Uil pensionati: l’Italia si prepari al dopo Coronavirus

Aprile 14, 2020 1183

uil pensionati e ada in ospedaleIn occasione della Donazione ADA (Associazione per i diritti degli Anziani) alla Direzione Sanitaria dell’Ospedale Perrino di Brindisi

di tre televisori e due Tablet: Un ringraziamento al presidente dell’ADA Nazionale Alberto Oranges.

Il Papa, in questi giorni pasquali, ha raccomandato “tutti noi” di rispettare il Diritto della Speranza. In Italia il dottor Piero Di Lorenzo ha creato a Pomezia il “Vaccino Covid -19”, che già a settembre sarà usato per vaccinare personale sanitario e Forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole.

Terminerà il vuoto assoluto che è in noi, per riconvertirsi in fiducia alla vita, alla speranza e al vivere “restando a casa” senza “differenziazioni territoriali”.

Oggi stiamo superando la prima fase emergenziale, la Uil e la Uil pensionati di Brindisi “Stu Appia Antica” ritengono opportuno che l’Italia si prepari al dopo Coronavirus.

La domanda è “come si tornerà alla normalità?”.

La proiezione è legata sicuramente al “sostegno affettivo”, a quello “ economico” e alla “paura – terrore”, data base del proprio allarme emozionale, che forse in un semplice “starnuto” potrebbe essere considerato possibile innesco di fifa e di contagio. Questo richiederà nuova conoscenza culturale d l’uso di una diversa informazione di comportamenti relazionali da gestire, oltre a lavoro anche in casa, con sensazioni non afflittive, dovute alla cultura repressiva vissuta in questi giorni.

Occorre quindi, sostenere sin da oggi l’offerta di sostegno di un cammino verso una rinnovata empatia in famiglia, con gli amici, con i colleghi e i collaboratori nei luoghi di lavoro e nei confronti di chi ci sta vicino.

Questo, secondo il sindacato dei pensionati, dà conforto a predisporre un piano di azione creativo che metta al centro le priorità di rilancio del Paese per accelerare il potenziale dei comparti creativi dei settori industriali, commerciali, agricoli, turistici e culturali che potrebbero rappresentare il vantaggio competitivo delle nostre aziende nel mondo.

Un paese che cambia, ha bisogno di crescere insieme, di programmare obiettivi e progetti da costruire insieme ai cittadini per avviare nuove vitalità, investire nel territorio, cambiare Brindisi e crescere in Puglia e con l’Europa e confrontarci sui pilastri dell’Industria, dell’ Agricoltura, Sanità, Ambiente, Sviluppo economico e dare futuro ai giovani.

Brindisi è una città che ha una storia antica; ha bisogno di non deludere il suo vissuto e confermare le sue certezze cui i cittadini sono legati e sui cui vogliono migliorarsi.

In sanità non è accettabile, in un momento cosi drammatico, essere riduttivi: per esempio in insufficienti posti di terapia intensiva o in reparti di qualità rispetto al bacino di utenti e agli altri territori regionali.

Questa risponde in una vera resilienza di modelli di sviluppo che già nel passato erano considerati sbagliati, perché hanno considerato gli anziani, i più colpiti da questa epidemia, che fossero un numero e no delle persone che hanno trasmesso i loro valori nel difendere la Patria, nel ricostruire l’Italia dandole privilegio nel mondo e soprattutto a istruire i giovani, a educare la loro mente e i loro cuori oltre a essere ammortizzatori sociali quando si era in difficoltà socio-economica.

Anche dal punto di vista infrastrutturale si esige per la città un ruolo da protagonista anche per le piccole, medie e grandi aziende nel territorio. È opportuno che queste, “Enel, Sanofi, A2A, Agusta, Eni” facciano la loro parte nel dimostrare di avere un loro ruolo competitivo sulle nuove forme produttive, pronte a valorizzare gli stabilimenti brindisini attraverso nuovi investimenti che possano dare sbocchi economici e occupazionali ai giovani.

Non è possibile, secondo la Uil e i pensionati, accettare ancora il ritardo per il Piano Urbanistico Generale della città, dell’attivazione della Zes, di un piano agricolo, di un Piano industriale, dell’area portuale e del Turismo. Occorre uscire da questa narrazione di sofferenza che sembra essere chiusa in un’ortodossia surreale di focolai per il contagio del virus.

La banca europea ha messo in funzione altri 1000 miliardi, che insieme ai fondi strutturali, a quelli della Banca Italiana per la Creatività, al Fondo d’Investimento Strategico, al coinvolgimento delle Banche statali e a Invitalia potrebbero garantire anche sul fronte della semplificazione normativa, azioni da avviare nel breve periodo per accelerare i processi di ripartenza post emergenza dei nostri settori strategici.

Alle politiche dello scarto di questi anni, occorre rispondere con quelle del coraggio e dell’agire per ristabilire la centralità della persona, cosi come raccomanda la Costituzione, la migliore del mondo, rispettando le sue regole .

Solo in questo modo è possibile sconfiggere “la bestia terribile” del coronavirus che chiede al governo di superare l’infernale morte, senza distrosie o discordie, ma nel condividere, “tutti insiemi”, il tutelare la salute della popolazione e il garantire l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, come “diritto sociale inalienabile” in una prospettiva di umanizzazione della cura, la quale elimina la malattia e promuove il benessere e gli stili di vita sani.

L’emergenza coronavirus durerà ancora a lungo. Questa non è un’influenza e, quindi, non bisogna farsi illusione sullo spegnimento dei focolai e sul consolidamento dei contagi, poiché il suo indice numerico reale è sicuramente tre o quattro volte superiore ai dati diffusi.

Il nuovo cammino non chiede egoismi, individualismi e populismi. Per il sindacato serve una ripresa di condivisione nel dialogo anche a livello internazionale per fronteggiare “la terribile bestia” del coronavirus attraverso il supporto e l’integrazione del nuovo sistema sanitario nazionale sia nel “Piano base”: visite specialistiche, alta diagnostica, ticket sanitari e assistenza sanitaria telefonica come nel Piano CoVID a tutela del ricovero senza intervento, con intervento o in caso del tampone positivo.

La fiducia è nella fedeltà della responsabilità per il sistema stesso, indice di verità, impegno e promozione delle idee.

Questa dà risposte in difesa della “battaglia per l’umanità”: “fornendo approfondimenti nei diversi campi scientifici di virologia, epidemiologia, immunologia, percorsi per nuove diagnosi e trattamenti, sanità pubblica, dispositivi medici, intelligenza artificiale, comportamento sociale, gestione delle crisi”.

I medici sono stati costretti a collaborare negli ospedali, supportati solo da un protocollo di triage, linea guida a individuare le fasce più vulnerabili della popolazione, malati oncologici, anziani, migranti, senza tetto che hanno, in questo momento, ulteriori difficoltà di accesso ai Servizi del Sistema Sanitario Nazionale.

L’emergenza coronavirus non si combatte attraverso le bufale territoriali. “Non ci si può sottrarre da chi ha gestito la sanità lombarda negli ultimi 20 anni”, un modello solo appariscente che oggi è reo di migliaia di morti, però fino a ieri appariva ”Salvatore” della sanità pubblica mentre si arricchiva rubando “il diritto alle cure “ ai concittadini del Sud.

Oggi l’Italia si trova in una situazione di emergenza inattesa e impensata.

L’imprevisto induce a orientarsi verso un modello di sanità, non più orticello territoriale ma solidale, condivisibile nazionale, capace a diradare la nebbia e a far luce a garantire la centralità del Diritto alla Salute, equa, di qualità e non più “concetto di classe” dominio privato della borghesia nazionale.

Serve una “sanità che curi”. Era inevitabile anche alla presenza di un’ingiustizia sociale e in assenza di una convincente voce di un governo “rappresentanza di sanità nazionale”, che l’ammalato e i suoi familiari trovassero rifugio in quella privata e gli scontenti premiassero la loro demagogia.

Lo tsunami Covid – 19 svuoterà il regionalismo del Diritto alla Salute nella riconversione di quello nazionale al Diritto di cure come Bene comune ed equo per tutti: un valore, oggi difeso, da medici e operatori sanitari.

I partiti politici mirano al “populismo” o al “sovranismo”. Rimane l’impressione che fosse mancato, forse fino a ieri, il concetto di politica “educante nei valori” che sapesse parlare all’intelligenza della gente e non ai piedi o all’istinto pervasivo.

Rimane un concetto d’idea condiviso nell’impegno di essere “strumento innovativo di valori”, espansivo di progetti per il Bene Comune e non focolaio di morte di Anziani nelle RSA o di medici e operatori sanitari, che erano protetti solo da semplici guanti e mascherine.

Il segretario della Uil pensionati di Brindisi “Stu Appia Antica”         Il segretario della Uil di Brindisi

                       Tindaro Giunta                                                                     Antonio Licchello