Redazione

Giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana dei Vice Brigadieri neo promossi e consegna delle ricompense ai militari distintisi in attività di servizio. La cerimonia si è svolta nella caserma “A. Lorusso”, sede del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, dove ha avuto luogo la cerimonia di “Giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana” di 20 Vice Brigadieri neo promossi e assegnati ai reparti dipendenti. La cerimonia si è svolta alla presenza del Comandante della Legione “Puglia”, Generale di Brigata Stefano Spagnol, del Comandante Provinciale, Colonnello Vittorio Carrara, e dei Comandanti delle Compagnie di Brindisi, Fasano, Francavilla Fontana e San Vito dei Normanni. La fasi della cerimonia si sono articolate attraverso la presentazione dei neo Vice Brigadieri dinanzi al generale, la lettura della formula del giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana e alla Costituzione. Il Generale Stefano Spagnol in un momento di incontro con i neo promossi Vice Brigadieri ha formulato loro gli auguri personali per il grado conseguito, richiamandone la professionalità e le responsabilità derivanti, in linea con i valori etici fondanti dell’Arma dei Carabinieri, tra i quali la vicinanza, costantemente espressa dall’Istituzione, al cittadino e alle sue esigenze.

Le gratificazioni professionali consegnate ai militari.

A margine della cerimonia di giuramento, il Comandante di Legione ha consegnato le ricompense a 15 militari particolarmente distintisi in attività di servizio:

Encomio Semplice: Capitano Antonio Corvino, Comandante della Compagnia di San Vito dei Normanni, Tenente Alberto Bruno, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile, Maresciallo Capo Alessandro Salicandro, Brigadiere Mario Spina, Appuntato Scelto Angelo Suma, addetti al Nucleo Operativo e Radiomobile; "operante in territorio particolarmente sensibile sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica, evidenziando spiccate qualità professionali, non comune intuito investigativo e alto senso del dovere, coordinava, partecipandovi personalmente, complessa attività investigativa che permetteva di disarticolare una pericolosa associazione per delinquere dedita alla consumazione di rapine ai danni di istituti di credito ed esercizi commerciali. L'operazione si concludeva con l'esecuzione di provvedimenti restrittivi a carico di 8 persone ed il sequestro di armi, munizioni e di autovetture di illecita provenienza".

Encomio Semplice: Luogotenente Carica Speciale Marco Guardo, Comandante dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Francavilla Fontana, Luogotenente Carica Speciale Francesco Gullo, Brigadiere Francesco Silvio Cinque, addetti al Nucleo Operativo e Radiomobile;

Encomio Semplice: Appuntato Scelto Qualifica Speciale Giuseppe Conte, Appuntato Scelto Mino Solazzo, addetti al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Brindisi;

Encomio Semplice: Luogotenente Domenico Ancona, Brigadiere Pasquale Sabatelli, addetti al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana, Vice Brigadiere Antonio Lupo, addetto alla Stazione di Villa Castelli;

Encomio Semplice: Appuntato Scelto Claudio Todaro, addetto al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Fasano;

Encomio Semplice: Tenente Alberto Bruno, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni, rilasciato dal Comando Unità Mobili e Specializzate Carabinieri "Palidoro": “addetto a Reparto Anticrimine del Raggruppamento Operativo Speciale, evidenziando elevato senso del dovere, qualificata professionalità e spiccato intuito investigativo, forniva significativo contributo a complessa e prolungata indagine, su un'organizzazione criminale camorristica, che si concludeva con la localizzazione e la cattura dell'esponente di vertice del sodalizio, inserito tra i ricercati di massima pericolosità in ambito nazionale, nonché con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 15 affiliati, indagati per associazione mafiosa, omicidio e tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi da sparo".

Oria. I Carabinieri hanno rinvenuto in un casolare abbandonato stupefacenti e una carabina.

I Carabinieri della Stazione di Oria, a seguito di un’ispezione eseguita in un casolare rurale abbandonato, in contrada Argentoni, hanno rinvenuto 585 grammi di hashish suddivisi in sei panetti, 280 grammi di infiorescenze di marijuana e una carabina marca Erma-Werke, calibro 22, di nazionalità tedesca, clandestina, munita di cannocchiale di precisione e relativo caricatore con cinque cartucce del medesimo calibro, il tutto sottoposto a sequestro. Indagini in corso.

Francavilla Fontana. 19enne denunciato per tentato furto in abitazione.

I Carabinieri della Stazione di Francavilla Fontana, a conclusione degli accertamenti scaturiti dalla querela presentata da un 44enne di Francavilla Fontana, hanno denunciato in stato di libertà un 19enne del luogo, per tentato furto in abitazione in concorso. In particolare, nella tarda serata del 23 maggio, il giovane, in concorso con due individui sconosciuti, dopo aver forzato la serratura della porta d’ingresso dell’abitazione di proprietà del denunciante, ha tentato di appropriarsi di alcuni utensili posti nell’atrio, abbandonandoli subito dopo a causa del sopraggiungere del proprietario. L’individuazione del responsabile è stata possibile in seguito all’analisi delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza a circuito chiuso.

Sono in corso in questi giorni a Francavilla Fontana, provincia di Brindisi, le riprese de La sposa, cortometraggio del talentuoso regista pugliese Dario Di Viesto, già allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Il film, prodotto da Alessandro Contessa per la società di produzione Bunker Lab, è ispirato a una storia vera ambientata nei primi del '900 che vede protagonista una bambina con l'incarico di cucire in una notte magica un abito da sposa per l'adorata zia, interpretata da Anna Boccadamo. Dopo una prova di vita densa di emozioni, ritualità e ricordi, la luce dell'alba di un nuovo giorno illuminerà la meravigliosa campagna circostante e il volto della piccola Lucia, interpretata da Flavia Melpignano.

Dario Di Viesto ha affidato la direzione della Fotografia a Giorgio Giannoccaro, la scenografia a Luisa Lopalco, che ha collaborato con il Museo della Civiltà contadina di Alessandro Argentina, e i costumi ad Alessandra Polimeno che ha collaborato con la maison NichiFalco.

La troupe è composta interamente da professionisti pugliesi.

La sposa è realizzato grazie al contributo dell’Apulia Film Commission, del MIC, della BCC San Marzano di San Giuseppe, del Comune di Francavilla Fontana e al coinvolgimento didattico della Scuola P. Virgilio Marone.

Il progetto ha stretto una rete con numerose attività commerciali che, nonostante le tante difficoltà legate all'emergenza Covid, credono nella ripartenza guidata dalla Cultura, dal Turismo e dal Cinema.

Preziosa la collaborazione con la cooperativa Solidarietà e Lavoro, la Vedetta Srl, Centro Service sanificazione e pulizie, l’Hotel Parco Laurito, I sapori del Pane, Caffè Fadi, Argentieri UDIAL, Giba Caffè, Protezione Civile e l’ASL di Brindisi.

“Vedere la Città trasformata in un set cinematografico è fonte di orgoglio. L’arte ci consente di acquisire ulteriore consapevolezza della bellezza in cui viviamo quotidianamente. In questo caso ad essere sotto i riflettori non è solo il patrimonio artistico, ma la nostra tradizione culturale e artigianale. Grazie al cinema potremo raggiungere pubblici diversi e diffondere una narrazione nuova della Città, capace di rigenerare le radici che si credevano perdute”. (Antonello Denuzzo, Sindaco di Francavilla Fontana)

“Abbiamo scelto Francavilla Fontana come location per La sposa, in quanto, oltre agli scorci suggestivi del centro storico e alle atmosfere della campagna limitrofa, è custode di quella ritualità laica e religiosa e della tradizione sartoriale che sono il fulcro della storia”. (Alessandro Contessa, produttore del film).

“Quando si tratta di valorizzare e far conoscere meglio il territorio pugliese, attraverso le sue tradizioni e la sua cultura, Apulia Film Commission non può che essere impegnata in prima linea. Ancora di più quando si tratta di un progetto filmico che vede alla regia coinvolto un giovane talento pugliese come Dario Di Viesto. Per questo abbiamo sostenuto il film cortometraggio La sposa”. (Simonetta Dellomonaco, Presidente di Apulia Film Commission).

“Ripartiamo dalla cultura e dal cinema per lanciare  un messaggio di sostegno e sinergia ad un settore fortemente colpito dall’emergenza. L’impegno della BCC San Marzano in questo senso privilegia la diversificazione degli interventi su differenti tipologie di produzioni, in modo da supportare sia registi e cast affermati che autori esordienti e opere prime, salvaguardando lo scopo promozionale nei confronti della comunità in cui la Banca opera, oltre che dell’intera Regione”. (Emanuele di Palma, Presidente di BCC San Marzano di San Giuseppe).

Abbiamo appreso dalla stampa locale che, con riferimento all’annosa questione della bonifica del sito Micorosa, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 3535/2021 di accoglimento dell’appello proposto dal Comune di Brindisi, ha statuito che gli interventi di riparazione, messa in sicurezza, bonifica e ripristino debbano gravare sul responsabile della contaminazione, cioè sul soggetto al quale sia imputabile, almeno sotto il profilo oggettivo, l’inquinamento.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto corretta l’individuazione della Enichem, quale responsabile dell’inquinamento perché “proprietaria” dei rifiuti abbancati sul sito, riconducibili all’attività del Gruppo societario dal quale è derivata senza soluzione di continuità, ed ha pure stabilito che tale responsabilità grava anche su tutti i soggetti subentrati ad Enichem e cioè su Syndial S.p.A. e sui suoi successori.

Nell’augurarci che alla coraggiosa pronuncia del Consiglio di Stato facciano seguito i doverosi provvedimenti delle Amministrazioni competenti finalizzati ad ottenere la esecuzione degli interventi di riparazione, messa in sicurezza, bonifica e ripristino da parte dei responsabili dell’inquinamento e dei loro successori, non si può nascondere l’amarezza nel dover constatare che ci sono voluti quasi 40 anni per vedere affermato un principio di lapalissiana evidenza e cioè che chi inquina deve pagare.

Dalla sentenza si apprende che dalla nascita del petrolchimico nel 1960 un vasto terreno di 50 ettari vicino al mare e a un’area di interesse naturalistico è stato utilizzato per sversare fanghi provenienti dalla produzione di acetilene da carburo, contenti sostanze inquinanti e pericolose per la salute umana e naturale.

In tanti anni non ci risulta che le autorità amministrative e giudiziarie siano intervenute a fermare lo scempio e questo, se confermato, ci sembrerebbe incredibile. Inerzia che perdurerebbe tuttora essendo rimasti finora impuniti i responsabili dell’inquinamento e presumibilmente dei gravi danni alla salute individuati dallo studio epidemiologico Forastiere.

La vicenda del Petrolchimico è imbarazzante  anche alla luce delle ventisei condanne, per un totale di 299 anni di reclusione, decretate dalla Corte di Assise di Taranto nel processo a carico degli ex proprietari ed amministratori dell’ILVA di Taranto e di numerosi altri soggetti coinvolti a vario titolo, riguardante principalmente il reato di disastro ambientale causato dalle emissioni industriali di sostanze inquinanti e nocive, indicate come responsabili dei livelli inquietanti di malattie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari registrati nel capoluogo jonico.

La differenza tra Taranto e Brindisi è che mentre nel capoluogo jonico sono state individuate nel giudizio penale di primo grado  le responsabilità per le malattie causate dall’inquinamento industriale, a Brindisi, dove gli effetti sanitari sono stati rilevati con la stessa metodologia utilizzata a Taranto -  il cosiddetto "studio Forastiere" -, non è stata accertata nessuna responsabilità. In altri termini, le vittime del petrolchimico, per riprendere il nome di un movimento attivo a Brindisi all'inizio degli anni 2000, e quelle delle emissioni degli insediamenti energetici, non hanno avuto la medesima attenzione giudiziale di quelle di Taranto.

Ce lo ha ricordato nei mesi scorsi un gruppo di ammalati di malattie tumorali ematologiche e i congiunti di persone decedute per analoghe patologie che nel 2014 depositarono un esposto alla Procura della Repubblica anticipando di qualche anno quanto lo "studio Forastiere" avrebbe sancito con robusti argomenti scientifici. Un articolato esposto in cui chiedevano che fosse fatta luce sulle eventuali responsabilità penali per l’insorgenza di dette malattie. Nel 2017 l'esposto veniva integrato con le ulteriori evidenze scientifiche emerse dallo "studio Forastiere" il quale attribuiva alle emissioni industriali   del polo brindisino un certo numero di decessi e di malattie sul totale riscontrato nell’area composta da 7 comuni dal 2002 al 2013: ogni anno 8 morti per tumori su un totale di 380 e 4 morti per malattie respiratorie su un totale di 114 non si sarebbero verificate senza le polveri sottili delle centrali (PM10). Inoltre, 7 su 380 decessi per tumori non si sarebbero verificati senza le emissioni del polo chimico. Su 36 nuovi casi annui di tumore al polmone, 6 non si sarebbero verificati senza le emissioni di SO2 delle centrali elettriche. Su 17 malformazioni neonatali annue, 2 non si sarebbero verificate senza le emissioni del petrolchimico.

Senza voler sostenere per Brindisi una "via giudiziaria" alla salute, ma solo giustizia per le vittime, il motivo che ha accompagnato gli ultimi decenni di politiche ambientali e sanitarie è stato quello che a Brindisi non vi fossero criticità per la salute. Neppure dopo quanto è emerso da solidi indagini scientifiche si è osservata una inversione di rotta per dotare la provincia di quel di più di strutture di diagnosi cura e prevenzione che le maggiori patologie riscontrate avrebbero richiesto.

Chiediamo che questi temi siano oggetto di dibattito e di decisione nella sempre annunciata e non ancora convocata Assemblea della Salute del Comune di Brindisi e nella Consulta delle associazioni ambientaliste, convocata una sola volta, della provincia di Brindisi. Chiediamo altresì che i Comuni coinvolti nello "studio Forastiere" chiedano alla Regione l'aggiornamento della stessa indagine ad anni più recenti e che si effettui finalmente lo studio di coorte dei lavoratori del Petrolchimico, in possesso dell'ARESS, per dare sostegno scientifico alle azioni di ristoro delle famiglie delle vittime.

 

                                      FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO 

Sotto la sabbia bianca bagnata dal mare cristallino di Torre Guaceto, si conserva una necropoli risalente alla tarda età del Bronzo. Nelle prossime settimane gli archeologi cercheranno di dare risposta alle molte domande sorte nel 2019 a seguito del ritrovamento di alcune sepolture a cremazione. 

Torre Guaceto è una delle poche aree protette europee impegnate non solo sul fronte della tutela degli animali e degli habitat, ma anche in ambito storico e archeologico. 
Sin dalla sua istituzione, il Consorzio di Gestione ha sempre dedicato le proprie energie alla ricerca sul campo volta alla ricostruzione della storia antica di Torre Guaceto e ad alla divulgazione del patrimonio culturale della riserva. Sono numerosi, infatti, i reperti custoditi presso il laboratorio di archeologia della riserva. 
Grazie alle campagne di scavo condotte tra il 2008 e il 2013, gli archeologi del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento sono riusciti a documentare la presenza di un villaggio fortificato dell’età del Bronzo sugli scogli di Apani, due piccole isole poste nella zona A dell’Area Marina Protetta e un tempo collegate alla terra ferma, oltreché poco distanti dall’altro insediamento protostorico posto sul promontorio della torre aragonese. 
Il lavoro di ricerca e ricostruzione sia del villaggio del II millennio a.C., sia delle variazioni del paesaggio costiero antico non si è mai fermato nel corso di questi anni e nel 2019 c’è stata la svolta. Nell’ambito delle attività per la redazione della carta archeologica di Torre Guaceto, sono state scoperte una serie di buche di palo e alcune sepolture a cremazione risalenti alla tarda età del Bronzo, cioè a circa 3200 anni fa. 
Da qui, l’avvio delle procedure che hanno condotto il Dipartimento di Beni culturali salentino a dare il via ad una nuova campagna di scavo nel territorio della riserva, che attualmente si sta svolgendo in regime di concessione ministeriale, con la direzione del professore Teodoro Scarano ed il coinvolgimento del collega Claudio Cavazzuti del Dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, in accordo con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce e Brindisi. 
Gli scavi andranno avanti per tutto il mese di giugno e questa campagna si prospetta proficua e piena di soddisfazioni. Gli archeologi impegnati sul campo hanno già ottenuto un parziale riscontro alle proprie ipotesi. Nelle prossime settimane, sarà possibile tracciare un quadro completo circa le evidenze che saranno documentate. 
Per il momento, i fruitori delle calette incontaminate di Torre Guaceto potranno apprezzare l’attività degli archeologi dall’esterno dell’area di cantiere e, a conclusione dei lavori, i risultati ottenuti saranno divulgati nell’ambito di un evento aperto al pubblico. 
“Torre Guaceto è una ‘residenza archeologica’, uso metaforicamente il termine residenza per fare un parallelo con il mondo artistico – ha commentato il presidente del Consorzio, Rocky Malatesta -, nel tempo abbiamo investito tanto su questo fronte e continueremo a farlo. Dobbiamo puntare sulla fruizione della riserva legata anche ai beni archeologici e sono certo che questa potrà essere una delle punte di diamante della nostra area protetta, che con queste importanti scoperte dimostra di essere un sito di pregevole rilevanza storica. Ringrazio gli archeologi e gli Organi istituzionali che, con grande dedizione e competenza, stanno lavorando per portare per portare alla luce e tutelare al meglio il nostro patrimonio archeologico”. 

REGATA INTERNAZIONALE “SANOFI CUP” BRINDISI-CORFU – SONO GIA’ 102 LE IMBARCAZIONI ISCRITTE. DOMANI LA CERIMONIA DI PRESENTAZIONE. 

Sono già 102 le imbarcazioni iscritte alla 35^ edizione della regata internazionale “Sanofi Cup” Brindisi-Corfu. Il numero, però, potrebbe ulteriormente salire nelle prossime ore, visto che in segreteria sono giunte altre richieste di informazioni sulle modalità di iscrizione.

Otto equipaggi partecipanti arrivano da altre nazioni. In particolare, alle boe di partenza ci saranno tre imbarcazioni greche, una francese, una inglese, una bulgara, una serba ed una del Montenegro.

Molte barche sono già ormeggiate sul lungomare Regina Margherita dove è attiva (presso la Casa del Turista) la segreteria della regata.

Intanto il Presidente del Circolo della Vela Fabrizio Maltinti ricorda che per domani sera, con inizio alle ore 19.00, ai piedi della Scalinata di Virgilio, è prevista la cerimonia di presentazione della 35^ edizione della regata. A causa delle restrizioni-covid sarà consentito l’accesso ad un solo membro per equipaggio, alle autorità, ai giornalisti ed al pubblico (fino al raggiungimento del numero previsto).

Saranno presenti il Sindaco Riccardo Rossi, il Prefetto Carolina Bellantoni, l’avv. Francesco Mastro in rappresentanza della Regione Puglia, il console onorario di Grecia avv. Antonella Mastropaolo ed autorità militari e religiose della provincia di Brindisi.

Presenti, inoltre, i rappresentanti della Federazione Italiana Vela, del title sponsor Sanofi (con il dott. Giua Marassi, responsabile per le politiche industriali in Italia) e del main sponsor Banca Popolare Pugliese.

La dott.ssa Gabriella Masiello dell’Associazione Italiana Malati di Melanoma conferirà un premio a Fabrizio Lisco, componente dell’equipaggio di Luna Rossa.

Previsto anche l’intervento di Nicola Granati di “Marevivo” che richiamerà la sensibilità sulla conservazione del mare e delle specie marine.

La partenza della regata è prevista per domenica 13 giugno, alle ore 10.00. 

Nota del consigliere regionale di Forza Italia, Paride Mazzotta. 
“Avere contezza degli eventuali interventi e delle risorse messe in campo dalla Regione Puglia per pubblicizzare il nostro territorio e sostenere il rilancio del settore turistico: sarà questo il tema al centro dell’audizione in IV Commissione che ho depositato oggi. Le regioni italiane a vocazione turistica hanno già portato avanti politiche di marketing territoriale per promuovere le proprie località a livello internazionale e raggiungere, così, il massimo potenziale per un settore che, a causa del Covid, l’anno scorso ha registrato volumi d’affari dimezzati. Sono azioni più che condivisibili, considerando che il turismo impatta per 6,5 miliardi di euro sui consumi finali nella nostra Regione: cifre straordinarie e un trend che le istituzioni devono supportare adeguatamente.

E noi vogliamo avere un quadro preciso di cosa abbia fatto in questi mesi la Giunta regionale per esaltare sul palcoscenico internazionale la nostra offerta turistica: ne parleremo in Commissione con l’assessore regionale al Turismo, a cui chiederemo il dettaglio di eventuali azioni intraprese, e con i rappresentanti di Confindustria Puglia, Federalberghi Puglia, Confcommercio Puglia, CNA Puglia, Confartigianato Puglia, Assoturismo Puglia e del sindacato italiano Balneari”.

Sabato apertura del Bosco urbano del TommaseoSabato 12 giugno alle ore 10.30 ci sarà l’apertura ufficiale del Bosco urbano del Tommaseo. L’amministrazione comunale ha deciso di sistemare e mettere in sicurezza l’area di cinque ettari, nel rispetto delle peculiarità arboree presenti.

Il fabbricato è stato recintato e interdetto per motivi di sicurezza.

L’accesso è possibile dalla scalinata monumentale centrale e da una secondaria su viale Amerigo Vespucci (entrambe con scale) e da via Ciciriello dove si trova anche il parcheggio (che potrà contenere 220 auto non appena saranno tracciati gli stalli). Quest’ultima entrata è fruibile da tutti e priva di barriere architettoniche nei limiti consentiti da un vero e proprio bosco.

Una metà dell’impianto vegetale è antecedente la realizzazione del Collegio Tommaseo; la restante è stata realizzata a completamento dell’istituto accademico.

L’unità boschiva è costituita prevalentemente da due generi arborei: Pinus ed Eucaliptus, il primo autoctono e con comportamento pioniero, il secondo, alieno e di indole invasiva. Sotto lo strato arboreo si è costituita spontaneamente una componente arbustiva con le tipiche specie della macchia mediterranea: Virtus communis L. (mirto), Pistacia lentiscus L. (lentisco) e Rhamnus aletarnus L. (alaterno).

La formazione a macchia è facilmente rintracciabile lungo il perimetro dell’intera area boschiva e in particolare a sud, lungo Viale Amerigo Vespucci.

Ad est, invece, si trova una formazione di Quercus ilex L. (leccio), che è la tipica specie quercina del tavoliere salentino.

All’interno del sistema urbano, il Bosco urbano del Tommaseo costituisce un importante elemento di biodiversità dal quale la città potrebbe trarre vantaggio in termini di servizi eco-sistemici.

 

Su Via Tarantini, a Brindisi, in prossimità di Piazza Duomo, si affaccia la Piazzetta della Zecca, area pedonale che ospita ormai da diversi anni un magnifico esemplare di carrubo (Ceratonia siliqua) di età certamente superiore ai 200 anni, con una chioma maestosa che ombreggia tutta la piazzetta. Tuttavia è molto probabile che qualcuno abbia deciso, volontariamente, di danneggiare questo monumento naturale, che improvvisamente manifesta un disseccamento localizzato.


Alcuni residenti della zona, notando la situazione, hanno allertato il responsabile del verde pubblico del Comune di Brindisi, dott. Agronomo Giovanni Nardelli, che si è recato sul posto constatando che molto probabilmente si tratta di un’azione dolosa, esercitata attraverso lo spargimento su parte della chioma di una sostanza tossica, corrosiva, magari anche disponibile in ambiente domestico, quale la varechina (ipoclorito di sodio), o l’acido muriatico (acido cloridrico), magari anche con utilizzo di diluenti, come l’acquaragia (essenza di trementina). Insomma, un composto tossico al punto da provocare il rapido disseccamento di parte della pianta. L’albero, da parte sua, godrebbe di ottima salute nonostante l’età, avendo sinora manifestato parametri vitali eccellenti. L’azione dolosa è stata immediatamente segnalata a chi di competenza, ad iniziare dal corpo di Polizia Municipale, e siamo certi che si potrà rapidamente risalire a chi ha commesso questo atto vandalico che sta provocando un’ondata di sdegno.
 
Come A.p.s.  Brindisi e le Antiche Strade proponiamo che la città porti avanti un censimento degli alberi monumentali, tali da rivestire anche un importante ruolo per la tutela della biodiversità in ambito urbano, ai fini del loro inserimento tra i beni tutelati attraverso il vincolo paesaggistico, così come per edifici storici. Già il Codice del Paesaggio, D. Lgs. 42/2004, con l’art. 136 Immobili ed aree di notevole interesse pubblico come modificato dall’art. 2 del D. Lgs 63/2008, includeva tra i beni paesaggistici le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, ivi compresi gli alberi
monumentali.
 
Con la legge n. 10 del 14 gennaio 2013, oltre a dettare regole per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, è stato potenziato l'ambito di tutela paesaggistica attraverso l’art. 7 ed il relativo Decreto attuativo 23 ottobre 2014. 
La legge, oltre a fornire una definizione dell'albero monumentale che ogni Regione ha l'obbligo di recepire a livello legislativo, stabilisce che:
 
- ogni Comune provveda ad effettuare il censimento degli alberi monumentali ricadenti nel territorio di propria competenza, trasmettendone i risultati alle Regioni;
- le Regioni, dopo opportuna istruttoria delle proposte comunali, redigano un elenco regionale da trasmettersi al Corpo forestale dello Stato (oggi in seno al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) in modo tale da potersi realizzare un elenco nazionale degli alberi monumentali;
- il Corpo forestale dello Stato gestisca, aggiorni e pubblicizzi sul proprio sito internet tale elenco;
- in caso di inadempienza o di inerzia persistente delle Regioni, si attivino poteri sostitutivi da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
 
Per la Legge 10/2013, per albero monumentale si intende:
 
a) l'albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l'albero secolare tipico, che possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali;
b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;
c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.
 
La stessa Legge 10/2013 stabilisce, infine, che nel caso di danneggiamento di un esemplare tutelato, al di fuori delle pratiche autorizzate, le sanzioni amministrative prevedano un’ammenda minima di 5.000 € e sino a 100.000 €, sempre che l’azione non costituisca anche reato.
 
Crediamo che l’applicazione della norma consentirebbe di valorizzare il patrimonio monumentale e naturale urbano, esercitando anche azione di dissuasione dei balordi rispetto al danneggiamento, o alla eliminazione dei beni monumentali naturali.