Redazione

Fasano. Il 70% delle calette sarà lasciato alla libera fruizione e l’iniziativa privata si concentrerà nelle zone più impervie. Il sindaco Zaccaria: «La costa è patrimonio di tutti, nostro dovere è preservarla».

La maggior parte della costa sarà lasciata alla libera fruizione. Le calette sabbiose continueranno ad essere libere, come già accaduto in questi anni. L’iniziativa privata si concentrerà nelle aree più impervie e la concertazione con il territorio sarà il faro che guiderà la programmazione. Perché la costa è patrimonio di tutti.

È stato adottato ieri in giunta il Piano comunale delle Coste del Comune di Fasano che si fonda su due principi: libera fruizione e progettazione condivisa con la comunità.

Il percorso che ha portato all’adozione del piano è stato articolato in più fasi e si è arricchito di una fase preventiva di partecipazione, aggiuntiva a quella stabilita per legge (che è prevista solo successivamente all’adozione in giunta). Come già accaduto fino ad oggi, cittadini, associazioni, operatori del settore, potranno inviare osservazioni, suggerimenti, proposte di modifiche che verranno valutate per costruire un piano che risponda alle esigenze di tutti.

Il principio guida del nuovo piano è quello di un rapporto «sbilanciato» a favore della libera fruizione (70%) rispetto all’iniziativa privata (30%). «La costa è patrimonio di tutti – dice il sindaco Francesco Zaccaria – lo abbiamo sempre sostenuto e ogni giorno ci battiamo per realizzare concretamente questa convinzione. Il nostro piano coste preserverà la bellezza del nostro mare, riservando le calette sabbiose e facilmente accessibili, alla libera fruizione di tutti. L’iniziativa imprenditoriale privata si concentrerà nelle aree più impervie dove è difficoltoso arrivare. Continuiamo il percorso di partecipazione e chiediamo alla comunità di intervenire con consigli e suggerimenti affinché le esigenze di tutti possano essere valutate. Ringrazio l’attuale assessore a Demanio e Porti Luana Amati e l’ex assessore delegato Giuseppe Galeota che hanno seguito l’iter che ha portato all’adozione del piano insieme ai dirigenti del Comune Antonello Carrieri e Leonardo D’Adamo. Ora si apre la fase della partecipazione: cittadini, associazioni, operatori del settore potranno proporre modiche e suggerimenti che verranno valutati dalla struttura nell’ottica di quella che è la volontà di tutti: prendere a cuore il nostro territorio e lavorare, ciascuno nel proprio ruolo, per preservarne l’autenticità e la bellezza»”.

Si terrà oggi alle ore 19,00, presso le sale di Tenuta Moreno, il meeting "I campioni dello sport" organizzato da Bruno Morobianco, promotore finanziario con l’hobby del giornalista. Si tratta della seconda edizione di questo tipo di evento organizzato da Morobianco in collaborazione con la testata giornalista “Il Gazzettino di Brindisi”. Ospite d’onore della serata sarà il giornalista fiorentino Massimo Lopes Pegna, corrispondente per oltre 30 anni da New York per la celeberrima Gazzetta dello Sport, ora in pensione che dialogherà con Arnaldo Travaglini, già capo servizio della Gazzetta del Mezzogiorno. Un’amicizia nata nella sala stampa degli “Us Open 2017”, quando Bruno Morobianco seguì lo slam americano per la redazione di Ubitennis. L’occasione sarà quella di conoscere dalla prospettiva del giornalista della rosea, tanti aneddoti e curiosità, su alcuni dei tanti dei più famosi atleti statunitensi da lui intervistati durante la sua permanenza americana. La vita di Massimo è stata sempre nello sport. Fin da ragazzino ha coltivato questa sua passione affacciandosi a Radio Firenze 200 per ascoltare le varie trasmissioni sportive.

Ad aiutarlo un giovane Carlo Conti, suo compagno di scuola, che allora era uno dei dj della radio fiorentina. Nonostante un lavoro sicura alla Fondiaria Massimo decise di abbandonare tutto e andare in America per inebriarsi nella capitale dello sport: Brooklyn. Così dalla Grande Mela è arrivato a Mesagne per raccontare i segreti dei più grandi uomini sportivi che ha incontrato nella sua carriera. Gli ospiti del meeting, per stemperare l’attesa dell’inizio, potranno degustare i vini salentini commercializzati all’estero dall’azienda brindisina “Quaranta” insigniti con la medaglia d’oro al “25th Berlin WineTrophy”. Per chi non potesse partecipare in presenza, sarà possibile seguire la manifestazione tramite la diretta social sulla pagina Facebook del Gazzettino di Brindisi.

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Il conto complessivo della TARI che i mesagnesi dovrebbero versare alle casse dell’erario comunale per il 2021 è di euro 4,7 milioni (ml). Il servizio di raccolta e smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani è costato invece 6,2 milioni di euro (dato certo da consuntivo). Come mai c’è questa clamorosa differenza? E’ successo qualcosa di straordinario da far sballare le previsioni di 1,5 ml di euro?
 
No! Non è successo niente. Era già tutto previsto. Il Piano Economico Finanziario (PEF) approvato dal Comune di Mesagne nel bilancio di previsione per il 2021 (30 dic. 2020) era giusto appunto di 6,2 ml di euro, tanto valeva e vale il costo del servizio. E allora? Allora succede che cinque mesi dopo, l’ARERA/AGER ciò l’organo di controllo che ha il mandato di legittimare o rimodulare i costi del servizio dice e delibera che i cittadini di Mesagne, per questo tipo di servizio, non possono e non devono spendere oltre i 4.7 ml di euro. Così è se vi pare!
 
Il Comune, con sommo gaudio, rimodula il piano tariffario su questa cifra che consente raggiungere l’agognato traguardo amministrativo di non aumentare la pressione fiscale. E il resto dei soldi chi ce li mette? Si vedrà.
 
Il senso con cui andrebbe colta la delibera dell’ARERA/AGER è quello di prendere atto, con un metodo di calcolo complicato ma ineccepibile (MTR), che i costi del nostro servizio sono sovradimensionati e che il Comune farebbe bene a rinegoziare (semmai fosse possibile) il capitolato d’oneri, farebbe bene ad aumentare i contributi CONAI, gli introiti derivanti dalla vendita delle frazioni secche e a cercare (semmai ci riuscisse) ad abbattere i costi di smaltimento. Ma tutto ciò è molto complicato, sarebbe come scalare la montagna a piedi nudi, molto più semplice trovare 1,5 ml di euro e pagare la differenza.  
 
Ma chi paga la differenza di un milione e mezzo di euro? Non certo il contribuente che ha già versato quel che è stato richiesto. Non può farlo il Comune perché - come è arcinoto a tutti - questo servizio deve essere interamente coperto dalla TARI cioè dai cittadini-contribuenti. E allora? Vediamo le risposte ricevute a questa domanda in Consiglio Comunale dai funzionari e dal sindaco che ha trovato le nostre osservazioni sciocche e risibili.
1) “Ove si riscontri uno sbilanciamento tra costi e ricavi nell’esercizio in corso l’ente può conguagliare il ruolo a carico dei contribuenti. Noi abbiamo ricalcolato con la quarta rata il saldo 2021” Se così fosse stato sulla quarta rata avremmo dovuto avere un aumento spropositato, invece nella stragrande maggioranza dei casi, ci risulta che la quarta rata vale quanto le prime tre
2) “Abbiamo preso i soldi in più dal recupero dell’evasione in modo che finalmente in questa città paghiamo tutti e tutti paghino meno”. Non ci risulta che ci sia stato un corposo aumento della riscossione dei vecchi ruoli di evasione TARI (valutazione confermata anche dai Revisori) e anche se ci fosse stata quei soldi non si possono utilizzare per abbassare la tassazione corrente perché sono residui attivi che il Comune deve cercare di incassare a ristoro delle anticipazioni già versate.
3) “Abbiamo aumentato l’imponibile con la ri-perimetrazione delle unità immobiliari scovando gli abusi e le false dichiarazioni”. Bene questo si può fare ed ha prodotto un introito supplementare di 300.000 euro circa.
4) “Abbiamo recuperato 450.000 euro da un avanzo vincolato del 2020 non speso (fondone?)”, soldi probabilmente legati alle provvigioni COVID della prima ondata . Questa procedura secondo noi è opinabile e comunque può valere “una tantum”
5) “250.000 euro circa sono stati stornati da un fondo di riserva “ neanche questo a rigor di logica si potrebbe fare.
 
A DOMANDA SEMPLICE RISPOSTA COMPLESSA. 
 
La cosa ancor più inquietante è che questo gap di 1,5 ml fra piano tariffario e costo effettivo del servizio è destinato a ripetersi per i prossimi 4 anni giacchè abbiamo già deliberato che la TARI non aumenta così come verosimilmente non diminuirà il costo del servizio.
 
Sembrano ritornati i tempi della finanza creativa. Ma va bene così! A noi contribuenti non poteva andare meglio, noi per i prossimi anni pagheremo la stessa cifra e i soldi in più che serviranno per coprire le spese ce li ha metterà il Comune sich!!!(come se il Comune fosse altro da noi – doppio sich!!).
 
MOVIMENTO LIBERO & PROGRESSISTA

Un incidente stradale si è verificato pochi minuti fa sulla provinciale per San Donaci all'incrocio con la circonvallazione, dove due auto, per cause ancora in fase di accertamento, si sono scontrate è una è uscita fuori strada. Fortunatamente non ci sono Stati feriti. Sul posto sono giunte le pattuglie della polizia locale. 

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Rientro con non pochi disagi per gli italiani che hanno scelto di trascorrere qualche giornata di relax in Puglia. Il volo Brindisi Milano Ryanair FR3415, nella giornata di oggi, martedì 14 giugno, ha riportato 3 ore e 28 minuti di ritardo, rispetto a quanto inizialmente previsto.

I passeggeri, quindi, sono stati costretti a trascorrere l’intera mattinata all’aeroporto di Brindisi, atterrando a Milano Malpensa solamente alle 13:08, quando il volo doveva partire alle 08:40.

Un disservizio che portato non pochi disagi per i passeggeri desiderosi di raggiungere Milano, che, però, grazie all’assistenza gratuita di ItaliaRimborso, possono ottenere 250 euro come compensazione pecuniaria. Sembra che il ritardo, infatti, sia dovuto a problematiche della compagnia aerea ed il team legale sostiene che ci possano essere gli estremi per l’applicazione del Regolamento Comunitario 261/2004.

Per contattare ItaliaRimborso è possibile farlo segnando direttamente il disservizio con il form presente nel sito italiarimborso.it.

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Il WWF Brindisi ha donato al Consorzio di Torre Guaceto la strumentazione che aiuterà il personale dell’area protetta ad avvistare possibili incendi e a realizzare il primo intervento. Il commento dall’associazione: “Dobbiamo impegnarci tutti per difendere la riserva, ognuno può metterci del suo”. 

Nella mattina di oggi, si è festeggiata la consegna ufficiale delle tute ignifughe, degli attrezzi per l’intervento e per l’avvistamento degli incendi acquistate dal WWF Brindisi grazie al sostegno della chiesa Valdese. 
Quello dell’attivismo per la prevenzione e la limitazione dei roghi dolosi nell’area protetta è un tema che sta da sempre a cuore al WWF. Negli anni ’90, in tempi nei quali il ministero dell’Ambiente non aveva ancora istituito la Riserva Naturale dello Stato ed il Consorzio di Gestione non era nato, il WWF fu il primo ad impegnarsi per tutela di Torre Guaceto. 
“I campi di volontariato che l’associazione organizzava in riserva – ha raccontato Giovanni Ricupero, membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio in quota al WWF Italia -, nacquero per presidiare la costa e prevenire atti incendiari”. 
Da qui, la volontà oggi di sostenere il Consorzio nell’attività di monitoraggio dedicata. 
“Lo scorso anno abbiamo ottenuto un finanziamento dalla chiesa Valdese per la realizzazione dei campi di volontariato ed attività di tutela dell’ambiente – ha spiegato Giuseppe Devita, presidente del WWF Brindisi -, così abbiamo deciso di destinare le somme derivanti dal 8 per mille devoluto alla chiesa Valdese e poi destinato in parte ai nostri progetti, in azioni concrete per la protezione di Torre Guaceto. E’ importante che la rete di tutela della riserva sia sempre più ampia e forte, dobbiamo impegnarci tutti per difenderla, ognuno può metterci del suo e noi ci siamo, anche attraverso questa donazione”. 
Il legame tra il WWF, i suoi attivisti e l’area protetta è indissolubile. 
“Ringrazio il WWF, non solo per il grande contributo che da in qualità di socio dell’ente, ma anche per l’impegno personale profuso sul campo dal presidente e dai volontari dell’associazione di Brindisi – ha commentato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio -, sapere di avere sempre un solido alleato nella lotta quotidiana per la tutela della riserva e la sensibilizzazione della nostra comunità, ci rincuora e gratifica”.

“La possibilità di una morte dolce e serena per malati terminali si può garantire anche con legge regionale. E questo in aderenza alla sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019, poiché in quella decisione c’è il dovere del servizio sanitario pubblico di prestare l’assistenza e l’aiuto necessari per malati terminali o cronici alla condizione che siano capaci di assumere decisioni libere, consapevoli e abbiano espresso autonomamente e liberamente la volontà di accedere alle prestazioni e ai trattamenti, con le modalità e gli strumenti più consoni alle condizioni cliniche; siano affette da patologie irreversibili; siano tenute in vita con trattamenti di sostegno vitale; si trovino in condizione di sofferenze fisiche e psicologiche assolutamente intollerabili.
Lo scopo della legge, infatti, consiste nell’assicurare un congedo dalla vita senza dover subire il medesimo destino solo aggravato da un processo più lento e doloroso per se e per le persone che gli sono care. Speriamo ora in un’approvazione rapida”. 

Lo dichiara il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati, promotore e primo firmatario della proposta di legge regionale in materia di “Assistenza sanitaria per la morte serena e indolore di pazienti terminali”. 
La proposta di legge è stata anche sottoscritta dai consiglieri regionali Filippo Caracciolo, Francesco Paolicelli, Michele Mazzarano, Ruggiero Mennea, Paolo Campo, Enzo Di Gregorio, Donato Metallo.

“Chi legifera non può pensare a sé o alla sua opinione ma alla libertà che la sua legge realizza per gli altri. E ciò vale molto di più nelle materie In grado di Interpellare morale e coscienza, come il fine vita, e per tenersi lontani dalle tentazioni statolatriche o da stato etico. Detto ciò, quale premessa culturale per riaffermare il metodo della laicità negli stati liberal-democratici, la proposta di legge ha come fondamento giuridico, anche con riferimento a tutte le questioni d'attribuzione della competenza a legiferare in sede regionale, la sentenza della Corte costituzionale n. 242 dei 2019. Il tutto, ovviamente, nell'attesa di una norma statale in grado d'introdurre una normativa eventualmente innovativa.
Infatti, la sottrazione dall'alveo della penale responsabilità della condotta di aiuto al suicidio in presenza di determinate condizioni e fatto salvo il diritto di obiezione di coscienza, fa scaturire - anche in termini di rispetto della dignità della persona umana - li dovere delle strutture sanitarie e del personale sanitario di prestare tutta la più adeguata assistenza per conseguire uno scopo, la morte, fonte di minore afflizione e sofferenza rispetto ad ogni cura. 
Così posta la questione e riaffermando la competenza concorrente delle Regioni in materia di tutela della salute, emerge dunque l'obbligo per le strutture sanitarie, la cui gestione avviene com'è noto a livello regionale, di fornire il livello di assistenza riveniente dall'applicazione di norme statali, così come derivate da un giudizio di costituzionalità con cui è stata ampliata la sfera di non punibilità di una condotta (art. 580 Codice penale) e perciò aggiungendo una nuova prestazione assistenziale a carico del servizio sanitario.
La sentenza additiva di prestazione della Corte costituzionale risulta peraltro bilanciata anche con riferimento all'articolo 81 della Costituzione, poiché la nuova prestazione è abbondantemente coperta dai Livelli essenziali di assistenza sia nella prospettiva delle cure comunque necessarie previste per i malati terminali e cronici, sia per la sua assimilabilità sotto il profilo meramente finanziario alle cure palliative”.

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Perché il neonato è senza denti? Perché i denti cadono e poi ricrescono? Perché i batteri della carie preferiscono gli zuccheri alle proteine? Sono solo alcune delle mille domande rivolte dai bambini alla dottoressa Maria Costantina Putignano, specialista odontoiatra presso il Poliambulatorio di San Pancrazio salentino, che per la Asl Brindisi ha curato anche quest'anno il progetto di promozione della salute orale "0-20-32 Splen-denti".

Si tratta del programma di prevenzione dentale rivolto all'infanzia, che ad ogni edizione coinvolge migliaia di bambini in tutta la Puglia, in base ad un protocollo d'intesa siglato fra Regione, ufficio Scolastico e Asl.  Un titolo dal sapore quasi fantascientifico, in cui in realtà i numeri indicano la necessità che la salute di denti e bocca venga seguita accompagnando tutte le tappe della dentizione: da 0 a 32 denti.

In provincia di Brindisi il progetto si è snodato attraverso una serie di incontri che hanno coinvolto 26 classi (terze, quarte e quinte elementari) in quattro scuole, scelte fra quelle più periferiche: Casale, Perrino, Paradiso nel capoluogo, Giovanni XXIII a Fasano. In tutto, 486 studenti che hanno assistito a vere e proprie lezioni di salute orale, adattate naturalmente all'età dei piccoli partecipanti. Sono stati toccati temi come la pulizia dei denti e delle gengive, ma anche l'ortodonzia correttiva di malformazioni, i fattori di rischio, la corretta alimentazione. Obiettivo dichiarato: trasmettere, sin dalla tenera età, le conoscenze basilari per ridurre le cattive abitudini e di conseguenza il numero di interventi correttivi e restaurativi in pazienti anche molto piccoli.

Gli incontri si sono svolti in presenza, dopo la pausa forzata dell'anno scorso: a causa del Covid, infatti, nell'anno scolastico 2020-21 le lezioni si erano tenute a distanza, tramite collegamenti digitali.

"Vorrei esprimere un sincero ringraziamento - ha dichiarato la dottoressa Putignano - ai dirigenti scolastici ed ai maestri per la partecipazione e l'interesse dimostrati; è senz'altro un ottimo auspicio per collaborazioni future".

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L’aumento dei prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina costerà nel 2022 alle famiglie pugliesi oltre 420.000 milioni di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione che colpisce soprattutto le categorie più deboli. E’ quanto emerge dalle stime elaborate dalla Coldiretti Puglia sugli effetti dei rincari nel carrello, sulla base dell’elaborazione dei dati Istat sui consumi dei pugliesi e dell’andamento dell’inflazione nei primi cinque mesi dell’anno.   

A guidare la classifica dei rincari c’è la verdura che quest’anno costerà complessivamente alle famiglie del tacco d’Italia 95 milioni di euro in più – sottolinea Coldiretti Puglia - e precede sul podio pane, pasta e riso, con un aggravio di 81 milioni di euro, e carne e salumi, per i quali si stima una spesa superiore di 74 milioni rispetto al 2021. Al quarto posto la frutta, continua Coldiretti Puglia che stima un aumento di 44 milioni di euro, precede il pesce con 36 milioni, latte, formaggi e uova (34 milioni) e olio, burro e grassi (27 milioni). Seguono con esborsi aggiuntivi più ridotti le categorie “acque minerali, bevande analcoliche e succhi”, “zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci”, “caffè, tè e cacao” e “sale, condimenti e alimenti per bambini”.

L’aumento dei prezzi colpisce prodotti base della dieta dei pugliesi, mettendo in difficoltà soprattutto le categorie più deboli e aggravando una situazione che – nota Coldiretti Puglia – che vede oltre 210mila persone in una condizione di povertà. Per effetto della guerra e dei rincari energetici è destinato, infatti, ad aumentare il numero di quanti non riescono più a garantirsi un pasto adeguato che rappresentano la punta dell’iceberg della situazione di crisi in cui si trova un numero crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – rileva la Coldiretti regionale – ai pacchi alimentari, anche per la crisi generata dalla pandemia.

Tra i nuovi poveri – continua la Coldiretti Puglia – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate o danneggiate dalle limitazioni rese necessarie in due anni di pandemia.

Contro la povertà – ricorda la Coldiretti regionale – è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire proprio dall’esperienza della Spesa sospesa di Campagna Amica grazie alla quale sono stati raccolti in Puglia oltre 700mila chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, donati ai più bisognosi.

Verdura

95.000.000

Pane, pasta e riso

81.000.000

Carni e salumi

74.000.000

Frutta

44.000.000

Pesce

36.000.000

Latte, formaggi e uova

34.000.000

Olio, burro e grassi

27.000.000

Acque minerali, bevande analcoliche e succhi

14.000.000

Zucchero, confetture, miele e dolci                                

6.000.000

Caffè, tè e cacao   

5.000.000

Sale, condimenti e alimenti bambini                                                                                          

4.000.000

* Stime elaborate da Coldiretti Puglia su fonte dati Istat.

SCARICA A FONDO PAGINA IL FILE IN PDF DELLA CLASSIFICA OVERALL 2022.