Redazione

 

Dati del giorno: 21 aprile 2022

5.860
Nuovi casi
29.069
Test giornalieri
11
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.133
Provincia di Bat: 295
Provincia di Brindisi: 628
Provincia di Foggia: 711
Provincia di Lecce: 1.094
Provincia di Taranto: 907
Residenti fuori regione: 71
Provincia in definizione: 21
102.444
Persone attualmente positive
589
Persone ricoverate in area non critica
37
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.024.328
Casi totali
10.333.104
Test eseguiti
913.683
Persone guarite
8.201
Persone decedute
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Lo sport sanvitese si appresta a celebrare domenica 24 aprile alle ore 11, alla presenza del Presidente della FIGC Puglia Vito Tisci, il tributo sportivo al giocatore biancoverde Francesco D'Ignazio.
23 anni fa l’esordio con la maglia del San Vito, quando aveva appena 17 anni. Oggi ne ha 40 e rappresenta un esempio di correttezza, professionalità e passione, in campo e fuori. Domenica prossima, in occasione della 25a giornata di campionato, la massima carica calcistica di Puglia premierà il calciatore Francesco D'Ignazio per questo prestigioso traguardo: 500 partite ufficiali indossando (per ben 23 anni!) un'unica maglia, quella biancoverde dell'US San Vito. Un dato che ha dell’incredibile per un atleta, in qualunque sport di squadra. Infatti, nell’epoca in cui i calciatori‐simbolo sono una merce sempre più rara, Francesco rappresenta una vera e propria bandiera per tutto lo sport locale e ciò dal secolo scorso (a dire il vero dal...millennio scorso!!!). Infatti ha esordito nel lontano 3 ottobre 1999.
Quindi l’appuntamento è al campo sportivo E. M. Citiolo di San Vito dei Normanni per domenica 24 aprile (ore 11) per festeggiare tutti insieme, in campo e sugli spalti, Francesco D’Ignazio, protagonista di questo evento “unico” per lo sport sanvitese.

Oltre 7mila giovani in Puglia hanno scelto di costruirsi un futuro da imprenditori agricoli investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo alle vendite dirette fino alle bioenergie e all’economia green, tanto che nascono in media 18 nuove imprese giovani al giorno.  E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base del rapporto del Centro Studi Divulga, in occasione degli Oscar Green, il salone dell’innovazione per salvare il clima, combattere gli sprechi e inventarsi il lavoro, alla vigilia della Giornata mondiale della Terra.

Con la crisi provocata dall’emergenza sanitaria e gli effetti della conflitto in Ucraina, il settore agricolo è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni – segnala Coldiretti Puglia - con le aziende condotte da giovani che si sono dimostrate anche le più resilienti, con un aumento medio dei redditi del 5,9%, mentre quelli delle aziende over 35 sono diminuiti dell’1,3%.

In piena pandemia Covid cresce solo il numero di giovani agricoltori con un incremento dell’8% negli ultimi cinque anni – aggiunge Coldiretti Puglia - in netta controtendenza rispetto al dato generale degli imprenditori under 35 che crollano dell’11% nello stesso periodo, dall’industria al commercio fino all’artigianato.

Una svolta green che ha portato al lavoro nelle campagne pugliesi un esercito di 7mila imprese in Puglia che ha di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

E’ soprattutto grazie a questa svolta green che l’Italia è diventata leader in Europa per numero di giovani imprese agricole, che sono peraltro anche più brave dei colleghi Ue se si considera che il valore della produzione generato dagli under 35 nostrani è pari a 4.964 euro ad ettaro, oltre il doppio dei giovani agricoltori francesi (2.129 euro/ettaro). Ancor più marcata la differenza con la Spagna (2.008 euro/ettaro). Dietro anche i tedeschi (3.178 euro a ettaro). Nel complesso, la produzione standard generata per ettaro coltivato dai giovani in Italia è poco meno del doppio della media europea (2.592 euro a ettaro), secondo il rapporto del Centro Studi Divulga.

Il maggior appeal del lavoro in campagna si riflette anche sule scelte scolastiche. Un profondo cambiamento di cui al boom di iscrizioni degli studenti degli istituti professionali in Agricoltura, Sviluppo Rurale, Valorizzazione dei Prodotti del Territorio e Gestione delle Risorse forestali e montane si aggiunge peraltro quella le presenze all’indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria degli istituti tecnici, in aumento del 17%.

“La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo” afferma la leader dei giovani della Coldiretti Puglia, Benedetta Liberace nel sottolineare che “occorre ora sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne, abbattendo gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono”. La burocrazia – conclude la Coldiretti Puglia – sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa contrastando anche le opportunità che possono generarsi attraverso i Bandi del Programmi di sviluppo rurale (Psr).

L’ufficio Ecologia e Ambiente del Comune di Mesagne informa che, partire dalla tarda serata di domani, venerdì 22, aprile e fino alle prime ore del giorno successivo, l’intero territorio comunale sarà interessato dai programmati interventi di disinfestazione adulticida contro zanzare e mosche.

Si consiglia di:
• mantenere chiuse porte e finestre con affaccio diretto su strada;
• non lasciare animali domestici e biancheria nei giardini e sui balconi delle abitazioni;
• non conservare all’esterno frutta, verdura o altri generi alimentari.

Dalle alghe di mare che concimano la terra per compensare la carenza di quelli chimici determinata dalla guerra in Ucraina alla filiera etica contro il caporalato, sono le novità nate dai giovani innovatori della Puglia presentate a Roma agli Oscar Green dei giovani della Coldiretti alla vigilia della Giornata mondiale della Terra nel primo salone della creatività Made in Italy, con le rivoluzionarie novità ideate dai giovani nelle campagne per garantire l’autosufficienza alimentare ed energetica al Paese di fronte alla crisi scatenata dalla guerra.

Anti spreco, rispetto ambientale, solidarietà, innovazione nelle produzioni e recupero delle tradizioni sono i principi seguiti dai giovani agricoltori della Coldiretti per affrontare il presente e progettare il futuro con aziende innovative in grado di far crescere l’economia, offrire lavoro e difendere i territori.

Dalla terra al mare – continua Coldiretti regionale – in Puglia le alghe sono al centro di una rivoluzione green che le trasforma in “guerriere per l’ambiente” grazie alla loro capacità di assorbire l’anidride carbonica e poi essere impiegate come fertilizzanti naturali per le coltivazioni nei campi.

La solidarietà è uno dei cardini dell’agricoltura da Oscar della Coldiretti a partire dalla filiera etica per cui a San Severo in provincia di Foggia, i migranti di Casa Sankara Ghetto Out coadiuvati da Coldiretti Foggia hanno dato vita ai pelati della Terra della Libertà, una terra libera dallo sfruttamento e dal caporalato nelle campagne dove dal pomodoro lungo di Foggia sono stati prodotti i pelati che arrivano direttamente sulle tavole dei consumatori.coldiretti_Filiera_etica_del_pomodoro.jpg

 

I FINALISTI PUGLIESI DELL’OSCAR GREEN DI COLDIRETTI
 
 
CATEGORIA “FARE RETE”

 
CONCIMI GREEN DALLE ALGHE DEL MARE
Puglia - Valentino Russo (Taranto)
Le star sono le alghe che oltre a pulire il mare, non consumano suolo, non si nutrono di chimica e fanno da concime e biostimolanti per le piante grazie al progetto di conversione ecologica di Valentino Russo, prima divulgatore scientifico nei quartieri difficili, oggi imprenditore agricolo e protagonista di green economy. Le alghe sono la risposta della natura a condizioni climatiche estreme. Sono inseminate in laboratorio, poi immesse in mare, vicino agli allevamenti di pesci e ai filari di cozze, dove assorbono l’anidride carbonica, ritornano quindi in azienda per entrare nel bioreattore dove diventano biostimolanti per le coltivazioni agricole. L’acqua del mare è più pulita e le coltivazioni più sostenibili.

 

CATEGORIA “NOI PER IL SOCIALE”

FILIERA ETICA CONTRO IL CAPORALATO
Puglia - Papa Latyr Faye (Foggia)
Nasce in Puglia un progetto-comunità di lotta al caporalato, allo sfruttamento e ai ghetti. E’ Casa Sankara, costruita sull’esempio del giovane presidente del Burkina Faso che combatté la povertà e promosse la legalità. Gli alloggi sono stati realizzati grazie al progetto europeo Supreme di cui è capofila la Regione Puglia. Conta 400 alloggi a 500 persone sottratte dalla mafia del caporalato a cui sono affidati 16 ettari di terra. I barattoli di pomodori di Casa Sankarà sono i primi simboli del riscatto. Oltre alle assunzioni in aziende sane c’è la produzione in casa: dalla realizzazione degli impianti di irrigazione, alla coltivazione e cura dell’orto, fino al raccolto che oggi arriva a contare fino a 500 mila barattoli di pomodoro. Grazie ai progetti con Coldiretti chi è formato aiuta a formare gli altri. Si punta a un marchio della dignità da filiera etica che, dal seme, arriva al cibo buono.

Nota dei Consiglieri regionali del Gruppo 'Con Emiliano' Giuseppe Tupputi, Stefano Lacatena, Alessandro Delli Noci, Gianfranco Lopane e Alessandro Leoci.

“Sarà da pessimi politici, non abbandonars al ‘politichese’, ma abbiamo un po' di dimestichezza con i numeri ed è per questo che non possiamo stare in silenzio, leggendo alcune ricostruzioni fantasiose - per non dire altro - sulle iniziative legislative, a proposito del Piano Casa, promosse dal collega Lacatena. Ci riferiamo ad alcune dichiarazioni che tenterebbero di dare un colore politico ad una questione oggettiva, che affonda le radici nei fatti e nella realtà, come il divieto di monetizzazione degli standard”.

“Ebbene, parlare di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente o di efficientamento energetico o di ‘consumo del suolo zero’, è di destra o di sinistra? Sostenere che il verde pubblico, a titolo esemplificativo e non esaustivo, non sia barattabile, è di destra o di sinistra? Avere delle città che non soffocano sotto il cemento, che garantiscono vivibilità alle persone, è di destra o di sinistra? Francamente, non ci troviamo nulla di politico, è solo una questione che attiene alla visione di ognuno della città del domani”.

“Per noi, certi standard non si toccano e vanno assicurati ai cittadini, sebbene non si riesca, nel dibattito, a dar pace a questo criterio. Si tratta di parametri cha variano a seconda dell’intervento: un moltiplicatore che si applica in modo proporzionale (e non discrezionale) all’entità dell’opera, senza alcun criterio che possa anche lontanamente determinare una disuguaglianza di trattamento”.

“Peraltro, dispiace constatare che ci sia qualcosa che non va: coloro che vorrebbero cucire sulla questione un abito ideologico, sono gli stessi che - forse l’hanno dimenticato o, forse, erano distratti in aula - hanno votato l’emendamento di Lacatena, concorrendo alla sua unanime approvazione. Ciononostante, confermiamo da subito la nostra disponibilità a collaborare, perché è da sempre che sosteniamo la necessità di dotare la Puglia di una legge organica per la rigenerazione urbana semplificata e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”.

“Nel perimetro della concretezza e dell’analisi tecnica delle questioni, siamo certi che, superando le barriere tra destra e sinistra, potremo aderire al ‘partito del buonsenso’ che ci condurrà a soluzioni condivise”.

Preoccupa davvero tanto quello che sta accadendo rispetto al DPP, documento che di fatto dovrebbe riorganizzare l’intera città rispetto alle possibili occasioni di sviluppo. A preoccupare, infatti, è in primis un Pd che ha dato le chiavi dello sviluppo urbanistico della città (quindi, di fatto, le chiavi della città) ad una persona che oggi, secondo lo stesso segretario cittadino Cannalire, interpreta la carica di assessore «alla stregua di un hobby», così come preoccupa che secondo lo stesso Cannalire il Documento programmatico preliminare redatto sia «un libro dei sogni», con «più refusi che anima».
Borri sostiene dal canto suo che questo documento fosse pronto da anni e che fosse condiviso da Rossi.
Che sta succedendo allora?
PD e Rossi non hanno una visione comune?
Lo denunciamo da tempo e siamo convinti che a questa maggioranza sia sempre mancata un progetto integrato di città.
Adesso per fortuna se n’è accorto anche il Pd, che come ha fatto giustamente notare l’assessore Borri in un’intervista, poteva far presente da subito la propria contrarietà verso quel documento programmatico, senza far perdere alla comunità e alle forze politiche un anno appresso a commissioni consiliari inutili.
Ma dalle parole di Borri si evince inequivocabilmente un altro dato. Il professore, infatti, afferma che il sindaco «fortunatamente condivide il Dpp». Una frase pesante, che certifica come tra il Pd e il sindaco ci sia oramai una frattura profonda.
Più che chiedere la testa di Borri, allora, il Pd dovrebbe chiedere la testa di Rossi. Noi intanto diamo il benvenuto a queste forze politiche nel mondo reale.
 
Livia Antonucci, coordinatrice Forza Italia Brindisi

“In America la produzione di elettricità da eolico del 29 marzo ha superato per la prima volta quella da carbone e petrolio, raggiungendo assieme al gas la percentuale del 50 per cento. Da noi invece si arranca, con eolico al 4 per cento e fossili al 71 per cento, prendendoci il lusso di dire No alle rinnovabili, compresi i parchi eolici lontanissimi dalla costa e dunque quasi impercettibili, e alle nuove infrastrutture per il gas. Un oltraggio all’ambiente e un favore all’inquinamento e alle malattie”. 

Lo dichiara il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati. 

“L’Agenzia d’informazione per l’energia degli Stati Uniti ha pubblicato i dati della produzione americana di elettricità, da cui scaturisce un dato incoraggiante: il 29 marzo 2022, per la prima volta, la produzione elettrica da eolico ha raggiunto il 19 per cento, al secondo posto rispetto al gas naturale, al 31 per cento, e in vantaggio rispetto al carbone con il 17 per cento e le altre fonti, compreso il petrolio, attestate al 14 per cento. 
Sommando la produzione da gas e rinnovabili, le due fonti più pulite, si raggiunge la percentuale del 50 per cento. 
In Italia, invece, nella stessa giornata del 29 marzo, la produzione elettrica da eolico è stata al penultimo posto con il 3,7 per cento, preceduta dal geotermico con l’1,83 per cento. Meglio dell’eolico, se si può dire così, ha fatto l’idrico con il 5,2 per cento, il fotovoltaico con l’8,5 per cento, e l’autoconsumo da rinnovabili con il 9,7 per cento. Al primo posto, invece e manco a dirlo, le fonti fossili con il 70,96 per cento. 
Insomma, la via italiana al mondo green è lastricata da notevoli problemi. 
Le notizie americane sono invece altamente incoraggianti, in grado di fare piazza pulita di molti pregiudizi italiani. 
Sarebbe utile divulgare queste notizie a più non posso, per abbattere le resistenze e i pregiudizi italiani, portati avanti da alcuni cittadini rumorosi e da sparuti politici populisti, sulle rinnovabili e sul gas; e tutto questo per favorire processi di prosperità, sicurezza ambientale e pace. 
Certo, anche negli Stati Uniti ci sono contestatori, alcuni impegnati a sostenere che il rumore delle turbine causa difetti di nascita nei cavalli portoghesi, o che la caduta nel terreno delle turbine con rilascio di fibra di vetro sono in grado d’influenzare l’integrità del suolo o delle colture, oppure tumori; a ciò aggiungendo, solo per completezza d’informazione, l’effetto di alternanza ombra-luce creato sui muri degli edifici attraverso la rotazione delle pale e fonte di problemi psichici. 
Insomma, un campionario vasto di motivazioni assurde, che però non hanno distolto gli Stati Uniti dalla grande missione ambientale. 
Per fortuna da noi le motivazioni del dissenso non sono così apparentemente illogiche e ridicole, ma solo perché il No-a-tutto è di natura politica e cerca di mimetizzare, dietro un ecologismo inquinante, la rivincita di narrazioni fallite. Ma tali motivazioni, come tutto ciò che si presenta in modo subdolo, sono addirittura più pericolose e dannose per il progetto di transizione ecologica. 
Auspico pertanto che il Governo nazionale faccia tutto il possibile per superare il grave stallo che stiamo attraversando su rinnovabili e gas”.

Di seguito, una nota del  capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo,  che replica al collega consigliere del Pd Fabiano Amati.

“Opposizione di governo o di minoranza purché opposizione: ecco perché considero il collega del Pd, Fabiano Amati, un valido alleato. La teoria dei binari convergenti e paralleli, in fondo, regge bene sia pure con qualche défaillance e distonia. E’ logico e legittimo avere convincimenti divergenti con riguardo al problema delle liste di attesa e alla responsabilità dell'ALPI, ma le sue teorie divergono non solo con me ma anche dalle analisi dell'AGENAS.

“I dati relativi al 2019 (in assenza del COVID) e al 2020 pubblicati nel report AGENAS 2022 dimostrano come in Puglia le prestazioni in attività libero-professionale per le visite specialistiche vanno dal 2 al 9% di tutte le visite effettuate nel Sistema Sanitario Regionale. Mentre le prestazioni di diagnostica strumentale vanno dall'1 al 10% (punta massima che si raggiunge solo nella gastroscopia). È anomalo rispetto alle altre Regioni solo il dato delle visite di gastroenterologia (19% nel 2019 e 18% nel 2020) mentre le prestazioni di ostetricia e ginecologia raggiungono percentuali del 23% per le visite e del 62% per le ecografie ostetriche e, comunque, dati inferiori rispetto a ciò che accade in altre Regioni, e si sa che la donna -ancor più la primipara- tende a scegliere il ginecologo di fiducia per fatti storici e culturali.

“Amati si convinca: le liste di attesa sono conseguenza della carenza di medici per colpa del divieto di assunzioni e della rigidità dei budget assegnati agli accreditati. Misure imposte dal Piano di Rientro nel quale ci ha condotti il Governo Vendola, realizzando di fatto in Puglia una sanità a pagamento perché molte prestazioni vengono fruite presso medici libero-professionisti esterni al SSR o in regime di extramoenia. Al più si ricorre fuori Regione incrementando la mobilità passiva.

“Continuando a criminalizzare l'ALPI si rischia di offendere dignità e orgoglio dei nostri operatori sanitari che, in numero ridotto rispetto ai reali fabbisogni, tengono in piedi un sistema inefficiente e disorganizzato non certo per loro colpa ma per colpa del centrosinistra che governa la sanità pugliese da ben 17 anni.”

La Puglia può contare su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione, oltre a 245mila ettari di aree naturali protette, di cui il 75,8% rappresentato da parchi nazionali – del Gargano e dell’Alta Murgia – e l’8,3% da aree naturali e riserve naturali marine. E’ Coldiretti Puglia a ricordare l’enorme patrimonio della regione, in occasione della delle celebrazioni il 22 aprile della Giornata mondiale della Terra, l’Earth Day la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia.

Le provincie che presentano la più alta percentuale di territorio soggetta a protezione – aggiunge Coldiretti Puglia - sono quella di Foggia (51,5%) e Bari (27,7%), dove in questi luoghi protetti la varietà vegetale comprende 2.500 specie.

La Puglia è la seconda regione più bio d’Italia, con 266mila ettari coltivati e 9380 operatori, una incidenza del 20% delle superficie biologiche sul totale – aggiunge la Coldiretti regionale - dove sono aumentati nel 2010 i consumi familiari di alimenti biologici.

La grande attenzione dei consumatori alla tutela dell’ambiente della salute attraverso scelte agroalimentari consapevoli è testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei Mercati di Campagna Amica regionali che hanno puntato proprio sui Sigilli della biodiversità per offrire prodotti eroici ai consumatori, a rischio estinzione garantiti da agricoltori altrettanto eroici che quotidianamente ne preservano l’esistenza, salvaguardando la terra, l’ambiente ed il paesaggio rurale.

I mercati di Campagna Amica sono una vera e propria Arca di Noè per scoprire i cibi, le piante e gli animali salvati dall’estinzione, grazie al lavoro di generazioni riconosciuto e sostenuto dai “Sigilli” di Campagna Amica. I “Sigilli” di Campagna Amica – sottolinea la Coldiretti regionale – sono la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia che può essere sostenuta direttamente dai cittadini nei mercati a chilometri zero degli agricoltori e nelle fattorie lungo tutta la Penisola, una mappa del tesoro che per la prima volta è alla portata di tutti.

Per questo per i consumatori il KM0 garantisce l’impatto 0, considerato che a livello globale è stimato che un pasto medio – insiste Coldiretti Puglia - percorre più di 1.900 chilometri per camion, nave o aeroplano prima di arrivare sulle tavole e spesso ci vuole più energia per portare il pasto al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali, senza contare gli effetti sull’atmosfera e sui cambiamenti climatici provocati dall’emissione di gas ed effetto serra.

Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia – spiega Coldiretti Puglia -  può arrivare ad abbattere fino a 1000 chili di anidride carbonica l’anno. E’ stato ad esempio calcolato che un chilo di prugne dal Cile devono volare 12mila chilometri con un consumo di 7,1 kg di petrolio che liberano 22 chili di anidride carbonica, mentre l’uva dal Peru’  percorre quasi 11mila chilometri con un consumo di 6,5 chili di petrolio e l’emissione di 20,2 chili di anidride, conclude Coldiretti Puglia.