Redazione

Un angolo di Poesia al Commerciale di Mesagne

La poesia medioevale sembra riscuotere ancora, a scuola, un notevole successo,   rappresentando per gli adolescenti del III millennio un interessante referente comparativo per riflettere anche su tematiche attuali. Più difficile è lavorare (e far lavorare gli studenti) sulle strutture metriche, ritmiche e prosodiche del testo poetico. L’esperimento didattico  presentato ha avuto proprio questo obiettivo: convogliare l’interesse di una classe non solo sui contenuti, ma anche sulle caratteristiche formali della poesia del Duecento, attraverso un laboratorio ‘creativo’ finalizzato alla composizione di un moderno sonetto, sulla scia delle opere della cosiddetta ‘poesia comico-realistica’. 
Quindi…a ciascuno il suo sonetto, partendo da quello celeberrimo e irriverente di Cecco Angiolieri, che inizia così: “S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo”.
Gli studenti della Terza sez.B dell’Istituto Tecnico Economico di Mesagne  hanno affrontato un  laboratorio di scrittura creativa. Più che di scrittura, si è trattato di una riscrittura: il vincolo è stato quello di mantenere la forma metrica del sonetto  e l’anafora “Se fossi…”. Sul resto, dagli argomenti alle rime, assoluta libertà. Tutti sono riusciti a parlare di sé, qualcuno anche del Covid-19, utilizzando le innumerevoli possibilità di espressione che la poesia da sempre offre.
 
SONETTANDO
 Lorenzo Bertodo 
 
S’i fosse fuoco, brucerei l’ignoranza.
S’i fosse vento, renderei l’aria più tranquilla.
S’i fosse acqua, farei sprofondare il virus negli abissi.
S’i fosse Dio, manderei il virus all’inferno.
 
S’i fosse Papa, farei capire cos’è il bene e cos’è il male,
inoltre, benedirei tutti gli assistenti sanitari.
S’i fosse imperatore, ridarei il lavoro alle persone,
e lo darei a chi non l’ha mai avuto.
 
S’i fosse morte, sarei invidiosa del virus,
perché la gente ha più paura di lui.
S’i fosse vita la distribuirei ai morti.
 
S’i fosse Lorenzo, com’ io lo sono, farei in modo che la gente
si decidesse a rispettare le regole
e avrei fiducia nella Ricerca, per la creazione del vaccino.
 
 
 
COVID-19
Valeria Galasso
 
È trascorso più di un anno ormai,
con le mascherine e le protezioni
tutti a far  festa sui balconi,
e con il covid son sempre  guai.
 
Tutto quanto sarà presto chiuso,
feste e tradizioni sono in disuso;
negozi, cinema e tanto ancora,
ma il virus nell'aria vola.
 
Medici, infermieri e volontari
con coraggio e  dedizione
dagli ospedali fan gli straordinari.
 
E per tutte quante le persone
il Natale è già  vicino,
si spera in un meritato vaccino.
 
 
 
 
Se fossi
Silvia Bianco
 
Se io fossi una stella, tutto il giorno
splenderei per tenervi compagnia
e allontanerei la malinconia 
e la solitudine che c’è intorno.
 
Se io fossi una fata, userei la mia
bacchetta magica per far guarire
le persone e non farle soffrire
regalando loro tanta armonia.
 
Se io fossi il vento, soffierei forte
per liberare il mondo da questo
virus che non ci fa dormire la notte.
 
Se fossi  il verso  di una poesia,
io sarei ’’Coraggio ce la faremo’’
con l’augurio che torni l’armonia.
 
 
 
SE FOSSI
Sabrina Politi
Se fossi il vento, spazzerei
via tutta la sofferenza, mentre
se fossi il mare, rispecchierei
la gioia e l’amore per sempre.
 
se fossi pioggia, unirei
cielo e terra come su una tela
se fossi fuoco, brucerei tutto il male.
 
se fossi il sole, risplenderei
in una giornata totalmente buia;
se fossi una matita, disegnerei
un mondo ricco di insegnamenti.
Se fossi un orologio, fermerei
I momenti più emozionanti 
 E se fossi un libro, parlerei di me.

ALL’ OSPEDALE PERRINO UN LETTINO REGOLABILE PER PAZIENTI THALASSEMICI. 

L’ Associazione Thalassemici Brindisi donerà un lettino elettrico al Centro Microcitemia dell’ ospedale 
“Antonio Perrino” di Brindisi.
La donazione avrà luogo domani mattina, alle 09:30; la presidente dell’ Associazione, Luana De Gioia, 
consegnerà formalmente il letto alla struttura ospedaliera.
Il lettino sarà collocato nella medicheria, e renderà più agevoli le operazioni di prelievo e trasfusione ( oltre 
a tutte le altre che si rivelassero volta per volta necessarie). Essendo automaticamente reclinabile potrà 
essere regolato ad altezze diverse a seconda delle specifiche esigenze del paziente, e nel contempo 
faciliterà anche il lavoro degli infermieri.
Attualmente infatti le attività vengono svolte su un piano fisso e collocato ad altezza non sempre adeguata.
L’oggetto della donazione è stato individuato dopo una ricognizione preliminare effettuata dall’ 
associazione di concerto con il personale medico del Centro. In cima alla scala delle priorità evidenziate 
figurava appunto il letto elettrico.
ASSOCIAZIONE THALASSEMICI BRINDISI : È un’organizzazione di volontariato che ha sede a San 
Pancrazio Salentino. Nata nell’ aprile del 2016, è da allora presieduta da Luana De Gioia, una docente di 
Lettere di 40 anni, al suo secondo mandato presidenziale. l’Associazione conta 43 soci; i pazienti affetti da 
thalassemia in cura presso il Centro Microcitemia del Perrino sono invece 150; fra questi, ci sono 14 minori.
IL LETTO : modello Skema Lytus con altezza regolabile elettricamente e schienale regolabile 
manualmente. Dimensioni: 184 x 720 centimetri. Altezza: da 56 a 82 centimetri. Piano di larghezza: 62 
centimetri, rivestiti in semipelle lavabile ed autoestinguente. L’imbottitura, alta 5 centimetri, è in poliuretano. 
Peso: 48 chilogrammi. Portata massima: 150 chilogrammi. 
Costo : 500 euro.
Colore: blu.
 
Otranto (Le) – MedFilm Festival di Roma e Giornalisti del Mediterraneo insieme per la tredicesima edizione del Festival che si terrà nel 2021 come di consueto nella città di Otranto. Una nuova ambiziosa partnership che amplifica gli spazi di condivisione e di dialogo intorno ai temi legati al Mediterraneo.  Una collaborazione che nasce dalla comune visione sull'importanza di diffondere la cultura europea e mediterranea attraverso il dialogo interculturale e la tutela dei diritti umani.
Il Festival Giornalisti del Mediterraneo e la città di Otranto consolidano così il profilo di crocevia, per vocazione storica e posizione geografica, utile a promuovere la conoscenza tra i popoli, proiettando la Puglia in una dimensione sempre più internazionale e valorizzando nel contempo i talenti del Mediterraneo. Il MedFilm è il primo festival internazionale in Italia dedicato al cinema mediterraneo, che opera dal 1995 per la conoscenza e la diffusione delle culture presenti nell’area euro-mediterranea e per la cooperazione, promuovendo la diversità come valore e la cultura come volano dell'economia. 
“Sono felice di questa collaborazione poiché è funzionale al comune obiettivo, del MedFilm Festival e del Festival Giornalisti del Mediterraneo, di comunicare le molteplici e ricche culture di quest’area straordinaria. Un film, un cortometraggio, un documentario che proviene da questi paesi ne è sempre la voce vera, non mediata dalla nostra interpretazione, dalla nostra visione personale e culturale, è cronaca, è giornalismo puro”, dichiara Ginella Vocca, presidente del MedFilm Festival.
“Siamo fieri di questa nuova partnership così prestigiosa, occasione non solo per avere nuovi spunti di riflessione ma anche per far conoscere sempre più la manifestazione che ormai da tanti anni ospitiamo con grande piacere nel nostro territorio. Il cinema è da sempre veicolo di conoscenza e il MedFilm Festival è uno spazio di experience cinematografica che unisce i paesi dell'area Euro-Mediterranea, creando una connessione tra l'Italia e il meglio della produzione cinematografica internazionale, attraverso il dialogo e la condivisione", aggiunge il sindaco di OtrantoPierpaolo Cariddi.
“La partnership con il MedFilm fa compiere al nostro Festival un ulteriore step di crescita. Arricchire il nostro “contenitore” di ulteriori e preziose voci che provengono dal Mediterraneo è occasione stessa di arricchimento reciproco. L'arte, in questo caso quella cinematografica, è un veicolo potente di scambio culturale, di idee, di visioni, di esperienze e diviene nell'incontro con il festival occasione di conoscenza di quelle realtà. Un progetto ambizioso per valorizzare i nuovi talenti ma anche la Puglia in un ambito internazionale”, conclude Tommaso Forte, event manager del Festival Giornalisti del Mediterraneo.
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Mesagne. Deve espiare la pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione, arrestato. I Carabinieri della Stazione di Mesagne hanno dato esecuzione all’ordinanza di carcerazione emessa dalla Tribunale di Lecce – Ufficio Esecuzioni Penali - nei confronti di Gravina Antonello Raffaele, 52enne del luogo,  dovendo espiare la pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione, per il reato di furto pluriaggravato commesso in Mesagne nell’anno 2015. L’arrestato, concluse formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.  Da oggi illuminate di arancione le caserme che ospitano “Una stanza tutte per sé”. Progetto Arma dei Carabinieri-Soroptimist che hanno aderito

alla campagna “Orange The World”. In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, da oggi saranno illuminate di arancione le caserme dell’Arma dei Carabinieri che ospitano le 150 stanze del progetto “Una stanza tutte per sé”, nato per assistere la donna nel delicato momento della denuncia delle violenze subite, grazie a una collaborazione istituzionale tra l’Arma e il Soroptimist International d’Italia, l’associazione di donne impegnate nel sostegno all’avanzamento della condizione femminile nella società.

“Una stanza tutta per sé” è un ambiente allestito in modo che la donna possa sentirsi a proprio agio nel raccontare di volta in volta le emozioni negative vissute, accolta in un luogo dedicato da personale specializzato.

Per questo, il 25 novembre del 2019, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gen. Giovanni Nistri e la Presidente del Soroptimist Mariolina Coppola hanno sottoscritto un formale protocollo finalizzato a disciplinare l’attività di collaborazione nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé”, contenente le linee guida per l’arredamento delle stanze che deve tener conto della psicologia dei colori e delle immagini. Ogni stanza, inoltre, è dotata di un sistema audio-video per la verbalizzazione computerizzata che evita alla vittima più momenti di testimonianza e che può servire per la fase processuale successiva.

In ogni caserma, dove lo spazio lo ha consentito, è stato previsto un angolo per l’accoglienza o lo svago dei bambini che accompagnano la mamma, che potrebbero essere stati oggetto di violenza diretta o assistita.

L’invito a una maggiore sensibilizzazione verso la violenza di genere e l’attività dei club locali del Soroptimist hanno consentito al progetto di estendersi in poco tempo in moltissime caserme italiane, oggi illuminate simbolicamente di arancione secondo quanto previsto dalla campagna internazionale “Orange the World”, a cui anche Arma dei Carabinieri e Soroptimist hanno aderito.

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L’emergenza sanitaria negli ultimi mesi ha monopolizzato l’attenzione dei media e della cittadinanza sulle questioni attinenti alla diffusione del virus.

L’agenda di lavoro dell’Amministrazione comunale di Francavilla Fontana, tuttavia, non è stata messa in quarantena. Infatti, nonostante le difficoltà e gli stringenti protocolli di sicurezza, continuano a concretizzarsi gli interventi pianificati nelle scorse settimane.

Sul fronte ambiente e decoro urbano è in corso la pulizia straordinaria di contrada Guardiola. Si tratta di un intervento molto atteso dai residenti, costretti a convivere da anni con i comportamenti criminali di chi abbandona in quell’area rifiuti di varia tipologia. Preliminarmente all’avvio dei lavori di bonifica, sono state posizionate delle telecamere che hanno documentato lo scempio che quotidianamente viene portato da cittadini anche accompagnati dai propri figli.

“L’intervento in contrada Guardiola è costato alle casse pubbliche circa 20 mila euro – spiega l’Assessore all’Ambiente Antonio Martina – si tratta di fondi che avremmo potuto utilizzare per migliorare la Città e non per riparare al comportamento criminale di cittadini incapaci di amare il proprio territorio. Sorprende e addolora la varietà dei rifiuti depositati, domestici e non, che fa comprendere come per molti fosse un atteggiamento normale buttare lì i propri scarti. Questo tipo di comportamenti è inammissibile.”

Proseguono, inoltre, i lavori di manutenzione ordinaria del verde. In settimana sono in programma interventi lungo via San Francesco, via Pisacane, via Capitano di Castri e via Aldo Moro.

“Il lavoro di manutenzione del verde pubblico prosegue costantemente – ribadisce l’Assessore Martina – nonostante i nostri sforzi economici siamo invasi dalle segnalazioni. Vorrei rassicurare tutti sul fatto che non ci saranno quartieri lasciati indietro. Interverremo anche in quelle aree non completate dai precedenti lavori.”

Intanto, sempre sul fronte della manutenzione del verde, sono in fase di definizione le risorse umane aggiuntive provenienti tra i beneficiari del Reddito di Cittadinanza. In questi mesi, nonostante le difficoltà dettate dalla pandemia, l’Ambito Territoriale ha continuato a svolgere i colloqui attitudinali. L’adozione degli stringenti protocolli di sicurezza ha causato un prolungamento dei tempi per lo svolgimento della procedura che ora si avvia alla fase conclusiva.

“A breve il contingente delle risorse umane impiegato per il verde pubblico sarà incrementato con alcuni beneficiari del Reddito di Cittadinanza – conclude l’Assessore Martina – ringrazio l’Ambito Territoriale che negli ultimi mesi ha svolto i colloqui attitudinali per individuare le professionalità da inserire anche in questo settore. L’incremento del personale impiegato ci aiuterà ad intervenire con maggiore celerità.”

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Il teatro, quello con un palcoscenico, un sipario, una storia da ascoltare, aspetta la fine dello smarrimento, quello passato per le scene chissà quante volte. E mentre si consuma l’attesa, che fa il giro del suo primo Natale, Luigi D’Elia affida cinque storie a un cd, che per titolo fa “Cinque racconti di fine estate” (edito “INTI - La terra delle storie in viaggio”, prezzo 12 euro, disponibile in cofanetto cd audio a domicilio e in tutta Italia - ordini e spedizioni WA +39 349 258 1270 - www.luigidelia.it), germogli usciti dalla terra vera, quella che vive d’attesa e di ricordi, di un tempo fatto di uomini dediti, donne sincere e bambini aggrappati a infanzie indimenticabili. Cinque racconti, con la stessa voce narrante, Luigi D’Elia, attore, autore, educatore ambientale, per la regia di Simonetta Dellomonaco che firma le parole del prologo, e le musiche dell’anima dei Bevano Est (Stefano Delvecchio - fisarmonica bitonica, Davide Castiglia - violino, Giampiero Cignani - clarinetto), registrati lo scorso giugno a casa di Ciuma, in Romagna, da Lars Von Sbrokken. Un progetto prezioso, curato nelle immagini e nella fotografia da Michela Cerini, che racconta la vita come una necessità sussurrata, quella di paesaggi lontani dalle frenesie vacillanti attorno a un virus urbano, tempi rurali che sanno di vero, di focolari soffusi, tremolanti come la brace sotto enormi pignatte, e di patti familiari incrollabili come i muretti a secco che lambiscono la ferrovia di Serranova. Corre il treno e fischia consegnando nei poderi dei trebbiatori la nuova macchina per la mietitura del grano. Cinque fili intrecciati tra Serranova, Torre Guaceto, San Vito dei Normanni e Ostuni, ricomposti sull’ascolto di contadini, carcarùli, musicisti terapeuti, ricercatori, poeti e amici. Un lavoro promesso al teatro e trattenuto dentro un disco d’attesa, l’attesa estatica di scene rinviate che si nutrono di storie della terra, di amori a festa, di parole cesellate dalla fatica e dalla meraviglia, di suoni di voci rassicuranti. Come lontananze di Domenico Modugno che arrivano fin sulle stelle del cielo lustro d’agosto. E ora che il sipario è fermo, questi cinque racconti attraversano l’attesa che il teatro, così generoso, compie prima di riprendersi il suo spazio. I cinque racconti affondano nella verità specchiata del Novecento, storie contadine in bilico tra autenticità e nostalgia, sono le nostre radici, quelle digradate nell’esodo verso le città che hanno lasciato la campagna vuota di relazioni e piena di voglia di ricreare. “Cinque racconti di fine estate” è il regalo perfetto, il regalo dell’anima che rimette la memoria sopra le brezze di primavera che pettinano le spighe di grano. Sono storie bianche come la luce aperta che cade sulle battige di Torre Guaceto, come il bagliore della calce appena spenta o come le nuvole che strisciano il cielo, verdi come la tarantola acquarola, dorate come la stoppia lasciata al sole, rosse come la terra battuta sotto gli ulivi o come i capolini dei papaveri su distese rigate di giallo. L’essenza dei colori, in punta di memoria, filtrata dalle parole che appartengono al passato, le stesse che abbiamo bisogno di inventare un’altra volta. Oggi più di sempre. Luigi D’Elia torna al suo teatro, quello scritto sopra le righe dei filari tra Serranova e il mare, sui solchi profondi e friabili di Baccatàni. La musica e le parole della terra, quelle che oggi suonano come panacea di un tempo compresso e calante. In cinque tracce c’è il nostro passato, c’è la controra del Sud, c’è la voglia di aggrapparsi alla memoria senza più staccarsene, come una cura, c’è la voglia di tornare in quelle case coloniche disfatte che restano in piedi come monumenti di comunità. Ascoltandone le voci antiche.

«Il primo viaggio dopo il lockdown - ha detto Luigi D’Elia - è stato per raggiungere i Bevano Est in Romagna, la casa di Ciuma, Cinzia, Adele, Dario, le loro capre, le rane e registrare questi racconti. Ricordo che era con me la convinzione che la voce fosse intimidita dopo essere stata ritirata tanto tempo dall’energia tutta fuori del palco, dei teatri. C’era un pudore. È la mia prima produzione artistica alternativa allo spettacolo dal vivo che mi lascia in pace. E per me, per il mio raccontare, per la materia delle storie, per quello che porta dietro, è un atto d’amore. È come uno spettacolo per uno spettatore solo o pochi per volta. O per un campo di grano. In cuffia o come credete. È come una stagione».

Cinque racconti di fine estate” è questo, è uno spettacolo dal vivo a distanza, un viaggio del tempo che saggia approdi più sicuri, di evasione dai giorni condominiali, e corre verso gli spazi smisurati della terra. Dove la natura rallenta al muoversi delle stagioni con le loro diverse tonalità, e poi subito accelera al ritmo di una pizzica in la minore. «La raccolta - è il pensiero di Simonetta Dellomonaco che ha curato la regia del disco - è un affresco neorealista di un mondo che permane nel dna ancora ribelle di un’Italia che si è globalizzata, che è diventata moderna, si è a volte rinnegata. Ha venduto la sua anima rurale e magica degli spazi liberi e delle notti sotto le stelle, per vivere negli appartamenti di due camere cucina e bagno. Qui il narratore, scopre insieme al pubblico dei mondi fatti di facce, di mani, di sudore, di corpi, di melancolie, di mancanze incolmabili, di attitudini più che di personaggi, che pure sembrano essere realmente vissuti e spesso lo sono».

CINQUE RACCONTI DI FINE ESTATE
Prologo Il ragazzo radice / Artemio Bubba / ’Ngiulina / L’estate della balena / Non c’era da vinì

Luigi D’Elia e Bevano Est
con un racconto di Simonetta Dellomonaco

Luigi D’Elia
voce narrante

Stefano Delvecchio
fisarmonica bitonica

Davide Castiglia
violino

Giampiero Cignani
clarinetto

Simonetta Dellomonaco
regia

www.luigidelia.it
www.bevanoest.com
www.inti-tales.com

Registrato nel giugno 2020 a casa di Ciuma, da Larsen Von Sbrokken.
Foto e progetto visivo Michela Cerini.

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GIORNATA CONTRO VIOLENZA SU DONNE: COLDIRETTI PUGLIA, NEI CAMPI 24MILA AZIENDE ROSA SI ALLEANO CONTRO OGNI FORMA DI ABUSO. Infaticabili, resilienti e tenaci sono le donne in agricoltura che in Puglia stanno affrontando con energia e caparbietà la crisi causata dal Covid, una schiera di quasi 24mila aziende rosa che stanno guidando la risalita, alleandosi tra loro e con i colleghi uomini nei campi per combattere ogni tipo di oppressione e prevaricazione ai danni delle donne. E’ quanto afferma Coldiretti Donne Impresa Puglia, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

“La violenza, gli abusi e la mancanza di rispetto verso le donne si sconfiggono cambiando la mentalità discriminatoria anche in ambiente di lavoro e nei differenti settori economici, dove le donne sono costrette ad inaccettabili momenti di disparità e di dipendenza psicologica e materiale. Anche in campagna le donne vanno sostenute per dare forza e vigore ad un ruolo che è divenuto centrale e attivando ogni possibile misura incentivante la conciliazione vita – lavoro”, dice la pugliese Floriana Fanizza, leader nazionale e regionale di Coldiretti Donne Impresa.

Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una data scelta non a caso. In questo stesso giorno nel 1960 furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana.

“In Puglia sono 23.800 le aziende agricole condotte da donne, una scelta professionale portata avanti per reale passione, ma anche per spirito imprenditoriale, come testimoniato sovente da strutturazioni aziendali complesse e fatturati importanti che va incentivata e sostenuta per non svilire e disperdere questo enorme patrimonio di menti e passioni femminili”, conclude la responsabile Fanizza.

Sono quasi 24mila le aziende agricole ‘rosa’ che stanno dando un volto multifunzionale e innovativo con professioni antiche riviste in chiave moderna, in agricoltura, silvicoltura e pesca in Puglia, dove quasi una azienda agricola su 3 è guidata da donne e cresce anche il numero di agriturismi in rosa (+ 3,7%), passati da 286 a 305 in Puglia, a dimostrazione di quanto le imprenditrici siano riuscite, aggiunge Coldiretti Puglia, a cogliere al massimo le opportunità offerte dalla multifunzionalità in agricoltura.

Nell’attività imprenditoriale le donne dimostrano capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente e la tutela della qualità della vita - aggiunge Coldiretti Puglia – con una grande attenzione al sociale, assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi, dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino agli orti didattici all’agricoltura sociale, mercati di Campagna Amica e l’agriturismo.

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Fasano. Scuolabus per il “tempo pieno” a Pozzo Faceto e Speziale. L’Amministrazione comunale, nella persona dell’assessore alla Pubblica Istruzione Cinzia Caroli e della consigliera comunale Mariateresa Bagordo informano quanto segue: Da oggi, martedì 24 novembre, è attivo il servizio di scuolabus pubblico per collegare le frazioni di Pozzo Faceto e Speziale con Fasano, in relazione all’orario “tempo pieno” delle scuole. Questo servizio garantisce un’assistenza concreta ai tanti nuclei familiari che hanno entrambi i genitori lavoratori. «Ho ricevuto la richiesta di alcuni genitori delle frazioni di Pozzo Faceto e Speziale – ha spiegato il consigliere­­­ comunale Mariateresa Bagordo -, che mi chiedevano della possibilità di istituire un servizio scuolabus per collegare le due frazioni a Fasano e garantire così anche per chi effettuava il tempo pieno di raggiungere la scuola dalle proprie abitazioni e viceversa. Mi sono adoperata insieme all'amministrazione per rispondere prontamente alle richieste dei nostri cittadini e offrire loro un nuovo servizio di scuolabus che soddisfa appieno le loro richieste. Ringrazio il sindaco Zaccaria e l’assessore Caroli per l’impegno e il rapido intervento che ha permesso la veloce attivazione di questo servizio, che per la prima volta è offerto alla cittadinanza delle due frazioni».

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La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. E’ una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia”. Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.

L’obiettivo è quella di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione centrale della polizia criminale che ha preparato la pubblicazione.

I dati sono anzitutto quelli relativi ad un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis cpp) o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (282-ter cpp) o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (ar. 384-bis cpp). Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte.

11 reati in un anno relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis cp), altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne.

Il reato di deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di nuova introduzione (art. 583-quinquies cp) prevede l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dei 56 casi denunciati, il 76% hanno riguardato vittime di sesso maschile e gli autori sono al 92% uomini: segno che tali fattispecie si riferiscono ad ipotesi di reato prima inquadrate nel delitto di lesioni personali gravissime di cui all’art. 583, comma 2, n.4 (abrogato dalla l. 69/2019) e non riconducibili alle dinamiche uomo/donna.

Ultimo reato introdotto dalla l. 69/2019 è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn (art. 612-ter cp). Dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania. 

La pubblicazione prosegue con un’analisi dei cosiddetti reati spia, vale a dire di tutti quei delitti che sono indicatori di violenza di genere (come lo stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali).

Nel periodo gennaio-settembre di quest’anno, confrontato con lo stesso periodo del 2019, si registrano numeri inferiori rispetto a quelli dello scorso anno, che risentono evidentemente anche della difficoltà di denunciare del periodo del lockdown, dove tutte e tre le fattispecie fanno registrare un calo. La fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi (81% nel 2019), mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena, anche in relazione alla maggior presenza sul territorio nazionale. Anche gli autori di tali reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).

Quanto ai provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1° gennaio-19 novembre 2020, i Questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

Se il trend è in diminuzione per gli omicidi di donne nel 2019 (111) rispetto al 2018 (141), in linea con la diminuzione generale degli omicidi, una controtendenza si registra nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un aumento del 7, 3% (88 donne uccise nel 2020 a fronte di 82 del 2019). Stesso trend in aumento se analizziamo le vittime in ambito familiare/affettivo che passano dal 68 a 77 (con un aumento del 13,2%), uccise in prevalenza da partner o ex partner (e solo per il 28% nel 2020 per mano di genitori o figli).

I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l’omicida ha fatto in prevalenza uso di un’arma impropria, come un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc.), seguono l’uso di un’arma da fuoco, l’asfissia/soffocamento/strangolamento, le percosse e l’avvelenamento.

Come per i reati spia, anche per gli omicidi volontari di donne, la fascia di età più colpita nei primi 9 mesi del 2019 è quella tra i 31 e 44 anni, che è la stessa più frequente anche per gli autori. Mentre nei primi nove mesi del 2020 la fascia più colpita è quella delle donne over 65 che rappresentano il 30% del totale delle vittime.

La parte dedicata ai femminicidi si conclude con un breve racconto delle storie riportate dalla cronaca nera di quest’anno, perché venga conservata memoria del dolore che le morti di queste donne (e spesso dei loro figli) provocano in tutta la comunità, oltre che all’interno delle famiglie.

Considerato che la Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, rappresenta il polo operativo per la cooperazione internazionale di polizia, il report offre anche uno spaccato sulla violenza di genere nell’anno del lockdown, con tendenze registrate in vari Paesi europei ed extraeuropei.

La raccolta e il monitoraggio dei dati, indispensabili per tracciare le strategie di prevenzione e contrasto, richiede evidentemente un ampio ricorso alla tecnologia e la pubblicazione si chiude con l’anticipazione di un app, chiamata Scudo, in fase di ultima sperimentazione, di cui saranno dotate tutte le forze di polizia e che consentirà di possedere tutte le informazioni utili sui precedenti interventi  effettuati presso il medesimo indirizzo (presenza di minori o di soggetti  con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol, disponibilità di armi, lesioni personali subite in passato dalla vittima) e di calibrare così nel modo migliore l’operatività. 

La campagna permanente di prevenzione “Questo non è amore” e finalizzata a fornire informazioni alle donne in situazione di rischio, è giunta alla quarta edizione.

Con il coordinamento nazionale della Direzione Centrale Anticrimine diretta dal Prefetto Francesco Messina, il personale della Polizia di Stato a bordo dei camper dedicati al progetto, ha incontrato negli anni migliaia di persone nelle piazze di italiane fornendo informazioni, aiuto, supporto operativo.

Quest’anno le restrizioni Covid non consentono la stessa diffusione capillare sul territorio, ma è stata ugualmente preparata la brochure del progetto e, per facilitare la diffusione in rete degli stessi messaggi di vicinanza della Polizia di Stato, è stato realizzato un video messaggio al quale ha preso parte anche il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Franco Gabrielli.

Come si ricorderà, infine, dallo scorso lockdown la app YouPol, scaricata negli anni da tantissimi cittadini sui propri smartphone, è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato.

Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. E’ inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il 113. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Sala Operativa della Questura competente per territorio.

Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.

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