Redazione

Il 2021 si chiude con il paese in piena emergenza sanitaria. L’altissimo numero di contagi, aggiunto all’incertezza delle “regole” che disciplinano i comportamenti di ciascuno di noi, aggrava ancor di più una crisi che in provincia di Brindisi trova fondamento prevalentemente in problemi di carattere strutturale.
 
Così come la CNA ha evidenziato in più occasioni (spesso riscontrando una inaccettabile sottovalutazione del problema), il processo di decarbonizzazione ha creato le condizioni perché proprio in quest’area del paese si registrasse una lenta ma inesorabile crescita dei livelli di crisi economica ed occupazionale per tutte le attività collegate alla produzione energetica.
 
In un contesto di simile portata, appare incomprensibile la scarsa attenzione del Governo nazionale, visto che in qualsiasi altro paese moderno (come ci illudiamo di essere) si sarebbe dovuto contestualmente dare corso ad una serie di misure tali da ammortizzare le ripercussioni rivenienti dalla transizione energetica, per salvaguardare le imprese e i loro lavoratori.
 
A questo si aggiunge l’incertezza per il futuro in relazione ai tempi di realizzazione del nuovo gruppo di produzione energetica a gas di Enel. Ad incidere, come spesso avviene in Italia, è il lunghissimo iter burocratico e la scarsa consapevolezza dei danni che comporterà per il nostro paese un sistema autorizzativo così complesso come quello italiano.
 
E la crisi è ormai alle porte anche in altri comparti produttivi presenti nel Brindisino. La congiuntura mondiale legata a doppia mandata al covid rischia, infatti, di paralizzare il traffico aereo e già oggi è causa di un crollo degli ordini di nuovi velivoli e degli interventi di revisione dei mezzi già esistenti. Anche in questo caso, le tante aziende aeronautiche e della componentistica della nostra provincia rischiano di chiudere i battenti.
 
Potremmo fare altri esempi, ma è chiaro che occorre imprimere una svolta per guardare al futuro con meno preoccupazione e nella piena consapevolezza che le dotazioni finanziarie che si renderanno disponibili nei prossimi mesi non saranno replicabili in futuro.
 
Da qui l’esigenza, più volte rimarcata dalla nostra associazione, di individuare le linee di sviluppo intorno alle quali costruire il futuro della nostra provincia.
 
La riconversione industriale, insomma, non potrà essere solo una formula “vuota” per superare i processi di deindustrializzazione. Occorre una “vision” che sia frutto di una condivisione fra tutti gli attori del territorio e che sia in linea con i programmi di sviluppo del nostro paese.
 
Ecco perché è necessario mettere da parte pericolose quanto inutili contrapposizioni e avviare il lavoro di concertazione territoriale tra Comune, Provincia, Regione, associazioni di categoria ed organizzazioni sindacali. Il tutto, in vista di un auspicabile e fattivo confronto con il Governo nazionale propedeutico alla sottoscrizione di strumenti efficaci attraverso cui far giungere a Brindisi le risorse necessarie a traguardare riconversione e sviluppo.
 
E’ noto a tutti che non c’è più tempo da perdere ed è questo il motivo per cui il 2022 dovrà essere l’anno strategico per voltare pagina. Noi della CNA, con le nostre aziende, siamo pronti a svolgere fino in fondo un ruolo di propulsore dei processi di cambiamento.
 
Franco Gentile – Presidente CNA Brindisi

Il Salone Nautico di Puglia si avvia a traguardare risultati ancora più
importanti rispetto al passato. E tutto questo grazie all’iniziativa del
consigliere regionale Mauro Vizzino il quale ha presentato al Consiglio
regionale un emendamento al bilancio grazie al quale la Regione Puglia
metterà a disposizione dello SNIM 100.000 euro all’anno per tre anni da
utilizzare per attività collegate alla formazione che andremo a definire
con l’Assessore regionale alla Formazione Sebastiano Leo.
L’obiettivo – in linea con le politiche di settore sviluppate dalla
Regione Puglia – è quello di sostenere e promuovere la formazione di
personale altamente specializzato e garantirne l’impiego all’interno dei
cluster nazionali ed europei dell’intera filiera marittima.
Di questo, in ogni caso, ne parleremo nel corso di una conferenza stampa
che promuoveremo nei prossimi giorni alla presenza dell’Assessore
regionale Sebastiano Leo e del consigliere regionale Mauro Vizzino. Ad
entrambi rivolgiamo sin da adesso, comunque, il nostro ringraziamento
per il fattivo interessamento nei confronti del Salone Nautico di
Puglia.

“È nostro dovere capire cos’è precisamente accaduto nella gestione amministrativa e contabile della Protezione civile regionale negli ultimi anni. Avendo poi contribuito a fondare la Protezione civile regionale, improntandola a principi di operatività e sobrietà, trovo benvenute tutte le iniziative di verifica sul complesso delle attività. E ciò sia per la principale necessità di verità e sia per far sentire la nostra concreta amicizia a migliaia di volontari, sottolineo volontari, della Protezione civile regionale che oggi si sentono scombussolati. Per parte mia dedicherò le prossime sedute della I Commissione per sottoporre a inchiesta la congruità delle spese effettuate”. 

Lo comunica il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati. 

“Le attività di controllo amministrativo e contabile rientrano nella principale funzione del Consiglio regionale e sono perciò da intendersi come atti amministrativi doverosi e a tutela del buon andamento, imparzialità, trasparenza, economicità, efficacia e pubblicità della pubblica amministrazione. 
È chiaro che tutte le iniziative di verifica amministrativa traggono origine dall’indagine penale in corso, ma sottolineo che hanno un’ambizione di tutela anticipata e ben più ampia, perché si rivolgono a proteggere la pubblica amministrazione a prescindere da reati eventualmente addebitati a singoli a conclusione di un processo.  
In altre parole. Il nostro dovere consiste nel verificare la spesa, la sua giustificazione e l’opportunità; esaminare il rispetto della normativa sugli affidamenti e l’adeguatezza dei processi di controllo; eliminare ogni possibilità che l’organizzazione della pubblica amministrazione regionale possa prestarsi a favorire camarille organizzate per influenzare l’azione di governo”.

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Il 2021 sarà certamente ricordato per le gravi conseguenze determinate dal protrarsi dell’emergenza sanitaria, ma anche per la capacità dell’Italia di mettere in campo misure economiche capaci di fronteggiare una crisi senza precedenti e che hanno consentito uno scatto del PIL di oltre il 6%.

Nel settore edilizio i “bonus” sono serviti a far ripartire l’intero comparto che nel nostro territorio era sostanzialmente fermo da anni, fatta eccezione per alcune commesse legate alla grande committenza.

E’ evidente, però, che la crisi non si supera con misure “a tempo”. E’ necessario, pertanto, immaginare che gli interventi legati all’efficientamento energetico degli immobili diventino strutturali, segnando una radicale trasformazione del settore, con indubbi vantaggi sul piano economico ed occupazionale e senza gravare sulle casse dello Stato.

Non è un mistero, poi, che la Commissione Europea stia per varare provvedimenti che andranno nella direzione di imporre (dal 2030) l’obbligo di costruire edifici a zero emissioni. Una grande opportunità che si lega alla ormai non più rinviabile riqualificazione del patrimonio immobiliare già esistente, il cui 74% non è adeguato alle normative vigenti in termini di efficientamento energetico e di sicurezza sismica.

E non è tutto. Ai “bonus”, infatti, si aggiungeranno gli enormi investimenti determinati dalla disponibilità delle risorse rivenienti dal PNRR che inevitabilmente (e fortunatamente) saranno spalmate su tutto il territorio nazionale e quindi anche sulle nostre città.

Un appuntamento, quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a cui in Puglia non dobbiamo farci trovare impreparati.

Ecco perché bisognerà cogliere al volo il dinamismo e la disponibilità dell’Assessore regionale alla Formazione Sebastiano Leo per avviare percorsi formativi che offrano al comparto edilizio nuove risorse umane, partendo dai giovani e dalle donne su cui proprio noi di ANCE intendiamo scommettere per riqualificare l’edilizia nel nostro paese.

È necessaria una grande trasformazione culturale per far comprendere che l’edilizia del terzo millennio è “trendy” e che potrà dare sbocchi occupazionali duraturi per un lungo periodo all’intera filiera delle costruzioni.

Un rilancio che consentirà alle nostre imprese di offrire concrete opportunità di reinserimento anche ai lavoratori fuoriusciti da altri comparti produttivi, per effetto della transizione ecologica e dei processi di decarbonizzazione e di deindustrializzazione.

Ecco perché va chiesto a gran voce che il settore dell’edilizia venga messo in condizioni di poter esprimere compiutamente le proprie grandi e immediate potenzialità. Il 2022 potrebbe risultare, pertanto, l’anno della svolta, a beneficio delle nostre comunità, grazie ad una “lettura” ambiziosa e lungimirante delle opportunità messe in campo dall’Unione Europea e dal Governo nazionale. Un motivo in più per guardare al futuro con fiducia, a partire proprio dall'anno che sta per iniziare. Buon 2022!

Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi

Dati del giorno: 30 dicembre 2021

4.200
Nuovi casi
93.009
Test giornalieri
6
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.251
Provincia di Bat: 534
Provincia di Brindisi: 514
Provincia di Foggia: 469
Provincia di Lecce: 1.003
Provincia di Taranto: 311
Residenti fuori regione: 103
Provincia in definizione: 15
19.740
Persone attualmente positive
241
Persone ricoverate in area non critica
30
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

303.350
Casi totali
5.658.233
Test eseguiti
276.642
Persone guarite
6.968
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 108.269
Provincia di Bat: 30.867
Provincia di Brindisi: 25.363
Provincia di Foggia: 53.582
Provincia di Lecce: 38.117
Provincia di Taranto: 45.069
Residenti fuori regione: 1.491
Provincia in definizione: 592

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CAPODANNO: COLDIRETTI PUGLIA, SALTA VEGLIONE A 130MILA PUGLIESI; CRACK DI 10MLN EURO IN 1 SOLO GIORNO. L’addio al tradizionale veglione di fine anno colpisce quasi 130mila pugliesi che fino a qualche giorno fa avevano programmato di cenare fuori in ristoranti, alberghi e agriturismi, colpiti ora da un crack di circa 10 milioni di euro in un solo giorno. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti Puglia, sugli effetti delle restrizioni imposte dalla circolare del Viminale inviata ai Prefetti che ha disposto controlli intensificati per Capodanno, nelle giornate festive e prefestive, per verificare il rispetto delle ultime disposizioni anti Covid, ovvero anche il divieto di feste nei locali e all'aperto, per paura di assembramenti, e l'obbligo di mascherina.

"Uno scenario di crisi che grava soprattutto sulla ristorazione che porterà a fine anno ad una perdita di fatturato per la filiera agroalimentare di oltre 180 milioni di euro solo per i mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Le difficoltà della ristorazione – sottolinea la Coldiretti regionale – non è compensato dai maggiori consumi alimentari casalinghi con la spesa media degli italiani per il cenone di fine anno che sale a 99 euro in media a famiglia, con un balzo del 52% rispetto allo scorso anno, segnato da uno stretto lockdown.

Le famiglie costrette a casa dal lockdown riscoprono il piacere della cucina anche con una maggiore attenzione a giornali, tv e ai tutorial sulle ricette che spopolano sul web per l’importante appuntamento. Un aiuto in tale direzione è venuto dai cuochi contadini di Terranostra e Campagna Amica, che hanno creato una serie di corsi on line dove vengono spiegati trucchi e segreti della tradizione contadina.

A tavola si prevede una presenza media di 6,3 persone – sottolinea Coldiretti -, quasi il doppio rispetto allo scorso anno (3,7 persone) condizionato dal limite di massimo due ospiti non conviventi, ma sono molto lontane le tavolate da quasi 9 persone del periodo pre pandemia. Esclusa invece nel 78% delle case la presenza di persone non vaccinate tra gli invitati, nonostante i rapporti di amicizia o parentela.

Proprio la coincidenza con i pranzi e cenoni di fine anno la food delivery è dunque una opportunità per non rinunciare, nonostante le difficoltà, ai menu della tradizione che – continua la Coldiretti regionale – accanto alle piattaforme più famose è stata colta anche da molti agriturismi della rete di Terranostra e Campagna Amica che si sono organizzati per consegnare piatti gourmet a Km0 anche in vista del Capodanno.  Numerose e diversificate le iniziative adottate per mantenere il legame con i propri clienti durante le feste, dal menu a sorpresa a quello scontato, dall’agribag fino al kit fai da te con gli ingredienti base per la preparazione di ricette contadine per quanti hanno deciso di cimentarsi personalmente in cucina.

Una richiesta favorita – sottolinea la Coldiretti regionale - dall’impossibilità in molti casi di uscire di casa o di cucinare ma anche per evitare di mangiare insieme per il rischio contagio.  Senza dimenticare – precisa la Coldiretti - quanti organizzano pranzi e cene nelle case perché non dispongono di green pass rafforzato necessario per mangiare fuori in agriturismi e ristoranti.

Con la preoccupazione per la risalita dei contagi e la diffusione della variante Omicron, solo il 14% dei cittadini ha deciso – rileva la Coldiretti - di festeggiare al ristorante, dividendosi tra locali di fascia alta, trattorie e osterie, agriturismi, pizzerie o altri tipi di attività, mentre un 3% deciderà all’ultimo momento. Un numero ridotto rispetto alle aspettative iniziali per il 30% di disdette “last minute” che hanno fatto scendere le prenotazioni al di sotto dei periodo prepandemia.

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si è tenuta ieri l’assemblea dei sindaci convocata per approvare il primo bilancio di previsione 2022-2024 del Consorzio ATS Br/4. <<Un bilancio che, grazie ad uno scrupoloso lavoro di razionalizzazione della spesa, ad una oculata gestione delle economie e all’azione di individuazione di nuove risorse, non solo va a rafforzare servizi già erogati, quali l’integrazione scolastica, l’assistenza domiciliare per anziani e disabili e l’educativa domiciliare – ha sottolineato il presidente del nuovo soggetto giuridico, Antonio Calabrese - ma andrà a  soddisfare altri bisogni come quello di dare  accoglienza a cittadini in condizione di fragilità socio-economica, a rafforzare il centro ascolto famiglie integrato con il consultorio>>. Nel corso dell’incontro presieduto dal sindaco del Comune di San Donaci, Angelo Marasco, si è discusso della riattivazione dello sportello immigrazione, del servizio di front office di mediazione familiare e delle iniziativa da intraprendere per combattere lo spreco alimentare e farmaceutico.

Nella relazione programmatica, i rappresentanti istituzionali si sono soffermati sulla valenza del Progetto Pippi - Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione, col quale il Consorzio andrà a sperimentare, in collaborazione con il Consorzio di Francavilla Fontana, un nuovo modello di intervento educativo multidisciplinare a favore dei minori e delle loro famiglie in difficoltà.  Un servizio educativo innovativo, che è inserito nel PNRR e che dunque potrà divenire strutturale per l’ATS Br 4.

Gli obiettivi riportati nella relazione programmatica sono stati condivisi dai sindaci, che hanno approvato all’unanimità il documento, sottolineando l’esigenza di guardare al Consorzio come ad una nuova grande opportunità utile a <<fare squadra per offrire risposte adeguate alle sempre più numerose esigenze sociali che emergono sui singoli territori>>.

<<Quello di ieri - ha aggiunto Calabrese - rappresenta un momento importante per il nostro territorio che segna il passaggio definitivo, dopo la fase di transizione, alla gestione consortile dell’ambito territoriale sociale BR4>>. E ha tenuto a ringraziare tutti i protagonisti che hanno reso possibile un risultato definito epocale: i sindaci, il costituito Consiglio di Amministrazione, gli assessori, i dirigenti dei servizi sociali, i segretari generali che hanno partecipato alla fase preparatoria, il segretario del consorzio, il responsabile finanziario, il consulente tecnico di supporto all’ufficio del consorzio, la responsabile dell’ufficio di piano, e tutti i componenti del segretariato sociale che compongono la struttura organizzativa.

Nota del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli.
“Fra terze dosi, tamponi e quarantene è il caos generalizzato, anche perché le informazioni vengono date in maniera difforme e finiscono per creare più problemi che soluzioni alle famiglie.
Ma a Brindisi, quando si parla di Sanità, le cose si complicano ulteriormente e il risultato è che ci sono famiglie segregate in casa da quasi un mese, che significa non solo per i bambini e i ragazzi non andare a scuola e gli adulti a lavorare. Una situazione che, lì dove si è liberi professionisti, è un danno anche economico. 
Una famiglia mi ha, infatti, raccontato il calvario che sta vivendo dal 10 dicembre scorso, da quando è stata contattata dalla scuola della propria figlia perché in classe era stato accertato un positivo. Lo stesso giorno la bambina esegue un tampone rapido, con esito negativo. Ma per stare tutti tranquilli la bimba viene sottoposta dopo qualche giorno, il 14 dicembre, al tampone molecolare che, invece, dà esito positivo. Inizia la quarantena per tutta la famiglia senza nessuna assistenza domiciliare e senza che dalla Asl ci fosse anche un supporto telefonico. Nel frattempo tutta la famiglia il 15 dicembre si sottopone al tampone molecolare al drive in di Brindisi con esito negativo, ma chiaramente serve un secondo tampone per ‘essere liberi’; dopo un Natale segregati, il giorno di Santo Stefano tutta la famiglia si sottopone al secondo tampone molecolare ma dopo tre giorni non si conosce ancora esito, mentre il Ministero della Salute (con telefonata), il 27 dicembre, rilascia il green pass alla bambina perché considerata guarita. Nel frattempo però sono ancora tutti ‘sequestrati’ in casa da due settimane. 
Come dire che a Brindisi più del Covid a far paura è la gestione della sanità e la sua conseguente burocrazia”.

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Dati del giorno: 29 dicembre 2021

2.885
Nuovi casi
73.314
Test giornalieri
7
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 926
Provincia di Bat: 368
Provincia di Brindisi: 328
Provincia di Foggia: 292
Provincia di Lecce: 630
Provincia di Taranto: 256
Residenti fuori regione: 78
Provincia in definizione: 7
16.035
Persone attualmente positive
203
Persone ricoverate in area non critica
24
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

299.150
Casi totali
5.565.224
Test eseguiti
276.153
Persone guarite
6.962
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 107.018
Provincia di Bat: 30.333
Provincia di Brindisi: 24.849
Provincia di Foggia: 53.113
Provincia di Lecce: 37.114
Provincia di Taranto: 44.758
Residenti fuori regione: 1.388
Provincia in definizione: 577

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L’ok dell’Autorità Antitrust al Protocollo siglato a livello nazionale dalla filiera lattiero-caseraia, perché finalizzato a sostenere "transitoriamente il reddito degli allevatori in una situazione di effettiva emergenza e di forte impennata dei costi di produzione" è un precedente importante perché venga riconsiderato il ‘caso Puglia’, dopo la bocciatura della stessa autorità del protocollo d’intesa siglato a livello regionale, dove i costi di produzione sono più alti che nel resto d’Italia. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento al via libera dell’Antitrust al protocollo d'intesa della filiera lattiero-casearia che prevede un aumento fino a 4 centesimi del prezzo minimo del latte alla stalla da parte della grande distribuzione e dei caseifici senza che vi sia un impatto sui consumatori.

Dai campi alle stalle si sono impennati i costi di produzione per effetto dei rincari delle materie prime che hanno fatto quasi raddoppiare la spesa per le semine, con l’emergenza Covid che ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili – insiste Coldiretti Puglia - per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove è necessario adeguare i compensi riconosciuti agli allevatori per il latte e la carne. Infatti le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali, dal mais alla soia, sono schizzati su massimi che non si vedevano da anni con il rischio di perdere capacità produttiva in una regione già fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici.

L’effetto drammatico è stato la chiusura di oltre 120 stalle in Puglia in 1 anno con le imprese di allevamento da latte allo stremo, per cui Coldiretti Puglia chiede un’assunzione di responsabilità della filiera tra allevatori, industrie e distribuzione per salvare il latte e le stalle pugliese perché non c’è più tempo.

“Il prezzo del latte alla stalla in Puglia deve necessariamente essere al di sopra dei costi di produzione, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori”, ribadisce il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

In 7 anni – dal 2014 ad oggi - hanno già chiuso in Puglia 440 stalle, è il grido d‘allarme lanciato da Coldiretti Puglia, con gli allevatori ormai costretti inesorabilmente a chiudere i battenti e a vendere gli animali.

“Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di aderire con atti concreti al patto etico di filiera, privilegiando negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle, le burrate, le scamorze e tutti i formaggi fatti con il latte pugliese. Non c’è tempo da perdere perché la situazione è critica”, dice il presidente Muraglia che richiama al senso di responsabilità di tutti gli anelli della.

Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – aggiunge Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

Occorre intervenire urgentemente per salvare la “Fattoria Puglia”, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – incalza Coldiretti Puglia – appena 2163 stalle per la produzione di latte, decisivo  presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.

Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere – conclude Coldiretti Puglia - spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.

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