando ieri per 3-1 L'INSIEME SANDONACI VOLLEY la CHIRICO ANNUNZIATA VOLLEY Mesagne conferma il secondo posto nella Classifica Generale del CAMPIONATO INTERZONALE BR/TA  CSI conquistandosi il diritto a giocarsi in casa sempre contro lo stesso avversario  la Semifinale dei Play-off che permettera' alla vincente della Finalissima di volare  alla Fase Nazionale di Giugno.Renna e compagni ieri sera sono stati impeccabili di fronte ad un avversario ostico e deciso.Mister Viva privo di due pedine fondamentali come Canestrari e Savino ha fatto ruotare tutti componenti della rosa per la gioia dei tanti genitori presenti in palestra.Dunque continua ancora in casa Annunziata una stagione che sembra non aver fine in quanto sabato 17 Maggio gli stessi ragazzini saranno impegnati nel Pala De Francesco nel I TORNEO "GERMOGLI DI LEGALITA' 2025 " indetto dal Comune di Mesagne in occasione della Manifestazione promossa dall'Amministrazione Comunale improntata sulla Cultura e la Legalita'.Avversarie di turno saranno il CASALE VOLLEY 3 BRINDISI e la PALLAVOLO MARTINA.Nota di merito e' stata ieri sera la commemorazione della giovane atleta Valentina Sergi della ASTRA VOLLEY venuta a mancare improvvisamente a soli 33 anni.Alla Famiglia e alla Societa' Salentina va tutto il nostro sentito cordoglio.

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Sabato 17 maggio 2025 torna la “Giornata della Ristorazione”, l’evento organizzato da Fipe-Confcommercio che celebra l’ospitalità italiana e il ruolo cruciale della ristorazione nel tessuto economico e sociale del Paese. Giunta alla sua terza edizione, l’iniziativa coinvolgerà migliaia di ristoranti italiani, in Italia e nel mondo, con una serie di eventi dedicati a rafforzare il valore della convivialità e della cultura gastronomica italiana. In questa ottica, la Fipe/Confcommercio della provincia di Brindisi ha inteso partecipare in maniera convinta all’iniziativa, nella consapevolezza che proprio la ristorazione può rappresentare un elemento di crescita del sistema dell’accoglienza territoriale. Tra i ristoranti italiani partecipanti all’iniziativa, Fipe/Confcommercio Brindisi sarà presente con: - Casina dei Nonni – Oria - Toto & Raf Restaurant – Brindisi - Osteria del Porto – Savelletri (Fasano) - Galipa Ristorante – Francavilla Fontana Nell’ambito delle iniziative promosse per la Giornata della Ristorazione domani, martedì 13 maggio 2025, alle ore 10.00, nel plesso della Scuola Primaria “Marinaio d’Italia” dell’Istituto Comprensivo Casale di Brindisi, avrà luogo “Cooking Class” – evento di educazione alimentare riservato a due classi dello stesso Istituto. Gli alunni, con le mani in pasta, vivranno un viaggio sensoriale con i piatti della memoria e della tradizione brindisina, riscoprendo il valore della cultura e del mangiar bene. La chef Velia Pugliese darà vita ad un laboratorio didattico e sensoriale in cui i bambini impareranno a realizzare le orecchiette con farina e acqua, conosceranno le verdure locali e scopriranno come pulire e utilizzare questi ingredienti.

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Negli ultimi giorni si fa sempre più forte l'invito a manifestare solidarietà al popolo palestinese anche lungo le tappe del Giro d'Italia. I sostenitori dell'iniziativa chiariscono come le proteste siano rivolte unicamente contro lo Stato di Israele, che partecipa alla competizione con una sua squadra - la Israel Premier Tech - e non contro la gara in se.

Ora, la prima considerazione da fare è che per molto ma molto meno di un ottantennio di colonialismo e occupazione senza soluzione di continuità, come quello subito dalla popolazione nativa di Palestina per mano israeliana, all'indomani dell'invasione dell'Ucraina nel 2014 la Russia è stata bandita sine die da qualsiasi evento sportivo internazionale. Senza contare i 18 pacchetti di sanzioni economiche contro Mosca approvati da USA e UE in appena tre anni, a fronte di nessuna sanzione, anzi nessuna "proposta" di sanzione avanzata dagli stessi Paesi verso Israele dal lancio di quella che si delinea come la "tappa finale" di una pulizia etnica iniziata nel 1948.

Al contrario, lo Stato sionista continua a essere accolto con tutti gli onori possibili in campionati, tornei ed eventi agonistici di ogni sorta, incluso per l'appunto il Giro d'Italia, pur sotto processo per GENOCIDIO alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja e con un Primo ministro sul quale pende un mandato di arresto per CRIMINI DI GUERRA e CONTRO L'UMANITÀ spiccato dal Tribunale Penale Internazionale.

La seconda considerazione da fare è che in realtà le proteste al Giro non dovrebbero avere come oggetto unicamente gli atleti della squadra israeliana, ma proprio l'organizzazione di quello che un tempo era l'evento sportivo più amato dalla gente, ossia il gruppo RCS-MediaGroup del magnate Urbano Cairo, fiancheggiatore passato e presente del regime genocida di Tel Aviv.

E sì, perché costui, proprietario anche dell'emittente televisiva LA7 – il cui Tg, diretto dal filosionista Enrico Mentana, è tra le voci italiane più fedeli alla propaganda israeliana – nell’edizione del 2018 si rese complice di uno tra i colpi mediatici più bassi e infami messi a segno dalla lobby filo-sionista, vendendo letteralmente le prime tre tappe del Giro al governo Netanyahu e incassando 16 milioni di euro di compenso.

Grazie a ciò, lo “Stato coloniale” nonché “Potenza occupante” di Israele (così definito da tutte le risoluzioni ONU dal 1967 in poi) poté festeggiare su un palcoscenico internazionale il suo 70° compleanno, mentre i palestinesi commemoravano i 70 anni dalla Nakbacatastrofe – ovvero la cacciata di quasi 800 mila nativi dalla loro terra e rimasti profughi a vita. Una decisione patrocinata anche dal governo italiano, dell'allora premier Paolo Gentiloni, nella persona del Ministro dello sport Luca Lotti.

Alla presentazione ufficiale del Giro, benché la prima tappa partisse dalla parte occidentale della Città Santa, due ministri sionisti pretesero che fosse eliminata la dicitura “ovest” da Gerusalemme, infastiditi dall’idea che non si considerasse la città per intero israeliana.
La risposta degli integerrimi organizzatori della corsa, posti da un lato di fronte a una pila di risoluzioni ONU che definiscono illegittima la presenza israeliana a Gerusalemme est e dall'altro davanti a una palata di soldi, fu: “obbedisco!” Il pacchetto prevedeva, inoltre, che la competizione si concludesse a Roma, anziché Milano – unica volta in 101 anni di storia del Giro – in modo da collegare idealmente due “capitali”.

E mentre i ciclisti pedalavano, i caccia israeliani bombardavano la Siria, i soldati facevano tiro al piccione sui civili palestinesi al confine con Gaza e Trump si apprestava a trasferire l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme. Una cornice davvero radiosa dalla quale giornalisti e telecamere, i vincitori indiscussi della kermesse sportiva, riuscirono a ripulire ogni indizio di colonialismo, occupazione, violenza e ingiustizia.

Dunque, se anche lo sport è ormai uno strumento di propaganda usato a seconda delle circostanze per isolare politicamente Paesi avversari o sostenerne altri, ugualmente se non più criminali, in violazione dei più elementari principi di giustizia... allora contestarlo diventa un dovere!

 

Luca Debenedettis

Comitato contro il genocidio del Popolo Palestinese, contro il riarmo e per la Pace (Brindisi)

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Giuseppe Angel Manfredonia: Bottalico, Ba, Carmone 2, Mafrolla 2, Totaro 9,
Vuovolo, Ciociola A., Chiappinelli, Alvisi 6, Grasso 20, Ciociola F. 14,
Manfredi. Allenatore: F. Carbone.
Mens Sana Mesagne: Martinelli 9, Dellegrottaglie, Rollo, Potì, Pazzarelli 2,
Brunetti 33, Panico 4, Colucci 5, Gigli 5, Ciccarese 13, Liace 6.
Allenatore: Cosimo Romano.
Parziali: 20-21 16-17 8-19 9-20
Arbitri: Procacci e Ricciardi.
 
La Mens Sana Mesagne ritorna in serie C. La formazione allenata da Cosimo
Romano espugna con autorità in gara tre l’angusto palazzetto di Manfredonia
ed effettua il salto di categoria. Nel corso degli anni la Mens Sana aveva
un conto in sospeso in terra dauna. La società del presidente Mellone, nella
stessa situazione, qualche anno fa aveva pagato dazio al Vieste, sempre sul
Gargano, poi a soffiare la promozione ai mensanini solo due anni fa era
stato l’Apricena che aveva escluso i brindisini dalla promozione. Questa
volta invece missione compiuta. Con gli oltre cinquanta tifosi al seguito
giunti dal Salento, il Mesagne ha messo in campo la determinazione giusta
per aggiudicarsi la posta in palio. Sempre in difficoltà di organico  i
biancoverdi con Potì ormai da tempo escluso dai giochi per infortunio e con
Pazzarelli sempre limitato dal grave problema fisico che persiste
costantemente. Ci hanno pensato i compagni di squadra a tirare fuori le
energie giuste per portare a termine questa missione. Pubblico delle grandi
occasioni a Manfredonia nella piccola palestra che ha limitato l’affluenza
dei tantissimi tifosi. I dauni recuperano per l’occasione Mafrolla e coach
Carbone manda in campo Totaro, Vuovolo, Chiappinelli, Ciociola F. e
Manfredi, mentre coach Romano schiera Liace, Ciccarese, Brunetti, Pazzarelli
e Gigli. Brunetti fa capire subito che è la sua serata e che in questo
campionato è un valore aggiunto, due triple consecutive ed è subito 2-6.
Nella zona pitturata trova invece tanto spazio Totaro che realizza i primi
sei punti dei padroni di casa e pareggia i conti 6-6. Il punteggio va avanti
in equilibrio, il Mesagne a differenza di gara uno stringe le maglie
difensive, anche se il Manfredonia ribatte colpo su colpo. Sugli scudi
Ciociola, mentre nel Mesagne buona la prestazione di Ciccarese e del giovane
Panico che ha sostituito dopo appena due minuti Liace per problemi di falli.
Al termine del primo periodo la Mens Sana è avanti di una lunghezza 20-21.
Nel secondo quarto la partita non cambia. Ancora una tripla di Brunetti,
saranno sei in totale al termine, e un canestro di Martinelli portano i
mensanini sul +6 (22-28), ma i padroni di casa non mollano la presa e con un
positivo Grasso, autore di undici punti nel parziale, recuperano e rimettono
il naso in avanti (35-36). Ancora Ciccarese e un tiro libero di Martinelli
chiudono il secondo quarto con la Mens Sana in vantaggio 36-38. Al rientro
in campo gli ospiti, spinti dai numerosi tifosi al seguito, tentano la fuga.
E’ ancora Brunetti con una tripla a portare in vantaggio i biancoverdi sul
+7 (36-43), ma gli Angel provano a rimanere attaccati alla gara. La difesa
ospite lascia pochi spazi utili, Ba, protagonista assoluto di gara uno, non
incide nella contesa e il canestro i locali lo vedono solo dalla linea della
carità.  Un tiro libero di Grasso riavvicina i padroni di casa (40-43), poi
le triple di Gigli e il solito Brunetti portano il Mesagne con il vantaggio
in doppia cifra (44-55), prima del canestro ancora di Brunetti che chiude il
terzo parziale sul 44-57. Nell’ultimo quarto rimane una sola squadra in
campo. Al Manfredonia restano solo otto punti per cercare di rimettere a
posto la partita, ma il Mesagne viaggia veloce verso la meta conclusiva. La
tripla di Colucci suggella la vittoria finale e sulla tribuna riservata agli
ospiti inizia la festa. Vince con pieno merito la Mens Sana Mesagne al
termine di una gara disputata con la lucidità e la determinazione giusta.
Brunetti è stato il vero padrone della contesa con 33 punti frutto di 5/9 da
due, 6/9 da tre, 5/6 tiri liberi e 8 rimbalzi. Festa per tutta la notte
meritata per i ragazzi mesagnesi che hanno chiuso il campionato dominato
dall’inizio della stagione. Il merito va oltre ai veri attori in campo anche
allo staff tecnico di primordine e a uno staff dirigenziale competente.

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Dopo la vittoria di ieri per 1-0 Vs l'Altamura, la Virtus Calcio Mesagne eccede matematicamente ai Play off per la promozione in 1^ Cat. Resta da giocare l'ultima di campionato, per stabilire chi giocherà in casa la semifinale tra la Virtus ed il Bitetto, appaiate al 3° posto, ma coi messapici in vantaggio visti gli scontri diretti. La squadra del Presidente Massimo Guarini vede quindi la possibilità di fare un'ulteriore salto di qualita', Società giovane, ma che in 4 anni di 1^ squadra, potrebbe passare dalla 3^ alla 1^ Categoria della LND. "C'è tantissimo lavoro sotto questi risultati, un lavoro svolto dietro le quinte che solo chi ci è già passato sa cosa vuol dire, colgo l'occasione per ringraziare chi ci ha permesso di arrivare fin qui, in primis i nostri Sponsor TUTTI, ma in particolare il main Sponsor "APULIA ENERGIA" che ha sposato e creduto in  questo progetto dal 1° anno, tutti i miei collaboratori e Dirigenti, il Mister Lorenzo Passalacqua, il Mister in seconda Antonio Aresta...e poi loro, questi SPLENDIDI RAGAZZI che me l'avevano promesso ad inizio anno, ma ultima non meno importante ma ESSENZIALE, lo dedico alla mia famiglia, che mi supporta e sopporta in questo viaggio meraviglioso" queste le dichiarazioni a fine  gara del Presidente Guarini, bagnato fradicio da una miriade di gavettoni, ma felice.

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LUPO: COLDIRETTI PUGLIA, VIA LIBERA DA EUROPARLAMENTO A ‘STATUS PROTEZIONE’; ORA SALVARE PECORE, AGNELLI E CAPRE.

 

Via libera dall’Europarlamento alla modifica dello status di protezione dei lupi da “strettamente protetti” a “protetti”, quando bisogna salvare pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi dal Gargano al Salento dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione alla decisione del Parlamento europeo che, con 371 voti a favore, 162 contrari e 37 astensioni. ha sostenuto la proposta della Commissione di modificare la direttiva Habitat per allineare lo status di protezione dei lupi alla Convenzione di Berna.

Gli Stati membri disporranno ora di una maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni di lupi, al fine di migliorare la coesistenza con gli esseri umani e ridurre al minimo l’impatto della crescente popolazione di lupi in Europa. Potranno inoltre adottare misure adeguate alle specifiche circostanze regionali. Secondo la Commissione, in Europa vivono oltre 20 000 lupi e la loro popolazione e il loro areale di distribuzione sono in crescita. Questo successo in termini di conservazione ha tuttavia portato a crescenti conflitti con le attività umane in alcune regioni, in particolare per quanto riguarda il bestiame.

Sulla base delle stime ISPRA sulla densità media di lupi nelle aree soggette a campionamento genetico non invasivo, si registrano – rileva Coldiretti Puglia - picchi di densità di 6 lupi per 100km2 nelle province di Bari, Taranto e BAT, ma anche a Foggia si contano 5,3 lupi per 100Km2, con il fenomeno che sta crescendo in provincia di Lecce, un fenomeno in escalation che ha portato al pronunciamento del comitato permanente della convenzione di Berna per la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali, organo del Consiglio d'Europa, a favore della richiesta dell'Unione europea di abbassare il livello di protezione per i lupi. L’indirizzo va incontro alle crescenti richieste da parte degli enti locali di maggiore flessibilità per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi.

Secondo una stima dell’Ispra la popolazione dei lupi in Italia – ricorda Coldiretti - è aumentata attestandosi intorno ai 3.300 esemplari, con quasi 2.400 lungo il resto della penisola. Dati secondo i quali il lupo non è più a rischio estinzione – sottolinea la Coldiretti – mentre aumenta il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico. Senza la costante opera di manutenzione assicurata dalle aziende agricole - conclude Coldiretti –  cresce il degrado ambientale che porta con sé frane e alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici.

Dopo gli attacchi dei lupi, agli animali a volte feriti o uccisi si aggiungono – precisa la Coldiretti Puglia – i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti. Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l'allevamento è l'attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora 'Gentile' di Altamura o la 'Moscia' leccese. Il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi.

Negli ultimi anni si è reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. La resistenza degli agricoltori è al limite – spiega la Coldiretti regionale – è urgente trovare nuove modalità di azione che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione.

Del resto, questa situazione si somma – aggiunge Coldiretti Puglia - ai problemi di sovrappopolamento di numerose altre specie selvatiche, dai cinghiali agli storni, dai cormorani alle lepri fino ai pappagalli verdi, che si moltiplicano in una situazione di assoluta mancanza di adeguate misure di programmazione necessarie per evitare il conflitto con il lavoro agricolo.

Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude la Coldiretti Puglia – le colline si diradano, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città.

Avviso pubblico per la sterilizzazione gratuita di cani e gatti di persone residenti nel Comune di Mesagne: l’Amministrazione comunale, ufficio Randagismo e Benessere animale, informa che le domande dovranno essere inviate entro le ore 12:00 del 25 maggio 2025 mediante:
- Consegna all’Ufficio Protocollo del Comune di Mesagne;
- Invio tramite email all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

L’avviso completo e il modello da utilizzare per l’istanza sono disponibili sul sito istituzionale dell’Ente.

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Il Comitato contro il Genocidio del Popolo Palestinese,contro il riarmo, per la pace, invita a partecipare  tutte le persone sensibili ai temi proposti ad una riunione  Martedì 13 Maggio alle ore 17,30 presso la casa di quartiere di Porta Mesagne;

la riunione  ha lo scopo  di allargare la partecipazione al corteo di Sabato 17 Maggio er la Palestina ,contro il riarmo , per la pace con partenza alla ore 17,30 da Piazza Crispi (stazione FS) Brindisi.

Le attività di propaganda del corteo  sono in gran fermento sui social anche con la pagina facebook " Brindisi per la Palestina", l’affissione di locandine in negozi solidali, porteremo con noi una grande bandiera Palestinese ed una della pace lunga 50 metri,oltre a cartelli che ognuno porterà con sé.

Il Comitato sta inoltre riscontrando in questi giorni una sensibilità diffusa tra i cittadini , cosa che ci da fiducia per la ottima riuscita della manifestazione.

Puntiamo a dare il nostro contributo di solidarietà alla Palestina per i giorni terribili che si stanno  vivendo in quei territori così fortemente martoriati ,

 Così come la denuncia pubblica per il folle riarmo europeo di 800 miliardi di euro ;riarmo  accompagnato da scelte molto discutibili come l’appoggio alla Ucraina con nuovi invii di armi e possibili interventi sul terreno, quando la guerra per l’Ucraina è persa da almeno un anno e mezzo. Invece di avere del buon senso e cercare un accordo l'Europa spinge  ancora al massacro.

Non dimentichiamo inoltre  le  tante guerre disseminate in tutto il mondo, patrocinate dal mondo occidentale per meri interessi economici.

Per la Palestina il tempo rimasto è davvero poco; siamo di fronte alla “soluzione finale” di stampo nazista con le decisioni prese dal governo israeliano in questi giorni  ,guidato da un presidente come netanyahu che ha sulle spalle un mandato di arresto emesso  dalla Corte Penale Internazionale .

Partecipiamo alla riunione di Martedì 13 Maggio, sosteniamo la partecipazione al corteo di Sabato 17 Maggio, portiamo la nostra voce alle istituzioni chiedendo parole chiare su quello che sta succedendo.
Invitiamo a scrivere e a dare  adesioni alla mail  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Brindisi 11.05.2025

Comitato contro il genocidio del Popolo Palestinese , contro il riarmo, per la pace

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