Redazione

Piazza Vittorio Emanuele II, "spazio pedonale, con tanto verde, da vivere in ogni momento della giornata”. Presentati  i risultati del concorso di progettazione che porterà alla riqualificazione dell’area

E’ il momento di predisporre ogni condizione per candidare a possibili finanziamenti l’intervento di riqualificazione di Piazza Vittorio Emanuele II. Con questo spirito, nei giorni corsi, si è concluso il primo step di un percorso che ha come tassello finale una priorità ambiziosa quanto necessaria: la valorizzazione di uno dei luoghi aperti di maggiore importanza per la vita pubblica di Mesagne. E che da oltre un secolo rappresenta anche un aspetto mai risolto nel disegno dello spazio urbano cittadino. Il concorso di progettazione, indetto dall’Amministrazione comunale a febbraio, ha determinato l’individuazione -  da parte di una commissione tecnica - della proposta ritenuta maggiormente rispondente agli obiettivi indicati nel bando. All’incontro -  che si è svolto nel tardo pomeriggio di oggi in Piazza "Porta Grande", come i mesagnesi e i frequentatori chiamano lo spazio intitolato all’ultimo re di Sardegna che fu primo re d'Italia - sono intervenuti il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli; il vicesindaco con delega all’Urbanistica, Giuseppe Semeraro; i tecnici comunali, gli ingegneri Rosa Bianca Morleo e Claudio Perrucci.piazza_vittorio_emanule_presentazione_progetto_di_rigenerazione_22_agosto_2022_1.jpg

Il primo cittadino ha sottolineato l’elevato valore storico e simbolico della Piazza, un elemento che ha costituito anche il punto di partenza per la rigenerazione che si andrà a garantire attraverso il coinvolgimento degli attori sociali, economici e culturali della Città. “Piazza Porta Grande è nella percezione comune uno spazio che si lega al lavoro e all’incontro tra lavoratori, ma rappresenta anche un luogo di socialità in cui la funzione produttiva si associa con assoluta naturalezza al ritrovarsi”, ha spiegato il primo cittadino, richiamando l’immagine di un contesto che per decenni è stato anche icona di un’economia agricola fiorente. Due i simboli che reggono l’impianto ideale di riqualificazione dell’area: il lavoro e la legalità. Un’attenzione di prim’ordine è riservata al potenziamento del cosiddetto sistema di “mobilità dolce”, che si inserisce in una visione d’insieme che è espressione di uno spazio “permeabile” – per percezione e qualità dei materiali -, luminoso e rispettoso delle preesistenze storiche.piazza_vittorio_emanule_presentazione_progetto_di_rigenerazione_22_agosto_2022_2.jpg

“La ristrutturazione recepisce un modello di rigenerazione urbana che investirà l’intera città: la proposta di intervento tiene conto di un aspetto che è fondamentale, vale a dire il rapporto tra il centro storico, la monumentale porta d’ingresso e la Piazza stessa, prospettando un’equilibrata relazione funzionale tra porzioni urbane distinte ma comunicanti”, ha dichiarato il vicesindaco, Giuseppe Semeraro. “L’intervento integrato di riqualificazione seguirà semplici ma importanti principi, in grado di determinare un cambiamento rilevante, che porterà alla configurazione di due spazi complementari, il giardino e la piazza di ritrovo, collegati tra loro dalla continuità del suolo pubblico pedonale”, ha aggiunto l’assessore Roberto D’Ancona.“La novità della trasformazione che puntiamo a ottenere è nell’uso quotidiano, direi assiduo, al quale si intende destinare l’importante spazio pubblico, che sarà area verde in cui sostare, piazza in cui trascorrere del tempo a chiacchierare, leggere un giornale o bere qualcosa, in cui darsi appuntamento per un concerto o un evento serale”, ha concluso il sindaco Matarrelli.

Si procede spediti, l’occasione per finanziare l’idea di intervento potrebbe essere imminente. E non si può rischiare di perderla.

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Giovedì 25 agosto alle ore 21.00 parte con un grande live, con ingresso gratuito, la programmazione di Retroscena a Ceglie Messapica con il concerto di Orchestra Mancina. La band pugliese darà il via ad una serie di incontri di musica e spettacoli dal vivo che animeranno le serate dello spazio rigenerato dall’Associazione Casarmonica con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Ceglie Messapica. Retroscena è un luogo immaginato e realizzato da Casarmonica per la formazione e l’aggregazione giovanile attraverso il gioco, le arti e i mestieri dello spettacolo.

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Rigassificatori FRSU e depositi costieri GNL: la campagna elettorale delle idiozie tanto al chilo. 

 La campagna elettorale per le prossime elezioni politiche entra nel vivo, anche alle nostre latitudini, e c’è chi promette mari, monti e lune nel pozzo. 

Soprattutto quando uno dei temi caldi della campagna elettorale è la sicurezza energetica del nostro Paese. 

Molti partiti del panorama elettorale che si candidano a governare l’Italia, da destra a sinistra e passando per il centro, sostengono che per la sicurezza energetica nazionale e per smarcarsi dalle forniture di gas russo il nostro Paese ha bisogno di dotarsi di ulteriori infrastrutture di trasporto del gas e di una serie di rigassificatori che potrebbero essere funzionali all’approvvigionamento diversificato di gas da altri fornitori. 

Se non fosse che ne stiamo parlando ora, in questo momento storico preciso e particolare, l’idea di diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento poteva anche reggere ma bisognava parlarne almeno una trentina di anni fa quando tutto il contesto energetico era altro, anche a livello mondiale. 

Ma sia all’Italia che all’Europa e ovviamente al resto del mondo, in tutti questi ultimi anni da quando in tutto il pianeta si discute dei cambiamenti climatici le cui conclamate cause sono da addebitare alle azioni dell’uomo, è mancata la pianificazione che doveva vedere la progressiva riduzione delle fonti fossili per fare spazio alle nuove tecnologie applicate alle c.d. energie rinnovabili. 

Lo stesso organismo dell’ONU, l’IPCC, (organismo intergovernativo e interdisciplinare per la valutazione dei cambiamenti climatici composto da migliaia di scienziati e ricercatori di tutto il mondo) da qualche anno a questa parte sta ammonendo i governanti del pianeta per non aver attuato adeguate misure di contrasto ai cambiamenti climatici. 

Secondo le conclusioni dell’IPCC il principale responsabile degli elementi climalteranti è proprio il gas metano, non tanto quello combusto che comunque già ha un impatto significativo sul clima ma quanto il gas metano incombusto che finisce direttamente in atmosfera. 

Nel frattempo, la UE decide di impegnarsi a ridurre le emissioni climalteranti del 55% entro il 2030 per andare ad emissioni a zero entro il 2050 per cui ogni Stato membro dovrà adottare, in linea con i principi UE, una politica di abbandono progressivo delle fonti fossili per incentivare programmi di risparmio energetico e favorire la diffusione delle fonti rinnovabili. 

Con il conflitto tra Russia e Ucraina ha dilagato la paura di rimanere senza gas russo per effetto delle sanzioni alla stessa Russia per cui in Italia, già dipendente dal gas russo del 40%, è scattata la corsa a chi le sparava più grosse per trovare le soluzioni che potessero garantire la stessa quantità di gas da altri fornitori. 

Il nostro “democratico” parlamento non ha esitato un solo istante per dare il mandato al Governo di trovare altri fornitori, non importa se da altri dittatori sanguinari. 

Infatti, dove è andato il nostro Governo ad elemosinare il gas?  

Da altri dittatori ovviamente; l’esempio lampante è dell’Azerbaijan del Presidente Aliyev che in quanto a democrazia non brilla di luce propria essendo l’Azerbaijan ai primi posti della black list di Amnesty International per la violazione dei diritti umani. 

Dall'Azerbaijan arriva il gas di TAP, il famoso e tanto discusso gasdotto inutile e imposto che non è stato capace di sopperire al gas russo visto che chi lo ha fortemente caldeggiato lo ha propagandato come opera in chiave antirussa. 

Per cui il TAP era già inutile sul nascere e lo è ancor di più con il conflitto russo-ucraino col paradosso che, poco prima dello scoppio del conflitto, la Lukoil, la più grande compagnia petrolifera privata russa, ha aumentato le proprie quote delle azioni del Consorzio Socar che gestisce i giacimenti di Shah Deniz dai quali si estrae la miseria di gas che poi viene trasportato tramite il TAP in Italia per il quale il nostro Governo ha chiesto al Governo azero ulteriori “noccioline” perché, evidentemente, le noccioline che ci porta il TAP non bastano. 

E sempre nel frattempo la UE, valutando la situazione creatasi per via del conflitto, vorrebbe aumentare i margini di sicurezza di approvvigionamento ma verosimilmente, rendendosi conto che forse è meglio andare già da subito verso il programma di abbandono delle fonti fossili, di recente ha emanato un regolamento che chiede agli Stati membri di ridurre i consumi di gas del 15%. 

Dopo aver fatto questa premessa, con la speranza di essere stati sintetici per inquadrare il contesto e per capire la piega del dibattito che si sta sviluppando in queste settimane nella campagna elettorale, passiamo al punto. 

Infatti, per la presunta emergenza gas e per l’impegno da rispettare con la UE, il nostro Governo ha appena sottoscritto l’accordo con la UE per la riduzione dei consumi del gas del 7%.  

E guarda caso i 5 miliardi di mc annui di gas che dovrebbe portare in rete il rigassificatore FSRU che il Governo cocciutamente intende “piazzare” a Piombino, se tutto va bene dalla primavera 2023, corrispondono proprio a quel 7% di riduzione dei consumi firmata qualche giorno fa come impegno dal Governo italiano in sede UE.  

Ma ammesso e mai concesso… questo ulteriore gas trattato dalla FSRU di Piombino comunque non sarà mai pronto prima dell’inverno 2022 con l’aggravante che sarà un gas molto più caro di quello dei vecchi contratti dei gasdotti che l’Italia ha in essere con i suoi fornitori e nel 2023. 

Il rigassificatore di Piombino dovrebbe approvvigionarsi con lo shale gas statunitense e sappiamo tutti di cosa stiamo parlando quando parliamo dello shale gas o almeno si spera. 

E considerando il calo costante dei consumi di gas per deduzione logica allo stato questi rigassificatori e questi depositi costieri sono perfettamente inutili. 

Guardando poi gli ultimi dati MISE sulle import/export di gas, vediamo addirittura un aumento del 400% del gas esportato dal nostro sistema, cioè un surplus di gas: altro che emergenza!  

E considerando gli extra profitti delle società di trasporto e distribuzione del gas dell’ultimo anno, il nuovo impianto di Piombino, come gli altri in progetto, sembrano solo un’ulteriore occasione per SNAM e i distributori di gas per fare extraprofitti. 

Ma ancor più grave è che non c’è nessuna reale emergenza gas tale che possa giustificare la non assoggettabilità a VIA e ad altre misure di valutazione di impatti di questi progetti che già qualcuno, sapientemente e furbescamente, vorrebbe far passare forzando finanche le leggi della fisica. 

Oltre a Piombino ci sono altre città costiere nelle quali si sta discutendo di nuovi rigassificatori FRSU e di depositi costieri di GNL. 

Hanno addirittura pensato di “gassificare” la Sardegna che ad oggi, nel momento in cui stiamo scrivendo, non ha mai conosciuto il gas metano. 

Brindisi è uno di quei luoghi indicato per la realizzazione di un deposito costiero GNL nel porto con aggiunta, alla bisogna di un rigassificatore FRSU. 

Ma Brindisi è Brindisi; tutti ricordano la battaglia vittoriosa contro il rigassificatore della LNG British Gas della metà degli anni 2000. 

Il resto è cronaca giudiziaria. 

E siccome siamo maliziosi, a giusta ragione che non teme di essere smentita, non si può escludere che queste brillanti idee di tappezzare le coste italiane di inutili rigassificatori e di inutili depositi costieri siano corroborate dalle stesse dinamiche e dalle stesse pratiche che abbiamo visto a Brindisi durante la costruzione del rigassificatore della LNG British Gas. 

Dinamiche e pratiche di “accomodamento” che abbiamo sempre visto dietro a tutte le altre grandi opere inutili e imposte, a partire dal TAV della Val Susa che a distanza di oltre 30 anni non si sa se la stanno facendo o se lo stanno ancora cercando. 

E anche in questa campagna elettorale il lupo perde il pelo ma non perde mai il vizio di sparare idiozie. 

 

Brindisi, 22 agosto 2022 

 

Movimento NO TAP/Snam della Provincia di Brindisi 

Il Piano Regolatore Portuale pare in dirittura di arrivo. Al Forum sembra però che la partecipazione della comunità alla redazione del documento sia stata assente.

In premessa si vuole ricordare che il DPSS, alias Documento di Pianificazione Strategia di Sistema (portuale), è stato adottato dal Comitato di Gestione dell’Autorità Portuale (AdSPMAM)  nel gennaio 2020, utilizzando (unilateralmente e con scarso senso della “leale collaborazione tra Enti”), il “silenzio assenso” del Comune di Brindisi che si espresse con Delibera di Giunta Comunale solo pochi giorni dopo il termine di legge che comprendeva Natale, Capodanno, Covid etc..

Tale adozione fu antecedente al nuovo D.Lgs. 121/2021 (che ha cambiato anche nome al Documento), e quindi con una procedura e con una valenza diverse dalla legislazione vigente, peraltro in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale sul ricorso di alcune Regioni del centro-nord avverso lo stesso decreto legislativo.

Ciò detto  si apprende, che il 28 luglio è stato presentato all’Ordine del Giorno dell’Organismo di Partenariato: “Illustrazione e parere sul  Piano Regolatore Portuale  (PRP ) del porto di Brindisi”, senza alcun dibattito, alcuna co-pianificazione con il Comune (al quale per la stessa legge è delegata la pianificazione delle aree interne al sedime demaniale del Porto, ma già classificate come “Aree di interazione città-Porto” dallo stesso DPSS del 2020), senza alcun coinvolgimento attivo degli Enti, Associazioni e Ordini professionali brindisini.

Inoltre, si apprende che per giorno 22 agosto. l’Amministrazione Comunale di Brindisi, il Consorzio ASI, la Provincia di Brindisi ed altri siano stati “invitati” presso la sede dell’Autorità Portuale (AdSPMAM), alla presentazione del nuovo Piano Regolatore Portuale (PRP).

Si riporta quanto disposto dall’art 4 comma 2-bis del D. Lgs. 121/2021 che recita: “... il PRP, corredato del rapporto ambientale, …, è adottato dal Comitato di Gestione; ... inviato successivamente per il parere, limitatamente alla coerenza di quanto previsto con riguardo alle aree portuali e retro portuali perimetrali ... al comune e alla regione interessati ...”

Non è chiaro in quale passaggio, normativo e procedurale possa essere collocato tale invito; non sembra essere una conferenza dei servizi, (non prevista) non sembra essere una trasmissione di atti (questa sì prevista per legge). Sarà un atto di cortesia tra Enti? Ma se così fosse questa cortesia non è stata applicata in fase di adozione DPSS (documento di pianificazione strategia di sistema), che pure detta linee fondanti e rilevanti per il successivo Piano Regolatore Portuale.

Non è chiaro, né è dato sapere se il Piano Regolatore Portuale sia stato adottato dal Comitato di Gestione unitamente all’allegato rapporto ambientale, dovuto per legge, attesa la nota assenza del Comune di Brindisi da tale Comitato di Gestione e la scarsa partecipazione a questo atto pianificatorio, poco dibattuto anche sulla stampa locale, del quale non è nota alcuna planimetria, alcuna ipotesi di pianificazione e neanche risultano noti i professionisti incaricati del Piano Regolatore Portuale e del Rapporto Ambientale ad esso collegato.

Tali nomi sono stati chiesti, anche pubblicamente, ma, al contrario di quelli dei professionisti impegnati nel Piano Regolatore Portuale di Manfredonia, che sono stati resi noti dal Presidente stesso, non è stato possibile sinora conoscerli.

Tornando all’argomento Piano Regolatore Portuale di Brindisi ed alla delicatezza del rapporto con l’entità urbana che esso tratta, è da rilevare che non è sufficiente l’invito “ad ascoltare e guardare” quanto elaborato. Ricordiamo il diritto del Comune ad essere coinvolto, come da DL, nei processi che hanno incidenze sulla economia del proprio territorio. E’ doveroso comprendere se l’iter approvativo del PRP, secondo le procedure di cui al DL 121/2021 o difformemente.

E’ da ricordare l’importanza che “la pianificazione delle aree con funzione di interazione porto-città è di competenza del Comune” e come, nel caso della città di Brindisi, queste aree sono numerose, ampie e tutte di rilevanza e strategica per la crescita della città e pertanto meritano una attenta e approfondita ricognizione delle ipotesi di PRP. Per ottenere risultati proficui per la comunità brindisina è doveroso una stretta collaborazione tra Ente Portuale e Comunità in tema di informazioni e coinvolgimento e trasparenza.

Non è superfluo ricordare dell’importanza economica del porto per la economia cittadina, importanza che va oltre le attività strettamente collegate ed ai suoi c.d. stakeolders, la Vitalità di un porto riguarda la comunità cittadina in toto. Il richiamo ad una reale e fattiva collaborazione non è casuale atteso  che, da oltre 20 mesi, il Comune di Brindisi non ha potuto avere il suo rappresentante nel Comitato di Gestione per l’opposizione dell’Autorità che l’ha esercitata attraverso note riservate (quasi che l’azione negli Enti che si occupano del “bene comune” non siano tenuti al rispetto dei principi di trasparenza gestionale).

Qui la discussione andrebbe fatta nel merito delle questioni sollevate (le incompatibilità dei designati comunali) e resa di dominio pubblico: ci chiediamo se le incompatibilità addotte per i rappresentanti del Comune siano state verificate per tutti i componenti del Comitato di Gestione.

Con la presente chiediamo agli enti interessati di rendere pubbliche tali “note” e che tutti i cittadini abbiano conoscenza delle presunte inadeguatezze dei soggetti proposti, non solo dal Comune di Brindisi.

Questa opposizione dell’Autorità Portuale ha di fatto impedito alla Amministrazione Comunale di partecipare alle sedute di discussione di argomenti generali e in particolare alle fasi di adozione di strumenti pianificatori che incidono sia  sui prossimi anni  sulla vita sia sugli interessi legittimi della comunità brindisina.

Brindisi 22 agosto 2022

FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

Giorgio Sciarra

Maurizio Portaluri

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Dati del giorno: 22 agosto 2022

872
Nuovi casi
5.815
Test giornalieri
3
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 212
Provincia di Bat: 45
Provincia di Brindisi: 93
Provincia di Foggia: 96
Provincia di Lecce: 297
Provincia di Taranto: 86
Residenti fuori regione: 35
Provincia in definizione: 8
32.515
Persone attualmente positive
312
Persone ricoverate in area non critica
17
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.441.481
Casi totali
12.385.267
Test eseguiti
1.400.010
Persone guarite
8.956
Persone decedute

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Il 21 agosto Roberto Potì avrebbe compiuto 75 anni, circondato dalla sua bella famiglia, con i suoi nipoti in prima fila, sempre in perfetto ordine, in un fisico asciutto elegante a dispetto dell’età perché l’attività fisica era e sarebbe stata imprescindibile, autentico brodo primordiale. I suoi ideali sportivi ed etici probabilmente avrebbero avuto la meglio su considerazioni puramente finanziarie e i valori tradizionali, uccisi da egoismi, avrebbero riportato il pallone in una dimensione più umana e più vicina ai tifosi e alla gente comune. La sua attività incomincia nel 1962 con la maglia della sua vita, quella gialloblù del suo Mesagne, e durerà per quasi quarant’anni,  vedendolo protagonista prima come calciatore poi come allenatore e infine come presidente.
Il “risorgimento” del calcio locale,  secondo Roberto,  passava attraverso il miglioramento degli impianti sportivi e la cura dei  settori giovanili. Roberto credeva che fosse necessario soprattutto il movimento di base,  anche negli oratori, perché avere una base allargata di praticanti e appassionati avrebbe promosso una migliore cultura dello sport genuino fatto di regole e disciplina e dato più opportunità a tutti di giocare.
 
Inseguiva un sogno: voleva fare del calcio un posto migliore dove tutti si potessero esprimere.

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Dati del giorno: 21 agosto 2022

1.216
Nuovi casi
8.412
Test giornalieri
2
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 297
Provincia di Bat: 42
Provincia di Brindisi: 130
Provincia di Foggia: 126
Provincia di Lecce: 379
Provincia di Taranto: 178
Residenti fuori regione: 60
Provincia in definizione: 4
32.426
Persone attualmente positive
312
Persone ricoverate in area non critica
17
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.440.609
Casi totali
12.379.452
Test eseguiti
1.399.230
Persone guarite
8.953
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 464.791
Provincia di Bat: 125.329
Provincia di Brindisi: 136.086
Provincia di Foggia: 204.373
Provincia di Lecce: 294.281
Provincia di Taranto: 196.134
Residenti fuori regione: 14.737
Provincia in definizione: 4.878

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Il fenomeno degli abbandoni di rifiuti è un atto illegale perpetrato da cittadini disonesti e sporcaccioni paragonabili a veri e propri delinquenti. Il costo sociale e d’immagine dovuto a questi comportamenti inconsulti è purtroppo a carico della comunità brindisina che è costretta, oltretutto, ad addossarsi l’onere economico di simili condotte criminali. Quindi oltre il danno anche la beffa.

Non è accettabile che questi soggetti possano inquinare e deturpare la città indisturbati infischiandosene dei grandi sforzi economici del Comune di Brindisi e organizzativi della società Ecotecnica.

L’impegno importante e visibile profuso negli ultimi mesi, anche grazie alla forza repressiva delle foto trappole, rischia quindi di essere indebolito da un’impennata di abbandoni degli ultimi giorni in diverse zone, anche centrali, della città.

È pacifico che la prevenzione e la repressione sono armi spuntate senza il sostegno di una responsabilità civica dei brindisini finalizzata al rispetto del bene comune; d’altronde non si possono “militarizzare” tutte le vie della città e le campagne limitrofe.

Consideriamo fondamentale quindi un’azione pianificata e puntuale che coinvolga la parte sana della cittadinanza mediante il potenziamento della campagna di sensibilizzazione al conferimento dei rifiuti, a partire dalle scuole.

Al contempo è indispensabile dare priorità assoluta al lavoro e all’azione della task-force tra le forze di polizia locale, istituita per affrontare questo fenomeno, rafforzandola con risorse e strumenti, come l’inasprimento delle sanzioni, e consentire quindi di esercitare le proprie funzioni con le necessarie autorità e autorevolezza anche per stanare gli evasori della Tari.

Pd Brindisi

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CONTROESODO: COLDIRETTI/IXÈ, SPESA VACANZE SALE A +16%; 1/3 SPESI PER TAVOLA SI RIDUCE LA DURATA VIAGGI. La spesa media giornaliera dei turisti in Puglia è più bassa di quella del turista medio che trascorre una vacanza in Italia.

Cresce la spesa per le vacanza degli italiani nell’estate del 2022 con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente, anche a causa dell’aumento dell’inflazione per gli effetti della guerra in Ucraina.  E’ quanto emerge dal bilancio tracciato da Coldiretti-Ixe’ in occasione del primo controesodo dell’estate con il bollino rosso sulle strade del rientro.

La spesa media giornaliera dei turisti in Puglia - aggiunge Coldiretti regionale sulla base dei dati Isnart - UnionCamere Puglia - è più bassa di quella del turista medio che trascorre una vacanza in Italia, dato che si spende in media 40 euro al giorno a persona per l'alloggio, contro i 57 euro della spesa media del turista in Italia e 61 euro per le altre spese sostenute nel corso della vacanza, contro i 73 euro della media in Italia.

Circa un terzo del budget di italiani e stranieri è stato destinato per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, secondo Coldiretti/Ixe’. Non a caso il cibo rappresenta addirittura per il 17% degli italiani la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura, mentre per un altro 56% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza e solo un 4% dichiara di non prenderlo per niente in esame secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

I 35 milioni gli italiani che hanno deciso di andare in vacanza per almeno qualche giorno nell’estate 2022, in aumento del 4% rispetto allo scorso anno, hanno speso in media 645 euro per persona. Il 43% dei turisti – sottolinea la Coldiretti – è restato comunque al di sotto dei 500 euro di spesa e un analogo 43% tra i 500 ed i 1000 euro, il 13% tra i 1000 ed i 2000 euro mentre solo un 1% ha superato questo limite.

Agosto è scelto da quasi di due italiani su tre (63%) che hanno deciso di andare in vacanza quest’ estate e si conferma quindi come il mese di gran lunga più gettonato nonostante – sottolinea la Coldiretti – i listini piu’ elevati, gli affollamenti e il traffico. Per la maggioranza degli italiani in viaggio (53%) la durata della vacanza è inferiore alla settimana mentre per quasi un italiano su tre (30%) – sottolinea la Coldiretti – è compresa tra 1 e 2 settimane, ma c’è un fortunatissimo 3% che sta fuori addirittura oltre un mese. La durata media della vacanza è comunque di quasi dieci giorni  (9,8) – rileva Coldiretti – ancora distante dagli oltre 11 giorni del periodo pre-pandemia, anche se in risalita rispetto al biennio precedente segnato dal Covid.

Il 33% dei vacanzieri infatti – sottolinea la Coldiretti – ha consumato pasti principalmente al ristorante durante la vacanza, l’11% in agriturismi, anche se uno su cinque (il 21%) ha mangiato nelle case di proprietà o in affitto e non manca chi ha scelto paninoteche, fast food, cibi di strada e pranzi al sacco. In ogni caso – precisa la Coldiretti quasi tre italiani su quattro (74%) in vacanza lontano da casa preferiscono consumare prodotti tipici del posto a chilometri zero per conoscere le realtà enogastronomiche del luogo.

Nell’estate 2022 oltre sette italiani su 10 (72%) che sono andati in agriturismo, per trascorrere le proprie vacanze o anche semplicemente per mangiare  insiste Coldiretti Puglia - simbolo di una nuova tendenza verso il turismo green e sostenibile, spinta dalla ricerca di relax nel tempo della guerra e della pandemia.

Molto gettonati secondo Terranostra Campagna Amica i 952 agriturismi presenti in Puglia spinti dalla ricerca di un turismo più sostenibile che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.

Nell’estate 2022 – rivela Coldiretti Puglia - il cibo è stata la voce più importante del budget della vacanza in Italia con un terzo della spesa turistica destinato alla tavola, superando quella per l’alloggio, trainata dalla voglia di convivialità. Il turismo enogastronomico – spiega Coldiretti - rappresenta un mercato di sbocco privilegiato delle specialità alimentari locali ma anche un volano di sviluppo per i territori.  Dalla valorizzazione dell’immenso patrimonio storico e culturale dell’enogastronomia – precisa la Coldiretti regionale – dipendono, infatti, molte delle opportunità di crescita economica ed occupazionale.

Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante – continua Coldiretti Puglia – anche per la ricerca del buon cibo che aiuta a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy. Il simbolo di questo impegno sono i Sigilli di Campagna Amica 2022, 418 prodotti tipici e razze animali da scoprire durante l’estate grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia dagli agricoltori durante la pandemia.

Un terzo della spesa di turisti italiani e stranieri è destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare in Puglia – aggiunge Coldiretti Puglia - un patrimonio agroalimentare DOP e IGP che genera un valore di oltre 439 milioni di euro, oltre a 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf veri e propri presìdi della biodiversità.

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Si è conclusa la 21^ edizione del Premio Delfino, manifestazione sportiva di interesse nazionale dedicata ai talenti del territorio pugliese e non, diretta dai maestri Rosanna Tersicci e Franco Carlucci, titolari dell'Arabesque Academy di Carovigno (BR). Quest'anno la kermesse è tornata a San Vito dei Normanni (BR), in piazza Leonardo Leo, lì dove nacque tanti anni fa'. Nel corso della serata ha avuto luogo, anche la finale regionale del concorso di bellezza nazionale Un volto per Fotomodella, che ha eletto due finaliste nazionali: la vincitrice assoluta del Premio Delfino e del Premio alla Moda Un volto per Fotomodella per la Puglia è Angelica Pedaci, 16 anni di Pulsano (TA), studentessa di scienze applicate al liceo Ferraris di Taranto, capelli castani, occhi marroni, gioca a pallavolo, suona il violino, è dedita alla moda, da grande vorrebbe diventare una ostetrica ma oggi gli piacerebbe tanto continuare a sfilare. A lei un secondo titolo nazionale, a pochi giorni da un'altra vittoria come Miss Castellaneta Marina, lo scorso 4 agosto. Seconda classificata, Vanessa Di Dio, 15 anni di Policoro (MT), studentessa al liceo linguistico con l'hobby della palestra e della moda.
Fasciate a vario titolo anche: Selvaggia Lopalco, 15 anni di Pulsano (TA), Serena D' Andria, 16 anni di Taranto, Sandrine Pedron, 16 anni di Martina Franca (TA), Noemi Fiore, 17 anni e Felicia Miraglia, 16 anni, entrambe di Massafra (TA) e Dalila Venneri, 16 anni di Crispiano (TA)
Tanti i momenti di spettacolo che hanno regalato emozioni: la presenza di Samuele Cavallo, noto al grande pubblico per la sua presenza attoriale a "Un posto al sole" che si è esibito in due brani, scelti dal passato recente del Festival di Sanremo, e le cantanti Lory Zippo, Alessia Versienti, Maddalena Pagliara e A. Will che hanno ammaliato il pubblico con le loro voci. Una sorpresa anche per la giovanissima e talentuosa figlia della famiglia Carlucci - Tersicci, Annarita, dotata cantante e ballerina, il defilé "In Bloom" che ha visto protagonista lo stilista martinese, Leonardo Ligorio.
A condurre la serata, Giuseppe Stigliano, titolare della nota agenzia di moda tarantina Jonica Eventi, consulente e co-organizzatore della manifestazione, con una storica modella dell'organizzazione, già vincitrice del Premio Delfino nel 2018, Silvia Miccolis.
Le coreografie di danza sono state curate da Annarita Carlucci, il models training dal maestro Angelito Mastrangelo coadiuvato da Vittorio Casale.
Successo di pubblico, rimasto fino al termine della manifestazione, che conferma quanto una kermesse come il Premio Delfino sia nel cuore dei suoi fans, nonostante i 21 anni di età.

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