Redazione

Torre Guaceto è un'Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea. A sancirlo, il rinnovo della certificazione celebrato nel Principato di Monaco. La riserva si conferma così una delle 39 aree marine con l'ecosistema più ricco e meglio gestite di tutto il Mediterraneo. 

Torre Guaceto vanta la presenza di habitat e specie di rilevante valore scientifico e culturale e la loro strategia adottata dall'ente gestore è di qualità, è questa l'attestazione messa nero su bianco dalla Spa/Rac, l'Autorità internazionale che regola le attività delle aree protette, con la riassegnazione della certificazione Aspim. 
Un importante rinnovo e per nulla scontato che premia la governance del Consorzio.
La celebrazione organizzata in occasione della prima edizione dello Spami day, acronimo inglese delle Aspim, si è tenuta presso il Principato di Monaco, in Francia, ed è stata organizzata nell'ambito del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, piano d'azione per il Mediterraneo, UNEP/MAP, dal Segretariato della Convenzione di Barcellona, ​​dal Centro di attività regionale delle aree speciali protette Spa/Rac, e dal Segretariato permanente dell'Accordo Pelagos, in collaborazione con il Museo oceanografico di Monaco. spami_torre_guaceto_2022.jpeg
L'evento è dedicato alle Aspim quale strumento di cooperazione Paesi per la conservazione della biodiversità nel Mediterraneo ed ha riunito le parti interessate degli 11 mediterranei che hanno istituito le Aspim, tra le quali i rappresentanti ministeriali, gli enti gestori delle aree protette, le organizzazioni nazionali e internazionali impegnate sul fronte della tutela ambientale. 
Al termine della manifestazione, alla quale hanno preso parte il principe Alberto II di Monaco, rappresentanti di alto livello dei Paesi mediterranei e il coordinatore Unep/Map, si è tenuta la celebrazione con la consegna degli “Spami Certificates” ai gestori delle Aspim, tra queste Torre Guaceto. 
“Il rinnovo di una certificazione così importante è per noi motivo di orgoglio e grande soddisfazione. L'aver ritirato ringraziato personalmente il presidente Aspim mi ha molto emozionato - ha commentato il Consorzio del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, Per questo risultato raggiunto, mi premere chi da sempre con estrema edizione per la tutela e la promozione della riserva, la dirigenza del Consorzio che rappresenta e tutto lo staff tecnico-scientifico dell'ente. Continueremo ad impegnarci per il bene di Torre Guaceto e faremo in modo che i nostri traguardi abbiano ricadute positive su tutto il territorio”. 
Si è chiuso così il secondo rinnovo della qualifica Aspim a Torre Guaceto per la prima volta nel 2008 e assegnatario degli anni. A oggi le aree protette come la riserva, sono 39 nel Mediterraneo, di queste solo 12 sono italiane e due pugliesi, Torre Guaceto e Porto Cesareo. 
La riserva festeggerà la certificazione il prossimo 31 maggio insieme ad alcuni Istituti scolastici che si muovono dal territorio regionale, raggiungeranno l'area protetta per scoprirla con un percorso alla conoscenza delle caratteristiche che hanno fatto di Torre Guaceto un'Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea.

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Nei mercati contadini in Puglia salvati i Sigilli di Campagna Amica, dalla sporchia alla capa di morte, dall’azzeruolo alla cicoria bacchetta, ma ci sono anche i barattieri,

In Puglia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo, con 21mila gli ettari di frutteto da recuperare andati persi negli ultimi 10 anni, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento a rischio di estinzione. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, che si celebra il 22 maggio, con iniziative negli agriturismi e nei mercati contadini di Campagna Amica a Bari in Piazza del Ferrarese, a Lecce in Piazza Ariosto e in Via Reggimento Fanteria 110E dove continua l’agrididattica con le lezioni di educazione alimentare, di sostenibilità e contro gli sprechi per i bambini dell’Istituto Comprensivo "P. Stomeo-G. Zimbalo" e del IV° Circolo Cantobelli.frutta_varia_2.jpg

La Puglia può contare su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione – aggiunge Coldiretti Puglia -  311 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 11 prodotti DOP (5 oli extravergini, patata novella di Galatina, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola, caciocavallo silano, oltre alla DOP ‘mozzarella di Gioia del Colle’ in via di definizione comunitaria), 9 IGP per l’olio di Puglia, la lenticchia di Altamura, la burrata di Andria, la Cipolla Bianca di Margherita, l’Uva di Puglia, il Carciofo Brindisino, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e le Clementine del Golfo di Taranto e 29 vini DOC e 6 IGP, oltre a 632 varietà vegetali a rischio estinzione.

“La grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli è testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei Mercati di Campagna Amica regionali che hanno puntato proprio sui Sigilli della biodiversità per offrire prodotti eroici ai consumatori, a rischio estinzione garantiti da agricoltori altrettanto eroici che quotidianamente ne preservano l’esistenza”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Nel secolo scorso si contavano nel nostro Paese 8.000 varietà di frutta, secondo l’analisi di Coldiretti, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Ma l’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale mettono a rischio anche gli antichi semi della tradizione italiana sapientemente custoditi per anni da generazioni di agricoltori.rape_rosse.jpg

Proprio per salvare il patrimonio agroalimentare Made in Italy un’azione di recupero decisiva – sottolinea la Coldiretti regionale – si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica, che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di commercio.

Un impegno capillare la cui punta dell’iceberg è rappresentata dall’arrivo sui banchi dei Sigilli di Campagna Amica, i 418 cibi antichi salvati dagli agricoltori italiani, grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia. I Sigilli della biodiversità, censiti dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica – spiega la Coldiretti - sono prodotti rari che posseggono caratteristiche assolutamente preziose che il mondo contadino ha sapientemente custodito contro l’omologazione e la banalizzazione. In testa alla classifica dei prodotti salvati dall’estinzione ci sono ortaggi, ciliege.jpglegumi e cereali (il 44% del totale), seguiti da salumi e formaggi ottenuti da 55 razze tutelate (30%), frutta (16%), olio extravergine d’oliva e vino (7%) e miele (3%).

Tra i Sigilli della Biodiversità in Puglia si va dall’azzeruolo, piccolo frutto molto buono e gustoso ma poco conosciuto, viene chiamato "lazzeruolo", azzarruolo, azzaruolo, alla capa di morte, conosciuta come chepe de murte” o “Grucciolo”, questo cavolo rapa caratterizzato per la parte inferiore che somiglia ad una grossa rapa, dal mugnolo, considerato il cavolo povero dei contadini, progenitore del broccolo, oggi in pericolo rischia di scomparire, alla sporchia, una pianta parassita delle fave, in quanto si alimenta della clorifilla proprio di quest’ultima, dolce con un retrogusto leggermente amara e i contadini – conclude Coldiretti Puglia - la trasformarono in cibo prelibato dopo averla riscoperta, fino allo sponzale, appartenente alla stessa famiglia delle cipolle, sono dei piccoli bulbi con un fusto verde commestibile.

A 27 anni dalla morte l’Amministrazione comunale di Mesagne ha deciso, forte di una petizione di 300 firme, di intitolare l’auditorium del castello Normanno-Svevo al sindaco Elio Bardaro. Per la verità avrebbe potuto titolare il castello stesso poiché si deve proprio al sindaco Bardaro l’acquisto del maniero che tanto lustro sta portando alla città di Mesagne. Bardaro è considerato un uomo politico trasversale e riconosciuto da tutto il mondo politico dell’epoca e dai suoi concittadini come una figura aggregante, generosa, benevola, pur nella diversità di opinioni e di giudizi. L’iniziativa conclude un iter formale che tiene conto delle ragioni riportate in una petizione di cittadini così motivate: “Per aver il sindaco Elio Bardaro dedicato una parte importante della propria vita a Mesagne, attraverso il suo ruolo politico e di primo cittadino”.matarrelli_auditorium_elio_bardaro.JPG

Ma il sentimento collettivo travalica quelle che sono le ragioni istituzionali. E infatti la petizione non si ferma e continua: “Il sindaco Elio Bardaro è ancora presente nella memoria collettiva dei mesagnesi per lo spirito di servizio, per le sue qualità umane e per la generosità dimostrata durante la sua attività politico-amministrativa, andando a tracciare il profilo di una figura che continua a suscitare affetto e stima tra coloro che l’hanno conosciuto durante i 17 anni in cui ha svolto le funzioni di primo cittadino e i 22 in cui è stato consigliere comunale, sostenuto da un consenso trasversale”, è scritto in una nota epistolare emessa dall’ente pubblico. Tuttavia, archiviata la figura di Bardaro vi sono altri uomini illustri che andrebbero ricordati. Come, ad esempio, monsignor Armando Franco, a 100 anni dalla nascita, a cui è stato dedicato il sagrato di Mater Domini, oppure Santo Semeraro o l’avvocato Rosario De Francesco. E che dire dell’arciprete don Daniele Cavaliere o dell’indimenticabile monsignor Angelo Argentiero. Solo per citarne alcuni. Uomini che con la loro vita e il loro esempio hanno tracciato la storia della città di Mesagne. Loro, però, non hanno nessuno che possa raccogliere le 300 firme necessarie per avere un pubblico riconoscimento.

Cambiano gli orari dei tour guidati e si arricchisce l’offerta con turni di visita aggiuntivi presso Forte a Mare, nell’ambito del Progetto "Conoscenza, educazione e fidelizzazione alla bellezza: un percorso per la valorizzazione del Castello Alfonsino” a cura della Aps Le Colonne, in collaborazione con il Segretariato regionale del Mic per la Puglia e con la Soprintendenza ABAP Brindisi Lecce. Sarà, infatti, possibile visitare il Castello tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, previa prenotazione, alle ore 10,00, 11,00, 12,00, 17,00, 18,00 e 19,00.forte_a_mare_ingresso_brindisi.JPG

Il visitatore potrà ammirare scorci suggestivi e, accompagnato dalle guide abilitate, conoscere la storia del Forte e del Castello Alfonsino, baluardi di difesa posti sull’Isola di Sant’Andrea e da secoli punti di riferimento per la città. Lingue disponibili: italiano, inglese e spagnolo. Per info e prenotazioni chiamare al numero 3791653244 dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 18, oppure inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..forte_a_mare_brindisi.JPG

 

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Si è svolta stamani, nelle sale dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale di Brindisi, la conferenza stampa di presentazione della 36^ edizione della regata velica internazionale “Brindisi-Corfu”.

Presenti il Presidente del Circolo della Vela di Brindisi Gaetano Caso, un rappresentante del Marina Gouvia Sailing Club di Corfu, gli assessori comunali di Brindisi Oreste Pinto ed Emma Taveri, il consigliere Giovanni Barletta in rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale, l’avv. Francesco Mastro per la Regione Puglia e per l’ente portuale, il comandante della Capitaneria di Porto di Brindisi Fabrizio Coke, il Presidente del Comitato VII Zona FIV Alberto La Tegola, il Presidente del Distretto della Nautica di Puglia Giuseppe Danese,  autorità militari e sportive del territorio e, in collegamento video, il sindaco di Corfu Meropi Ydraiou e il Presidente della Federazione Italiana Vela Francesco Ettorre.regata_tavolo_di_presentazione.jpg

Nel corso della conferenza stampa il Presidente Caso ha illustrato la novità riguardante la fase di partenza della regata (che avverrà domenica 12 giugno), quando le imbarcazioni partecipanti usciranno dal porto di Brindisi per raggiungere a nord lo specchio di mare antistante Apani/Torre Guaceto per poi puntare sull’ìsola greca di Corfu. Il tutto, per un totale di 114 miglia (dieci in più rispetto alla passate edizioni). Particolarmente ricco il calendario degli eventi collaterali che si svolgeranno nei giorni antecedenti la partenza nel villaggio della regata (lungomare Regina Margherita), mentre la cerimonia di premiazione si svolgerà nel Marina di Gouvia martedì 14 giugno.

La regata, inserita a pieno titolo nei programmi della Federazione Italiana Vela, gode del sostegno di partner istituzionali e privati, a dimostrazione della grande rilevanza che viene attribuita a questo evento sportivo che rappresenta una delle regate d’altura più importanti del Mediterraneo.regata_PROGRAMMA_2022_ok.jpg

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E’ allarme incendi a Lecce, favoriti dal caldo ma soprattutto dai ritardi nell’espianto degli ulivi secchi per la Xylella, con centinaia di ettari mangiati dalle fiamme e migliaia di ulivi che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, con l’incendio scoppiato ad Ugento di dimensioni tali da on essere domato, ma sono numerosi i roghi alimentati nella provincia di Lecce dal caldo fuori stagione, con il Bosco di San Biagio a Borgagne di Melendugno ad avere per primo la peggio in questa estate che si preannuncia più calda del solito sul fronte incendi.

Sono necessari oltre 1000 litri di acqua per spegnere ogni singolo ulivo divenuto una torcia di fuoco, aggiunge Coldiretti Puglia che plaude all’attività dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile che ogni estate in provincia di Lecce combattono una battaglia difficile e pericolosa contro il fuoco.

Vanno attivate immediatamente – sollecita Coldiretti Puglia – le procedure per gli svellimenti, con gli ulivi secchi sui terreni abbandonati pieni di sterpaglie che goni estate trasformano il Salento in un enorme rogo con danni irreparabili sull’ambiente e sul turismo.

“Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella. L’abbandono era inevitabile e va invertita la rotta senza perdere altro tempo”, aggiunge Pietro Piccioni delegato confederale di Lecce.

Secondo il report 2021 dei Vigili del Fuoco, sono stati quasi 25mila gli incendi in Puglia, con 6.221 interventi solo in provincia di Lecce, dove oltre ai VVFF – aggiunge Coldiretti Puglia interviene anche la Protezione Civile, quindi è immaginabile che gli episodi salgano ad oltre il doppio.

Una strage che si ripete ogni anno lasciando – sottolinea la Coldiretti Puglia – paesaggi lunari in Salento dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, dove vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e i cumuli di immondizia, creando delle nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati.

Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo – denuncia Coldiretti Puglia - in un territorio come il Salento ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri per ammirare le bellezze naturali.

Gli agricoltori – conclude la Coldiretti – chiedono interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per sottrarre le campagne all’abbandono.

I ritardi nell’autorizzazione degli espianti degli ulivi secchi colpiti dalla Xylella in Salento, a rischio desertificazione e incendi, perché dopo 9 anni la provincia di Lecce continua a morire di burocrazia, impone l’autorizzazione regionale che consenta di eliminare gli ulivi secchi, senza aspettare l’esito delle istruttorie delle domande dell’articolo 6, con l’inaccettabile paralisi amministrativa che sta facendo slittare di un altro anno la rigenerazione del territorio salentino, dopo che la Xylella ha fatto seccare 21 milioni di ulivi, provocando effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa.

Gli agricoltori chiedono di espiantare gli impianti olivicoli danneggiati,  e non più produttivi e di eseguire le operazioni colturali utili al reimpianto, perché gli strumenti per la verifica del numero di piante  di olivo danneggiate da eliminare e da ripiantare sono già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019, il catasto olivicolo e le banche dati Agea.

La Coldiretti ha elaborato un decalogo per combattere gli incendi. La prima regola per non causare l'insorgenza di un incendio è quella - afferma la Coldiretti Puglia - di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento. Soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall'automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre - continua la Coldiretti Puglia - non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio - consiglia la Coldiretti regionale - non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che - conclude la Coldiretti Puglia - un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi.

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Continuano a Mesagne gli appuntamenti patrocinati dall’Amministrazione Comunale nell’ambito del programma che l’assessorato ai Percorsi di Legalità ha unificato sotto il nome ‘Maggio della legalità’.

Domani, domenica 22 maggio, l’appuntamento è con ‘Una corsa per la legalità’: con partenza alle ore 9.30 da Piazza Vittorio Emanuele II, l’evento podistico prevede una gara agonistica riservata ad atleti tesserati Fidal – Federazione Italiana Atletica Leggera; una non agonistica, che verrà percorsa sulla distanza di 10 chilometri, organizzata dal CSI, e una camminata ludico-motoria sulla distanza di 5 km. A tutti i partecipanti verrà consegnata la t-shirt ricordo con l’immagine dei giudici Falcone e Borsellino.Corsa_per_la_legalità_2022.jpg

Sostengono l’iniziativa: ASD ‘Atletica Mesagne’; AIGA – associazione italiana giovani avvocati; A.N. Dir Giustizia; ANM - Associazione Nazionale Magistrati di Brindisi; FAI – Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane; Associazione Nazionale Polizia di Stato; Camera Penale di Brindisi ‘Oronzo Melpignano’; CSI Brindisi; Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie; Ordine degli Avvocati della provincia Brindisi; Ordine dei farmacisti Brindisi.

A seguire, lunedì, si svolgerà la ‘Giornata cittadina della Legalità’, che dal 29 maggio – data in cui si è tenuta nelle scorse edizioni – verrà anticipata per onorare la memoria delle vittime della strage di Capaci in cui il 23 maggio 1992 persero la vita il giudice Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo insieme agli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

“Ricordare è una forma di impegno civile. L’esercizio della memoria può conoscere diversi strumenti di espressione, a seconda delle età e dei contesti in cui si sceglie di operare, mentre la partecipazione, in particolare dei giovani, è la condizione necessaria per affermare i valori della verità e della giustizia”, ha dichiarato il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli.CORSA_LEGALITA_2022.jpg

La mattinata del 23 maggio sarà scandita da due iniziative tra loro complementari per il significato unico del messaggio che si intende promuovere: alle 8:30 verrà collocata una targa commemorativa in ricordo del giudice Giovanni Falcone presso la scuola “G. Falcone”, a cura del II Circolo Didattico “Giovanni XXIII;  a partire dalle ore 9.30, in Piazza Garibaldi, si terrà il raduno delle scuole di diverso ordine e grado del territorio e dei cittadini che vorranno partecipare. Il corteo, al quale prenderanno parte i rappresentanti istituzionali, percorrerà via Federico II Svevo, via Brindisi, Piazza Porta Grande e si fermerà in Villa Comunale per un momento celebrativo che si aprirà e chiuderà con un flashmob a tema degli studenti. Interverranno i rappresentanti istituzionali, i dirigenti scolastici, le forze dell’ordine e i referenti dell’associazione ‘Libera’. ‘L’attenzione riservata al mondo della scuola sul tema cruciale della legalità è indicativa di una tradizione ma anche di un obiettivo che si rinnova: i ragazzi crescono e si formano elaborando gli esempi degli adulti. E' questa una responsabilità da coltivare e condividere”, ha concluso Anna Maria Scalera, assessore comunale ai Percorsi di Legalità.

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Il cerchio si stringe intorno agli autori dell’assassinio del mesagnese Carlo Giannini, avvenuto nel Regno unito. Ieri mattina la polizia di Sheffield, nel South Yorkshire, ha arrestato un ragazzo minorenne, di 17 anni, sospettato di avere a che fare con la morte dell’italiano. Lo stesso ragazzo è stato rilasciato oggi 20 maggio dopo aver pagato la cauzione. Lo hanno reso noto gli investigatori con una nota postata sui loro profili social: “Un ragazzo di 17 anni di Sheffield – hanno scritto - è stato arrestato oggi, giovedì 19 maggio, con l'accusa di omicidio. In questo momento è in custodia della polizia. L’arresto è il secondo effettuato nell'ambito dell’indagine. Ieri, mercoledì 18 maggio, gli agenti hanno arrestato un uomo di 18 anni di Sheffield con l'accusa di una serie di reati. Uno di questi è l'omicidio. È stato rilasciato su cauzione. L'indagine è in corso e gli investigatori sono desiderosi di parlare con altri testimoni che potrebbero aver visto o sentito qualcosa che potrebbero aiutarli in vista della morte di Carlo”.

Gli stessi poliziotti hanno lanciato un appello: “Chi ha informazioni che potrebbero aiutare i nostri funzionari nelle indagini può contattare il numero 101 citando la pratica numero 122 del 12 maggio”. La polizia ha pubblicato anche delle immagini di una telecamera di video sorveglianza della notte di mercoledì scorso, 11 maggio, in cui si vede Carlo entrare nel Manor Fields Park, il luogo in cui è stato rinvenuto il suo corpo senza vita, in quelli che potrebbero essere i momenti precedenti la sua morte. La foto è stata scattata alle 11,05 circa. Intanto il medico legale ha eseguito l’autopsia sul corpo di Carlo Giannini ed ha confermato che lo stesso è deceduto a seguito di una coltellata. Nei prossimi giorni consegnerà agli investigatori la relazione conclusiva. Resta, tuttavia, ancora il mistero sul movente. Il perché Carlo è stato ammazzato? Si è, per caso, trovato nel posto sbagliato all’ora sbagliata? Oppure si è trattato di un caso di rapina finita male? O c’è dell’altro? E chi sono i due giovani arrestati? Che legame hanno con la vittima? Una serie di interrogativi su cui stanno lavorando i poliziotti di Sheffield che continuano a indagare per ricostruire ora per ora la giornata di Giannini per trovare l’elemento che possa chiarire questo efferato delitto.

Intanto, a Mesagne c’è tanta costernazione per questa giovane vita spezzata e tanti sono gli attestati di stima e di cordoglio che stanno arrivando alla famiglia Giannini. Una famiglia perbene che in città gode la stima di tutta la comunità. Su questa vicenda c’è da registrare un appello che ha lanciato sui social la signora Rosalba, mamma di Carlo, per quelle cose che in queste ore, per loro tragiche, si stanno dicendo o scrivendo: “Ogni parola falsa è una pugnalata a un cuore ferito”. Carlo, pizzaiolo di professione, aveva deciso di andare via dalla sua città natale per trovare lavoro all’estero. Prima in Inghilterra e poi nel dicembre del 2020, in piena pandemia, si era stabilito in Germania, a Titisee-Neustadt, nella foresta nera, dove aveva aperto una pizzeria insieme al fratello Stefano e alla cognata Valentina Argentiero. Lo avevano chiamato “La spiga d’oro”, per ricordare i campi dorati di grano che l’estate caratterizzano il panorama delle campagne mesagnesi. “Volevamo accompagnare i nostri clienti in un viaggio immaginario nella nostra terra, attraverso sapori e profumi inconfondibili”, aveva detto a quanti gli chiedevano il perché di quel nome dato al locale. L’attività andava bene. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno nel Regno unito. Qui aveva trovato lavoro presso una pizzeria di Sheffield. Una vita tranquilla fino a quel maledetto giovedì 12 maggio quando la sua vita è stata spezzata in un parco.

 

Una volta eseguita l’autopsia la città di Mesagne e, soprattutto, la famiglia sono in attesa di poter svolgere le esequie di Carlo. Potergli dare quel conforto spirituale che merita. Quando si svolgeranno i funerali ancora non si sa poiché il corpo non è stato consegnato alla famiglia. Sarà il coroner, espletate tutte le formalità di legge, a dissequestrare la salma e consegnarla ai familiari che sono a Sheffield già dalla scorsa settimana. I funerali si svolgeranno, con molta probabilità, presso la parrocchia di Mater Domini, luogo in cui Carlo, insieme ai fratelli e alla sorella, è cresciuto. Intanto questi sono giorni di immenso dolore per la famiglia Giannini. Per la mamma Rosalba che aspetta il feretro di questo suo figlio. Ma ad aspettare Carlo sono anche i tanti amici che aveva in città e con i quali, durante i periodi di ferie, trascorreva delle serate spensierate. Era un ragazzone alto e robusto con un carattere molto gioviale. Un leader nelle comitive di amici che oggi lo ricordano con grande rimpianto. Tra questi c’è anche don Pietro De Punzio, parroco del santuario di Mater Domini, che ha cresciuto Carlo e conosce molto bene la famiglia Giannini. “La famiglia Giannini – ha spiegato il sacerdote - da giorni è chiusa in questo dolore, ma anche la comunità parrocchiale e la città intera lo piange.

Tutti conoscevamo Carlo poiché aveva un cuore grande. Il suo ideale era il servizio nella ristorazione. Era uno chef bravo e stimato. Carlo era un ragazzo solare e vivace, amicone di tutti. Ecco perché oggi tutti lo piangiamo. Nel cuore aveva la grande volontà di adoperarsi per il bene. Adesso la famiglia attende per comprendere la dinamica di questo tragico evento. I genitori aspettano, con grande dolore, la salma che, in ogni modo, non sappiamo ancora quando arriverà”. Carlo era un ragazzo solare e disponibile. Ecco perché era andato in Germania per avviare una pizzeria insieme al fratello Stefano e alla cognata Valentina. Qui ogni giorno si sfornano leccornie tipiche del Salento come le pucce, le focacce, i piatti tipici, i panzerotti, i rustici e, perfino, i pasticciotti che sodisfano il palato dei clienti, molti dei quali italiani. “È stata dura – aveva confidato Carlo agli amici -, abbiamo fatto tutto il lavoro di ristrutturazione da soli”. Era orgoglioso di quel lavoro e ne parlava con tutti. Una volta avviata “La spiga d’oro” aveva fatto ritorno nel Regno unito per continuare lì la sua attività.

La foto scattata da un automobilista ci fa vedere un camion che erroneamente sale contromano sulla rampa di ingresso alla statale 7. Fortunatamente un giovane a piedi lo ha bloccato facendogli notare l'errore commesso. 

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Cresce la Bee Economy in rosa delle donne delle api che in Puglia dal miele producono dagli integratori alimentari al ‘nappage’ per i dolci, dalla cosmesi naturale fino alla pellicola per gli alimenti. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, diffusa in occasione della Giornata mondiale delle api, proclamata dall'Onu, al mercato di Campagna Amica di via Tiburtina 695 a Roma dove sono scese in piazza anche le apicoltrici pugliesi impegnate in prima linea per difendere questo insetto che svolge un ruolo insostituibile per l’ambiente e per la vita dell’uomo.

A Massafra in provincia di Taranto c’è Roberta Dimauro, biologa, che ha creato la linea di cosmesi naturale a base di cera e miele, oltre a prodotti per il lifting con l’estrazione del veleno d’api, una linea di dressing per guarnire i piatti gourmet e di laccatura ‘nappage’ per i dolci. All’insegna del salutismo – aggiunge Coldiretti Puglia - gli integratori a base di miele e pappa reale, ginseng e guaranà e con olio essenziale di piante e propoli, ma anche il nettare degli dei con l’alga spirulina. Ma Roberta riesce anche a proteggere gli alimenti – dice Coldiretti Puglia - usando carta da forno e stoffa di cotone imbevute in cera d’api.

Proprio per assicurare un controllo in tempo reale dell’attività nelle arnie ma anche un puntuale biomonitoraggio ambientale sono arrivati anche i primi cyber alveari, presentati dalla Coldiretti a Roma, in collaborazione con gli esperti del Crea Agricoltura e Ambiente.

Si tratta di un’arnia elettronica – continua Coldiretti - collegata ad internet e dotata di telecamere e sensori capaci di rilevare l’attività di volo e la temperatura e l’umidità interna all’alveare, registrare il ronzio della colonia, misurare i parametri ambientali di micrometeorologia. I dati acquisiti vengono trasmessi ad una piattaforma dove l’apicoltore collegato ad internet, magari da uno smartphone, può visualizzarli graficamente, monitorando così a distanza e quasi in tempo reale la sua colonia.

I cyber alveari sono peraltro alimentati ad energia pulita – spiega Coldiretti - grazie a piccoli pannelli fotovoltaici, mentre la presenza di un dispositivo di geolocalizzazione permette di segnalare spostamenti della centralina a seguito, ad esempio, di un ribaltamento oppure in caso di furto dell’arnia.

E per preservare le api dalla tropicalizzazione del clima, ad Ostuni in provincia di Brindisi Maria Donnaiola produce miele biodiverso – racconta Coldiretti Puglia – salvando le api dalla calura e dalla siccità con la transumanza nelle regioni limitrofe, a caccia di acqua e fiori per strappare le api dallo stress e offrendo loro pascoli rigogliosi.

Ma c’è anche l’apicoltura eroica con Daniela Margarito che a Racale in provincia di Lecce, nonostante l’abbandono e la morte di migliaia di ulivi a causa della Xylella, continua a prendersi cura delle sue api, dedicandosi a colture diverse per offrire pascoli nuovi.

“Sono tenaci e resilienti le donne che allevano le api – afferma Maddalena Rignanese Rinaldi, responsabile di Coldiretti Donne Impresa Puglia – si dedicano con sacrificio e passione ad un’attività delicata con le api che necessitano di clima e alimentazione giusta per il loro benessere, prima ancora che per produrre miele. La società perfetta delle api, tutta al femminile, non può che essere gestita da imprenditrici che ne conservano dinamiche e logiche”.

Una spinta all’innovazione che ha fatto crescere la “bee economy” che abbraccia - spiega Coldiretti – ormai diversi settori, dal business delle cerimonie con le agribomboniere con la cera d’api ideate da una apicoltrice abruzzese alla cosmetica con creme e unguenti a base di cera, miele e veleno d’api, create da una produttrice pugliese fino allo sport con bevande energizzanti per atleti di un agricoltore umbro. Un fenomeno che – conclude la Coldiretti - traina anche lo sviluppo di nuove professioni come il sommelier del miele che guida i consumatori a riconoscerne le caratteristiche, arrivando anche a capire da quale pianta o fiore è stato prodotto.

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