Redazione

Nel tennis una gara felice è anche quella al termine della quale conquisti il primo vantaggio nella poule salvezza. Vittoria interna per i ragazzi del Circolo Tennis Brindisi che ieri (domenica 26 giugno), nel turno di andata playout del Campionato Nazionale Squadre di Serie B1 Maschile, si sono imposti per 4 a 2 sugli ospiti del Circolo Tennis Lanciano.

Sei gli incontri disputati (4 singolari e 2 doppi) e una vittoria importante in chiave salvezza per i biancazzurri che, allo stato attuale, per la permanenza nella categoria, dovranno obbligatoriamente vincere o pareggiare la gara di ritorno oppure, in caso di sconfitta, cercare di chiudere il turno con il punteggio di 2 a 4, puntando tutto sul doppio di spareggio.

Nei singolari: Filippo Tonnicchi (Brindisi, classifica 2.5) è stato sconfitto da Davide Guerra (Lanciano, classifica 2.4) 6-2/6-2; Andrea Massari (Brindisi, classifica 2.6) è stato sconfitto da Andrea Rossi Principe (Lanciano, classifica 2.5) 7-6/6-3; Maciej Rajski (Brindisi, classifica 2.3) ha battuto Riccardo Di Nocera (Lanciano, classifica 2.2) 6-0/6-0; Matteo Giangrande (Brindisi, classifica 2.6) ha battuto Daniele Cirelli (Lanciano, classifica 2.5) 6-1/6-1.

Nei doppi: Rajski/Giangrande (Brindisi, classifica 2.3 e 2.6) hanno battuto Guerra/Rossi Principe (Lanciano, classifica 2.4 e 2.5) 6-2/6-2; Massari/Tarlo (Brindisi, classifica 2.6 e 3.1) hanno battuto Di Biase/Seccia (Lanciano, classifica entrambi 2.7) 4-6/6-4/10-2.

«Siamo felici di questa vittoria che ci dà energia in ottica salvezza – ha affermato nel post gara Vito Tarlo, capitano del C.T. Brindisi -. Abbiamo disputato una gara incredibile: in svantaggio per 0 a 2 al termine dei primi due singolari, siamo riusciti a recuperare e a chiudere positivamente i due doppi superando gli avversari. I ragazzi hanno dato prova di grande carattere. Adesso, restiamo concentrati per il prossimo turno, la gara di ritorno è tutta da giocare e l’obiettivo della permanenza ancora da raggiungere. È il momento di tenere i piedi ben piantati a terra».

Domenica prossima (3 luglio), i biancazzurri affronteranno nuovamente, questa volta in trasferta, la formazione del Circolo Tennis Lanciano nella gara di ritorno, decisiva per la permanenza in serie B1.

Nei prossimi 5 anni arriveranno quasi 2 miliardi di euro per lo sviluppo rurale della Puglia con la nuova ripartizione dei fondi del PSR 2023-2027, un’attribuzione consistente che impone una decisa inversione di tendenza per non ripetere gli stessi errori del passato, sburocratizzando le procedure e puntando sulle filiere, sui giovani e razionalizzando le risorse per i GAL. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione al riparto Feasr per il periodo 2023-2027per le regioni italiane, con la Puglia che si vede assegnare 1.184.879.283 euro con il 49,50% di cofinanziamento nazionale.

E’ necessario costruire un PSR in linea con le reali esigenze delle imprese agricole – dice Coldiretti Puglia – che faccia recuperare la competitività persa negli anni precedenti, grazie a bandi snelli perché la burocrazia “ruba” in Puglia fino a 120 giorni all’anno al lavoro nelle aziende agricole ma soprattutto frena, con le inefficienze, l’avvio di nuove attività e l’ingresso di giovani nell’attività di impresa. Con i fenomeni inflazionistici aggravati dalla guerra in Ucraina, serve investire sulle filiere, per costruire percorsi dal campo alla tavola che riconoscano il giusto valore alle produzioni agricole e al cibo locale – insiste Coldiretti Puglia – riequilibrando i fondi assegnati ai GAL che tengano conto del minimo imposto da Bruxelles, pari al 5% delle risorse totali, dando finalmente spazio e risorse ad una misura ad hoc sul benessere animale, attraverso una semplificazione burocratica e una maggiore capacità di spesa.

“Come sempre, offriremo il massimo della collaborazione perché dobbiamo salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui con il conflitto in Ucraina il cibo ha dimostrato tutta la sua strategicità. Va garantito sostegno e competitività alle imprese, consentendo così di svolgere un ruolo essenziale di produzione, nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Lo scenario di crisi, causato dal caro gasolio, dove più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea, evidenzia uno tsunami sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari.

Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli. Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. In difficoltà serre e vivai per la produzione di piante, fiori, ma anche verdura e ortaggi seguiti dalle stalle da latte.

Occorrono investimenti per aumentare la produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne – conclude Coldiretti Puglia - all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

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I 500 milioni di euro assegnati tempo fa per la nostra provincia attraverso  il CIS (contratto istituzionale di sviluppo) sono diventati in queste ore  poche decine di milioni di euro…. se arriveranno.

Il Sindacato Cobas esprime, a partire della misera valutazione sui finanziamenti ,  profonde critiche al “Contratto Istituzionale di Sviluppo” che sarà firmato Martedì 28 Giugno a Brindisi in Prefettura tra i Sindaci della Provincia di Brindisi e la Ministra per il Sud Mara Carfagna relativamente alle cifre che verranno date ai Comuni.

Dalle roboanti dichiarazioni dell’inizio di politici e sindaci che attraverso i finanziamenti del CIS sarebbe cambiato il volto economico ed occupazionale della nostra provincia all’accontentarsi di quello che “passa il Governo” il passo è breve.

Sono abituati questi politici e governanti locali e regionali a far apparire come la migliore delle cose operazioni che sono in realtà regalie di basso profilo.

E’ chiaro che non ci sputiamo sopra  questi soldi , non siamo mica scemi  , ma pretendiamo di dire quello che pensiamo .  Il risarcimento per questa provincia di fronte ai danni subiti tarda ad arrivare e forse non arriverà mai .

 E’ necessario che la gente si ribelli a questa situazione grave dove ad esempio alle multinazionali dell’energia è permesso di speculare portando la benzina ad oltre 2 euro nonostante i timidi interventi del governo nazionale sulle accise.

Una economia di guerra taglia le risorse per i territori e fa diventare ancora più ricchi i capitalisti…che brutta parola ma ancora troppo in voga.

Di nuovo la nostra terra diventa di nuovo di conquista per chi vuole venire qua a fare le peggiori cose mentre gli investimenti importanti li fanno altrove.

Invitiamo alla protesta dirigendo la nostra rabbia a partire dai governanti nazionali e scendendo giù ad arrivare ai Sindaci ed Amministrazioni varie.

Per il Cobas Roberto Aprile

Ad oltre due anni dall'omicidio del diciannovenne Giampiero Carvone, avvenuto in questo rione Perrino di Brindisi il 10.09.2019 a seguito di una serrata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce - Direzione Distrettuale Antimafia, gli investigatori della Squadra Mobile giungono all'epilogo della vicenda individuando, grazie anche al contributo dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia, il responsabile dell'azione omicidiaria che, dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce notificata in data odierna, risulterebbe essere:

  • F., di anni 26, brindisino, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari.

A carico del G.F. venivano raccolti, in oltre due anni di attività di indagine, inconfutabili elementi di prova che consentivano al P.M. della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce di richiedere al

G.I.P. l'emissione del provvedimento  oggi eseguito.

L'azione delittuosa, scaturita da un furto di autovettura in pregiudizio di un soggetto brindisino legato da rapporti di parentela ad un noto esponente della criminalità locale, dopo avere ingenerato una serie di reazioni violente che determinavano la commissione di due azioni delittuose verificatesi il pomeriggio precedente l'omicidio, che portavano all'arresto dei responsabili in esecuzione di due distinti provvedimenti cautelari emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi, indirizzava l'attività investigativa verso quello che pareva essere il movente dell'omicidio: il furto dell'autovettura.

In realtà la successiva attività investigativa imponeva una differente prospettazione delle problematiche che avevano determinato l'omicidio spostando le ragioni ad esso sottese da una iniziale valutazione dei fatti come legati alla criminalità comune ad un episodio di criminalità organizzata, gestita quest'ultima da codici non scritti ma ben noti a tutti i consociati che sono obbligati ad osservarli.

L'omicidio di Gianpiero CARVONE non è, infatti, reazione diretta al furto dell'autovettura ma punizione di uno "sgarro" del povero Gianpiero, che probabilmente  in ragione della giovane età

 

non era riuscito ancora ad assimilare i contenuti del codice di comportamento mafioso, nei confronti dei suoi stessi amici e forse anche correi nell'episodio che aveva determinato le vicende delittuose.

Giampiero Carvone veniva punito in puro stile mafioso per non avere coperto, secondo uno dei principi cardine della codicistica criminale, quello dell'omertà, quelli che da altra parte della criminalità venivano additati come gli autori di uno "sgarro" che, a prescindere dalle conseguenze, meritava di essere punito.

In proposito scrive il G.I.P. che ... il ragazzo è stato ucciso per porre fine ad una  situazione "scomoda " che per l’autore dell’'omicidio poteva trovare soluzione solo  con l’eliminazione fisica del giovane Carvone, definito come esuberante e, in quanto tale, non gradito negli ambienti malavitosi nei quali, nonostante tutto, era inserito. Prosegue il G.I.P. affermando che: Giampiero Carvone muore a causa di un  furto d’auto e del successivo danneggiamento della stessa dovuto ad un sinistro stradale, furto perpetrato in danno di persone “sbagliate”; ma muore fondamentalmente per avere fatto “l’infame”, avendo riferito ad un uomo di  spessore ,  assai temuto, i nomi dei suoi complici nel furto, tra cui proprio l’'odierno indagato.

L 'assurdità dell'omicidio dell'appena diciannovenne è evidente se si consideri che, in una città dove i furti d'auto si contano a decine, il motivo che origina l'episodio delittuoso sia proprio da ricercare in un fatto reato talmente diffuso da non preoccupare più nessuno, o meglio, da preoccupare solo chi, inserito in organizzazioni criminali, è tenuto al rispetto e ad essere rispettato in quanto mafioso e il “rispetto” è imposto ad ogni sodale o ad ogni “promesso” quale risultava essere Giampiero Carvone.

Ritornando all'attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile la stessa è consistita nel ricostruire, tramite le dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti, gli ultimi momenti di vita del Carvone e quanto accaduto nel pomeriggio precedente l'omicidio.

Sono quindi stati posti in risalto i contrasti nei contributi dichiarativi e gli stessi evidenziati alla Procura Distrettuale che, confrontati gli stessi con quanto dichiarato da collaboratori di giustizia, li sottoponeva alla valutazione del G.I.P., unitamente al elementi di prova successivamente emersi nel corso delle indagini, che si determinava ad emettere il provvedimento notificato oggi.

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Uno dei punti di forza del programma dell’estate mesagnese 2022 è sicuramente il “Messapica film festival” che scandirà le calde notti nella cittadina messapica. Il cartello delle proiezioni sarà reso pubblico in settimana, nel frattempo iniziamo a scoprire qualche curiosità che orbita intorno alla programmazione che si annuncia ricca di presenze nazionali e internazionali.

Regista dell’intera operazione cinematografica, per il quarto anno consecutivo, è la mesagnese Floriana Pinto che da undici mesi, cioè dal mese successivo alla terza edizione, si è messa al lavoro per programmare un’edizione 2022 dai contorni fantastici.  Dunque, torna l’estate e, insieme agli eventi più mondani, in Puglia torna anche il cinema d’autore. A Mesagne, località in grande ascesa nella provincia di Brindisi, da 18 al 24 Luglio si svolgerà la quarta edizione del “Messapica film festival”. Uno spazio dedicato al miglior cinema internazionale, fatto dalle donne e dagli uomini che le donne le raccontano, e che la direttrice artistica Floriana Pinto ci tiene a descrivere come “un presidio di umanità attorno al quale parlare dei temi che riguardano tutti gli esseri umani’. Sette giorni ricchi di appuntamenti e grandi novità: 30 proiezioni tra lungometraggi, documentari e cortometraggi, presentazioni di libri, focus su temi del contemporaneo, eventi collaterali e un’arena tutta dedicata al cinema per ragazzi e le famiglie. Ma anche un’edizione all’insegna della solidarietà, che nasce con l’hashtag #pace come motore che sottende a tutti i contenuti del festival.Messapica_film_festival.jpeg

Novità importante di questa quarta edizione è la presenza di una giuria internazionale formata da personalità del mondo del cinema che decreterà il miglior film del concorso Meff 2022, tra cui anteprime nazionali e regionali che arrivano dai festival di Cannes, Berlino e Venezia. Il festival sarà anche l’approdo di un percorso lungo un anno, realizzato attraverso il “Meff School Lab”, un laboratorio di alfabetizzazione al linguaggio cinematografico rivolto alle scuole superiori di primo e secondo grado di Mesagne, conclusosi con la produzione di due cortometraggi che saranno presentati durante le giornate del Festival. Il Meff, che fa parte della Apulia Cinefestival Network, ed è realizzato con il contributo del Comune di Mesagne, della Regione Puglia e di Apulia Film Commission, è riuscito in tre edizioni a ritagliarsi una narrazione unica in tutta la Puglia. Per conoscere l’intera programmazione della settimana dedicata al cinema bisognerà avere un po' di pazienza e attendere ancora qualche giorno.

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Dati del giorno: 26 giugno 2022

3.022
Nuovi casi
12.494
Test giornalieri
1
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 917
Provincia di Bat: 290
Provincia di Brindisi: 267
Provincia di Foggia: 453
Provincia di Lecce: 655
Provincia di Taranto: 382
Residenti fuori regione: 48
Provincia in definizione: 10
34.640
Persone attualmente positive
269
Persone ricoverate in area non critica
9
Persone in terapia intensiva

Si sono esibite le ‘signore delle orecchiette’ in Piazza del Ferrarese per cittadini e turisti per spiegare come fare la pasta in casa con il grano appena raccolto in Puglia, in occasione della Festa del cereale più ricercato del momento a causa della guerra in Ucraina, una festa amara per il calo della produzione del 35%, con punte del 50% in alcune aree della Puglia. E’ quanto emerge dalle rilevazioni della Coldiretti Puglia, divulgata in occasione della festa della mietitura e del grano che si è celebrata in tutti i mercati contadini, con il crollo della produzione di grano in Puglia a causa della siccità che sta stringendo in una morsa la regione da mesi.

La produzione è in calo proprio quando in Puglia coltivare grano è costato agli agricoltori pugliesi fino a 600 euro in più ad ettaro a causa dell’impennata dei costi di produzione causata dall’effetto a valanga della guerra in Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid, che si riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti – afferma Coldiretti Puglia - per cui il salasso a carico del Granaio d’Italia rende necessari interventi per aiutare le imprese rispetto a rincari ormai insostenibili, a partire dal settore cerealicolo che rappresenta uno dei simboli della situazione di difficoltà in cui versa l’agricoltura regionale.

Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali di costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.

Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi e dalla grave e perdurante siccità in alcune aree delle province di Bari e Foggia – sottolinea Coldiretti Puglia – rischia di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare che con i raccolti nazionali di mais e soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, si copre rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy che si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente, dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia.

Le migliori varietà di grano duro selezionate – insiste Coldiretti Puglia - da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.

La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea dalle quali si evidenzia che in un caso su quattro i costi superano i ricavi con il grano duro per la pasta che è quotato in Italia 55 centesimi al chilo e quello tenero per il pane a 45 centesimi al chilo. L’impatto si fa sentire anche sui consumatori con i prezzi che dal grano al pane aumentano da 6 a 12 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito venduto da 2,7 euro al chilo a 5,4 euro al chilo, secondo la Coldiretti.

Un trend negativo che aumenta la dipendenza dall’estero in una situazione in cui – evidenzia la Coldiretti regionale – l’Italia è diventata deficitaria in molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci e il 62% del grano duro per la pasta.

Per effetto della riduzione delle rese a causa dei cambiamenti climatici– continua la Coldiretti Puglia - il raccolto dovrebbe attestarsi attorno ai 6,5 miliardi di chili a livello nazionale su una superficie totale di 1,71 milioni di ettari coltivati fra grano duro per la pasta (1,21 milioni di ettari) e grano tenero per pane e biscotti (oltre mezzo milione di ettari).

La situazione è preoccupante anche a livello internazionale dove la produzione mondiale di grano per il 2022/23 è stimata in calo a 769 milioni, per effetto della riduzione in Ucraina con un quantitativo stimato di 19,4 milioni di tonnellate, circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti per questa stagione ma anche negli Stati Uniti (46,8 milioni) e in India (105 milioni), secondo l’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati dell’International Grains Council che evidenzia peraltro  che in controtendenza il raccolto di grano cresce del 2,6% in Russia per raggiungere 84,7 milioni di tonnellate delle quali circa la metà destinate all’esportazioni (39 milioni di tonnellate).

Il Paese di Putin è il primo esportatore mondiale di grano con il controllo delle scorte alimentari– sottolinea la Coldiretti – rischia di sconvolgere gli equilibri geopolitici mondiali con Paesi come Egitto, Turchia, Bangladesh e Iran che acquistano più del 60% del proprio grano da Russia e Ucraina ma anche Libano, Tunisia Yemen, e Libia e Pakistan sono fortemente dipendenti dalle forniture dei due Paesi.

Una situazione che riguarda direttamente anche l’Unione Europea nel suo insieme dove – precisa la Coldiretti – il livello di autosufficienza delle produzione comunitaria varia dall’ 82% per il grano duro destinato alla pasta al 93% fino al 142% per quello tenero destinato alla panificazione secondo l’analisi della Coldiretti sull’ultimo outlook della Commissione Europea che evidenzia l’importanza di investire sull’agricoltura per ridurre la dipendenza dall’estero e non sottostare ai ricatti alimentari.

Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi sia immediati per salvare le aziende che strutturali per programmare il futuro, lavorare da subito agli accordi di filiera e investire per aumentare la produzione e le rese dei terreni – conclude Coldiretti Puglia - con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma bisogna anche sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici.

PUGLIA

2020

2021

PRODUZIONE CEREALI

superficie totale - ettari

produzione totale - quintali

superficie totale - ettari

produzione totale - quintali

    frumento tenero

15000

402800

7100

233000

    frumento duro

344300

9904500

343500

9718500

    orzo

22350

549000

22050

550000

    avena

24650

562400

24550

564400

    mais

840

52300

835

53500

    sorgo

100

4000

100

4000

    altri cereali

6040

126800

6090

133810

TOTALE

413280

11601800

404225

11257210

Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati Istat.

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Il comune di Mesagne, con delibera di G.M. n° 186 del 25 Maggio 2022, ha avviato l’iter amministrativo per accedere ad un mutuo presso la Cassa Deposito e Prestiti per un milione di Euro con cui intende acquisire beni immobili destinati a standard’s urbanistici (verde pubblico e parcheggi) a servizio del quartiere Zecchino e terreni destinati all’ampliamento del Cimitero Comunale secondo la previsione del Piano Regolatore Generale.
 Il terreno destinato a parcheggio pubblico è ubicato e prospiciente via Damiano Chiesa, ricade in parte su strada pubblica e in parte è identificato dal Foglio Catastale 40 particella 782. Le aree destinate a verde pubblico sono sempre ubicate fra via Damiano Chiesa e via Papa Paolo VI (Foglio 40 particelle 782, 121, 739), sono in continuità con la precedente e costituiscono la gran parte della superficie da acquisire. Il costo complessivo di queste superfici, sulla base della valutazione posta dall’Agenzia delle Entrate (15 euro a mt2) è di 454.753,33 euro . 
L’area da espropriare per l’ampliamento del Cimitero avrebbe una estensione di 45.000 mt2 e un costo complessivo di 510.580,17 euro a cui si aggiungerebbe l’acquisizione della fascia di rispetto cimiteriale compresa la via Paolo IV (la strada che porta al cavalcavia) e le mura di cinta del cimitero per un costo di 34.666,50. 
Delibera secca senza fronzoli e rimandi, senza se e senza ma. I se e i ma ce li mettiamo noi.
· Possibile che una decisione così importante che espone l’Ente e i cittadini ad un ulteriore aggravio del tasso di indebitamento, in un contesto di persistente difficoltà del bilancio comunale e con ripercussioni urbanistiche e sociali rilevantissime sia stata assunta senza il parere vincolante del Consiglio Comunale, senza che vi sia menzione negli strumenti di programmazione adottati ( Bilancio di Previsione, Piano delle alienazioni e delle acquisizioni, Programma triennale delle O.O.P.P.), senza uno straccio di discussione in una Commissione Consiliare? Possibile che il sindaco non si sia sentito in dovere di inserirla tra le sue comunicazioni rese al Consiglio del 13 Giugno scorso?
· Esiste un progetto preliminare, uno studio di fattibilità, una proiezione che determini quali saranno i costi e i tempi di realizzazione delle opere? Dalla lettura deliberazione nulla di ciò è dato di sapere e non si va oltre l’acquisizione dei suoli .
· L’ampliamento del cimitero a parer nostro, non dovrebbe rientrare fra gli “standards urbanistici della zona Quartiere Zecchino” come recita la delibera, sono cose affatto differenti salvo che non si voglia considerare la città dei morti a servizio di quella dei vivi ed entrare nel cuore di una concezione transeunte della vita e della morte. Questa distinzione sarebbe importante perché diverse sono le connotazioni urbanistiche, diverse dovrebbero essere le fonti di finanziamento e il piano realizzativo delle opere. 
· L’ acquisizione delle aree da destinare a standard’s dovrebbero finanziarsi col capitolo di spesa all’uopo istituito e dedicato (cap. n°878 art 3 ), quello che si costituisce con gli oneri derivanti dalla monetizzazione cioè dai soldi che i cittadini versano nel momento del rilascio del titolo abilitativo affinchè il comune realizzi le opere di urbanizzazioni.
· L’acquisizione delle area per l’ampliamento del cimitero potrebbe finanziarsi con gli introiti derivanti dal capitolo delle entrate per “servizi cimiteriali” e l’ampliamento potrebbe realizzarsi, come già fatto, con una partita di giro derivante dalla vendita dei suoli per le cappelle gentilizie. Magari si potrebbe procedere per lotti funzionali progressivi giacchè un primo ampliamento è in corso di realizzazione e cresce la richiesta di cremazione che invece non viene affatto considerata. 
· Perché questa fretta di ricorrere all’acquisizione sic et simpliciter di aree su cui peraltro non incombe un vincolo espropriativo che obblighi il comune di acquisirle? Perché questa fretta di accendere un mutuo senza una discussione preliminare sui temi urbanistici e finanziari che la vicenda comporta?
· Considerando che verosimilmente oltre l’80% dell’area a standard che si prevede di acquisire è destinata a verde pubblico, cosa si intende fare di questa vastissima area: un parco urbano, un parco giochi per i bambini, un’ impianto sportivo? Tanti e tali sono le possibilità concesse dalle Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) che bisogna attentamente valutare l’impatto e i carichi urbanistici che l’intervento comporterà su un area molto congestionata dove insistono una gran quantità di strutture e servizi pubblici ( una scuola materna, una scuola elementare, l’Istituto Tecnico Commerciale, il Palazzetto dello sport, il Salento Fun Park , l’ex mattatoio ). Si può sapere dunque cosa si intende fare e come si integrano questi ipotetici interventi con il Piano di Rigenerazione Urbana “Zecchino” approvato e finanziato?    
· Qual è il destino ipotizzato per l’area antistante l’Istituto Tecnico Commerciale (Foglio catastale 40 part. 836) anch’essa tipizzata dal Piano Regolatore come parcheggio pubblico, giacchè questa area, a differenza di quelle in discussione, è stata censita dall’Ufficio Tecnico come area di prima acquisizione per la sua la sua ubicazione strategica nel contesto del quartiere e che per questo verrebbe prima delle altre?    
Con questi chiari di luna il parcheggio allo Zecchino, che doveva esser già pronto a ricevere la folla di turisti che bussano alla Porta Grande, si farà alle calende greche e per molto tempo ancora bisognerà accontentarsi della navetta di via Brodolini.
Queste e altre domande ha sollecitato la lettura questa delibera e le risposte? …….Parole al vento.
           
Movimento libero & progressista 

Novità sul fronte dell'omicidio di Carlo Giannini. Il prossimo 22 luglio si svolgerà a Sheffield, nello Yorkshire meridionale dell’Inghilterra, l’udienza di convalida dell’arresto del 27enne sospettato di aver partecipato all’aggressione in cui perse la vita il 34enne mesagnese, Carlo Giannini. Si spera che nella medesima data possa essere fissata una data per l’istruttoria. Infatti resta ancora avvolto da un alone di mistero l’omicidio del giovane chef, ammazzato con una sola coltellata al petto, poiché sono ancora sconosciuti sia il movente sia la dinamica.

Infatti resta ancora avvolto da un alone di mistero l’omicidio del giovane chef, ammazzato con una sola coltellata al petto, poiché sono ancora sconosciuti sia il movente sia la dinamica. Di certo c’è quanto hanno rivelato alcune telecamere di video sorveglianza presenti in zona e che hanno filmato, alle 23.06 dell’11maggio scorso, Carlo entrare nel Manor Fields Park. Alle ore 5 del 12 maggio un passante ha telefonato alla polizia, dicendo che un giovane era seduto su una panchina del parco e sembrava morto. L’arrivo della polizia, poco dopo, e la conferma della causa della morte di Carlo per omicidio. Nei giorni successivi gli investigatori hanno diramato delle foto di alcuni individui che sono entrati nel parco tra le ore 23,13 dell’11 maggio e le 3,09 del 12 maggio. Qualcuno di loro potrebbe aver visto qualcosa o essere, addirittura, il killer del giovane mesagnese.

Dopo alcune settimane la polizia di Sheffield ha arrestato un 27enne sospettato di aver ruotato intorno all’omicidio del Giannini. Prima di lui era stato tratto in arresto un ragazzo di 17 anni, rilasciato sotto inchiesta, e uno di 18 anni, anch’egli rilasciato poco dopo su pagamento della cauzione. Titolare delle indagini è l'ispettore capo Becky Hodgman, che, sull’argomento, ha dichiarato: "È essenziale creare un quadro chiaro dell'attività all'interno e intorno al parco nella notte dell'11 maggio e nelle prime ore del 12 maggio”. L'omicidio è maturato in Inghilterra, nel South Yorkshire, nella città di Sheffield, dove Carlo Giannini era ritornato a lavorare dopo una parentesi tedesca. Infatti, con il fratello Stefano e la cognata Valentina avevano avviato una pizzeria in Germania, nel cuore della foresta nera. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno in Inghilterra. Ed è qui che, probabilmente, va cercato il movente della sua morte. La pista principale potrebbe essere quella di un’aggressione con rapina, avvenuta nella notte all’interno del parco. In pratica Carlo si sarebbe trovato nel luogo sbagliato all’ora sbagliata. Ma ogni altra ipotesi è vagliata dall’ispettore Hodgman.  Il caso Giannini è seguito costantemente anche dai funzionari della Farnesina che sono in contatto con l’ambasciata italiana di Londra e il consolato di Sheffield. Intanto, a Mesagne, e non solo, sono in tanti ad aspettare una svolta nelle indagini. Che siano chiari movente e dinamica, ma soprattutto coloro che hanno ammazzato Carlo in una terra lontana, dove si era trasferito per lavorare.

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Un gravissimo incidente sul lavoro si è verificato oggi, intorno alle ore 8, a bordo di un traghetto Moby che stava arrivando nel porto di Genova dopo essere partito da Porto Torres. Per ragioni ancora da accertare, un marittimo di circa 40 anni, C. M. di Mesagne ma residente a Ischia, è rimasto schiacciato da una porta a tenuta stagna mentre stava lavorando a bordo della nave di cui era ufficiale di macchine.