Redazione

TURISMO: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA GARANZIE A COSTO O PER AGRITURISMI; SOS PER OLTRE 900 STRUTTURE CON CARO ENERGIA. Al via garanzie a costo zero per gli agriturismi a fronte di finanziamenti già attivi o per la rinegoziazione degli stessi, quando il caro energia mette a rischio il futuro degli oltre 900 agriturismi presenti in Puglia. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione alla misura di sostegno economico attivata dal Ministero del Turismo per il consolidamento delle PMI operanti nel settore turistico. La dotazione del fondo prevede, per l’anno 2022, un importo pari a 58 milioni di euro, 100 milioni di euro per l’anno 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e, al proprio interno, è riservata una quota del 50% destinata a supportare investimenti per la riqualificazione energetica.

L’aumento esponenziale dei costi compromette la sostenibilità economica dell’offerta turistica nelle campagne dove – sottolinea la Coldiretti Puglia – l’alloggio (con 870 aziende, 91% del totale) e la ristorazione (688 aziende, il 72% del totale) sono i due pilastri dell’agriturismo.  Ma la degustazione proposta da 448 aziende (il 47% del totale delle aziende) è addirittura cresciuta esponenzialmente.

Sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking, ma non mancano – continua la Coldiretti – attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. L’emergenza bollette – precisa la Coldiretti - colpisce ora un settore che mostrava segni di ripresa dopo le difficoltà determinate dall’emergenza covid che aveva determinato un calo del 34% delle presenze.

L’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità nelle campagne, sottolinea Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti, nel precisare che in quasi 2 comuni su tre sono presenti strutture agrituristiche con una netta prevalenza dei piccoli comuni dove nasce il 92% delle tipicità agroalimentari Made in Italy.

“L’agriturismo ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica, offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e, pertanto, lo sviluppo dell’agriturismo – commenta Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia - significa maggiore capacità di attrazione da parte della Puglia a beneficio dell’intera economia regionale. L’ospitalità nelle strutture agrituristiche assume una rilevanza fondamentale per la salvaguardia del patrimonio rurale che, oggi, è il fiore all’occhiello del turismo regionale”.

L’Italia è leader nel turismo enogastronomico che torna sui livelli precovid e vale oltre 5 miliardi dei quali più della metà realizzati grazie al vino e alle visite in cantina. Quasi sei italiani su dieci (58%) in vacanza in Italia al mare, nel verde scelgono di visitare frantoi, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori, ottimizzare il rapporto prezzo/qualità e portarsi a casa un pezzo di storia della tradizione italiana a tavola, secondo l’analisi Coldiretti/Ixè. ll cibo – sottolinea la Coldiretti - rappresenta addirittura per il 17% degli italiani la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura, mentre per un altro 56% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza. Solo un 4% dichiara di non prenderlo per niente in esame. L’alimentazione si conferma come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia che leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino. L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore – sottolinea la Coldiretti – è anche una occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche la storia, la cultura e le tradizione che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. In molti casi la vendita – precisa la Coldiretti – è accompagnata anche dalla possibilità di assaggi e degustazioni “guidate”, che consente di fare una scelta consapevole difficilmente possibile altrove, ma anche di verificare personalmente i processi produttivi in un ambiente naturale tipico della campagna. L’Italia ha conquistato in pochi anni la leadership mondiale nei mercati contadini davanti agli Usa e Francia con la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con propria insegna del mondo grazie alla Fondazione Campagna Amica.

Nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. Si tratta anche di una azione di recupero importante della biodiversità con allevatori e coltivatori impegnati a salvare varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Un’azione formalizzata con i prodotti presenti nell’elenco dei “Sigilli” di Campagna Amica che – sottolinea la Coldiretti – sono la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia che può essere sostenuta direttamente dai cittadini nei mercati a chilometri zero degli agricoltori e nelle fattorie lungo tutta la Penisola, una mappa del tesoro che per la prima volta è alla portata di tutti. Acquistare prodotti a chilometri zero direttamente dai produttori – conclude la Coldiretti – è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.

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POMODORO: COLDIRETTI PUGLIA, PRESENTATO UFFICIALMENTE DISCIPLINARE ‘DOP POMODORO DI PUGLIA’; CAPITANATA DA SOLA PRODUCE 90% LUNGO MADE IN ITALY. 

Presentato ufficialmente il disciplinare della ‘DOP Pomodoro di Puglia’ per la valorizzazione del pomodoro ed il rilancio dell’economia foggiana Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata che da sola produce il 90% del pomodoro lungo. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione alla presentazione del disciplinare del pomodoro di Puglia presso la sede foggiana dell’Organizzazione.

“Con il rincaro dei costi energetici che si è trasferito a valanga sui costi di produzione, quest’anno produrre un ettaro di pomodoro lungo è costato agli agricoltori in media 3.500 euro in più, mentre allo scaffale si paga più la bottiglia che il pomodoro. E’ ​ vitale che venga riconosciuto il giusto prezzo al prodotto ed il corretto valore dato dall’origine in etichetta per salvaguardare i produttori ed i consumatori, con il marchio comunitario che rappresenta un plus in più in termini di distintività”, afferma Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette – sottolinea Coldiretti regionale - sui costi di produzione del pomodoro che schizzano del 35% , con +125% per l’ala gocciolante e l’impianto irrigante, +11% delle piantine, +113% per il gasolio, +124% per i concimi, con gli idrosolubili saliti del +70%, gli azotati del 100% e l’urea del +120%, ma anche su quelli di confezionamento, dal vetro per le bottiglie fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono sulla filiera ai barattoli smaltati per i legumi.​ Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.

La Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, riferisce Coldiretti Foggia sulla base dello studio commissionato all’Università di Foggia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti in Puglia, mentre in Campania 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari.

La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale – insiste Coldiretti Foggia - con una superficie media annua di 15.000 ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate).

E’ a tutti nota la posizione di Coldiretti sull’importanza dell’origine del prodotto agricolo alla base dei cibi trasformati che arrivano sulle tavole dei consumatori, per cui numerose sono state le battaglie per arrivare all’etichettatura certa dell’origine dei prodotti agroalimentari.

D.O.P. e I.G.P. sono marchi europei che​ identificano – spiega Coldiretti Puglia - prodotti che possiedono caratteristiche peculiari, legate da origini storiche al determinato territorio indicato nella denominazione, e dalla accurata e precisa applicazione di un disciplinare di produzione. Di scelta del Ministero delle Politiche Agricole l’area delimitata e la nomenclatura, basate su comprovata ricostruzione storica che i consorzi di valorizzazione devono documentare.

Per i prodotti DOP è previsto che tutto il processo produttivo avvenga nell’area delimitata dal disciplinare di produzione, trasformazione e confezionamento inclusi, mentre per le produzioni IGP, invece, non esistono gli stessi vincoli – conclude Coldiretti Puglia -​ in particolare nessun obbligo di utilizzare i prodotti agricoli del territorio al quale la IGP si ispira.

Uva da tavola sotto la valanga dei prezzi, Cia Puglia: “Ecco cosa fare”. 

Ai produttori 40 cent, al supermercato 4 euro al kg, così crollano i consumi e le aziende agricole chiudono

Stamattina al Tavolo di crisi le proposte dell’organizzazione: “Difendiamo l’uva pugliese, ridurre l’import”

Prezzi da fame riconosciuti ai produttori, costi di produzione insostenibili, aziende agricole tra l’incudine della GDO (la Grande Distribuzione Organizzata) e il martello di condizioni di assoluta non competitività con i Paesi dove produzione e logistica costano fino al 50% di meno. E’ questo, in estrema sintesi, il quadro delineato da CIA Agricoltori Italiani di Puglia nel corso del Tavolo sull’uva da tavola convocato in Regione Puglia, dall’assessore Donato Pentassuglia, che si è svolto stamattina. L’incontro si è svolto alla presenza del presidente della Commissione Attività Produttive della Regione, Francesco Paolicelli, e di numerosi sindaci. “Come CIA”, ha dichiarato Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario regionale dell’organizzazione, “abbiamo fatto alcune richieste specifiche e che necessitano di risposte concrete e urgenti: chiediamo di salvaguardare in via prioritaria l’uva da tavola pugliese, tenendo conto che è un momento storico davvero fondamentale per il futuro dell’agricoltura. Condividiamo la necessità, già espressa dal Copa e dalla Cogeca, di fissare gli importi massimi del sostegno per i ritiri dal mercato e delle quantità massime di prodotti assegnati per Stato membro. I ritiri dovrebbero essere organizzati attraverso le organizzazioni di produttori per i loro membri e per i singoli coltivatori che desiderano unire le forze con le OP. I ritiri dovrebbero anche promuovere la distribuzione gratuita di frutta e verdura trasformata, così da aumentare l’efficacia dell’intervento, e per semplificare la logistica, adottando un approccio etico basato sulla solidarietà.

CINQUE AZIONI NELL’IMMEDIATO. “Occorrono queste azioni nell’immediato: un incontro urgente con i responsabili regionali e nazionali della GDO;​ misure specifiche nel PSR pugliese (misura 22) e nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; una campagna di sostegno al consumo di uva da tavola pugliese; l’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali per lavoro autonomo e per assunzione di manodopera; la riduzione degli oneri fiscali per i lavoratori agricoli”. CIA Agricoltori Italiani di Puglia, che è intervenuta al tavolo con una nutrita delegazione, ha poi indicato una serie di misure a medio e lungo termine, con interventi strutturali che riguardano fitopatologie, risorsa irrigua, infrastrutture di stoccaggio e logistica, autosufficienza energetica, calamità e azioni che affrontino lo ‘strozzinaggio’ legalizzato dei breeders.

COMPETITIVITA’. “Le imprese pugliesi del settore sono un vanto e un fiore all’occhiello”, ha aggiunto D’Amico, “ma il sistema-paese e le regole europee incidono mortificandone la competitività. Servono regole nuove per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di manodopera, favorire le aggregazioni, rendere operativo il catasto frutticolo nazionale istituito dal decreto ministeriale (MIPAAF) del 27/05/2022, che deve rappresentare un valido strumento di programmazione per il comparto e di indirizzo politico, oltre che per la tracciabilità dei prodotti, rivedere immediatamente i negoziati europei con i Paesi extra europei, contingentando le importazioni per quantitativi e per periodi limitati nell’anno”.

SITUAZIONE CRITICA. “L’uva senza semi è pagata ai produttori a circa 70 centesimi al kg, tanto da non garantire il recupero dei costi di produzione, per non parlare dell’uva con semi, per la quale non c’è richiesta. Nelle ultime settimane il prezzo dell’uva pagato ai produttori è di appena 0,30-0,40 euro al chilo, mentre i prezzi al supermercato toccano i 4 euro al chilo, livelli che rendono impossibili i consumi a causa del ridotto potere di acquisto dei consumatori esponenziale”. La Puglia è la prima regione italiana per numero di aziende, quantità e qualità della produzione di uva da tavola. Il dato complessivo regionale si attesta su una superficie di 24.900 ettari utilizzati e una produzione di circa 6.000.000 quintali. La provincia di Bari, da sola, registra 11.000 ettari utilizzati e una produzione annuale pari a 2.330.000 quintali. La provincia di Taranto è interessata con una superficie di circa 8100 ettari e una produzione annuale di circa 2.200.000 quintali. La provincia di Barletta-Andria-Trani interessata con una superficie di circa 4200 ettari ed una prduzione di circa 950.000 quintali. Seguono le province di Brindisi con una superficie di circa 900 ettari ed una produzione annuale di 270.000 quintali e la provincia di Foggia con circa 700 ettari ed una produzione di circa 170.000 quintali. “La crisi del settore colpisce tutta la Puglia, bisogna agire subito”, ha concluso D’Amico.

Ortopedia del Perrino, un'estate da record per i politraumi. Il direttore Corina: "Grazie alla preparazione della mia équipe, operazioni delicate anche di notte". 

Nei primi otto mesi dell'anno sono stati effettuati circa 1.000 interventi chirurgici nel reparto di Ortopedia dell'ospedale Perrino di Brindisi, il 90% dei quali per il trattamento di fratture. Nel periodo estivo, tantissime sono state le operazioni su pazienti politraumatizzati, con una media di un politrauma a settimana. 
Per fortuna lestate è finita: i mesi appena trascorsi sono stati davvero impegnativi - sottolinea il direttore dell'Unità operativa di Ortopedia e traumatologia del Perrino, Gianfranco Corina  a causa dell'elevato numero di politraumi arrivati in reparto durante la notte.
Corina sottolinea che "i politraumi sono eventi drammatici che impongono spesso decisioni immediate. Questi pazienti vanno portati subito in sala operatoria, dove molte volte è richiesta un'azione multidisciplinare. In simili situazioni, purtroppo frequenti questanno, lintera equipe ha un unico obiettivo: salvare la vita del paziente".
In questi casi - prosegue Corina - la letteratura internazionale prevede il cosiddetto 'damage control', una strategia che punta a far sopravvivere nell'immediato il soggetto per ritrattare chirurgicamente le fratture in modo definitivo non appena le condizioni cliniche lo consentano. Il 'damage control' nasce nella seconda guerra mondiale, durante la battaglia nel mar dei Sargassi combattuta dalla Marina statunitense: l'obiettivo era quello di far ritornare in porto la nave danneggiata per poterla riparare e rimettere in mare. Lo stesso avviene per un politrauma: il paziente viene trattato in prima battuta con lo scopo di garantire la sopravvivenza e programmare gli interventi risolutivi in un secondo momento. Il 'damage control', che rappresenta a tutti gli effetti un primo soccorso, è fondamentale in quei casi ove il paziente non è emodinamicamente stabile. Ma se l'équipe operatoria è idonea per il trattamento definitivo e il paziente è emodinamicamente stabile, anche durante la notte si possono compiere interventi chirurgici in piena autonomia. Interventi possibili - di solito - in orari canonici, con una preparazione adeguata e con la presenza di altri specialisti in sala operatoria”.
Oggi voglio fare, quindi, i complimenti alla mia squadra, soprattutto al personale infermieristico della sala operatoria - continua Corina  per il livello tecnico di preparazione raggiunta e a quello del reparto da me diretto per il livello assistenziale che è indispensabile nel decorso post operatorio. Grazie alla formazione continua, alle nuove tecniche e all'esperienza siamo arrivati al punto di poter lavorare in piena autonomia anche di notte, senza il supporto di altri specialisti, a differenza di quanto accade in altri reparti d'Italia.
L'ultimo caso è accaduto poche notti addietro: un politrauma della strada con frattura bifocale di entrambi i femori e frattura pluriframmentaria della gamba destra. 
La grande preparazione della nostra équipe medica e infermieristica - conclude Corina - ha permesso di eseguire tre interventi definitivi su un paziente che in altri tempi avremmo trattato con il 'damage control'. Adesso il paziente è già pronto a intraprendere il percorso di riabilitazione. Per questo ringrazio tutti i miei collaboratori per la professionalità, perizia, passione e il coraggio raggiunti in questi anni.
 

Dati del giorno: 11 ottobre 2022

2.366
Nuovi casi
11.732
Test giornalieri
6
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 786
Provincia di Bat: 121
Provincia di Brindisi: 253
Provincia di Foggia: 278
Provincia di Lecce: 633
Provincia di Taranto: 256
Residenti fuori regione: 28
Provincia in definizione: 11
13.303
Persone attualmente positive
127
Persone ricoverate in area non critica
8
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.493.027
Casi totali
12.812.273
Test eseguiti
1.470.611
Persone guarite
9.113
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 481.343
Provincia di Bat: 128.092
Provincia di Brindisi: 141.301
Provincia di Foggia: 210.726
Provincia di Lecce: 308.152
Provincia di Taranto: 202.535
Residenti fuori regione: 15.787
Provincia in definizione: 5.091

Lunedì 17 ottobre l’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana avvierà il servizio di refezione scolastica per le studentesse e gli studenti degli Istituti Comprensivi cittadini.

“L’avvio della mensa scolastica – spiega l’Assessore alla Pubblica Istruzione Sergio Tatarano – è un momento importante per la socializzazione dei bambini e delle bambine. In attesa della conclusione della nuova procedura di gara ad occuparsi del servizio sarà il gestore uscente che applicherà le stesse tariffe dello scorso anno.”

Le famiglie potranno acquistare i ticket mensa, il cui costo unitario è di € 2,50, direttamente dal proprio telefono cellulare tramite l’applicazione smartphone “Spazio Scuola”.

L’operazione potrà essere effettuata anche dal pc accedendo al portale www.schoolesuite.it o presso qualsiasi ricevitoria abilitata al pagamento PagoPA.

I nuovi utenti potranno effettuale la prima ricarica a partire da venerdì 14 ottobre, mentre le famiglie che hanno già usufruito del servizio negli scorsi anni sono da subito abilitati.

Per informazioni è possibile scrivere una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonare al numero 0831820408.

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BRINDISI PROTAGONISTA DELLA NUOVA FASE DELLA UILTEC.

Daniela Piras, classe 1977, originaria della provincia di Iglesias è la nuova Segretaria Generale della Uiltec. È stata nominata nel Congresso Nazionale del Sindacato vissuto a Bari dal 5 al 7 ottobre scorsi. Piras a vent’anni è entrata a lavorare in una fabbrica che produceva estrusi in alluminio. Da giovanissima delegata sindacale si è occupata proprio della procedura fallimentare di quello stesso sito industriale partecipando attivamente a diversi presidi permanente con azioni di protesta anche eclatanti. Da allora è iniziato il suo percorso nel Sindacato che l’ha vista assumere prima il ruolo di funzionaria poi di Segretaria Nazionale ed infine, in questi ultimi anni, di Segretaria Generale Aggiunta accanto a Paolo Pirani, Segretario Generale uscente, alla guida del Sindacato dei Tessili, dell’Energia e della Chimica (UILTEC) per quasi dieci anni.

«La Uiltec – ha fatto sapere Piras a margine della sua elezione - parteciperà in modo attivo e con convinzione al confronto sulla Transizione Energetica, sulla Transizione Climatica, sulla Transizione Digitale per dare forza a quella spina dorsale industriale che in questo momento ci sembra non abbia l’attenzione giusta e necessaria. Bisogna dare immediatamente risposte ai lavoratori che rappresentiamo, che stanno pagando per primi la grande crisi e la grande emergenza». Dichiarazioni programmatiche che fanno da eco a quanto lanciato nel corso del Congresso Territoriale della Uiltec di Brindisi celebrato lo scorso maggio sul tema «La Transizione energetica per una giusta equità sociale». Una lungimiranza, quella dei dirigenti del Sindacato brindisino, a più riprese riconosciuta dalla stessa Piras e dei nuovi membri della Segreteria Nazionale Uiltec Andrea Bottaro e Daniele Bailo.

Il Congresso è stato occasione per le nomine dei nuovi Dirigenti Nazionali della Uiltec per i prossimi anni. Nell'Esecutivo Nazionale ci sarà ancora il Segretario Generale di Brindisi Carlo Perrucci mentre nel Consiglio nazionale Uiltec oltre allo stesso Perrucci il nostro territorio sarà rappresentato da Cosimo Zimmari ed Annarita Gianniello, Brindisi rappresentata anche nei Revisori dei Conti del Sindacato con Angelo D'Errico nominato Supplente. Nei prossimi mesi altri dirigenti brindisini potrebbero ricevere incarichi nell’Organizzazione.

Archiviato il Congresso la vita sindacale riparte a pieno ritmo: da giovedì 13 a sabato 15 a Bologna si terrà il Congresso Confederale della Uil mentre a breve partiranno le Assemblee in preparazione dei rinnovi dei Fondi (Fopen) e delle Rappresentanze Sindacali in molte aziende.

«I Congressi sono sempre momenti decisivi – ha fatto sapere il Segretario Territoriale della Uiltec di Brindisi Carlo Perrucci - e quello di Bari vissuto in questi giorni lo è stato in modo particolare in quanto ha segnato un forte cambiamento con l’elezione della nuova Segretaria Generale Piras alla quale esprimiamo vivissime congratulazioni e garantiamo il nostro pieno supporto per l’inizio di una nuova stagione in mezzo alla gente e sui posti di lavoro. Ringrazio tutti i Delegati, lo Staff ed i Componenti del Consiglio Regionale che nella tre giorni di Congresso hanno animato l’importante appuntamento – ha proseguito Perrucci – in modo particolare a chi ha portato in prima persona un contributo ai lavori Congressuali [i video degli interventi sul sito uiltecbrindisi.it undefined] rendendo Brindisi ancora una volta protagonista a livello nazionale».

Il sistema ANCE è, da tempo, impegnato ad incalzare Governo, forze politiche ed Enti locali con l’obiettivo prioritario di contrastare il fenomeno del lavoro nero e del dumping, nella ferma convinzione che solo favorendo la legalità si può perseguire l’ambizioso obiettivo “zero infortuni”.

Con lo stesso spirito abbiamo aderito fin da subito al Protocollo d’Intesa unitario sulla sicurezza, fortemente voluto dal Prefetto Bellantoni - sottoscritto in Prefettura a Brindisi lo scorso 11 febbraio - e, successivamente, cercato di dare ampia attuazione ai contenuti dello stesso, con riferimento alle indicazioni previste per il settore edile.

In particolare abbiamo sollecitato più volte i Comuni della provincia, informando anche altre Istituzioni preposte quali Itl e Spesal, ad avviare uno scambio di informazioni con la Cassa Edile, ente bilaterale del nostro sistema, direttamente coinvolto nella verifica di eventuali anomalie sull’apertura dei cantieri, in particolare relativamente all’applicazione del CCNL sottoscritto il 3 marzo 2022 a Roma.ambulanza_su_cantiere_edile.jpg

Nonostante l’eccellente input della Prefettura e i nostri successivi sforzi, però, non sono stati ancora raggiunti risultati soddisfacenti. Ad oggi, infatti, non abbiamo riscontri significativi per quanto riguarda la condivisione di elementi di analisi e questo non consente di evidenziare potenziali criticità e agire preventivamente. Per questa ragione chiediamo aiuto agli Amministratori locali affinché intervengano presso i relativi uffici tecnici per concretizzare finalmente quanto previsto dal Protocollo d’intesa unitario.

Come ANCE continueremo a fare del nostro meglio per mettere in pratica ogni possibile azione volta a contrastare fenomeni di illegalità che minano l’equilibrio del mercato e danneggiano i lavoratori coinvolti, ma siamo convinti che senza la collaborazione di tutti, ogni parola spesa nelle giornate dedicate ai temi della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, resterà lettera morta.

E non vorremmo leggere dell’ennesimo infortunio pensando che forse si sarebbe potuto evitare.

Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi

Nota del capogruppo e neo eletto senatore di FdI Ignazio Zullo.

“Il gioco delle tre carte nel centrosinistra, a guida Emiliano e a trazione PD, non viene meno neanche di fronte a necessità impellenti di assistenza e a carenze ed inefficienze vergognose e per coprire le mancanze si presentano con nuove Proposte di Legge mentre da tre anni non viene applicata la legge vigente: L.R. n° 13 del 28 marzo 2019, Misure per la riduzione delle liste d’attesa in sanità.

“Quella legge all’art.5 prevedeva l’adozione di un Programma attuativo di riduzione delle liste di attesa da parte di ogni Azienda Sanitaria. In caso di superamento dei tempi massimi stabiliti per la fruizione delle prestazioni sanitarie, le ASL e le Aziende Ospedaliere sono tenute a mettere in atto i seguenti provvedimenti senza oneri aggiuntivi a carico degli assistiti, se non quelli dovuti come ticket:

a) ridefinizione quali-quantitativa dei volumi di attività e della tipologia delle prestazioni delle strutture pubbliche e private accreditate mediante rivisitazione dell’accordo contrattuale ex articolo 8 quinquies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502;

b)riprogrammazione delle ore di medicina specialistica ambulatoriale interna;

c) fare fronte mediante prestazioni richieste, in via eccezionale e temporanea, ad integrazione dell’attività istituzionale, dalle aziende ai propri dirigenti allo scopo di ridurre le liste di attesa o di acquisire prestazioni aggiuntive, soprattutto in presenza di carenza di organico e impossibilità anche momentanea di coprire i relativi posti con personale in possesso dei requisiti di legge, in accordo con le équipes interessate;

d) applicare l’articolo 3, comma 13, del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124 (Ridefinizione del sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e del regime delle esenzioni, a norma dell’articolo 59, comma 50, della l. 27 dicembre 1997, n. 449), nella parte in cui si prevede che in caso di mancato rispetto dei tempi di attesa, l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico dell’azienda unità sanitaria locale di appartenenza e dell’azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di ticket e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti. Nel caso l’assistito sia esente ticket,  l’azienda unità sanitaria locale di appartenenza e l’azienda unità sanitaria locale nei cui ambito è richiesta la prestazione corrispondono, in misura eguale, l’intero costo della prestazione;

e) incremento delle ore a specialisti ambulatoriali interni già in servizio o attivando nuove ore di specialistica ambulatoriale interna con stipula di rapporti convenzionali a tempo determinato finalizzati alla riduzione dei tempi di attesa;

f) acquisto di prestazioni da operatori accreditati esterni per le branche di riferimento, in extra budget rispetto agli accordi contrattuali vigenti.

A distanza di tre anni, nulla di tutto questo è stato attuato e si ritorna con una propaganda nefasta per la salute dei cittadini dentro un fare politico-amministrativo incentrato su sprechi, clientele, mercato delle vacche e gestione del potere per il potere di un Presidente di Regione mai impegnato sulla reale soluzione dei problemi della collettività pugliese”.

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OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA SOSTEGNI UE PER AMMODERNARE FRANTOI; IN PUGLIA 839 ATTIVI CHE LAVORANO 53 VARIETÀ OLIVE.

Con la guerra in Ucraina che ha quintuplicato le bollette e i costi di produzione e il clima pazzo con le gelate e la siccità che hanno tolto liquidità alle aziende, arriva grazie all’UE  la possibilità di ammodernare i frantoi oleari, una opportunità in Puglia per 839 frantoi attivi che lavorano 53 varietà di olive per offrire al mercato 5 oli DOP e l’IGP olio di Puglia. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione all’approvazione da parte della Commissione UE di un regime italiano da 100 milioni di euro a sostegno dell'ammodernamento dei frantoi, con l'obiettivo di incoraggiare le imprese di tutte le dimensioni che producono olio extravergine di oliva ad aumentare l'efficienza dei frantoi, con il sostegno sotto la forma di sovvenzioni dirette previste dal piano in vigore fino al 31 dicembre 2026.olio_2022_1.jpg

“E’ una opportunità per un settore vitale per la filiera olivicolo-olearia che vale oltre 1,2 mld di euro nella sua fase agricola e 3 miliardi in quella industriale, con la Puglia che produce oltre il 50% dell’olio Made in Italy”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

L'olivicoltura in Puglia rappresenta il 32% (373mila ettari) dell’intera olivicoltura italiana e il 25% della superficie agricola regionale – aggiunge Coldiretti Puglia - di cui circa la metà degli ulivi sono secolari e 3-5 milioni di esemplari addirittura planetari, dove tra Bari e la provincia della BAT ci sono ben 132mila ettari di olivo, praticamente il 35% dell’olivicoltura pugliese.olio_2022_5.jpg

Si tratta anche di una boccata d’ossigeno per i frantoi salentini che a causa della Xylella hanno venduto linee di produzione all’estero e oltre 100 frantoi negli ultimi 5 anni non hanno aperto i battenti a causa del crollo della produzione di olive di oltre il 70% in provincia di Lecce e già del 50% nella parte sud del territorio provinciale di Brindisi.

Oltre alla Xylella e alla tropicalizzazione del clima, anche sui produttori di olio extravergine d’oliva in Puglia si sono abbattuti i rincari – dice Coldiretti Puglia - con un aumento totale di oltre il 50% dei costi medi di produzione, con i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra anche un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica. Olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l'incremento dell'elettricità, i cui costi sono quintuplicati.olio_2022_3.jpg

Per sostenere le produzioni nazionali, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale e la dieta Mediterranea di cui l’olio è componente fondamentale – afferma Coldiretti Puglia - occorrono un piano strategico per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, risorse per contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma – incalza Coldiretti Puglia - servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve.

Il consiglio di Coldiretti per sostenere le aziende italiane è non cadere nell’inganno del falso Made in Italy è quello di scegliere verificando attentamente l’etichetta.  Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – aggiunge Coldiretti – è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta – precisa la Coldiretti– è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.olio_2022_4.jpg

Occorre intervenire per salvare un patrimonio unico del Paese con milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani, conclude Coldiretti nel sottolineare l’obiettivo di rilanciare una produzione nazionale dell’olio d’oliva messa a rischio anche dal Nutriscore sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute.

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