Redazione

49 PERSONE ARRESTATE PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA, SCAMBIO ELETTORALE POLITICO – MAFIOSO, USURA, TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. Questa mattina, alle prime luci dell’alba, a Rosarno, Polistena, nonché nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’operazione denominata “Faust”, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione GIP – nei confronti di 49 persone, ritenute responsabili – in particolare – di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena.

Il provvedimento è l’esito di una complessa attività investigativa, avviata dal 2016 dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il concorso dei Reparti territoriali della Piana di Gioia Tauro,  diretta inizialmente dal Sostituto Procuratore Adriana Sciglio e successivamente dal Sostituto Procuratore Sabrina Fornaro, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Gaetano Calogero Paci, che ha consentito di acclarare la radicata e attuale operatività della cosca PISANO, conosciuti comi i diavoli di Rosarno, mediante una rete collaudata di cointeressenze criminose.

Sono stati accertati i rapporti della cosca Pisano con altre storiche cosche del territorio della provincia di Reggio Calabria, anche operanti in altre parti del territorio nazionale.

Particolarmente significativi sono gli accertamenti sulla operatività dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata società di Polistena (RC), capeggiata storicamente da esponenti della famiglia LONGO e della locale di ‘ndrangheta di Anoia (RC), il cui vertice criminale è rappresentato da una famiglia di imprenditori edili.

L’indagine ha permesso, inoltre, di documentare l’esistenza di una fiorente attività di narcotraffico che, partendo dall’hub portuale di Gioia Tauro, ha intersecato gli interessi illeciti anche di appartenenti ad altre realtà criminali organizzate, operanti sui territori della Campania, grazie alle contiguità con appartenenti a storiche consorterie camorristiche, Puglia, con particolari aderenze a consessi della Sacra Corona Unita, Basilicata, ove è stata documentata la rete relazionale intessuta con esponenti di un’articolazione mafiosa locale denominata storicamente dei “basilischi” quale promanazione di matrice ‘ndranghetistica.

Nell’ambito delle dinamiche connesse all’assunzione del predominio della gestione del traffico illecito di sostanze stupefacenti, era maturato anche il proposito omicidiario posto in essere in danno di un affiliato ad una delle articolazioni di ‘ndrangheta operative sul territorio con particolare declinazione nello specifico settore illecito.

Delitto che non si è poi realizzato, solo perché la vittima non è caduta nella trama criminale, non presentandosi agli appuntamenti che le sarebbero stati fatali.

Partendo dal contesto legato al narcotraffico è stato registrato il reimpiego del denaro in attività usurarie, tale pratica ha denotato la capacità dell’articolazione mafiosa investigata di pervadere l’economia legale quale naturale evoluzione criminale dei capitali illecitamente accumulati: pratiche che condizionano la libera economia, permettendo agli esponenti della consorteria mafiosa interessata dall’odierno provvedimento di controllare diverse realtà imprenditoriali operanti sul territorio.

In tale quadro, le indagini hanno consentito di censire diversi episodi di minacce e danneggiamento in danno di commercianti e relativi beni mobili ed esercizi commerciali, fatti commessi a scopo estorsivo con finalità mafiose così come il compimento di atti idonei diretti in modo non equivoco a consumare una rapina ai danni della proprietaria di una struttura alberghiera. Gli episodi censiti e documentati hanno permesso di sottolineare che la ‘ndrangheta, in special modo in taluni territori, non ha mai abbandonato la pratica della violenza finalizzata  alle esazioni estorsive non solo quale mezzo di arricchimento illecito ma soprattutto quale strumento di controllo del territorio.

Sempre nell’alveo dell’attività criminose della cosca Pisano, sono state raccolte fonti di prova che hanno permesso, inoltre, di documentare la commissione di truffe mediante artifizi e raggiri consistiti nel far figurare delle ritenute d’acconto su redditi non soggetti ad IRPEF, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nell’interesse di persone asseritamente non soggette a tassazione, traendo in inganno gli enti previdenziali sul diritto del richiedente al rimborso delle ritenute, in realtà non effettuate, ottenendo così ingiustamente il rimborso di danaro.

Nel corso della medesima attività investigativa è emerso anche il favoreggiamento, da parte di alcuni indagati, della latitanza di un associato, Pepè Domenico, finalizzata ad evitare l’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere. Latitante che, è stato assicurato alla giustizia nel dicembre 2017.

Particolare rilevante da evidenziare è il fatto che il latitante avesse trovato rifugio in Campania, a riprova del legame di tipo mutualistico che avevano stretto la consorteria mafiosa rosarnese con quella salernitana.

Di rilevante gravità, infine, la documentazione del condizionamento degli organi di vertice dell’amministrazione locale, mediante il controllo e la guida delle campagne elettorali nell’ultima competizione comunale di Rosarno.

In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare l’appoggio elettorale fornito dalla cosca PISANO al candidato Sindaco di Rosarno e ad un consigliere comunale, poi risultati eletti e tuttora in carica, odierni destinatari di misura custodiale domiciliare, in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale, nonché l’assegnazione di lavori pubblici e di altri favoritismi.

Nell’ambito dell’attività è emersa anche una situazione di tensione scaturita dalla condotta del Sindaco neo eletto finalizzata a palesare una presa di posizione distante dalle locali consorterie mafiose che invece avevano palesemente e concordemente appoggiato la sua campagna elettorale.

Nell’ambito dell’operazione “FAUST” è stato arrestato il 33enne brindisino Teodoro MONTENEGRO, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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In questi anni, con particolare riferimento da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria COVID, si è detto molto e scritto molto sul ruolo cruciale che i servizi sociali rivestono nel contesto attuale al fine di “mantenere la massima coesione sociale” e sulle conseguenze che la precarietà lavorativa dei professionisti che operano sul welfare ha sulle vite personali, ma questo attiene ad una reiterata analisi politica quando invece occorre ormai passare ad una decisa elaborazione politico/decisionale per una nuova fase programmatoria. “Eroi” è tra le parole che abbiamo ascoltato più frequentemente nei confronti di questi Lavoratori precari impegnati nel sistema dei servizi sociali da quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus.

E tutto questo grazie all’equipe interdisciplinare degli ambiti territoriali sociali, costituita da Lavoratori Professionisti, che operano - in alcune situazioni, da più di un lustro – con contratti flessibili e precari di puro sfruttamento. Ma il rischio concreto è che ancora ci si dimentichi di questi Lavoratori. FP CGIL e CGIL Brindisi vogliono, invece, continuare a focalizzare l’attenzione delle Istituzioni proprio sulle attuali dinamiche della precarietà lavorativa del sistema sociale e del suo riverberarsi in tutti gli aspetti del vivere, chiedendo adeguate soluzioni al problema anche in considerazione del sopraggiunto quadro normativo – legislativo teso a dare certezza lavorativa e stabilità ai Professionisti del settore. Non c’è più tempo da perdere: sono circa 60 nella provincia di Brindisi, i precari con contratti prossimi alla scadenza. Dunque, professionisti che giornalmente operano attraverso rapporti di lavoro a tempo determinato con le amministrazioni pubbliche oppure con cooperative sociali, al fianco di un sempre più ridotto numero di lavoratori a tempo indeterminato dei servizi sociali professionali. Si tratta di equipe multidisciplinari quali Assistenti Sociali cat. D, Educatori, Istruttori Direttivi Amministrativi cat. D, Istruttori amministrativi cat. C, Tecnici inserimento lavorativo, Psicologi, Mediatori e Sociologi che tuttavia non si presenta uniforme, in riferimento alla tipologia contrattuale e al periodo di proroghe previste, vantando in molti casi anche una platea di precariato storico fin dal 2009. Non è pleonastico aggiungere che l'attività e il supporto fornito in questi mesi da questi lavoratori è stato sostanziale e fondamentale, con carichi di lavoro esorbitanti, considerata la suddetta emergenza pandemica ed il pensionamento anticipato previsto con “quota 100” che ha depauperato di risorse umane gli Uffici di Piano così come di personale di Servizio. L’emergenza COVID, tra l’altro, ha inasprito la già presente condizione di indigenza e di disagio nella popolazione assistita, tanto da indurre il Ministero a consentire l’utilizzo del personale PON a sostegno degli Uffici nelle nuove rimodulazioni dei servizi, nella gestione dei buoni spesa, nelle prese in carico ecc. Ma è evidente che il personale in questione, soprattutto in questo particolare momento storico delicato e difficile non può continuare a vivere una tale anacronistica condizione di incertezza e di precarietà. In tal senso, giova sottolineare, oltretutto, che i Giudici Amministrativi hanno affermato, in una pluralità di sentenze anche recenti, che l’Amministrazione debba “adeguatamente motivare la scelta di bandire una nuova procedura concorsuale, laddove disponga già del personale precario da sottoporre ad un processo di stabilizzazione diretta, trasformando rapporti di lavoro precario in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, recuperando stabilmente alle Amministrazioni le esperienze lavorative del relativo personale in regime di continuità”.

Ciò posto, e fatto salvo il predetto principio giurisprudenziale, si ritiene che gli ambiti ai fini della maturazione dei requisiti per la stabilizzazione, da parte della maggiorparte del personale de quo, debbano definire urgentemente la proroga dei contratti a tempo determinato. Contratti di lavoro che devono essere in linea con il dispositivo di cui all'articolo 5, comma 5, quarter del c.d. Decreto proroghe 2020, che consentono di estendere temporalmente fino a 24 mesi i contratti a termine del personale impiegato negli Ambiti con fondi erogati dal Ministero delle Politiche sociali, proprio al fine di non disperdere il patrimonio di professionalità che si è sviluppato negli ambiti sociali territoriali. In ultimo, ma non per ultimo, FP CGIL e CGIL ritengono necessario e indifferibile cambiare paradigma individuando una gestione esclusivamente pubblica o in ultima analisi associata e pubblica dei servizi sociali e socio sanitari comunali che vedano coinvolti gli Ambiti, la ASL e la Regione Puglia. In definitiva, si può programmare una società in house a capitale pubblico internalizzando i servizi sociali oppure sviluppando una forma di sperimentazione gestionale mista pubblico-privata, individuando come azionista di maggioranza l’amministrazione pubblica garantendo sempre e comunque in entrambi i casi il riassorbimento del personale dei servizi esternalizzati. In estrema sintesi, si chiede: subito la proroga dei contratti a 24 mesi dei lavoratori in questione; la definizione di un virtuoso processo di stabilizzazione per tutti i Lavoratori aventi oggi diritto o che lo matureranno nel breve periodo; la gestione diretta dei servizi esternalizzati con l’obiettivo di avere una Pubblica Amministrazione non più committente che esternalizza ma che invece assume direttamente il “Governo” dei servizi sociali salvaguardando tutti i livelli occupazionali.

Questa è la grande sfida cui ci troviamo di fronte, se si desidera aumentare l’efficacia e creare vera innovazione nella erogazione dei modelli organizzativi/gestionali, nell’ottica di sviluppare un reale benessere organizzativo per contemperare la qualità dei servizi erogati e la salvaguardi dei diritti dei Lavoratori. Pertanto, si resta in attesa di riscontro con la definizione del periodo inerente alle proroghe dei professionisti in questione, nella consapevolezza della acclarata sensibilità istituzionale dimostrata anche formalmente da diversi Sindaci.

Il Segretario Generale CGIL Brindisi Il Segretario Generale FP CGIL Brindisi

ANTONIO MACCHIA e PANCRAZIO TEDESCO

Un gruppo di gestori di bar,pub,  e di altre iniziative commerciali ha deciso di costituire un “Comitato spontaneo” allo scopo di chiedere al Governo ,attraverso il  sostegno del Comune di Brindisi e della Regione Puglia , di poter lavorare in condizioni di sicurezza  rifiutando  alcune ulteriori restrizioni previste dell’ultimo DPCM.

 Il Comitato non chiede ristori economici ma la possibilità di lavorare ad esempio per i bar con la possibilità di prendere il caffè al bancone , così come piccoli cambiamenti per altre categorie .

Per sostenere queste richieste il “Comitato spontaneo” promuove un sit in Venerdì 22 Gennaio alle ore 11,00 davanti al Comune di Brindisi ,in Piazza Matteotti dove chiede di incontrare il Sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ed il presidente della Regione Puglia ,Michele Emiliano .

La richiesta di incontro per Rossi ed Emiliano parte oggi, Lunedì 18 Gennaio , in cui si chiede un loro sostegno a possibili modifiche  che permettano a tanti commercianti di questa città di non abbassare le saracinesche, che  aumenterebbe il tasso di disoccupazione già di per sé insopportabile.

Il Governatore Emiliano in campagna elettorale aveva promesso un forte sostegno alla città di Brindisi ed è arrivato il momento di dimostrarlo .

I promotori non chiedono miracoli ma solo di verificare tutte le possibilità che esistono per evitare da qui a qualche mese il peggio.

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Buone notizie a Mesagne. Oggi non c'è nessun nuovo caso di Covid tra la popolazione. Resta basilare assumere sempre un atteggiamento di prevenzione al virus. 

 Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 17 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 7.572 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 908 casi positivi: 411 in provincia di Bari, 42 in provincia di Brindisi, 98 nella provincia BAT, 193 in provincia di Foggia, 100 in provincia di Lecce, 65 in provincia di Taranto. Un caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.

Sono stati registrati 25 decessi: 5 in provincia di Bari, 3 in provincia BAT, 3 in provincia di Brindisi, 9 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.181.733 test.

50.458 sono i pazienti guariti.

56.120 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 109.428, così suddivisi:

41.877 nella Provincia di Bari;

12.469 nella Provincia di Bat;

7.981 nella Provincia di Brindisi;

23.544 nella Provincia di Foggia;

8.802 nella Provincia di Lecce;

14.082 nella Provincia di Taranto;

566 attribuiti a residenti fuori regione;

107 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Una docente è risultata positiva al Covid-19 e il plesso scolastico ieri è stato chiuso e sanificato. Si tratta della scuola media “Aldo Moro” di Mesagne. Gli studenti delle classi della docente sono stati presi in carico dal servizio sanitario dell’Asl Br1 per lo screening necessario. Da lunedì la scuola riaprirà regolarmente i battenti. Dunque, a una settimana dallo screening scolastico, voluto dall’Amministrazione Matarrelli per dare sicurezza al mondo della scuola nella ripresa delle lezioni, una docente è risultata positiva. Come da protocollo ha allertato il dirigente scolastico, il professor Salvatore Fiore, affinché fossero messe in atto le procedure di individuazione dei contatti e per la sanificazione del plesso. “Già questa mattina (ieri per chi legge, n.d.r.) abbiamo allertato una ditta di sanificazione che ha disinfettato tutti gli ambienti scolastici”, ha precisato il preside Fiore -. Da lunedì riapriremo la scuola in totale sicurezza”. Tutti coloro che hanno avuto dei contatti con la professoressa, che al momento è in buone condizioni di salute, sono stati segnalati all’Asl che ha avviato le procedure di tracciamento e, per i contatti stretti, le procedure di screening. “Da lunedì è facoltà dei genitori, secondo quando disposto dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con ordinanza che ha decorrenza dal 18 gennaio e sino a tutto il 23 gennaio 2021, adottare da lunedì per i propri figlioli la decisione se promuovere la didattica in presenza, quindi facendo rientrare in classe i propri figli, oppure a distanza”, ha precisato il preside Fiore. Lo stesso dirigente si è detto disponibile a fornire qualsiasi informazione necessaria ai genitori degli studenti che frequentano la scuola “Materdona-Moro”. Il 6 gennaio scorso, giorno dell’Epifania, si era concluso lo screening, voluto dal Comune, su tutta la popolazione scolastica mesagnese. In cinque giorni l’indagine aveva interessato circa l’80% di essa, con 2.169 test processati su un totale di 2.720 persone coinvolte, che avevano accettato di sottoporsi al test per il Covid-19. Una settima fa era risultata positiva solo una collaboratrice scolastica.

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SANT’ANTONIO: COLDIRETTI PUGLIA, SPARITI 92MILA ANIMALI IN 5 ANNI. Nella Fattoria Puglia sono scomparsi oltre 92mila animali tra mucche, maiali, pecore e bufali negli ultimi 5 anni. E’ la Coldiretti Puglia a lanciare l’allarme in occasione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali, dove a Putignano nella Masseria Signorella Don Peppe Recchia, Arciprete della Chiesa di San Pietro in Piazza San Pietro, ha benedetto gli animali della fattoria, mucche, capre, cavalli, galline, faraone, oche, pavoni, conigli salvate dal rischio di estinzione. Una tradizione popolare – spiega Coldiretti Puglia – che il 17 gennaio vede parrocchie di campagne e città riproporre la benedizione dalla variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio. Intanto però stalle, ricoveri e ovili si sono svuotati, con la Fattoria Puglia che nell’ultimo quinquennio ha perso – sottolinea la Coldiretti Puglia – solo tra gli animali più grandi, circa 25mila mucche, 9mila maiali, mille bufali e quasi 57mila pecore.

“Una perdita grave e molto sofferta dagli allevatori che ha molteplici cause, dagli alti costi di gestione delle stalle, ai bassi costi di latte e carne riconosciuti ai nostri produttori, dalla burocrazia matrigna che rende sempre più difficile fare l0’allevatore fino agli attacchi dei predatori . Agli animali uccisi si aggiungono – precisa la Coldiretti Puglia – i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti.

Un addio che – precisa la Coldiretti regionale – ha riguardato soprattutto le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori, spesso a causa dei bassi prezzi e per la concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero.

“Le speculazioni mettono a rischio la Fattoria Puglia – insiste il presidente Muraglia - dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia appena 2.700 stalle, a causa principalmente del prezzo del latte, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di mercato. Oltre all’inganno a danno dei consumatori, si tratta di concorrenza sleale nei confronti degli stessi industriali e artigiani che utilizzano esclusivamente latte locale”.

Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le aree zootecniche e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – afferma Coldiretti Puglia - aree straordinarie muoiono, l'ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città.

Negli ultimi anni si è reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. La resistenza degli agricoltori è al limite – spiega la Coldiretti – è urgente trovare nuove modalità di azione che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione.

Gli animali custoditi negli allevamenti rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto -  afferma Coldiretti Puglia - anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze pugliesi, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali, perché quando un allevamento chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate da intere generazioni a combattere lo spopolamento e il degrado. E se la Fattoria Puglia si sta drammaticamente svuotando di mucche, pecore e maiali, in netta controtendenza ci sono gli asini, che nel giro di dieci anni sono praticamente quintuplicati e dopo aver rischiato l’estinzione stanno vivendo un momento di riscossa per le qualità nutrizionali e cosmetiche del latte e il carattere mansueto, docile e amichevole adatto per la vita in campagna, la pet therapy e il turismo.

Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – aggiunge Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile, grazie proprio alla grande cura degli allevamenti con altissimi standard di qualità e benessere degli animali.

“Serve un impegno di tutta la filiera, insieme alle Istituzioni con provvedimenti adeguati, per non lasciar morire pascoli e stalle e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l'allevamento è l'attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora 'Gentile' di Altamura o la 'Moscia' leccese", conclude il presidente Muraglia.

 

Oria. Simula il furto della propria autovettura, denunciata. I Carabinieri della Stazione di Oria, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà, una 51enne del posto, per simulazione di reato. In particolare, la donna, lo scorso 30 dicembre 2020, aveva denunciato il furto della propria autovettura, regolarmente parcheggiata nei pressi della propria abitazione, verosimilmente avvenuto nell’arco temporale tra le ore 22.00 del 29.12.2020 e le successive 08.00, ma dall’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona, è risultato che il veicolo non era mai stato parcheggiato in quel posto e nell’arco temporale indicato.

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Fasano. Sorpreso in possesso illecito di cartucce da caccia, denunciato. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Fasano, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà per truffa un 21enne del posto, per detenzione abusiva di armi. In particolare, il giovane, nella giornata del 15 u.s., in seguito a una perquisizione personale, è stato trovato in possesso di n. 99 cartucce cal. 12 da caccia, illecitamente detenute. La successiva perquisizione domiciliare, effettuata presso la propria abitazione, ha permesso di rinvenire ulteriori n. 6 cartucce del medesimo cal., anch’esse detenute illecitamente e senza averne fatto denuncia all’Autorità. Il munizionamento rinvenuto è stato posto sotto sequestro. 

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Brindisi. Sorpreso a rubare uno smartphone, denunciato. I Carabinieri della Stazione di Brindisi Centro, al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 21enne del posto, per furto aggravato. Il giovane, nella giornata del 12 dicembre 2020, all’interno di una lavanderia del luogo, approfittando di un momento di assenza della titolare, spostatasi nel retro del negozio, rubava uno smartphone di proprietà della stessa, che era appoggiato dietro il bancone.

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