Redazione

MALTEMPO: COLDIRETTI PUGLIA, 7 EVENTI ESTREMI IN 7 GG; SALENTO COME OKLAHOMA LA TORNADO ALLEY D’ITALIA.

Con 7 eventi estremi in 7 giorni tra bufere di vento, tornado e violenti nubifragi, il maltempo ha colpito duramente il Salento, divenuto come l’Oklahoma, la Tornado Alley d’Italia. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) dal 16 novembre ad oggi 2 tornado a Surano e Castrignano del Capo, 3 bufere di vento a Copertino, Nardò e Casarano, 1 tempesta di fulmini a Tricase e un nubifragio a Calimera, con l’ultima tromba d’aria che ha scoperchiato le serre a Nardò.

Con 112 eventi estremi in 10 anni, la Puglia si posiziona al quarto posto – aggiunge Coldiretti regionale - della classifica delle regioni italiane maggiormente colpite dagli effetti violenti dei cambiamenti climatici, con danni stimati pari a 3 miliardi di euro sul settore agricolo.

Anche nel 2022 si sono succeduti siccità grave, nubifragi impressivi, gelate e grandinate, tornado e trombe d’aria, oltre alle tempeste di fulmini – aggiunge Coldiretti Puglia – dove è evidente la tendenza alla tropicalizzazione del clima con un impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla vita delle persone. ll moltiplicarsi di eventi estremi hanno provocato vittime e danni che in agricoltura superano già i 300 milioni di euro nel 2022, pari al 10% della produzione regionale secondo la Coldiretti.

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Puglia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, che – continua la Coldiretti regionale – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11692 imprese che operano su quei territori. Il consumo del suolo è avvenuto per il 67.5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese. E’ evidente in Italia la tendenza ad una tropicalizzazione del clima con le ultime ondate di nubifragi e grandinate che si sono abbattute su terreni secchi i quali – evidenzia la Coldiretti regionale – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti.Maltempo_in_Salento_Serre_scoperchiata_a_Nardò_1.jpg

Il cambiamento climatico riguarda in realtà l’intero pianeta dove è evidente la tendenza al surriscaldamento con l’estate che si classifica da punto di vista climatologico al quinto posto tra le più calde mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,89 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni dei dati della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1880.

Dall’inizio dell’anno gli eventi estremi fra nubifragi, bombe d’acqua, grandinate, bufere di vento e tornado che hanno provocato danni e vittime sono cresciuti del +42%, rispetto allo scorso anno con il 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni ridotte di 1/3 anche se più violente secondo Isac Cnr. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.Maltempo_in_Salento_Serre_scoperchiata_a_Nardò_2.jpg

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L’allunaggio, musica e inclusione al Ferdinando di Mesagne. Sabato 26 novembre alle 14.00 presso l’auditorium dell’Epifanio Ferdinando di Mesagne si terrà il concerto “L’allunaggio“, evento realizzato nell’ambito del progetto Pon “Musica e inclusione”, con l’obiettivo di promuovere pari opportunità alle persone con disabilità. 

Il Maestro Vincenzo Deluci, docente esperto del progetto Pon, con le note della sua tromba condurrà gli ascoltatori ad “immaginare” lo straordinario evento in una dimensione immersiva. Il musicista Fabrizio Giannuzzi attraverso la sua voce narrerà il viaggio a ritroso nel tempo al fianco dei tre astronauti di Apollo 11. 
Il concerto permetterà di trascorrere un pomeriggio memorabile dal punto di vista musicale e inclusivo. Seguirà una breve esibizione musicale degli studenti dell’Epifanio Ferdinando che hanno partecipato al progetto “Musica e inclusione”. 
Tale progetto, come afferma il Dirigente dell’Istituto Prof. Mario Palmisano Romano,  ha contribuito ad avvicinare  gli  studenti agli aspetti più “generativi” della creatività,    perché la scuola ha il compito di promuovere lo sviluppo del pensiero creativo e del pensiero divergente, per garantire la formazione di personalità autonome, sicure, critiche, libere. 

I volontari di Protezione civile-Ser di Mesagne su richiesta della polizia locale sono intervenuti sulla Mesagne-Tuturano dove il forte vento ha causato la caduta di un pino sulla carreggiata. Successivamente è stato richiesto l'intervento per una palma caduta in piazza Orsini dove hanno rimosso la stessa e  presidiato la zona per la messa in sicurezza di un palo  Enel  in attesa dell'arrivo degli operatori specializzati.

Nei giorni scorsi è infuriata sui social la polemica sulla via Oliviero Maja, devastata dalla “sistemazione” con tappetino di asfalto al centro della carreggiata e marciapiedi virtuali ai suoi lati. Alto si è levato lo sdegno di tanti cittadini davanti a quel disastro; in molti hanno ricordato che la nostra cittadina voleva essere una capitale della Cultura, un tempo…

Come sempre c’è stata la levata di scudi in difesa dell’amministrazione da parte di chi tifa a prescindere per questa. Il sindaco, indignato ed offeso per le critiche, ha affermato che le chianche residue sono state numerate e messe da parte. Più istituzionalmente poteva fare un breve comunicato per rassicurare i cittadini indignati, ma ha preferito affidare le sue dichiarazioni all’eterno presente dei social, dove tutto viene dimenticato il giorno dopo.
La ragione è nella foto che vediamo: quelle chianche sono state scientemente distrutte per fare presto, stendere velocemente il tappeto di asfalto e correre di gran carriera verso un altro appalto. Non esiste un deposito dove le chianche giacciono amorevolmente numerate, come vorrebbero farci credere i propalatori del sogno mesagnese, quelli dell’umana meraviglia. Questa è solo l’ennesima favoletta “ad usum cretini”.
Siamo di fronte ad una amministrazione che quotidianamente si fregia di star rinnovando Mesagne con tanti lavori ed investimenti ma, purtroppo, la quantità di questi non si accompagna con la dovuta qualità. Lo abbiamo visto con i lavori per le nuove fogne, dove gli scavi cedevano per l’inconsistenza dei materiali di riempimento usati, lo vediamo oggi con queste strade antiche brutalmente sfregiate con indecenti tappetini di asfalto. C’è solo la fretta di fare presto e approssimativamente quanti più lavori possibili. Non credo che la nostra città, candidata a Capitale della Cultura, cosa che a quanto pare è piaciuta a molti concittadini, perlomeno come orizzonte di dignità e bellezza, meriti questo tipo di lavori.
 
Carlo Ferraro
portavoce Movimento 5 Stelle

Dati del giorno: 22 novembre 2022

2.296
Nuovi casi
11.096
Test giornalieri
7
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 638
Provincia di Bat: 149
Provincia di Brindisi: 228
Provincia di Foggia: 292
Provincia di Lecce: 725
Provincia di Taranto: 241
Residenti fuori regione: 18
Provincia in definizione: 5
15.115
Persone attualmente positive
230
Persone ricoverate in area non critica
13
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.544.989
Casi totali
13.166.125
Test eseguiti
1.520.633
Persone guarite
9.241
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 497.013
Provincia di Bat: 130.843
Provincia di Brindisi: 147.521
Provincia di Foggia: 215.874
Provincia di Lecce: 323.511
Provincia di Taranto: 208.759
Residenti fuori regione: 16.250
Provincia in definizione: 5.218

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Un mesagnese ai vertici della società Sanitaservice Asl Brindisi S.r.l.. Si tratta di Francesco Pasanisi Zingarello che è stato nominato con delibera del direttore generale dell’Asl di Brindisi, Flavio Roseto. Sarà lui l'amministratore unico della società Sanitaservice Asl Brindisi S.r.l. che sostituirà Maria Rosa Di Leo, che aveva retto pro-tempore le sorti dell'azienda .
La società “in house” dell’Asl Br/1, attualmente impiega circa 900 persone, si occupa dei servizi a favore dell’Asl di Brindisi nel campo dell’ausiliariato, della logistica ospedaliera, del portierato, cup e screening, riabilitazione psichiatrica, manutenzione del verde, logistica integrata con un fatturato di circa 30 milioni di euro.
A partire dal primo gennaio 2023 gestirà anche il servizio del 118, assorbendo altri 198 autisti e 165 soccorritori e acquistando 35 ambulanze. Francesco Zingarello Pasanisi è dottore commercialista dal 1995, revisore contabile e revisore degli enti locali, perito del Tribunale di Brindisi.
Collabora da diversi anni con la cattedra di Statistica Aziendale presso l’Università degli Studi del Salento. Ha svolto diversi incarichi come componente-presidente del collegio dei revisori per diversi comuni ultimo quello di Modugno (Ba).
E’ stato membro dello staff della presidenza della Provincia di Brindisi con Ferrarese occupandosi del controllo analogo su tutte le società partecipate della Provincia, modulare il controllo di gestione e seguire l’andamento economico-finanziario dell’ente. Ha anche collaborato con i commissari straordinari dell’Ente in tal ruolo.
E’ stato presidente del cda della STP Spa – società di trasporti di Brindisi – , amministratore unico con il commissario straordinario della Provincia di Taranto della società Multiservizi Taranto Isolaverde Spa, amministratore unico della società Terra di Brindisi Srl.
Per un breve periodo è stato direttore amministrativo della BMS Multiservizi Srl del Comune di Brindisi. E’ attualmente presidente di diversi Organismi di vigilanza per la 231.

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“Oggi ho convocato per l'1 dicembre 2022 una conferenza dei sindaci Asl che vedrà l'intervento del direttore generale dell'Asl di Brindisi Flavio Roseto, dell'assessore regionale alla Salute Rocco Palese e del direttore del Dipartimento della Salute della Regione Puglia Vito Montanaro per discutere delle criticità del servizio emergenza-urgenza con particolare riguardo al pronto soccorso dell'ospedale Perrino di Brindisi.

Occorrono soluzioni per uno dei presidi sanitari più importanti e che oggi rappresenta una gravissima criticità nel nostro sistema sanitario.

Molteplici a mio avviso possono essere le soluzioni: dalla contrattualizzazione di nuovo personale medico all'opportuna riorganizzazione dell'attuale personale sanitario Asl, dando priorità ai presidi del pronto soccorso.

Di questo discuteremo in conferenza e chiederò risposte urgenti per il nostro territorio, non c'è più tempo”, lo dichiara il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi.

Mesagne. Sospeso dal servizio il comandante della polizia locale, Teodoro Nigro. L’ufficiale, che svolgeva il suo incarico a scavalco con 18 ore per ogni Comune, ieri ha ricevuto una missiva di sospensione dal servizio per trenta giorni. Di fatto non potrà più tornare a lavoro poiché la convenzione con il comune di Mesagne, cui è legato il contratto a scavalco con Manduria, sarebbe terminato il prossimo 20 dicembre. La causa del provvedimento disciplinare sarebbe legata alle ore che Nigro avrebbe svolto presso l’Amministrazione comunale di Manduria che sarebbero inferiori a quelle concordate per contratto. Sulla vicenda il comandante Teodoro Nigro non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione anche se si è compreso che non è intenzionato a restare zitto e a breve fornirà le sue delucidazioni.

. Il comandante Teodoro Nigro era stato scelto dal sindaco Toni Matarrelli all’indomani del suo insediamento a Palazzo dei Celestini tra diversi candidati che avevano inviato il loro curriculum all’attenzione della neo amministrazione. Dopo i primi mesi di lavoro i rapporti tra il comandante e l’Amministrazione si erano più volte inclinati a causa di probabili incomprensioni tra il livello tecnico e quello politico. Pertanto era già nell’aria che il prossimo 20 dicembre la convenzione con il comandante brindisino non sarebbe stata rinnovata. Nessuno, però, poteva immaginare che si sarebbe interrotta un mese prima con una sospensione dal servizio a causa del mancato rispetto contrattuale da parte di Nigro nei confronti del comune di Manduria. Sono accuse piuttosto pesanti quelle mosse all’indirizzo del comandante Nigro che potrebbero far scaturire, in un prossimo futuro, ulteriori provvedimenti.

Intanto, presso il comando dei vigili di Mesagne, non vi è nessun agente che possa prendere il posto lasciato vuoto da Nigro poiché non c’è un vice comandante. L’ultimo agente con la qualifica di vice comandante era stato Bartolomeo Fantasia, andato in quiescenza alcuni mesi fa. Per questo motivo l’Amministrazione comunale ha avviato una selezione per titoli affinché possa individuare una figura D1 che possa ricoprire l’incarico di vice comandante. In pool position vi sono gli agenti Antonio Ciracì, che svolge l’incarico a scavalco con San Michele Salentino, e Samuela Malvindi. La nomina dovrebbe avvenire entro il prossimo 8 dicembre, festa dell’Immacolata, che apre l’avvio delle iniziative natalizie in cui la presenza di un comandante, o vice, è quanto mai opportuna. Infine, nei primi mesi del 2023 l’Amministrazione Matarrelli dovrà individuare la figura di comandante. Si vedrà se lo farà optando, ancora una volta, per una scelta convenzionata oppure indicendo un concorso pubblico.    

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In Puglia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni, con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative anche per abbinare l’olio extravergine giusto in cucina.  E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, che ha organizzato a Trani, con PugliaOlive e Campagna Amica,  una giornata di formazione dedicata ai ristoratori sull’olio giusto da usare in cucina per arricchire i piatti, con lo chef stellato Felice Sgarra che ha abbinato alle ostriche al GIN l’olio evo di Peranzana, il carpaccio di tonno con gamberi alla “puttanesca” all’olio extravergine di Ogliarola, lo spaghettone “primo grano”, aglio, olio e polvere di peperone crusco con cicale nostrane con l’olio extravergine IGP Olio di Puglia, il brodo e la carne sua stessa con un evo fruttato intenso di Coratina e la mousse di ricotta e patata con frutti di bosco con gli oli extravergine Carolea e Cima di Melfi.

“Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva in cucina, fra i turisti e i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio in Italia e all’estero è il nostro obiettivo perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia che ricorda come l’ulivo in Puglia sia presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, “con l’olivicoltura pugliese che è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva”. 

Il segreto del successo è da ricercare in un patrimonio di biodiversità unico al mondo con 53 varietà di olive coltivate da nord a sud della Puglia – insiste Coldiretti Puglia - dalle quali nascono 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia, oltre a decine di produzioni a km zero legate ai territori.

L’olio extravergine nel mondo è utilizzato soprattutto per condire – dice Coldiretti Puglia - in primis verdure e poi carni e pesci, mentre l’utilizzo per la cottura si ferma a poco più del 45% degli users di olio. Il 20% di coloro che acquistano olio extravergine lo fa per usi estetici e curativi, una percentuale di poco inferiore lo usa come ingrediente per pani e dolci – aggiunge Coldiretti Puglia – mentre in Asia viene utilizzato più che in altri Paesi a fini estetici, curativi e come ingrediente, ma meno per cucinare, friggere e come condimento. In Europa è la Francia a farne un uso più vario e più spiccato per fini estetici e curativi; in Gran Bretagna l’uso è più vario e più diffuso per preparare dolci, biscotti e pani; gli stessi comportamenti si registrano nei paesi dell’Est e in Olanda.

In generale il mercato risponde molto bene all’olio extra vergine di oliva italiano, con il 75% dei consumatori che si dichiara propenso all’acquisto se si tratta di prodotto italiano e la maggioranza assoluta dichiara che al momento di acquistare un olio extravergine d’oliva non bada al prezzo per avere la massima qualità.

Come precisano Coldiretti e Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano), l’Italia è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali (elaborazioni Coldiretti e Unaprol sugli ultimi dati International Oil Council). Usiamo in media otto chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende in media 117 euro all’anno per acquistare olio d’oliva che è anche l’alimento più popolare sulle tavole nazionali, più di pane e pasta, utilizzato da oltre il 97% degli italiani nell’ultimo anno (analisi Coldiretti su dati Istat). Per i consumi interni resta forte la propensione all’acquisto all’interno delle grandi catene commerciali ma crescono gli acquisti diretti nelle aziende agricole e nei frantoi.

I consumatori usano in media 8 chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende in media 117 euro all’anno per acquistare olio d’oliva che è anche l’alimento più popolare sulle tavole nazionali, addirittura più di pane e pasta, utilizzato da oltre il 97% degli italiani nell’ultimo anno, secondo un’analisi di Coldiretti sui dati Istat sugli stili alimentari con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative come la Evo School di Unaprol che forma gli esperti dell’olio del ventunesimo secolo.

Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche.

A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano – dice Coldiretti Puglia - in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia, l’olio extravergine di oliva. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati – conclude Coldiretti Puglia - valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate.

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Dall’olio extravergine d’oliva ai formaggi fino ai salumi sono solo alcuni dei prodotti di qualità del Made in Italy a tavola bocciati senza appello dall’etichetta a colori Nutriscore che rischia di affermarsi in Europa. A denunciarlo è la Coldiretti Puglia, sulla base del Rapporto Ismea-Qualivita 2022 che valuta quasi 450 milioni di euro la Dop e IG Economy pugliese, in occasione del corso di formazione destinato ai ristoratori sull’utilizzo degli oli giusti in cucina.

I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo  – continua la Coldiretti – si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine. L’equilibrio nutrizionale – precisa la Coldiretti Puglia – non va ricercato nel singolo prodotto ma nell’equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e per questo non sono accettabili etichette semplicistiche che allarmano o scoraggiano il consumo di uno specifico prodotto. In questo modo si finisce paradossalmente per escludere eccellenze – continua Coldiretti -  della Dieta mediterranea, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, a vantaggio di prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

“Il nutriscore e le etichette a semaforo finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea nel mondo”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

I bollini allarmistici, basandosi sulla presenza di determinate sostanze calcolate su 100 grammi di prodotto e non sulle effettive quantità utilizzate, favoriscono prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta e finiscono per escludere paradossalmente alimenti sani e naturali – afferma Coldiretti Puglia – con un grave danno per il sistema agroalimentare italiano proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri.

Nato in Francia, il nutriscore è stato adottato con decreto governativo anche da Belgio e Germania, Lussemburgo – continua la Coldiretti –e l’Olanda è in procinto di impiegarlo. In Portogallo, Austria e Slovenia il nutriscore è stato invece adottato da grandi multinazionali alimentari, mentre in Spagna, paese mediterraneo come l’Italia, è oggetto di un acceso dibattito. Lo stesso problema presenta In Gran Bretagna il sistema del “traffic light” – rileva Coldiretti – che misura con i tre colori tipici del semaforo (verde, giallo e rosso) il quantitativo di nutrienti principali contenuti negli alimenti: grassi (di cui saturi), zuccheri e sale. Un modello che potrebbe essere adottato anche in India, mentre in Sudamerica rischia di fare scuola il bollino nero cileno – prosegue Coldiretti – che sconsiglia di fatto l’acquisto di prodotti come il Parmigiano, il Gorgonzola, il prosciutto e, addirittura, gli gnocchi, e a cui potrebbero guardare il Brasile e il Perù. L’Australia si potrebbe dotare presto di un sistema a stelle (Health star rating) che come il nutriscore sui basa sulla presenza di determinate sostanze in 100 grammi di prodotto.

L’agroalimentare tricolore è una ricchezza del Paese che viene ora messa a rischio dal diffondersi in tutto il mondo di sistemi di informazione fuorvianti, discriminatori ed incompleti che – rileva Coldiretti - ingannano i consumatori inducendoli di fatto a preferire prodotti di minore qualità ed escludendo dalle loro tavola prodotti come l’olio extravergine d’oliva, simbolo della Dieta Mediterranea, non a caso iscritta nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco ed eletta migliore dieta al mondo del 2020 davanti alla dash e alla flexariana, sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s. Modelli spinti dalle multinazionali che cercano – denuncia Coldiretti - di influenzare i consumatori anziché informarli, con l’obiettivo di sostituire sulle tavole cibi naturali presenti da centinaia di anni nella dieta con prodotti fatti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari, dalla carne fino alle bevande. Un danno incalcolabile per la salute dei cittadini e per la ricchezza, la varietà, l’unicità del modello agricolo e alimentare italiano.

A preoccupare – continua la Coldiretti - sono anche i recenti orientamenti salutistici dell’Unione Europea con ipotesi di etichette allarmistiche, politiche fiscali penalizzanti e tagli alla promozione per prodotti come carni, salumi e vino che rappresentano la componente principale in termini di numero e di valore della Dop economy.

La demonizzazione di questi prodotti - conclude Coldiretti – coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale.

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