Redazione

ll Codacons ha presentato un esposto alle Procure della Repubblica di BARI, LECCE, FOGGIA, TARANTO, BRINDISI, BARLETTA-ANDIA-TRANI contro la decisione unilaterale di Pfizer di tagliare la produzione dei vaccini anti-Covid e ritardare in modo arbitrario le consegne delle dosi destinate alla regione, e sui problemi relativi alla qualità di alcuni lotti del farmaco svelati nel corso dell’ultima puntata di Report. Esposto che viene inviato anche all’Antitrust Europeo, per la possibile fattispecie di abuso di posizione dominante.

Nella denuncia dell’associazione alle Procure della Puglia si legge:

“Il momento storico che la collettività è chiamata a vivere è caratterizzato da una grande preoccupazione relativa alle iniziative intraprese ed adottate dal Governo e dall’Unione Europea per superare il lockdown e la fase post-Covid, in particolare per dare attuazione alla strategia per accelerare lo sviluppo, la fabbricazione e la diffusione di vaccini contro il coronavirus. In questo quadro di valutazioni diversi interrogativi si starebbero sollevando alla luce di quanto riportato prepotentemente alla ribalta dai media, sulla condotta e operato della Pfizer.

Quel che preme far rilevare in questa sede, a parere della scrivente associazione, è un intervento delle autorità adite per proprio ambito di competenza e per poteri conferiti, volto a valutare se nell’operazione posta in essere dalla Pfizer possano essersi registrate decisioni e manovre volte, in merito alla fornitura di vaccini, a violare o meno le regole europee e accertando altresì se possano configurarsi fattispecie penalmente rilevanti a danno dei cittadini italiani”.

Tra i possibili reati configurati nell’esposto del Codacons, si fa riferimento “al reato di frode in commercio, reato di truffa e truffa aggravata, nonché ipotesi di cui agli art. 355 c.p., vale a dire mancato adempimento di obblighi derivanti da un contratto di fornitura con lo Stato, ma anche possibili pratiche commerciali ingannevoli e scorrette, con la violazione della pubblica fiducia nei rapporti commerciali, e il venire meno della garanzia degli interessi di tutti i protagonisti del mercato abuso di ufficio e inadempimento di contratti di pubbliche forniture”.

E’ di tutta evidenza, quindi, che sia indispensabile, necessario e doveroso approfondire definitivamente la vicenda, non solo e soprattutto nell’ottica di tutela della salute ma anche nell’ottica di trasparenza nei confronti della collettività – conclude il Codacons.

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 18 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 3.065 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 403 casi positivi: 175 in provincia di Bari, 22 in provincia di Brindisi, 14 nella provincia BAT, 117 in provincia di Foggia, 62 in provincia di Lecce, 18 in provincia di Taranto. 4 casi di residenti fuori regione e 1 di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati e attribuiti.

Sono stati registrati 26 decessi: 13 in provincia di Bari, 2 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 8 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.184.798 test.

51443 sono i pazienti guariti.

55512 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 109.831, così suddivisi:

42.052 nella Provincia di Bari;

12.483 nella Provincia di Bat;

8.003 nella Provincia di Brindisi;

23.661 nella Provincia di Foggia;

8.864 nella Provincia di Lecce;

14.100 nella Provincia di Taranto;

562  attribuiti a residenti fuori regione;

106 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Informare periodicamente i cittadini sulle malattie trasmesse dagli alimenti e sulle corrette modalità di conservazione e consumo dei cibi. E’ questa l’idea dell’Unità operativa Sicurezza alimentare e Antibiotico-resistenza del Dipartimento di Prevenzione. 

 “In questo momento di emergenza sanitaria - dice la dottoressa Alberta Natola, responsabile del Servizio – ci sembra quanto mai opportuno rafforzare da un lato l’attività di prevenzione anche in ambito di Sicurezza Alimentare a tutela del cittadino e dall’altro contribuire, attraverso una puntuale informazione, a ridurre il carico di lavoro su medici di famiglia e strutture sanitarie”.
“Sono tante le condizioni degli alimenti che possono dar luogo a malattie – continua Natola - quali salmonellosi, listeriosi, botulismo, per citarne alcune. Sono le cosiddette malattie da alimenti (MTA), per questo è importante approfondirne la conoscenza e fornire consigli utili sulle più sicure modalità di conservazione del cibo in frigorifero, sull’importanza della data di scadenza e dell’etichettatura, e su tutto ciò che protegge il consumatore dal punto di vista sanitario”.
Gli argomenti saranno diffusi, con periodicità fissa, sui canali istituzionali (sito e social) della Asl Brindisi attraverso brevi articoli in cui saranno presi in considerazione gli argomenti tenendo conto di fattori contingenti quali il periodo, la stagione e le proposte che verranno dai cittadini. L’idea è infatti quella di creare un dialogo con i consumatori attraverso un indirizzo mail dedicato che ognuno potrà utilizzare per sottoporre dubbi e domande. 
Sul sito Asl Brindisi è già attivo un link “Raccomandazioni di Sicurezza Alimentare” che sarà implementato con la nuova rubrica periodica. Ogni articolo sarà pubblicato anche nelle news della pagina principale. Primo appuntamento il 20 gennaio. 

COLDIRETTI PUGLIA, MORSA DI GELO CON NEVE A BASSA QUOTA E LASTRE DI GHIACCIO; STRADE BLOCCATE E VERDURE BRUCIATE IN CAMPO. La straordinaria morsa di gelo ha stretto la Puglia con livelli alti di criticità per le nevicate, ma soprattutto per le lastre di ghiaccio che rendono impossibile la circolazione dei mezzi, con il blocco di strade come la 239 Noci – Alberobello dove per il ghiaccio un’autovettura si è schiantata contro il muro perimetrale di un’azienda agricola. E’ quanto riferisce Coldiretti Puglia, con gli agricoltori con i trattori che si sono mobilitati come spalaneve per pulire le strade e come spandiconcime per la distribuzione del sale contro il pericolo del gelo, mentre le verdure in campo risulano bruciate dal gelo.

“Ha nevicato nelle province di Foggia, Taranto, Bari e Brindisi con le campagne improvvisamente imbiancate, ma la pericolosità maggiore è causata proprio dalle lastre di ghiaccio sia sulle strade che sulle colture. Dobbiamo mettere a disposizione dei comuni maggiormente colpiti da neve e ghiaccio i nostri strumenti di lavoro. Pertanto, i trattori potranno essere utilizzati come spalaneve e gli spandiconcime saranno adattati come spargi sale sulle strade rurali e interpoderali, ma anche sulle strade asfaltate dei centri urbani e sulle statali. La rete capillare delle nostre aziende agricole e i vivaisti potranno collaborare alla messa in sicurezza degli alberi che sotto il peso della neve crollano sulle strade con danni a persone e automezzi”, chiama a raccolta i soci Savino Muraglia, Presidente di Coldiretti Puglia.

L’interruzione dei collegamenti rischia di lasciare gli animali senza acqua e cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi – aggiunge Coldiretti Puglia - per non parlare dei danni provocati dal gelo alle condutture che portano l’acqua agli abbeveratoi.

La presenza diffusa degli agricoltori sul territorio assicura un intervento capillare anche nelle aree più critiche per “scongiurare il rischio di isolamento delle abitazioni – continua il presidente Muraglia - soprattutto nelle zone più impervie, interne e montane. La situazione è difficile nelle città, nei paesi e nelle campagne dove ci sono le coltivazioni invernali in campo bruciate dal gelo come cavoli, verze, cicorie e broccoli e si registra una impennata dei costi di riscaldamento delle serre”.

49 PERSONE ARRESTATE PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA, SCAMBIO ELETTORALE POLITICO – MAFIOSO, USURA, TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. Questa mattina, alle prime luci dell’alba, a Rosarno, Polistena, nonché nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’operazione denominata “Faust”, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione GIP – nei confronti di 49 persone, ritenute responsabili – in particolare – di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena.

Il provvedimento è l’esito di una complessa attività investigativa, avviata dal 2016 dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il concorso dei Reparti territoriali della Piana di Gioia Tauro,  diretta inizialmente dal Sostituto Procuratore Adriana Sciglio e successivamente dal Sostituto Procuratore Sabrina Fornaro, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Gaetano Calogero Paci, che ha consentito di acclarare la radicata e attuale operatività della cosca PISANO, conosciuti comi i diavoli di Rosarno, mediante una rete collaudata di cointeressenze criminose.

Sono stati accertati i rapporti della cosca Pisano con altre storiche cosche del territorio della provincia di Reggio Calabria, anche operanti in altre parti del territorio nazionale.

Particolarmente significativi sono gli accertamenti sulla operatività dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata società di Polistena (RC), capeggiata storicamente da esponenti della famiglia LONGO e della locale di ‘ndrangheta di Anoia (RC), il cui vertice criminale è rappresentato da una famiglia di imprenditori edili.

L’indagine ha permesso, inoltre, di documentare l’esistenza di una fiorente attività di narcotraffico che, partendo dall’hub portuale di Gioia Tauro, ha intersecato gli interessi illeciti anche di appartenenti ad altre realtà criminali organizzate, operanti sui territori della Campania, grazie alle contiguità con appartenenti a storiche consorterie camorristiche, Puglia, con particolari aderenze a consessi della Sacra Corona Unita, Basilicata, ove è stata documentata la rete relazionale intessuta con esponenti di un’articolazione mafiosa locale denominata storicamente dei “basilischi” quale promanazione di matrice ‘ndranghetistica.

Nell’ambito delle dinamiche connesse all’assunzione del predominio della gestione del traffico illecito di sostanze stupefacenti, era maturato anche il proposito omicidiario posto in essere in danno di un affiliato ad una delle articolazioni di ‘ndrangheta operative sul territorio con particolare declinazione nello specifico settore illecito.

Delitto che non si è poi realizzato, solo perché la vittima non è caduta nella trama criminale, non presentandosi agli appuntamenti che le sarebbero stati fatali.

Partendo dal contesto legato al narcotraffico è stato registrato il reimpiego del denaro in attività usurarie, tale pratica ha denotato la capacità dell’articolazione mafiosa investigata di pervadere l’economia legale quale naturale evoluzione criminale dei capitali illecitamente accumulati: pratiche che condizionano la libera economia, permettendo agli esponenti della consorteria mafiosa interessata dall’odierno provvedimento di controllare diverse realtà imprenditoriali operanti sul territorio.

In tale quadro, le indagini hanno consentito di censire diversi episodi di minacce e danneggiamento in danno di commercianti e relativi beni mobili ed esercizi commerciali, fatti commessi a scopo estorsivo con finalità mafiose così come il compimento di atti idonei diretti in modo non equivoco a consumare una rapina ai danni della proprietaria di una struttura alberghiera. Gli episodi censiti e documentati hanno permesso di sottolineare che la ‘ndrangheta, in special modo in taluni territori, non ha mai abbandonato la pratica della violenza finalizzata  alle esazioni estorsive non solo quale mezzo di arricchimento illecito ma soprattutto quale strumento di controllo del territorio.

Sempre nell’alveo dell’attività criminose della cosca Pisano, sono state raccolte fonti di prova che hanno permesso, inoltre, di documentare la commissione di truffe mediante artifizi e raggiri consistiti nel far figurare delle ritenute d’acconto su redditi non soggetti ad IRPEF, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nell’interesse di persone asseritamente non soggette a tassazione, traendo in inganno gli enti previdenziali sul diritto del richiedente al rimborso delle ritenute, in realtà non effettuate, ottenendo così ingiustamente il rimborso di danaro.

Nel corso della medesima attività investigativa è emerso anche il favoreggiamento, da parte di alcuni indagati, della latitanza di un associato, Pepè Domenico, finalizzata ad evitare l’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere. Latitante che, è stato assicurato alla giustizia nel dicembre 2017.

Particolare rilevante da evidenziare è il fatto che il latitante avesse trovato rifugio in Campania, a riprova del legame di tipo mutualistico che avevano stretto la consorteria mafiosa rosarnese con quella salernitana.

Di rilevante gravità, infine, la documentazione del condizionamento degli organi di vertice dell’amministrazione locale, mediante il controllo e la guida delle campagne elettorali nell’ultima competizione comunale di Rosarno.

In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare l’appoggio elettorale fornito dalla cosca PISANO al candidato Sindaco di Rosarno e ad un consigliere comunale, poi risultati eletti e tuttora in carica, odierni destinatari di misura custodiale domiciliare, in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale, nonché l’assegnazione di lavori pubblici e di altri favoritismi.

Nell’ambito dell’attività è emersa anche una situazione di tensione scaturita dalla condotta del Sindaco neo eletto finalizzata a palesare una presa di posizione distante dalle locali consorterie mafiose che invece avevano palesemente e concordemente appoggiato la sua campagna elettorale.

Nell’ambito dell’operazione “FAUST” è stato arrestato il 33enne brindisino Teodoro MONTENEGRO, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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In questi anni, con particolare riferimento da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria COVID, si è detto molto e scritto molto sul ruolo cruciale che i servizi sociali rivestono nel contesto attuale al fine di “mantenere la massima coesione sociale” e sulle conseguenze che la precarietà lavorativa dei professionisti che operano sul welfare ha sulle vite personali, ma questo attiene ad una reiterata analisi politica quando invece occorre ormai passare ad una decisa elaborazione politico/decisionale per una nuova fase programmatoria. “Eroi” è tra le parole che abbiamo ascoltato più frequentemente nei confronti di questi Lavoratori precari impegnati nel sistema dei servizi sociali da quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus.

E tutto questo grazie all’equipe interdisciplinare degli ambiti territoriali sociali, costituita da Lavoratori Professionisti, che operano - in alcune situazioni, da più di un lustro – con contratti flessibili e precari di puro sfruttamento. Ma il rischio concreto è che ancora ci si dimentichi di questi Lavoratori. FP CGIL e CGIL Brindisi vogliono, invece, continuare a focalizzare l’attenzione delle Istituzioni proprio sulle attuali dinamiche della precarietà lavorativa del sistema sociale e del suo riverberarsi in tutti gli aspetti del vivere, chiedendo adeguate soluzioni al problema anche in considerazione del sopraggiunto quadro normativo – legislativo teso a dare certezza lavorativa e stabilità ai Professionisti del settore. Non c’è più tempo da perdere: sono circa 60 nella provincia di Brindisi, i precari con contratti prossimi alla scadenza. Dunque, professionisti che giornalmente operano attraverso rapporti di lavoro a tempo determinato con le amministrazioni pubbliche oppure con cooperative sociali, al fianco di un sempre più ridotto numero di lavoratori a tempo indeterminato dei servizi sociali professionali. Si tratta di equipe multidisciplinari quali Assistenti Sociali cat. D, Educatori, Istruttori Direttivi Amministrativi cat. D, Istruttori amministrativi cat. C, Tecnici inserimento lavorativo, Psicologi, Mediatori e Sociologi che tuttavia non si presenta uniforme, in riferimento alla tipologia contrattuale e al periodo di proroghe previste, vantando in molti casi anche una platea di precariato storico fin dal 2009. Non è pleonastico aggiungere che l'attività e il supporto fornito in questi mesi da questi lavoratori è stato sostanziale e fondamentale, con carichi di lavoro esorbitanti, considerata la suddetta emergenza pandemica ed il pensionamento anticipato previsto con “quota 100” che ha depauperato di risorse umane gli Uffici di Piano così come di personale di Servizio. L’emergenza COVID, tra l’altro, ha inasprito la già presente condizione di indigenza e di disagio nella popolazione assistita, tanto da indurre il Ministero a consentire l’utilizzo del personale PON a sostegno degli Uffici nelle nuove rimodulazioni dei servizi, nella gestione dei buoni spesa, nelle prese in carico ecc. Ma è evidente che il personale in questione, soprattutto in questo particolare momento storico delicato e difficile non può continuare a vivere una tale anacronistica condizione di incertezza e di precarietà. In tal senso, giova sottolineare, oltretutto, che i Giudici Amministrativi hanno affermato, in una pluralità di sentenze anche recenti, che l’Amministrazione debba “adeguatamente motivare la scelta di bandire una nuova procedura concorsuale, laddove disponga già del personale precario da sottoporre ad un processo di stabilizzazione diretta, trasformando rapporti di lavoro precario in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, recuperando stabilmente alle Amministrazioni le esperienze lavorative del relativo personale in regime di continuità”.

Ciò posto, e fatto salvo il predetto principio giurisprudenziale, si ritiene che gli ambiti ai fini della maturazione dei requisiti per la stabilizzazione, da parte della maggiorparte del personale de quo, debbano definire urgentemente la proroga dei contratti a tempo determinato. Contratti di lavoro che devono essere in linea con il dispositivo di cui all'articolo 5, comma 5, quarter del c.d. Decreto proroghe 2020, che consentono di estendere temporalmente fino a 24 mesi i contratti a termine del personale impiegato negli Ambiti con fondi erogati dal Ministero delle Politiche sociali, proprio al fine di non disperdere il patrimonio di professionalità che si è sviluppato negli ambiti sociali territoriali. In ultimo, ma non per ultimo, FP CGIL e CGIL ritengono necessario e indifferibile cambiare paradigma individuando una gestione esclusivamente pubblica o in ultima analisi associata e pubblica dei servizi sociali e socio sanitari comunali che vedano coinvolti gli Ambiti, la ASL e la Regione Puglia. In definitiva, si può programmare una società in house a capitale pubblico internalizzando i servizi sociali oppure sviluppando una forma di sperimentazione gestionale mista pubblico-privata, individuando come azionista di maggioranza l’amministrazione pubblica garantendo sempre e comunque in entrambi i casi il riassorbimento del personale dei servizi esternalizzati. In estrema sintesi, si chiede: subito la proroga dei contratti a 24 mesi dei lavoratori in questione; la definizione di un virtuoso processo di stabilizzazione per tutti i Lavoratori aventi oggi diritto o che lo matureranno nel breve periodo; la gestione diretta dei servizi esternalizzati con l’obiettivo di avere una Pubblica Amministrazione non più committente che esternalizza ma che invece assume direttamente il “Governo” dei servizi sociali salvaguardando tutti i livelli occupazionali.

Questa è la grande sfida cui ci troviamo di fronte, se si desidera aumentare l’efficacia e creare vera innovazione nella erogazione dei modelli organizzativi/gestionali, nell’ottica di sviluppare un reale benessere organizzativo per contemperare la qualità dei servizi erogati e la salvaguardi dei diritti dei Lavoratori. Pertanto, si resta in attesa di riscontro con la definizione del periodo inerente alle proroghe dei professionisti in questione, nella consapevolezza della acclarata sensibilità istituzionale dimostrata anche formalmente da diversi Sindaci.

Il Segretario Generale CGIL Brindisi Il Segretario Generale FP CGIL Brindisi

ANTONIO MACCHIA e PANCRAZIO TEDESCO

Un gruppo di gestori di bar,pub,  e di altre iniziative commerciali ha deciso di costituire un “Comitato spontaneo” allo scopo di chiedere al Governo ,attraverso il  sostegno del Comune di Brindisi e della Regione Puglia , di poter lavorare in condizioni di sicurezza  rifiutando  alcune ulteriori restrizioni previste dell’ultimo DPCM.

 Il Comitato non chiede ristori economici ma la possibilità di lavorare ad esempio per i bar con la possibilità di prendere il caffè al bancone , così come piccoli cambiamenti per altre categorie .

Per sostenere queste richieste il “Comitato spontaneo” promuove un sit in Venerdì 22 Gennaio alle ore 11,00 davanti al Comune di Brindisi ,in Piazza Matteotti dove chiede di incontrare il Sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ed il presidente della Regione Puglia ,Michele Emiliano .

La richiesta di incontro per Rossi ed Emiliano parte oggi, Lunedì 18 Gennaio , in cui si chiede un loro sostegno a possibili modifiche  che permettano a tanti commercianti di questa città di non abbassare le saracinesche, che  aumenterebbe il tasso di disoccupazione già di per sé insopportabile.

Il Governatore Emiliano in campagna elettorale aveva promesso un forte sostegno alla città di Brindisi ed è arrivato il momento di dimostrarlo .

I promotori non chiedono miracoli ma solo di verificare tutte le possibilità che esistono per evitare da qui a qualche mese il peggio.

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Buone notizie a Mesagne. Oggi non c'è nessun nuovo caso di Covid tra la popolazione. Resta basilare assumere sempre un atteggiamento di prevenzione al virus. 

 Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 17 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 7.572 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 908 casi positivi: 411 in provincia di Bari, 42 in provincia di Brindisi, 98 nella provincia BAT, 193 in provincia di Foggia, 100 in provincia di Lecce, 65 in provincia di Taranto. Un caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.

Sono stati registrati 25 decessi: 5 in provincia di Bari, 3 in provincia BAT, 3 in provincia di Brindisi, 9 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.181.733 test.

50.458 sono i pazienti guariti.

56.120 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 109.428, così suddivisi:

41.877 nella Provincia di Bari;

12.469 nella Provincia di Bat;

7.981 nella Provincia di Brindisi;

23.544 nella Provincia di Foggia;

8.802 nella Provincia di Lecce;

14.082 nella Provincia di Taranto;

566 attribuiti a residenti fuori regione;

107 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Una docente è risultata positiva al Covid-19 e il plesso scolastico ieri è stato chiuso e sanificato. Si tratta della scuola media “Aldo Moro” di Mesagne. Gli studenti delle classi della docente sono stati presi in carico dal servizio sanitario dell’Asl Br1 per lo screening necessario. Da lunedì la scuola riaprirà regolarmente i battenti. Dunque, a una settimana dallo screening scolastico, voluto dall’Amministrazione Matarrelli per dare sicurezza al mondo della scuola nella ripresa delle lezioni, una docente è risultata positiva. Come da protocollo ha allertato il dirigente scolastico, il professor Salvatore Fiore, affinché fossero messe in atto le procedure di individuazione dei contatti e per la sanificazione del plesso. “Già questa mattina (ieri per chi legge, n.d.r.) abbiamo allertato una ditta di sanificazione che ha disinfettato tutti gli ambienti scolastici”, ha precisato il preside Fiore -. Da lunedì riapriremo la scuola in totale sicurezza”. Tutti coloro che hanno avuto dei contatti con la professoressa, che al momento è in buone condizioni di salute, sono stati segnalati all’Asl che ha avviato le procedure di tracciamento e, per i contatti stretti, le procedure di screening. “Da lunedì è facoltà dei genitori, secondo quando disposto dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con ordinanza che ha decorrenza dal 18 gennaio e sino a tutto il 23 gennaio 2021, adottare da lunedì per i propri figlioli la decisione se promuovere la didattica in presenza, quindi facendo rientrare in classe i propri figli, oppure a distanza”, ha precisato il preside Fiore. Lo stesso dirigente si è detto disponibile a fornire qualsiasi informazione necessaria ai genitori degli studenti che frequentano la scuola “Materdona-Moro”. Il 6 gennaio scorso, giorno dell’Epifania, si era concluso lo screening, voluto dal Comune, su tutta la popolazione scolastica mesagnese. In cinque giorni l’indagine aveva interessato circa l’80% di essa, con 2.169 test processati su un totale di 2.720 persone coinvolte, che avevano accettato di sottoporsi al test per il Covid-19. Una settima fa era risultata positiva solo una collaboratrice scolastica.

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