Redazione

L’Amministrazione Comunale di Mesagne ha deciso con delibera di Giunta di intitolare l’Auditorium del Castello al sindaco Elio Bardaro. La cerimonia si svolgerà domani, giovedì 19 maggio, alle ore 19.30 proprio nello storico luogo, che a partire da quella data cambierà nome.

L’iniziativa conclude un iter formale che tiene conto delle ragioni riportate in una petizione di cittadini così motivate: ‘per aver il sindaco Elio Bardaro dedicato una parte importante della propria vita a Mesagne, atraverso il suo ruolo politico e di primo cittadino’. Ma il sentimento collettivo travalica quelle che sono le ragioni istituzionali. E infatti la petizione non si ferma e continua: ‘il Sindaco Elio Bardaro è ancora presente nella memoria collettiva dei mesagnesi per lo spirito di servizio, per le sue qualità umane e per la generosità dimostrata durante la sua attività politico-amministrativa’, andando a tracciare il profilo di una figura che continua a suscitare affetto e stima tra coloro che l’hanno conosciuto durante i 17 anni in cui ha svolto le funzioni di primo cittadino e i 22 in cui è stato consigliere comunale, sostenuto da un consenso trasversale. 

Alla memoria di uno dei sindaci più amati di Mesagne, lo scorso anno, il centro culturale ‘Prima Pagina’ e la famiglia Bardaro hanno dedicato un libro che ripercorre i momenti salienti della vita dell’ex amministratore, una raccolta di ricordi e di immagini che alla biografia personale del Sindaco affiancano un interessate spaccato della storia di Mesagne. La targa dedicata al ricordo dell’ex sindaco domani sarà dunque scoperta dall’attuale sindaco, Antonio Matarrelli, alla presenza delle autorità locali, dei parenti e degli amici che conoscevano Elio Bardaro e gli volevano bene. All'iniziativa, aperta al pubblico, potranno partecipare i tanti cittadini che non hanno dimenticato il sindaco che si fermava a parlare con tutti e che salutava per primo.

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Serve una stretta sul piano di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette. E’ quanto chiede  la Coldiretti Puglia, dopo l’ennesimo indicente stradale in provincia di Foggia, sempre nella zona dove ha perso la vita l’imprenditore agricolo Luigi Turco, per cui sono urgenti interventi e provvedimenti decisivi e un’assunzione di responsabilità delle istituzioni regionali contro la proliferazione dei cinghiali che in Puglia sono 250mila.

L’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.Ennesimo_incidente_stradale_a_Foggia_causato_dai_cinghiali.jpg

I branchi – sottolinea la Coldiretti regionale - si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

“Tanti i nodi irrisolti a cui non vi è ancora risposta, dallo stato dell’arte del confronto tra Parchi del Gargano e dell’Alta Murgia e Regione Puglia, alla VAS del Piano di Monitoraggio e Gestione della specie cinghiale, dall’attuazione della delibera di giunta che ha previsto una procedura regionale informatizzata per consentire ai proprietari dei fondi di inoltrare la richiesta di intervento di controllo sui terreni “a rischio” al Regolamento regionale per l’attività della caccia di selezione, fino all’Albo regionale dei cacciatori abilitati alla caccia di selezione, di cui non vi è ancora traccia”, denuncia il delegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni.

Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato di contenimento della popolazione dei cinghiali, perché è necessario la  loro riduzione numerica – aggiunge Coldiretti Puglia - attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette e anche nei centri abitati.

La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 20 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Puglia - viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali.

La Peste Suina Africana – sottolinea la Coldiretti – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale – continua la Coldiretti – è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana.Ennesimo_incidente_stradale_a_Foggia_causato_dai_cinghiali1.jpg

I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. I branchi – conclude la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

Concerto per la pace e l’inclusione. Mercoledì 18 maggio p.v. alle ore 18.00, presso l’auditorium dell’E. Ferdinando di Mesagne in via Eschilo si terrà il “Concerto per la pace e l’inclusione”, all’interno della XXXIII Rassegna Musicale Nazionale “La musica unisce la scuola”, indetta da INDIRE, organizzato ed animato da alunni e docenti del predetto istituto, con la straordinaria partecipazione dei Maestri Vincenzo Deluci e Camillo Bene accompagnati dall’AbilBand di AccordiAbili, al fine di sensibilizzare le nuove generazioni al concetto di pace con una maggiore coesione e inclusività.

L’IISS E. Ferdinando è da sempre attento e presente alle iniziative di impegno sociale quale il valore incommensurabile della pace tra i popoli e dell’inclusione di tutte le diversità. In questo momento della storia, caratterizzato dalla tragica esplosione di guerre e conflitti, è necessario che la Pace diventi il tema della nostra riflessione comune e del nostro ‘essere scuola’ insieme, anche attraverso il linguaggio universale della musica.

Il concerto, dunque, rappresenta un’occasione importante per aprire ulteriormente la scuola al territorio, accrescere negli studenti e nelle comunità locali la consapevolezza e la coscienza di una fratellanza tra popoli e di un dialogo interculturale, convinti che l’interdipendenza planetaria si costruisce in primis dentro le aule scolastiche.

A seguito dei tafferugli verificatisi al termine dell’incontro di calcio U.S.D. Città di Fasano – Nardò, tenutosi domenica 15 maggio u.s. presso lo stadio V. Curlo di Fasano, nonché per l’accensione nel corso della gara di alcuni fumogeni e lo scoppio di petardi, le immediate indagini svolte dal personale della DIGOS della Questura di Brindisi hanno consentito di indagare all’Autorità Giudiziaria i primi 6 tifosi, cinque dei quali fasanesi, resisi responsabili, a vario titolo, dei reati di invasione di terreno di gioco e utilizzo di oggetti atti ad offendere (art. 6 bis L. 13.12.89 nr. 401).

In particolare, grazie all’attenta analisi delle riprese effettuate dal personale del locale Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e dai militari della Compagnia Carabinieri di Fasano, sono state ricostruite le principali condotte delittuose e sono stati individuati i primi tifosi - la cui età è compresa tra i 20 e i 40 anni - ritenuti responsabili di dette condotte.  

In conseguenza dei reati evidenziati e delle condotte pericolose tenute dai tifosi di entrambe le squadre, al termine di approfondita istruttoria svolta da personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Brindisi, il Questore Annino Gargano, ha emesso, in via d’urgenza, i provvedimenti cautelari del divieto di accesso nei luoghi ove si svolgono le manifestazioni sportive (DASPO) con differenti durate, alcuni dei quali anche con obbligo di firma.

Due dei soggetti destinatari dell’odierno DASPO, in passato erano stati gravati da analogo provvedimento scaduto qualche mese fa, sempre per aver evidenziato profili di pericolosità durante lo svolgimento di competizioni sportive.

Prosegue, incessante, l’attività di indagine tesa alla identificazione degli altri tifosi che si sono evidenziati per le condotte violente.

Sono trascorsi sei giorni dall’omicidio di Carlo Giannini, avvenuta nella notte a cavallo tra l’11 e il 12 maggio scorsi, che ancora non si sa nulla sia sull’identità del killer che ha accoltellato il giovane sia sul movente di tale efferato gesto. Oscura la dinamica che potrà essere chiarita solo dopo l’autopsia anche se la polizia inglese sta indagando per omicidio. Insomma, al momento non c’è nessuna certezza su questa vicenda. Ecco perché ieri pomeriggio la signora Valentina Argentiero, cognata di Carlo, ha preso un volo per Manchester e da lì ha raggiunto Sheffield, nel South Yorkshire, dove da alcuni giorni si trova Stefano, suo marito e fratello di Carlo. Lo scopo è di ascoltare direttamente dagli investigatori a che punto sono le indagini. Nulla è stato scritto di nuovo sul sito della Police South Yorkshire che il 12 maggio scorso aveva postato la notizia del rinvenimento del corpo di Carlo.

La polizia inglese, in quella occasione, aveva rivolto un appello a chi avesse visto qualcosa o fosse a conoscenza dei fatti accaduti di contattarla, anche anonimamente, per riferire le informazioni. Evidentemente si tratta di indagini difficili che si avvarranno dell’esame autoptico per avere una serie di risposte. Come, se sarà confermato l’accoltellamento, quanti fendenti sono stati sferrati e con che tipo di arma. Informazioni necessarie agli investigatori per comporre un quadro degli accadimenti e iniziare a dare una fisionomia al killer. Per cercare di comprendere qualcosa in più ieri pomeriggio la cognata di Carlo, Valentina, ha raggiunto Sheffield. “Spero di avere risposte che facciano chiarezza sulla morte di Carlo”, ha più volte ribadito. L’omicidio del Giannini è avvenuto giovedì scorso in Manor Fields Park, fuori City Road, in un grande parco ai margini di un cimitero. Il corpo del giovane è stato rinvenuto da un signore che passeggiava nel parco e lo ha trovato riverso per terra. Immediato l’allarme e l’intervento della polizia di Sheffield.

Il 34enne mesagnese viveva ormai da diversi mesi in Inghilterra, dove svolgeva la professione di pizzaiolo in un locale di Sheffield, nel South Yorkshire. Nel dicembre del 2020, in piena pandemia, si era stabilito in Germania, a Titisee-Neustadt, nella foresta nera, dove aveva aperto una pizzeria insieme al fratello Stefano e alla cognata Valentina. Lo avevano chiamato “La spiga d’oro”, per ricordare i campi dorati di grano che l’estate caratterizzano il panorama delle campagne mesagnesi. “Volevamo accompagnare i nostri clienti in un viaggio immaginario nella nostra terra, attraverso sapori e profumi inconfondibili”, aveva detto Carlo a quanti gli chiedevano il perché di quel nome dato al locale. Dopo alcuni mesi di lavoro e soddisfazioni aveva deciso di fare ritorno in Gran Bretagna. Aveva trovato lavoro come pizzaiolo a sheffield. Poi il tragico epilogo di una vicenda tuttora oscura che ha portato al suo omicidio.

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Aggiornamento settimanale dei dati sull’emergenza sanitaria nell’ultimo report a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl, elaborato su fonte dati Sorveglianza integrata dei casi di Coronavirus Covid-19 in Italia - Istituto Superiore di Sanità. I casi comprendono i positivi accertati con tamponi molecolari e antigenici certificati.

Alla data del 15 maggio 2022 risultano positivi 3.415 soggetti, il 44,8% uomini e il 55,2% donne, con età media di 45 anni. I positivi sono così suddivisi per fasce di età: 643 nella fascia 0-18 anni, 2.077 tra 19-64 anni, 507 tra 65-79 anni, 188 negli 80 e oltre.

Per quanto riguarda la distribuzione per Comune i positivi sono 634 a Brindisi, 419 a Fasano, 298 a Ostuni, 287 Francavilla Fontana, 225 a Mesagne, 204 a Ceglie Messapica, 186 a Cisternino, 167 a Carovigno, 156 a San Vito dei Normanni, 127 a San Pietro Vernotico, 111 a Latiano, 109 a Oria, 86 a Torchiarolo, 78 a San Donaci, 77 a Torre Santa Susanna, 70 a San Pancrazio Salentino, 53 a Erchie, 53 a Villa Castelli, 44 a San Michele Salentino, 31 a Cellino San Marco. I Comuni della provincia di Brindisi con i maggiori valori di incidenza cumulativa sono, nell’ordine, Torchiarolo, Oria, Brindisi, Cellino San Marco.

Nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2020 e il 15 maggio 2022, i soggetti risultati positivi al test sono stati 103.754, con una incidenza cumulativa stimata pari a 2.657,3 casi x10.000 residenti. Dei 103.754 soggetti risultati positivi al test, il 54% sono donne e il 46% sono uomini e l’età media è pari a 39 anni.

Il tasso di letalità è pari allo 0,6%. All’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso. Sono 586 i decessi totali: 479 casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 67 tra i 60 e i 69 anni, 27 casi tra i 50 e i 59, 10 casi tra i 40 e i 49 e 3 nella fascia 30-39.

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Nota del capogruppo La Puglia Domani.
“I Consorzi di bonifica commissariati non sono in grado di svolgere la manutenzione ordinaria del territorio, ma pretendono tributi esosi dagli agricoltori. Dopo la protesta per le cartelle pazze del 2015 e 2016, stanno piovendo quelle per il 2017 e 2018, ed entro fine anno saranno recapitati ai circa 200mila consorziati gli avvisi di pagamento per le annualità dal 2019 ad oggi. Una vera mazzata per il mondo agricolo, già in ginocchio per l’aumento vertiginoso dei costi di produzione, il caro gasolio e le difficoltà di una pandemia dalla quale non si riesce ad uscire. Difficoltà che in Salento si sommano al flagello xylella.
Da sempre insisto sull’ingiustizia di questi tributi, perché non si può pretendere il pagamento di un servizio erogato male o addirittura inesistente. A gennaio 2021 abbiamo manifestato insieme al territorio e alle istituzioni ad Ugento, per chiedere la sospensione dell’invio degli avvisi di pagamento. Sempre a gennaio dell’anno scorso abbiamo chiesto e ottenuto un’audizione in Commissione agricoltura per sollecitare la revoca o sospensione delle cartelle. In quella circostanza sia l’assessore all’agricoltura, sia il commissario unico dei Consorzi, precisarono che le cartelle vanno pagate perché, senza il contributo degli agricoltori, non ci sarebbero le risorse necessarie per la manutenzione dei pozzi e per le opere di bonifica. Insomma, un cane che si morde la coda. Ma a farne le spese non possono essere gli agricoltori, vessati da una tassa che ha ragione di essere pretesa solo a fronte di un servizio erogato. Non si può scaricare su di loro la mole di un debito che ammonta a ben 160 milioni, di cui 130 verso la sola Regione Puglia. Un vero bubbone. E poi, a conti fatti, quand’anche dovessero pagare tutti, con le cartelle agli agricoltori si recupererebbero solo 12 milioni per anno, quindi su sei annualità pregresse rientrerebbero “solo” 72 milioni di euro. 
Qui è il Governo regionale che deve intervenire, assumendosi la responsabilità di decisioni definitive che possano risanare la situazione debitoria e far partire il Consorzio unico, con una gestione oculata e razionale che assicuri i servizi di bonifica. E allora sì che gli agricoltori saranno disposti a pagare. Ma, finché la situazione sarà nella palude, stop alle cartelle pazze”.

La guerra si abbatte sul carrello della spesa con la classifica dei rincari che è guidata dagli oli di semi, soprattutto quello di girasole (+64%) che risente del conflitto in Ucraina che è uno dei principali produttori e ha dovuto interrompere le spedizioni, mentre al secondo posto c’è la farina, con i prezzi in salita del 17% trainati dagli aumenti internazionali del grano e al terzo il burro (+15,7%) che risente della ridotta disponibilità del mais destinato all’alimentazione delle mucche da latte. E’ quanto emerge dallo studio della Coldiretti sulla base delle rilevazioni Istat relative all’inflazione ad aprile 2022. 

I prezzi di cibi e bevande sono balzati in media del 6,4% con aumenti a doppia cifra – sottolinea la Coldiretti – anche per la pasta (+14%), carne di pollo (+12%), verdura fresca (+12%) e frutti di mare (+10%) ma crescono anche quelli di gelati a +10%, uova (+9%) e pane (+8%) rispetto allo stesso periodo scorso anno. Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente – precisa la Coldiretti – l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti –  più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. Gli aumenti dei costi vanno infatti – precisa la Coldiretti - dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

“Se i prezzi per le famiglie e i costi di produzione nei campi corrono, è deflazione in campagna con i prezzi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori che non riescono a coprire i rincari dei beni energetici e delle materie prime, con le speculazioni scaricate sull’anello più debole della filiera”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette – sottolinea Coldiretti Puglia – sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento, dalla plastica per i vasetti all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità. Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.

Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro – conclude Coldiretti Puglia – lavorando da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.

Scuole, il 13 giugno al via il restauro della «Collodi» di Fasano: presentato alle famiglie il cronoprogramma dei lavori di riqualificazione. Incontro tra amministrazione, impresa, dirigente e famiglie per condividere le tempistiche e illustrare il progetto. Il sindaco Zaccaria: «Un intervento poderoso per una scuola nuova, sicura e completamente ristrutturata».

Il via dei lavori è fissato il 13 giugno: si sfrutterà il periodo estivo per creare meno disagi possibili agli studenti. Che a settembre rientreranno tutti nell’istituto per poi essere sistemati, a rotazione, in altre aule a seconda dei blocchi della scuola interessati dagli interventi.

È stato illustrato ieri pomeriggio ai rappresentanti dei genitori di tutte le 26 classi del 1° circolo didattico «Collodi» il cronoprogramma dei lavori di riqualificazione della scuola che a settembre 2024 restituiranno ai circa 650 alunni di scuola Primaria un plesso più moderno, funzionale e, soprattutto, più sicuro.

Messa in sicurezza, adeguamento a norma, manutenzione straordinaria: il restauro della «Collodi» è un intervento lungo e complesso, ma l’amministrazione, in accordo con la ditta che si è aggiudicata l’appalto e la dirigenza della scuola si sta adoperando per ridurre il più possibile i disagi a bambini e famiglie.

Il cronoprogramma è stato elaborato su un arco temporale di circa due anni cercando di sfruttare al massimo le pause scolastiche nei mesi estivi e nel periodo natalizio.

Gli interventi saranno effettuati a blocchi, in modo verticale, e quindi si procederà a liberare di volta in volta gli ambienti in cui saranno effettuati i lavori.

Da gennaio a giugno 2023 quattro classi saranno spostate nei laboratori e altre 4 saranno sistemate in altre strutture. Al momento ci sono due possibilità: o il plesso «Latorre» che è già sede distaccata della «Collodi» o l’oratorio del Fanciullo. La didattica non subirà variazioni, come ha assicurato ai genitori la dirigente scolastica Vita Ventrella: le attività laboratoriali di informatica e scienze potranno continuare (anche se i laboratori saranno occupati dalle classi) grazie all’utilizzo di tablet e di kit mobili per poter svolgere le lezioni ovunque.

È stato elaborato un piano di sicurezza per isolare il cantiere ed eliminare il rischio di interferenza con gli studenti che invece resteranno in altre classi.

Per i lavori il Comune di Fasano ha ottenuto un finanziamento regionale di oltre 3 milioni di euro, il più consistente ottenuto dall’amministrazione per le scuole. La ditta che eseguirà gli interventi è Rossi restauri e il direttore dei lavori è l’arch. Giacomo De Candia.

«Chiediamo innanzitutto scusa alle famiglie per i disagi che arrecheremo – dice il sindaco Francesco Zaccaria – ma questo è un intervento importantissimo che ci consentirà di avere una scuola più bella e più sicura dove i nostri ragazzi potranno studiare e crescere in ambienti confortevoli e moderni. Assicuriamo che vigileremo affinché ogni disagio sia ridotto al minimo. Ringrazio tutta la struttura dell’ufficio Lavori Pubblici a partire dalla dirigente, Rosa Belfiore, l’impresa e gli assessori Gianluca Cisternino e Donatella Martucci che stanno seguendo da vicino la vicenda».

Oltre agli interventi di consolidamento nel blocco principale dell’edificio scolastico per migliorare le condizioni generali di sicurezza, saranno restaurati i portoni prospicenti il cortile interno e i portoni di accesso prospicenti il fronte principale. Previsti anche lavori di miglioramento sismico e adeguamento funzionale.

Gli spazi interni saranno completamente rivoluzionati. Il vano di ingresso ospiterà una biblioteca scolastica, tutte le aule saranno controsoffittate e saranno abbattute le barriere architettoniche.

La palestra sarà rifatta sia esternamente che internamente. Sarà installato un pavimento idoneo e certificato dalle federazioni internazionali e saranno rifatti gli impianti di climatizzazione e illuminotecnici. I lastrici solari saranno impermeabilizzati e saranno creati spogliatoi per atleti e istruttori dotati di tutti i servizi.

Negli spazi esterni sarà realizzato un nuovo campo da calcetto, le pavimentazioni del cortile interno saranno sostituite e sarà creata una pendenza idonea per evitare allagamenti e consentire il deflusso delle acque piovane verso l’esterno.

Sarà inoltre rimossi parti in amianto presenti e sarà effettuata la bonifica prevista in questi casi.

«I lavori di consolidamento dell’edificio ci restituiranno una scuola più sicura, a norma con tutti i requisiti e gli standard richiesti in termini di agibilità e sicurezza – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Gianluca Cisternino –. È un intervento strutturale di enorme valore che non è mai stato fatto da quando la scuola Collodi è stata costruita: dovremo fare piccoli sacrifici ma per un obiettivo grande. Ci siamo adoperati per spostare l’inizio dei lavori a giugno proprio per consentire di poter chiudere l’anno in tranquillità e di riaprirlo a settembre nelle stesse condizioni».

«Capiamo le preoccupazioni dei genitori e i disagi che certamente si creeranno – dice l’assessore alla Pubblica Istruzione Donatella Martucci – ma cercheremo di contenere lo spostamento delle classi a un periodo limitato in modo tale da gravare il meno possibile sulle famiglie. Abbiamo dialogato a lungo con impresa e dirigenza scolastica proprio per elaborare un cronoprogramma che tenesse conto di tutte le esigenze e procedendo per blocchi distinti potremo garantire agli studenti di poter fare scuola senza subire troppi cambiamenti. Monitoreremo il rispetto dei tempi di concerto con la ditta e con la direzione dei lavori, tenendo sempre aggiornate le famiglie e la scuola».

ll presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli, ha proceduto con apposito decreto all’assegnazione delle deleghe ai consiglieri, che le eserciteranno sotto il coordinamento del presidente, così come di seguito elencato:

- Consigliera Antonia Baccaro: ATS (Piani di zona), Integrazione e Trasporto scolastico

- Consigliere Giovanni Barletta: Rapporti con le istituzioni e Viabilità zona nord

- Consigliere Elio Ciccarese: Stp, Asi, Terra di Brindisi

- Consigliera Valentina Fanigliulo: Santa Teresa, Viabilità zona centro

- Consigliera Rosalia Fumarola: Politiche culturali e Associazionismo

- Consigliere Michele Lariccia: Pianificazione territoriale, Viabilità zona sud

- Consigliere Angelo Marasco: Ambiente

- Consigliere Cosimo Tardio: Programmazione ed Edilizia scolastica

- Consigliere Giuseppe Ventrella: Bilancio, Ciasu, Cittadella della ricerca e Parco delle Dune costiere

Il presidente si è riservato di nominare il vicepresidente successivamente all’imminente approvazione del nuovo Disegno di Legge che reintroduce la Giunta provinciale, così come annunciato qualche giorno fa dalla ministra dell’Interno all’Assemblea dei Presidenti di Provincia convocata a Roma dall’UPI.

Nella giornata di oggi il Consiglio provinciale, con dieci voti favorevoli e due astensioni (esattamente lo stesso esito registrato in fase di adozione), ha approvato in via definitiva il Bilancio che in mattinata era passato al vaglio dell’Assemblea dei sindaci (con i quali il presidente Matarrelli aveva comunque effettuato un incontro preliminare all’adozione) che hanno espresso parere favorevole all’unanimità dei presenti.

“Abbiamo scelto dal primo giorno di coinvolgere più figure possibili perché ci aspetta un cammino complicato, reso ancora più duro dall’estrema carenza di risorse”, dichiara il presidente Matarrelli. “L’approvazione del Bilancio senza voti contrari è un passaggio che legittima questo percorso e di cui terrò conto. Sin dal primo momento ho ritenuto di costruire un rapporto costruttivo con l’opposizione e lo testimonia la scelta di assegnare una delega importante proprio a un rappresentante dell’opposizione. Ciò non significa voler appiattire il dibattito, ma creare un rapporto di reciproca fiducia nel quale lo spirito critico dell’opposizione sarà fondamentale per il raggiungimento dei migliori risultati. La Provincia di Brindisi ha l’ambizione di essere un Ente cruciale nel percorso di rinascita sociale ed economico di questo territorio”, conclude Matarrelli.

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