Redazione

E’ stato preso a calci con una violenza inaudita e lasciato sulla strada a morire per due minuti e mezzo. E’ stato individuato il responsabile della morte di Pierluigi, il gattino ucciso ieri a Lecce, grazie alle immagini di una telecamera di sorveglianza che ha ripreso tutto. L’Ente Nazionale Protezione Animali ha presentato denuncia questa mattina ed è pronta a costituirsi parte civile nel procedimento contro l’uomo.

“Siamo sconvolti – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa - dalla violenza e dalla crudeltà riversata su questo gattino indifeso. Quest’uomo deve pagare per questo crimine orribile. Il nostro ufficio legale, tramite l’avvocato Enpa Claudia Ricci, ha già presentato denuncia. Qualunque sia la spinta a compiere un tale scempio ci aspettiamo una punizione esemplare. Da tanti anni ormai Enpa insieme a LINK ITALIA, sottolinea l’importanza di interpretare la crudeltà sugli animali come indicatore di pericolosità sociale. Si potrebbero salvare tante vite punendo con severità chi maltratta o uccide gli animali. Quella catturata dalle telecamere è una scena disumana: l’uomo prima ha stanato l’animale da sotto una macchina e poi ha iniziato a rincorrerlo massacrandolo di calci fino ad ucciderlo. Ringraziamo la Polizia locale per il lavoro di indagini svolto in tempi rapidissimi che ha permesso l'individuazione del responsabile, che ha poi confessato.”

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Sig. Questore di Brindisi,

Dott. Ferdinando Rossi e Sig. Sindaco di Mesagne, On. Antonio Matarrelli. 

c.c. All’Ill.mo Capo della Polizia, Prefetto Dott. Lamberto Giannini,​ Sede

Vi ringrazio per il gradito invito ricevuto, anche se purtroppo, sono impossibilitato a partecipare, perché assente da Mesagne per motivi di lavoro. Mi permetto perciò, di inviarVi un saluto scritto, e con l’occasione, dare innanzitutto il benvenuto, al Sig. Capo della Polizia Dott. Lamberto Giannini. La Sua presenza, è un onore e un orgoglio, non solo per la Polizia di Stato, ma anche per tutti i nostri Cittadini, perché questa straordinaria occasione di commemorazione, è anche una giornata di orgoglio e di festa, per la Città di Mesagne.

Esprimo davvero gratitudine ed apprezzamento per questa iniziativa, che con la celebrazione e la mostra allestita, evidenzia il lungo percorso del riscatto cittadino compiuto. Un percorso, che inizia infatti, oltre trenta anni fa, con l’impegno straordinario, profuso dagli Amministratori di allora. Tutti loro, con coraggio e decisione, fecero della lotta alla criminalità organizzata, una priorità assoluta, la cui emergenza, giustificava l’esistenza di una Giunta definita “anomala”, perché composta da DC e PCI, fino a quel momento fieri avversari. Il Sindaco Elio Bardaro, e io stesso allora Vice Sindaco, realizzammo da subito, richieste ed incontri a Roma. Incontrammo infatti, l’allora Ministro degli Interni (Antonio Gava), e la Presidenza della Commissione antimafia (Sen. Gerardo Chiaromonte), oltre ad importanti esponenti politici dei rispettivi Partiti, per chiedere ed infine ottenere, con decreto del marzo 1992, l’insediamento del Commissariato di PS. Con la successiva attivazione, il Commissariato di PS, divenne strumento fondamentale, insieme alla rafforzata Caserma dei Carabinieri, per la lotta contro la criminalità organizzata.

Inizia così il cammino della svolta, ed io, nel frattempo diventato Sindaco, con il supporto determinante di quella presenza, condivisi insieme alla Città,​ la stagione della rinascita. Una stagione mai interrotta dalle Amministrazioni successive, che continua anche oggi, ad essere vissuta con lo stesso impegno. Siccome è difficile e inopportuno parlare di se stessi, permettetemi però di ricordare e ringraziare, tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine, che spesso a rischio della propria vita, in quegli anni drammatici, come ancora oggi, profusero un impegno straordinario, nella lotta di “liberazione”, dalla cappa mafiosa che ci attanagliava. Una lotta che in quegli anni, oltre che delle Forze dell’Ordine, divenne in larga parte, anche adesione e partecipazione popolare, con alla testa le Istituzioni Cittadine, Chiesa, Associazioni, Partiti, Sindacati.

Tanti i nomi che hanno caratterizzato l’impegno di quegli anni, alla guida del Commissariato e della caserma dei Carabinieri. Dal primo, e non solo per questo indimenticabile, il Dott. Gerardo Acquaviva, che da pochi mesi è in pensione come Questore di Pavia, insignito della Cittadinanza Onoraria della Città di Mesagne, insieme al Luogotenente dei Carabinieri Donato Mancino, entrambi protagonisti straordinari, in anni davvero cruenti. Seguirono con immutato impegno, il Dott. Lenti, il Luogotenente Pietro Cito, la Dott.ssa Sabrina Manzoni, la Dott.ssa Rosalba Cotardo, e il Luogotenente Gabriele Taurisano per i Carabinieri. Tutti loro, hanno lasciato un ricordo indelebile, per il loro impegno e per la loro umanità. Attualmente il Commissariato, è diretto dal Dott. Giuseppe Massaro, già presente e attivo nella Città e nelle scuole, mentre con lo stesso impegno, la caserma dei Carabinieri è diretta dal Luogotenente Luigi Doria.

Sono solo i nomi (non tutti), con cui ho più direttamente collaborato,​ ma sono stati loro, insieme a tutti gli Agenti e Sottufficiali della Polizia di Stato e dei Carabinieri, impegnati nella nostra Città nel corso degli anni, che hanno rappresentato e rappresentano, un sicuro e affidabile riferimento per i nostri Concittadini, un​ autentico baluardo contro criminalità e mafia salentina.

Per questo, per il legame profondo creato con la Città, approfitto della presenza del Capo della Polizia Sig. Prefetto Giannini, a cui mi rivolgo, per chiedere la Sua rassicurazione, a non dover rinunciare mai, a questi importanti presidi di legalità e sicurezza cittadina, al loro adeguato rafforzamento, sia per oggi che per il futuro. E’ indubbio, che viviamo in una situazione certamente più tranquilla, ma il contesto per la sua storia, merita sempre un costante controllo, per poter continuare a godere e menar vanto, di ciò che la Città rappresenta, in ambito territoriale non solo provinciale. Insieme a questo straordinario momento della mostra, da far diventare magari permanente, anche l’importante Convegno di domani, può rappresentare l’inizio di una nuova fase, per continuar a diffondere sempre più a piene mani, la cultura e la pratica della legalità.

Tutto questo, senza trascurare di far conoscere oltre a questo tema, la Storia completa della nostra Città, con il cammino di rinascita che l’ha caratterizzata, non solo nell’impegno contro la criminalità, ma anche nel recupero del patrimonio storico, urbanistico, culturale, artistico, monumentale. Sarebbe bene mostrare anche, le immagini di com’era il Centro Storico allora, degradato, invivibile, con il castello chiuso, con le Chiese​ i monumenti chiusi e abbandonati, spesso solo covo della criminalità. Il recupero e la valorizzazione di tutta la nostra Storia, anche questo, è stato uno straordinario impegno di questi trenta anni. Un impegno da ricordare e far conoscere alle nuove generazioni, che oggi vivono e godono della città e delle sue bellezze, senza preoccupazione alcuna, non conoscendo le immagini pregresse, di una Città dimenticata, ferita nel suo cuore storico, puntellato per evitarne il crollo, poco vivibile e poco vissuta, non solo a causa della “pandemia criminale” che la opprimeva.

Questo “Rinascimento di Mesagne”, non è stato un miracolo, ma uno straordinario impegno civico ed​ amministrativo trentennale della Città, con la partecipazione di tutte le sue articolazioni, civili, sociali, produttive e associative, con protagonisti in carne ed ossa, tanti ma non tutti, impegnati con sacrificio e passione, a recuperare e valorizzare, la ricchezza della nostra Storia secolare. Questa Storia, la sua valorizzazione, ha reso possibile oggi, la legittima aspirazione, essendo tra i finalisti, a diventare Capitale della Cultura 2024, la cui proclamazione, coincide con queste giornate celebrative. Se domani, avvenisse il riconoscimento per la nostra Città, sarebbe davvero una memorabile coincidenza, che renderebbe ancor più indissolubile, il legame con il Commissariato e con tutta la Polizia di Stato.

Comunque vada, la nostra vittoria, è in tutta la nostra Storia secolare, nell’averla recuperata e valorizzata, nel continuare a farla conoscere tutta intera, insieme alla Città, a poterla vivere, godere e farla godere con serenità, per oggi e per il futuro.​

Infine, con il saluto, ancora il ringraziamento, al Sig. Questore Dott. Ferdinando Rossi e al Sig. Sindaco On. Matarrelli, un saluto anche al Presidente della Regione Puglia Dott. Michele Emiliano, insieme a un rispettoso e cordiale saluto al Prefetto Dott.ssa Carolina Bellantoni, e ancora, un saluto e un sentito grazie, per la Sua gratificante presenza, al Capo della Polizia Prefetto Lamberto Giannini, oltre a un cordiale saluto ai partecipanti tutti.

Cosimo Faggiano

Già Sindaco di Mesagne e già Deputato nella XIII Legislatura​ ​ ​

“Sulla coscienza dei no-a-tutto ricade l’incremento in corso della produzione elettrica da carbone. Nella centrale di Brindisi è stata incrementata di 0,2TW/h nel 2021 la produzione di energia elettrica da carbone, a causa dell’aumento dei prezzi gas. Sono contento che Enel abbia confermato comunque l’obiettivo del 2025 per la chiusura dei tre gruppi a carbone ancora in funzione, salvo decisioni diverse, temporanee ed eccezionali del Governo nazionale causate dall’interruzione totale delle forniture di gas dalla Russia e per fronteggiare il rischio di restare al buio e al freddo, anche nelle case dei no-a-tutto, come chiaramente detto dal Ministro Cingolani. E spero comunque che non ci sia alcun bisogno di prendere tale decisione”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati.

“Per anni è stato no-a-tutto, compreso anche in questi mesi terribili il no a gasdotti, GNL e rinnovabili, con la conseguenza di un incremento di produzione di energia a carbone che io considero una sciagura.
Contrastare Tap e Snam per il gasdotto, ostacolare serbatoi GNL, porre problemi sui rigassificatori off-shore e fare giochi di prestigio sulle rinnovabili, si sono rivelate condotte di estrema complicità con l’inquinamento da cui vorremmo liberarci.
La lunga battaglia contro il carbone portata avanti negli anni, avrebbe dovuto vedere di pari passo l’incremento della produzione attraverso il gas e le rinnovabili. E invece ci siamo scontrati con il no al gas e il no alle rinnovabili per interferenza con il paesaggio.
Da questo è derivato uno scenario a dir poco surreale e di fatto contrastante con la sicurezza ambientale, la prosperità e - come visto nelle ultime ore - la pace.
A fronte infatti dello spegnimento di un primo gruppo a carbone su quattro, passando il potenziale massimo di produzione  da 17TW/h a 10-12TW, la centrale di Brindisi ha prodotto da carbone 3.4TW/h nel 2020 e 3,6TW/h nel 2021, con un incremento dunque di 0,2TW/h causato dall’aumento dei prezzi del gas, e comunque con valori notevolmente ridotti rispetto al potenziale massimo dei tre gruppi ancora in esercizio.
Questa progressiva e auspicata riduzione della produzione a carbone, con l’obiettivo di spegnere entro il 2025 gli altri tre gruppi, avremmo dovuto compensarla dalla maggiore produzione di energia da gas e rinnovabili. E invece il giusto no al carbone è stato di fatto ostacolato, magari non volendo, da chi contestualmente diceva no anche alle fonti di produzione alternativa, mettendoci dunque nell’attuale condizione pericolosa.
Ora speriamo solo che ENEL possa continuare nel suo programma di spegnimento entro il 2015 dei gruppi a carbone, come confermato oggi in Commissione, e che non si manifestino mai gli elementi di fatto dell’interruzione totale delle forniture di gas dalla Russia, e quindi il buio e il freddo anche nelle case dei no-a-tutto, in grado di giustificare la comunicazione di emergenza riferita prudentemente qualche giorno fa dal Ministro Cingolani”.

Di seguito una nota  del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli:

Liste d'attesa, carenza di personale sanitario ma anche un lungo elenco di opere incompiute che sono costate alla Asl di Brindisi ben 900mila euro a titolo di risarcimento in favore delle imprese che non hanno potuto svolgere il proprio lavoro: sembra la sintesi di un nostro comunicato-denuncia e, invece, no. A denunciare i disservizi e le carenze della ASL di Brindisi è la CGIL, un sindacato che sicuramente non può essere annoverato fra quelli vicini al centrodestra e che ha sempre sostenuto, elettoralmente, i governi di centrosinistra che sono coloro che da oltre 16 anni organizzano e gestiscono la Sanità in Puglia. Una situazione generalmente disastrosa, ma che nella provincia di Brindisi è allarmante.

“In modo particolare l’edilizia sanitaria messa in evidenza nella lettera della CGIL accerta quanto da noi sostenuto più volte: inadempienze e ritardo di lavori. Il caso di Francavilla Fontana è decisamente emblematico: un risarcimento di 900mila euro alle ditte appaltatrici perché impossibilitate a svolgere i lavori. Risorse pubbliche sprecate due volte. Ma tutti i casi riportati - dall’ospedale di Mesagne, passando dal Perrino di Brindisi, finendo alle criticità di Fasano e San Pietro Vernotico – meritano un approfondimento e un interessamento da parte del nuovo direttore generale Roseto, che solleciteremo in un’audizione alla quale convocheremo anche il segretario della CGIL, Antonio Macchia.”

Prosegue il focus della III Commissione del presidente Mauro Vizzino, sul tema degli aiuti umanitari per i profughi di guerra proventi dalla Ucraina.

Per il presidente Vizzino è auspicabile un tavolo tecnico di concertazione che possa coordinare tutti i canali ufficiali impegnati in questa corsa umanitaria.

Dello stesso parere le consigliere Barbara Ciliento e Lucia Parchitelli che hanno ribadito la necessità di avere un flusso costante di informazioni sulle azioni di accoglienza e ospitalità di tutti i bambini e le famiglie coinvolte nel conflitto bellico.

L’assessora al welfare, Rosa Barone, ha sottolineato che la Regione Puglia ha attivato tutte le azioni utili a coordinare gli interventi di Protezione civile, Garante dei minori, Asl, Asp,  Croce rossa, Unicef, Forum delle famiglie con il Commissario straordinario per l’emergenza Michele Emiliano.

La Barone ha ribadito anche l’impegno a verificare la disponibilità dei Comuni all’accoglienza dei minori non accompagnati.

La Regione verificherà tutte le opzioni possibili per garantire l’assistenza degli OOSS negli Istituì penitenziari.

L’audizione richiesta dal consigliere Paride Mazzotta ha posto l’attenzione su un tema molto sensibile nella nostra Regione: la carenza di operatori socio sanitari e l’esigenza di salvaguardare il lavoro a tutti coloro che sono stati assunti nel momento della emergenza Covid.

Vizzino ha sollecitato la necessità di trovare al più presto una strada realmente percorribile, sul tema della carenza di OOSS nella nostra Regione e non solo limitatamente agli istituti penitenziari.

Il WWF Brindisi condanna con estrema fermezza l’episodio che si è verificato domenica 13 marzo nella riserva di Torre Guaceto e si unisce al Consorzio di Gestione dell’area protetta chiedendo che le Autorità competenti mettano fine a questa annosa problematica.  

I danni provocati all’ecosistema dalle corse scellerate in motocross sono inestimabili e questa piaga riguarda l’intera costa brindisina, soprattutto perché si verifica a cadenza settimanale durante i mesi invernali e, con maggior frequenza, a partire dalla bella stagione. Da sempre conduciamo compagne di sensibilizzazione e di educazione ambientale, ma soli non possiamo risolvere questa problematica.
WWF Brindisi

XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, INDENNIZZI AGLI AGRICOLTORI CONTRO AVANZATA MALATTIA; PER SERVIZIO PUBBLICO TUTELA PATRIMONIO OLIVICOLO. 

Con l’approvazione in Giunta regionale del Piano d’azione contro la ‘pandemia’ degli ulivi. 

​Nella lotta all’insetto vettore la ‘sputacchina’ per arrestare l’avanzata della Xylella fastidiosa, previsto un contributo per i costi sostenuti dagli agricoltori per le pratiche di prevenzione fitosanitaria obbligatorie, perché svolgono un servizio pubblico di tutela del patrimonio olivicolo pugliese e italiano. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, commentando positivamente l’inserimento della misura finanziaria nel Piano d’azione della Regione Puglia contro la Xylella fastidosa, approvato dalla Giunta regionale.

“Agli agricoltori viene imposto un obbligo che è a tutti gli effetti un servizio pubblico di tutela e protezione del resto del territorio italiano ed europeo da un pericolosissimo agente da quarantena. Così come gli enti pubblici beneficiano di finanziamenti per l’attività obbligatoria, anche e soprattutto gli imprenditori agricoli hanno bisogno di rimborsi per sostenere le pratiche di prevenzione fitosanitaria”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La Puglia è la prima regione produttiva italiana e soprattutto gli oliveti specializzati della così detta Conca barese e, ancor di più, del nord barese rappresentano oltre il 50% di olio extravergine italiano, i 10 chilometri di linea di intervento, 5 per la zona cuscinetto e 5 per l’area del contenimento, rappresentano uno sbarramento di salvaguardia non solo per l’olivicoltura regionale, ma per tutta l’olivicoltura italiana ed europea.

Va attivato un pressing stringente su tutti gli enti pubblici, perché le pratiche fitosanitarie obbligatorie – incalza Coldiretti Puglia - devono essere eseguite da tutti i proprietari/conduttori di terreni agricoli e dai proprietari/gestori (privati o pubblici, compresi i comuni) delle superfici agricole non coltivate, aree a verde pubblico, bordi delle strade, canali, superfici demaniali.

“Serve l’impegno di tutti gli enti pubblici e degli hobbisti che hanno anche la possibilità di avvalersi della Legge di Orientamento per affidare le lavorazioni nelle aree pubbliche e demaniali alle imprese agricole che hanno mezzi e conoscenze del territorio tali da agire tempestivamente e efficacemente sul territorio”, insiste Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.

Considerata la presenza nel territorio regionale di piccoli proprietari – aggiunge Coldiretti Puglia - che svolgono l’attività agricola in forma occasionale, non organizzata, i cosiddetti hobbisti, è opportuno e doveroso verificare e razionalizzare le procedure e le modalità di attuazione di tali interventi anche con l’ausilio di produttori agricoli professionali, che possano svolgere tale servizio per terzi.

Infatti, l'affidamento dei lavori agli imprenditori agricoli e dei servizi – spiega Coldiretti Puglia - costituisce senz'altro un vantaggio per il Comune, considerando sia la possibilità di affidamenti diretti per superare i tempi lunghi e incerti degli appalti; sia la maggiore flessibilità nell'espletamento dei servizi; sia la cura con cui gli stessi imprenditori agricoli assolverebbero i compiti se rivolti alle frazioni dagli stessi abitate; sia - infine - l'esperienza e la conoscenza dei luoghi e delle caratteristiche dell’ ambiente che sarebbe di ausilio agli hobbisti.

Anche la stessa ARIF, per l’esecuzione coatta delle lavorazioni non fatte dai soggetti interessati nell’ambito del controllo e dell’eradicazione della Xylella fastidiosa – conclude Coldiretti Puglia - potrebbe con apposite convenzioni, incaricare le imprese agricole professionali in grado di eseguire le operazioni necessarie.

Così come Coldiretti Puglia ritiene indispensabile che sulle pratiche degli innesti per salvare gli ulivi monumentali vadano sostenute le imprese agricole, accompagnandole con un sostegno economico per almeno 5 anni attraverso il potenziamento del prossimo Avviso Pubblico sull’art. 8 del Decreto Interministeriale Xylella e una eventuale misura compensativa del prossimo PSR.

 

 

Dati del giorno: 14 marzo 2022

3.346
Nuovi casi
22.249
Test giornalieri
11
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 944
Provincia di Bat: 261
Provincia di Brindisi: 265
Provincia di Foggia: 429
Provincia di Lecce: 1.118
Provincia di Taranto: 308
Residenti fuori regione: 17
Provincia in definizione: 4
81.410
Persone attualmente positive
564
Persone ricoverate in area non critica
26
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

790.659
Casi totali
9.095.884
Test eseguiti
701.437
Persone guarite
7.812
Persone decedute

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Le memorie di Brindisi e del suo porto in età moderna tra patrimonio materiale e immateriale sono al centro della lezione di storia in programma martedì 15 marzodalle ore 9.30 alle 12.30. L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi e sarà trasmessa in diretta streaming sulla sua pagina Facebook, con il sostegno della Regione Puglia, nell’ambito del finanziamento «FSC 14-20: Patto per la Puglia. Custodiamo la Cultura In Puglia 2021 - Misure di sviluppo per lo spettacolo e le attività culturali - D.G.R. n. 1570/2020 - A.D. 499/2020». 

Appuntamento con il prof. Giuseppe Patisso, docente di Storia Moderna dell’Università del Salento. La lezione declina il suo focus sulla città di Brindisi inserendola in un contesto più ampio e considerando alcuni tratti distintivi che il territorio, inteso nella dimensione provinciale, eredita da quel periodo storico. Distrutta da un terremoto nel 1456, Brindisi fu riedificata da Ferdinando I d’Aragona. Dal 1496 al 1509 appartenne a Venezia. Sotto il dominio spagnolo iniziò la decadenza: il porto fu abbandonato, con una gravissima crisi economica e demografica: alle rivolte popolari del 1554 e del 1647 i nuovi padroni risposero con la repressione. Solo nel 1775, sotto Ferdinando IV di Borbone, fu riattivato da Andrea Pigonati il canale d’uscita del porto interno, che ancora ne porta il nome, e furono risanate le paludi adiacenti alla città.brindisi_Jacob_Philipp_Hackert._Baia_e_Porto_di_Brindisi_1789.jpg

Così, tra monumenti, tradizioni, cultura, economia, societàe politica, l’approfondimento traccia un quadro che mette al centro il porto, cuore e anima pulsante della città. Il discorso si articola partendo dalla figura di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, uno dei Baroni più potenti del regno, i sovrani aragonesi e i primi segni del declino; continua tracciando il profilo del Cinquecento spagnolo che fu un secolo di militarizzazione; poi la paludosa quiete del Seicento e l’instabilità di Brindisi sotto la dominazione austriaca, passando per il Settecento borbonico che segnò il laborioso inizio di una nuova vita fino all’evoluzione al tempo dei Napoleonidi (1806-1815).

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Per mesi le pagine delle cronache locali sono state riempite dalle notizie trionfalistiche diffuse da amministratori pubblici con cui si annunciava la conquista di un finanziamento pubblico. Hanno fatto intendere ai cittadini che bastava avere una promessa di intervento dello Stato per poter realizzare le opere e risolvere problemi atavici dei rispettivi territori.

Noi di Ance lo abbiamo detto e urlato in ogni modo: non bastano i soldi per evitare la crisi determinata dalla pandemia ed oggi anche dalla guerra e certamente non basta introdurre delle nuove leggi per risolvere i problemi.

Occorrono capacità e buonsenso, esattamente quello che manca alla politica, troppo spesso colpevole di aver delegato tutto alle strutture burocratiche, senza assumersi la responsabilità di effettuare delle scelte e quindi di risolvere le questioni.

Faccio l’esempio di Brindisi, dove adesso ci si rende conto che il caro-materiali rischia di bloccare la realizzazione del nuovo palaeventi e di altre opere. Si potrebbe rispondere che se l’iter burocratico fosse stato più snello oggi non ci troveremmo in queste condizioni. Ma si può anche aggiungere che noi il grido di allarme lo abbiamo lanciato a tutti i livelli e quindi anche a livello locale. Abbiamo chiesto di essere ascoltati, consapevoli del fatto che noi imprenditori siamo cosa ben diversa rispetto ai “prenditori” e ci sentiamo un braccio operativo dello Stato. Nessuno, però, ha ritenuto utile ascoltarci, di sentire chi i lavori li esegue e quindi chi sapeva bene a cosa stavamo andando incontro.

In una fase così delicata, infatti, la politica “deve” effettuare delle scelte coraggiose, governando nell’interesse dei cittadini e nel rispetto delle leggi. Fino ad oggi, invece, spesso la politica ha svolto un ruolo molto simile a quello di un notaio, limitandosi a certificare i pareri della tecnostruttura, senza un minimo di coraggio e di consapevolezza della gravità del contesto di cui si stava discutendo.

Ed a questo si aggiunge l’ignavia di molte regioni e, nel caso specifico, della Regione Puglia. È vergognoso, infatti, che si continui ad ignorare l’obbligo annuale, come prevede il codice dei contratti in materia di aggiornamento del prezziario regionale. Qui da noi siamo fermi a quello del 2019 (redatto sulla base dei rilevamenti del 2018) e quindi si riferisce a contesti anni luce distanti da quelli attuali.

Di questo passo il nostro paese – a partire dallo stato comatoso in cui versano le periferie con i loro apparati di governo – andrà a sbattere ed il PNRR servirà non più a segnare una ripresa, ma a certificare il fallimento del sistema paese!

Angelo Contessa – Ance Brindisi