Redazione

Lo sport come strumento di integrazione sociale: oggi la partita Rinascita Refugees – Mesagne Calcio. L’evento sportivo, organizzato dalla cooperativa ‘Rinascita’, si svolgerà oggi - sabato 28 maggio - a partire dalle ore 17 presso lo Stadio ‘Alberto Guarini’ in contrada Tagliata a Mesagne. ‘Diamo un calcio al razzismo’: l’iniziativa è patrocinata dalla città di Mesagne nell’ambito del programma ‘Maggio della Legalità’. L’appuntamento è aperto al pubblico.

Secondo l'ultimo report a cura dell'Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl Brindisi, dal 27 dicembre 2020 al 25 maggio 2022 sono state somministrate 933.338 dosi di vaccino, di cui 342.214 prime dosi, 332.018 seconde dosi, 257.158 terze dosi e 1.948 quarte dosi. Mediamente, sono state somministrate 1.932,4 dosi per giornata di vaccinazione.

Il 63,2% (589.467) delle dosi è rappresentato da Pfizer, il 23,6% (220.669) da Moderna, il 9,2% (86.097) da AstraZeneca, il 2,7% (24.922) da Pfizer pediatrico, l'1,3% (12.098) da Janssen (Johnson&Johnson) e lo 0,01% (85) da Novavax. Il dato delle prime dosi risulta così distribuito: il 53,2% a persone al di sotto dei 60 anni; il 24,9% agli anziani; il 12,1% ai soggetti fragili; il 3,9 % al personale sanitario; il 2,6 % al personale scolastico; l’1% alle forze dell'ordine; il 2,3% ad altre categorie. Questa la distribuzione delle seconde dosi: per il 54,8 % ai soggetti al di sotto dei 60 anni; per il 26,1% agli anziani; per il 10,3% ai soggetti fragili; per il 3,9% al personale sanitario; per il 2,4% al personale scolastico; per l'1% alle forze dell'ordine; per l'1,5% alle altre categorie. Questa, infine, la distribuzione delle terze dosi: il 28,9% agli anziani; il 49,8% a persone al di sotto dei 60 anni; il 10,7% ai soggetti fragili; il 3,4% al personale sanitario; l'1,2% al personale scolastico; lo 0,9% alle forze dell'ordine; il 5,1% alle altre categorie.

Fino al 25 maggio i residenti o domiciliati in provincia di Brindisi vaccinati con la prima dose sono 335.126 di questi 321.008 con la seconda dose e 243.611 con la terza dose, con una copertura vaccinale pari rispettivamente al 90,9%, all'87,04% e al 70,4%. Sono 1.948 i residenti che hanno ricevuto la quarta dose. La copertura vaccinale con la prima dose relativa ai residenti con più di 80 anni di età è pari al 98,8%, al 96,9% per il ciclo completo e all'84,9% per la terza dose. I residenti di età compresa tra 5 e 11 anni vaccinati con prima dose sono 12.955 per una copertura vaccinale pari al 56,8%.

Sono 127.555 le dosi erogate dai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, di cui 54.519 (42,7%) in ambito ambulatoriale. Il 17,7% (22.527) delle dosi è stato somministrato a soggetti over 80, il 24,5% (31.270) a soggetti tra 70 e 79 anni, il 24,2% (30.892) a soggetti della fascia 60-69 anni e il 33,7% (42.866) a soggetti sotto i 60 anni di età. I soggetti fragili rappresentano la categoria a rischio vaccinata prevalentemente (70.556; 55,3%), seguita dai soggetti con età superiore a 60 anni (31.148; 24,3%), dai soggetti con età inferiore a 60 anni (9.607; 7,5%) e da altre categorie (16.244; 12,9%).

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Con la Puglia invasa da 250mila cinghiali non c’è solo la peste suina, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione del blitz degli agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza SS. Apostoli a Roma dove occupano strade e parchi.

I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè - pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%) considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps, Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.

Il 69% degli italiani ritiene che i cinghiali siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.

Alla domanda su chi debba risolvere il problema, oltre le metà degli italiani (53%) è dell’opinione che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni. In tale scenario anche l’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e ridurne del numero di capi per limitare il rischio di diffusione della peste suina africana (psa) che colpisce gli animali ma non l’uomo. “La maggioranza degli italiani considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza “di interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali a livello nazionale”.

In Puglia il 38% dei bambini tra i 5 e i 9 anni è obeso o in sovrappeso, l’11,1% mangia frutta meno di una volta a settimana o mai e solo il 39,8% dei bambini consuma una merenda adeguata di metà mattina, con un impatto potenzialmente devastante sulla salute delle giovani generazioni, con 1 genitore su 4 che boccia le mense scolastiche. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dell’Indagine di OKKio alla Salute, in occasione della Festa dell’educazione alimentare e dell’ambiente organizzata dalle donne della Coldiretti e Campagna Amica a Bari al Parco Rossani, una giornata all’aria aperta con lezioni di agrididattica e giochi campestri per aiutare gli oltre 1000 piccoli ospiti a superare lo stress provocato dalla guerra e dalla pandemia con il troppo tempo passato davanti alla tv, che hanno inciso sul fisico e sulla psiche.Coldiretti_centinaia_di_bambini_alla_Festa_delleducazione_alimentare_e_dellambiente_al_Parco_Rossani_a_Bari4_2.jpg

La diminuzione forzata dell’attività fisica e il maggior tempo passato in casa e davanti alla tv in due anni di pandemia – sottolinea Coldiretti regionale – si sono aggiunti all’adozione di modelli sbagliati di consumo all’interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono dei principi della Dieta mediterranea. Basti pensare che ben sei adolescenti su 10 non mangiano né frutta né verdura ogni giorno, secondo l’analisi Coldiretti su dati Oms, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate. Ma a preoccupare sono anche – rileva la Coldiretti regionale – gli  adolescenti che si trovano a fare i conti con i disturbi dell’alimentazione. Si tratta di patologie che si manifestano prevalentemente a partire dai 12 anni ma che negli ultimi tempi sono giunte ad interessare minori anche dagli 8 anni in su.Coldiretti_centinaia_di_bambini_alla_Festa_delleducazione_alimentare_e_dellambiente_al_Parco_Rossani_a_Bari4_3.jpg

“La ristorazione collettiva con le mense scolastiche incide sulla qualità della vita, dell’alimentazione e, di conseguenza la salute di migliaia di studenti in età evolutiva. Un impegno importante in Puglia dove quasi 4 bambini su 10 pesano ancora eccessivamente, anche se negli ultimi anni si è verificata una leggera riduzione proprio per effetto dell’impegno sull’educazione alimentare a scuola e nelle case. Un risultato incoraggiante che dimostra la necessità di continuare ad investire sull’educazione alimentare a partire dalla scuola dove va privilegiato il consumo di prodotti salutari”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La Coldiretti è impegnata nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. L’obiettivo – rileva la Coldiretti – è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura.

“Il progetto per lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare, sostenuto dall’Ufficio scolastico regionale della Puglia, consiste in lezioni di agrididattica a scuola e in campagna, a cui hanno partecipato nell’anno scolastico 2021/2022 oltre 30mila alunni – dice Maddalena Rignanese Rinaldi, leader di Coldiretti Donne Puglia – quando al contempo va garantito che nelle mense scolastiche siano somministrati agli studenti pasti preparati con prodotti agricoli del territorio a Km0, quando più di un genitore su quattro (28%) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche dove si stima ne vengano consumati 90 milioni all’anno per 585.000 studenti, nella sola refezione della scuola dell’obbligo”.Coldiretti_centinaia_di_bambini_alla_Festa_delleducazione_alimentare_e_dellambiente_al_Parco_Rossani_a_Bari4_5.jpg

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè una netta maggioranza del 71% di italiani ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare, mentre solo il 12% ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più.

Per assicurare una migliore alimentazione ma anche per educare le nuove generazioni è importante recuperare abitudini a tavola più sane ma anche – sostiene la Coldiretti Puglia – qualificare l’offerta delle mense scolastiche anche con cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza.

“Vanno modificate abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque e formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’ agricoltura con i cibi consumati ogni giorno”, conclude il direttore regionale, Pietro Piccioni.

Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l’intero nucleo familiare, da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli ‘fatti’ dagli agricoltori. In Puglia negli ultimi 10 anni – riferisce Coldiretti Puglia - sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 600mila bambini e 480 scuole, di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.Coldiretti_centinaia_di_bambini_alla_Festa_delleducazione_alimentare_e_dellambiente_al_Parco_Rossani_a_Bari4_1.jpg

Si tratta di una realtà che la pandemia ha fatto esplodere – afferma la Coldiretti regionale – insieme al bisogno di libertà e sicurezza delle famiglie per i propri figli che vanno alla ricerca di spazi aperti e contatto con la natura. Nelle fattorie didattiche – spiega la Coldiretti Puglia – si impara “facendo”, attraverso attività pratiche ed esperienze dirette come seminare, raccogliere, trasformare, manipolare e creare. Le attività proposte dalle aziende sono moltissime, si va dal laboratorio del bio pittore per dipingere con i colori estratti da foglie, fiori e ortaggi a quello dei baby chef dove imparare a cucinare – conclude Coldiretti Puglia - risparmiando fino a quello dei più esperti dove allenare i sensi dell’olfatto, del gusto, del tatto e della vista ed imparare a riconoscere le piante aromatiche o assaporare i diversi tipi di miele.

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Easyjet ha appena cancellato oltre 200 voli per problemi informatici che hanno colpito la compagnia aerea. A riportare la notizia sono diverse testate autorevoli, come Sky e Fanpage. Ad essere colpiti sono i voli di giovedì 26 maggio, i cui passeggeri possono ricevere da 250 euro a 600 euro, come compensazione pecuniaria, come previsti dal Regolamento Comunitario 261 del 2004.

Napoli, Milano, Cagliari e Brindisi sono gli aeroporti italiani maggiormente colpiti, secondo quanto analizzato da ItaliaRimborso, ma altri scali potrebbero aggiungersi nelle prossime ore, come affermato dalla stessa Easyjet che consiglia di guardare la prenotazione prima di raggiungere l’aeroporto. 

In ogni volo cancellato Easyjet coinvolto, i passeggeri, secondo quanto analizzato da ItaliaRimborso, possono ricevere 250 euro per le tratte aeree inferiori a 1500 chilometri, mentre 400 euro per le tratte superiori a 1500 chilometri.

I passeggeri dei voli cancellati Easyjet per attivare l’assistenza di ItaliaRimborso, senza alcuna spesa, possono compilare il form presente nel sito web italiarimborso.it. In alternativa è possibile inviare un messaggio Whatsapp al 3421031477 oppure chiamare lo 06 56548248.

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Gli operatori del corso di laurea in “Turismo sostenibile in area marina protetta” dell’Università di Foggia finanziato dal Parco nazionale del Gargano sono approdati a Torre Guaceto per una due giorni dedicata alla scoperta delle best practice realizzate dal Consorzio di Gestione della riserva e dagli stakeholders della CETS del Parco. 

Lo scambio di competenze è l’arma vincente quando si persegue l’obbiettivo del costante miglioramento. Da questo assunto parte l’iniziativa messa in campo dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto e dal Dipartimento di economia, management e territorio dell’Università di Foggia, titolare del corso di studi in “Turismo sostenibile in area marina protetta” finanziato dal Parco nazionale del Gargano per implementare le competenze degli operatori della sua area di competenza in tema di sostenibilità degli operatori. 
In vista dell’arrivo degli attori di filiera, l’Ente Parco ha organizzato un percorso dedicato alla conoscenza della governance del Consorzio in tema di fruizione e promozione del territorio e dei partner dell’ente nell’ambito della Carta Europea per il Turismo Sostenibile. 
I lavori sono iniziati con un workshop che ha visto protagonisti il presidente e il direttore del Consorzio, Rocky Malatesta e Alessandro Ciccolella, la direttrice del Dipartimento di economia, management e territorio dell’Università di Foggia, Lucia Maddalena, il referente di progetto per il Parco del Gargano, Michele Guidato, il presidente di Federalberghi Brindisi, Pierangelo Argentieri, il referente di Slow Food Puglia, Marcello Longo, il direttore del Green blue hotels & resort, Nico Casulli, il direttore del tour operator Yuniqly, Pasquale Di Gemma, il presidente del Consorzio albergatori di Carovigno, Enzo di Roma, il responsabile della cooperativa Thalassia, Giuseppe Flore. Alcuni dei protagonisti dell’innovazione sostenibile nell’area di Torre Guaceto. 
“Nell’ambito dell’attività formativa orientata a creare una migliore conoscenza negli operatori del comparto turistico degli aspetti gestionali economici e ambientali dell’AMP – ha spiegato Guidato, il referente del progetto – la presidenza dell'Ente Parco ha voluto che si organizzasse una visita a Torre Guaceto per consentire utili confronti, valutazioni comparate ed il trasferimento di best practices. A tal riguardo, il presidente del Parco, Pasquale Pazienza, esprime vivo ringraziamento al presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta per la possibilità offerta”. 
Un’importante occasione di confronto che ha offerto spunti di riflessione tanto a chi lavora quotidianamente per la tutela e la promozione della riserva e del suo territorio, quanto a chi è impegnato sul fronte del turismo green nel grande distretto foggiano. 
“I vantaggi di una formazione di questo tipo sono sia di carattere economico, che sociale ed abbiamo scelto Torre Guaceto per la bellezza naturalistica dei luoghi e per le innovative modalità di gestione della riserva” ha commentato la direttrice Maddalena. 
Ultimata la fase congressuale, Università e operatori sono stati guidati in un tour che li ha condotti prima nel cuore di Torre Guaceto per verificare sul campo l’applicazione della governance del Consorzio, poi nei terreni agricoli nei quali crescono i prodotti bio del paniere dell’area protetta, tra cui il pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto, e dai ristoratori Cets, che per primi, insieme agli operatori della ricettività, rappresentano il biglietto da visita del territorio. 
“Queste occasioni di incontro e scambio di esperienze sono molto preziose per tutti – ha commentato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Torre Guaceto -, sono convinto che lavorando in una rete composta sia dalle Istituzioni, sia dagli operatori del territorio sapremo implementare l’attrattività della nostra bella Puglia e, soprattutto, stimolarne lo sviluppo sostenibile sia dal punto di vista ambientale, che sociale. Il turismo di massa che non fa bene al territorio diventa sempre più residuale, la svolta green è improrogabile e ci possiamo arrivare dimenticando i confini territoriali, lavorando come un organo unico, il cuore pulsante di Puglia, pur mantenendo ciascuno il proprio ruolo e le proprie peculiarità. La natura ce lo insegna, la perfezione è nelle diversità che cooperano creando un unico paesaggio”.

«Metteremo in campo bandi plurifondo per una azione di soccorso urgente al sistema delle imprese». Lo ha annunciato l’assessore regionale alle Politiche agricole della Puglia, Donato Pentassuglia, durante il primo “Work Panel sui distretti del cibo pugliesi” organizzato da Promem spa, che ha visto riunite oltre cinquanta aziende del settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale e sei presidenti di distretto.

«Il Pnrr – ha spiegato – vede la Puglia candidata per rifunzionalizzare le reti e le dighe, e in generale tutta la attività legata all’acqua a servizio dell’agricoltura, ma a oggi, dopo quattordici mesi, non abbiamo avuto la minima risposta sulla programmazione che abbiamo presentato. C’è peraltro l’ipotesi che il nuovo Psr, il Programma di sviluppo rurale, slitti al 2024: una ragione di più per intervenire con misure-ponte».

«Manca capitale umano in agricoltura – ha proseguito l’assessore – ma non sono solo le mansioni di manovalanza a restare scoperte: abbiamo bisogno di reperire capitale umano specializzato per cui dobbiamo capire come avvicinare i giovani al mondo del lavoro. L’alternanza scuola-lavoro si è rivelata un grande bluff che ha prodotto il nulla, non è riuscita a introdurre nel sistema economico e produttivo ragazzi in grado di appassionarsi a quel sistema». «È necessario fare grandi passi in avanti – ha aggiunto – anche sul fronte della internazionalizzazione: la novità che ho introdotto tra i bandi plurifondo che stiamo per pubblicare è una idea della sottomisura 3.2 puntata sull’incoming più che sulle fiere, per stimolare i buyer a venire in Puglia, a entrare nelle aziende per vedere come si lavora e la qualità dei nostri prodotti, ma anche il nostro paesaggio, in modo che le aziende estere possano innamorarsi della nostra regione fino magari a investire con noi».

«Continuiamo a parlare di sostenibilità ambientale – ha concluso Pentassuglia – ma è un concetto che  deve coniugarsi con la sostenibilità economica perché se manca questa una azienda muore: non riesce a assumere, non paga gli stipendi, non fa investimenti, non riesce tenere testa agli impegni e a vincere la pressione degli usurai e della delinquenza che soffoca la nostra economia».

In occasione del Maggio della Legalità 2022 "Germogli di Legalità", organizzato dal Comune di Mesagne, ASD Mens Sana Mesagne, domenica 29 maggio dalle ore 9:00 alle ore 12:00, promuove un incontro presso
il locale palazzetto dello sport sul tema “Il basket delle regole”. Sarà un momento di aggregazione tra i bambini con giochi, staffette e mini partite all’insegna del rispetto delle regole per una sana crescita, non solo dal punto di vista ludico. Interverrà l’arbitro di serie A Caforio Angelo che metterà in evidenza l’importanza del rispetto delle regole nella pratica sportiva così come nella vita quotidiana. Inoltre sarà presente all’evento Daniele  Magrì, ex mensanino e attualmente atleta della Dinamo Sassari in serie A Baaket in carrozzina. A tutti i partecipanti, al termine della manifestazione, sarà consegnata una medaglia a ricordo dell’evento alla presenza delle autorità cittadine.

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E’ tutto pronto, a Carlantino, per il ritorno in grande stile della “Festa della Madonna della ricotta”. Domenica 29 maggio, dopo tre anni di stop, il paese che affaccia sulla diga di Occhito potrà celebrare una delle sue tradizioni più antiche, indissolubilmente legate ai vecchi riti della transumanza.

A Carlantino, per far pascolare e rifocillare le proprie greggi gratuitamente, senza pagare nulla ai proprietari terrieri, giungevano pastori dall’Abruzzo, dal Molise e dalle regioni del Centro Italia. Portavano le loro pecore su Monte San Giovanni. Ai piedi dell’altura, sorge la Chiesa dedicata alla Santissima Annunziata. I pastori, come segno di ringraziamento, prima di lasciare la generosa e ospitale terra di Puglia, rendevano omaggio alla Madonna lasciando in offerta latte, formaggi, ricotta. Consuetudine e ricorrenza che, ogni anno, Carlantino ricorda celebrando colei che nell’immaginario popolare da Santissima Annunziata si è trasformata in “Madonna della ricotta”. “E’ una festa molto importante per i cittadini – ha dichiarato Graziano Coscia, sindaco di Carlantino – perché rappresenta la nostra civiltà contadina, le nostre radici più profonde. La festa racconta usi, costumi e consuetudini della nostra terra, ricca di storia, di sapori e di fede autentica”.

Carlantino renderà ancora una volta omaggio alla Vergine che vegliava sul cammino di uomini e animali permettendo agli uni e agli altri di compiere il proprio tragitto di transumanti alla ricerca di buoni pascoli.

I solenni festeggiamenti in onore della Beata Vergine della Santissima Annunziata inizieranno alle ore 8,30 quando il parroco di Carlantino, don Ivan Clemente, darà il via alla rievocazione storica della produzione della ricotta. In numerosi stand, pastori e contadini lavoreranno il latte per trasformarlo in formaggio, mozzarella e ricotta. Ai visitatori e ai cittadini, saranno mostrate una per una tutte le fasi di trasformazione del latte. A fare da sfondo la musica della banda “Città di Airola”, il famoso complesso musicale beneventano. Alle ore 11 sarà celebrata la Santa Messa in onore della Madonna, seguita dal Regina Coeli e dalla supplica alla Vergine Santa.

In serata, alle ore 19, la solenne Processione per le vie del paese accompagnata dalle autorità politiche e religiose. A seguire, la cover band di Claudio Baglioni che si esibirà nello spettacolo “Strada facendo”. Seguirà uno spettacolo pirotecnico.

La “Festa della Madonna della Ricotta” avrà il suo prologo venerdì 27 maggio quando, alle ore 18, nel parco giochi dell’asilo comunale, i bambini saranno travolti dal magico mondo dei burattini con lo spettacolo “Le avventure di Peter Pan”.

 Si svolgerà sabato 28 maggio, dalle ore 14.00, presso il palazzetto del Liceo Scientifico di Mesagne, il 1^ Torneo di Ginnastica Ritmica “Città di Mesagne” e il Trofeo Festa della Ritmica.

L’evento promosso dal Comitato Territoriale di Brindisi del Centro Sportivo Italiano, ha il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Mesagne, del Comitato Regionale del CSI Puglia e rientra nelle attività del progetto “Insieme per lo Sport” finanziato dalla Regione Puglia Assessorato allo Sport.

Saranno​ circa 200 le​ginnaste, provenienti dalla provincia di Brindisi e Lecce,​ che scenderanno in pedana​ in forma singola, a coppia e per squadra e che si esibiranno davanti al tavolo dei giudici guidato da Silvia Lapomarda. Diverse le specialità che saranno portate in campo dalle ginnaste.