Redazione

               Abbiamo letto l’ultima versione del DPP e una Sua intervista del 17 aprile scorso nella quale esprime la necessità che le decisioni urbanistiche vedano una ampia partecipazione di cittadini. In particolare affermava: “L'urbanistica è una materia pratica, tecnica, ma allo stesso tempo politica. Non si può fare senza la gente. E ovviamente anche con i tecnici che, giustamente, stanno premendo per essere coinvolti. Ma io sento una necessità di partecipazione più ampia, mi auguro davvero che tutti i cittadini partecipino…parliamo di un lavoro pronto da almeno due anni...Ma non è che non fosse pronto prima. Semplicemente stava lì e sembrava che non interessasse a nessuno. E queste cose, lo dico per esperienza, non si possono fare se non interessano a nessuno”.

               Si tratta di un documento ricco di dati e di analisi che esprime anche la filosofia con cui si propone di mettere in ordine il territorio, cosa importante quanto le realizzazioni in se stesse.

              Del resto a cosa serve disegnare una città se non a far stare meglio chi vi abita?

          Ma qui non vogliamo entrare nel merito della visione di fondo né delle scelte che si propongono. Vogliamo restare sul metodo partecipativo che condividiamo.

             E il metodo è molto nelle dimensioni del documento, 345 pagine, con il rischio che verrà letto (e assimilato) da pochissimi. Noi comunque offriremo al dibattito pubblico le nostre osservazioni. Ma siamo qui a chiederle che una sintesi della visione e delle proposte sia fornita alla riflessione delle articolazioni sociali per un contributo il più ampio possibile. E’ vero che all’inizio della consigliatura si sono fatti incontri aperti sul tema, ma il rischio che si è accettato è che intervenissero solo quanti sono coinvolti nella politica urbanistica per professione o per interessi particolari oltre ai cittadini attivi sempre presenti nei vari consessi sulle diverse politiche. Atteso che molti interventi sono derivabili da azioni esterne (vedi CIS e PNRR oltre a varie forme di investimenti/finanziamenti come lei stesso ha ricordato), dopo corpose  pagine di analisi e di storia, sarebbe utile capire quali sia la ricetta finale. In definitiva una sintesi più agile permetterebbe di far parlare della città che si vuole a soggetti non abituati a farlo.

              Confidiamo che questa richiesta sia valutata ed accolta favorevolmente.

    FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO BRINDISI

                          

Non ha deluso le attese della  prima tappa di «Miss Summer Salento» 2022. Giunto alla 12^ edizione il concorso che porterà ad eleggere una vera e propria «ambasciatrice di bellezza del salento» è ripartito proprio a Pasquetta. Lunedì 18 aprile, la splendida pineta della Masseria Cillarese di Brindisi ha ospitato con successo la prima tappa 2022 della manifestazione ideata e creata da Marcello Altomare e Nico Fiore.

Le 12 ragazze in gara hanno conquistato tutti per personalità, portamento, eleganza e bellezza.

Un pomeriggio immerso nella natura, inserita nel più ampio contesto del Pic Nic, nel primo post Pandemia  che ha visto la presenza di centinaia di persone e Bambini    che non si sono fatti scoraggiare dal maltempo.

 Gonfiabili animazione e dj hanno fatto da cornice al concorso di bellezza che ha visto emergere la giovanissima Laura Saracino di 24 anni di Francavilla Fontana (Br)..

Oltre a Laura sono state insignite per l'occasione del Titolo di “Miss Summer Salento 2022 web” Fabiana Briganti 22 anni di Oria e “Miss Summer Salento  Fotogenia 2022” Giusy Ciarfaglia di  Triggiano in provincia di Bari.

E non è mancata nemmeno la presenza di Alessia Briganti “Miss Summer Salento 2021” eletta lo scorso agosto presso Il Villaggio Racar di Frigole (Le) e che ha capitanato la Giuria per l'occasione.

Entrambe le selezioni si sono svolte la scorsa stagione invernale nel rispetto delle restrizioni delle normative anticovid.

Fabiana e stata eletta attraverso una votazione online e Giusy presso lo studio Fotografico “Giuseppe bello Roma” sulla base di fotografie realizzate per l'occasione.

Le tre reginette della stagione 2022  costituiscono le prime tre concorrenti che solcheranno il palco della finale in fase di programmazione e prevista per la fine di agosto della imminente bella stagione.

L'evento dello scorso 18 Aprile ha costituito il primo dei tre previsti sempre nella prestigiosa Masseria. Già dal prossimo 25 Aprile e 1 Maggio saranno scelte le altre reginette che solcheranno il palco della finale di stagione seguendo lo stesso targhet targato Masseria Cillarese.

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Spettatore passivo col cuore denso di angoscia per ciò che accade in Ucraina, e non solo, con la coscienza che rimorde per il poco che si fa, provo a contrastare entrambi questi stati dell’animo leggendo quanto più è possibile per capire e, dove è consentito, aiutare a capire. Uno sforzo educativo e di coscientizzazione non secondario nel nostro mondo anche se ininfluente per i milioni di esseri umani che fuggono dalle bombe, abbandonando le proprie case, separandosi dai propri cari.

Capire e far capire resta però indispensabile poiché, come è tristemente noto, la verità è la prima vittima della guerra. Eravamo già abituati dai Balcani all’Afghanistan, passando per l’Iraq e la Siria, ad una mole senza precedenti di disinformazione. L'avvento e la diffusione di massa delle nuove tecnologie, che ha reso “ciascuno” reporter e moltiplicato all'infinito i canali di informazione, sembrava dover favorire una riduzione della distanza tra “verità” e “mistificazione” che invece è clamorosamente cresciuta. Ne è testimonianza assoluta la drammatica vicenda del giornalista australiano, Julian Paul Assange, che ha scoperchiato queste manipolazioni raccontando al mondo gli orrori della guerra compiuti dagli americani ed infatti sta subendo una persecuzione senza precedenti. ​ Occorre quindi districarsi con grande fatica per poter capire e orientarsi ma ciò richiede tempo e chiavi di lettura, non molto diffuse. Diventa allora più facile la strada dell'accettazione acritica o del rifiuto generalizzato: o credo a tutto o non credo a niente, praticamente la stessa cosa.

Per la gravità della situazione abbiamo il dovere, nei riguardi delle vittime innanzitutto, di capire. Ma mentre ti accingi a discernere, separare, analizzare ecco che inaspettatamente la macchina della "Propaganda", antica quanto la guerra, censura il dissenso, vieta il contraddittorio divenendo semplificatoria e discriminatoria. Anche nel “libero” Occidente appena è scoppiato questo conflitto è stato subito richiesto un atto di “fede”, pena l'essere additati come alleati interni dell'invasore russo, una adesione totale e senza troppe chiacchiere alle scelte politico militari degli Usa, del suo braccio armato in Europa che è la Nato e della Unione Europea. Chi si permette di inserire ragionamenti, dubbi e soprattutto fa domande sulla efficacia delle misure adottate è tacciato di “equidistanza” all’interno di una unità di misura da loro stabilita: o con Putin o con la Civiltà. Questa orribile e macabra messa in scena ha fatto vittime illustri e possiamo prendere a simbolo, nel mondo, Papa Bergoglio, ignorato nei suoi appelli o ipocritamente condiviso ma nella sostanza esplicitamente attaccato, in Italia la dirigenza nazionale dell’Anpi mai così duramente criticata.

Una scientifica azione di “Propaganda” perché è capace di architettare uno scontro inesistente in quanto mai nessuno, tra i più nobili portavoce delle tesi pacifiste, ha minimamente messo in discussione chi è l’aggressore (Putin e l’esercito russo) e chi l’aggredito (il popolo ucraino ed i suoi sacri confini). Eppure, fiumi di editoriali sono stati spesi per rispondere, senza nascondere stupore misto a disprezzo, alla fuorviante domanda su come si fa a non capire che Putin è l’aggressore e l’Ucraina l’aggredita? Una questione inesistente fatta diventare ad arte una arma per sterilizzare la domanda più importante che la Politica e l’Informazione non vogliono porsi: come fermare questo strazio millenario che è la Guerra e che oggi fa sosta in Ucraina? Ci si sarebbe aspettato che gli “illuminati” ed i “progressisti” del XXI secolo si fossero divisi su quali strategie non belliche possano arrestare una carneficina e una devastazione tanto ignobile quanto la guerra, in Ucraina e non solo. Trovo invece sconfortante, che ancora oggi, come secoli addietro, se vuoi realizzare la pace occorre rispondere con la guerra, senza nessuna evoluzione del pensiero anzi con arretramenti che appaiono paurosi considerata l’accoglienza senza traumi della crescita esponenziale della spesa militare che, anche qui ieri come oggi, è a danno di tutte le altre spese sociali obbligatoriamente ridotte.

Imperversa quindi una sterile divisione tra guerrafondai e pacifisti, o la derisione di questi ultimi, per distrarre da quello che dovrebbe essere, almeno nelle intenzioni proclamate, un obiettivo comune degli opposti schieramenti: come autenticamente manifestare la nostra solidarietà verso il popolo ucraino e fermare le ostilità? Una cortina di fumo viene sollevata, inscenando apposite risse mediatiche per sottrarsi ad obiezioni che appaiono non solo legittime ma possono essere efficaci per uscire dal pantano in cui si è adesso. Sarebbe utile rispondere alle obiezioni di coloro i quali, come il sottoscritto, considerano fallimentare la scelta di sostenere militarmente la resistenza del moderno esercito ucraino fin dal 24 febbraio scorso, al netto delle diverse posizioni etiche o politiche. Dovrebbe aprirsi un dibattito vero e coraggioso sulla efficacia di tali misure al fine di porre fine al conflitto militare e forse accorgersi che, ad oggi, solo più guerra potrebbe mettere fine alla guerra: un disastro ancora più sciagurato e drammatico.

Avrebbero il dovere coloro che “sono contro la guerra però…” di contestare e obiettare su quello che pare oggettivo dopo 50 giorni di azioni militari: morte e distruzione che paiono inarrestabili e con la previsione addirittura di ulteriori combattimenti che si protrarranno per anni; l’invio delle armi si è nella sostanza rivelata come l’unica risposta occidentale a sostengo dell’Ucraina e questo ha reso inutili i timidi segnali di trattative di pace; è stata sterilizzata l’azione diplomatica della Unione Europea che o tace o è vassalla della Nato; si è privilegiata una azione diplomatica tutta tesa a isolare la Russia spezzando vecchi equilibri di neutralità e aprendo a scenari che tutto paiono fuorché forieri di pace e stabilità internazionale; ci si è esposti al rischio quotidiano di incidenti voluti o casuali che possono ancora più violentemente intensificare o estendere le iniziative militari; si è aizzata l’opinione pubblica occidentale – contraria all’invio di armi in maggioranza nonostante la Propaganda massiccia – esaltando la ignominia verso le stragi di civili tralasciando il dettaglio che è la guerra che le provoca; si è sdoganata senza esitazioni la possibilità che il conflitto possa trasformarsi in nucleare pur sapendo che questa ipotesi sarebbe fatale per l’Umanità intera. A tutte queste obiezioni si risponde invece con criminale sconsideratezza affermando che già esporle equivale a collocarsi al fianco di Putin e del suo esercito.

Questa colossale irresponsabilità unitamente a fenomeni epocali accettati con colpevole rassegnazione squarciano il velo sulla “madre” di tutte le questioni: l’assenza - in questa alba di terzo millennio - di leaderships e di forze organizzate capaci di “vedere” il mondo con una lucidità carica di valori a difesa della Umanità e della Natura e forti da poter reggere l’azione cieca e devastante delle oligarchie mondiali economico-politico-militari che stanno portando il mondo su un crinale che rischia di essere senza ritorno. Non si può spiegare diversamente come questo inizio secolo veda concentrarsi senza alcun ostacolo una serie di avvenimenti che concatenati tra loro non prefigurano niente di buono per i destini della Terra: l’indebolimento delle Nazioni Unite, l’appiattimento dell’Unione Europea sulla Nato, l’insensibilità di fronte a milioni di profughi nel mondo che scappano da guerre ignorate e foraggiate dal nostro apparato industriale-militare, la passività al cospetto di una crisi climatica senza precedenti, l’aver dimenticato che siamo ancora dentro una pandemia mondiale che ha ucciso persone e indebolito una economia.

A conferma di questa assoluta povertà di una classe dirigente mondiale adeguata nel fronteggiare le sfide drammatiche appena citate vi è l’affermazione, ascoltata più volte da tante voci autorevoli e non, di chi avverte come la visione del mondo di Papa Francesco e le parole che la descrivono sono le più autentiche e vivificanti ma nello stesso tempo sono drammaticamente isolate e non fanno che confermare questa tesi: una marea di “nani” travestiti da potenti e un solo “gigante” troppo solo, pure nella sua organizzazione, per poter invertire le sorti – attuali – dei nostri destini. 

Giancarlo Canuto

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Quasi il 35% pugliesi ha scelto di fare un picnic o una gita fuori porta nel rispetto della tradizione al mare, in montagna, in campagna o comunque nel verde, fuori e dentro le città, nonostante il tempo non sia dei migliori. E’ quanto emerge dall'analisi​ di Coldiretti Puglia per la Pasquetta che evidenzia la voglia di evasione dei cittadini dopo che gli ultimi due Lunedì dell’Angelo che seguono la Pasqua erano stati caratterizzati dalle misure di restrizione imposte dalla pandemia, con l’impossibilità di stare all’aria aperta e in compagnia.

Non a caso proprio le gite fuori porta si piazzano in cima alla classifica delle attività preferite per la Pasquetta 2022, che un 36% ha deciso di trascorrere a casa propria per rilassarsi e un 20% ha pensato di dedicarsi alla visita a parenti e amici, secondo Coldiretti/Ixe’. Un fortunato 2% in vacanza, mentre la stessa percentuale ha scelto di visitare un museo.

Tra i piatti più gettonati nei picnic del Lunedì dell’Angelo ci sono – sottolinea la Coldiretti – lasagne, pasta alla forno, agnello, salumi, formaggi, uova sode e le tradizionali grigliate sul posto a base di carne, pesce ed anche verdure. Non mancano però – precisa la Coldiretti regionale – polpette, frittate di pasta o di verdure, pizze farcite, ratatouille e macedonia, ma anche colomba farcita da creme realizzate con la “cucina del giorno dopo” favorita dalla tendenza a ridurre gli sprechi.

Tutto esaurito negli agriturismi pugliesi a Pasquetta secondo Terranostra, con i turisti e consumatori che hanno deciso di pranzare a tavola in un agriturismo che offre l’opportunità di trascorrere una giornata lontano dalle città nel verde senza rinunciare alla comodità e alla protezione garantita dall’ospitalità delle aziende di campagna. Molte delle 900 aziende agrituristiche presenti in Puglia – conclude la Coldiretti – si sono attrezzate per la giornata con l’offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali a chilometri zero di Campagna Amica.

Dati del giorno: 18 aprile 2022

1.368
Nuovi casi
7.703
Test giornalieri
4
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 485
Provincia di Bat: 118
Provincia di Brindisi: 162
Provincia di Foggia: 138
Provincia di Lecce: 298
Provincia di Taranto: 148
Residenti fuori regione: 14
Provincia in definizione: 5
101.281
Persone attualmente positive
601
Persone ricoverate in area non critica
37
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.007.349
Casi totali
10.248.626
Test eseguiti
897.901
Persone guarite
8.167
Persone decedute

Nelle giornate dal 4 all'8 aprile 2022 gli alunni dell'IISS "E FERDINANDO" Simone Buccolieri, Giorgia Borrelli, Pierantonio Cellino, Marco Chiriatti, Salvatore Conte, Miriam Pescatore sono stati impegnati negli incontri del progetto Erasmus+ “WATER IS LIFE!” insieme ai loro coetanei del Colegiul National "Andrei Saguna Brasov (Romania), dal Sultanahmet Suphi Pasa Mesleki Ve Teknik Anadolu Lisesi (Turkey) e dal Soug Kiril Pejcinovik The Republic of North Macedonia.

Durante il primo incontro si sono presentati e hanno virtualmente visitato il prestigioso liceo rumeno che ha organizzato e ospitato questa mobilità Erasmus. Durante la quattro giorni di lavori, gli alunni hanno partecipato a due contest: il primo, Water as Lifeline for Mankind, consistente in un impegnativo “debate”, i ragazzi del Ferdinando si sono classificati al 1° posto. L’attività degli alunni è stata coordinata dai proff. Antonella Nacci, Rossella Nisi, Michele Tesoro, Lucia Pellegrino, Sabrina Calò.

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Dopo due anni di pandemia finalmente i mesagnesi possono tornare a festeggiare la Pasquetta. E' tradizione trascorrerla in famiglia e con amici nelle campagne circostanti la città. Oltre al giorno di Pasquetta i mesagnesi, al pari di altre realtà della provincia di Lecce, festeggiano anche la giornata del martedì dopo Pasqua che è chiamata Pascone, cioè una Pasqua più lunga. L’appuntamento per tutti è nei terreni circostanti la chiesetta rupestre della Madonna delle Grazie, lungo la provinciale che collega Mesagne a San Pietro Vernotico. È la giornata di festa preferita dai giovani, soprattutto dalle coppie, che assalgono i terreni e dopo aver giocato imbandiscono per terra le tavole ricche di prodotti locali preparati precedentemente in casa e trasferiti poi in campagna per gustare questa particolare agape fraterna.Pascone_al_Santuario_della_Vergine_delle_Grazie.jpg

Nel pomeriggio hannoinizio i riti religiosi con varie liturgie al termine delle quali c’è lo spettacolo dei fuochi pirotecnici che siglano la fine delle festività pasquali. La tradizione di festeggiare la giornata di Pascone è antica e si perde nella notte dei tempi. Inizialmente, festa pagana per annunciare l’arrivo della primavera poi divenuto appuntamento religioso grazie all’arrivo dei monaci basiliani che abitarono quelle contrade.

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I pugliesi hanno speso circa 130 milioni di euro per imbandire le tavole della Pasqua, da trascorrere in oltre nove casi su dieci in casa, propria ma anche di parenti e amici, una tendenza dimostrata dall’allungamento delle tavolate con la presenza in media di quasi 6 commensali, 2 in più rispetto allo scorso anno. E’ quanto stima Coldiretti Puglia, quando si registra un forte ritorno della convivialità dopo due anni di festività pasquali tra lockdown e zone rosse, con una geografia gastronomica da nord a sud della Puglia ricca di simbologia e riti antichi della tradizione rurale.

La spesa aumenta del 25% rispetto allo scorso anno e risale ai livelli pre pandemia, sia per effetto dei rincari nell’acquisto di tutti i prodotti tipici della Pasqua che per il fatto che quest’anno – aggiunge Coldiretti Puglia – sono oltre 120mila i pugliesi ​ che hanno deciso di cogliere l’opportunità del pranzo in un ristorante o in un agriturismo.

Tra i riti gastronomici pugliesi, partendo dagli antipasti, non può mancare sulle tavole imbandite il ‘benedetto’, piatto della tradizione barese e foggiana, che apre il pranzo del giorno di Pasqua​ - spiega Coldiretti Puglia - composto da uova sode, salame, ricotta fresca. Molto frequenti sulle tavole pugliesi sono anche i panzerotti pasquali, fritti e ripieni di ricotta fresca.

Una variante di fave e cicorie legata alla tradizione è l’incrapiata – aggiunge Coldiretti Puglia – dove al purè di fave vengono aggiunti pezzi di pane fatto in casa, cotto rigorosamente nel forno a legna, e arrostito. Il piatto viene accompagnato da cipolle rosse, lasciate in acqua per qualche tempo, e aromatizzate con olio, aceto e capperi, e dai cornaletti , peperoni verdi lunghi fritti. Ancora una variante è pasta e rape con la ‘tigna’, pan grattato soffritto nell’olio ed utilizzato a mo’ di formaggio per condire la pietanza. Per i secondi, si passa dal coniglio in umido al ‘cuturiddu’, agnello e verdure selvatiche, cotti nella pignata per 5/6 ore circa. A Taranto e provincia la tradizione impone u’marr, involtini di marroncini, a’callarredda, agnello e verdura campestre.

L’agnello e il capretto diventano il secondo per eccellenza, cucinati in mille modi diversi, nel foggiano il ‘brodetto’, cioè pezzetti di capretto cotto in tegame, associato ad asparagi lessati da parte, che poi – aggiunge Coldiretti Puglia – vengono conditi insieme al capretto con uova sbattute e formaggio grattugiato, a Trani si usa invece consumare l’agnello con piselli, arricchito anche in questo caso con uova sbattute e formaggio. I ‘carducci’ con l’agnello sono un altro piatto della tradizione pasquale pugliese, ossia agnello a pezzi rosolato con filetti di pomodoro e funghi cardoncelli, prodotto tipico dell’altopiano delle Murge, il tutto legato con uova sbattute insieme a formaggio pecorino grattugiato.

A Brindisi immancabile l’antipasto con i ‘lampasciuni’, bolliti e conditi con olio extravergine di oliva, sale e pepe, che possono anche accompagnare gli ‘gnumereddi’, involtini di interiora di agnello. A Foggia grande successo dei ‘talli di cocozza’, fiori di zucca con i quadrucci, le ‘orecchiette con rucola e patate’ e sempre le ‘orecchiette con i finocchietti selvatici’. Molto saporite – dice Coldiretti Puglia - le ‘rape con la pancetta soffritta’ e la ‘minestra maritata’, tutti i tipi di verdure selvatiche con le cotiche. Per i secondi si passa dal ‘galluccio ripieno’, con uova, uva passa, formaggio, alla ‘pancia di agnello ripiena e affettata’, dai ‘torcinelli’, budella di vitello con il solo prezzemolo o ripieni, allo ‘sfrisciuto’, salsiccia di fegatino con peperoni, peperoncino e aceto. A Lecce vanno per la maggiore le ‘sagne incannulate’, pasta fatta in casa, lunga, intrecciata e servita al sugo e le ‘pucce’, pane con le olive.

Ma sono i dolci i veri protagonisti delle tavole pasquali, come le scarcedde o scarcelle – conclude Coldiretti Puglia –​ un dolce semplice e genuino, dalle mille forme divertenti, dagli animaletti ricoperti di glassa colorata alle semplici ciambelle, guarnite con uova sode o uova di cioccolata o le pastatelle, preparate solo con olio locale e marmellate fatte in casa, i calzoncini, fagottini imbottiti con marmellata e i purcidd’, gnocchetti di pasta di cartellate con il bordo arricciato, fritti e spolverati di zucchero.

 

Dati del giorno: 17 aprile 2022

3.793
Nuovi casi
23.309
Test giornalieri
7
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.412
Provincia di Bat: 204
Provincia di Brindisi: 429
Provincia di Foggia: 434
Provincia di Lecce: 727
Provincia di Taranto: 525
Residenti fuori regione: 56
Provincia in definizione: 6
100.742
Persone attualmente positive
602
Persone ricoverate in area non critica
33
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.005.981
Casi totali
10.240.923
Test eseguiti
897.076
Persone guarite
8.163
Persone decedute

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Dopo la Seconda Guerra Mondiale,

c’è stato chi ha tolto i cadaveri dalle strade;
chi ha pulito il sangue e sepolto i morti.
C’è stato chi ha fatto salire, su treni diretti al Nord, bambini poveri e malnutriti, per ridare loro dignità, cibo e felicità.
 
Dopo la seconda Guerra Mondiale,
c’è stato chi ha ricostruito le strade, le scuole, le case, le Chiese.
C’è stato chi ha pianto i suoi figli, fratelli, padri, senza provare odio, rancore, rabbia.
 
Dopo la seconda Guerra Mondiale,
c’è stato chi ha sognato un’Italia Libera, Democratica, Pacifista, Egualitaria.
C’è stato chi ha messo nero su bianco questi valori, scrivendo la più bella Costituzione del mondo.
 
Dopo la seconda Guerra Mondiale,
c’è stato chi ha guardato oltre il suo presente e, pur partendo dal dolore del passato, è riuscito ad immaginare un futuro migliore.
 
Oggi nel mondo ci sono tante guerre,
ma solo per poche le telecamere sono accese.
 
Nelle guerre di oggi,
c’è chi compra il vestito nuovo per sedere ogni sera in un salotto televisivo diverso.
 
C’è chi è pacifista e chi si dice più pacifista degli altri.
 
C’è chi fa affari e accumula ricchezza con la guerra.
C’è chi muore con le unghie laccate rosso sangue e chi nasce sotto i bombardamenti in una metropolitana.
 
C’è chi, per sfuggire dalla guerra, muore a 14 anni, nel mar Mediterraneo, con la pagella cucita nella tasca dei pantaloni e chi porta scolpito sulla tenera spalla il proprio nome e cognome per essere riconosciuto.
 
C’è chi in cerca della pace scappa dalla propria casa, portando con sé il cane o il gatto.
 
C’è chi raccoglie i morti per strada e chi li fotografa.
 
C’è chi crede che RESISTERE significa UCCIDERE.
 
C’è chi apre conti corrente per le vittime di guerra e chi ruba fondi per le vittime di guerra.
 
C’è chi chiede la verità e chi crede di esserne l’unico depositario.
 
C’è chi spara perché è stato sparato.
 
C’è chi pensa di vincere e, intanto, stiamo perdendo. Tutti.
 
C’è chi infanga l’ANPI e c’è chi, come noi, continua a credere che la PACE e la MEDIAZIONE siano sempre, in ogni angolo del mondo, la soluzione dei conflitti.​
 
In questo giorno di RESURREZIONE, noi ci auguriamo che tacciano le telecamere, facciano silenzio gli onniscenti e parli solo la DIPLOMAZIA.
 
ANPI Mesagne