Redazione

Con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente a preoccupare è l’azione dei piromani in una estate segnata fino ad ora particolarmente calda e siccitosa in Puglia, con altri 200 ettari andati in fumo a Gravina, con le fiamme che hanno interessato anche il bosco Difesa Grande, provocando danni ambientali ed economici ingenti alle aziende agricole. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, che torna a denunciare l’emergenza roghi che in Puglia conta già almeno il 40% degli incendi in più rispetto al 2020.

Ai danni diretti all’agricoltura – spiega la Coldiretti regionale - si sommano quelli all’indotto come la raccolta della legna, dei piccoli frutti e dei funghi con un impatto anche sul turismo. Serviranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi e la macchia mediterranea distrutti dalle fiamme.

“Enorme lo sforzo dei vigili del fuoco, della protezione civile e delle forze dell’ordine per arginare le fiamme che hanno interessato una area vasta di pregio naturalistico, paesaggistico e turistico, oltre che produttivo, con i canadair che hanno raggiunto le zone più impervie per spegnere altri focolai”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Già nel 2020 c’è stata una impennata del 33% degli incendi in Puglia, secondo i dati della Protezione Civile della Regione Puglia, con conseguenze drammatiche in termini ambientali a causa delle fiamme che fanno salire la temperatura fino ad oltre 750 gradi, provocando effetti devastanti come il deterioramento del suolo, la scomparsa della biodiversità, il degrado ecologico, la perdita di produzioni legnose e non legnose, il disordine idrogeologico, i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di anidride carbonica, l’inquinamento da fumi e la distruzione della fauna.

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti regionale – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti regionale – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. La pioggia – sottolinea la Coldiretti regionale – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, come quelle che sono avvenute al nord, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.

La Coldiretti ha elaborato un decalogo per combattere gli incendi. La prima regola per non causare l'insorgenza di un incendio è quella - afferma la Coldiretti Puglia - di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento. Soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall'automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre - continua la Coldiretti Puglia - non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio - consiglia la Coldiretti regionale - non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che - conclude la Coldiretti Puglia - un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi.

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“E’ necessario lavorare in piena sinergia per cogliere tutte le opportunità di crescita sociale, civile ed economica che la provincia e l’intero Paese sicuramente meritano”.

Queste le parole del Prefetto di Brindisi Carolina Bellantoni riportate nella nota di saluto alla Città, in occasione del suo insediamento.

E lo stesso invito ha ribadito durante l’incontro con il Presidente di ANCE Brindisi Angelo Contessa, sottolineando l’importanza di favorire l’interlocuzione tra le Istituzioni e il mondo delle imprese per sviluppare le tante potenzialità che il territorio presenta.

Un approccio costruttivo, indubbiamente condiviso dal numero uno della sezione provinciale dell’Associazione Costruttori Edili che già nel suo programma elettorale aveva indicato come prioritario l’avvio di una nuova stagione di dialogo con gli stakeholder e che, nelle ultime settimane, sta portando avanti con la calendarizzazione di una serie di incontri volti a mettere in atto concrete iniziative per il settore edile e, più in generale, per il rilancio dell’economia del territorio.

Tra queste, l’adesione al Tavolo per la legalità, salute e sicurezza sul lavoro, promosso proprio dalla Prefettura di Brindisi, e che vedrà la redazione di un Protocollo d’intesa unitario sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Su questo tema, il Presidente Contessa ha sottolineato l’opportunità di implementare un apposito scambio di informazioni circa il rilascio dei titoli abilitativi (compresa l’edilizia libera), allegando il DURC e la dichiarazione dell’organico medio annuo. E, in tal senso, ha assicurato la massima disponibilità degli Enti bilaterali per raccogliere tali dati che saranno poi riportati periodicamente alla Prefettura per consentire la verifica di eventuali anomalie sull’ apertura dei cantieri, relativamente a contratto di categoria applicato, congruità della manodopera e regolarità contributiva.

Nel corso dell’incontro con il Prefetto Bellantoni è stata, infatti, più volte evidenziata la necessità di contrastare il fenomeno del dumping contrattuale e del lavoro nero, nella convinzione che quest’ultimo rappresenti una vera e propria piaga per il settore edile.

Per tutelare le imprese sane e garantire un sistema economico non viziato è necessario prevenire e non reprimere. Questo il concetto emerso nel corso della riunione e che potrà trovare attuazione solo attraverso la condivisione di un percorso di lavoro unitario.

Il Prefetto Bellantoni ha poi fatto riferimento alle tante potenzialità che la Città di Brindisi offre - la ricchezza di infrastrutture, la varietà di elementi architettonici, la predisposizione a far coesistere il tessuto industriale con la vocazione turistica, solo per citarne alcune - e che potranno essere sviluppate solo se tutti gli attori del territorio sapranno dialogare in modo proficuo ed efficace, collaborando per il bene comune.

E su questo ANCE Brindisi ha confermato piena e convinta disponibilità.

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SULLA SPAZZATURA”​. 

 
Liberamente tratto dal Consiglio Comunale
 
​ “Caro consigliere Molfetta, noi due siamo agli antipodi – tu il Polo Nord e io Polo Sud” diceva più o meno il sindaco il 31Dicembre 2020 in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione. “E’ cambiato tutto e lei non se ne è accorto, dove c’era il buio ora c’è la luce! Prendiamo per esempio la spazzatura. Noi abbiamo messo in sicurezza un sistema che era ormai al collasso: la ditta appaltatrice voleva scappar via da Mesagne, il personale si ammalava ad ogni piè sospinto come in una epidemia di peste bubbonica, le gare andavano deserte tanto era stitico il capitolato predisposto sotto l’egida di un sindaco triste e sparagnino. Noi abbiamo commissionato un capitolato rivoluzionario ad una super-esperto (lautamente pagato), abbiamo messo 3-400.000 euro in più sul tavolo e sono arrivate ben 5 aziende a contendersi il piatto ricco- mi ci ficco. Il servizio ora viaggia in mani sicure, è notevolmente migliorato nella dotazione organica e strumentale, nei servizi offerti e la città è più pulita. Per completare l’opera non ci resta che fare un mega impianto di compostaggio e siamo apposto”.​
 
A sei mesi di distanza a noi pare che il groviglio si fa sempre più intrigato.
 
LA SUPERGARA
Il 18 giugno 2020 il Comune emette il decreto di aggiudicazione della gara a favore della Tekra, che supera per un pugno di decimali la seconda classificata: la Teknoservice che naturalmente non ci sta ed impugna il provvedimento davanti al TAR. La ricorrente sostiene che la vincitrice andava esclusa dalla gara per omessa dichiarazione ( falsa applicazione dell’art. 80 D.lg 50/2016 Codice dei Contratti ) non avendo menzionato le estromissioni subite in due precedenti gare.​
 
Il 13 Luglio 2020 il TAR Puglia, sezione di Lecce respinge il ricorso asserendo che l’omessa dichiarazione non avesse rilievo ai fini del giudizio sulla gara in corso e giustificava la stazione appaltante la quale non poteva conoscere una circostanza non denunciata in atti e non segnalata all’Autorità Anticorruzione (ANAC).
 
​ La Teknoservice insiste e il 16 Settembre impugna il provvedimento davanti al Consiglio di Stato. Ciononostante alcuni giorni dopo, il 29 settembre 2020, il Comune di Mesagne affida, sotto riserva di legge, il servizio di raccolta, spazzamento e trasporto dei R.S.U. alla Ketra.​
 
Con sentenza n°2129, pubblicata il 12 Marzo 2021 il Consiglio di Stato sovverte il giudizio del TAR e revoca l’assegnazione dell’appalto alla Tekra per violazione del su citato art. 80 Codice degli Appalti, ritenendo che la mancata segnalazione delle precedenti estromissioni avrebbe in qualche modo pregiudicato il giudizio sulla sua correttezza ed affidabilità . In via gradata rileva un difetto di istruttoria poiché la stazione appaltante aveva comunque l’obbligo di accertare le condizioni di ammissibilità della Tekra a prescindere da quanto dichiarato; per questo condanna in solido il Comune di Mesagne a compensare le spese legali.
 
La vicenda viene derubricata come una ordinaria contesa giudiziaria a carattere privatistico in cui il Comune fa da spettatore innocente.​
NON E’ COSI’.
​ Il comune si è costituito come parte attiva nel contenzioso sostenendo le ragioni della Tekra e rigettando le osservazioni della ricorrente, quando avrebbe potuto e dovuto sospendere l’assegnazione in autotutela e chiedere un supplemento istruttorio per verificare la veridicità delle osservazioni poste dal ricorrente.​
 
Ora che succede? Siamo certi che la Teknoservice che ha perso sei mesi di servizio non ci chiami ai danni? Il servizio è passato di mano in mano alle stesse condizioni economiche? Sono in campo le migliorie tecnologiche, gli investimenti preventivati ed i servizi preannunciati? Già perché al di la di qualche auto- compattatore e di qualche spazzatrice non è che si vedono questi lampi di tuono annunciati. Secondo me la spazzatura continua a raccogliersi come prima e la città in alcuni punti è sporca e puzza come coloro che si spruzzano il deodorante senza essersi lavati, come i fiori che nel Centro Storico che indorano il piscio dei gatti, il vomito e i cocci delle bottiglie di birra rotte.​
 
LA TIRITERA DELLA TARI​
Il Dlg 41/2021 “decreto riaperture” emesso dal governo nel ventre della pandemia, autorizzava i Comuni ad approvare i regolamenti ed i piani tariffari della TARI entro il 30 giugno (poi prorogato al 31 luglio). Stessa facoltà era stata già concessa nel 2020 tanto che noi approvammo il piano tariffario della TARI 2020 il 28 Luglio (delibera di Consiglio C.le n°28). Nell’occasione furono applicate, per disposizione ministeriale, le aliquote del 2019 con l’impegno per i Comuni di valutare a consuntivo gli eventuali maggiori costi del servizio che sarebbero stati spalmati a conguaglio sulla platea dei contribuenti con un piano di rateizzazione agevolato in tre anni.​
 
A queste incombenze normative si sono via, via aggiunte altre complicazioni straordinarie che hanno rivoluzionato il percorso di formazione della TARI.​
• L’ARERA (Agenzia Nazionale per l’Energia) da Novembre impone ai Comuni un nuovo metodo di calcolo per la redazione del Piano Economico Finanziario e del Piano Tariffario della TARI al fine di ottimizzare ed uniformare i costi del servizio e scongiurare gli eccessi speculativi del mercato e le infiltrazioni nel sistema delle ecomafie.
​ • Il Nuovo Regolamento TARI, imposto da una direttiva europea, cambia la definizione e la classificazione dei rifiuti riducendo tutta la munnezza a due sole categorie: i rifiuti urbani ed i rifiuti speciali . Una rivoluzione copernicana che consegna alle aziende produttrici di rifiuti speciali la facoltà di seguire percorsi autonomi di raccolta e smaltimento e di essere esonerati dal pagamento della TARI, con la conseguenza inevitabile che vi potrebbe essere una corposa riduzione delle entrate tributarie.
 
Nonostante fossero già state emanate gran parte di queste disposizioni, nonostante sul tema stesse cambiando il mondo, l’Amministrazione Comunale, per centrare l’obiettivo di approvare il bilancio di previsione entro la fine dell’anno, il 30 dicembre 2020 porta in Consiglio un PEF elaborato in proprio dagli uffici secondo il vecchio ordinamento. Questo elaborato computava il costo complessivo del servizio in circa 6,2 milioni di euro. Doveva trattarsi evidentemente di un esercizio di prova perché sei mesi più tardi è tutto da rifare. A Giugno finalmente arriva il PEF validato e corretto dall’ARERA per il tramite dell’agenzia regionale dei rifiuti (AGER) che tara il costo del servizio in 4.7 milioni di euro.​
 
Come è possibile che per lo stesso piano industriale, gli stessi costi fissi, per la stessa previsione di volumi e costi di smaltimento si sia determinata una differenza di 1,5 milioni di euro?Dove è l’errore? E se fosse buona la prima? Se si dovesse realizzare a consuntivo quanto previsto il 30 dicembre chi ci metterà la differenza?​
 
Quisquigle!! Il governo sostiene che va tutto bene, che non c’è stato nessun errore, e che il PEF su cui articoleranno le tariffe TARI 2021 è in ribasso rispetto al passato.​
 
Alziamo al cielo inni di lode e gloria perché pagheremo meno per un servizio migliore. Lasciamoci sorprendere da questa ondata di ottimismo e lasciamo perdere questo sfrucugliamento tedioso sui numeri. A consuntivo si vedrà. Se si riuscisse nel miracolo di migliorare il servizio, aumentare le risorse umane e strumentali, gli investimenti attivi con una parallela riduzione dei costi allora vorrà dire che il nostro sindaco può davvero moltiplicare i pani ed i pesci, che io sono un fariseo e che tutti cammineremo sulle acque.​
Buona estate…..e controllate le bollette!!!!​
 
Pompeo Molfetta​
Movimento Libero e Progressista
 

"NON CI SIAMO .... ANCORA UNA VOLTA SENZA DOCUMENTAZIONE
Ieri, 29 luglio 2021, constatiamo ancora una volta un comportamento “irrispettoso” da parte dell’Amministrazione Comunale nei confronti dei Consiglieri Comunali.
Nel Consiglio Comunale odierno si dovevano trattare al punto dell'odg:
2) l’Approvazione Regolamento per la disciplina della Tassa Rifiuti (TARI) 2021 e al punto
3) Presa d'Atto Approvazione e validazione PEF 2021 D.D. Ager 227 del 25.06.2021 - Approvazione Tariffe Tari 2021 e Riduzione Covid 2019.
Tale discussione si è svolta con la totale assenza della documentazione, perché non inviata ai consiglieri comunali, arrivati nell'assise senza essere messi nelle condizioni di studiare la stessa al fine di avanzare modifiche o proposte in tutela dei nostri cittadini.
Vorremo ancora una volta sottolineare che amministrare è un compito importante e bisogna dimostrare serietà verso il Consiglio Comunale in quanto organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo.
Tra l'altro da quello che apprendiamo in consiglio le tariffe sono in aumento ai danno dei cittadini.
Comunichiamo che della mancata consegna della documentazione sarà notiziato il Prefetto di Brindisi per gli opportuni provvedimenti."

I consiglieri comunali Ruggiero Claudio, Conte Matteo, Caforio Angelo.

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La prima tappa il campione olimpico di taekwondo, Vito Dell’aquila a Mesagne l’ha fatta nella palestra New Marzial, dove è cresciuto agonisticamente. Ad accoglierlo tanti concittadini all’esterno della palestra mentre all’interno c’erano i circa 100 allievi della New Marzial che l’hanno accolto calorosamente con applausi e slogan. Tra i tanti atleti presenti anche la più piccola, Aurora, di soli 3 anni e la piccolina dell’altro campione olimpico, Carlo Mofetta. Presente anche la selezione italiana di taekwondo under 21. Per l’Amministrazione comunale era presente il vice sindaco, Giuseppe Semeraro, l’assessore allo Sport, Roberto D’Ancona, e gli assessori, Anna Maia Scalera e Antonello Mingenti. “È un grande orgoglio per noi mesagnesi sentirsi concittadini di Vito – ha detto l’assessore D’Ancona – oggi, da fuori città, ci invidiano e dicono “voi avete Vito Dell'Aquila" e per noi, queste parole, sono un grande riscatto rispetto al passato. Ora, però, lasciamo godere questo momento al giovane ragazzo che ne ha tutti i meriti”. Vito, arrivato a casa, è stato festeggiato da tutti i residenti.

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“L’Arpa Puglia ha attestato che il livello di falda in località Torre rossa ha ripristinato le condizioni antecedenti ai lavori di realizzazione della pipeline di interconnessione alla rete Snam del gasdotto Tap. Serve altro al Comune per convocare Snam e accettare le opere di urbanizzazione offerte?”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, commentando i lavori della Commissione ambiente svoltasi oggi sull’argomento.
“I lavori Snam sono finiti da un pezzo; l’impegno formale di realizzare le opere di urbanizzazione nel quartiere Torre rossa è stato recapitato; l’Arpa ha verificato il ripristino del livello di falda alle condizioni precedenti alla realizzazione dei lavori, attestandosi a livello addirittura superiore. Cosa aspetta allora il Comune di Brindisi per convocare Snam e mettere a punto il programma di realizzazione delle opere di urbanizzazione? 
Spero che nel giro di qualche giorno si muova qualcosa, perché le condizioni di vita dei cittadini di quel quartiere sono al limite della civiltà, con gravissime carenze nelle misure di igiene e tutela ambientale”.

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Nota del consigliere regionale, Mauro Vizzino Presidente della Commissione Sanità.
“Il Parco archeologico ‘Muro Tenente’ di Mesagne assume una dimensione – in termini di importanza – sempre maggiore ed è un fiore all’occhiello per il recupero della storia delle nostre popolazioni. 
Il merito è di chi ha creduto nelle potenzialità di questo sito e di chi, ancora oggi, dedica tante ore della sua vita per valorizzarlo.
Sono molto contento, pertanto, dell’impegno della Regione Puglia in questa direzione, inserendo proprio Muro Tenente tra i siti in cui sostenere le attività finalizzate alla loro valorizzazione. 
Il tutto, ovviamente, al fianco dei Comuni di Mesagne e Latiano, del mondo universitario, della Sovrintendenza e di tutti gli altri soggetti pubblici impegnati in questa direzione.
Mi preme sottolineare, infine, la mia totale condivisione in relazione al programma allestito per il 2021, che aggiunge alle tante iniziative anche un aumento delle possibilità di fruizione del sito durante le campagne di scavo e il singolare abbinamento tra archeologia e agricoltura che vive proprio a Muro Tenente un chiaro esempio di perfetta coesistenza.
Sono certo che tutti insieme, ciascuno nel proprio ruolo, potremo contribuire a rendere questo sito sempre più importante”.

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Fumata nera per l’intesa di filiera sul prezzo del latte alla stalla in Puglia, con lo strappo di Confindustria che ha deciso di non sottoscrivere il protocollo tra allevatori e trasformatori. A darne notizia è Coldiretti Puglia che per prima nei mesi scorsi aveva sollevato la necessità di definire un prezzo del latte alla stalla che non dovesse andare sotto i costi di produzione rilevati da ​ Ismea, appello accolto dall’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia che ha fortemente voluto una intesa a beneficio dell’intero sistema produttivo lattiero – caseario pugliese.

Il prezzo del latte alla stalla in Puglia non può andare sotto i costi di produzione calcolati da ISMEA, quando nella forbice tra produzione e consumo – stigmatizza Coldiretti Puglia - ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori.

A pesare nelle stalle – sottolinea la Coldiretti Puglia - sono gli effetti di fenomeni estremi come la siccità e l’afa con il forte aumento dei costi di produzione a partire da quelli energetici e per l’alimentazione degli animali nelle stalle con il mais che registra +50%, la soia +80% e le farine di soia +35% rispetto allo scorso anno. Serve responsabilità con un “patto etico di filiera” che – continua la Coldiretti Puglia – garantisca una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e punti a privilegiare sugli scaffali il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio come sostenuto dalla campagna Coldiretti #mangiaitaliano. L’obiettivo comune deve essere quello di trovare un accordo – conclude la Coldiretti regionale - che garantisca la sostenibilità finanziaria delle stalle, condizione imprescindibile per mettere al sicuro tutta la filiera agroalimentare Made in Italy e continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità.

Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – aggiunge Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

Sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – conclude Coldiretti Puglia – appena 1.400 stalle per la produzione di latte, a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 29 luglio 2021 in Puglia, sono stati registrati 11.363 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 151 casi positivi: 21 in provincia di Bari, 19 in provincia di Brindisi, 42 nella provincia BAT, 14 in provincia di Foggia, 32 in provincia di Lecce, 13 in provincia di Taranto, 13 casi di residenti fuori regione. 3 casi di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati e attribuiti.

Non sono stati registrati decessi.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.874.001 test.

246.905 sono i pazienti guariti.

1.977 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 255.551 così suddivisi:

95.716 nella Provincia di Bari;

25.782 nella Provincia di Bat;

20.067 nella Provincia di Brindisi;

45.418 nella Provincia di Foggia;

27.571 nella Provincia di Lecce;

39.747 nella Provincia di Taranto;

856 attribuiti a residenti fuori regione;

394 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Nuova era dell’integrazione per i migranti extracomunitari di Casa Sankara e Borgo Mezzanone che con l’app Campo Libero, scaricabile su smartphone, beneficeranno del trasporto gratuito da e per il luogo di lavoro, una formula della gig economy per gli ex ‘invisibili’, grazie a cui saranno tagliati fuori i caporali. E’ quanto afferma Coldiretti Foggia, in occasione della presentazione della nuova app, fortemente voluta dal comitato di gestione del CIALA-EBAT, l’ente bilaterale del lavoro di Foggia, per il trasporto dei lavoratori extracomunitari che potranno utilizzare 6 pulmini da 8 posti e 6 autobus da 28 posti che partiranno rispettivamente dall’insediamento informale di braccianti sull’ex pista di Borgo Mezzanone e dalla foresteria regionale Fortore di Casa Sankara a San Severo per raggiunge i campi dove lavorano.

“I migranti, con regolare contratto stagionale e dotati di green pass, dopo le due vaccinazioni somministrate nell’hub allestito da Coldiretti Foggia, invieranno con l’app Campo Libero la posizione del campo che devono raggiungere e da cui devono essere prelevati alla fine del turno di lavoro. E’ un ulteriore tassello di un modello di sviluppo dell’agricoltura, fonte di grandi opportunità occupazionali da realizzarsi seguendo la strada della trasparenza, della legalità e delle regole certe”, ha detto Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

Dai servizi alla persona all’assistenza fiscale, dal trasporto garantito per raggiungere i luoghi di lavoro alla consulenza per le buste paga, fino alle vaccinazioni a beneficio dei migranti che lavorano nei campi, Coldiretti Foggia ha strutturato un sistema di supporto e assistenza messo a regime presso Casa Sankara Ghetto Out, una best practise che va implementata e resa centrale.

La Coldiretti ricorda che in Puglia è ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con oltre 38mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro, solo nella provincia di Foggia si contano oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri, il 27,61% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.

“E’ fondamentale mettere le imprese agricole nella condizione di beneficiare realmente del contributo che i lavoratori extracomunitari possono offrire, strappandoli ad una incettabile condizioni di invisibilità, rendendo più facili e meno farraginose le domande di assunzione dei lavoratori, necessari soprattutto nei periodi di raccolta di prodotti agricoli in cui è fortemente richiesta la manodopera stagionale”, ha insistito Piccioni.

La manodopera extracomunitaria in agricoltura, nonostante il calo progressivo negli ultimi 5 anni, resta determinante in Puglia nelle coltivazioni arboree 53,8% (frutta e viticoltura) e colture orticole 17,7% (fragole, meloni, insalate, pomodori, radicchio), con i braccianti extracomunitari che hanno per quasi l’88% una occupazione stagionale e rappresentano circa il 10% dei lavoratori dipendenti regolarmente impegnati in agricoltura.

Il contributo dei lavoratori immigrati all’agricoltura pugliese è importante nella raccolta dei pomodori, degli asparagi e dei carciofi e nelle stalle sono divenuti insostituibili. In Puglia il maggior numero di extracomunitari hanno nazionalità rumena (51,18%), albanese (13,02%), bulgara (13,11%), marocchina (4,11%) e polacca (3,51%)”.

Si tratta di lavoratori che spesso da anni collaborano con le imprese agricole italiane e che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese. In questo contesto – sostiene la Coldiretti - è necessario superare il ritardo accumulato per l’emanazione del decreto flussi 2021 che dovrebbero portare nelle campagne pugliesi altri 5mila lavoratori extracomunitari ma anche le difficoltà burocratiche che ostacolano l’impiego dei lavoratori italiani in una situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Una esigenza che si è fatta stringente con il calendario delle raccolte – insiste Coldiretti Puglia – che si intensifica con l’avanzare dei periodi di raccolta, dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra, ci saranno le grandi raccolte di ciliegie, albicocche, pesche e percoche fino all’uva da tavola, con la scalarità delle diverse varietà fino a settembre.