Redazione

Si scrive Words, si legge cultura delle parole, tutte quelle che si rendeono necessarie per raccontare le persone che si ‘nascondono’ dietro i personaggi del mondo dello spettacolo ospiti della città di Mesagne: quattro appuntamenti, quattro nomi sinonimi di musica, letteratura, teatro e cinema, cabaret. “L’estate mesagnese offre la certezza di assistere ogni sera a un’esperienza nuova, dalla quale si ha la possibilità di uscire arricchiti di prospettive e sensibilità diverse”, ha dichiarato il sindaco Antonio Matarrelli annunciando gli appuntamenti in programma.

La prima ‘chiacchierata’ sarà con Dario Vergassola, attore, autore, cantautore con la passione ricambiata per la televisione, la radio, il teatro e l’editoria: l’artista domani, venerdì 29 luglio, risponderà alle domande che gli rivolgeranno Cosimo Saracino e Carmelo Grassi.  Comico e paroliere che della verve miscelata all’ironia sottile ha fatto il suo segno distintivo, Vergassola sarà a Mesagne in Piazza Commestibili alle ore 19. A seguire, giovedì 4 agosto, Piazza Orsini del Balzo alle ore 20.30 ospiterà l’intervista a Franco Fasano: il cantante presenterà il libro ‘Io amo’ - D’Idee edizioni, in cui il raffinato autore,  interprete di brani indimenticabili come “E quel giorno non mi perderai più” e “Vieni a stare qui” , racconta la sua storia in musica, tra retroscena inediti e incontri con gli interpreti delle sue canzoni. A moderare l’incontro, ci sarà Carmen Novaldi. E veniamo alla data successiva: mercoledì 17 agosto, l’attrice pugliese Vanessa Scalera dialogherà con Maria De Guido. L’artista pugliese, che nel 2015 è entrata nel cuore del grande pubblico per l’interpretazione di “Lea”, il film per la televisione diretto da Marco Tullio Giordana dedicato  alla storia della testimone di giustizia Lea Garofalo, sarà nell’Atrio del Castello a partire dalle ore 20. Lunedì 12 settembre la rassegna ‘Words’ si chiude con i Boomdabash: sarà Marcello Biscosi  a presentare il libro che i quattro musicisti hanno pubblicato nel 2021,  dal titolo “Salentu D’Amare” - De Agostini editore, una guida alla scoperta del Salento, tra spiagge, cibo e il vocabolario del perfetto salentino. La band, che in queste settimane sta vivendo un travolgente successo per il singolo “Tropicana”, disco d’oro a poche settimane dalla pubblicazione, si presenterà al completo nell’Atrio del Castello alle ore 20. 

Soddisfatto il consulente comunale alle Politiche Scolastiche e Culturali Marco Calò: “Le parole che gli ospiti sceglieranno per raccontarsi riveleranno una dimensione umana del loro successo e di tutto ciò che non sempre emerge appieno del loro mondo: incontri, passione per il proprio lavoro, soddisfazioni, ma anche sacrificio e necessaria dedizione”, ha commentato. Ingresso gratuito per tutti gli appuntamenti.

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La campagna elettorale non fermi gli interventi necessari per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole, gli investimenti per ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo. E l’appello lanciato dal presidente della Coldiretti all’Assemblea Nazionale della Coldiretti nel denunciare il rischio di perdere 35 miliardi di fondi europei per l'agricoltura italiana nei prossimi cinque anni ma anche la necessità di attuare al più presto le misure previste dal Pnrr.

Sulla Politica agricola comune occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale – spiega Prandini - senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Stiamo parlando di una dotazione finanziaria di 35 miliardi per sostenere l’impegno degli agricoltori italiani verso l’innovazione, la sostenibilità e il miglioramento delle rese produttive, tanto più vitali in un momento dove la guerra in Ucraina ha mostrato tutta la strategicità del cibo e la necessità per il Paese di assicurarsi la sovranità alimentare.

Lo sforzo di modernizzazione e la digitalizzazione dell’agricoltura italiana e dell’intero Paese – continua Prandini - non può fare a meno del Pnrr, dove serve il massimo impegno di tutti per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile. Dopo la pubblicazione del bando filiere serve accelerare anche su quello del fotovoltaico, che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, contribuendo alla transizione green e riducendo la dipendenza energetica del Paese. Allo stesso modo, il bando sulla logistica è fondamentale per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo, superando il gap che ci separa dagli altri Paesi.

In coerenza con gli impegni del Pnrr, la prossima legge di bilancio dovrà sostenere il ruolo dell’agroalimentare nazionale, che oggi rappresenta il 25% del Pil ed è diventata la prima ricchezza del Paese, con misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione.  Misure indispensabili anche per fronteggiare il drammatico aumento dei costi, con punte del +250%. Uno tsunami che si è abbattuto sulle aziende agricole con aumenti dei costi che vanno dal +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +250% dei concimi dove per sfuggire al ricatto della Russia che è un grande produttore occorre cogliere l’opportunità del digestato Made in Italy che consentirebbe agli agricoltori italiani di poter disporre di una sostanza fertilizzante 100% naturale e che deriva dalla lavorazione dei reflui, in un’ottica di economia circolare.

Ma in questo momento storico particolare è necessario sostenere le famiglie e i consumi interni – afferma Prandini – e in tale ottica risulta fondamentale la riduzione del costo del lavoro in agricoltura con il taglio del cuneo fiscale girando la cifra direttamente in busta paga ai dipendenti garantendo loro una maggiore capacità di spesa. Sul fronte del lavoro e dell’occupazione è strategico superare al più presto i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali per salvare i raccolti sopravvissuti alla siccità dalla frutta alla verdura, dalle olive alla vendemmia. Non è possibile che per colpa della burocrazia – precisa Prandini – le imprese perdano il lavoro di una intera annata agraria. Si tratta di assicurare i nulla osta soprattutto – continua Prandini – di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero, ma occorre anche introdurre un contratto di lavoro occasionale per consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi - afferma Prandini – per questo sono importanti sia un piano per la formazione professionale che misure per ridurre la burocrazia.

Ma al prossimo Governo – sottolinea Prandini – chiederemo anche un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992, ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. E’ paradossale esser qui a rinnovare una richiesta che avrebbe dovuto essere oggetto di un decreto promesso qualche mese fa e rimasto lettera morta, ma siamo davvero fuori tempo massimo per dare risposte alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo e che rappresentano un pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini.

Un flagello per i campi e per le tavole con la siccità che – sostiene Coldiretti – ha ulteriormente ad aggravato il deficit alimentare dell’Italia che produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento. Una situazione determinata soprattutto dai bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati.

In Europa occorre anche portare avanti la battaglia contro il Nutriscore, i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo che alcuni Paesi stanno applicando su diversi alimenti sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Ma una minaccia letale per l’agricoltura italiana e la salute dei consumatori viene anche dal cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche. Un attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo che – ricorda Prandini -, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi. Non possiamo accettarlo.

Così come va sempre ribadito il principio di reciprocità negli accordi commerciali e non si può accettare il trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee. Coldiretti – conclude Prandini -, chiede all’Europa coraggio per la transizione ecologica, con il via libera alla ricerca in campo delle new breeding techniques, da distinguere dagli Ogm transgenici e alle politiche di sostenibilità per rendere l’agroalimentare sempre più competitivo.  

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Un incidente si è verificato questa mattina davanti al cimitero dove un automobilista, per cause ancora in fase di accertamento, ha perso il controllo del mezzo ed è andato a sbattere contro una colonnina di energia elettrica posta all'inizio del viale del camposanto. L'uomo è stato rianimato da un infermiere professionista in pensione che si trovava casualmente sul posto. Solo che il ferito è andato in escandescenza. Sul posto sono intervenute le ambulanze del 118, la polizia e i vigili urbani. Gli accertamenti sono a carico della polizia locale.

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In un anno e mezzo Draghi è riuscito a polverizzare un parlamento già in stato confusionale. Con la sua leadership monocratica e professorale lo ha più volte irriso ed irritato. Lo ha fatto quando si è autocandidato alla Presidenza della Repubblica, lo ha fatto presentando le dimissioni senza essere sfiduciato, lo ha detto nel suo sprezzante discorso di commiato quando ha affermato che “ il Parlamento deve accompagnare convintamente l’azione di governo” mentre la Costituzione sancisce l’esatto contrario. Lo ha fatto quando ha deciso che il tempo era scaduto e che la riottosità pre-elettorale dei partiti  avrebbe nuociuto all’azione di governo e al suo prestigio internazionale. Ha atteso solo il momento buono. Così quando Conte ha inalberato il forcone per infilzare il Drago questi sdegnosamente si è girato, lo ha sbeffeggiato con un colpo di coda e se ne è andato. E ora? Ora davanti a noi si para il deserto dei Tartari e l’inquietudine di un futuro di  sfraceli..

E’ durato quanto un soffio di vento il miraggio del cosi detto “campo largo”. Dopo lo sgambetto dei 5-stelle il PD ha sbuffato: mai più con i  con quella pattuglia di sprovveduti irresponsabili che rischiano di consegnare il governo e il PNRR alla destra più retriva d’Europa.  In un attimo l’orizzonte  faticosamente costruito nel corso della legislatura è andato in frantumi: i progressisti, o quel che e resta, si sono dissolti  mentre sono ricomparsi, come beduini in una tempesta di sabbia, le sagome ammucchiate dei  neo-centristi. Come sempre, nelle condizioni di crisi, il nostro paese torna ad affidarsi ai Democristiani e alla costellazione delle forze neo-liberali e repubblicane che vi ruotano attorno. 
Eccoli li gli oracoli del pragmatismo iper-liberista che sventolano l’agenda di Draghi come fosse  il libro rosso di Mao. Si chiamano Calenda, Renzi, DiMaio, Bonino e intorno ad essi si  addossano frettolosamente gli ex forzisti  Brunetta, Gelmini, Garfagna mentre altri ancora affollano l’astanteria della santa alleanza. Fra questi ultimi si distinguono per attivismo Sala e la sua corte di sindaci illuminati, alcuni governatori forzuti di destra e di sinistra come Toti ed Emiliano e altri singoli parlamentari in cerca di collegi buoni. Il PD, che ha preso in mano il testimone di Draghi, ora guida la costruzione del nuovo campo-santo col suo drappello di fidatissimi democristiani come Letta, Franceschini e Gentiloni. Se dovessero vincere questi saremmo alla riedizione di un pentapartito spurio e la storia si avviterebbe in un triplo salto mortale indietro.
E il campo progressista ? Va fuori in gioco. Non se ne deve neanche parlare. Deve essere  bandito anche il lessico che rimanda all’idea decadente della sinistra. Che vuoi che gliene freghi ad un lavoratore precario  che prende 800 euro al mese degli ideali di  libertà,  di democrazia se non riesce a pagare le bollette, il mutuo, se non può avvicinarsi ad una pompa di benzina, se non riesce a far studiare i propri figli?. Che vuoi che gliene freghi  ad un imprenditore della Costituzione repubblicana, della legge elettorale, degli equilibri istituzionali, se ogni giorno deve combattere contro  l’aumento dei costi dell’energia, contro i balzelli di una burocrazia infernale,  contro il magna magna dello Stato e la morsa del crimine organizzato? Che vuoi che gliene freghi dei valori della resistenza, dello “ius- scolae”, del “fine vita” ai borgatari delle nostre periferie urbane ormai in mano alle baby gang, agli spacciatori, agli immigrati clandestini giacchè le vele di Scampia e l’ombra di Gomorra sono ormai ovunque anche sotto la galleria Vittorio Emanuele II o sotto la mole Antenelliana.
 Ecco! bisogna parlare di queste cose, bisogna dare risposte a questi problemi ed espellere dalla cultura popolare i concetti di libertà, democrazia, uguaglianza, giustizia sociale che tanto hanno nuociuto alla costruzione di un popolo vigoroso e sano. Questo si predica a destra e a manca. Si va così compiendo una strisciante ri-fascistizzazione della società italiana per mano della destra sovranista  e delle forze governiste che hanno sostenuto la salvezza nazionale. Ecco il capolavoro tutto italiano che si sta preparando. Nessuno spartiacque ideologico fra centro destra e centrosinistra ma un unico magma impolitico in cui tutti finiscono per somigliarsi e per dire le stesse banalità: che bisogna stare nel cerchio magico dell’atlantismo europeista, che bisogna armare l’Ucraina per ottenere la pace, che bisogna regolare l’immigrazione ed eliminare quella clandestina, che bisogna affermare un nuovo patriottismo, che bisogna sostenere a debito famiglie e imprese, che bisogna costruire lavoro non reddito a gratis e così via magari condendo tutto con un po’ di buonismo ecologista, di welfare e una spruzzata di digitale. 
La politica, destrutturata  e privata dei suoi contenuti ideali va così a morire lasciando il campo libero ai gruppi di potere che meglio riescono ad orientare l’opinione pubblica  che più e meglio riescono ad incidere la carne e le visceri del corpo sociale. Fine della storia. Con questi chiari di luna si va dritti a sbattere i partiti si sbraneranno sulle loro stesse spoglie e il popolo sovrano tornerà ad invocare un uomo forte al comando. 
E i cinque stelle? Finalmente il loro destino si compie e la storia li ricaccia nel girone dei dannati per eccesso di arroganza . Volevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno … sono diventati il tonno. Questo pensano gli uomini colti della sinistra radical chic. Eppure se qualcosa di sinistra in questi anni è stata fatta l’ha fatta proprio Conte che ha strappato il PNRR  alle cancellerie d’Europa, ha creato il vituperato Reddito di cittadinanza ed ha messo il rilancio del Mezzogiorno ai primi posti della sua agenda politica. Come si fa a non capire che  in un panorama di stagnazione morbosa  quel movimento aveva  pur sempre rappresentato una ventata di cambiamento. Come si fa a non cogliere che pur tra mille strafalcioni ed errori di grammatica politica ora pian piano stavano virando verso un deciso orizzonte progressista, pacifista ed ecologista. E noi che facciamo? Gli diamo un calcio in culo e li ributtiamo in mare aperto mentre noi andiamo a intrupparci  nella scialuppa dei peggiori?!!. 
Bersani dove sei ?perché ci hai abbandonato? 
Questo panorama, descritto con desolante pessimismo, noi lo registriamo da anni nella nostra Regione dove il potere monocratico del governatore Emiliano ha già scombinato il quadro politico, ha già mischiato le carte destre con le sinistre e ha pescato qua e la i  jolly che sorvegliano la sua potestà. Ora aspetta il terzo mandato o chissà cos’altro ma intanto ha fatto terra bruciata intorno. 
Nella nostra città sonnecchiante qualcuno ha pubblicato interventi sulla crisi di governo assai giudiziosi ed in controtendenza rispetto alla vulgata dominante, ma la gran parte dell’opinione pubblica, delle forze politiche e dei media ancora tacciono. Poi il boato, il colpo ad effetto del sindaco Matarrelli. “ Non mi candido alle elezioni politiche per assoluta dedizione al territorio che servo” e giù e migliaia e migliaia di  like, condivisioni e commenti  supinamente osannanti che lo vorrebbero  santo subito. Tutto si può dire del nostro sindaco tranne che sia stupido. Ha già calcolato che il potere esercitato da sindaco di Mesagne, Presidente della Provincia di Brindisi e Presidente dell’Autorità Idrica Pugliese (AIP) è incommensurabilmente superiore a quello che potrebbe esprimere come parlamentare semplice. Peraltro nella legislatura che lo ha visto in parlamento non ha lasciato una grande eredità di pensiero ne è riuscito a riconfermarsi per un secondo mandato. Oggi, che le sagrestie dei partiti sono sgarrupate  e tutti cercano voti “ a secca’d’acqua” , egli, secondo me, non avrebbe alcun problema trovare un collegio sicuro  ma, evidentemente, non gli conviene. Meglio restare nel suo territorio dov’è il suo è il suo nutrimento, il suo tutto politico. E’ il contatto diretto con la  gente, è il rapporto di reciproca mutualità che gli la  forza  del comando.  Più avanti si vedrà, quando salta un giro in genere al prossimo gli va meglio.
Questo è quanto. Per il resto non s’ode altro stormir di foglie.
 
Pompeo Molfetta

FASANO – C’è tempo fino al 31 luglio 2022 per presentare manifestazione di interesse a prendere parte al percorso di concertazione e progettazione partecipata per la stesura del nuovo Piano Sociale 2022-2024 di Zona del Ciisaf, il consorzio per l’integrazione e l’inclusione sociale dell’Ambito Sociale di Fasano (capofila), Cisternino e Ostuni.

I soggetti interessati potranno presentare la domanda di manifestazione di interesse online sul sito del Comune.

Il processo di partecipazione e di concertazione ha come obiettivo il consolidamento di un sistema di servizi sociali e sociosanitari proteso al miglioramento della qualità̀ della vita e delle condizioni di benessere, alla presa in carico delle persone con fragilità e all’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati, mediante il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, pubblici e privati, interessati alla pianificazione sociale, di cui agli artt. 1 e 3 della Legge n. 328/2000 e dell’art. 4 co.2 lett. c) della L.R. 19/2006 (cittadini singoli e associati, enti pubblici, associazioni familiari, organismi di tutela, organismi di rappresentanza del volontariato e della cooperazione sociale, ecc.).

La co-progettazione. Con deliberazione del CdA n. 25 del 13 luglio 2022 il Consorzio CIISAF ha dato avvio al percorso di concertazione e progettazione partecipata per la stesura del nuovo Piano di Zona. Tale percorso è finalizzato all’individuazione, da parte della pubblica amministrazione procedente, dei bisogni da soddisfare, degli interventi necessari e delle modalità di realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili.

Il percorso prevede tre tavoli divisi per aree tematiche e una sessione plenaria con illustrazione e condivisione dello schema del Piano Sociale di Zona 2022-2024 alla presenza di tutti gli attori sociali, pubblici e privati. I tavoli sono suddivisi per aree tematiche che avranno come focus le sette aree strategiche di attenzione e intervento del V Piano delle Politiche Sociali regionale 2022-2024, che è lo strumento a partire dal quale ogni Ambito territoriale pugliese costruisce il proprio Piano di Zona.

In particolare, il tavolo dell’area socio educativa si concentrerà sulle politiche familiari e la tutela dei minori; il tavolo dell’area assistenziale e welfare d’accesso verterà sul contrasto alla povertà con percorsi di inclusione attiva, la promozione della cultura dell’accoglienza e il potenziamento del welfare d’accesso, l’istituzione di un tavolo permanente per l’elaborazione di strategie di re-inclusione nel mondo del lavoro degli Over 40; il tavolo dell’area socio-sanitaria punterà su promuovere e assicurare la presa in carico integrata delle disabilità e non autosufficienze e istituire un tavolo permanente per l’analisi territoriale del fenomeno delle dipendenze patologiche.

Cos’è il Piano Sociale di Zona. È lo strumento di programmazione integrata delle politiche sociali territoriali. In particolare il Piano Sociale di Zona definisce: gli obiettivi strategici e le priorità d’intervento; gli interventi e i servizi sociali garantendo i livelli essenziali delle prestazioni e la loro localizzazione; le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie e professionali, i requisiti di qualità; le procedure e gli strumenti per la rendicontazione economica, per il monitoraggio e per la valutazione delle attività e dei risultati conseguiti; le modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni. Il piano è costruito attraverso un processo di progettazione partecipata, che coinvolge tutti gli operatori del settore: dai cittadini ai soggetti istituzionali, dagli operatori dei servizi sociali, sanitari ed educativi al mondo del volontariato, dalla cooperazione sociale al mondo imprenditoriale e della ricerca.

Il Piano regionale delle Politiche Sociali. È la base su cui ogni Ambito costruisce il proprio Piano di Zona. Le parole d’ordine del V piano regionale sono: ripartire, valorizzare, includere. Il piano regionale 2022-2024 individua sette aree strategiche, strutturate in 34 obiettivi che si attueranno in altrettanti interventi per obiettivo. Concertazione, integrazione, partenariato e condivisione delle responsabilità rappresentano le fondamenta su cui si poggia il nuovo Piano, con cui la Regione Puglia intende promuovere un Welfare delle Responsabilità costruito sul concetto della “responsabilità condivisa”, in base al quale tutti i livelli di governo, nell’ambito delle rispettive competenze, concorrono a formulare, realizzare, gestire e valutare le politiche sociali.

Che cos’è l’Ambito territoriale Sociale. Rappresenta la sede principale della programmazione locale, concertazione e coordinamento degli interventi dei servizi sociali e delle altre prestazioni integrate, attive a livello locale. L'Ambito è individuato dalle Regioni. Ad esse spetta la determinazione degli Ambiti Territoriali, delle modalità e degli strumenti per la gestione unitaria del sistema locale dei sevizi sociali a rete.

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Dati del giorno: 27 luglio 2022

4.454
Nuovi casi
20.694
Test giornalieri
16
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.353
Provincia di Bat: 305
Provincia di Brindisi: 423
Provincia di Foggia: 596
Provincia di Lecce: 902
Provincia di Taranto: 733
Residenti fuori regione: 114
Provincia in definizione: 28
67.586
Persone attualmente positive
497
Persone ricoverate in area non critica
18
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.383.443
Casi totali
12.047.143
Test eseguiti
1.307.059
Persone guarite
8.798
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 449.581
Provincia di Bat: 121.707
Provincia di Brindisi: 130.229
Provincia di Foggia: 197.648
Provincia di Lecce: 279.560
Provincia di Taranto: 187.201
Residenti fuori regione: 12.904
Provincia in definizione: 4.613

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Conti in ordine e nuovi investimenti in arrivo, è questo in sintesi il contenuto degli equilibri di bilancio, il provvedimento approvato dal Consiglio Comunale di Francavilla Fontana che certifica la sostenibilità delle spese effettuate dal Comune nell’ultimo anno.


Con questo atto, che deve essere adottato obbligatoriamente entro il mese di luglio, l’Amministrazione Comunale certifica il pareggio tra il totale delle entrate e delle uscite del bilancio di previsione.


“Gli equilibri di bilancio – spiega l’Assessora Antonella Iurlaro – chiudono il ciclo dei documenti economici relativi al 2021. Le previsioni di spesa che avevamo avanzato hanno trovato conferma nei fatti, per questo non dobbiamo adottare correttivi di alcun tipo. Ora possiamo predisporre nuovi investimenti utilizzando l’avanzo di amministrazione.”


L'obbligo del pareggio del bilancio di previsione garantisce alla cittadinanza che l’Amministrazione Comunale non spenda più di quanto a sua disposizione e aiuta alla definizione della capacità di spesa dell’Ente.

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IL CONSORZIO ECOLAMP

Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche giunte a fine vita (RAEE). Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico del mercato italiano, oggi riunisce oltre 350 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Dal 2015 Ecolamp è tra i soci fondatori di Eucolight, l’associazione europea nata per dare voce ai Sistemi Collettivi RAEE specializzati nei rifiuti di illuminazione. Ecolamp porta avanti con impegno numerose attività per sensibilizzare cittadini e operatori del settore, coinvolgendo l’unione pubblica sul tema del corretto riciclo dei RAEE. Oggi Ecolamp, in un’ottica di economia circolare, garantisce il recupero di oltre il 95% dei materiali di cui questi rifiuti sono composti e il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti, evitando che vengano disperse nell’ambiente.

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La Puglia torna sui radar del SuperEnalotto: nel concorso del 26 luglio, come riporta Agipronews, è stato centrato un “5” del valore di 57.937,33 euro. La giocata vincente è stata registrata nel caffè di via Maselli Campagna 13 ad Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari. Il Jackpot, intanto, continua a salire toccando quota 244,7 milioni di euro che saranno in palio nella prossima estrazione. L'ultima sestina vincente è arrivata il 22 maggio 2021, con i 156,2 milioni di euro finiti a Montappone (FM), mentre in Puglia l’ultimo "6" è quello da 26 milioni di euro realizzato a gennaio del 2014, a Bari.

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In un anno è andato perduto l’8,2% di terreno agricolo in Puglia, seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare in un momento difficile. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento al record degli ultimi dieci anni nel consumo di suolo fotografato dal Rapporto Snpa 2022 dell’Ispra.

Risultano ‘mangiati’ 158.695 ettari in Puglia, dove nel 2021 sono andati persi altri 500 ettari di campagne – sottolinea la Coldiretti Puglia - per colpa della cementificazione e dell’abbandono che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo, inoltre, si abbattono – aggiunge Coldiretti Puglia – i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire e al siccità che ogni anno aggrava il rischio desertificazione.

La tropicalizzazione del clima, con eventi estremi come nubifragi, grandinate e trombe d’aria che si alternano a lunghi periodi siccitosi – insiste Coldiretti Puglia – indeboliscono e impoveriscono un territorio già fragile.

Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67% – ricorda Coldiretti Puglia – perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi, a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate, per non parlare della criminalità sempre più dilagante. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.

La pandemia da Coronavirus e gli effetti della guerra in Ucraina hanno rivoluzionato le priorità dei mercati e dei consumatori – conclude Coldiretti Puglia - con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari nei diversi Paesi, diventate più preziose e richieste del petrolio che, al contrario, è crollato con il fermo delle attività industriali, con l’emergenza che ha ribaltato la geografia del valore della terra che è devenuta una ‘riserva naturale’ strategica da tutelare e proteggere.

Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare che crei le condizioni perché il Paese diventi autosufficiente nella produzione di cibo, conclude Coldiretti nel sottolineare che “occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio.

  

Provincia

Suolo consumato 2021 [%]

Suolo consumato 2021 [ettari]

Incremento 2020-2021 [consumo di suolo annuale netto in ettari]

Foggia

4,0

27659

96,3

Bari

9,7

37050

116,38

Taranto

9,7

23613

54,89

Brindisi

10,8

19858

40,97

Lecce

14,3

39521

136,75

Puglia

8,2

158695

498,6

 

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