Redazione

Don Antonio chiama e il #csibrindisi risponde. Non si è fatta mancare la risposta del Comitato territoriale del #centrosportivoitaliano alla richiesta di aiuto di don Antonio Randino, parroco della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria al rione Perrino di Brindisi. In un'intervista rilasciata tempo fa, al giornalista Gianmarco Di Napoli, don Antonio, aveva espresso la sua volontà di riportare l'Oratorio in Parrocchia in un quartiere come quello del rione Perrino dove i ragazzi, dopo aver finito di fare i compiti, si riversano per strada avendo a volte anche un senso di smarrimento per l'assenza di strutture idonee ad accoglierli. "Nel frattempo i ragazzi usano un campetto antistante la farmacia, ci sono delle vecchie porte arrugginite, io ho promesso loro che comprerò le reti così potremo giocare insieme a pallone”.  Questa dichiarazione del Parroco fece si  che immediatamente si mettesse in moto la macchina del csi per garantire la fornitura del  materiale sportivo necessario. 


Oggi quella consegna è avvenuta proprio là dove i ragazzi, in un sabato mattina piovoso, erano intenti con zappe e pietre a tracciare un  terreno di gioco, proprio come avveniva anni fa, in attesa di quel tanto desiderato regalo delle reti e i palloni e chissà magari un giorno anche di un vero campetto di erbetta. 
Permettere ai ragazzi di giocare e divertirsi per noi del Centro Sportivo Italiano è alla base, per questo, all'appello di don Antonio, abbiamo risposto presente.
 La delegazione della Presidenza guidata da  Angelo Taurisano,  Presidente Territoriale e dal Vice Presidente Vicario, anche in veste di Presidente Regionale, Ivano Rolli,  ha fatto dono alla Parrocchia di una coppia di reti e una serie di palloni. Insieme al Parroco è stato concordato di voler aprire un dialogo con l'Amministrazione Comunale affinchè il quartiere possa presto avere una struttura sportiva a disposizione. Sono state messe a cantiere già per il periodo dopo Pasqua una serie di eventi e manifestazioni sportive nelle strade vicino la Parrocchia con i ragazzi del quartiere. 

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Dai mercati contadini fino al web, la guerra in Ucraina e il Covid hanno spinto oltre 8 consumatori su 10 (82%) a cercare di instaurare un rapporto stabile con un agricoltore per garantirsi cibo sicuro, sano e di qualità.  E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, sulla base del sondaggio lanciato sul sito undefined sulle abitudini alimentari dei pugliesi, in occasione dell’inaugurazione del mercato di Campagna Amica di Via 95° Reggimento Fanteria a Lecce con il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, il delegato confederale di Lecce, Pietro Piccioni, il direttore provinciale, Aldo Raffaele De Sario, il Direttore di Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli, assieme al Sindaco di Lecce, Carlo Maria Salvemini, al Presidente della Camera di Commercio di Lecce, Mario Vadrucci, al Comandante della Scuola di Cavalleria di Lecce, Generale di Brigata Claudio Dei all’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Mons. Michele Seccia e al Consigliere Ecclesiastico della Coldiretti, Mons, Nicola Macculi.

I consumatori hanno sviluppato la tendenza a combinare gli acquisti on line, con la spesa recapitata a casa, a quelli fisici, recandosi nei mercati contadini che hanno continuato a restare aperti al netto delle difficoltà causate dal Covid prima e dalla guerra in Ucraina poi.

Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 650 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque. Un fenomeno reso possibile dal fatto che l’Italia – spiega Coldiretti – è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 12.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica. Grazie al progetto economico di filiera corta di ‘Campagna Amica’, in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.

L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti, un  impegno quotidiano senza sosta che è stato sostenuto anche dalle consegne a domicilio, dall’asporto e da importanti momenti di solidarietà verso i 210mila indigenti.

I cittadini scelgono la vendita diretta perché questo modello risponde in pieno alle loro esigenze di sicurezza alimentare, di gusto e di contatto con la realtà. Ciò che guida la spesa del consumatore – insiste Coldiretti Puglia - non è tanto il prezzo quanto piuttosto fattori qualitativi, come ad esempio la trasparenza su provenienza e ingredienti, la tutela della salute (94%), l’eticità (83%).

“Questo atteggiamento da parte dei consumatori è espressione di un’attenzione nuova che la società ha rispetto al cibo. Il carrello della spesa riflette lo stile di vita. I prodotti a Km zero sono considerati una garanzia di cibo fresco e sicuro oltre che una soluzione per sostenere l’economia e lo sviluppo locale. Inoltre rappresentano una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, dove lo spreco alimentare per gli acquisti fatti direttamente dal produttore agricolo è del 15-20% contro uno spreco del 40-60% per i sistemi alimentari della grande distribuzione. Questo perché i cibi in vendita sono più freschi, durano di più e percorrono distanze più brevi per arrivare al consumatore finale, inquinando meno”,  ha affermato Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.

Un’esperienza che ha fatto da base alla nascita della prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market, promossa proprio per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere. “Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono – ha spiegato Carmelo Troccoli, direttore Fondazione Campagna Amica – Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire.  Supportata dalla Fao, la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori”, ha concluso Troccoli.

L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle città capoluogo della Puglia ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città. Anche nei pesanti tempi del Covid e della guerra in Ucraina i mercati contadini – conclude Coldiretti Puglia – hanno offerto un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà legate alla pandemia riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori.

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Attività della polizia locale di Mesagne contro l’occupazione di suolo pubblico in maniera selvaggia. Nella giornata di ieri gli agenti hanno eseguito una serie di controlli, elevando anche delle contravvenzioni, verso gli ambulanti abusivi che occupano un maggiore spazio di quello assegnato e, naturalmente, pagato in meno in Comune. “L’operazione – ha spiegato il comandante Teodoro Nigro – rientra nell’attività di contrasto all’abusivismo che si svolge su diversi fronti: dall’urbanistica alle attività produttive”. Al termine del servizio gli ambulanti abusivi sono stati allontanati, quelli con attività ambulante controllati e, infine, i commercianti con stand fissi fatti rientrare negli spazi assegnategli. Dunque, da diverso tempo i cittadini di Mesagne hanno posto il problema degli spazi pubblici occupati in maniera anomala da commercianti per svolgere le loro attività di vendita. In molti casi l’espansione di tali vendite si sono allargate all’inverosimile causando pericolo per la circolazione veicolare e per gli stessi cittadini.

Così, il comando della polizia locale ha disposto dei controlli per verificare la corrispondenza tra le autorizzazioni rilasciate dal Comune per l’occupazione di suolo pubblico e lo spazio realmente occupato. I controlli sono iniziati da viale Indipendenza dove ci sono, in maniera statica, diverse attività di vendita di frutta e verdura. E come paventato dai cittadini nessuno dei venditori ha rispettato le norme prescritte nelle autorizzazioni di vendita. Diverse attività in pianta stabile avevano occupato molto più spazio pubblico di quello autorizzato dall’ente pubblico. Naturalmente tale occupazione abusiva comporta per l’ente locale, al di là del periodo pandemico, un minor incasso di gabelle. Sempre in viale Indipendenza sono stati beccati due fruttivendoli, con postazione in Apecar, che vendevano senza le prescritte autorizzazioni mentre un altro ambulante non aveva ottemperato agli obblighi di svolgere la propria attività in maniera itinerante. Al termine dei controlli sono state elevate cinque contravvenzioni per un importo di 173 euro cadauna.polizia_locale_in_viale_indipendenza_marzo_22_1.jpg

“Si tratta di controlli di routine necessari per riportare la legalità in attività produttive in cui sono statisuperate le prescrizioni imposte dal Comune – ha spiegato il comandante Nigro -. Inoltre, questi controlli sono molto importanti sul fronte della sicurezza stradale poiché in queste stand si fermano diversi automobilisti che posteggiano in maniera anomala causando problemi alla circolazione stradale”.

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Dati del giorno: 19 marzo 2022

7.392
Nuovi casi
33.982
Test giornalieri
4
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.251
Provincia di Bat: 491
Provincia di Brindisi: 644
Provincia di Foggia: 984
Provincia di Lecce: 2.177
Provincia di Taranto: 779
Residenti fuori regione: 47
Provincia in definizione: 19
99.911
Persone attualmente positive
570
Persone ricoverate in area non critica
28
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

830.341
Casi totali
9.283.965
Test eseguiti
722.576
Persone guarite
7.854
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 270.227

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«La manutenzione e la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali come prima grande opera necessaria. Sono quasi 15,8 milioni di euro in arrivo nei prossimi anni dal Governo per la manutenzione di ponti, viadotti e la rete viaria secondaria per la provincia di Brindisi». E’ quanto annuncia la parlamentare pugliese Valentina Palmisano (Movimento Cinque Stelle). Nelle scorse ore la Conferenza Stato-Città e autonomie locali ha dato l’assenso a due schemi di decreto del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco. «I fondi, che sarà compito della Provincia di Brindisi utilizzare, verranno corrisposti secondo un programma pluriennale: quasi 6,5 milioni di euro, da utilizzare esclusivamente per la messa in sicurezza o sostituzione di ponti o viadotti (o opere accessorie), sono stanziati per il periodo 2024-2029, mentre altri 9,3 milioni di euro circa saranno destinati per la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza della rete viaria secondaria e riguarderanno il periodo 2025-2029. Si tratta di risorse disponibili per la provincia di Brindisi -conclude l’on. Valentina Palmisano- che risulteranno fondamentali, per garantire la messa in sicurezza di gran parte del territorio provinciale, ma anche per aumentarne la competitività sul fronte infrastrutturale in molti siti produttivi».

La mobilitazione dei dipendenti dell’Ispettorato del lavoro, va avanti  da più di un mese ed è culminata con la giornata di sciopero proclamata per il 18 marzo da tutte  le OO.SS. per protestare contro l’esclusione del personale di INL e ANPAL dal DPCM di armonizzazione delle indennità di amministrazione. 

Incomprensibilmente il personale di INL e ANPAL, pur   avendo applicato il CCNL  del Ministero del Lavoro,  è  stato escluso dal provvedimento che armonizza  le indennità di amministrazione per tutti i dipendenti dei Ministeri e per effetto del quale non percepiranno  aumenti  contrattuali che vanno da 1500 a 2500 euro annui.
La sede dell’Ispettorato del Lavoro di Brindisi è rimasta chiusa nella giornata del 18 Marzo in quanto l’adesione dei dipendenti è stata totale.
Si attende, adesso, l’esito dell’incontro annunciato per il prossimo 30 marzo  tra i sindacati e  il Ministro del Lavoro Orlando.

Con i rincari nel carrello scatenati dal caro energia e dalla guerra in Ucraina ben oltre 4 cittadini su 10 (44%) si difendono coltivando in proprio frutta e verdura in giardini, terrazzi, orti urbani e piccoli appezzamenti di terreno per garantirsi cibo in una situazione di grande difficoltà e incertezza. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione dell’iniziativa al mercato di Campagna Amica di Via 95° Reggimento Fanteria a Lecce e in tutta la Puglia, dove sono entrati in azione i tutor con dimostrazioni pratiche in campo per aiutare i pugliesi a sfruttare gli spazi a disposizione per produrre in autonomia frutta e verdura approfittando dell’arrivo della primavera.

“Il settore floricolo e vivaistico è fra quelli più duramente colpiti dal caro bollette e dai prezzi del gasolio per riscaldare le serre schizzati alle stelle, ma è anche quello che dimostra sempre una grande capacità di resilienza con una forte domanda anche dall’estero dove si registra un aumento record del 33% delle esportazioni di piante Made in Italy nel primo trimestre del 2021 che impone la tutela di un comparto e chiave del Made in Italy agroalimentare con un valore della produzione di fiori e piante che arriva a 300 milioni di euro in Puglia”, ha detto Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce.

Il settore florovivaistico – aggiunge Coldiretti Puglia - con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento rappresenta ben il 12,4% della produzione agricola.

Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso – sottolinea la Coldiretti – la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Un bisogno di conoscenza che – precisa la Coldiretti – è stato colmato con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate, ma che ora ha favorito la nascita della nuova figura del tutor che la rete degli orti urbani di Campagna Amica mette a disposizione.

L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare – continua la Coldiretti Puglia – intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono – precisa la Coldiretti – alcune delle regole fondamentali per ottenere buoni risultati.

La crisi economica scatenata dal confitto e dal caro bollette – rileva la Coldiretti Puglia – fa dunque rivalutare la funzione degli orti di “guerra” quando nelle città italiane, europee e degli Stati Uniti si diffondevano gli coltivazioni per garantire approvvigionamenti alimentari. Sono famosi i “victory gardens” degli Stati Uniti e del Regno Unito dove nel 1945 venivano coltivati 1.5 milioni di allotments sopperendo al 10% della richiesta di cibo. Ma sono celebri anche gli orti di guerra italiani nati al centro delle grandi città per far sì che, nell’osservanza dell’imperativo del Duce, “non (ci fosse) un lembo di terreno incolto”. Sono negli annali della storia le immagini del foro Romano e di piazza Venezia trasformati in campi di grano e la mietitura svolta in piazza Castello, centro e cuore di Torino in ogni epoca.

Ora i tempi sono cambiati ma il ritorno della guerra in Europa – sottolinea Coldiretti - ha portato con sé, oltre alla grande solidarietà al popolo ucraino, grande preoccupazione per gli effetti della guerra sull’economia reale ma anche sul futuro del Continente. I giardini e i balconi delle abitazioni sempre più spesso lasciano spazio così ad orti per la produzione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli fave e ceci da raccogliere, trasformare o conservare all’occorrenza. Un fenomeno che, oltre a far risparmiare, aiuta anche a trascorrere momenti di relax e allentare le ansie.

Accanto a chi coltiva gli spazi a disposizione su balconi e terrazzi ci sono anche 1,2 milioni di italiani che hanno a disposizione almeno un ettaro di terreno a uso familiare. Si tratta – spiega la Coldiretti regionale – in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato aziende o pezzi di terreno da genitori e parenti dei quali hanno voluto mantenere la proprietà per esercitarsi nel ruolo di coltivatori e allevatori, piuttosto che venderli come accadeva spesso nel passato.

Ma non manca neppure chi ha approfittato dell’opportunità messa a disposizione dagli enti locali che organizzano e affittano veri e propri orti urbani che – sottolinea Coldiretti Puglia – registrano una crescita del 18,6% in cinque anni superando i 2,11 milioni di metri quadrati secondo l’analisi della Coldiretti sul rapporto Istat sul verde urbano 2021. Ogni amministrazione – conclude la Coldiretti Puglia – applica parametri e sistemi diversi per la concessione degli orti pubblici: ci sono comuni che li danno in uso annuale in cambio di un piccolo canone dopo averli recintati e attrezzati con acqua e piccolo riparo per gli attrezzi, altri che li riservano solo a certe fasce di età e altri ancora che aprono dei veri e propri bandi per le assegnazioni con quote di canone che cambiano a seconda del reddito e dell’età.

I 10 CONSIGLI PER UN ORTO PERFETTO:

1. Spazio giusto: è necessario individuarlo. L’orto in piena terra è la soluzione migliore. Per chi non ha il giardino, il balcone o il terrazzo sono una buona alternativa. L’importante è che siano soleggiati e ventilati.

2. Stagionalità: occorre conoscerla. A ogni periodo dell’anno il suo prodotto. Per sapere quando e cosa coltivare è utile dotarsi di un calendario delle semine con indicate le fasi lunari.

3. Giusto tempo: gli orti, anche quelli di piccole dimensioni, necessitano di cure quotidiane. Se si ha poco tempo il consiglio della Coldiretti è di comprare le piantine già sviluppate e trapiantarle.

4. Buona terra: è garanzia di risultati. Per mantenere un buon livello di fertilità è meglio scegliere compost vegetale biologico o terriccio universale.

5. Semi e piantine: ci sono selezioni da fare e regole da rispettare a seconda che si lavorino ortaggi a ciclo lungo (fagioli, piselli, fave) o a ciclo corto (ravanelli, rucola o carota).

6. Trapianto: si realizza quando le dimensioni della piantina superano quelle del recipiente. E’ possibile cambiare più volte il vaso aumentandone man mano la grandezza.

7. Acqua: per un’adeguata crescita alle colture il terreno deve essere sempre umido, ma mai bagnato, secondo la Coldiretti. Le innaffiature vanno regolate a seconda della temperatura e dello sviluppo delle piante.

8. Temperatura: è importante fare attenzione all’andamento del tempo. A marzo e ad aprile il rischio di gelate notturne è ancora alto: è bene quindi proteggere le piantine con dei teli isolanti;

9. Parassiti: formiche, mosca degli orti, ragnetti rossi e bruchi sono i principali insetti che possono arrivare a creare seri problemi alla produzione. Per limitare questi attacchi, oltre a usare prodotti specifici, è bene scegliere ortaggi che si adattano meglio al clima e al territorio dove si vive.

10. Costi: realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Tra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per uno spazio di 20 metri quadrati “chiavi in mano”.

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I risultati del progetto “EduCare Sampei” saranno presentati venerdì 25 marzo alle 10.30 nell’atrio del Campus dell’istituto scolastico dell’Assori onlus (Associazione per la promozione socio-culturale sportivo dilettantistica e la riabilitazione dell’handicappato), in via Benedetto Biagi 31 a Foggia.

Il progetto “EduCare Sampei”, nato per soddisfare i bisogni speciali degli alunni con disabilità, adottati e con Bisogni educativi speciali (Bes), ha avuto inizio il 15 ottobre 2021. “La proposta – spiega Costanzo Mastrangelo, presidente dell’Assori onlus di Foggia e medico pediatra – era nata nel luglio dell’anno 2020,  ma a causa del Covid, ha visto  l’avvio il 15 settembre 2021,  con la collaborazione dell’Istituto Scolastico  Omnicomprensivo “ Foscolo – Gabelli”  di Foggia.  Approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Politiche della Famiglia che ha ad oggetto lo Sviluppo di un Approccio Multidimensionale contro la Povertà Educativa e per l’Inclusione sociale, il progetto si è concluso il 16 marzo 2022, con la manifestazione in acqua del gruppo dell'atelier "Giocando" . Il gruppo includeva le bambine e i bambini dell'Istituto Foscolo Gabelli accompagnati dalle insegnanti ed educatrici Elena Tuggi, Simona Corso, Federica Simona, Maria Tricarico. Tutte le attività sono state completamente gratuite”.

Al convegno finale prenderanno parte Fulvia Ruggiero, dirigente dell’Istituto Foscolo – Gabelli di Foggia, Filomena Paoletti, docente dell’Istituto Foscolo – Gabelli di Foggia, Pia Colabella, dirigente dell’istituto Scolastico dell’Assori onlus e Valeria D’Alsazia, docente dell’Assori e coordinatrice del progetto. Interverrà anche il presidente dell’Assori onlus, Costanzo Mastrangelo. Per l’occasione saranno esposti i lavori eseguiti durante lo svolgimento del progetto: una galleria  di foto e video sul progetto “EduCare Sampei”.

Il progetto “EduCare Sampei”

Il progetto, che mirava a comprendere quale fosse il metodo di apprendimento più semplice ed efficace per ogni bambino, aveva una durata complessiva di sei mesi e prevedeva, oltre alla prima valutazione intermedia, una finale. L’obiettivo è sempre stato quello di aumentare la consapevolezza cognitiva e fortificarla dove fosse necessario per promuovere quell’impalcatura mentale utile ad una vera crescita nel tempo.  “Sono stati presi in carico – sottolinea Mastrangelo -  90 alunni, compresi i soggetti svantaggiati, con Bisogni educativi speciali (Bes), minori stranieri e con disabilità fisica, psichica e sensoriale”. Tutti gli alunni sono stati avviati in orari curriculari alle attività laboratoriali denominate  “I Campi di esperienze e delle relazioni” suddivise in 4 tipologie sulla base dei bisogni educativi e formativi emersi:

A. “Gesticolando”:l’obiettivo è stato  quello di stimolare l’apprendimento dei diversi canali comunicativi come quello corporeo, mimico, gestuale per approdare all’apprendimento del linguaggio LIS. I bambini sono stati coinvolti anche cognitivamente nella conoscenza di diversi linguaggi e della possibilità di utilizzarli per rafforzare relazioni e la sperimentazione dei diversi linguaggi attraverso il gioco. Le foto allegate vogliono illustrare appunto l’attività del linguaggio LIS ( lingua italiana dei segni) espletata da una docente abilitata e capace di attivare la complicità degli alunni che hanno mostrato grande capacità e gradimento collaborativo. IL linguaggio mimico gestuale e quello corporeo infatti, ben si addice ai ragazzi di questa età.

B. “Fantasticando”: l’obiettivo è stato quello di favorire l’acquisizione di apprendimenti attraverso strategie didattiche metacognitive. Avendo osservato le difficoltà legate a problemi di attenzione, comunicazione, disprassie e comportamentali di vario tipo, sono state create le condizioni per attirare l’attenzione di tutti i bambini facendoli diventare tutor dei loro compagni in situazione di disagio o di svantaggio.

Così si è reso possibile per tutti, indipendentemente dalla propria particolarità imparare le stesse cose (colori, forme, lettere, dimensioni, schema corporeo), godendo dell’approccio comune .

C. “Digitando”: con l’ausilio delle nuove tecnologie gruppi di bambini (con disagio e non) suddivisi in coppie hanno avuto la possibilità di utilizzare in modo interattivo programmi didattici al computer.

Partendo da un base di assoluta mancanza di dimestichezza con gli strumenti digitali, grazie alla supervisione ed al tutoraggio di un educatore multimediale esperto nell’approccio ad utenti in età infantile anche  in situazione di “fragilità” è stato guidato l’approccio e la conoscenza del computer.

Successivamente sono stati presentati i vari programmi utili a costruire color , disegni, storie  attraverso l’uso di tastiere e mouse.

Gli alunni/e sono state istruite sull’uso della lavagna interattiva multimediale (LIM), o lavagna elettrinica , sulla cui superficie è stata praticata un’attività di scrittura, di disegno in bianco e nero o colorato.

E’ stata visualizzata la possibilità di allegare immagini ai disegni effettuati e riprodurre video e animazione ( in pratica è stata avviata la strutturazione della fase iniziale del coding).   

“Giocando”: attività ludico-motoria intesa a favorire l'integrazione dei ragazzi all'interno del proprio ambiente educativo e sociale attraverso lo sport e l’attività natatoria praticata presso la piscina dell’Assori onlus.  

E’ ormai orientamento pedagogico consolidato che, poiché l’apprendimento è un processo cumulativo dove le prime competenze acquisite sono i mattoni su cui si possono, o non si possono, costruire le competenze di ordine superiore, il contrasto alla povertà educativa deve iniziare dai primi anni di vita. “La condizione di povertà minorile è multidimensionale – aggiunge Mastrangelo -, effetto del contesto economico, sanitario, familiare e abitativo, della disponibilità o meno di spazi accessibili, dell’assenza di servizi di cura e tutela dell'infanzia: essa non è solo legata alle cattive condizioni economiche, ma è povertà di relazioni, isolamento, cattiva alimentazione e scarsa cura della salute, carenza di servizi, di opportunità educative e di apprendimento non formale. La povertà educativa, insidiosa quanto e più di quella economica, priva bambini della possibilità di apprendere e sperimentare, scoprire le proprie capacità, sviluppare le proprie competenze e coltivare i propri talenti. La povertà educativa investe anche la dimensione emotiva, della socialità e della capacità di relazionarsi con il mondo. La fascia di età specifica individuata su cui calibrare un nuovo approccio metodologico è dai 3 ai 6 anni ed è dovuta alla consapevolezza che il contrasto alla povertà educativa per alcune categorie di soggetti, per essere efficace, deve iniziare già dall’infanzia”.

Alla conclusione del progetto i risultati ottenuti sono rilevanti– dichiara Pia Colabella, dirigente scolastica dell’Assori -. Nella città di Foggia, segnalata all’ultimo posto nell’indagine di vivibilità dei media, la disabilità, il disagio funzionale nell’apprendimento e la difficoltà di inserimento in un contesto socio-culturale diverso da quello di appartenenza, soprattutto nel caso di minori stranieri adottati, ha trovato una risposta eccellente e quanto mai efficiente così tanto da creare esperienze, apprendimenti, relazioni e benessere psicofisico sociale a tutti i partecipanti, famiglie comprese, ed un efficace contrasto all’isolamento conseguente al lockdown pandemico che restringeva e condizionava lo stile di vita dei bambini a causa delle misure di contenimento del virus”.

È  stata un’esperienza che lascia traccia di meraviglia e diventa l’impalcatura di un pensiero innovativo che nasce dall’autenticità, da gesti inconsueti. Esprime lo stupore di una profondità che emerge per essere una cellula viva di un gruppo che ha saputo cogliere la magia di un contatto  capace di tradurre l’esperienze in un codice comportamentale vivo e vero”, ha sottolineato Mastrangelo - . Il progetto lascia in memoria “la meraviglia” . “La meraviglia dell’alunno – conclude Pia Colabella - nell’emergere alla fine del percorso, come soggettività che trova il suo posto nel mondo attraverso le relazioni e i saperi, educandosi all’autodeterminazione e all’etica della responsabilità. La meraviglia del docente attento ai bisogni di ogni alunno, con dinamiche comunicative capaci di stupire, mettendolo in moto, perché possa essere motivato e diventare protagonista del suo percorso cognitivo e formativo accanto ai pari, in modo da elaborare la concettualizzazione delle esperienze, tramite i dispositivi pedagogici produttori d’interesse e curiosità. La meraviglia di uno spazio pedagogico di nuova specie, dove l’azione didattica diventa ricerca costante, inclusiva, avventura ed esplorazione permanente, concretizzando una pedagogia dell’attenzione condivisa che favorisce l’accesso al simbolico e alla riflessione. In tal modo non si parla più di insegnanti, ma di processi di apprendimento, guidati da docenti che sanno essere educatori e non meri trasmettitori di saperi effimeri, lontani dalla vita”.

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FASANO – In mattinata la musica, nel pomeriggio la danza: per connettere Italia e Grecia ballando sulle note delle affinità che uniscono Fasano ed Arta.

Dalla Puglia alla penisola ellenica, domenica 20 marzo, con un doppio appuntamento del progetto «Hermes – Heritage Rehabilitation as Multiplier cultural Empowerment within Social contest».

Si parte alle 10 con la presentazione di “Come Musica”, laboratorio di musical diretto da Teresa Cecere.

Il progetto, destinato a bambini dai 5 ai 14 anni, ha l’obiettivo di educare alle emozioni e al racconto delle stesse attraverso le arti (musica, danza, recitazione), affrontando temi come l’incomunicabilità tra genitori e figli, l’amicizia, l’amore, la fiducia in sé stessi, la volontà di crescere in un sogno, attraverso le discipline proprie del musical. La restituzione finale del laboratorio sarà il 19 maggio (alle 20, Teatro Sociale).

Nel pomeriggio, alle 19, si continua con la restituzione del workshop «Laboratorio di danza contemporanea», diretto da Vito Cassano con il coordinamento e il tutoraggio di Grazia Micoli. Obiettivo: sviluppare la capacità di valorizzare il proprio patrimonio storico, culturale, umano e naturale attraverso l’espressione artistica, implementando in questo modo lo sviluppo dell’industria creativa.

Le iniziative rientrano nel calendario «Radici Pulsanti» promosso appunto nell’ambito del progetto «Hermes», finanziato dal programma di cooperazione transfrontaliera Interreg V/A Grecia-Italia 2014-2020, che vede protagonista la città di Fasano insieme al Teatro Pubblico Pugliese.

Il programma «Radici Pulsanti» ha l’obiettivo di rafforzare la sinergia tra istituzioni pubbliche e private per promuovere e potenziare l’identità socio-culturale e territoriale comune greca e pugliese, attraverso interventi integrati che includono opere infrastrutturali in siti archeologici/rupestri dismessi e progetti culturali innovativi pianificati e gestiti in modo sostenibile.

I workshop proposti hanno in comune, in linea con gli obiettivi progettuali, un lavoro di ricerca delle radici storiche, culturali, umane e naturali del territorio, condotto attraverso un percorso che miri a sviluppare l’espressività coreografico-teatrale dei fruitori, valorizzando, in tal modo, le potenzialità dell’industria creativa dell'area.

 «Continuiamo questo progetto Interreg sperimentando, con la presentazione delle attività nuove e la restituzione di quelle terminate, il percorso di crescita dei nostri ragazzi – dice l’assessore alla Cultura Cinzia Caroli –. In particolare, il doppio appuntamento di domenica evidenzia il grande lavoro di tutti i professionisti coinvolti, dei nostri giovani e di tutto il territorio. Ringrazio i docenti per la dedizione e l’impegno che riservano ai ragazzi e Invito i cittadini a seguire le tappe di Hermes, importante occasione di connessione di arti e saperi diversi, ma complementari, e, soprattutto, fondati sulla promozione delle nostre bellezze per far crescere nei giovani la consapevolezza e l’amore per le proprie radici pulsanti».

 

Nelle scorse ore abbiamo avuto conferma della visita, il prossimo 21 marzo, del Vice ministro allo Sviluppo Economico Pichetto Fratin. La CNA di Brindisi ha già detto a chiare lettere quali sono i suoi timori, forte delle esperienze vissute negli ultimi anni. Il riferimento, in particolare, è ai rapporti con il Governo nazionale. Queste “visite” sono state tante ed autorevoli, ma non hanno prodotto alcun risultato concreto o quantomeno non hanno permesso a Brindisi di vedere riconosciuto uno stato di crisi che va ben oltre i “numeri” e si concretizza nell’assenza di prospettive economiche ed occupazionali attuabili in tempi brevi.
E’ evidente che, a questo punto, è necessario mettere fine ad una semplice “politica di ascolto” e chiedere al Governo che riconosca Brindisi come area di crisi del paese, anche in deroga, se servisse,rispetto ad una semplice lettura numerica dei dati riferiti al reddito procapite ed ai livelli di disoccupazione.
Sul fronte locale, invece, è evidente che si giunge a questo ennesimo incontro con un esponente del Governo senza aver elaborato una proposta unitaria, che fosse coordinata dagli enti locali e condivisa da associazioni datoriali e organizzazioni dei lavoratori.
Un fatto grave che rende questo territorio più debole in termini di forza contrattuale. Certo, le diversità di vedute sono ben evidenti e non si può far finta di nulla. Proprio per questo è necessario partire dalle ipotesi di sviluppo che possono risultare condivise.
Mi riferisco, ad esempio, alla nascita di una grande base logistica (un progetto di massima in tal senso è stato già presentato nel 2020 dalla CNA su un tavolo di Governo!) che veda protagonista anche l’Enel attraverso la cessione di infrastrutture attualmente utilizzate per la movimentazione del carbone, oltre alle banchine nel porto commerciale. Disponendo di tale base, infatti, Brindisi diventerebbe una delle mete più appetibili del Mediterraneo, soprattutto se collegata alla zona franca doganale.
Riteniamo, inoltre, che andrebbe rilanciata con forza – per affrontare la fase di transizione energetica – la realizzazione di un gruppo di produzione energetica a turbogas, attraverso una totale revisione delle decisioni assunte da Terna. Il tutto, sulla base delle drammatiche congiunture internazionali.
Attraverso un impegno diretto del Governo, poi, si dovrebbe ipotizzare l’avvio produttivo della chimica verde anche nel nostro territorio, fino ad ora escluso da tali scenari.
Quanto alle fonti rinnovabili, invece, Brindisi non può essere tenuta in considerazione solo per la localizzazione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche. E’ evidente che la filiera produttiva dovrà essere localizzata proprio nella nostra area industriale, utilizzando esperienze e capacità produttive delle nostre aziende.
Infine, un’idea avveniristica ma non per questo di difficile realizzazione. Brindisi, infatti, dispone di una ricchezza attualmente in gran parte inutilizzata. Mi riferisco al sito che ospita il Petrolchimico, al cui interno ci sono decine di ettari di aree immediatamente riutilizzabili, peraltro all’interno di un comprensorio in grado di offrire utilities di grandissimo valore (energia, guardiania, rete stradale interna, vapore, ecc…). Parliamo di aree che – grazie alla disponibilità di Eni - potrebbero ospitare nuovi insediamenti produttivi. Proprio il Petrolchimico, poi, dispone di un affaccio sul mare mai utilizzato e che invece potrebbe rappresentare la base a terra di impianti offshore. Insomma, un porto vicino a quello attuale e destinato esclusivamente ad attività industriali.
Sono proposte, quelle appena formulate, che potrebbero fornire risposte alle necessità immediate ed a quelle a medio e lungo termine. Ma per essere credibili vanno esaminate e condivise. Con il coraggio e l’intraprendenza che fino ad oggi sono mancati a questo territorio.
 
Franco Gentile – Presidente CNA Brindisi

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