Redazione

Il Consiglio comunale approva all’unanimità di presenti la carta d’intenti per promuovere la cultura del rispetto, contro ogni forma di discriminazione. 

La città di Mesagne aderisce a “Re.a.dy”, la Rete italiana delle regioni, province autonome ed enti locali per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere.

Per spiegare le ragioni della scelta di partecipazione all'iniziativa nazionale, nei giorni scorsi - presso la Sede Municipale - è stata organizzata una conferenza stampa. Sono intervenuti: il sindaco Antonio Matarrelli; il consulente comunale alle Pari Opportunità, Antonio Calabrese; il presidente della Commissione Pari Opportunità, per le Politiche di genere e i Diritti civili della città di Mesagne, Anna Rita Pinto. “La nostra adesione si fonda sulla volontà di tenere alta l’attenzione sui rischi di discriminazione legati al sesso, alla disabilità, all’origine etnica, all’orientamento religioso e all’età, nel rispetto dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione italiana e dal diritto comunitario e internazionale”, ha dichiarato nell’occasione il primo cittadino.

Nel corso del Consiglio comunale che si è tenuto nel pomeriggio di oggi, (venerdì 19 novembre), è stata approvata all’unanimità la carta d’intenti con cui Mesagne recepisce gli impegni ideali che scaturiscono dalla condivisione del documento. “Siamo pronti ad accogliere le buone prassi che vengono indicate, a partire dall’impegno a promuovere momenti di dialogo con la società civile e con le realtà dell’associazionismo locale”, ha spiegato Vincenzo Sicilia, consigliere comunale alle Politiche Giovanili, che durante la seduta consiliare ha relazionato sull’argomento. Sono intanto 230 gli enti locali partecipano a “Re.a.dy”, tra questi si annoverano numerose regioni inclusa la Puglia. “La città di Mesagne è il primo comune in provincia di Brindisi ad adottare uno strumento attraverso il quale si intende contribuire alla miglioramento di un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi”, ha concluso il consulente Calabrese.

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La questione dei prezzi delle materie prime continua a rappresentare il problema centrale per diversi settori produttivi e, in particolare, per il mondo delle costruzioni.

E’ emerso in maniera chiara ed inequivocabile anche attraverso i lavori del convegno che Confindustria e ANCE, in collaborazione con Ria Grant Thornton Spa, hanno organizzato a Brindisi, alla presenza di illustri rappresentanti del mondo universitario.

Si corre il rischio concreto, insomma, di un blocco totale, con conseguenze devastanti sul piano economico ed occupazionale.

In particolare, per quanto riguarda le opere pubbliche (a partire dagli interventi infrastrutturali finanzianti con fondi del PNRR), si sta procedendo con le progettazioni basandosi sui prezziari regionali che non sono aggiornati. In Puglia, ad esempio, l’ultimo prezziario è stato varato nel 2019 e quindi prima della pandemia che ha stravolto le regole di mercato.

Ma questo vale adesso anche per gli interventi nel privato, visto che per accedere ai bonus edilizi l’asseverazione sulla congruità dei prezzi viene fatta attraverso l’utilizzo e il rispetto dei prezziari regionali o DEI. Un modus operandi che, dopo il decreto anti frodi dell’11 novembre scorso, va applicato a tutti i bonus edilizi e non più solo al bonus 110%.

Questione altrettanto spinosa è quella della “compensazione prezzi” relativa ai contratti in corso. Con decreto del Ministero delle Infrastrutture del 30 settembre 2021 è stato instituito un fondo da 100 milioni che ben si comprenderà è insufficiente. Aspettavamo un ulteriore decreto sulle modalità di calcolo con allegata tabella, ma siamo ancora in attesa. Quindi per costi sostenuti magari anche nel 2020, ma contabilizzati tra l’1 gennaio ed il 30 giugno 2021, siamo ancora di sapere se e quanto si potrà incassare.

Cosa gravissima è che la Commissione incaricata dal Ministero per la rilevazione prezzi da cui dovranno discernere le compensazioni per le imprese colpite dall’impennata dei prezzi, sia sui cantieri pubblici che su quelli privati, ha utilizzato Camere di commercio e Provveditorati, cioè enti che negli ultimi anni sono stati completamente depotenziati. A questo si aggiunge che sono stati riscontrati dati fortemente discordanti, a differenza dell’Ance che aveva fatto un lavoro certosino coinvolgendo produttori, fornitori e costruttori con verifiche di ordini e fatture.

Vi cito solo tre esempi:

-   Lamiere in acciaio Corten  + 50,22% MIMS  + 90,30% ANCE

-   Lamiere in acciaio di qualsiasi spessore lisce, piane  striate + 59,37%MIMS  + 115,60%ANCE

-   Legno per infissi + 21,84% MIMS  + 106,20% ANCE.

-   Legno per coperture MIMS (non pervenuto) AssoLegno + 180/230%                                                               

A questo si aggiunge che il MIMS adotta modalità di calcolo vecchie ed ormai con materiali non più utilizzati.

Insomma, una situazione drammatica per i costruttori, costretti a fare i conti anche con le difficoltà a trovare manodopera qualificata, oltre che con i ritardi nella consegna dei materiali.

Occorre con estrema urgenza, pertanto, intervenire per evitare il collasso delle piccole e medie imprese di settore. E tutto questo attraverso una politica industriale capace di programmare la ripresa, evitando che gli interventi statali servano ad alimentare solo una bolla speculativa.

La soluzione che propone ANCE è quella di trovare un giusto equilibrio, partendo dall’adeguamento immediato dei prezziari regionali e quindi dalla progettazione delle opere del PNRR con i nuovi prezziari. Occorre, inoltre, a nostro parere, rendere strutturali i bonus edilizi per evitare che vengano utilizzati solo grazie alle proroghe (rendendo vana ogni forma di programmazione). Questo consentirà un riequilibrio tra domanda ed offerta e quindi un lavoro più agevole per imprese del settore, commercialisti e revisori (che rischiano di essere altre vittime di questo sistema).

Angelo Contessa (ANCE Brindisi).

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Marciapiedi scoscesi e pericolosi. Tanto da causare, qualche tempo fa, la caduta di una signora. È quanto hanno denunciato più volte a Mesagne i residenti di via Panareo, la strada dove è ubicato l’ospedale “De Lellis”, senza riuscire a ottenere nessuna risposta dal Comune. I marciapiedi sono ancora dissestati e l’acqua pluviale si infiltra al di sotto delle fondamenta causando fenomeni di umidità all’interno delle abitazioni. Una situazione, al momento, irrisolvibile poiché, come ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona, l’ente pubblico non ha fondi da investire sul rifacimento dei marciapiedi.

L’unica soluzione è che ogni cittadino ristrutturi il proprio. Dunque, da diversi mesi i residenti di via Panareo, la strada dove si trova l’ingresso del nosocomio cittadino hanno segnalato in Comune, anche con petizioni scritte, il precario stato strutturale in cui si trova il marciapiede. Mattoni saltati, “pezze” di cemento che si sono polverizzate, lesioni con conseguente infiltrazione delle piogge. Davanti a tutto ciò il Comune è ingessato poiché, per mancanza di fondi, non può eseguire le ristrutturazioni necessarie. “Sono mesi, se non anni, che stiamo sollecitando il Comune a ripristinare il marciapiede”, hanno raccontato alcuni residenti esasperati da tale situazione.

“Alcune delle nostre abitazioni sono interessate da infiltrazioni di acqua che stanno creando umidità alle stesse con distacca della tinteggiatura. Abbiamo spiegato al Comune che siamo disposti a ristrutturarli a nostre spese, ma ci hanno risposto che essendo un suolo pubblico non lo possiamo fare”, hanno aggiunto gli abitanti di via Panareo. Su questa situazione è intervenuto l’assessore D’Ancona: “La situazione generale dei marciapiedi in città è alquanto critica, servirebbero dei finanziamenti importanti, che al momento non abbiamo, per ristrutturarli tutti. L’assessorato ha solo 50mila euro l’anno da dedicare ai marciapiedi”.

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Campagna vaccinale anti Covid, il report sulle dosi somministrate al 18 novembre 2021. Secondo l'ultimo report a cura dell'Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl Brindisi, dal 27 dicembre 2020 al 18 novembre 2021 sono state somministrate 615.448 dosi di vaccino, di cui 313.825 prime dosi, 285.700 seconde dosi e 15.923 terze dosi; mediamente, sono state somministrate 2.031,2 dosi per giornata di vaccinazione.

Il 69,1% (216.951) delle prime dosi è rappresentato da Pfizer, il 14,1% (44.138) da AstraZeneca, il 13% (40.673) da Moderna e il 3,9% (12.090) da Janssen (Johnson&Johnson). Il dato delle prime dosi risulta così distribuito: il 50,7% a persone al di sotto dei 60 anni; il 26,4% agli anziani, il 13% ai soggetti fragili; il 4,3% al personale sanitario; il 2,8% al personale scolastico; l’1,1% alle forze dell'ordine; l’1,7% ad altre categorie. Questa, invece, la distribuzione delle seconde dosi: per il 52,7% ai soggetti al di sotto dei 60 anni; per il 27,1% agli anziani; per l'11,3% ai soggetti fragili; per il 4,5% al personale sanitario; per il 2,7% al personale scolastico; per l'1,1% alle forze dell'ordine; per lo 0,6% alle altre categorie. Delle terze dosi, 7.878 sono state somministrate ad anziani, 5.117 al personale sanitario, 1.981 ai soggetti fragili e 55 ad altre categorie.

Fino al 18 novembre i residenti o domiciliati in provincia di Brindisi vaccinati con la prima dose sono 303.791 e di questi 276.013 con la seconda dose, con una copertura vaccinale pari rispettivamente all'87,6% e al 79,6%. La copertura vaccinale con la prima dose relativa ai residenti con più di 80 anni di età è pari al 96,7% e al 93,5% per il ciclo completo.

Sono 67.911 le dosi erogate finora dai medici di medicina generale, di cui 15.584 (23%) in ambito domiciliare. Il 18,5% (12.548) delle dosi è stato somministrato a soggetti over 80, il 26,1% (17.712) a soggetti della fascia di età 70-79 anni, il 27,3% (18.550) a soggetti con età tra 60 e 69 anni e il 28,1% (19.101) a soggetti sotto i 60 anni. I soggetti fragili rappresentano la categoria a rischio vaccinata prevalentemente dai medici di famiglia (47.960; 70,6%), seguita dai soggetti con età superiore a 60 anni (13.449; 19,8%), dai caregiver (1.327; 2%) e da altre categorie (5.175; 7,6%).

 

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Dati del giorno: 19 novembre 2021

284
Nuovi casi
20.720
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 80
Provincia di Bat: 28
Provincia di Brindisi: 18
Provincia di Foggia: 64
Provincia di Lecce: 30
Provincia di Taranto: 67
Residenti fuori regione: 0
Provincia in definizione: -3
3.811
Persone attualmente positive
149
Persone ricoverate in area non critica
16
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

277.005
Casi totali
4.558.197
Test eseguiti
266.321
Persone guarite
6.873
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 100.675
Provincia di Bat: 28.648
Provincia di Brindisi: 22.007
Provincia di Foggia: 48.953
Provincia di Lecce: 32.650
Provincia di Taranto: 42.485
Residenti fuori regione: 1.026
Provincia in definizione: 561

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La Regione Puglia ha ammesso a beneficio il progetto di Minibasket "Gioca
con noi ..... e si cresce" proposto dalla Mens Sana Mesagne. Aderendo al
programma operativo 2021, in base alla Legge regionale 33/2006, la società
sportiva mesagnese ha presentato un progetto relativo alla diffusione della
pratica sportiva tra i bambini e le bambine di Mesagne. L'avviso A e D -
sostegno alla qualificazione e innovazione del sistema associativo sportivo
a livello regionale anno 2021, prevedeva gli obiettivi proposti affinché
tutti i bambini che lo vorranno, possano praticare avviamento alla pratica
sportiva e minibasket gratuitamente, senza alcun onere economico per le
famiglie. La Mens Sana Mesagne è da diversi anni impegnata alla diffusione
della pratica sportiva con interventi di totale gratuità per chiunque voglia
avvicinarsi al gioco della pallacanestro. Il riconoscimento della Regione
Puglia certifica ulteriormente il lavoro che tecnici e dirigenti mettono
quotidianamente al servizio delle famiglie mesagnesi e dei comuni limitrofi.
Solo nell'ultimo triennio il nuovo settore minibasket femminile ha visto la
frequenza di circa cinquanta bambine che, se la pandemia non avesse fermato
le attività, avrebbero dovuto partecipare al primo campionato giovanile
della FIP. Le iscrizioni per i bambini e le bambine, dai quattro agli undici
anni, resteranno aperte fino alla fine dell'anno in corso e chiunque potrà
sperimentare liberamente i corsi del gioco-sport pallacanestro. Intanto in
questi giorni è partita un'altra iniziativa denominata "Mens Sana a Scuola".
Gli istruttori di minibasket della società biancoverde si recano presso il
II° Circolo didattico per avviare al gioco della pallacanestro i bambini
della Scuola primaria. Il progetto è partito dal plesso della Scuola
"Giovanni XXIII" e poi passerà al plesso "Giovanni Falcone" e vedrà
coinvolte tutte le classi prime, seconde e terze.

UE: COLDIRETTI PUGLIA, 85% MADE IN ITALY DOC BOCCIATO DA ETICHETTA A COLORI; STOP A NUTRISCORE SALVA OLIO EXTRAVERGINE PUGLIESE.

La tavola del Made in Itay è bocciata dalle etichette a colori, con il Nutriscore che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio extravergine di oliva per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la composizione. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della XIX edizione del Forum Internazionale dell’Agroalimentare a Roma, con l’etichetta nutrizionale a colori che sta avanzando in Europa, dal Nutriscore francese a quella a semaforo inglese, che boccia peraltro ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid. Lo stop del presidente del Consiglio italiano Draghi al Nutriscore rafforza il fronte dei Paesi contrari al sistema di etichetta nutrizionale a colori – aggiuneg Coldietti Puglia - che è fuorviante, discriminatorio ed incompleto.

Il Nutriscore assegna a ogni alimento un colore in base al livello di grassi, zuccheri e sale, calcolati su una base di riferimento di 100 grammi di prodotto e che, proprio per questo, va a penalizzare – aggiunge Coldiretti Puglia - molti degli ingredienti della dieta mediterranea, compreso l’olio extravergine di oliva, identificandolo come “grasso”, senza considerarne la reale dose di consumo giornaliero, il lato nutrizionale e i benefici a esso correlati. L’equilibrio nutrizionale – precisa la Coldiretti regionale - non ricercato nel singolo prodotto ma nell’equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e per questo non sono accettabili etichette semplicistiche che allarmano o scoraggiano il consumo di uno specifico prodotto

“Gli algoritmi che vanno per la maggiore, purtroppo, non tengono in considerazione i comprovati effetti sulla salute dell’olio d’oliva, un grasso studiato molto più approfonditamente degli altri”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, denunciando che “il giudizio sostanzialmente poco positivo che le principali etichette a semaforo danno all’olio d’oliva è poco rispettoso della vasta letteratura scientifica che prova come questo grasso abbia effetti positivi sulla salute”.

Concentrandosi su un numero limitato di nutrienti e non tenendo in considerazione vitamine, sali minerali e antiossidanti fa passare in secondo piano la complessità della composizione degli alimenti, inducendo semplicisticamente il consumatore a percepire come buoni i cibi a cui viene associato il colore verde e come cattivi gli alimenti classificati con il colore rosso: il paradosso che ne deriva è la penalizzazione di prodotti come l’olio extravergine di oliva (che, a causa della percentuale di grassi, viene bollato con il semaforo rosso) e l’attribuzione del bollino verde a prodotti unanimemente riconosciuti come poco salutari, come le bibite light.

“L’olio extravergine di oliva non è “soltanto” un alimento salutare, ma addirittura medicinale, come sostenuto dalla stessa Food and drug administration statunitense, incaricata di regolamentare i prodotti alimentari e farmaceutici, tanto che la FDA permetterà ai produttori di scrivere in etichetta che l’assunzione quotidiana di 20 grammi di olio extravergine (circa due cucchiai) apporta un’elevata quantità di acido oleico, che può ridurre per esempio il rischio di malattie coronariche”, insiste il presidente Muraglia.

L’etichetta a semaforo è un modello che potrebbe essere adottato anche in India, mentre in Sudamerica rischia di fare scuola il bollino nero cileno che – prosegue Coldiretti – sconsiglia di fatto l’acquisto di prodotti proprio come il Parmigiano, il Gorgonzola, il prosciutto e, addirittura, gli gnocchi, e a cui potrebbe guardare il Brasile mentre l’Australia ha già adottato un sistema a stelle (Health star rating) che come il nutriscore sui basa sulla presenza di determinate sostanze in 100 grammi di prodotto.

Una anomalia che sta facendo allargare il fronte dei Paesi contrari nella Ue con perplessità che stanno crescendo in Spagna dove il Senato con una mozione della commissione salute e consumo ha chiesto al Governo di bloccare l’adozione del Nutriscore, che provocherebbe “incertezza negli operatori del settore agroalimentare e confusione nel consumatore” soprattutto per l’opposizione dei produttori di olio di oliva e in Francia dove sotto la pressione di produttori di formaggio il ministro dell’Agricoltura ha dichiarato che «è necessaria una revisione della metodologia su cui si basa il sistema, perché determina classificazioni che non sono necessariamente conformi alle abitudini alimentari».

L’Italia – precisa la Coldiretti – si sta muovendo con intelligenza per rafforzare ulteriormente una coalizione a supporto di un sistema armonizzato, che sia diverso dal Nutriscore e che vada a rivedere alcuni dei principi e idee alla base del sistema francese, supportata anche formalmente al momento da Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia e Ungheria. Ora la battaglia si sposta in Europa – conclude Coldiretti – per evitare un grave danno per il sistema agroalimentare italiano proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri.

Francavilla Fontana sarà la prima Città della provincia di Brindisi ad ospitare un centro ascolto per le persone con sclerosi multipla e i loro familiari.

Lo sportello, che sarà inaugurato sabato 20 novembre alle 18.00 nel complesso che ospita il Centro Commerciale Famila, nasce da una intesa tra l’Amministrazione Comunale e l’Associazione AISM che occuperà per questa attività le stanze, da tempo inutilizzate, che in passato hanno ospitato l’ufficio di promozione turistica.

"L’apertura di questo sportello – dichiara l’Assessora ai Servizi Sociali Maria Passaro – dota la nostra Città di un presidio che avrà il compito di intercettare le richieste di sostegno e aiuto delle persone che ogni giorno combattono contro una malattia silenziosa che stravolge la quotidianità di chi ne è affetto e dei familiari.”

“Abbiamo sposato immediatamente la proposta dell’AISM di portare nella nostra Città un centro ascolto rivolto alle persone con sclerosi multipla. Si tratta di un servizio pubblico – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – reso possibile grazie al lavoro portato avanti dall’Associazione e che coinvolge ogni giorno decine di volontari e professionisti. Con il loro supporto le persone che lottano contro questa malattia avranno a disposizione un punto di riferimento per sentirsi meno sole.”

La sclerosi multipla è una patologia che può esordire ad ogni età della vita, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Al mondo ci sono circa 2,5-3 milioni di persone colpite da questa malattia, di cui circa 122.000 in Italia.

Il centro ascolto, che di per sé rappresenta una importante notizia per il territorio, è anche l’occasione per la rifunzionalizzazione di alcuni spazi comunali non utilizzati.

“In passato – prosegue il Sindaco – molti immobili della nostra Città sono stati abbandonati, privando la cittadinanza di opportunità di crescita con una conseguente dispersione di risorse pubbliche. Tra i compiti che spettano alle Istituzioni c’è anche quello di dare una nuova vita ai luoghi senza una specifica funzione come è avvenuto in questa occasione.”

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Giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana dei Vice Brigadieri neo promossi e consegna delle ricompense ai militari che si sono distinti in attività di servizio. Presso la caserma “A. Lorusso” sede del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, ha avuto luogo la cerimonia di “Giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana” di 22 Vice Brigadieri neo promossi e assegnati ai reparti dipendenti. La cerimonia si è svolta alla presenza del Comandante della Legione “Puglia”, Generale di Brigata Stefano Spagnol, del Comandante Provinciale, Colonnello Vittorio Carrara, e dei Comandanti delle Compagnie di Brindisi, Fasano, Francavilla Fontana e San Vito dei Normanni. Le fasi della cerimonia si sono articolate attraverso la presentazione dei neo Vice Brigadieri dinanzi al Generale, la lettura della formula del giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana e alla Costituzione. Il Generale Stefano Spagnol, in un momento di incontro con i neo promossi Vice Brigadieri, ha formulato loro gli auguri personali per il grado conseguito, richiamandone la professionalità e le responsabilità derivanti, in linea con i valori etici fondanti dell’Arma dei Carabinieri, tra i quali la vicinanza, costantemente espressa dall’Istituzione, al cittadino e alle sue esigenze.

A margine della cerimonia di giuramento, il Comandante di Legione ha consegnato 14 ricompense ai militari che si sono particolarmente distinti in attività di servizio:

‒    Encomio Semplice: Capitano Gianluca Cipolletta, Comandante della Compagnia di Francavilla Fontana;

‒    Encomio Semplice: Tenente Alberto Bruno, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia San Vito dei Normanni, Maresciallo Maggiore Giovanni Camarda, Comandante della Stazione di Ceglie Messapica, Maresciallo Capo Alessandro Salicandro, addetto all’Aliquota Operativa della Compagnia di San Vito dei Normanni, Maresciallo Ordinario Vincenzo Carone, addetto alla Stazione di Ceglie Messapica;

‒    Encomio Semplice: Maresciallo Maggiore Nicola Leo, Brigadiere Capo Qualifica Speciale Giampiero Pellegrino, Vice Brigadiere Mino Nisi, addetti alla Sezione Operativa della Compagnia di Brindisi;

‒    Encomio Semplice: Luogotenente Carica Speciale Antonio Palma, Comandante della Stazione di San Vito dei Normanni, Maresciallo Ordinario Vincenzo Carone, addetto alla Stazione di Ceglie Messapica, Brigadiere Capo Qualifica Speciale (ora Maresciallo in congedo) Carmine Primicerio, Vice Brigadiere Americo Argentieri, addetto alla Stazione di Latiano;

‒    Encomio Semplice: Appuntato Scelto Salvatore Carbone, Carabiniere Vittorio Cocca, addetti alla Stazione di Fasano.

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Quattro carrubi, quattro arbusti di lentisco e due bagolari saranno piantati lunedì 22 novembre alle 10 nella zona verde dell’ospedale Perrino di Brindisi. E’ l’iniziativa promossa dalla Asl Brindisi per celebrare la Giornata nazionale dell’Albero.

Istituita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la giornata ricorre ogni anno il 21 novembre per promuovere la tutela dell’ambiente, la riduzione dell'inquinamento e la valorizzazione del verde nei luoghi urbani.

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Brindisi, è stata organizzata dall’Area Gestione Tecnica della Asl con la collaborazione della Sanitaservice. Le piante che saranno messe a dimora sono state donate dall’Arif Puglia (Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali).

Intervengono per la Asl Brindisi il direttore Generale, Giuseppe Pasqualone, il direttore medico del presidio, Antonio Trinchera e il direttore dell’Area Tecnica, Sergio Maria Rini. In rappresentanza dell’amministrazione comunale partecipano Isabella Lettori (assessore alla Pubblica Istruzione) e Massimo Vitali (assessore alle Attività produttive e Igiene pubblica), mentre i volontari del Wwf Brindisi illustreranno gli obiettivi della giornata.

All’evento prenderanno parte anche gli alunni delle 5° classi dei Plessi “Cappuccini” e “Rodari” che si è deciso e voluto fortemente coinvolgere per accrescere nei più piccoli la consapevolezza della funzione fondamentale che hanno gli alberi e il loro ruolo sulla salute e sul benessere psicofisico nei contesti urbani, nella nostra vita quotidiana e, a maggior ragione, nei presidi ospedalieri.

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