Redazione

Aggiornamento dell’albo degli scrutatori di seggio elettorale: domande entro il 30 novembre. 

 
 L’ufficio Elettorale del Comune di Mesagne informa gli elettori disposti ad essere inseriti nell’albo degli scrutatori che è possibile presentare istanza al Sindaco entro e non oltre il 30 novembre 2021 dichiarando di essere elettore del Comune di Mesagne e di essere in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo. Non possono inoltrare domanda coloro che si trovano in una delle seguenti condizioni:
sono dipendenti del ministero dell’Interno, dei Trasporti o delle Poste;
svolgono servizio per le forze armate; 
sono segretari comunali o dipendenti dei comuni addetti o comandati a prestare servizio presso gli uffici elettorali comunali.
Gli elettori che negli anni precedenti hanno chiesto di essere inseriti nell’albo non devono presentare nuova domanda, è valida l’istanza già inoltrata. La domanda dovrà essere compilata sugli appositi moduli disponibili presso l’ufficio elettorale comunale, o scaricata dal sito www.comune.mesagne.br.it, e consegnata al Protocollo dell’Ente.

“Sono in tutto 464 gli operatori sanitari pugliesi non vaccinati delle aziende sanitarie, degli IRCCS e dei maggiori ospedali privati convenzionati e 185 i sospesi dal servizio senza stipendio. A nessuno è stata però irrogata la sanzione pecuniaria prevista dalla legge regionale fino a un massimo di 5mila euro, e ciò rappresenta una grave omissione. Ricordo ai Direttori generali che esiste una legge regionale dello scorso febbraio e una legge nazionale approvata nell’aprile successivo, oltre che recenti sentenze del giudice amministrativo che hanno chiuso definitivamente le disquisizioni dottrinali”. 

Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, al termine dell’audizione in Commissione Sanità dei direttori generali delle Asl, degli Ircss e delle strutture ospedaliere private convenzionate “Casa sollievo della sofferenza”, “Miulli” e “Panico”, convocata per avere il quadro della situazione vaccinale del personale e degli eventuali provvedimenti presi.

“Nella Asl di Bari su una platea di 83 non vaccinati, 63 sono personale sanitario. Per 60 (25 infermieri, 2 medici e altri tra fisioterapisti, logopedisti, etc) sono già stati attuati i provvedimenti di sospensione. Per gli altri si sta procedendo alla valutazione delle richieste di esenzione. In nessun caso è stata irrogata la sanzione pecuniaria prevista dalla legge regionale. 
Nella Asl Bat i non vaccinati sono 37. Di questi sono stati già sospesi 21 operatori sanitari, tra i quali 12 infermieri, 4 medici, un farmacista e poi ostetriche, oss e un ausiliario. Anche in questo caso nessuna sanzione pecuniaria. 
La Asl di Lecce conta 131 non vaccinati, suddivisi tra 95 infermieri, 15 medici, un farmacista, 3 psicologi, e poi tecnici di laboratorio, ostetriche, assistenti sociali, operatori amministrativi. Ad oggi non sono stati notificati i provvedimenti di sospensione e quindi neanche la sanzione pecuniaria. 
Nella Asl di Foggia, i non vaccinati sono 22, di cui 20 sono operatori sanitari. Solo in due (un infermiere e un addetto al comparto) sono stati sospesi. 
Asl di Taranto: 74 non vaccinati e 64 tutti sospesi. Ma nessuna sanzione pecuniaria.
La Asl di Brindisi: 33 non vaccinati, 18 provvedimenti di sospensione. Nessuna sanzione pecuniaria.
Dal Policlinico di Bari è stato riferito in Commissione che vi sono, nella platea di dipendenti, 89 non vaccinati di cui 46 operatori sanitari. Non si è proceduto, ci hanno spiegato, alla sospensione perché dalla Asl non hanno inviato l’elenco che consentisse loro di poter valutare eventuali esenzioni sì da evitare di emanare provvedimenti che sarebbero ovviamente impugnabili. Ma dalla Asl di Bari hanno immediatamente inviato la lettera che attesta invece l’invio di quell’elenco.  Situazione al Miulli di Acquaviva delle Fonti: 26 dipendenti non vaccinati. Di essi, 6 sono assenti per maternità, per gli altri 20 (uno psicologo, 3 ostetriche, 14 infermieri, un centralinista, un operatore di cucina) è scattata la sospensione. Ma nessuna sanzione pecuniaria. 
La foggiana “Casa sollievo della sofferenza” ha fatto sapere che su 2713 unità sono stati vaccinati in 2654. I 49 non vaccinati (sia i 5 non sanitari che gli altri, tra infermieri, biologi, tecnici di gas medicale, medici, oss e ostetriche) è stato possibile ricollocarli ad altre funzioni. Nessuna sospensione né sanzione pecuniaria. In ultimo, tra le strutture private convenzionate, il “Panico” di Tricase: 21 non vaccinati, di cui 16 del personale sanitario (un medico, 2 biologi, 2 fisioterapisti, 8 infermieri, un tecnico di laboratorio e 2 oss) e 5 non sanitari. Il tecnico di laboratorio risulta essersi autosospeso, nessun procedimento di sanzione chiuso per gli altri. Ricordo a tutti i Direttori generali che l’applicazione delle norme rientra tra i loro obblighi primari, soprattutto quando si tratta di tutelare la salute di persone che entrano negli ospedali per curarsi non per essere contagiati”.

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“Tradizionalmente la criminalità organizzata di tipo mafioso è stata oggetto di studio da parte di diverse discipline: sociologia, politica, storia, antropologia, economia, criminologia, diritto. Scarsa attenzione è stata dedicata, fino ad oggi, da queste discipline ed approcci agli aspetti più propriamente organizzativi del fenomeno criminale; ed anche la sociologia dell’organizzazione e le altre discipline organizzative, non hanno dedicato sufficiente attenzione a questo fenomeno”.

Così il presidente della Commissione speciale antimafia; Renato Perrini, ha introdotto la giornata dedicata alle audizioni dei procuratori e dei prefetti delle province di Lecce Brindisi e Taranto.  

Perrini ha sottolineato l’importanza di porre l’attenzione ai fenomeni criminali nell’ottica di collaborazione con le Forze dell’ordine, le Procure, le Prefetture e tutte le istituzioni preposte.

Hanno partecipato ai lavori della Commissione, oltre alla presidnete del Consiglio, Loredana Capone,  la prefetta di Lecce, Anna Maria Trio, il procuratore aggiunto di Lecce, Guglielmo Cataldi, il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, il procuratore aggiunto di Taranto, Maurizio Carbone; la prefetta di Brindisi Carolina Bellantoni, il procuratore capo di Brindisi, Antonio de Donno.

La mafia è un fenomeno criminale che ha anche una natura organizzativa. Va considerata quindi come una vera e propria organizzazione formale articolata in modi diversi con fenomenologie organizzative differenti a seconda delle varie tipologie criminali. La molteplicità delle azioni e comportamenti criminali può avere senso solo se collocata in un’opportuna cornice di senso coerente con la natura del fenomeno indagato;

Consideriamo quindi la mafia come «organizzazione formale», autonoma rispetto ai suoi singoli componenti, che tende ad assumere i connotati di una istituzione con un proprio ordinamento normativo, con propri valori e ideologie che forgiano i comportamenti dei militanti e non solo quindi un particolare tipo di comportamento criminale più o meno diffuso. Si è sempre posta quindi l’esigenza di distinguere il fenomeno organizzativo dal contesto-ambiente nel quale vive e si riproduce.

Normalmente il termine mafia è usato per denotare indistintamente le organizzazioni criminali di una certa rilevanza. In particolare: «cosa nostra» diffusa in Sicilia; la «camorra» che ha i suoi natali e il suo epicentro di azione in Campania; la «‘ndrangheta» che opera in Calabria; e infine la «sacra corona unita» in Puglia: tutte queste «organizzazioni possono essere definite in generale come mafiose o di tipo mafioso, in quanto operano secondo metodi che sono tipici della mafia: violenza e intimidazione, attraverso cui producono tra la popolazione una condizione generale di omertà» (Falcone, 1991). A parte questi elementi comuni le quattro organizzazioni presentano modelli organizzativi diversi, strategie di azione differenti e comportamenti criminali solo in parte comuni. Tutte e tre però sono un sistema di organizzazioni criminali segrete volte al controllo e governo del territorio ed all’accumulazione di risorse economiche, i cui beneficiari sono i membri stessi dell’organizzazione e che operano attraverso mercati (nazionali ed internazionali) di varia natura: criminali, illegali, legali.

 “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. È la celebre frase pronunciata dal chimico, biologo, filosofo del settecento Antoine Laurent Lavoisier. La criminalità organizzata non fa eccezione a questo principio. Questo perché nel corso degli anni le diverse percezioni della criminalità organizzata hanno mutato le proprie forme di manifestazione, gli autori di reati e persino l’oggetto giuridico tutelato.

Il metodo mafioso attualmente inquadrato nell’art. 416 bis c.p. si fonda su tre elementi fondamentali: la forza d’intimidazione del vincolo associativo, la condizione di assoggettamento e l’omertà che da esso deriva. Nel secolo scorso, durante gli anni Settanta, è apparsa negli studi e nelle ricerche criminologiche mondiali la nozione di “crimine dei colletti bianchi”.

Questo termine è diventato sinonimo di un crimine commesso da membri privilegiati della comunità sociale. All’interno della moderna criminalità organizzata i “colletti bianchi” sono inclusi tutti in forme di reati economico-finanziari, quali corruzione, evasione fiscale, falso in bilancio, frodi comunitarie, cioè un insieme di reati che possono essere commessi da imprenditori, politici, funzionari pubblici, liberi professionisti, sfruttando la posizione sociale, il loro potere e la capacità d’influenza.

Le nuove forme di manifestazione della “criminalità organizzata” uniscono i delitti tradizionali (es. droga, prostituzione illegale, tratta di esseri umani, estorsioni) a quelli dei colletti bianchi (es. finanziari, tributari, frodi comunitarie, appropriazione indebita, corruzione). La gravità della criminalità dei “colletti bianchi” - cioè di alcuni tipi di reato, come i crimini economico-finanziari, la corruzione, l’evasione fiscale, le frodi - fa sì che il grado di pericolosità di essi sia piuttosto elevato e lesivo soprattutto d’interessi collettivi. La commissione di questi delitti colpisce soprattutto le fasce più deboli di una società. Dall’analisi appena fatta possiamo dedurre che oltre a realizzare profitti finanziari e benefici patrimoniali, lo scopo dei gruppi criminali organizzati è quello di avere una grande influenza su strutture di governo di alto livello creando un sistema di protezione dei loro affari illegali e possibili privilegi da procedimenti penali nei loro confronti.

È necessario pertanto che le istituzioni trovino strategie preventive e repressive in grado di affrontare queste attività illegali da parte d’individui o gruppi organizzati finalizzate non solo a profitti criminali ma volte anche ad influenzare negativamente l’economia legale di uno Stato. Come già detto questa seconda fase avviene spesso con l’ausilio di quell’area grigia che noi conosciamo appunto con il nome di colletti bianchi.

Andando a colpire proprio l’area grigia che fiancheggia le mafie, con una nuova fattispecie incriminatrice che li comprenda nell’associazione mafiosa vera e propria e non nel concorso esterno. Evitando i conflitti e la disgregazione sociale ed economica. Lottando tutte le attività di riciclaggio sullo sfondo dell’economia e della finanza mondiali. Occupandosi della crescita dei reati ambientali commessi dalla criminalità organizzata (Ecomafie).

Un settore da non sottovalutare affatto è quello dei crimini informatici che continueranno a svilupparsi perché redditizi e a basso rischio criminale. Altri possibili rimedi a questo tipo di nuova criminalità potrebbero essere la tracciabilità dei fondi erogati e la moneta elettronica nelle transazioni con la pubblica amministrazione. Sarebbero un efficace strumento di controllo. Il monitoraggio dell’opera, dall’erogazione dei fondi alla realizzazione sarebbe un altro strumento di controllo che eviterebbe la corruzione e le infiltrazioni mafiose.

Naturalmente andrà sempre privilegiata l’importanza della massima trasparenza nelle decisioni pubbliche poiché, di fatto, consentirebbe ai cittadini di operare una vera funzione di controllo civico.

E proprio su quest’ultimo punto la presidente del Consiglio Loredana Capone ha sottolineato l’importanza dell’ascolto. “Per noi sono fondamentali questi incontri per avere un monitoraggio della condizione attuale del fenomeno criminale e poter essere nelle condizioni di verificare e compiere tutte le azioni corrette per contrastare la criminalità organizzata, sempre tenendo presente quelle che sono le competenze della politica”.

La presidente Capone ha spiegato che esiste il massimo impegno da parte della istituzione Regione a lavorare sulla linea della prevenzione e dello studio dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni.  “È chiaro – ha detto la presidente – che la criminalità non punta più a fenomeni sanguinari, perché ha infiltrato i settori legali dell’economia e punta su quelli, rendendo così anche più complicata l’opera di repressione”.

Per la presidente del Consiglio, il Salento grazie al lavoro capillare delle Procure, delle Forze dell’ordine e delle Prefetture, ha maturato i giusti anticorpi come antidoto, “ma noi non intendiamo mollare e chiediamo cosa possiamo fare per prevenire. Siamo pronti a stipulare intese che puntino a maggiori e più capillari controlli, soprattutto in vista delle nuove risorse in arrivo, sarà nostro compito e premura emanare dei bandi coerenti”.

Sottrarre personale al reclutamento delle organizzazioni mafiose evitando che si sostituiscano alle istituzioni ponendo in essere una forma di welfare secondario pericolosissimo, utilizzare bene le risorse perché si trasformino in nuove energie soprattutto per i giovani,   porre in essere azioni positive – questo per Loredana Capone sono punti irrinunciabili delle buone partiche. “In tal senso il nostro bando sui laboratori urbani è un esempio che serve proprio ad affidare i nostri beni ad associazioni che possano gestire ed evitare così siano occupati illecitamente”.

Le dichiarazioni del presidente della Commissione d’inchiesta sulla criminalità pugliese, Renato Perrini.
“Ogni intervento ascoltato oggi in audizione meriterebbe un approfondimento. Per questo sono davvero grato ai prefetti e ai procuratori di Lecce, Taranto e Brindisi per aver accettato il nostro invito in Commissione d’inchiesta sulla criminalità pugliese. Le loro riflessioni ci hanno fornito spunti e dati che elaboreremo in forma legislativa per quello che è di nostra competenza regionale. E’ evidente che come politici abbiamo il dovere di ‘illuminare’ quella pericolosa ‘zona grigia’ – della quale ha parlato il procuratore aggiunto di Lecce, Cataldi - dove si insinuano insospettabili per fare affari con la Pubblica Amministrazione. Come? Con appalti che siano impenetrabili e controllabili in ogni fase dell’aggiudicazione. Trovo opportuna per questo la proposta della presidente Capone di firmare protocolli fra Regione Puglia e forze dell’ordine perché vengano intensificati i controlli in fase preliminare.
“Come politico tarantino, infine, non posso non considerare grave il monito del procuratore aggiunto Carbone sul rischio infiltrazione criminalità nelle risorse che arriveranno per la bonifica dell’ex-ILVA nel PNRR. Tocca anche a noi, politici del territorio, essere sentinelle per evitare che ciò possa consumarsi”.

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LA CNA SOSTIENE IL COMPARTO NAUTICO PUGLIESE – GENTILE: “L’EVENTO FIERISTICO BRINDISINO STRATEGICO PER LO SVILUPPO DEL SETTORE”.  
La CNA di Brindisi sostiene da anni lo sviluppo del comparto nautico pugliese che passa anche attraverso il Salone Nautico di Puglia e le opportunità che offre alle aziende espositrici.
“L’edizione dello SNIM che si è appena conclusa - afferma il Presidente della CNA della provincia di Brindisi Franco Gentile – ha fatto registrare dati estremamente confortanti e questo rappresenta la conferma della bontà dell’iniziativa, peraltro realizzata senza il sostegno determinante della Regione Puglia, stranamente riservato ad un evento analogo che si svolge a Taranto. Probabilmente non ci si rende conto che lo sviluppo dell’intero comparto passa proprio attraverso la capacità di proporsi sui mercati da parte delle nostre aziende. Proprio per questo, la CNA intende svolgere un ruolo attivo nella promozione di una ulteriore fase di crescita dell’appuntamento fieristico brindisino. Mi riprometto, pertanto, insieme ai dirigenti CNA del settore, di incontrare i promotori dell’iniziativa per stabilire forme di collaborazione ancora più intense e finalizzate a sviluppare lo SNIM ben oltre i confini regionali”.
“Crediamo da anni nelle potenzialità di questo Salone Nautico – afferma Marco Carvignese, presidente regionale della sezione nautica della CNA e titolare dell’azienda ‘Idea Verde’ – ed è per questo che intendiamo svolgere un ruolo propositivo per fare in modo che diventi per gli operatori di settore ancor più un punto di riferimento delle contrattazioni nautiche del Mezzogiorno d’Italia. Certo, occorre evitare inutili duplicazioni a livello pugliese ed anche la Regione dovrà lavorare in questa direzione, puntando con decisione sull’evento brindisino”.
“Il comparto della nautica pugliese è molto ampio – afferma Mirella Mingolla, presidente di ‘Impresa Donna’ della CNA di Brindisi e titolare del ‘Cantiere Nautico Mingolla’ – ha alle spalle anni di storia ed abbraccia tanti segmenti. Esistono aziende che sono già molto rappresentative nel panorama italiano e internazionale. Oggi, pertanto, l’obiettivo deve essere quello di continuare a darci appuntamento nel nostro territorio con un evento che dia lustro a ciò che già esiste e che sia all’altezza di ospitare le eccellenze di tutto il paese. Proprio per questo dobbiamo lavorare tutti insieme, supportando questa bellissima iniziativa e aiutandola a realizzare una ulteriore fase di crescita”.

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Dati del giorno: 25 ottobre 2021

82
Nuovi casi
14.711
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 8
Provincia di Bat: 3
Provincia di Brindisi: 5
Provincia di Foggia: 45
Provincia di Lecce: 12
Provincia di Taranto: 2
Residenti fuori regione: 3
Provincia in definizione: 4
2.358
Persone attualmente positive
132
Persone ricoverate in area non critica
18
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

271.538
Casi totali
4.066.925
Test eseguiti
262.355
Persone guarite
6.825
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 99.267
Provincia di Bat: 28.364
Provincia di Brindisi: 21.516
Provincia di Foggia: 47.895
Provincia di Lecce: 31.742
Provincia di Taranto: 41.254
Residenti fuori regione: 1.005
Provincia in definizione: 495

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Ancora una vittoria per i nostri Gialloblù #Under15. vittoriosi nel bellissimo derby 1-2 con la Ss.Annunziata, a coronamento di una brillante prestazione di tutti i ragazzi di Mister #Facecchia e del Prof. #Carluccio. Grazie a questa vittoria i nostri Accademici balzano al comando della classifica con 13 punti al termine del girone d'andata. Le reti sono state messe a segno da #Marseglia nel primo tempo, il centrocampista accademico metteva a sedere il portiere e depositava in rete al termine di una bellissima azione corale dopo che lo stesso aveva colpito il palo al 1' di gioco e aveva servito un delizioso assist per #Gaetano, il quale concludeva in porta ma il pallone si stampava sulla traversa. Nella ripresa #Alemanno direttamente da calcio d'angolo siglava lo 0-2 battendo imparabilmente il portiere locale con una traiettoria a giro. Nel finale di partita accorciava le distanze la Ss.Annunziata , #Solazzo respingeva debolmente una conclusione dell'attaccante locale, la palla terminava in porta.

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Sono 386mila gli ulivi delle specie resistenti impiantati in Salento con 3400 ettari interessati dalla rigenerazione, numeri troppo bassi che impongono una strategia condiva per accelerare la ricostruzione e superare gli ostacoli burocratici e i vincoli paesaggistici per ridare il futuro alla più grande fabbrica green del Sud Italia. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, in occasione del tavolo di coordinamento convocato a Lecce presso la sede della Regione Puglia dall’Assessore regionale all’Ambiente Maraschio, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia.

Risultano alla cabina di regia – aggiunge Coldiretti Puglia - dell’Osservatorio fitosanitario regionale 160.000 piante e 1220 ettari reimpiantati con la varietà Leccino e 2170 ettari e 226.000 piante di ulivo FS17 piantumate a seguito di espianto, contro gli oltre 90mila ettari di superficie olivetata che sono stati intaccati in provincia di Lecce dalla Xylella.

“Facciamo un appello accorato ai ministri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e dei Beni Culturali, per il tramite degli assessori regionali Maraschio e Pentassuglia, perché comprendano le ragioni del mondo agricolo che ha bisogno di ripartire e riappropriarsi del proprio futuro imprenditoriale. Resta la vitale necessità liberalizzare tutte le pratiche agronomiche, non condizionando i reimpianti alle sole specie olivicole resistenti, per non vanificare progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari e la rigenerazione del Salento”, dichiara Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce.

Nel Salento gli agricoltori sono senza reddito da 8 anni, si contano milioni di ulivi secchi, i frantoi sono stati svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, sono andati persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile – dice Coldiretti Puglia – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento. Tutto ciò – aggiunge la Coldiretti Puglia – è utile a permettere il ripristino e la nuova creazione di riforestazione al servizio degli operatori e dell’indotto turistico sull’area infetta da Xylella che in Puglia ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio. In questo modo sarà possibile mettere in atto una gestione forestale sostenibile e certificata di area vasta i cui attori potranno essere – spiega Coldiretti Puglia – se opportunamente incentivati, i consorzi forestali capaci di organizzare e coordinare le proprietà private, pubbliche nonché demaniali.

Coldiretti Puglia torna a chiedere con forza alla Sovrintendenza di farsi portavoce al MIBACT affinché il  Ministero dei Beni Culturali, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole, liberalizzi i reimpianti perché riconosciuti ‘normale pratica agricola’, per accelerare la ricostruzione del Salento, con la Xylella fastidiosa che ha compromesso 21 milioni di olivi in Puglia.

“Continuiamo a non comprendere perché, in barba all’art. 149 del Codice dei Beni Culturali, si chieda – insiste il delegato confederale Piccioni - l’autorizzazione paesaggistica per le attività agricole, considerato che proprio l’articolo 149 solleva dalla richiesta di autorizzazione per ‘gli interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili’”.

La liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale – aggiunge Coldiretti Puglia - per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio.

E’ essenziale dopo tanti anni il coordinamento fra le parti dello Stato – ribadisce Coldiretti Puglia - perché anche le risorse del Piano di Rigenerazione destinate alla diversificazione risultano così ostacolate, a partire proprio da quelle assegnate al DAJS che senza i necessari provvedimenti ordinamentali nazionali rallentano le progettualità e i relativi finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari.

Senza deroghe ai vincoli nazionali paesaggisti, idrogeologici e di qualunque altra natura agli espianti per l’area infetta delle zone ormai distrutte dal batterio – aggiunge Coldiretti Puglia – la provincia di Lecce è ingessata e destinata a morire di burocrazia, prima ancora che di Xylella. 

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Candidati progetti per più di 3 milioni di euro
per le scuole cittadine

Prosegue il lavoro di progettazione dell’Amministrazione Comunale per migliorare, innovare e riqualificare gli edifici scolastici cittadini.

L’edilizia scolastica di Francavilla Fontana – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – necessita di interventi di miglioramento strutturale e di adeguamento degli ambienti alle esigenze di bambine e bambini.

Nei giorni scorsi la Giunta Comunale ha deliberato la candidatura di 10 progetti al Piano di azione pluriennale per il Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai 6 anni per la ristrutturazione, riqualificazione e messa in sicurezza del Nido “Le Coccinelle” e dei plessi dell’infanzia Andersen, Rodari, Madre Teresa di Calcutta, Calò, Padre Camillo Campanella, Di Summa, Rousseau, Piaget e di via D’Annunzio.

Con questi progetti – prosegue il Sindaco – vogliamo intervenire sugli edifici scolastici per renderli più sicuri, accoglienti e moderni, dando continuità con quanto avvenuto o - come nel caso dei lavori nei plessi San Francesco e De Amicis - avverrà a brevissimo, per le scuole primarie e secondarie di primo grado.

Gli interventi, che prevedono un investimento di oltre 3 milioni di euro, consistono principalmente nel rifacimento dei servizi igienici, della pavimentazione, dei rivestimenti, delle facciate, delle aree esterne (marciapiedi e verde), nell’ammodernamento degli impianti e nell’adeguamento alla normativa antincendio.

La realizzazione delle opere pubbliche – conclude il Sindaco – richiede investimenti difficili da realizzare solo con le forze comunali. Per questo è importante non lasciarsi sfuggire le opportunità offerte dai bandi. La progettazione in questo settore è di fondamentale importanza e in questi 3 anni ci ha consentito di intercettare risorse per più di 15 milioni di euro. Ora, non ci resta che attendere fiduciosi il buon esito di questo procedimento, ringraziando per il gran lavoro svolto l’Ufficio Tecnico Comunale e l’Ufficio Pubblica Istruzione.

Sul fronte dell’adeguamento degli spazi scolastici alle esigenze dei bambini, in questi giorni è stato compiuto un piccolo passo in avanti con il posizionamento davanti alle Scuole Primarie di una simpatica segnaletica che accoglie i piccoli studenti.

Queste originali e apprezzate indicazioni stradali, nate dal progetto Bimbimbici, hanno lo scopo di agevolare l’ingresso a scuola dei bambini e di promuovere la sostenibilità dello spostamento casa-scuola.  

Il progetto europeo “Capperi” parte da Vicenza,

Anche Mesagne partner con l'ISBEM e con la partecipazione del I.I.S.S. Epifanio Ferdinando. 
 

Giovedì 30 settembre undici rappresentanti del consorzio del progetto “CAPPERI - Common Agricultural Policy Peer Education Resources in Italy” hanno effettuato una visita di studio presso l’area rurale di Carpaneda, alle porte di Vicenza. Ad accompagnare la delegazione, i rappresentanti della Comunità Vicentina per l’Agroecologia e del Laboratorio Spazi Rurali e Boschi Urbani.

CAPPERI è un progetto co-finanziato dal Programma dell’Unione Europea IMCAP (Information Measures Relating to the Common Agricultural Policy) che nasce per diffondere tra i cittadini, soprattutto tra i giovani, la consapevolezza riguardo le implicazioni ambientali ed economiche della politica agricola, a livello sia nazionale che europeo, e in particolare la conoscenza della PAC (Politica Agricola Comune) come strumento per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal e dell’Agenda 2030, tra cui la transizione ecologica, la sostenibilità ambientale e sociale, il contrasto al cambiamento climatico, la sicurezza alimentare. Iniziato il 1° agosto 2021, il progetto verrà realizzato interamente in Italia, con un focus multiregionale, dal capofila ALDA - Associazione delle Agenzie per la Democrazia Locale (Strasburgo) insieme ai partner locali La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale (Vicenza), IRS – Istituto per la Ricerca Sociale (Milano), Replay Network (Roma), ISBEM – Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (Mesagne) e CESIE – Centro Studi e Iniziative Europeo (Palermo).
Durante i 12 mesi di progetto, CAPPERI coinvolgerà attivamente i cittadini delle 5 città coinvolte, con una serie di azioni tra cui 5 diversi percorsi educativo-creativi con i ragazzi delle scuole superiori, workshop con la cittadinanza, attività ludico-educative con i bambini e le famiglie, un concorso internazionale di illustrazione, un ciclo di webinar nazionali ed internazionali. Per concludersi con un evento finale a Palermo, che vedrà la partecipazione di tutti i partner nazionali e i rappresentanti dei diversi percorsi locali, per divulgare i risultati del progetto e condividerli con organizzazioni, cittadini e policy makers. Molto importante sarà, infine, la creazione di una comunità di interesse, per assicurare la continuità dell’impegno anche dopo la fine del progetto. Il tutto, con una metodologia fortemente orientata alla partecipazione e all’apprendimento peer-to-peer, con percorsi innovativi di comunicazione ed educazione attraverso gli strumenti del teatro e delle scienze sociali, l’utilizzo delle nuove tecnologie come la realtà aumentata, e soprattutto le attività sul campo, pratiche ed esperienziali, in ambienti come orti e boschi urbani, mercati contadini e aziende agricole delle aree urbane e periurbane – luoghi la cui importanza è stata particolarmente evidenziata dall’emergenza sanitaria globale – al fine di riconnettere città e campagna.

Nella serata di venerdì un’auto è andata a sbattere contro la barriera protettiva del cantiere stradale di via Maroncelli causando danni alle abitazioni. Non è la prima volta che le auto sfrecciano su questa via causando danni anche alle abitazioni. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia locale che ha ripristinato le barriere protettive. L’episodio si è verificato intorno alle ore 19 di venerdì quando un’auto ad alta velocità dal rione Grutti ha imboccato via Maroncelli e si è trovata di fronte una barriera metallica che inibisce il transito veicolare verso via Guglielmo Marconi, attualmente interessata da lavori stradali per la ristrutturazione dell’importante arteria viaria. Il mezzo probabilmente si è accorto dell’ostacolo all’ultimo momento e l’ha investita in pieno. Non prima di aver strisciato su alcune abitazioni. Poi si è dileguato.

Il fatto è stato notato da alcuni residenti che hanno sentito il rumore e sono usciti in strada. Purtroppo non vi sono telecamere di video sorveglianza che possano far individuare l’auto. In ogni modo sul posto è giunta una pattuglia della polizia locale che ha annotato il fatto e ripristinato la barriera del cantiere. Intanto, i residenti stanno sottoscrivendo una petizione da inviare al sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, e al comandante della polizia locale, Teodoro Nigro, affinché possano collocare per strada dei rallentatori che inibiscano alle auto di correre. La preoccupazione è che prima o poi resti investito qualche pedone. “Prima o poi ci ritroveremo qualcuno dentro casa – hanno spiegato alcuni dei residenti di via Maroncelli -. Nonostante questa via sia alquanto corta sono diversi i mezzi che la percorrono a tutta velocità sia che provengano dal rione Grutti sia da via Nino Bixio. La collocazione di qualcosa che possa moderare la velocità è quanto mai importante”.  

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