Redazione

Dati del giorno: 24 ottobre 2022

417
Nuovi casi
7.091
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 133
Provincia di Bat: 25
Provincia di Brindisi: 36
Provincia di Foggia: 29
Provincia di Lecce: 149
Provincia di Taranto: 42
Residenti fuori regione: 2
Provincia in definizione: 1
14.443
Persone attualmente positive
153
Persone ricoverate in area non critica
8
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.510.145
Casi totali
12.931.213
Test eseguiti
1.486.554
Persone guarite
9.148
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 486.704
Provincia di Bat: 128.936
Provincia di Brindisi: 143.378
Provincia di Foggia: 212.332
Provincia di Lecce: 313.040
Provincia di Taranto: 204.691
Residenti fuori regione: 15.923
Provincia in definizione: 5.141

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a Volley Vipostore non tradisce le aspettative, espugnato il Palalaforgia di Bari. Parlate con uno sportivo - o ripensate alle vostre esperienze di esperienze di sport! - e vi dirà che continuare a vincere è molto più difficile che non vincere e basta. Certo, la vittoria si costruisce fuori dal campo, ma è nel match che ogni atleta deve tirare fuori grinta, unghie, cervello e quella fame imbattibile, la voglia inarrestabile di vincere come se fosse la prima volta.

Facile a dirsi, difficile a farsi... soprattutto in trasferta! Guardando la classifica e i risultati delle prime due giornate sarebbe stato facilissimo commettere l'errore di sottovalutare il Primadonna Bari, che è invece una squadra temibile, che siamo sicuri ci metterà alla prova al match di ritorno. Sarebbe stato facile, e sbagliato, ed è vero e puro merito di staff tecnico e squadra se anche oggi possiamo dire: GRANDE VIPOSTORE FRANCAVILLA!

Cinica, spietata ed entusiasmante: così è scesa in campo la nostra squadra. Come un tamburo da guerra, il sestetto di Francavilla ha mostrato concentrazione e costanza vincendo le menti e gli scontri. Primo, secondo e terzo set si chiudono praticamente con lo stesso punteggio (15-25/16-25/17-25) con la squadra di casa che non ha mai avuto l'opportunità di mettere punti in sequenza. Difesa rapidissima a invertire la marea e attacco efficacissimo, con la nostra tsunami Adriana Kostadinova che oggi si è regalata (e ci ha regalato!) una performance ancora più emozionante della precedente.

Un gran bel regalo di compleanno per la nostra schiacciatrice! In questo momento l'aria che si respira è carica di energia e proiettata ad altre vittorie, lo staff è già al lavoro per preparare il palazzetto di casa per la prossima sfida (vi aspettiamo domenica 30 Ottobre!) e la squadra è già concentrata. Per continuare a vincere, dicevamo, ci vuole un fuoco inesauribile. Il nostro brucia più acceso che mai.

TABELLINO

Primadonna Bari: Chiricallo 1, Vuoso 3, Monitillo 12, Fraad 1, Campioto 1, Caputo 7, Cianciotta 1, Notarnicola 4, Daddiego (L). N.E.: Papagno, Rando (L) - Allenatore: Ricci; Vice-Allenatore: Monterisi

Volley Vipostore Francavilla: Kostadinova 16, Tornesello 4, Mercanti 1, Labianca 13, Cristofaro 10, Morone 8, Quarto (L), D'Onofrio. N.E.: Di Paola, Lapenna, Fanigliulo, Caforio - Allenatore: Giunta; Vice-Allenatore: Vannicola.

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Momenti di paura si sono vissuti nella mattinata di ieri a Mesagne, per una fuga di gas avvenuta a causa della rottura di una condotta del tronco principale su cui si stavano eseguendo dei lavori di ristrutturazione della rete idrica. In pochi minuti l'intero quartiere “Papa Sisto” è stato inondato da un tanfo di gas. È stato lanciato l’allarme e sul posto sono immediatamente intervenute le pattuglie della polizia locale, al comando di Teodoro Nigro, che hanno delimitato un intero quartiere, due squadre dei vigili del fuoco e gli operai dell'azienda di gestione del gas. 

Al termine dell'intervento la perdita è stata riparata e la zona messa in sicurezza. L’episodio si è verificato nelle prime ore del mattino, quando gli operai dell’azienda che sta svolgendo la ristrutturazione della rete idrica pubblica in via Monte Bianco, nel rione “Papa Sisto”, hanno iniziato a lavorare con l’escavatore. A un tratto, per cause ancora in fase di accertamento, la benda ha tranciato la condotta principale dell’erogazione del gas. In pochi minuti una gran quantità di gas è uscita dalla tubazione sprigionandosi nell’aria. Situazione alquanto pericolosa poiché il gas naturale domestico è altamente infiammabile e può essere acceso da fonti di innesco, come calore, scintille, illuminazione. Gli operai hanno immediatamente sospeso i lavori mentre è stato lanciato l’allarme. Il comandante della polizia locale, Teodoro Nigro, è intervenuto con i suoi agenti sul posto.

L’intero isolato interessato ai lavori è stato perimetro e reso off limits al passaggio di uomini e mezzi. Infatti, sarebbe bastata anche una scintilla per far scoppiare il tutto. Poi sono stati fatti intervenire i vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi e gli operai dell’azienda di erogazione del gas. I vigili del fuoco sono giunti sul posto con due squadre e si sono subito messi a lavoro per chiudere la condotta principale e mettere in sicurezza la zona. Fortunatamente nel caso specifico il metano è più leggero dell’aria, quindi tende a spostarsi verso l’alto e può essere rimosso con più facilità. Nonostante ciò il tanfo è rimasto a lungo nell’aria. Successivamente in via Monte Bianco sono intervenuti i tecnici dell’azienda del gas per chiudere la falla. L’intervento è durato complessivamente qualche ora.

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Halloween nei Castelli di Brindisi e Carovigno. Lunedì 31 ottobre tre appuntamenti da “brivido” nei castelli di Brindisi e Carovigno per la giornata più spaventosa dell’anno. Primo appuntamento, alle ore 10, presso Forte a Mare con il laboratorio “Halloween al Forte”: una visita guidata a misura di bambino con un laboratorio dedicato a bimbi con un’età compresa tra i 6 e i 10 anni. I piccoli partecipanti potranno realizzare le maschere luminose con l’utilizzo del circuito elettrico, secondo il metodo Steam. Doppio incontro, invece, presso il castello di Carovigno. Alle ore 19,00 la Biblioteca comunale “Salvatore Morelli”, sita all'interno del maniero, ospiterà l’attività “Zucche luminose”. I bambini, tra i 6 e i 10 anni, potranno partecipare in maschera e visitare il castello in un’atmosfera tenebrosa. Al termine della visita, con l’aiuto di led, conduttori e batterie realizzeranno delle zucche luminose attraverso il laboratorio sul circuito elettrico. Alle ore 21,30, invece, appuntamento in Castello per una visita notturna alla scoperta dei misteri che si celano dietro la storia dell’affascinante maniero Per richiedere informazioni o prenotare è possibile contattare: Iniziativa presso Forte a Mare: contattare il numero 3792653244 o inviare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Iniziative presso il Castello di Carovigno: contattare il numero 3791092451 o all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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Servizi sociali: Il Cobas chiede di fare presto a definire il CdA del Consorzio, ci sono troppe cose che devono essere ancora sistemate.

Il Sindacato Cobas chiede ai sindaci di Brindisi e di San Vito dei Normanni di adoperarsi per definire nei tempi più rapidi possibili la configurazione del Consorzio perché ci sono troppe cose rimaste in sospeso che devono essere ancora sistemate e che non possono più attendere.

Come Cobas non siamo per nulla appassionati dalla polemica scoppiata in questi giorni sulla composizione del CdA del Consorzio dell’Ambito BR/1.

Né ci interessa e né vogliamo esprimere giudizi sulla questione.

Senza nessun dubbio però il Consorzio deve assolutamente correggere tutti gli strafalcioni - per usare un termine il quanto più elegante possibile - presenti nei bandi di gara di cui le Cooperative sono già affidatarie degli appalti.

Ed è proprio per questa ragione che abbiamo la necessità di confrontarci quanto prima con il Consorzio che secondo noi, e non può essere diversamente, è l’unico soggetto interlocutore.

Fin da subito è stato evidente che chi ha scritto quei bandi chiaramente non aveva ben compreso di cosa si stava trattando per cui, per l’inevitabile conseguenza, non ha tenuto conto di una serie infinita di situazioni alle quali bisognava prestare molta attenzione.

Queste situazioni riguardavano in primo luogo gli effetti sulle lavoratrici e sui lavoratori in termini economici, contrattuali, inquadramento e di organizzazione del lavoro e in secondo luogo, importante quanto il primo, gli effetti sulla qualità dei servizi da erogare ai cittadini utenti.

Era chiaro che l’intento era di risparmiare i “soldini”.

E si, bella idea quella di risparmiare i soldini proprio sui servizi sociali…!

La mente brillante che lo ha fatto non poteva non sapere che stava facendo stoltezze e perciò si è premunito a fare di tutto per far trovare a fatto compiuto tutti i lavoratori, sindacati e cittadini utenti in modo da impedirgli quanto più possibile gli spazi di agibilità.

Infatti, non è stato casuale che durante la stesura dei bandi di gara i sindacati, tutti e nessuno escluso, siano stati estromessi da qualsiasi discussione preliminare di un percorso condiviso per evitare di avere problemi gestionali in corso d’opera dopo l’assegnazione degli appalti alle Cooperative vincitrici dei bandi.

Cosa che puntualmente è successa perché immediatamente dopo l’assegnazione degli appalti si sono viste situazioni che hanno di gran lunga varcato il limite della decenza.

E sinceramente non ci appassiona neanche, almeno come Cobas, risolvere questi problemi con le Cooperative perché se il guaio è stato fatto a monte non possono essere assolutamente loro le interlocutrici dal momento che si tratta di intervenire sulla sostanza prima che sulla forma.

Avevamo detto in uno degli ultimi nostri comunicati stampa che in alcuni servizi specifici ci sono ancora lavoratrici e lavoratori che sono rimasti ancora inquadrati con contratti indeterminati part time a 12 ore settimanali quando in realtà, nella precedente gestione ne faceva strutturalmente 20.

È evidente che è una vergogna che deve essere rimossa quanto prima ed è certo che deve essere il Consorzio a risolvere questo caso come tanti altri casi come, per esempio, l’inspiegabile scomparsa del “superminimo” dalle buste paga degli operatori del Polo, che fu sospeso temporaneamente durante il periodo di proroga dei servizi dopo la gestione di Genesi e che doveva essere ripristinato con gli arretrati in questo bando di gara.

Di questo e di tanto altro c’è da discutere con il Consorzio, sicuramente c’è da discutere anche delle liste di attesa dei servizi ADI e SAD che sono diventate ormai lunghe chilometri.

Così come si dovrà necessariamente discutere anche del regolamento della compartecipazione economica dei cittadini utenti dei servizi che comincia a mostrare importanti criticità sulla sua applicazione.

E quest’ultimo argomento non è di poco conto vista la delicatezza delle singole situazioni famigliari degli utenti che chiedono di essere assistiti.

Il Sindacato Cobas rinnova l’invito alla politica ad accelerare i tempi per la definizione del Consorzio per avere immediatamente un incontro che faccia il punto sullo stato dell’arte dei servizi sociali rispetto alle criticità dei bandi di gara che hanno ricadute nei due comuni dell’Ambito, soprattutto a riguardo delle ricadute sulla città di Brindisi.

Il Cobas è già pronto ad intraprendere iniziative nell’ interesse delle lavoratrici e dei lavoratori e nell’ interesse dei cittadini utenti di questi servizi che, lo ricordiamo per l’ennesima volta, sono costituzionalmente garantiti.

Per il Cobas Brindisi – Cosimo Quaranta

Lavori pubblici in Città. Proseguono i lavori programmati dall’Amministrazione Comunale di Francavilla fontana per il rifacimento delle strade di Francavilla Fontana. Dopo via Mulini e via D’Azeglio, i nuovi cantieri interesseranno Piazza Don Sturzo, il primo tratto di via San Vito, via Sette Dolori, via De Gasperi, via Turati, via Salvemini, via Bellomo, via Camassa e via Montessori.

Tutti questi interventi rientrano nel blocco di lavori, finanziato con fondi regionali, che ha permesso il rifacimento di arterie importanti come via Germania, viale Francia, strada comunale Massimiano (tratto La Franca-via Pio La Torre), via vecchia Oria-Ostuni (tratti via Terracini-complanare e via Brindisi-contrada Zammarico) e di tante strade secondarie. Inoltre, negli ultimi mesi sono stati completati gli interventi su via Di Vagno, parte di via della Conciliazione, un tratto di via San Francesco – che a breve sarà completata sino alla Porta del Carmine –, via Abruzzo, via Calabria, via Molise, via Puglia, via Campania, via Quasimodo e via San Biagio.

Prosegue, intanto, l’intervento di rigenerazione urbana 3.0 del quartiere San Lorenzo.

Gli operai in questa fase stanno lavorando sulla nuova viabilità dell’area che sarà ridisegnata con una rotatoria in corrispondenza dell’incrocio tra viale Abbadessa e via Carlo Alberto Dalla Chiesa, un ampio spartitraffico, attraversamenti pedonali rialzati, nuovi marciapiedi e una pista ciclabile che si congiungerà con quella esistente in via Dalla Chiesa.

Questo primo lotto di interventi riguarda anche il verde pubblico. Qui è prevista la piantumazione di 3 ulivi e 73 platani distribuiti tra viale Abbadessa e l’area compresa tra via Almirante e via Dalla Chiesa, più di 900 piante autoctone e la creazione di un manto erboso di circa 2500 mq. In via Almirante, inoltre, sarà realizzato un dog park. Non mancheranno percorsi per i pedoni e gli sportivi con panchine, cestini, una fontana e un nuovo impianto di pubblica illuminazione.

Questo cantiere è solo un tassello della rigenerazione urbana 3.0 per la cui realizzazione l’Amministrazione Comunale ha ottenuto un finanziamento di 3,5 milioni di euro. I prossimi step riguarderanno il recupero della scuola di via Parri, l’efficientamento energetico della Scuola De Amicis e la creazione di un avanzato sistema di videosorveglianza.

“La rigenerazione urbana – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – punta a migliorare il quartiere San Lorenzo sotto gli aspetti della viabilità, della sicurezza e della fruizione quotidiana con spazi verdi e servizi innovativi. L’obiettivo che ci siamo dati resta sempre lo stesso: elevare la qualità della vita dei cittadini.”

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Giornata da incubo per centinaia di passeggeri diretti a Roma. Il volo attualmente riporta un ritardo record di oltre tredici ore. Sta accadendo oggi, lunedì 24 ottobre, con il volo Brindisi Roma FR3075, con pesanti disagi per i passeggeri della compagnia aerea Ryanair.

I passeggeri, quindi, sono costretti a trascorrere ore intere all’interno dell’aeroporto di Brindisi, vedendo rinviato il proprio volo in partenza inizialmente alle 06:40 e riprogrammato solamente alle 20.

Un disservizio che ha portato non pochi disagi per i passeggeri desiderosi di raggiungere la Capitale, che, però, grazie all’assistenza gratuita di ItaliaRimborso, possono ottenere 250 euro come compensazione pecuniaria. Sembra che il ritardo, infatti, sia dovuto a problematiche della compagnia aerea ed il team legale sostiene che ci possano essere gli estremi per l’applicazione del Regolamento Comunitario 261/2004.

Per contattare ItaliaRimborso e segnalare il volo in ritardo Ryanair Brindisi Roma è possibile farlo segnalando direttamente il disservizio con il form presente nel sito italiarimborso.it.

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GAS: COLDIRETTI PUGLIA, CON CARO BOLLETTE ADDIO A 1 STALLA SU 10; A GIUGNO 2022 IN PUGLIA -91.                                                                                                                                                                                                                                           

A causa del caro bollette quasi una stalla su dieci (9%) è in una situazione così critica da portare alla chiusura, con rischi per l’ambiente, l’economia e l’occupazione ma anche per la sopravvivenza del patrimonio agroalimentare Made in Italy. E’ la Coldiretti Puglia a lanciare l’allarme sul crack degli allevamenti pugliesi stretti nella morsa del caro bollette e dei rincari dei costi di produzione schizzati alle stelle in Puglia, dove hanno già chiuso i battenti in 1 anno ben 92 stalle.

In 3 anni, da giugno 2019 a giugno 2022, in Puglia hanno già chiuso 266 stalle, con l’emergenza economica – denuncia Coldiretti Puglia – che mette a rischio la stabilità della rete zootecnica, importante non solo per l’economia ma perché ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.

Da difendere secondo la Coldiretti Puglia c’è un sistema composto da 2mila stalle da latte pugliesi che garantiscono una produzione di 108.000 tonnellate di latte  che esprime un valore di oltre 130 milioni di euro e oltre 40.000 tonnellate di formaggi che alimenta una catena produttiva lattiero-casearia regionale, o di euro ed occupa oltre 6.000 persone fra occupati diretti e indotto con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale.

In pericolo c’è in Puglia un patrimonio di formaggi unico al mondo – riferisce la Coldiretti regionale - dove la Fattoria Puglia assicura un decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è assicurata proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali e un patrimonio dell'agroalimentare Made in Italy che in Puglia vanta ben 4 formaggi DOP, la burrata di Andria IGP e 17 specialità riconosciute tradizionali dal MIPAAF, con le specialità provenienti dalla Puglia come il Canestrato leccese, il Caciocavallo podolico Dauno, il Caciocavallo della Murgia.

L'aumento del costo dei mangimi collegato al rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais e cereali anche a causa dell'attuale crisi Ucraina ha prodotto – spiega Coldiretti Puglia - un aumento dei costi per le produzioni del latte e delle carni, al quale si sono aggiunti i rincari su dell’energia, con l’agroalimentare che in Puglia assorbe dal campo alla tavola oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali. Il risultato è un crollo del valore aggiunto che in alcuni settori sfiora i 100mila euro ad azienda e che mette un allevamento su dieci a serio rischio di chiusura, secondo un’analisi Coldiretti su dati Crea.

Va garantita la stabilità del settore lattiero – caseario che ha un’importanza per  l’economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale – insiste Coldiretti Puglia - perché quando una stalla chiude  si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate. 

Una strage che apre peraltro le porte all’arrivo del cibo sintetico, dalla carne al pesce fino ai formaggi, dietro il quale si nascondono – evidenzia Coldiretti - i colossali interessi commerciali e speculativi che rappresenta una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta.

La chiusura di un’azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori. Per questo è necessario intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro, conclude Coldiretti sottolineando che occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.

DATA

ALLEVAMENTI LATTE+MISTO

30/06/2019

2.337

30/06/2020

2.284

30/06/2021

2.163

30/06/2022

2.071

STALLE CHIUSE

266

* Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati ARA regionale.

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GIORNATA PASTA: COLDIRETTI PUGLIA, +44% RECORD STORICO PASTA ALL’ESTERO. 

Con un aumento record del +44% è record storico per le vendite di pasta dalla Puglia all’estero, dove con le difficoltà economiche si riscoprono le qualità del piatto base della dieta mediterranea. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in occasione del World Pasta Day che si festeggia il 25 Ottobre, sulla base dei dati Istat sul commercio estero nei primi sei mesi dell’anno.

L’export della pasta pugliese vola nel mondo, proprio quando coltivare grano è costato – afferma Coldiretti Puglia - agli agricoltori pugliesi fino a 600 euro in più ad ettaro a causa dell’impennata dei costi di produzione causata dall’effetto a valanga della guerra in Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid, che si riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti, mentre i prezzi del grano duro sono in caduta libera.

In Puglia, tra l’altro, la produzione è  crollata nel 2022 del 35%-40% a causa della siccità, mentre ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali di costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.

La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi e dalla grave e perdurante siccità in alcune aree delle province di Bari e Foggia – sottolinea Coldiretti Puglia – rischia di aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari, con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane e il 44% di quello necessario per la pasta.

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente,

Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia - per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese – insiste la Coldiretti regionale - che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.

Gli acquisti di pasta fatta al 100% di grano made in Italy – sottolinea la Coldiretti - sono cresciuti ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca anche per effetto dello smart working e del lungo lockdown per combattere l'emergenza covid che ha costretto i cittadini in casa. Il risultato è che già oggi un pacco di pasta su 5 venduto al supermercato – precisa Coldiretti – utilizza grano duro coltivato in Italia, con la Puglia leader nella produzione dove si stima per la campagna ancora in corso un calo del 45% a causa del clima pazzo per le gelate e la siccità, ma di qualità ottima.

La ricerca del Made in Italy – continua la Coldiretti – ha condotto anche alla riscoperta di grani antichi, riportando nel piatto il Senatore Cappelli, la Timilia, il Saragolla e altre varietà che hanno fatto la storia del Paese a tavola. Un fenomeno che ha favorito anche il moltiplicarsi di marchi di pasta che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni ma ormai patrimonio di quasi tutti i principali brand. Il risultato è che le vendite di pasta di grano garantito italiano sono cresciute del 14% in valore nei primi cinque mesi del 2022, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. 

Per acquistare la vera pasta Made in Italy 100% – precisa la Coldiretti regionale – basta scegliere le confezioni che riportano le indicazioni “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”. Una scelta di qualità ma anche un sostegno all’economia nazionale in una situazione in cui sono esplosi i costi di coltivazione dei cereali sono arrivati quasi a raddoppiare (+80%) per la crisi scatenata dalla guerra secondo elaborazioni Coldiretti su dati Crea.

L’Italia resta il paese – conclude la Coldiretti – con il più elevato consumo di pasta per un quantitativo di 23,5 chilogrammi a testa contro i 17 chili della Tunisia, seconda in questa speciale classifica seguita da Venezuela (15 kg), Grecia (12 kg), Cile (9,4 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina e Turchia a pari merito (8,7 kg) che testimoniano come questo tipo di prodotto abbia estimatori ad ogni latitudine.

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Da oggi gli utenti Mesagnesi possono ritirare i sacchetti per la spazzatura presso l'isola ecologica di via Marangio.