Redazione

Brindisi. Trovato in possesso di hashish e marijuana, denunciato. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Brindisi, al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 21enne del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovane, fermato alla guida dell’autovettura di un familiare, è stato trovato in possesso di otto pezzi di sostanza stupefacente del tipo hashish del peso complessivo di 5,96 grammi, occultati nelle tasche anteriori dei pantaloni. La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire ulteriore sostanza stupefacente, in particolare 2,4 grammi del medesimo tipo e 0,30 grammi di marijuana, un bilancino di precisione, vario materiale per il confezionamento e una banconota da 10 euro, il tutto occultato in un ripostiglio sul terrazzo dell’abitazione. Quanto rinvenuto è stato sottoposto a sequestro.

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Mesagne. In possesso di complessivi 55 grammi di marijuana, un arresto e una segnalazione amministrativa. I Carabinieri della Stazione di Mesagne, a conclusione degli accertamenti, hanno arrestato in flagranza di reato, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, un 55enne del luogo e segnalato all’Autorità Amministrativa, per detenzione per uso personale di stupefacenti, un familiare convivente 28enne, in atto sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. In particolare, a seguito di un controllo domiciliare effettuato nella serata di ieri, i militari operanti hanno proceduto alla perquisizione personale nei confronti del 55enne, rinvenendo una dose di marijuana da 1 grammo, nella tasca dei pantaloni. La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire sul soppalco del piano superiore, occultata all’interno di una scatola di scarpe del medesimo: una confezione di cellophane contenente 3 spinelli di marijuana del peso di 1 grammo circa e una confezione di cellophane contenente marijuana del peso di 53 grammi circa. L’arrestato, concluse le formalità di rito, è stato tradotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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Una proposta per realizzare a Brindisi, dove la locale Casa Circondariale va verso il suo centesimo compleanno, un esperimento di risocializzazione dei detenuti nella ex base NATO abbandonata da trent’anni è stata indirizzata al Ministro della Giustizia, al Sindaco di Brindisi, al Presidente della Provincia di Brindisi e ad altre Autorità (1) da alcune associazioni di Brindisi e Bologna. Di seguito il testo integrale della lettera aperta.

Basta carceri: si realizzi a Brindisi nella ex base Nato abbandonata un Istituto residenziale per la risocializzazione, un esempio per l’Europa e per tutto il mondo

Or che il popolo è cosciente di essere autosufficiente

Non ci sono più delitti qui a Belfast

Da una canzone del movimento repubblicano nord irlandese

Aneliamo ad una società che riesca a liberarsi dalla necessità del carcere; per cambiare registro rispetto alle nostre “patrie galere” occorre certamente anche cambiare il linguaggio; in questo ultimo intento ha provato a cambiare Santi Consolo, già direttore del DAP, con risultati che chiediamo a ognuno di constatare;

non intendiamo quindi, semplicemente, trasferire la sede di un carcere; il progetto è più ambizioso; 

realisticamente questa nostra sana utopia abolizionista (una società senza carcere)  non riuscirà a realizzarsi nell’orizzonte politico, culturale e cronologico del governo Draghi (anche se la ministra Cartabbia si è molto interessata alla funzione risocializzatrice della pena); allora è forse utile ragionare su un obiettivo intermedio che metta al centro una azione  di miglioramento credibile sia dal punto di vita umanitario che scientifico;

la privazione della libertà come strumento per sanzionare comportamenti gravi che hanno danneggiato la libertà  e il diritto altrui  alla vita e alla salute  è prevista dalla Costituzione repubblicana ; purtroppo fino ad ora si è fatto ricorso al carcere quasi che fosse la unica sanzione possibile; ovviamente la realtà è diversa e la “soluzione carceraria” deve essere utilizzata come rimedio estremo ma non unico; quando poi il carcere fosse per davvero  “necessario”  devono comunque essere evitate misure che sconfinino nei trattamenti disumani e degradanti  o, peggio, nella tortura, condotte già ampiamente stigmatizzate anche in sede giudiziaria ed in sede politica (europea) ;

un carcere che risponda al dettato costituzionale è lontano anni luce da quello che è oggi il carcere in Italia ; gli antidoti per rendere i penitenziari rispondenti allo spirito della costituzione sono diversi  e complessi; una delle questioni più importanti è lo spazio, lo spazio disponibile ;

in tempi di epidemia stiamo assistendo ad una rivisitazione del concetto di spazio e dei criteri per definirne i parametri di accettabilità; la fantasia galoppa; sono comparsi banchi a rotelle,  ceramiche al biossido di titanio e ascensori no touch; a questa rivisitazione, materia di fervido  lavoro per architetti, arredatori,  sociologi e psicologi,  paiono essersi sottratti i penitenziari; per lungo tempo al tema del sovraffollamento delle carceri si è  risposto misurando le celle col metro da muratore o geometra (lavori meritevoli di grande rispetto ma gli istituti di pena sono cosa diversa da un cantiere edìle)  e si è dovuto arrivare a sentenze di Cassazione per sancire, definitivamente, che i tre metri quadrati vitali per persona devono escludere le superfici occupate da letto , armadi e suppellettili; è stato necessario un pronunciamento  della Cassazione per sancire un minimo di coerenza con i precedenti pronunciamenti della UE ; ma pensare che davvero tre metri quadrati a persona possano essere definiti “spazio vitale” è assurdo; il parametro proposto ha il senso piuttosto di definire, in termini di real politik e di “requisiti minimi” , il confine al di sotto del quale si sconfina nella “tortura”;

la gestione delle cosiddette attività trattamentali non può essere confinata in spazi così angusti come quelli disponibili attualmente;

gli studi di prossemica, da tempo,  studiano il nesso tra spazio fisico, benessere, distress e aggressività; anzi: gli studi indicano che più  i soggetti con cui interagiamo sono disagiati dal punto di vista psicologico e sociale più la carenza di spazio e il sovraffollamento incidono negativamente; il tema è stato studiato anche in ambito occupazionale ( significativa la definizione di “pollaio telematico” per inquadrare il distress connesso con gli open-space in cui venivano collocati i call-center , prima della epidemia); per i soggetti portatori di problematicità sociali la questione dello spazio deve essere gestita con particolare attenzione ad evitare condizioni di costrittività; anche importanti studi sul sonno (evidentemente più difficile in celle con letti a castello e sovraffollate, per non parlare della battitura delle sbarre ) mostrano un nesso tra riposo disturbato e anche, e non solo, aggressività e speranza di salute;  è stato dimostrato che l’affollamento è associato ai sintomi fisici dello stress (Epstein, 1982) e ad una peggiore salute fisica (Fuller ed altri 1993).La spiegazione degli effetti dell’affollamento fa riferimento al controllo dell’accesso al Sé e presuppone una valutazione soggettiva (cognitiva) tra il livello di privacy desiderato e quello effettivo; in altri termini condizioni fisico-ambientali  di sovraffollamento e di distress ostacolano qualunque progetto efficacemente riabilitativo; per questo in alcune tra le più avanzate esperienze in nord Europa e nel mondo,  i luoghi in cui gestire la privazione della libertà hanno puntato sulla disponibilità di grandi spazi, anche aperti;

evidente che la costrittività ( la vediamo persino nella privazione o riduzione della luce naturale !) induca depressione e, in senso lato, autolesionismo, e che funzioni anche da pericoloso elemento suicidogeno;

queste riflessioni , a fronte della evidente condizione di sovraffollamento e fatiscenza del carcere di Brindisi ci inducono a fare una proposta:

che la sede storica attuale venga evacuata e riconvertita ad un differente uso di tipo recettivo, previa ristrutturazione integrale,  e che la popolazione attualmente lì ristretta venga trasferita in una parte della ex-base Nato; La ex base Nato di Brindisi non è più attiva dal 1993 ed è attualmente in carico all’Agenzia del Demanio che nel 2007 ha ceduto a titolo gratuito il 20% all’ UNCHR. Si tratta di un’area di 160 ettari, con 260 immobili: una vera e propria città da anni dismessa e abbandonata.

deve ovviamente fare da sfondo a questo progetto una politica nazionale  complessiva di decarcerizzazione , possiamo dire, “alla olandese” per fare riferimento ad un paese in cui la classe politica,di destra e di sinistra, ha consensualmente cooperato ad una strategia svuota-carceri (veramente) che ha dato ottimi risultati anche nel senso del calo della recidiva, quindi  con riflessi positivi non solo di “trattamento morale” delle persone detenute ma con effetti positivi per tutta la società;

il nuovo contesto consentirebbe di realizzare gli spazi necessari:

refettori, sala teatro, sale didattiche , biblioteche ,  laboratori e officine per la piena occupazione ,  spazi per la socialità e la affettività (tema purtroppo rimosso contestualmente alla “ibernazione” delle importanti conclusioni degli Stati generali per la esecuzione penale)  , luoghi di culto (plurale !) , spazi esterni per attività fisiche, lavorative  e sportive;

 il tutto in funzione di programmi di attività trattamentali coerenti  con gli obiettivi del reinserimento psico-sociale e lavorativo;

spazi adeguati devono essere garantiti anche per i lavoratori e-a loro supporto- per una adeguata scuola di formazione che favorisca la evoluzione della figura dal ruolo di mero custode a quello di agente della risocializzazione; in questo quadro vanno infatti considerate la gravi condizioni di distress che affliggono anche i lavoratori penitenziari come dimostra la inquietante serie di suicidi di cui abbiamo notizia  ; un tema noto da tempo e riesploso con la vicenda del suicidio dell’agente impegnato nel carcere di Turi nel mese di febbraio scorso (i suicidi sono stati 11 nel 2019, 6 nel 2020, già due nel 2021, la drammatica punta dell’iceberg di una gravissima condizione di disagio e distress lavorativo); pensiamo a un ruolo che evolve dalla custodia e dalla dotazione di armi da fuoco per arricchirsi anche delle armi ben più efficaci della psicologia sociale;

Progetto velleitario ?

In realtà è un progetto che ha , letteralmente, i piedi per terra più di altri ventilati nell’ultimo decennio; pensiamo alla proposta di  pochi anni fa di “carceri galleggianti con vista mare per detenuti (buoni !?)”;

il nostro progetto è più realistico per il semplice motivo che le sue radici sono nella Costituzione,  nel benessere della collettività nella sua interezza, nella giustizia sociale e nello spirito umanitario.

Il primo passo per il superamento del carcere è archiviare la storia delle “patrie galere” ; sperimentare un ISTITUTO RESIDENZIALE PER LA RISOCIALIZZAZIONE; costruire una esperienza che sia un messaggio per l’Europa e per l’intero pianeta.

Si può fare a Brindisi. 

Brindisi – Bologna 15 marzo 2021

Maurizio Portaluri – medico ospedaliero pubblico, Vito Totire – medico psichiatra e di sanità pubblicati, Forum Ambiente Saluto e Sviluppo, Brindisi, Associazione Salute Pubblica, Brindisi, Rete per l'ecologia sociale, Bologna, Circolo "Chico" Mendes, Bologna, Centro F. Lorusso, Bologna

  • Procuratore Generale della Repubblica Corte di Appello di Lecce, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Lecce, Procuratore della Repubblica di Brindisi, Prefetto di Brindisi, Presidente della Regione Puglia, Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio, Direttore dell’Agenzia del Demanio Puglia, Direttore Generale della ASL Brindisi, Garante Nazionale per i diritti delle persone private della libertà, Garante Regionale per i diritti delle persone private della libertà.
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La Puglia torna a sorridere con il SuperEnalotto: nel concorso di sabato 13 marzo, infatti, è stato centrato un “4Stella” del valore di 53.754,37 euro. La giocata vincente è stata registrata presso il tabacchi di via Francavilla 44 a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi.  Il Jackpot, nel frattempo, sale ancora tanto da toccare quota 122,2 milioni di euro che saranno in palio nella prossima estrazione.  L’ultima sestina vincente è arrivata il 7 luglio scorso, con i 59,4 milioni di euro finiti a Sassari mente in Puglia, riferisce Agipronews, il “6” non si vede dal 2014 quando a Bari fu centrato il jackpot da 26 milioni di euro.

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L’agricoltura per essere competitiva sui mercati deve poter disporre di acqua in quantità e qualità adeguate, per cui vanno rivisti gli accordi con le Regioni Basilicata e Molise per ridefinire costi e approvvigionamento idrico. E’ coldiretti Puglia a chiedere agli Assessori regionali all’Agricoltura Pentassuglia e alle

Risorse idriche e Tutela delle acque Piemontese lo stato dell’arte delle iniziative poste in essere dalla Regione Puglia iniziative per garantire il ‘bene acqua’ all’agricoltura pugliese con la stagione primaverile ormai alle porte.

“E’ divenuto improcrastinabile che la Regione Puglia proceda, senza ulteriori rinvii, alla revisione degli accordi intervenuti con la Regione Basilicata, in merito al “ristoro del danno ambientale”, in considerazione dei riflessi negativi sui costi dell’irrigazione per l’utenza e sui bilanci degli stessi Consorzi di Bonifica e che rinegozi il costo di vettoriamento dell’acqua  in favore dell’Ente Irrigazione”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

L’assenza di una organica politica di irrigazione registrata sinora in Puglia ha comportato, tra l’altro, che lo stesso costo dell'acqua – denuncia Coldiretti Puglia - sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie.

“D’altro canto, rispetto agli accordi sottoscritti tra Molise e Puglia a partire dal 1978, è necessario imprimere un’accelerata – aggiunge il delegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni - al progetto che prevede la realizzazione di una condotta di 10 km per drenare acqua dall'invaso del Liscione fino all'invaso di Occhito”.

Lo scenario è aggravato dai cambiamenti climatici in atto con forti criticità in relazione a continue crisi idriche – aggiunge Coldiretti Puglia - per cui risulta vitale avere impianti irrigui moderni ed efficienti, i soli in grado di poter gestire al meglio le eventuali stagioni siccitose.

In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale – aggiunge Coldiretti Puglia - per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi, dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l’89% della pioggia caduta. Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che – continua la Coldiretti - stanno profondamente modificando la distribuzione e l’intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.

Servono – sostiene la Coldiretti regionale – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è poca. Gli agricoltori – conclude Coldiretti Puglia - stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.

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Dopo tre mesi di sede vacante si è insediato presso il commissariato di Mesagne il nuovo dirigente che sostituisce il commissario Vincenzo Maruzzella, Dnato a San Vito dei Normanni, trasferito il 15 dicembre 2020 a dirigere la sezione Volanti della questura di Bari. Si tratta del vice questore Giuseppe Massaro con esperienza professionale in Calabria. Il funzionario, infatti, proviene dalla Squadra Mobile di Cosenza e proprio in Calabria si è distinto nel contrasto alla criminalità comune e organizzata. Il questore di Brindisi, Ferdinando Rossi, ha accolto con favore la designazione ministeriale del commissario Massaro, che si inquadra in una strategia di potenziamento del commissariato di Mesagne e denota attenzione per una zona che merita un adeguato presidio da parte della polizia di stato. Ieri mattina, al suo arrivo, Massaro è andato in municipio ed ha salutato il sindaco Toni Matarrelli. Sarà Massaro, con molta probabilità, a sovrintendere anche al trasferimento del commissariato nella sede dell’ex tribunale messa a disposizione dal Comune. Da nuovo funzionario la città di Mesagne si aspetta un rilancio delle attività di controllo e prevenzione crimine. 

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«In "Zona rossa" per gli alunni con bisogni educativi speciali è consentita la didattica in presenza. Questo può quindi avvenire anche in Puglia». L’on. Valentina Palmisano (Movimento Cinque Stelle), anche in considerazione di una recente circolare del Ministero dell’Istruzione, precisa alcune modalità di svolgimento delle lezioni all’interno degli istituti scolastici. «Si tratta di una delle poche misure concesse per le regioni che si trovano in “Zona rossa”. A questo proposito - è chiarito nella stessa circolare - le istituzioni scolastiche non dovranno limitarsi a consentire la frequenza solo agli alunni con disabilità, ma – riferisce la parlamentare pugliese- al fine di rendere effettivo il principio di inclusione, valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe. Auspico davvero che queste misure siano attuate in Puglia, anche a tutela delle famiglie di questi alunni, speciali in tutto, che non possono essere lasciate in un momento difficile come questo». Ci sono altre valutazioni in corso, anche a livello governativo, su quelle che possono essere le concessioni, seppur minime in “zona rossa” in ambito scolastico. «E’ importante continuare a fare in modo che la curva dei contagi possa essere contenuta. Allo stesso modo però, questi mesi di attività didattiche negli asili nido e nelle scuole d’infanzia, attraverso il sistema delle “bolle” hanno permesso di coniugare le esigenze di sicurezza nelle singole classi e la stessa didattica in presenza. Come Movimento Cinque Stelle- conclude l’on. Valentina Palmisano- riteniamo che il Governo debba valutare l’apertura in "Zona rossa" per le scuole in questa fascia d’età. Anche in questo caso la tutela della salute ed i bisogni delle famiglie, attraverso modalità già collaudata, può essere garantita»

Scelgo il PD perché abbiamo davanti una fase di rinascita del Paese che partirà dalla società e quindi dalla politica e dai partiti", ha detto Enrico Letta all'assemblea che lo ha eletto segretario nazionale del partito. E sul rilancio della funzione del PD nella società, nei territori, tra i cittadini e soprattutto tra i giovani è più volte ritornato nel corso del suo lungo ma efficace intervento. Un ruolo che il Partito Democratico potrà svolgere se rinuncerà all'idea che il suo impegno principale sia quello di decidere, di volta in volta, chi deve accedere alle cariche istituzionali, per diventare un partito che ha la sua idea di Mondo, di Paese, di grandi e piccoli centri urbani e lavora per realizzarla, con "l'anima e il cacciavite". Solo così il PD può ritagliarsi un ruolo da protagonista in un campo progressista largo, essendo aperto al confronto e dialogante, a partire dai territori, con tutte le espressioni del centrosinistra, capace di preparare con il M5s un incontro virtuoso e sul terreno della politica, andando ben oltre le coabitazioni di necessità determinate dall'idea che il PD sia un partito "protezione civile" obbligato a svolgere funzioni di governo. Non avere paura di perdere come condizione essenziale per vincere, con la forza e il coraggio delle proprie idee. Sono questi i pensieri che Letta ha messo nelle mani di circoli e federazioni, chiamati nei prossimi giorni a discutere, a rompere l'incantesimo di correnti cristallizzate e costruite per fedeltà, a preparare quelle Agorà dove confrontarsi e costruire il futuro insieme a mondi che, pur essendo fuori dal PD, continuano a guardare a questo partito con interesse e speranza. Proprio a partire dalla nostra Provincia, dove personalmente ed insieme agli organismi dirigenti provinciali sarò impegnato a promuovere un ampio dibattito, c'è bisogno di un Pd che lavori per colmare i debiti a cui Letta ha fatto riferimento: ambientale, pubblico e demografico. Allora occorre fare la nostra parte, non tanto per aiutare il nuovo Segretario, a cui non può che andare il più sincero augurio di buon lavoro, ma per costruire quel Partito nuovo a cui lo stesso Letta ha fatto riferimento.

 
Francesco Rogoli
Segretario Provinciale del PD di Brindisi

LA PIÈCE TEATRALE DEDICATA AL GIUDICE BORSELLINO E ALLA STRAGE DI VIA D’AMELIO È STATA SCELTA DALL’AMMINISTRAZIONE DI FASANO PER RICORDARE TUTTE LE VITTIME DELLA MAFIA. IN ONDA SUL CANALE YOUTUBE “CITTÀ DI FASANO” 18, 19 E 20 MARZO.

«L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno. L’importante è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo. Altrimenti non è coraggio, è incoscienza».

Di questa convinzione Paolo Borsellino ne aveva fatto il proprio stile di vita. Uno stile di vita difeso fino all’ultimo giorno, quello della strage di Via D’Amelio, a Palermo. E proprio attorno al 19 luglio 1992 in cui il giudice perse la vita insieme agli uomini della scorta, ruota la pièce teatrale «L'agenda - 19 luglio 1992», l’opera scelta dall’Amministrazione per celebrare, insieme alle scuole del territorio, la Giornata della Memoria e dell’impegno  in ricordo delle vittime della mafia, che ricorre  domenica 21 marzo.

Lo spettacolo, realizzato dal collettivo Teatro Prisma, è un monologo interpretato da Barbara Grilli per la regia di Giovanni Gentile e sarà trasmesso dalle 8.00 del 18 a mezzanotte del 20 marzo sul canale YouTube “Città di Fasano”.

La pièce indaga il legame tra le stragi di via d'Amelio e di Capaci, dove due mesi prima, il 23 maggio 1992, furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie magistrato Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.

La domanda che fa da sfondo al monologo è: su cosa stava indagando il giudice Borsellino dopo la morte del suo amico Falcone? E perché bisognava fare in fretta ad ucciderlo? E soprattutto: dov'è l’agenda rossa da cui il giudice Borsellino non si separava mai e sulla quale scriveva furiosamente a ogni ora del giorno ed anche della notte? Proprio attorno al mistero dell’agenda, scomparsa negli attimi concitati che seguirono l’attentato, si concentra la pièce.

La penna di Gentile tratteggia abilmente e con schiettezza un'indagine dai contorni lacunosi e piena di depistaggi. Quello che emerge è il ritratto di uno Stato che si tira indietro rispetto alle proprie responsabilità («quando lo Stato e la società civile ti lasciano solo, la mafia vigliacca ti dichiara guerra», dice Gentile nel monologo). insomma viene tratteggiato un pezzo di storia d'Italia completamente da riscrivere.

«Abbiamo scelto un coraggioso  monologo teatrale da proporre ai nostri studenti e a tutti i cittadini per riflettere sul grande contributo di uomini come Borsellino e Falcone che dedicarono tutto il loro impegno e la loro competenza a combattere la mafia, fino a pagare con la propria vita – dice l’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, Cinzia Caroli –. Vogliamo che i nostri ragazzi comprendano che la mafia non è qualcosa di distante da noi e non è vero che non si può far nulla nel nostro piccolo per combatterla. Quello che ciascuno di noi può contrastare è  il sentire mafioso, quella cultura o sottocultura fatta di piccoli soprusi, favoritismi, prevaricazioni. Sono atteggiamenti a cui assistiamo quotidianamente e che con impegno e coraggio possiamo insieme combattere».

L'Amministrazione comunale si unisce a Giovanni Gentile nella dedica del monologo alla memoria di Paolo Borsellino e al Movimento delle Agende rosse, costituito da cittadini che agiscono affinché sia fatta piena luce sulla strage di via D’Amelio.

«Giovanni Falcone e Paolo Borsellino lavoravano con perfetta coscienza che la mafia un giorno li avrebbe uccisi, come disse proprio Borsellino nel giorno dei funerali di Falcone, eppure non si sono mai sottratti alle loro responsabilità di uomini dello Stato a difesa dell’interesse di tutti – spiega il sindaco Francesco Zaccaria –. Affinché il sacrificio di questi uomini straordinari non sia vano, a distanza di quasi 30 anni dalla loro morte, è dovere di tutti noi non solo ricordare e tramandare ai giovani il loro esempio di vita e di integrità, ma agire ogni giorno, nei nostri comportamenti, con profondo rispetto delle regole e senza girare la testa dall’altra parte di fronte ai disonesti, ai furbi, a chi cerca scorciatoie. La vita di uomini come Borsellino ci insegna a non essere omertosi o indifferenti, a non abdicare alla vigliaccheria che è certamente più comoda, ma è contraria al senso di responsabilità a cui tutti noi, nessuno escluso, siamo chiamati come cittadini consapevoli e coraggiosi».

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 14 marzo in Puglia, sono stati registrati 8.951  test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.542 casi positivi: 687 in provincia di Bari, 127 in provincia di Brindisi, 94 nella provincia BAT, 238 in provincia di Foggia, 173 in provincia di Lecce, 215 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione, 5 casi di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 9 decessi: 4 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BAT, 1 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.691.681  test.

122.147 sono i pazienti guariti.

39.142 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 165.558 così suddivisi:

64.595 nella Provincia di Bari;

16.901 nella Provincia di Bat;

11.967 nella Provincia di Brindisi;

31.879 nella Provincia di Foggia;

14.510 nella Provincia di Lecce;

24.835 nella Provincia di Taranto;

626 attribuiti a residenti fuori regione;

245 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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