Redazione

BREXIT: COLDIRETTI PUGLIA, GIA’ IN FUMO 3% EXPORT CIBO MADE IN PUGLIA IN UK. 

In fumo già il 3% di esportazioni di prodotti agroalimentari made in Puglia in Gran Bretagna per effetto degli ostacoli burocratici ed amministrativi che frenano gli scambi commerciali. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia sulla base dei dati provvisori Istat – Coeweb relativi al commercio estero nel 2020.

Da gennaio 2021 la Gran Bretagna è uscita dall’Unione Europea e certamente lo scenario diverrà ancor più complesso, con il Paese d’Oltremanica che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono – continua la Coldiretti – i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva. La violazione degli accordi sulla Brexit rischia peraltro di favorire l’arrivo nell’Unione Europea di cibi e bevande non conformi agli standard sicurezza Ue ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari tutelati.

“Le esportazioni di prodotti agroalimentari dalla Puglia al Regno Unito sono aumentate del + 41,5 % in 5 anni fino al 2019. Su un valore totale di 129 milioni di prodotti agroalimentari pugliesi esportati, oltre il 70% dell’export riguarda l’ortofrutta, pari a 97,5 milioni di euro, mentre si assiste ad un calo del 31% negli ultimi 5 anni delle importazioni dal Regno Unito. Per sostenere crescita e nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’agroalimentare che è un elemento di traino per l’intera economia in Italia e all’estero”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Per questo Coldiretti sostiene l’iniziativa dell’Unione Europa nel confronti della Gran Bretagna con l’avvio della procedura di infrazione per aver violato disposizioni sostanziali stabilite dal protocollo sull’Irlanda e sull’Irlanda del Nord. Senza controlli alle frontiere la Gran Bretagna – conclude la Coldiretti – potrebbe infatti diventare il cavallo di troia per l’arrivo del falso Made in Italy che nel mondo fattura 100 miliardi e che vedono tra i maggiori contraffattori gli Usa, con i quali gli inglesi stanno negoziando un accordo commerciale, ma anche il Canada e l’Australia che fanno parte del Commonwealth.

Dopo il vino, continua Coldiretti Puglia, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna c’è l’ortofrutta fresca e trasformata come i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell’olio d’oliva.

“Parallelamente sui mercati ci troviamo ad arginare iniziative come quella dell’etichetta a semaforo inglese – conclude il presidente Muraglia - legata principalmente all’azione di 4 grandi multinazionali del cibo come Coca cola, Pepsi Co, Mars e Nestlè, colossi che dispongono di risorse e leve pubblicitarie e commerciali finalizzate ad influenzare i comportamenti e gli orientamenti all’acquisto del consumatore medio. Con l’uscita dall’Unione Europea si teme anche che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta già diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi”.

A preoccupare – continua Coldiretti – è anche la tutela giuridica dei prodotti a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) che incidono per circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare Made in Italy e che, senza protezione europea, rischiavano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da Paesi extracomunitari.

Il Comune di Mesagne ha raccolto l'invito dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani: il Tricolore resterà esposto a mezz'asta per tutto il giorno sulla facciata della Sede Municipale e alle 11 è stato osservato un minuto di silenzio.

"Ricordiamo le vittime che hanno perso la vita a causa della pandemia e, in particolare, i nostri 15 concittadini che non ce l'hanno fatta a vincere l'impari battaglia contro il virus", ha commentato il sindaco della città, Toni Matarrelli.
La scelta della data rimanda al 18 marzo dell'anno scorso, quando una lunga colonna di mezzi militari attraversò Bergamo, trasportando i feretri delle vittime del Coronavirus per portarli in altre città perché il Cimitero cittadino non aveva più posti disponibili. Immagini indelebili che resteranno impresse nella memoria collettiva, simbolo incancellabile della forza devastante con cui l'emergenza sanitaria stava colpendo il Paese.

 

COVID – ARESTA (M5S) : “ANNO DI DOLORE, POLITICA RISCATTI ERRORI DEL PASSATO” 

 

“Quella lunga colonna di camion dell’Esercito piena di bare è una stretta al cuore che si rinnova oggi in questa Giornata della Memoria per i morti di Covid-19. Tributiamo un ricordo profondo alle vittime ed abbracciamo coralmente tutti coloro che hanno perso un proprio caro in questo lunghissimo anno del dolore.” Lo afferma, in una dichiarazione, Giovanni Luca Aresta, parlamentare e capogruppo del M5S in Commissione difesa della Camera dei Deputati.

“La pandemia ha evidenziato davanti agli occhi di tutti – prosegue Aresta- che la più che decennale politica dei tagli alla sanità non solo è stata miope ma assolutamente irresponsabile. Dobbiamo imparare che il servizio sanitario pubblico, la sanità di territorio e di prossimità, sono beni comuni irrinunciabili che non possono soggiacere a logiche ragionieristiche o peggio ancora a logiche dettate dal profitto. Questa lezione, pagata amaramente con la vita di tanti, troppi concittadini, deve diventare consapevolezza condivisa della classe politica chiamata a spendere bene le risorse del Next generation Eu.”

“Lo sforzo per garantire la vaccinazione di tutti – prosegue Aresta – deve caratterizzare le prossime settimane recuperando ritardi ed arrivando a chiunque desideri essere messo in sicurezza a partire dai soggetti più fragili. Agli operatori sanitari civili e militari va non solo il riconoscimento per il loro straordinario lavoro ma anche l’impegno delle istituzioni a non lasciarli da soli a combattere questo subdolo nemico.”

“Un pensiero particolare va alla mia terra di Puglia – conclude Aresta – che piange oggi le sue quasi 3400 vittime. Dobbiamo essere uniti, seguire con intelligenza le norme di prevenzione e del distanziamento sanitario ed essere al fianco di chi è più fragile non facendo mancare loro sostegno e il calore del nostro affetto. Stiamo infine vicini ai giovanissimi, ragazzi e ragazze, bambini e bambine che privati della scuola in presenza rischiano di subire una ferita profonda per la loro crescita e formazione. Che tutti questi sacrifici servano a rialzarci e a preparare il riscatto verso una vita libera da questo male.”

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Il sodalizio vinicolo più grande d’Italia, la Cantine Due Palme di Cellino San Marco, mette a disposizione le sue cantine per le vaccinazioni anti Covid. Per i dirigenti, infatti, “questa pandemia ha insegnato qualcosa, dopo un anno disastroso di restrizioni, disagi e chiusure, è che solo insieme si può fare la differenza. Solo mettendo insieme le nostre capacità, condividendo progetti e iniziative, possiamo sperare di uscire presto dall’incubo dei lockdown”. Oggi la scienza ci offre una certezza: quella dei vaccini. Tutti gli sforzi devono andare ora in questa direzione. “Ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi – ha detto il presidente di C2P, Angelo Maci - ha dichiarato che tutto il Governo è al lavoro per definire i protocolli e accelerare così il piano della vaccinazione, procedendo alla somministrazione dei vaccini non solo negli ospedali, ma anche nelle palestre, nei parcheggi e nelle aziende”. Ed è proprio a questo proposito che Cantine Due Palme ha scelto di mettere a disposizione le sue 6 cantine di proprietà per la somministrazione dei vaccini.

“Anche questa è cooperazione, sentirsi ed essere parte attiva di una comunità, lavorando per il bene di tutti”, ha sottolineato l’amministratrice delegata, Melissa Maci. Così, il presidente-enologo Angelo Maci, il direttore generale, Assunta De Cillis, e l’amministratrice delegata Melissa Maci, all’unisono hanno affermato che prevalgono sempre ed in ogni situazione gli scopi mutualistici della cooperativa che dirigono. “Soprattutto in una fase emergenziale come quella che stiamo attraversando, la priorità è la vaccinazione di gregge. Noi ci siamo”, ha precisato Assunto De Cillis. Le sedi delle cantine Due Palme messe a disposizioni sono Cantine Due Palme sede legale, via San Marco 130, Cellino San Marco; Showroom Cantine Due Palme ex cantina della Riforma Fondiaria, Sp 75, Cellino San Marco; Cantine Due Palme ex Produttori Agricoli, Via San Pietro 156, Cellino San Marco; Cantine Due Palme ex Cooperativa Agricola Angelini, Via Milano 58, San Pietro Vernotico; Cantine Due Palme ex Cooperativa San Gaetano, Sp 125 Lizzano (Ta) e Cantine Due Palme ex Cantina di Arnesano-Monteroni, Sp Lecce-Arnesano (Le).

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Mettendo da parte, solo temporaneamente i problemi derivanti al comparto dalla Xylella, la campagna olivicola che ci è appena conclusa può catalogarsi a quattro stelle. La quinta stella poteva esserci se non si fosse verificato un calo di produzione dovuto sia alla “pandemia” da Xylella ormai giunta prepotentemente anche in provincia di Brindisi, nonostante l'avanzamento verso nord della Xylella, con piante positive e sintomatiche, che in alcune zone della parte sud della provincia sono già particolarmente evidenti, sia al clima pazzo, dal maltempo alla siccità, che ha caratterizzato l’autunno-inverno. Per non parlare degli effetti del Covid-19 che ha sconvolto la produzione e i mercati. La campagna che si appena conclusa, quindi, è stata dal punto di vista della qualità ottima giacché si sono ottenuti olii molto equilibrati. “Le olive che sono arrivate nelle cooperative, specialmente nei mesi ottobre e novembre, hanno permesso di ottenere un prodotto ottimo”, ha spiegato Carmelo Dellimauri, presidente Coldiretti di Mesagne -. Le quantità lavorate quest’anno sono state al di sopra di ogni più rosea aspettativa, considerando ovviamente il problema Xylella che ormai ha colpito in pieno anche il nostro areale”. Secondo il presidente Dellimauri “le aspettative per i prossimi anni, dal punto di vista quantitativo, non possono essere certo buone, ma alcuni fattori ci fanno ben sperare”.

Infatti, gli olivicoltori hanno iniziato a fare i nuovi impianti di oliveti con le due varietà tolleranti la Xylella, il Leccino e la Favolosa, “molti hanno partecipato al bando regionale per l’estirpazione e reimpianto, il comparto quindi resisterà “all’onda d’urto” della Xylella e credo che nei prossimi anni sarà un comparto sicuramente molto più professionalizzato che punterà molto sulla qualità dell’olio extravergine di oliva”, ha concluso Dellimauri. Archiviata, quindi, la molitura delle olive adesso i produttori brindisini hanno rivolto la loro attenzione alla commercializzazione dell’oro giallo. In particolar modo dell’olio extravergine di oliva. Con lo scoppio della pandemia, infatti, il rapporto con il cibo è cambiato con l’alimentazione che è diventata una delle vie per cercare di mantenere la salute, come dimostra il boom della domanda di olio extravergine nel 2020 che ha spinto la crescita annuale degli acquisti del 12%. Anche se durante i primi nove mesi del 2020 si è registrato un calo dello 0,5% delle esportazioni di olio extravergine verso l’estero, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%). Così, in attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato per approfittare dell’annata Made in Italy, il consiglio è di guardare “con più attenzione le etichette – ha spiegato Coldiretti – e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica”. “Un olio extravergine di oliva di qualità – ha concluso Coldiretti – deve essere profumato all’esame olfattivo, deve ricordare l’erba tagliata, con sentori vegetali e all’esame gustativo deve presentarsi con sentori di amaro e piccante, gli oli di bassa qualità, invece, puzzano di aceto o di rancido e all’esame gustativo sono grassi e untuosi”.

 

Chi ha il polso della reale situazione del comparto olivicolo provinciale, e non solo, è il presidente di Coldiretti, Filippo De Miccolis Angelini, che ha tracciato un bilancio della campagna olivicola 2020/2021 che si è svolta in piena pandemia.

Presidente quali sono state le difficoltà che gli olivicoltori hanno incontrato.

“Se pur tra mille incertezze i nostri olivicoltori hanno dato il massimo in questa campagna, cercando ancor più di conferire al proprio prodotto qualità e distintività. Naturalmente la pandemia ha portato con sé maggiori costi ed adempimenti burocratici, richiedendo un sacrificio alle aziende, che non sempre ha trovato poi un ristoro nelle politiche di stimolo. Inoltre, molte delle nostre aziende, anche grazie ad investimenti nella vendita diretta o la ricettività agrituristica, avevano travato nel mercato turistico estero un importante sbocco commerciale, oggi purtroppo assente e la zona rossa sino al periodo pasquale di sicuro non aiuta”.

 Parliamo di qualità e quantità. Due indicatori importantissimi per l’economia del comparto.

“Quest’anno qualità e quantità hanno trovato un ottimo equilibrio nella provincia di Brindisi. Le favorevoli condizioni climatiche in particolar modo per chi ha raccolto nella prima fase della stagione hanno garantito dei fruttati eccellenti ed olii corposi e ben equilibrati, ricchi del tipico carattere pugliese, così apprezzato dalle tavole di tutto il mondo. Purtroppo il dato della nostra provincia è in controtendenza rispetto al dato regionale, decisamente negativo, specialmente per i territori maggiormente colpiti dalla Xylella”.

La Xylella sta devastando il patrimonio olivicolo provinciale. Come vi state attrezzando per riconvertire le produzioni.

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Tante aziende del nostro territorio stanno dando un encomiabile esempio di spirito imprenditoriale, piantando nuovi uliveti di varietà leccino e fs17, le uniche al momento consentite perché resistenti, non immuni, al batterio. Purtroppo i bandi attualmente esistenti sono inidonei per dotazione e percentuale di investimento richiesto agli imprenditori, a far da vero stimolo ad una rinascita olivicola della nostra regione, basti pensare che delle 8133 domande pervenute all’assessorato regionale all’Agricoltura per la concessione dei fondi per la rigenerazione olivicola dei territori colpiti da Xylella, ne sono state finanziate solo 521 e sono passati solo 23 progetti collettivi, a fronte di una richiesta complessiva per 216 milioni di euro”.

È arrivato quindi il momento non solo di ribadire che la nostra regione necessita di un piano olivicolo.

“Certamente. È necessario un piano olivicolo nazionale e ridare con i fatti all’agricoltura il ruolo centrale che realmente rappresenta per il nostro territorio. Bisogna pianificare specifici interventi strutturali, per garantire acqua, infrastrutture, digitalizzazione ed accesso alle moderne meccanizzazioni e tecnologie per le nostre aziende, così come delle adeguate politiche del lavoro”.

 Cosa prevede nel prossimo futuro sul fronte del mondo olivicolo.

 “Ci aspettano anni difficili oltre i quali saremo capaci di creare una nuova rinascita per il nostro settore, in cui l’olivicoltura sarà ancora più moderna ed improntata a qualità e sostenibilità. La Puglia è il maggior produttore nazionale di olio, bisogna partire da questo primato, affermare con forza la distintività delle nostre produzioni e del brand Puglia. La nostra federazione sta dando il giusto supporto alle nostre aziende, informando costantemente i nostri associati con quelle che sono le opportunità per il nostro settore e incrementando le attività di formazione (on line) per qualificare ancor più i nostri imprenditori e prepararli ad un mercato sempre più competitivo”.

 

 

Erchie. Percepisce indebitamente il reddito di cittadinanza, denunciato. I Carabinieri della Stazione di Erchie, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato un 41enne del luogo, in atto detenuto nel carcere di Lecce, per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e omessa comunicazione delle variazioni del reddito ai fini della revoca del beneficio. In particolare, l’uomo ha richiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza, dichiarando falsamente di non essere sottoposto ad alcuna misura cautelare.

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Francavilla Fontana. Tentano un facile guadagno con l’espediente della “truffa dello specchietto”, denunciate due persone. A Francavilla Fontana, i Carabinieri della locale Stazione, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato un 39enne e una 36enne, entrambi conviventi in un campo nomadi di Noto (SR), per tentata truffa. In particolare, la coppia, a bordo di un’autovettura di proprietà della donna, ha fermato un cittadino del luogo che viaggiava anch’egli sul proprio veicolo, accusandolo di aver urtato e rotto lo specchietto retrovisore del loro automezzo e pretendendo la consegna di 220,00 Euro di risarcimento per evitare la segnalazione all’assicurazione del sinistro, realmente mai accaduto. La vittima si è opposta all’ingiusta pretesa, denunciando l’accaduto ai Carabinieri che, avviate le indagini, hanno identificato e denunciato i due truffatori alla competente Autorità Giudiziaria.

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Latiano. Trovato in possesso di 21 grammi di marijuana, denunciato. A Latiano, a conclusione degli accertamenti, i Carabinieri della Stazione di San Vito dei Normanni hanno denunciato in stato di libertà un 26enne del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari operanti, nel corso di un servizio mirato alla prevenzione e repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, nell’eseguire una perquisizione domiciliare nell’abitazione del giovane, hanno rinvenuto all’interno del vano cucina un barattolo di plastica, contenente marijuana, per un peso complessivo di 21 grammi, sottoposti a sequestro.

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Fasano. Sorpreso a cedere stupefacenti dal balcone, trovato in possesso di cocaina marijuana e hashish, arrestato. Segnalati anche due giovani all’Autorità Amministrativa. I Carabinieri della Stazione di Fasano, a conclusione di mirata attività, hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, LOCONTE Alessandro, 28enne del luogo, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. In particolare, l’uomo, nella serata del 17 marzo, dopo aver ceduto alcune dosi di sostanza stupefacente dal balcone della sua abitazione, a seguito di perquisizione domiciliare è stato trovato in possesso di 110 grammi circa di cocaina, 2,5 grammi circa di marijuana, un grammo circa di hashish, 2.930,00 euro in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio, il tutto occultato nella camera da letto. Nel medesimo contesto sono stati segnalati alla Prefettura di Brindisi i due acquirenti del luogo di 25 e 23 anni, poiché trovati in possesso di un grammo di cocaina e 3,5 grammi di marijuana, celati nelle tasche del giubbotto della donna, sottoposti a sequestro. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Brindisi.

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Tenta una rapina ai danni di un supermercato, ma viene subito rintracciato ed arrestato dalla Sezione Volanti della Questura.

Nella serata di ieri, 17 marzo, un giovane si è introdotto all’interno del Supermercato DOK, sito in via Bezzecca, disarmato e a volto scoperto, dirigendosi subito verso le casse. Quindi strattonava con violenza il cassiere presente, allontanandolo, e cercava di aprire la  cassa per impossessarsi del denaro ivi contenuto. Dopo vari tentativi di forzare il cassetto, si allontanava dandosi alla fuga.

Nel frattempo, alla Sala Operativa della Questura era giunta la segnalazione della tentata rapina, pertanto un equipaggio si recava immediatamente presso l’esercizio commerciale dove riceveva la descrizione del soggetto e  le notizie assunte venivano riferite alle altre Volanti in pattugliamento.

Pochi minuti dopo,  mentre l’equipaggio visionava le immagini del sistema di videosorveglianza del supermercato, altra Volante intercettava un uomo sospetto poco distante dall’esercizio commerciale. Le immagini visionate confermavano che l’uomo fermato fosse l’autore della tentata rapina, in particolare la presenza di un tatuaggio sul dorso della mano destra.

Pertanto, l’uomo, identificato per S.G, di anni 26, veniva tratto in arresto e, informato il P.M. di turno, condotto presso la locale Casa Circondariale.

Sin da diversi mesi, durante tutta la giornata, vi è stata una notevole intensificazione dei servizi di controllo del territorio, con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce.

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L’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana ha aderito, su iniziativa dell’Assessorato al Randagismo, al progetto “I felini di Puglia”.

Grazie a questa iniziativa sarà possibile implementare le azioni volte alla cura dei gatti randagi presenti sul territorio e avviare una campagna di sterilizzazione.

La progettualità prevede in prima battuta un censimento delle colonie feline e l’individuazione delle persone che si prendono cura gratuitamente dei gatti randagi. Le volontarie ed i volontari, che si impegnano per garantire il benessere dei felini ogni giorno, riceveranno un riconoscimento ufficiale con il rilascio di un “Patentino”.

Lo scopo principale del progetto è avviare una campagna di sterilizzazione delle femmine del gruppo per impedire la riproduzione incontrollata dei felini randagi e, allo stesso tempo, monitorare il benessere dei gatti presenti in ogni singola colonia.

Mercoledì 17 marzo è stato consegnato dall’Assessore Domenico Magliola il primo patentino di custode di colonia felina alla giovanissima volontaria Rosamaria.

“Abbiamo avviato anche a Francavilla Fontana il progetto "I felini di Puglia" per la cura, il censimento e la sterilizzazione delle colonie feline – spiega l’Assessore al Randagismo Domenico Magliola – il primo patentino è stato consegnato simbolicamente alla piccola Rosamaria che si prende cura con la sua famiglia di una colonia felina nel suo quartiere. È importante garantire il benessere dei gatti presenti sul nostro territorio, ma allo stesso tempo è necessario fare in modo che non si riproducano in maniera incontrollata.”

“I felini di Puglia” è un progetto ideato da Mariagrazia Distante in accordo con la Regione Puglia e in collaborazione con la ASL di Brindisi.

La modulistica per aderire al progetto è disponibile sul sito internet istituzionale.

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