Redazione

Tra riconferme e nuovi volti, cambio al vertice al Circolo Tennis Brindisi. Dopo la tornata elettorale svoltasi il 16 ottobre scorso per il rinnovo del consiglio di amministrazione, è stata varata nella serata di giovedì, 20 ottobre, la squadra di dirigenti che, come da statuto, sarà al timone del sodalizio brindisino per i prossimi tre anni.

Progetti da portare a termine, nuove sfide da intraprendere, un obiettivo comune da centrare qual è quello del miglioramento del club sportivo sito in via Ciciriello e divenuto col tempo fiore all’occhiello della città perché sede negli anni di importanti eventi sportivi a tutti i livelli, molti dei quali di respiro nazionale ed internazionale.

Sono nove, quindi, i membri del nuovo consiglio direttivo che, oltre ai componenti del collegio sindacale e dei probiviri, sarà così composto:

Presidente: Angelo Argentieri eletto con 126 voti

Vicepresidente: Oronzo Pennetta eletto con 111 voti

Segretario con delega agli Affari e Relazioni Istituzionali: Giuseppe Gioffredi eletto con 125 voti

Tesoriere: Mario Menzione eletto con 140 voti

Addetto al Patrimonio: Renato Rollo eletto con 166 voti

Maestra di Casa: Roberta Centrone eletta con 132 voti

Direttore Sportivo: Paolo Perrone eletto con 118 voti

Consigliere con delega agli Affari Legali: Rosario Almiento eletto con 117 voti

Consigliere con delega ai Rapporti con i Soci e alla Comunicazione: Alfredo Di Giorgio eletto con 107 voti

     Collegio Sindacale:

Nicola Frugis eletto con 109 voti

Sandra La Rosa eletta con 108 voti voti

Fabio Scarimbolo eletto con 106 voti

 

Collegio Probiviri:

Angelo Saponaro eletto con 124 voti

Sandro Stefanelli eletto con 100 voti

Maurizio Anglani eletto con 100 voti

«Desideriamo esprimere il nostro più sentito ringraziamento per la fiducia accordataci da tutti i soci – affermano i consiglieri del C.T. Brindisi -. Il risultato elettorale conseguito rappresenta per noi una grande soddisfazione, ma al contempo ci investe di una grande responsabilità che cercheremo di onorare con la massima dedizione. Il supporto di ognuno è importantissimo per svolgere al meglio il mandato affidatoci e per consentire di portare avanti nel migliore dei modi azioni e proposte che possano migliorare la vita del nostro Circolo».

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CALDO: COLDIRETTI PUGLIA, NON CADONO FOGLIE IN AUTUNNO; FIORISCONO CESPUGLI E ERBE SPONTANEE. E’ a rischio la corretta conservazione dell’uva da tavola non ancora raccolta. 

​Non cadono le foglie dalle piante che per il caldo non sono entrate nella fase di riposo vegetativo caratteristico della stagione, ma continuano a fiorire cespugli ed erbe spontanee per ​ le temperature fuori stagione che hanno fatto scattare di nuovo l’allarme siccità. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in merito all’inusuale caldo autunnale in un 2022 che si classifica peraltro fino ad ora come il più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni ridotte di 1/3 pur se più violente secondo Isac Cnr nei primi 9 mesi dell’anno.

​Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, l’allungamento della fase vegetativa delle piante rischia addirittura di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature. In campo è a rischio la corretta conservazione dell’uva da tavola non ancora raccolta – denuncia Coldiretti Puglia – pregiudicando il prodotto.

​Fatto ancora più grave è che le gemme che fioriranno anticipatamente, destinate a gelare, verranno a mancare in primavera, diminuendo il potenziale produttivo delle coltivazioni e quindi il raccolto. Le fioriture anomale, fuori periodo, causano anche – continua la Coldiretti - problemi alle persone allergiche ai pollini, provocando allergie e raffreddori non previsti, ma in giro ci sono ancora mosche e zanzare, particolarmente aggressive, a testimoniare un autunno bollente

​Ma nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche – precisa la Coldiretti regionale – per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo. ​ Inoltre se l’inverno non dovesse essere sufficientemente freddo, aumenterebbe il numero di insetti svernanti che riescono a sopravvivere e si presenterebbero più numerosi e dannosi in primavera.

​Le piogge delle scorse settimane non sono state sufficienti – ​ commenta Coldiretti regionale - pertanto gli imprenditori agricoli stanno intervenendo con irrigazioni supplementari decisamente fuori stagione, per non compromettere i raccolti.

​Le condizioni metereologiche quasi estive all’inizio dell’autunno, la cosiddetta ottobrata, non sono – conclude la Coldiretti – un fenomeno raro ma quest’anno si inseriscono in una quadro generale che conferma la tendenza al cambiamento climatico che si manifesta con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi, gelate, nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, grandinate e siccità con un danno complessivo nelle campagne stimato in 2 miliardi in un decennio.

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Dati del giorno: 22 ottobre 2022

1.294
Nuovi casi
8.990
Test giornalieri
4
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 393
Provincia di Bat: 71
Provincia di Brindisi: 175
Provincia di Foggia: 111
Provincia di Lecce: 362
Provincia di Taranto: 164
Residenti fuori regione: 11
Provincia in definizione: 7
14.805
Persone attualmente positive
152
Persone ricoverate in area non critica
7
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.508.710
Casi totali
12.916.071
Test eseguiti
1.484.758
Persone guarite
9.147
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 486.265
Provincia di Bat: 128.867
Provincia di Brindisi: 143.225
Provincia di Foggia: 212.213
Provincia di Lecce: 312.555
Provincia di Taranto: 204.533
Residenti fuori regione: 15.916
Provincia in definizione: 5.136

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Lunedì 24 ottobre alle 18.00 a Castello Imperiali i Sindaci del territorio incontreranno l’Assessora Regionale Anita Maurodinoia e il responsabile della direttrice Adriatica di Rfi Roberto Laghezza per parlare del futuro della linea ferroviaria Brindisi – Taranto.

All’incontro, promosso dall'Associazione culturale “L’Isola che non c’è” con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, parteciperanno oltre al Sindaco Antonello Denuzzo, i Primi Cittadini di Oria, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Villa Castelli, Ceglie Messapica, Maruggio, Grottaglie e Mesagne.

A condurre il confronto sarà Franco Giuliano, giornalista e Presidente onorario dell’Associazione culturale “L’Isola che non c’è”.

Il punto di partenza del confronto è l’investimento da 5 miliardi di euro previsto dal Governo nazionale per migliorare la direttrice ferroviaria Adriatica. Si tratta di un'occasione importante per lo sviluppo della tratta Brindisi – Taranto anche in un’ottica di mobilità sostenibile da applicare agli spostamenti extraurbani.

L’obiettivo dell’incontro è avviare un percorso partecipato con la Regione Puglia per definire il modello di trasporto locale da finanziare attraverso il “contratto di servizio” che viene rinnovato ogni sei anni con l’azienda che gestisce il trasporto regionale.treno_linea_brindisi_taranto.jpeg

La linea Brindisi – Taranto collega, oltre ai due capoluoghi, anche le Città intermedie che possono trarre benefici in termini di riduzione del traffico su gomma non solo delle merci, ma anche dei pendolari che quotidianamente si spostano verso i luoghi di lavoro con i mezzi privati.

L’incontro è aperto al pubblico con ingresso libero e gratuito.

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Il Circolo Tennis Brindisi sale sul prestigioso palcoscenico del Master Junior Next Gen Italia 2022: il giovanissimo tennista brindisino Luigi Lamarina, classe 2012, si è qualificato per l’evento che, in programma dal 7 al 12 novembre, presso lo Sporting Club Milano 3, si svolgerà in concomitanza con le Next Gen ATP Finals. Una competizione di altissimo livello agonistico che vedrà la partecipazione di 150 ragazzi e ragazze nelle categorie Under 10, Under 12 e Under 14, più precisamente i primi cinque giocatori di ogni età e ogni Macroarea (Centro Nord, Centro Sud, Nord Est, Nord Ovest, Sud, definita in base al Circolo di appartenenza), che nell’arco dei tornei disputati nella precedente stagione hanno raccolto i punti necessari per la qualificazione al Master. Luigi Lamarina, appartenente alla Macroarea del Centro Sud, si è qualificato alla competizione milanese mettendo insieme i punti nei tornei giocati a Tolentino, Lanciano, Barletta, Castel di Sangro.

Il tennista brindisino ha iniziato a giocare sui campi del Circolo Tennis Brindisi all’età di 5 anni e ha cominciato l’attività agonistica nel 2021. Ha vinto tutti i tornei Kinder ai quali ha partecipato nell’ultimo anno. È vice campione regionale ed ha raggiunto insieme con la squadra under 10 del CT Brindisi la fase di Macroarea superando brillantemente la fase regionale.

«La partecipazione al Master premia il lavoro svolto con Luigi fino ad oggi, siamo molto contenti – afferma il Maestro Alberto Cristofaro -. È una esperienza importante nell’ambito del percorso formativo questo ragazzo sta affrontando con impegno, costanza ed entusiasmo. Si confronterà con i giovani tennisti più bravi di Italia e questo gli consentirà di crescere ancora, sportivamente, tecnicamente e personalmente».

«Siamo orgogliosi di questo traguardo raggiunto da Luigi – afferma il Maestro Vito Tarlo -, frutto di quanto avviene quotidianamente nella fase di allenamento, di tutta una serie di risultati ottenuti nel corso della stagione e della passione che Luigi ci mette in questo sport da sempre, sin da quado ha iniziato a giocare. Per Luigi il tennis è prima di tutto motivo di divertimento, lui guarda tutte le partite, conosce tutti i tennisti del mondo, è davvero un piccolo appassionato del tennis e questa credo sia la sua carta vincente. È felicissimo di partecipare a questo Master e noi siamo felici con lui: gli auguriamo che sia un punto di partenza per un brillante futuro tennistico».

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CIBO SINTETICO: COILDIRETTI PGULIA, AL VIA PETIZIONE PER SALVARE CIBO LOCALE DA ATTACCHI MULTINAZIONALI. I consumatori hanno risposto convintamente all’appello, ma hanno firmato anche gli agricoltori Pakistani guidati dal CIHEAM in visita al mercato di Lecce.

Fronte unico di consumatori, agricoltori e società civile, italiani e stranieri, sull’azione della Coldiretti di contrastare con ogni mezzo l’arrivo dei prodotti realizzati in provetta, dalla carne al latte finti. Al via in Puglia dal Mercato dei contadini a Lecce la petizione ‘No al cibo sintetico’, promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition, con la firma dei consumatori leccesi a Km0 ma anche di una delegazione di agricoltori Pakistani, guidati dal CIHEAM di Valenzano per conoscere la strategia della vendita diretta organizzata.

Dopo la carne Frankenstein è arrivato il latte senza mucche, nuovo simbolo dell’attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo, un’aggressione che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità”, nasconde – denuncia Coldiretti Puglia - l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi. L’ultima deriva a tavola arriva dalla Germania con i primi bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli USA con un’abile strategia di marketing si stanno buttando sul sushi in provetta. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali.coldiretti_didattica_bambini_2.jpg

Di contro è boom del cibo locale con quasi 4 consumatori su 10 (37%) a caccia di prodotti locali, che risultano al primo posto della classifica sulle intenzioni di spesa per i prossimi mesi, secondo le analisi di Coldiretti sulla base del rapporto Coop 2022 che fotografa gli effetti sul carrello della spesa della difficilissima situazione internazionale, con l’inflazione su valori record e la crisi degli approvvigionamenti di gas. che guida la spesa del consumatore – insiste Coldiretti Puglia - non è soltanto il prezzo quanto piuttosto fattori qualitativi, come ad esempio la trasparenza su provenienza e ingredienti, la tutela della salute (94%), l’eticità (83%).

Il cibo locale e la vendita diretta dagli agricoltori sono considerati una garanzia di cibo fresco e sicuro oltre che una soluzione per sostenere l’economia e lo sviluppo locale. Inoltre rappresentano una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, dove lo spreco alimentare per gli acquisti fatti direttamente dal produttore agricolo è del 15-20% contro uno spreco del 40-60% per i sistemi alimentari complessi. Questo perché i cibi in vendita sono più freschi, durano di più e percorrono distanze più brevi per arrivare al consumatore finale, inquinando meno.

L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle città capoluogo della Puglia e nelle province ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città. Anche nei pesanti tempi del Covid e della guerra in Ucraina i mercati contadini – aggiunge Coldiretti Puglia – hanno offerto un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà legate alla pandemia riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori.coldiretti_didattica_bambini_1.jpg

Un’esperienza che ha fatto da base alla nascita della prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market, promossa proprio per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere. Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono – spiega Coldiretti – Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire.  Supportata dalla Fao, la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori.

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Il cartello con la scritta “Mesagne”, sforacchiato e arrugginito dalle avversità del tempo, collocato all’ingresso alla città e fatto smontare dal muro, nel febbraio del 2021, dal sindaco Toni Matarrelli, è divenuto un’icona di quell’antimafia che per lustri ha caratterizzato l’attività della lotta alla criminalità che Mesagne ha svolto con impegno e determinazione. Tra coloro che non si sono mai tirati indietro per testimoniare i valori della legalità c’è don Pietro De Punzio, parroco del Santuario di Mater Domini, responsabile della Casa di Zaccheo, e nei lustri scorsi responsabile della vicaria dei giovani e della Caritas.

Componente religioso dell’associazione antiracket e antiusura cittadina. Insomma, un sacerdote che è stato ed è in prima linea per difendere i diritti degli ultimi e degli emarginati della nostra società. Don Pietro, a differenza di altri, non ha paura di sporcarsi le mani o di metterci la faccia. “Nella nostra società i segni sono più eloquenti delle parole e dei fatti – ha spiegato il sacerdote – personalmente credo che quel cartello segnaletico è stato l’immagine di una città ferita al di là di chi sono gli autori che lo hanno ridotto in quel modo”. Il parroco ha, pertanto, tenuto a sottolineare come sia sbagliato “banalizzare quel cartello”. E ne ha spiegato i motivi: “E’ come vanificare tutto lo sforzo che c’è stato negli anni passati da parte dei cittadini, delle forze politiche, delle forze dell’ordine, della Chiesa per ricostruire le coscienze in riferimento ai valori dell’onesta, della legalità, del rispetto e della giustizia”.

Ed è un bene che anche oggi, in un arco temporale di ritrovata serenità, se ne parli. In questi anni i magistrati, le forze dell’ordine hanno sempre invitato la società civile a non dimenticare il passato e parlarne sempre per tenere le coscienze sveglie. “È vero, è così – ha confermato don Pietro - bisogna essere sempre in allerta, mai abbassare la guardia. Bisogna tenere gli occhi aperti affinché non si banalizzino quegli eventi e quei segni che hanno mortificato per lunghi anni la nostra città e, soprattutto, i cittadini. Perché quando si parla di città si parla soprattutto dei cittadini”.

Il Comune di Mesagne ha nominato la commissione giudicatrice che valuterà due studi di Fattibilità Tecnico Economica pervenuti presso l’assessorato ai Lavori Pubblici, nell’ambito di uno specifico concorso, per la riqualificazione urbana del quartiere Zecchino e delle nuove dotazioni infrastrutturali per la città. Si tratta di progetti da candidare a finanziamenti nell'ambito dei bandi del Pnrr. La commissione è composta da tre dipendenti del Comune: l’ingegnere Rosabianca Morleo, l’architetto Marta Caliolo e l’ingegnere Carla Martucci. A loro si aggiungerà l’ingegnere Luca Vergine in rappresentanza dell’ordine degli ingegneri di Brindisi.

Il professionista che vincerà il concorso avrà l’incarico di progettare la riqualificazione grazie a una dotazione finanziaria che il Comune di Mesagne ha ricevuto per tale scopo dell’importo di 95 mila 362 euro. “La nostra idea di rigenerazione è di dedicare gran parte di questa zona per gli incontri sociale e sportivi”, ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona. - Abbiamo già iniziato con la dismissione della struttura dell’ex macello con una riconversione in ambienti che i nostri giovani, le associazioni sportive e culturali possono utilizzare”. Tuttavia, il rione Zecchino non sarà il solo che avrà una destinazione sportiva. Il Comune, infatti, ha pensato di realizzare, nella zona che nell’attuale Piano regolatore è descritta come “Verde attrezzato”, un'area per lo sport e il passeggio, con inclusa una pista d'atletica. “Una zona dove potranno svolgersi diversi eventi pubblici e privati”, ha confermato l’assessore.

Anche il rione Seta sarà dotato di aree sportive. “Partiremo da via Brodolini, che sarà completamente "rinaturalizzata", rimessa a nuovo e consegnata alla città come zona di svago e di sport. Poi miglioreremo la situazione dal punto di vista idrogeologico su cui abbiamo investito circa un milione di euro”, ha detto l’amministratore. Intanto, a breve il Comune realizzerà nella zona industriale un polo per l’infanzia. “Stiamo dotando la nostra area Pip – ha concluso l’assessore D’Ancona – di un servizio che ritengo essenziale per agevolare il mondo del lavoro delle famiglie e delle donne in particolare. Un polo per l'infanzia collocato nell'area dove c'è un’alta percentuale di donne che lavorano”.

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Il coordinamento cittadino di Fratelli d'Italia esprime il suo disappunto per la posizione 

scelta per installare una colonnina di ricarica per auto elettriche.
Pensiamo che si sarebbe potuto e dovuto scegliere un altro punto per posizionare le 
colonnine di ricarica. Ad esempio si potevano collocare nelle grandi aree di parcheggio, a 
pochi passi da via Roma, vicino all'incrocio di via mannarino con via san donaci, oppure al 
parcheggio antinstante il liceo scientifico.
Le storiche chianche, bene indiscusso della nostra città, divelte e riposizionate per far posto 
alle colonnine elettriche, ed in fine imbrattate con vernici stradali per la segnaletica 
orizzontale. Si sarebbe potuto e dovuto scegliere un altro posto, non proprio davanti allo 
storico palazzo dei celestini sede del comune di Mesagne.
Una vera forzatura insomma.
21 Ottobre 2022 coordinamento cittadino Fratelli D'Italia Mesagne
Coordinatore cittadino Alibrando Gianfranco
 

L’analisi nell’ambito del Focus Cereali organizzato da Coldiretti Puglia, Fiera del Levante, ICE, Casillo Group

A causa della siccità e dei costi di produzione in tilt, è crollata la raccolta del grano in Puglia nel 2022 con una diminuzione del 26% rispetto all’anno precedente. E’ quanto affermato da Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat diffusi nel corso del Focus Cereali, organizzato in collaborazione con la Fiera del Levante, l’Agenzia ICE e Casillo Group, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Felice Adinolfi Ordinario di Economia Agraria all’Università di Bologna, Angelo Frascarelli, presidente di ISMEA e Gianluca Lelli, Amministratore Delegato di Consorzi Agrari d’Italia.  

Mentre è in progressiva diminuzione la produzione di grano duro in Puglia, ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. La crisi ucraina e i suoi contraccolpi globali hanno messo in evidenza quanto l’Italia sia deficitaria su molti fronti per quando riguarda il cibo ed è costretta ad importare i 3/4 (73%) della soia, il 64% del grano tenero per biscotti e pane e il 44% del grano duro per la pasta. 

La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi e dalla grave e perdurante siccità in alcune aree delle province di Bari e Foggia – sottolinea Coldiretti Puglia – rischia di aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari. 

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.

“Ci sono le condizioni per rispondere alla domanda dei consumatori ed investire sull’agricoltura del nostro territorio che è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che – insiste Muraglia – valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Dobbiamo riscoprire la tradizione agricola per puntare all’obiettivo della autosufficienza a tavola per difendersi dalle turbolenze provocate dal conflitto che ha scatenato corse agli accaparramenti e guerre commerciali con tensioni e nuove povertà”, conclude Muraglia.

Intanto, si registra il balzo dell’export della pasta pugliese nel mondo con un aumento delle vendite all’estero del 44% nei primi 6 mesi del 2022 – insiste Coldiretti Puglia - proprio sotto la spinta dell’allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza.Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese – aggiunge la Coldiretti regionale - che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.

“Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale”, insiste Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.

 Gli acquisti di pasta fatta al 100% di grano made in Italy – sottolinea la Coldiretti - sono cresciuti ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca anche per effetto dello smart working e del lungo lockdown per combattere l'emergenza covid che ha costretto i cittadini in casa. Il risultato è che già oggi un pacco di pasta su 5 venduto al supermercato – precisa Coldiretti – utilizza grano duro coltivato in Italia, con la Puglia leader nella produzione dove si stima per la campagna ancora in corso un calo del 45% a causa del clima pazzo per le gelate e la siccità, ma di qualità ottima.

Le superfici seminate – aggiunge Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare già a partire dalla prossima stagione, con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale. Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti.

Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia - per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei, conclude Coldiretti nel sottolineare che nell’immediato occorre salvare le aziende agricole da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni.

PRODUZIONE CEREALI PUGLIA

 

Anni

2020

2021

2022

 

produzione raccolta - quintali

produzione raccolta - quintali

produzione raccolta - quintali

Tipo di coltivazione

 

 

 

 

 frumento tenero

 

393800

225000

213000

 frumento duro

 

9500800

9318000

6877000

 orzo

 

537550

538300

354730

 avena

 

547655

550655

483175

 mais

 

49735

51000

44250

 sorgo

 

3800

3800

3800

*Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati Istat

 

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