Redazione

Volotea, la compagnia aerea low cost che collega tra loro città di medie e piccole dimensioni e capitali europee, vola sempre più in alto sopra i cieli della Puglia e inaugura oggi, lunedì 30 maggio, un nuovo collegamento in partenza dallo scalo brindisino alla volta di Nantes. Disponibile con 2 frequenze settimanali, ogni lunedì e giovedì, il nuovo volo si affianca a quello già operativo, sempre dallo scalo di Brindisi verso Venezia. A Bari, invece, il vettore scende in pista con una raffica di ripartenze: a maggio il vettore ha ripristinato il suo volo per Atene, mentre tra giugno e luglio, è in calendario il riavvio dei voli per Olbia, Palma di Maiorca, Santorini, Mykonos, Zante, Heraklion/Creta, Skiathos, Corfù, Rodi e Preveza/Lefkada. In totale sono 12 le destinazioni raggiungibili a bordo degli aeromobili Volotea da Bari, mentre sono 2 le rotte operate dal vettore presso lo scalo di Brindisi.

“Con il nuovo volo per Nantes, i passeggeri in partenza da Brindisi potranno raggiungere con voli comodi e diretti la Francia, per una vacanza alla scoperta di una delle regioni più affascinanti in Europa: allo stesso tempo, anche il considerevole flusso di turisti incoming alla scoperta della Puglia e delle eccellenze locali sarà agevolato da questo nuovo collegamento – ha commentato Valeria Rebasti, Country Manager Italy & Southeastern Europe di Volotea -. Inoltre, non va dimenticato che, sempre da Brindisi, abbiamo ripristinato anche i collegamenti alla volta di Venezia, con fino a 4 frequenze settimanali nei periodi di maggiore traffico. Ci sono, poi, tutte le ripartenze in calendario da Bari tra maggio e luglio. Per chi preferisce le calde atmosfere del Mar Mediterraneo, sono disponibili 9 rotte verso la Grecia, 1 verso Palma di Maiorca e verso Olbia. C’è l’imbarazzo della scelta per chi ancora non ha deciso dove trascorrere le prossime vacanze estive”.

“Crediamo fortemente nel valore del brand Salento per l’industria del turismo pugliese – ha dichiarato il Presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile -. Per questo contribuiamo in maniera decisa al suo successo assicurando nell’aeroporto del Salento di Brindisi, alti standard qualitativi, sia in termini di servizi erogati, sia di network delle destinazioni servite. Il nostro è stato, è e sarà un contributo fondamentale per la tenuta e lo sviluppo di un comparto che ha nel bacino di traffico dell’aeroporto di Brindisi una leva strategica. In questi anni il mercato francese ha scalato posizioni sempre più brillanti quale direttrice di traffico incoming. Per questo motivo, con grande determinazione, abbiamo chiesto a Volotea di aprire nuove destinazioni sulla Francia, e in questo caso specifico su Nantes, certi dei benefici che tale scelta avrebbe comportato in termini di sviluppo. Siamo lieti, quindi, che anche in questa circostanza il vettore abbia raccolto le nostre sollecitazioni nella consapevolezza dei ritorni che l’incremento porterà a una stagione che si preannuncia ricca di soddisfazioni e che vogliamo si identifichi con quella della ripresa. Una scelta, quella condivisa con il vettore, che rappresenta la miglior risposta sugli standard di servizio sull’aeroporto del Salento, alla cui massima efficienza Aeroporti di Puglia dedica impegno, caparbietà e passione. La crescente offerta del vettore su Brindisi, peraltro, è la testimonianza di come i vettori individuino in Aeroporti di Puglia un partner commerciale di grande solidità e affidabilità”

L’avvio del nuovo collegamento da Brindisi, unitamente alle numerose ripartenze in programma dalla Puglia, riconferma l’impegno di Volotea nell’offrire un ventaglio di destinazioni sempre più ampio. Allo stesso tempo, in vista della stagione estiva ormai alle porte, la compagnia punta a sostenere l’economia del territorio regionale, favorendo il traffico di turisti incoming, desiderosi di visitare l’intera Puglia.

Da Bari sono disponibili collegamenti verso Spagna (Palma di Maiorca), Grecia (Atene, Corfù, Heraklion/Creta, Mykonos, Preveza/Lefkada, Rodi, Santorini, Skiathos e Zante), Francia (Lione) e Italia (Olbia). Da Brindisi, invece, si vola verso Nantes (novità 2022) e Venezia.

Durante il periodo estivo, Volotea opererà nel suo network con una flotta di 41 aeromobili (contro i 36 dell'estate 2019): a seguito dell’arrivo di Airbus A320 aggiuntivi, Volotea arricchirà la sua offerta, grazie alla maggiore capacità dei nuovi aeromobili e al loro raggio di volo più ampio. In termini di volume, Volotea aumenterà la capacità dei posti di circa il 40% rispetto al 2019, quando la sua offerta era di 8 milioni di posti. La compagnia aerea prevede di trasportare tra i 9 e i 9,5 milioni di passeggeri quest’anno, circa il 32% in più rispetto al suo record assoluto registrato nel 2019, quando sono stati trasportati 7,6 milioni di passeggeri.

Fin dall’inizio delle sue attività, la compagnia aerea si è impegnata per rendere i suoi voli più eco-efficienti e ridurre al minimo le emissioni. Dal 2012, Volotea ha realizzato più di 50 azioni improntate alla sostenibilità, grazie alle quali ha ridotto di oltre il 41% la sua impronta di carbonio per chilometro passeggero. Nel 2022, la compagnia aerea ha cominciato a introdurre carburanti sostenibili per alimentare i propri aeromobili e a collaborare con i settori manifatturiero e industriale affinché questi carburanti – attualmente di difficile accessibilità – possano essere sviluppati e diffusi su larga scala nel più breve tempo possibile.

Tutte le rotte Volotea sono disponibili sul sito www.volotea.com e nelle agenzie di viaggio.

 

VOLOTEA

Volotea è stata fondata nel 2011 da Carlos Muñoz e Lázaro Ros, precedentemente fondatori di Vueling, ed è una delle compagnie aeree indipendenti che sta crescendo più velocemente in Europa. Anno dopo anno, ha visto crescere la sua flotta, le rotte operate e l’offerta di posti in vendita. Dall’avvio delle sue attività, Volotea ha trasportato quasi 40 milioni di passeggeri in Europa.

Volotea ha al momento le proprie basi in 17 capitali europee di medie dimensioni: Asturie, Atene, Bilbao, Bordeaux, Cagliari, Amburgo, Lille (apertura ad aprile 2022), Lione (apertura nel 2021), Marsiglia, Nantes, Olbia, Napoli, Palermo, Strasburgo, Tolosa, Venezia e Verona. Volotea collega più di 100 città in 16 Paesi: le ultime novità sono rappresentate dalla Danimarca, che sarà connessa con l’Italia da maggio di quest’anno, e dall’Algeria, che è connessa con la Francia a partire dal dicembre scorso. Nel 2022 Volotea opererà con una flotta di 41 aeromobili (contro i 36 dell'estate 2019). In termini di volume, Volotea aumenterà la capacità dei posti di circa il 39% rispetto al 2019, ponendo in evidenza la forte domanda latente nei mercati di riferimento (città di medie dimensioni e capitali europee). Sempre nel 2022, Volotea prevede di offrire un totale di 11 milioni di posti in vendita, pari ad un aumento di quasi il 40% rispetto al 2019, anno in cui la compagnia aerea ha messo in vendita 8 milioni di biglietti. Inoltre, a giugno 2021, Volotea poteva contare su più di 1.400 dipendenti in tutta Europa ed entro il 2022 la compagnia prevede di impiegare più di 1.600 dipendenti.

Volotea è diventata un vettore full Airbus nel 2021, con il rinnovo di parte della sua flotta con aeromobili del produttore europeo. La compagnia, che aveva previsto di raggiungere questo obiettivo nel 2023, ha anticipato i suoi piani, ottimizzando i costi per i prossimi 2-3 anni e incrementando la sua offerta a livello di network, grazie ad aeromobili con una maggiore capacità di trasporto e con un raggio di volo più lungo. Dal 2012, Volotea ha realizzato oltre 50 azioni improntate alla sostenibilità, grazie a queste ha ridotto la sua impronta di carbonio per chilometro passeggero di oltre il 41%. Nel 2021, Volotea ha iniziato volontariamente a compensare il 5% delle sue emissioni totali di CO2 nell'atmosfera: la compagnia punta a raggiungere una percentuale di compensazione del 25% nel 2025. Nel 2022, la compagnia aerea ha cominciato a introdurre carburanti sostenibili per alimentare i propri aeromobili e a collaborare con i settori manifatturiero e industriale affinché questi carburanti – attualmente di difficile accessibilità – possano essere sviluppati e diffusi nel più breve tempo possibile.

Volotea è stata eletta “Europe's Leading Low-cost Airline” ai World Travel Awards 2021, i premi più prestigiosi del settore che riconoscono l'eccellenza dell'industria dei trasporti e del turismo in tutto il mondo.

Complicanze del diabete nei pazienti Covid: a Francavilla esperti a confronto sui nuovi approcci terapeutici. 

 Due giornate di confronto fra specialisti, università e territorio per inquadrare la patologia diabetica e le sue tante complicanze utilizzando la lente della pandemia da Covid19. Questo è l'obiettivo che si è dato il direttore dell'Unità operativa complessa di Medicina dell'ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana, Giovanni Mileti, con il convegno Complicanze cardiovascolari e metaboliche della malattia diabetica in epoca Covid. L'evento scientifico si è tenuto il 27 e 28 maggio scorsi al Castello Imperiali di Francavilla: durante le sessioni di lavoro si sono alternati numerosi relatori che hanno condiviso esperienze maturate negli ultimi due anni sulla cura e il trattamento del diabete nei pazienti Covid all'interno dei presidi del sistema sanitario pubblico e le loro recenti ricerche sul tema.
“È importante sapere che il diabete non è solo una malattia – spiega Mileti - ma è la causa di complicanze importantissime. Oggi affrontiamo questi argomenti alla luce di terapie innovative che hanno permesso di ridurre la mortalità nei pazienti e hanno evitato soprattutto la dialisi e gli eventi ischemici cerebrali. Sono terapie con le quali stiamo cominciando ad affrontare le tematiche legate al diabete e alle sue conseguenze con lo sguardo rivolto alla pandemia da Covid19: la terapia diabetologica oggi non solo permette di correggere le cause di un aggravamento della condizione clinica generale ma dà una mano a chi ha in cura i pazienti Covid affetti dalla patologia diabetica. Il nostro intento in questi due giorni è stato quello di mettere a confronto specialisti, università e territorio per garantire un percorso di cure adeguato e sicuro ai pazienti che abitualmente accedono ai nostri ambulatori”. 
Tra i tanti relatori alternatisi durante il convegno, Gaetano Serviddio, professore ordinario di Medicina interna dell'Università di Foggia, ha sottolineato che “questa è stata un'ottima occasione per mettere insieme territorio e ospedale e affrontare due dei temi più di attualità in questo periodo: l'epatopatia steatosica e il diabete, con lo studio di casi clinici e la presenza di grandi relatori che hanno approfondito i diversi aspetti della questione, inquadrandola globalmente grazie ai tanti punti di vista proposti. Abbiamo l'opportunità di tirare le somme e di provare a fare innovazione terapeutica in una Puglia che guarda sempre di più al futuro e a percorsi di cura all'avanguardia per i pazienti ospitati nelle strutture regionali”. 
Come ha ricordato Francesco Giorgino, professore ordinario di Endocrinologia dell'università di Bari, “il diabete di tipo 2 è una malattia complessa che comporta una serie di complicanze e anche di comorbilità, l'interessamento cioè di altri organi oltre al pancreas endocrino: pensiamo al cuore, al cervello, al rene, al sistema nervoso periferico, alla funzione cognitiva. Ci sono una serie di problematiche che il paziente e il medico devono innanzitutto saper riconoscere e poi affrontare. Oggi guardiamo alle persone con il diabete di tipo 2 con maggiore serenità grazie al grande aiuto che ci stanno dando le nuove classi di farmaci. Per fortuna, abbiamo a disposizione farmaci molto più efficaci sul controllo della glicemia ma soprattutto sulla possibilità di ridurre il rischio di sviluppare le suddette complicanze e il peso delle eventuali comorbilità. Sono già in uso, ad esempio, farmaci che riducono il rischio di infarto e di ictus ma anche quelli che diminuiscono sensibilmente la possibilità di un ricovero per uno scompenso cardiaco o il declino nel tempo della funzione renale che potrebbe portare anche alla dialisi”.

La bella stagione è sinonimo di gite fuori porta nel fine settimana e di ferie estive ormai non lontane. Ma come intendono comportarsi i pugliesi con i loro animali domestici durante questi momenti? Secondo l’Osservatorio Sara Assicurazioni, per quasi uno su due (46%) la soluzione migliore è portarli in viaggio con sé, li affiderebbe 28% a una struttura specializzata e un altro il 12% a parenti o amici. Dati significativi che evidenziano come siano moltissimi i pugliesi che hanno a cuore i loro animali domestici. Il tema è ancora più caldo se si pensa, al contrario, al fenomeno purtroppo sempre ampio degli abbandoni: la LAV stima che ogni anno in Italia vengano abbandonati 80.000 gatti e 50.000 cani e questo trend raggiunge uno dei suoi picchi proprio in estate.

Numeri alla mano, se ci si imbattesse in un trovatello, il 40% lo porterebbe subito da un veterinario o in una struttura specializzata, il 30% contatterebbe la Protezione Animali e addirittura un 20% lo porterebbe a casa con sé. Per contrastare il fenomeno, insieme a più controlli e sanzioni (36%) e ad azioni di sensibilizzazione (37%), secondo i pugliesi anche la tecnologia può rivelarsi utile, con sistemi GPS per la localizzazione (42%) e app per segnalare gli animali abbandonati (40%). E c’è di più: l’affetto per i pet è evidenziato anche da un altro aspetto, forse meno noto: quello delle azioni solidali verso i meno fortunati. Sono molti, infatti, i pugliesi con un’esperienza di impegno nei loro confronti, in particolare attraverso volontariato (23%) o donazioni (20%). Avere un animale da compagnia è insomma un gesto d’amore e, insieme, un’assunzione di responsabilità.

E se alimentazione, toelettatura e gadget sono tra le spese più frequenti sostenute dai pugliesi per il loro benessere, uno su cinque (21%) considera oggi essenziale anche una copertura assicurativa, per garantire le migliori cure veterinarie e coprirsi da imprevisti e danni a terzi che potrebbero provocare. “La nostra ricerca ha confermato come gli animali domestici siano sempre più considerati parte integrante della famiglia, a cui riservare ogni tipo di attenzione” - commenta Marco Brachini, Direttore Marketing, Brand e Customer Relationship di Sara Assicurazioni – “Per supportare chi se ne prende cura sono molto utili due tipologie di soluzioni assicurative: quelle che rimborsano le spese veterinarie, per far fronte ad eventuali problemi di salute dell’animale, e quelle che tutelano il patrimonio di chi se ne occupa in caso di danni arrecati a terzi”.

Il calore del pubblico di casa, l’amore per la maglia e la voglia di fare bene non bastano quando è una “giornata no”. Sconfitta interna per i ragazzi del Circolo Tennis Brindisi che ieri (domenica 29 maggio), nel terzo turno del Campionato a Squadre di Serie B1 Maschile, si sono arresi per 6 a 0 agli ospiti del Colle degli Dei di Velletri.

Sei gli incontri disputati (4 singolari e 2 doppi) e una sconfitta contro gli avversari veliterni che lascia i biancazzurri con un solo punto attualmente in classifica.

Nei singolari: Matteo Giangrande (Brindisi, classifica 2.6) è stato sconfitto da Luca Fantini (Colle degli Dei, classifica 2.2) 6-1/6-1; Andrea Massari (Brindisi, classifica 2.6) è stato sconfitto da Elio Josè Lago (Colle degli Dei, classifica 2.6) 7-5/7-5; Filippo Tonnicchi (Brindisi, classifica 2.5) è stato sconfitto da Giuseppe Tresca (Colle degli Dei, classifica 2.2) 6-3/6-1; Valerio Trabacca (Brindisi, classifica 3.1) è stato sconfitto da Luca Perica (Colle degli Dei, classifica 2.6) 6-0/6-0.

Nei doppi: Giangrande/Tonnicchi (Brindisi, classifica 2.6 e 2.5) sono stati sconfitti da Fantini L./Lago (Colle degli Dei, classifica 2.2 e 2.6) 6-3/7-5; Massari/Trabacca (Brindisi, classifica 2.6 e 3.1) sono stati sconfitti da Fantini A./Tresca (Colle degli Dei, classifica 2.6 e 2.2) 6-3/6-3.

«Incassiamo una netta sconfitta e ci dispiace. – afferma nel post gara Vito Tarlo, capitano del C.T. Brindisi -. Non ci sono giustificazioni e non c’è molto da dire, ma la verità è che abbiamo giocato contro una squadra tra le più forti di questo campionato, che ambisce alla promozione in serie A2, con giocatori di altissimo livello tecnico-agonistico, che esprimono un ottimo tennis sia in singolare sia in doppio. C’è solo da prendere atto di questo, fare i complimenti ai nostri avversari e proiettarci alla prossima gara. Ci avviamo ad una fase delicata del campionato ed è importante la massima concentrazione».

Giovedì prossimo (2 giugno), seconda trasferta stagionale per i biancazzurri che affronteranno i padroni di casa del Tennis Club Finale Ligure.

Chiudono dall’1 Giugno i Punti di primo intervento territoriale (Ppit) di San Pietro V.co e Cisternino.

Il numero annuale di accessi (stimato intorno ai 3 mila o poco più) non raggiungerebbe la soglia minima per il mantenimento di tali strutture pari al doppio  degli accessi come previsto dal decreto n. 70/2015 del ministero della Salute.

Le motivazioni di questa ennesima soppressione di servizi sanitari ai cittadini viene giustificata  con la grave carenza di personale Medico.

E’ noto, infatti, che dal 15  al 31 maggio, per impegni in altre esperienze lavorative, verranno meno ulteriori 8 medici andando ad aggravare  una situazione già precaria  (mancano  32 medici solo nel  servizio 118 di Brindisi di cui 14 nell’area nord e 18 nell’area sud).

I medici  che restano nei due (oramai) ex PPIT andranno a colmare le carenze  delle automediche e PPIT presenti sul territorio ( Ostuni, Fasano , Centrale operativa, Mesagne, Francavilla e Brindisi) .

Ma se è vero che le prestazioni erogate nei due PPIT in questione durante l’anno si aggirano intorno alle 3000  e dunque molto meno delle 6000 previste dal piano di riordino ospedaliero è pur vero  che ci sono precise responsabilità  per una non corretta organizzazione dell’intero sistema distrettuale.

E’ appena il caso di precisare che il  Punto di primo intervento territoriale, così come strutturato, può garantire un trattamento sanitario di base, prendendo in carico i soli codici bianchi e verdi e dirottando le urgenze verso i reparti degli ospedali.

Difficile comprendere la ratio  secondo cui, nonostante nei PTA (dove allocano i PPIT) esista  già dal 2017 una piastra ambulatoriale “multidisciplinare”, non si sia mai voluto  valorizzarla  utilizzandola a favore dei PPIT.

Di fatto, se un paziente  si reca in un PPIT per una congiuntivite non  ha la possibilità di effettuare , tramite PPIT , la prestazione dello specialista presente sul posto ed è costretto a recarsi al Perrino.

E ancora se un paziente  ha subito un trauma leggero non può approfittare dello specialista in sede ed essere trattato in tempi rapidi ma deve recarsi al Perrino.

E cosi via per tanti altri casi di cosiddetti codici bianchi e verdi, che potrebbero essere trattati in sede senza congestionare e  sovraffollare il Perrino.

Il risultato è  che la percentuale degli accessi  nell’anno al Perrino,  circa il 74 %,  sono  codici bianchi e verdi e solo per la restante parte (26%)  si tratta di codici gialli e rossi che  devono, necessariamente, essere trattati dalla struttura di II livello.

I cittadini sono ben consapevoli  del fatto che nei PPIT non possono effettuare tali prestazioni e, di conseguenza, si recano direttamente al Perrino andando ad intasare una struttura di emergenza già di per sé al collasso.

Per quanto riguarda le continue defezioni di personale Medico, invece, bisogna avere ben presente che trattasi di personale medico con contratto in convenzione con trattamento normativo ed economico molto distante da quello dei colleghi ospedalieri ( dirigenza medica).

Tanto  vero  che se un medico è in malattia tali giorni non gli vengono retribuiti dall’ASL.

Da anni si sta cercando , attraverso diverse  azioni  sindacali, di far convogliare  tali figure mediche direttamente nella Dirigenza Medica con l’applicazione del CCNL della  DIRIGENZA MEDICA E VETERINARIA. Si tratterebbe di un giusto riconoscimento a Medici che lavorano fianco a fianco  con le stesse responsabilità e gli stessi rischi dei colleghi ospedalieri.

In conclusione, il provvedimento  di ridistribuzione del personale Medico andrà, sicuramente, a  rafforzare l’emergenza territoriale  garantendo più medici sul territorio ma non  si può assolutamente  consentire la soppressione di ulteriori servizi ai cittadini. 

Per quanto innanzi, la FP CGIL ha chiesto ai vertici ASL BR di voler intervenire con  urgenza, ponendo in essere ogni opportuna iniziativa affinchè vengano risolte le problematiche denunciate che hanno una pluralità di conseguenze negative sui pazienti e sui lavoratori preannunciando, in difetto, una serie di iniziative pubbliche locali  in difesa del Diritto Costituzionale dei Cittadini ad avere “Le Cure Migliori Possibili”.

                                                      LA SEGRETARIA GENERALE

                                                                                                       Patrizia Stella

 

LA RISPOSTA DELL'ASL DI BRINDISI.

Punti di primo intervento: riorganizzazione delle attività relative alla rete dell’emergenza

La carenza di personale impiegato nel servizio 118 ha indotto la direzione generale della Asl di Brindisi a riorganizzare la rete dell’emergenza-urgenza, come comunicato ai rappresentanti delle istituzioni nei giorni scorsi.

La rimodulazione, che riguarda in particolare i Punti di primo intervento di Cisternino e San Pietro Vernotico, è un provvedimento temporaneo e sarà revocato non appena si riuscirà a reclutare personale per sopperire alla carenza di medici. In ogni caso, il servizio dell’emergenza e la presa in carico dei pazienti verranno comunque garantiti.

La mancanza di operatori sanitari, come è noto, riguarda tutto il Paese e si è acuita durante la pandemia da Covid-19: questa rimodulazione consente di coniugare la continuità assistenziale con le ridotte risorse in campo. 

Il Centro Taekwondo Di Lauro è felice di annunciare la sua partecipazione all'evento italiano più importante dell'anno: la coppa Italia. Tutte le regioni metteranno in campo i loro migliori atleti e si sfideranno per vincere il premio di campioni italiani. La società può vantare 5 atleti che rappresenteranno la Puglia e un tecnico della squadra che guiderà la sezione femminile degli Junior e senior. Un grosso in bocca al lupo alla nostra fantastica regione.

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«Ce la farà il nostro sistema, in eterno affanno, ad adeguarsi alle nuove sfide che inevitabilmente ci attendono? 

Ma soprattutto saremo in grado, per una volta, di non sprecare la grande occasione offerta dal nuovo PNRR, in questo caso la Missione 6, che con ben 7 miliardi di euro a disposizione, si pone l’obiettivo di ricostruire la sanità territoriale? 

Saremo davvero pronti a mettere fine, un giorno non lontano, alle “pessime gestioni” che hanno minato la qualità delle prestazioni sanitarie, giorno dopo giorno, e hanno reso gli operatori sanitari schiavi di un labirinto senza uscita?

Sono domande legittime che tutti noi dobbiamo porci, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, nel momento esatto in cui apprendiamo che, lo scorso 3 maggio, è stata pubblicata in Gazzetta la Delibera della Conferenza Stato Regioni in merito alle ingenti risorse, che arrivano come ben noto dall’Europa, messe a disposizione per dare corpo alle  Reti di Prossimità.

A fine aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato il ‘DM 71’ «Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale», un documento che detta gli standard per l’assistenza territoriale all’interno del PNRR, inclusi gli obiettivi da raggiungere per garantire una presenza infermieristica sufficiente al fabbisogno. 

Già un anno fa, autorevoli report, che abbiamo ampiamente condiviso, rivelavano i dati schiaccianti del nuovo fabbisogno di infermieri per garantire l’indispensabile copertura dei nuovi servizi sanitari. 

Per soddisfare le aspettative del PNRR serviranno circa 30 mila infermieri in più: 20 mila per far fronte all’introduzione del nuovo ‘infermiere di comunità che prevederà un infermiere ogni 3.000 abitanti; mentre altri 10 mila infermieri saranno necessari nelle 1.200 nuove ‘case di comunità’ previste dal PNRR.

A questo punto, continua De Palma, a fronte di una voragine strutturale che ci racconta, amaramente, di ben 80mila infermieri che già mancano all’appello, come pensiamo di creare i presupposti per non “mandare letteralmente in fumo” il fiume di denaro che abbiamo nelle mani?

Non possiamo correre certo il rischio, memori delle esperienze di anni e anni di soldi gestiti in maniera molto discutibile  per usare un eufemismo, che hanno poi portato alle terribili conseguenze dell’austerity in tanti territori, di lasciare che la sanità ristagni nelle condizioni in cui è adesso, con gli infermieri relegati mestamente al ruolo di ultimi della classe, messi nelle condizioni di scappare all’estero o di abbandonare addirittura la professione come di fatto sta accadendo. 

Che ne sarà delle necessità dei pazienti, dei soggetti fragili, e di una popolazione destinata inevitabilmente all’invecchiamento con la natalità che rimane tra le più basse del Vecchio Continente?

La soluzione, continua De Palma, non può essere che ripartire dalle nuove generazioni di infermieri, dall’indispensabile ricambio generazionale, dal necessario aumento dei laureati, sospendendo per esempio di fatto, viste le necessità del Pnrr, e seppur pro tempore, i numeri chiusi nelle Università.

Non possiamo agire altrimenti, la presenza di nuovi infermieri urge come il pane.

Uneba rivela che il fabbisogno stimato da regioni e categorie professionali è molto maggiore dei posti messi a bando. 

In poche parole non formiamo abbastanza infermieri. 

Per l’anno 2021-2022 le università hanno messo al bando 17.394 posti per infermieristica, a fronte di 23.498 stimati come fabbisogno. Negli ultimi 20 anni, rileva Uneba, i posti disponibili per frequentare i corsi di laurea per infermieri sono stati 309.962 a fronte di un fabbisogno stimato dalle categorie di 410.075, e di altri 378.000 per il turnover. È importante considerare inoltre che non tutti i ragazzi che iniziano il corso di laurea è detto che si laureino. Nel 2021 si sono laureati 23.447 infermieri. 

Se le università avessero accolto le richieste di tutti gli aspiranti infermieri, con il corso universitario di tre anni avremmo avuto oggi almeno 14.000 nuovi infermieri, sottolinea Uneba.

In conclusione, dice ancora De Palma, non possiamo permetterci di gestire questa enorme occasione del PNRR con superficialità.

In ballo c’è il futuro degli infermieri e quello di una moltitudine di pazienti, una moltitudine di potenziali malati di domani, di cui doverosamente siamo responsabili e dei quali dobbiamo prenderci cura».

 

Un intero anno di lavoro distrutto dalla grandine: vigneti, uliveti, campi di grano, frutteti e ortaggi, nell’area occidentale di Taranto, sono stati devastati dai chicchi di ghiaccio che si sono abbattuti su Mottola, San Basilio, Palagianello, Castellaneta, mentre veri e propri nubifragi hanno colpito anche Castellaneta Marina (allagati i sottopassaggi di accesso alla marina) e altre zone del comprensorio. “I danni purtroppo sono ingenti”, ha rilevato Pietro De Padova, presidente dell’area Due Mari (Taranto-Brindisi) di Cia Agricoltori Italiani della Puglia. “Già nel tardo pomeriggio di ieri”, ha aggiunto De Padova, “ci sono giunte decine di segnalazioni e, sui nostri social, abbiamo documentato la furia e gli effetti della grandine”.grandine_ortaggi_5.jpg

“Nelle prossime 24-48 ore”, ha annunciato il direttore di CIA Due Mari, Vito Rubino, “dovranno essere completate le verifiche sul campo, ma il quadro è davvero drammatico. Invitiamo gli imprenditori agricoli a segnalare i danni rivolgendosi alle nostre sedi, in modo da poterci attivare anche presso le istituzioni”.

Com’era già accaduto nel Foggiano, anche nella zona occidentale della provincia di Taranto le temperature altissime degli ultimi giorni avevano creato le condizioni per l’evento climatico estremo verificatosi ieri.grandine_su_uliveti.jpg

ORTAGGI. Le immagini postate sui social dagli agricoltori sono scioccanti: interi campi di colture orticole sono andati completamente distrutti, con la produzione totalmente compromessa. Ettari ed ettari di produzioni destinate a marcire sul campo, con conseguenze pesantissime: niente reddito per le aziende, azzerate le giornate lavorative previste per i raccolti, una perdita netta stimabile in molti milioni di euro.

VIGNETI. Gli effetti della grandinata sono drammaticamente evidenti nei vigneti, con una buona parte del futuro raccolto già strappato dalle piante e finito a terra a marcire e seccare. I chicchi di ghiaccio hanno colpito proprio nel periodo più delicato per lo sviluppo dell’uva che avrebbe preso pienamente forma nelle prossime settimane.

ULIVETI. Pesante il bilancio anche per gli olivicoltori della zona. Gli ulivi sono stati sferzati dalla grandine, con danni rilevanti ai rami che, in molti casi, sono stati spezzati e giacciono a terra. Alla prolungata siccità e alle temperature elevatissime dei giorni scorsi, si è aggiunta la mazzata di un evento climatico estremo che rischia di avere conseguenze pesantissime anche per il medio e lungo termine.grandine_ortaggi_3.jpg

GRANO. La violenza del maltempo, in alcuni casi, ha reciso le spighe appena indorate che stanno completando il loro ciclo di maturazione. Nel volgere di pochi minuti, si è passati dal sole battente che ha portato le temperature oltre i 30 gradi a una fitta pioggia di ghiaccio. Anche in questo caso, di certo una parte rilevante dei futuri raccolti appare compromessa.grandine_ortaggi_2.jpg

LE ALTRE COLTURE. L’ondata improvvisa e violenta del maltempo ha danneggiato anche i frutteti, con angurie letteralmente distrutte nei campi, oltre a danni evidenti per le albicocche e altre tipologie di frutta. Gli ultimi giorni di maggio e le prime settimane di giugno rappresentano un periodo molto delicato per l’agricoltura, perché è in questo momento che molte colture affrontano la fase decisiva della loro crescita e maturazione. Con gli sbalzi termici e le pozze d’acqua che sono andate a formarsi, si teme anche lo sviluppo di fitopatologie capaci di aggredire le piante.grandine_vigneti_bersagliati.jpg

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Dopo la cerimonia tenuta in aprile nella sala «Cozze Nere» del Marina di Cala Ponte a Polignano a Mare (in occasione della quarta edizione della Coppa dei Campioni), la sezione brindisina della Lega Navale Italiana ha ospitato (sabato 28 maggio 2022) la seconda fase della premiazione delle eccellenze pugliesi della vela con la consegna dei riconoscimenti previsti dal comitato VIII Zona della FIV. Da Polignano a Brindisi, dopo il biennio di stop per la pandemia, sono stati premiati i campioni degli 2019-2020-2021 a livello nazionale e internazionale, un numero così alto da indurre il comitato - guidato da Alberto La Tegola - a organizzare due eventi in luoghi e momenti distinti: prima le eccellenze della vela d’altura, poi derive, kite e windsurf.lega_navale_presidente.jpg

E come ha sottolineato lo stesso La Tegola, «i risultati conseguiti rimarcano la vivacità, la competenza e il livello della nostra zona che è in continua crescita in tante classi diverse». Il presidente della LNI Brindisi Salvatore Zarcone, lieto di mettere a disposizione la sezione per la cerimonia di premiazione, ha espresso il proprio compiacimento per la crescita tecnico-organizzativa che la Puglia sta registrando ed ha espresso i migliori auspici per il futuro.

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Un albero secco è caduto pochi minuti fa in Piazza Caduti di via D'Amelio a pochi metri dalla scuola materna Rodari. Fortunatamente l'albero è caduto di domenica. Se l'evento si fosse verificato in un altro giorno, quando in piazza vi sono ragazzi, bimbi e famiglie, poteva essere una tragedia. (Guarda il video a fondo pagina)

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