Redazione

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 12 novembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 8.936 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.434 casi positivi: 679 in provincia di Bari, 54 in provincia di Brindisi, 150 nella provincia BAT, 232 in provincia di Foggia, 121 in provincia di Lecce, 183 in provincia di Taranto, 15 residenti fuori regione.

Sono stati registrati 39 decessi: 10 in provincia di Bari, 8 in provincia BAT, 4 in provincia di Brindisi, 12 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 4 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 631.030 test.

8.252 sono i pazienti guariti.

21.255 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 30.442, così suddivisi:

12.317  nella Provincia di Bari;

3.257  nella Provincia di Bat;

2.122 nella Provincia di Brindisi;

7.127 nella Provincia di Foggia;

2.243 nella Provincia di Lecce;

3.146 nella Provincia di Taranto;

229  attribuiti a residenti fuori regione;

1 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Stamattina sono stati ricoverati nell’ospedale di Ostuni i primi tre pazienti Covid, uno nel reparto di Pneumologia e due in Medicina interna. Sono 73 i posti disponibili: 26 in Medicina interna, 19 in Pneumologia, 18 in Chirurgia generale e 10 in Ortopedia (nello stesso reparto si potranno aggiungere a breve ulteriori 10 posti letto).

Negli ultimi giorni la direzione sanitaria ha avviato gradualmente la riconversione dell’ospedale in presidio Covid. I pazienti no Covid che erano ricoverati a Ostuni in gran parte sono stati dimessi, mentre alcuni stati trasferiti al Camberlingo di Francavilla Fontana nei reparti di Ortopedia e di Medicina interna. Nelle prossime ore sono previsti nuovi ricoveri di pazienti Covid.

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La notte scorsa “Portico 12”, una attività commerciale situata nel cuore del centro commerciale di Brindisi, è stata presa di mira dai malviventi che hanno sfondato la porta di ingresso portando via numerosi capi di abbigliamento.

Alla piena e convinta solidarietà della Confcommercio di Brindisi si aggiunge una richiesta pressante – rivolta alle forze del’ordine – affinché le nostre città non restino nelle mani della criminalità organizzata quando i cittadini sono costretti a rintanarsi in casa per effetto del coprifuoco.

Ai controlli per il rispetto del lockdown notturno occorre aggiungere un presidio delle zone commerciali più rilevanti, implementando i sistemi di videosorveglianza, così come previsto anche nell’accordo sottoscritto tra Confcommercio e Ministero dell’Interno.

E’ evidente che gli esercenti non possono farcela da soli a reggere il perso dell’emergenza sanitaria ed anche quello dell’attacco che – ancora una volta – la criminalità organizzata ha sferrato alla società civile di questa provincia.

Confcommercio Brindisi

 

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Pioggia di polemiche ieri mattina a Mesagne da parte dei commercianti ambulanti, presenti nell’area mercatale, a causa dell’ordinanza che il sindaco Toni Matarrelli ha firmato martedì pomeriggio per vietare lo svolgersi di mercati per la vendita di generi di non prima necessità. La decisione è stata adottata alla luce dell’aumento della curva dei contagi. “Nel rispetto della normativa anti-Covid, le aperture dei mercati che a Mesagne si svolgono ogni lunedì, mercoledì e terza domenica del mese, da domani sono sospese. Sarà consentita la vendita solo ai banchi di prodotti alimentari, nessuna deroga è prevista per altre tipologie di merci. Si intendono così evitare gli assembramenti, riducendo le occasioni di contagio”, questo è quanto il primo cittadino ha scritto nell’ordinanza.

Così, ieri mattina gli ambulanti sono arrivati in città per vendere le loro mercanzie. Sul posto, però, hanno trovato i vigili urbani che li hanno edotti della decisione sindacale. Da questa decisone è scaturita la protesta degli ambulanti che si sono visti “abbandonati da tutte le istituzioni”. Dunque, la situazione economica degli operatori “no food” è grave. Ieri mattina erano, più che adirati, preoccupati per il futuro poiché non hanno in cassa nemmeno i soldi necessari per nutrirsi: “poter portare almeno un piatto in tavola per la famiglia”, hanno tenuto a fare notare. Una pandemia sanitaria che è sfociata, nei casi di coloro che non hanno uno stipendio fisso al mese, in un disastro economico. Travolti da un vortice finanziario, giacché molti di loro si sono impregnati con le banche, accendendo dei prestiti per acquistare le mercanzie da rivendere. “Il mercato settimanale in quest’area può essere gestito molto bene con i dovuti distanziamenti tra i vari stand e il contingentamento degli ingressi controllati dalla protezione civile o dai vigili urbani. Per cortesia troviamo insieme una soluzione, ma fateci lavorare”, ha chiesto la signora Daniela, commerciante ambulante che è arrivata da fuori provincia. Damiano, ambulante di Mesagne, ha tenuto a precisare che la “nostra protesta non è contro il sindaco Matarrelli, ma contro le ristrettezze che stanno mettendo in ginocchio un’intera economia fatta dagli operatori dei mercati settimanali. Come faremo a pagare i fornitori se non incassiamo nulla”. A Mesagne sono 150 gli operatori economici ambulanti che ogni mercoledì arrivano per vendere i loro prodotti nel mercato settimanale. “Siamo 150 famiglie che vivono di questo lavoro – ha proseguito Damiano – purtroppo la nostra categoria non è tutelata dai decreti “Ristoro”.

Da queste preoccupazioni è nata la nostra protesta perché non vendere significa non incassare e non mangiare. Con queste chiusure ci hanno gettato in mezzo alla strada”.  Antonio è un altro commerciante che settimanalmente giunge da fuori città. “Il governo – ha sfatto notare - ci deve aiutare. Come ha deliberato di dare incentivi ai disoccupati, alle aziende, deve erogare anche a noi dei contributi che ci possano permettere di superare queste criticità. Se noi non incassiamo dalla vendita dei nostri prodotti, come facciano a pagare le utenze come la luce, il gas, l’acqua. Oppure le tasse che incombono. Non abbiamo un euro. Nei giorni scorsi, con il divieto di uscire fuori dal proprio Comune di residenza, la gente si era ridotta di oltre il sessanta per cento. Però, quei pochi incassi, servivano a far girare l’economia. Con il fermo totale ci hanno distrutto”.

Il Comune di Mesagne ha pubblicato la gara europea mediante procedura aperta per la gestione del canile municipale. Il capitolato d’appalto e tutti gli allegati sono disponibili sul sito istituzionale dell’Ente, pubblicati lo scorso 28 ottobre. La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata alla data del 21 dicembre.

L’offerta sarà valutata attribuendo alla parte economica il 30% del punteggio e all’offerta tecnica il restante 70%.  “I criteri di aggiudicazione del punteggio tecnico – spiega Vincenzo Carella, consigliere comunale con delega al Randagismo, Tutela e Benessere degli animali -  sono indicativi dell’importanza attribuita dall’Amministrazione Comunale all’attesa innovatività dei progetti che verranno presentati. Gli elementi di valutazione terranno conto del rapporto che il soggetto proponente descriverà per la realizzazione di relazioni efficaci con le associazioni di volontariato”. Di seguito gli altri aspetti che concorreranno all’assegnazione dei 70 punti massimi: alimentazione ed educazione cinofila -  quest’ultima garantita dalla figura professionale dell’educatore/istruttore cinofilo - con particolare attenzione alle attività destinate alla riduzione dell’aggressività e degli aspetti fobici; miglioramento qualitativo degli immobili. La commissione premierà con un punteggio massimo di 10 punti i progetti che proporranno il maggior numero di ore di apertura del canile.

Al fine di promuovere la stabilità occupazionale e la salvaguardia del personale attualmente impiegato nel servizio -  nel rispetto dei principi dell’Unione Europea - l’aggiudicatario del contratto di appalto sarà tenuto ad assorbire prioritariamente nel proprio organico i lavoratori che già operano alle dipendenze dell’aggiudicatario uscente, garantendo l’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro di settore. La durata del servizio è di 3 anni, l’Amministrazione Comunale si riserva la facoltà di procedere al rinnovo dell’appalto per ulteriori 3 anni. L’ammontare dell’appalto è di 1 milione e 400mila euro, un importo complessivo da intendersi come indicativo poiché il pagamento del corrispettivo spettante all’aggiudicatario dovrà tenere conto delle unità canine effettivamente accolte e del numero dei giorni di ricovero.

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La biblioteca “Ugo Granafei” di Mesagne amplia il suo patrimonio librario grazie a un investimento del Ministero per i Beni culturali. Il tutto nei giorni in cui la biblioteca si sta trasferendo, temporaneamente presso l’ex scuola “Maroni, per permettere i lavori di ristrutturazione della sede storica di piazza IV Novembre. Si tratta di un altro contributo assegnato al Comune di Mesagne che servirà ad incrementare il patrimonio librario della biblioteca comunale. L’Amministrazione comunale ha ritenuto di investire tale finanziamento per acquistare le opere dedicate alla letteratura d’infanzia e per i ragazzi, alle opere ed ai classici in lingua, soprattutto inglese. “Si è scelto di procedere con l’acquisizione di volumi che aggiornano l’offerta per il genere narrativa, saggistica e poesia”, ha spiegato il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli. L’investimento è stato concesso dalla direzione generale per le Biblioteche e il Diritto d’Autore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo che ha approvato la graduatoria per la misura “Contributo alle biblioteche per acquisto libri. Sostegno all’editoria libraria”. “La biblioteca “Granafei” conta, attualmente, un patrimonio librario pari a oltre 50.000 opere complessive alle quali si aggiungono titoli acquisiti con fondi comunali, secondo un criterio che ha garantito nel tempo l’aggiornamento bibliografico “tenendo conto delle diverse esigenze rilevate in considerazione della caratteristica di una biblioteca pubblica”, ha sottolineato il consulente per la promozione della Cultura e delle Politiche scolastiche del Comune di Mesagne, Marco Calò.

Con la comunicazione di avvenuta ammissione a finanziamento, a seguito di domanda inviata il 17 luglio scorso e di relativa attività istruttoria a cura della responsabile dell’area Cultura dell’ente, Alessia Galiano, la biblioteca risulta inclusa nell’elenco dei beneficiari della misura prevista dal decreto del Mibact del 4 giugno 2020, recante l’indicazione di riparto “Fondo emergenze imprese ed istituzioni culturali”. Per tali motivi la biblioteca “Ugo Granafei” è destinataria della somma di 10mila euro, il contributo massimo previsto. Il provvedimento rientra tra le iniziative di promozione della lettura e rilancio della filiera dell’editoria libraria colpita dall’emergenza Covid-19. Tra le forniture sono presenti sezioni che includono volumi di fumetti, musica ed arte, graphic novel, un genere, quest’ultimo, che in italiano viene indicato con espressioni come “romanzo a fumetti” o “romanzo grafico”. Si tratta di una forma narrativa in cui le storie, realizzate con la tecnica del fumetto, prendono forma attraverso la struttura propria del romanzo, con modalità autoconclusive alle quali si giunge attraverso lo sviluppo di un racconto. “Come era previsto dal bando, con attività da espletare entro la data del 30 settembre, l’acquisto dei libri da destinare alla biblioteca comunale è stato effettuato presso le librerie del territorio, seguendo i criteri posti”, ha concluso Calò. Le pubblicazioni sono state corrisposte a prezzo pieno, per sostenere gli editori e i librai, nel rispetto della stessa misura ministeriale.

COVID: COLDIRETTI PUGLIA, DA INIZIO EMERGENZA IN CAMPAGNA SPESI 12MLN EURO PER MASCHERINE; COSTI STELLARI PER GARANTIRE SICUREZZA. Costi stellari in campagna dove dall’inizio dell’emergenza Covid gli agricoltori in Puglia hanno speso oltre 12 milioni di euro di mascherine e gel igienizzanti per mettere in sicurezza gli oltre 100mila operai agricoli impegnati nelle campagne. E’ quanto ha stimato Coldiretti Puglia, con le imprese agricole che hanno subito un ingente aggravio dei costi a carico delle imprese agricole per il welfare aziendale, dove solo il 9% della spesa per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale è stato compensato dal credito d’imposta.

“In questo momento di incertezza per la brusca risalita dei casi di infezione, con la Puglia tra le regioni arancioni per ‘uno scenario di elevata gravità e un livello di rischio alto’, è enorme lo sforzo delle imprese agricole per assicurare sicurezza nelle oltre 100mila aziende agricole, stalle e più di 5mila imprese di lavorazione alimentare, dove non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Si tratta di uno sforzo necessario a garantire sicurezza che va riconosciuto e premiato – ha insistito Muraglia - quando l’emergenza ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza in Puglia che può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.

E’ necessario investire – afferma Coldiretti Puglia - sul futuro competitivo delle imprese agricole, spesso penalizzate dai costi di burocrazia e lavoro, con una tassazione sul lavoro più alta che in Paesi come Francia e Spagna.

Coldiretti ha ottenuto il taglio del costo del lavoro con l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali in agricoltura protratto alla fine dell’anno, importante per sostenere le imprese agricole duramente colpite a cascata dalle chiusure della ristorazione, con il decreto Ristori bis approvato dal Consiglio dei Ministri che ha stanziato ulteriori 340 milioni di euro per garantire, anche per il mese di dicembre, l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali delle imprese, operanti su tutto il territorio nazionale e appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura, comprese le aziende produttrici di vino e birra.

“Sono stringenti i protocolli adottati dalle aziende agricole – aggiunge il presidente Muraglia - con un aggravio dei costi per la cartellonistica interna, i termo scanner, i trasporti con la riduzione a tratta del numero di operai condotti nei campi, la formazione, oltre al ridimensionamento degli spazi di lavorazione nelle aziende agroalimentari per garantire le distanze di sicurezza. Un impegno sul fronte della sicurezza a cui gli imprenditori agricoli hanno adempiuto con enorme senso di responsabilità, soprattutto rispetto agli oltre 100mila operai agricoli impiegati nelle campagne pugliesi”.

Per questo semplificazione e sussidiarietà sono necessarie, soprattutto in questo periodo di emergenza – insiste Coldiretti Puglia - a recuperare lo spread di competitività delle imprese agricole pugliesi, considerato che l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile.

“Ciò passa anche dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse inutilizzate del Meridione. Coldiretti lo sta facendo, presentando progetti di sviluppo insieme ai principali gruppi industriali e bancari d’Italia, progetti che realizzano nuovi e moderni strumenti di gestione delle relazioni contrattuali lungo le filiere – conclude Muraglia - che vogliono rappresentare un modello di coimprenditorialità, sostenibilità economica, ambientale e dello sviluppo dell’occupazione, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore”.

E’ necessario che le istituzioni a tutti i livelli – conclude Coldiretti Puglia - implementino le opportunità occupazionali nel settore agricolo, attraverso interventi di stabilizzazione del lavoro, garantendo flessibilità e competitività all’impresa, continuità di reddito e sicurezza al lavoratore e soprattutto interventi per garantire liquidità alle imprese agricole in questo scenario critico.

 

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Quindici zozzoni sono stati identificati dalla polizia locale di Mesagne poiché hanno imbrattato, con i loro rifiuti abbandonati, la città. Ognuno di loro è stato sanzionato con un’ammenda di 150 euro e due individui sono stati denunciati, a piede libero, alla Procura della Repubblica di Brindisi per violazione del Codice dell’Ambiente. Risponderanno delle loro azioni in campo penale. I controlli continueranno anche nelle prossime settimane poiché il Comune ha dichiarato apertamente guerra agli sporcaccioni che oltre a depauperare l’ambiente incidono sulle casse comunali per la pulizia delle zone che sporcano. Dunque, da qualche settimana il controllo della polizia locale sugli abbandoni selvaggi dei rifiuti si è fatto più pressante poiché stanno utilizzando nel servizio di monitoraggio delle auto civetta e alcune telecamere a infrarossi che in qualsiasi ora del giorno o della notte riescono a fotografare perfettamente gli sporcaccioni. Infatti, grazie a queste tecnologie solo negli ultimi giorni sono state elevate oltre quindici sanzioni da 150 euro l’una ai responsabili di questi atti di inciviltà individuati grazie alle immagini delle telecamere, anche a raggi infrarossi.  Per due cittadini mesagnesi è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per il reato di combustione illecita di rifiuti, così come prevede il Codice di tutela dell’Ambiente. “Quella della combustione illecita è pratica presente in alcune parti del vastissimo territorio rurale di Mesagne”, ha fatto notare il comandante della polizia locale, Teodoro Nigro. È una battaglia ardua, difficile, ma non impossibile da vincere quella che sta conducendo il Comune per cercare di arginare questo malcostume. I nominativi dei soggetti sanzionati sono stati trasferiti all’ufficio Tributi per il controllo del pagamento della tari. “I controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni – ha concluso il comandante - in ottemperanza alla direttiva del sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli che, su queste condotte, ha assunto una legittima posizione di intransigenza proprio per la lesione del comune senso civico oltre che per il danno ambientale ed al mancato decoro urbano, spesso riscontrato”.

 
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Villa Castelli. Intensificati i controlli dei Carabinieri finalizzati al contenimento della diffusione del virus Covid-19. Nelle giornata del 9 novembre scorso, i Carabinieri della Stazione di Villa Castelli, nel corso di specifico servizio finalizzato al contenimento della diffusione del Virus Covid-19, hanno controllato numerose persone ed elevato contravvenzioni nei confronti di cittadini che non osservavano le disposizioni dei DPCM vigenti, circa il divieto di assembramento, il distanziamento sociale e all’uso della mascherina di protezione. Nella circostanza, sono state contestate ai genitori obbligati in solido, 5 violazioni relative ad altrettanti minorenni residenti a Grottaglie (TA), sorpresi nel pomeriggio in contrada “San Barbato”, fuori dal Comune di domicilio, assembrati e privi di mascherina. Inoltre, sono state contestate altre 2 violazioni a soggetti non residenti, in transito nel comune di Villa Castelli, senza alcuna giustificazione.

 

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Un mesagnese di 62 anni ha rubato con un escamotage tecnico l’energia elettrica per la propria abitazione. Un furto che è stato scoperto grazie alle indagini avviate dagli uomini dell’Arma su segnalazione dei tecnici del gestore della rete elettrica nazionale. Pertanto, l’uomo è stato arrestato e rimesso in libertà nel giro di poche ore. Il furto è stato scoperto grazie al lavoro che i tecnici dell’Enel svolgono quotidianamente per cercare di individuare coloro che bypassano la rete elettrica nazionale realizzando attacchi oltre che illegali anche molto pericolosi. Il controllo dei tecnici è effettuato su uno storico dei consumi degli immobili presenti in città. Un lavoro certosino, da investigatore, che spesso porta a ottenere dei risultati lodevoli. Diverse, infatti, sono le segnalazioni che sono inviate al comando carabinieri per le indagini del caso su determinate utenze sospette. Durante una di queste indagini i carabinieri della stazione di Mesagne hanno individuato un’abitazione con un alto tasso di probabilità che fosse allacciata abusivamente alla rete elettrica nazionale bypassando il contatore dei consumi. Così, hanno effettuato un controllo durante il quale il sospetto è divenuto realtà. In particolare, a seguito di mirato controllo svolto con il personale Enel, i militari hanno riscontrato l’allaccio diretto e abusivo alla linea elettrica della sua abitazione che ha permesso una sottrazione di energia per un danno quantificato in circa 3 mila euro. A quel punto i carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi del 62enne accusato del reato di furto aggravato e continuato di energia elettrica. Lo stesso individuo era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. I carabinieri hanno effettuato tutti gli approfondimenti del caso e trasmesso gli atti in Procura. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, dopo le formalità di rito, l’uomo è stato rimesso in libertà.

 

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