Mesagne. Le ragioni della protesta

Dicembre 04, 2015 2839

toilette del commercialeContinua a Mesagne (Articolo completo su Nuovo Quotidiano di Puglia)

l'occupazione dell'istituto tecnico Commerciale "Epifanio Ferdinando" da parte degli studenti che ieri mattina hanno gridato la loro indignazione per aver denunciato problemi di carattere strutturale del plesso e non essere stati ascoltati dalle istituzioni. In primis Comune e Provincia. "Vogliamo denunciare, per l'ennesima volta, l'ambiente scolastico non adeguato - hanno spiegato ieri gli studenti in un'assembla alquanto partecipata -. Continuiamo a subire soprusi da parte di chi ci governa. Noi abbiamo la voglia, la volontà l'intenzione ma non i mezzi. Ci vengono tolti i diritti ogni giorno che passa e finché staremo in silenzio continueranno a farlo". Gli studenti sono consapevoli che "le risorse economiche del Paese sono limitate anche a causa della crisi economica, ma ciò non giustifica i tagli alle risorse sanitarie, scolastiche, pilasti fondamentali di ogni società". A questo punto gli studenti hanno denunciato le criticità presenti nel loro plesso. "Oltre i problemi a livello scolastico, riscontrati in tutta la provincia di Brindisi e dell'intera nazione, denunciamo l'inaffidabilità, l'insufficienza e l'inadeguatezza dell'edificio, dove non solo ci riuniamo per svolgere attività costruttive per oltre cinque ore al giorno, ma che riteniamo dovrebbe essere un posto sicuro, appagante, piacevole e gratificante in cui trascorrere il nostro tempo". Ragazzi che con la loro forza sono pronti a cambiare il mondo con le loro idee. Intanto vorrebbero iniziare proprio dalla loro scuola. "Siamo giunti alla forma di protesta più forte perché ci sentiamo in dovere di far cambiare qualcosa, ma non per noi, bensì per il futuro di questa scuola, di questo Paese", hanno fatto notare anche al corpo docente. "Riteniamo che il nostro sia un istituto valido giacché attualmente non è abbastanza valorizzato; vogliamo bene al nostro istituto e vogliamo che questa forma di protesta venga vista come un'unione tra gli studenti che si coalizzano per un obbiettivo comune: migliorare". Infine hanno lanciato una richiesta di aiuto alle istituzioni. "Riteniamo - hanno detto - che la nostra scuola non sia a norma, non sia agibile perché tutti i criteri di adeguatezza che abbiamo cercato non rispecchiano il nostro ambiente scolastico. Stiamo cercando di farci ascoltare; giornalmente mandiamo email in Provincia; abbiamo chiamato architetti e ingegneri; abbiamo chiamato il Comune; ci siamo addirittura recati alla Provincia per farci ascoltare. Da tutti aspettiamo ancora una risposta". Giorni fa il preside, Aldo Guglielmi, era intervenuto pubblicamente con una lettera aperta ai docenti invitandoli ad ascoltare i ragazzi e a non condannarli per il gesto dell'occupazione, alle cui spalle vi sono dei problemi non di poco conto.

Ultima modifica il Venerdì, 04 Dicembre 2015 08:25