Redazione

XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA ESPIANTI ULIVI INFETTI A MONOPOLI; PATTO SOCIALE PER SALVARE I 'MONUMENTALI'. Dopo i primi 2 espianti degli ulivi infetti a Monopoli, lunedì 19 ottobre ARIF procederà con l’abbattimento delle altre piante malate, ricadenti in zona cuscinetto e 1 in area indenne, una misura sofferta ma necessaria, da attuare con la massima velocità per salvare la Piana degli Ulivi Monumentali. A darne notizia è Coldiretti Puglia che lancia un patto sociale con tutte le altre categorie produttive dell’area, perché la Xylella non è solo un problema agricolo.

“Oltre al patrimonio olivicolo compromesso, è incalcolabile il danno d’immagine che la Xylella produce con gravi ripercussioni anche sul turismo. Continuare a pensare che la Xylella sia un problema solo dell’agricoltura è la dimostrazione di una miopia di quanti ancora non prendono coscienza del danno arrecato dalla malattia a tutta l’economia, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato all’agroalimentare e alla ricettività”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

L’epidemia si è estesa con altre 136 piante infette situate anche nella Piana degli Ulivi Monumentali – insiste Coldiretti Puglia - dove è scomparso per sempre 1/3 degli storici esemplari, privando l’Italia di un patrimonio di inestimabile valore sul piano storico, ambientale, economico ma anche occupazionale. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Puglia in occasione della scoperta dei nuovi focolai anche nelle campagne di Monopoli (Bari) proprio in occasione dell’inizio della raccolta delle olive sugli alberi sopravvissuti alla Xylella che sta devastando la Puglia.

“Per i trattamenti fitosanitari obbligatori le aziende vanno sostenute affinché venga tutelata l’agricoltura biologica e tutte le produzioni messe a rischio direttamente e indirettamente con la diffusione della malattia.  In Puglia il 29% della superficie olivicola è coltivata con metodi di produzione biologica su un totale regionale di 171mila ettari e il 20% della produzione nazionale, mentre le pratiche bio interessano il 6% della superfice coltivata ad ortaggi”, conclude il presidente Muraglia.

La zona colpita è l’area cuscinetto a Nord dove la normativa prevede la rimozione anche delle piante circostanti nel raggio di 50 metri, situata nel cuore della Piana degli Ulivi, dove è altissima la concentrazione di ulivi millenari con ben 250mila esemplari di pregio straordinario. Si stima che alcuni potrebbero addirittura avere un'età fino a 3.000 anni, con circonferenze che superano i 10 metri. Una ricchezza dal punto di vista storico e turistico sino ad oggi mantenuta in vita soprattutto grazie all’impegno di generazioni di agricoltori, anche a prezzo di sacrifici considerevoli. La gestione di un ulivo monumentale è, infatti – rileva la Coldiretti -, molto più complicata, con rese produttive notevolmente più basse rispetto a una normale pianta, ma anche la necessità di procedere a una raccolta esclusivamente manuale e maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento.    

Sarà ridemarcata l’area infetta, considerato che la presenza dell’ulivo infetto in area indenne – aggiunge Coldiretti Puglia - farà ‘salire’ la zona cuscinetto e serve un ragionamento serio circa le misure da attuare, anche rispetto al nuovo regolamento comunitario che ha ridotto da 100 a 50 metri il raggio entro cui andrebbero tagliate anche le piante non infette da Xylella fastidiosa e anche la riduzione dell'ampiezza della zona cuscinetto.

Monitoraggi a tappeto delle piante, non solo visivi, e dell’insetto vettore ‘la sputacchina’, campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano – aggiunge Coldiretti Puglia - l'unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L'efficacia e sistematicità – conclude Coldiretti Puglia - sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.

 

 

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L’Amministrazione comunale di Mesagne ha deciso di collocare il busto del generale Giovanni Messe, ultimo maresciallo d’Italia, nell’aiuola di piazza dei Commestibili. La decisione di giunta sarà ratificata dal Consiglio comunale che si svolgerà giovedì 22 ottobre presso Palazzo dei Celestini, sede della municipalità mesagnese. Una decisione che, secondo l’Anpi, mal si coniuga con il deliberato di qualche mese fa in cui a Liliana Segre, ebrea deportata nei campi di concentramento nazisti, è stata assegnata la cittadinanza mesagnese. La contrarietà alla posa del busto di Messe nasce dal fatto che egli è stato un ufficiale comandante prima al servizio del re e poi di Benito Mussolini. Un dibattito che va avanti da decenni tra coloro che vogliono mettere alla gogna il generale e coloro che vogliono riabilitare tale figura di soldato a servizio della Patria, al di la di chi fosse al governo. Così, la decisione dell’Amministrazione comunale di ridiscutere di tale argomento ha fatto esplodere la protesta. In primis da parte dell’Anpi di Mesagne che si è schierata contro tale decisione.  “La scelta di inserire tale punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale offende la storia democratica e pacifista della nostra città”, è l’incipit di una nota diffusa ieri mattina dall’Associazione nazionale dei partigiani italiani - offende tutti coloro che hanno ridato, anche con il sacrificio della propria vita, al nostro Paese la libertà, la democrazia contro ogni forma di tirannia e assolutismo; offende tutti quei giovani che credono fermamente nell’importanza della legalità, della forma Repubblicana dello Stato e di tutti i principi costituzionali”.

Per tutte queste ragioni l’Anpi di Mesagne ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale, Omar Ture, al sindaco, Toni Matarrelli, ed a tutti componenti del Consiglio, della Giunta e della maggioranza di decidere da che parte stare: dalla parte di Liliana Segre e della Costituzione o da quella del Generale Messe?”. Intanto, in città si fa strada la proposta di chiedere il ritiro di tale ordine del giorno e di archiviare definitivamente il “Caso Messe”. “Mentre solo pochi mesi fa il Consiglio comunale di Mesagne conferiva la cittadinanza onoraria proprio alla senatrice Liliana Segre, quale simbolo e testimonianza di tutti coloro che sopravvissero alle barbarie nazi-fasciste; mentre Mesagne è riuscita, in meno di un anno, a ricostituire una sede locale dell’Anpi, riunendo oltre 100 consociati che nei valori e nei principi della pace, della libertà, della democrazia e dell'antifascismo si riconoscono; mentre a livello mondiale, nazionale e locale aumenta il bisogno di far conoscere anche ai più giovani i sacrifici umani di coloro che sono morti per la libertà, il presidente del Consiglio comunale, Omar Ture, convoca il sindaco ed i consiglieri per la seduta del 22 ottobre 2020, inserendo all’ordine del giorno anche il punto: “Giornata commemorativa in onore del maresciallo d’Italia Giovanni Messe e individuazione sito per la collocazione del busto", è scritto nella nota dell’Anpi. Tuttavia, il “caso Messe” ha creato una frattura anche tra gli storici poiché ci sono coloro che vogliono recuperare la figura del generale e coloro che lo vogliono continuare a studiare senza, al momento, nessun riconoscimento pubblico.

 

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Buongiorno a tutti.
Ministro Catalfo, Ministro Amendola, Presidente, Giovani Imprenditrici, Giovani imprenditori, Cari amici, Non nascondo l’emozione nell’intervenire oggi, in un Convegno dei Giovani Imprenditori che si svolge in un momento così particolare e drammatico per la storia del nostro Paese e dell’intero Pianeta. Non vi nascondo anche che avevo preparato qualche settimana fa una bozza di intervento che in queste ore ho dovuto totalmente modificare.

Viviamo nell’era dell’incertezza. Un’incertezza che rende difficile e spesso paralizzante la vita di tante imprese e di tanti nostri collaboratori. Non c’è resilienza, non ci sono slogan “andrà tutto bene” che potranno far andar bene le cose. Tocca a tutti noi essere resilienti. Tocca a tutti noi far “andar bene le cose”. Un’incertezza che può causare una caduta prolungata della domanda. Lo ha descritto bene il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco intervistato domenica dal Corriere della Sera. Lo stato di incertezza in cui oggi viviamo,

Ha spiegato bene Visco,  è caratterizzato da più fattori. Il primo è sanitario, riguarda la durata della pandemia, i tempi per produrre e distribuire un vaccino. Il secondo è soggettivo e psicologico: a fronte dell’incertezza le imprese e noi tutti come consumatori tendiamo a procrastinare, a non consumare né investire. Servono visione e ogni strumento utile a tenere viva e rilanciare la domanda per non rischiare di lasciare indietro interi pezzi di società. Ci vogliono impegno, pianificazione e capacità di ripensare i modelli di business, di lavoro e di vita sociale.

C’è bisogno di un impegno collettivo che si deve fondare su un nuovo patto sociale. Un patto di lealtà verso noi stessi, le nostre comunità e il nostro Paese. Un Patto che non ammette negazionisti. Un Patto che al contempo non ammette una politica che ha un approccio paternalista.

E’ chiaro ormai che la crisi sanitaria nel migliore dei casi ci accompagnerà fino alla fine della primavera, nel peggiore dei casi durerà tutto l’anno. In un contesto del genere chi fa impresa chiede al Governo di essere protagonista di questo Patto Sociale non solo con lealtà e onestà intellettuale, ma anche con grande pianificazione e grande attenzione alle conseguenze di ogni scelta che sarà messa in campo. Una pianificazione che forse non è stata così dettagliata se oggi rischiamo, secondo il consigliere del Ministro Speranza Ricciardi, una seconda ondata peggiore della prima. Per noi che facciamo impresa saper pianificare e avere una visione complessiva delle  sfide e dei problemi è la precondizione per il nostro agire. Vorremmo che anche per la politica fosse così.

Faccio un esempio che non riguarda direttamente ma solo indirettamente il mondo delle imprese. Un esempio che ci riporta idealmente a Capri, luogo simbolo per i Giovani Imprenditori e di cui si è parlato anche ieri con il Ministro Azzolina. E’ inconcepibile ad esempio che le scuole in Campania siano chiuse e speriamo che altre regioni non seguano questa scelta. Dove si è sbagliato? Quali sono stati gli errori di pianificazione? Quali saranno i danni educativi per i ragazzi delle famiglie più deboli della società? Come potranno continuare a lavorare i genitori se dovranno stare a casa con i figli? Si è scelto di condannare le donne a fare le mamme non dando loro l’opportunità di lavorare? Dovranno stare con i nonni? Siamo sicuri che i ragazzi saranno più sicuri non andando a scuola e che non si creeranno più assembramenti?

Mi chiedo: quando la politica fa queste scelte immagina le conseguenze? Si fa queste domande? Sento parlare con leggerezza di nuovi lockdown dell’intero Paese. Scongiuriamoli in ogni modo con l'impegno di tutti. Nei luoghi di lavoro, dove vengono adottate tutte le precauzioni, siamo più sicuri che in altri. Si eviti in ogni modo il blocco delle fabbriche e delle filiere produttive che sono strettamente interconnesse tra loro. I danni sarebbero incalcolabili e ingiustificabili anche perché oggi non ci troviamo di fronte a un nemico sconosciuto. Crisi nell’antica Grecia significava transizione, un periodo in cui si passava da un vecchio o nuovo equilibrio. La crisi rappresentava un periodo di tempo costruttivo nel quale nascevano le premesse di una nuova società. Questo nuovo equilibrio noi dobbiamo trovarlo tutti assieme.

Viviamo una fase nuova della nostra storia e della nostra storia economica. Le Istituzioni europee hanno saputo dare una risposta senza precedenti alla crisi. Ora tocca a Noi. Il Recovery Plan è un’occasione storica per il Paese e per il Nostro Sud. Un’occasione che, come ha detto il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, non possiamo sprecare.

Hai ragione Carlo: serve mettere in campo interventi strutturali e su quelli concentrare le risorse. Il Recovery Fund, sottolineava Visco, ha tre aree di intervento principali e su quelle deve essere il focus:

Primo
L’amministrazione pubblica ha bisogno di innovazione e competenze nuove. Per ripartire la prima grande riforma da fare è creare un’amministrazione pubblica e una giustizia amiche dell’Italia che lavora e che produce e non zavorra. E aveva ragione Sabino Cassese intervistato ieri dal Sole 24 ore. Chi dice che con lo smartworking la Pubblica Amministrazione eroga gli stessi servizi di prima dice una cosa non vera. Ed invece è il momento di fare questo grande salto. Questa grande rivoluzione culturale della macchina dello Stato.

Secondo.
Va ripensato il Paese rendendolo proiettato al futuroe non ancorato al passato con infrastrutture fisiche e digitali.

Terzo
Servono un grande piano per la valorizzazione e la tutela dellambiente e del nostro patrimonio naturale e artistico. E tutto deve essere immaginato pensando ai Giovani. Facendo nostri i richiami del Capo dello Stato.

Permettetemi di ringraziare pubblicamente il Presidente Sergio Mattarella a nome di tutti voi per l’impegno e per la passione civile che sta profondendo in questi anni così complessi della Storia del nostro Paese.

Un modello per tutti noi.

Grazie Presidente.

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Il Governatore Visco nella sua intervista diceva:

“Giovani con competenze elevate spesso lasciano l’Italia perché la società italiana non è riuscita a creare una domanda sufficiente di competenze elevate. Invece è una domanda necessaria. Occorre che ci sia più partecipazione al lavoro, per raggiungere tassi di crescita sufficiente e garantire un consolidamento naturale e progressivo del debito. Se non riusciremo ad alzare di molto la partecipazione al lavoro – in particolare dei giovani, delle donne, delle persone nel Mezzogiorno – ci sarà una caduta del Pil.” Bene questa è priorità per il Sud e per le aree più deboli del Paese. L’anno scorso nel mio intervento, come Gruppo Giovani Imprenditori del Mezzogiorno, chiedevamo che oltre al Green New Deal lanciato dalla Commissione Europea appena insediata, si attuasse un New Deal per il Sud.

Oggi è ancora più urgente. E lo voglio ribadire quest’anno che ho anche l’onore di essere Commissario di Confindustria Brindisi. Un ruolo che mi ha permesso di vedere ancora di più la forza del nostro sistema. Di apprezzare le grandi competenze delle nostre persone a livello locale e nazionale.

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Il Mezzogiorno deve tornare ad essere una priorità nelle scelte strategiche della Politica, in un disegno integrato di sviluppo dell’intero Paese.Nel nostro Sud la dotazione di infrastrutture è più bassa sia per quantità sia per qualità. Oggi rischiamo, e rischieremo ancora di più visto che anche altri Paesi amici ma con economie concorrenti potranno attingere alle risorse del Recovery Plan,di essere sempre meno in grado di competere a livello europeo e globale.

E’ fondamentale che il Sud venga messo in condizione di fare la sua parte nel rilancio economico del nostro Paese. Simulazioni della Banca d’Italia hanno dimostrato che un incremento degli investimenti pubblici al Sud pari all’1% del suo Pil determinerebbero un aumento dello 0,3% del Pil del Centro-Nord. E la grande crisi che sta investendo la filiera del turismo potrà essere la cartina di tornasole di questa fase storica. Lo dico anche da imprenditore di questo settore fortemente colpito dalla crisi.

L’alibi nel quale le amministrazioni di intere aree del Paese, con una spiccata propensione antindustriale, immaginavano un’economia fatta solo di turismo si sta sgretolando. E’ importante che da un lato venga sostenuta la filiera del turismo ma dall’altro si creino le condizioni per la crescita delle eccellenze imprenditoriali già presenti sui territori e la nascita di nuove.

Ed eccomi alle conclusioni…. Dopo decenni di privatizzazioni questa è la stagione dello Stato nell’economia. Non entro nel merito delle scelte del Governo anche perché il presidente Bonomi ha detto chiaramente come la pensiamo ma ci tengo a dire un’ultima cosa: I Campioni nazionali o europei non si creano a tavolino. E’ il mercato a determinarli e se come Paese vogliamo Campioni nazionali dobbiamo rispettare le regole del Mercato. L’Italia, grazie all’impegno delle imprese e delle lavoratrici e dei lavoratori, è il secondo Paese manifatturiero d’Europa. Non dimentichiamocelo.

Il governo crei  le condizioni per la crescita e per competere ad armi pari con i nostri “cugini europei” più che Campioni  a Tavolino. Le nostre imprese sono pronte a vincere anche questa sfida e ad uscire più forti da questa crisi ma alla politica chiediamo: di essere dalla parte delle imprese e dei lavoratori. Solo insieme potremo farcela. Solo insieme e credendo in un Progetto comune ce la faremo.

Grazie a tutti.

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La scelta dell'amministrazione di collocare il drive-in, ossia il sito per l'esecuzione dei tamponi per stabilire la presenza dell'infezione da Covid-19, nel parcheggio del liceo scientifico Epifanio Ferdinando di Mesagne è, a nostro avviso, del tutto errata.

Realizzare un presidio del genere davanti ad un istituto scolastico, frequentato da centinaia e centinaia di studenti mesagnesi e provenienti dai paesi dell'intera provincia, da professori, dagli operatori scolastici, dai ragazzi e dalle famiglie delle associazioni sportive che hanno in uso la palestra, ci sembra la peggiore delle scelte possibili. Non a caso, nessun centro tamponale è stato collocato nel piazzale antistante un istituto scolastico essendo stati prescelti, al contrario, luoghi piuttosto isolati sia per scongiurate qualsivoglia innesco di contaminazione, sia perché è necessaria una buona viabilità di supporto per poter smaltire il traffico veicolare e non solo che, inevitabilmente, si verrà a creare.
Il sostenere dappoi di aver condiviso tale scelta con i funzionari dell'Asl non rende, secondo noi, la scelta meno sbagliata, atteso che se il Comune avesse indicato alla Asl un’altra area pubblica dotata di servizi (acqua, fogna, energia) quest’ultima non avrebbe opposto alcun diniego.
Il parcheggio antistante il liceo, inoltre, è utilizzato anche dai fruitori dei servizi vaccinali, di diagnosi e cura forniti dal presidio San Camillo De Lellis, ed anche per tale ragione è una zona con un'intensa densità di frequentazione. Non si dimentichi, infine, che la viabilità di quell’area è interessata anche dal traffico veicolare e pedonale generato dall'insistenza nelle immediate vicinanze di altri istituti scolastici.
Invitiamo l'amministrazione, pertanto, a bloccare i lavori per l’installazione del drive-in finché si è in tempo. Tanti sono i luoghi in cui è possibile installarlo e molte sono le alternative concretamente praticabili che l'amministrazione ha la possibilità di prendere in considerazione. Lo faccia, dunque, senza esitare, lo faccia per il bene di tutti .
 
Segreteria e gruppo consiliare del Partito Democratico di Mesagne 

La De Longhi Treviso Basket, impegnata a Brindisi con l’Happycasa nel campionato di Lega A, sarà ospite della Mens Sana Mesagne per effettuare una seduta di allenamento presso il rinnovato palazzetto dello sport di Mesagne. Come ogni anno coach Max Menetti, allenatore della squadra trevigiana ed ex Reggio Emilia, nella trasferta brindisina chiede di alloggiare a Mesagne e di allenarsi presso la nostra struttura sportiva. Un ringraziamento all’amministrazione comunale e all’assessore allo sport Roberto D’Ancona per aver reso possibile questo evento sportivo.

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La mattina del 15.10.2020, un appartenente alla Polizia di Stato, libero dal servizio, interveniva di propria iniziativa e bloccava il Brindisino R.T.M. classe 2001, chiedendo immediato supporto alla Sezione Volanti delle Questura di Brindisi, che raggiungevano il collega ed insieme a questo accompagnavano il sospetto negli uffici dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.

 R.T.M. aveva tentato di acquistare da un venditore ambulante un articolo di esiguo prezzo, pagandolo con una banconota da 50 euro palesemente falsa. L’ambulante lo riconosceva come il soggetto che poco prima aveva realizzato un altro acquisto dello stesso tipo, riuscendo la prima volta a spacciargli una banconota falsa, quindi nasceva una discussione tra vittima e sospetto.

Tale discussione attirava l’attenzione del solerte agente che immediatamente richiamava in supporto il personale della Sezione Volanti. Nel frattempo il giovane, vistosi scoperto dall’ambulante, si dava alla fuga, ma veniva raggiunto e bloccato, dal poliziotto e dagli operatori della pattuglia intervenuta in suo ausilio.

Un’immediata perquisizione di R.T.M. consentiva di reperire sulla sua persona un'altra banconota falsa, sempre da 50 euro, che dissipava ogni possibile dubbio in ordine agli indizi di reità, per cui le banconote false venivano sottoposte a sequestro ed il giovane dichiarato in arresto.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 16 ottobre 2020 in Puglia, sono stati registrati 5582 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 313 casi positivi: 162 in provincia di Bari, 8 in provincia di Brindisi, 40 nella provincia BAT, 45 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Lecce, 52 in provincia di Taranto, 1 provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 5 decessi: 2 in provincia di Bari, 1 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 478.743 test.

5431 sono i pazienti guariti.

4.673 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 10.734, così suddivisi:

4470 nella Provincia di Bari;

1009 nella Provincia di Bat;

837 nella Provincia di Brindisi;

2532 nella Provincia di Foggia;

924 nella Provincia di Lecce;

877 nella Provincia di Taranto;

80 attribuiti a residenti fuori regione;

5 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

 

 

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Questa mattina si è dato inizio presso l'ospedale "San Camillo de De Lellis" di Mesagne al sopralluogo che porterà ad riaprire tra pochi giorni il reparto post Covid per accogliere coloro che affetti dal virus sono in via di guarigione e hanno bisogno di un periodo di convalescenza in attesa delle dimissioni. Il direttore del distretto sanitario di Mesagne, Michele Morgillo, ha già allertato tutti gli operatori di tenersi pronti a partire. Qualche mese fa il reparto ha funzionato benissiomo ed ha accolto diversi pazienti licenziati dai reparti Covid del "Perrino" di Brindisi. Il personale, alle dipendeze del dott. Morgillo, ha risposto con grande professionalità alle esigenze di emergenza sanitaria. Per la verità i pazienti a Mesagne sono stati coccolati oltre che dal personale anche dai ristroratori che spesso e volentieri li "rimpizzavano" di pizze e pasti vari. Naturalmente, il reparto da utilizzare per il post Covid è, ancora una volta, quello dell'ospedale di comunità che ritorna in stand by. 

Il Drive in, invece, sembra che sarà collocato nella piazza antistante il liceo scientifico "Epifanio Ferdinando" che dista dal nosocomio solo qualche decina di metri.  

 

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Nelle edicole il numero di ottobre di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:

Mesagne doppiamente in rosa
BuoneNuove esce con qualche giorno di ritardo e ce ne scusiamo con i nostri affezionati lettori. Abbiamo una valida giustificazione: non volevamo perdere l’occasione di riportare in questo numero le emozioni del Giro d’Italia in cui Mesagne ha garantito emozione e sicurezza. Infatti, perfetta ed affidabile è stata la macchina organizzatrice del Comune. Anche l’accoglienza è stata calorosa al passaggio.....

In allegato il pdf della rivista

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Tuturano. S’impossessa di 8.660 litri di gasolio destinati alla Centrale Enel Federico II, arrestato. Denunciato anche il complice. A Tuturano di Brindisi, i Carabinieri della Compagnia di Brindisi hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, AMATULLI Giovanni, 28enne di Taranto, per furto aggravato in concorso e sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici. In particolare, nel pomeriggio del 15 ottobre, nei pressi della centrale elettrica Enel Federico II, l’uomo, conducente di un autocarro adibito al trasporto di carburanti, intestato a una società con sede legale a Taranto, nel corso di un controllo alla circolazione stradale, è stato accertato essersi indebitamente impossessato di 8.660 litri di gasolio, destinato all’esercizio di apparecchiature ausiliarie e motori indispensabili per il funzionamento dell’impianto di produzione di energia elettrica. Nella circostanza, un 55enne di Taranto è stato deferito in stato di libertà per furto aggravato in concorso con il citato AMATULLI. Il danno quantificato ammonta a circa 9.500 euro. L’autocarro con cisterna e rimorchio sono stati sottoposti a sequestro penale. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

 

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