Mesagne. L'Arneo chiede soldi, la gente risponde "Non ne abbiamo" In evidenza

Luglio 09, 2015 6828

canale realeIl periodo elettorale è appena trascorso e sulle abitazioni e terreni dei mesagnesi

stanno piovendo le cartelle del consorzio di Bonifico dell'Arneo per il pagamento della tassa relativa al 2014 per opere di bonifica idraulica effettuate nel comprensorio in cui ricadono gli immobili, abitazioni o terreni, di proprietà. Una nuova stangata per i cittadini e un salasso per gli agricoltori che va ad aggiungersi a quella inferta lo scorso mese con il pagamento di altri balzelli. Ed è polemica tra la comunità poiché non ci sarebbe un rapporto proporzionato tra l'importo richiesto e i servizi erogati. Intanto, il pagamento della prima rata è previsto per il prossimo 20 luglio. Così, tutti sono sul piede di guerra. A iniziare dalle organizzazioni sindacali e di categoria che hanno invitato i soci a non pagare subito e attendere l'esito dei controlli che gli uffici hanno iniziato a effettuare sulle cartelle in loro possesso. Dunque ancora tasse, questa volta inaspettate, per i cittadini-agricoltori ormai stanchi di dover continuare a pagare tasse e vedere il proprio reddito deteriorarsi giorno dopo giorno. La vicenda diventa un dramma per i contribuenti che devono pagare le tasse e non hanno più un reddito di lavoro poiché su di loro si è abbattuta la scura del licenziamento dovuto all'asfittica crisi del comparto. L'emissione degli avvisi di pagamento è stata decisa dalla Regione Puglia con determina di giunta 1149 del 18 giugno 2013ratificata dal Consorzio dell’Arneo il 9 giugno 2015. "La Regione Puglia ha deciso la reimmissione delle cartelle a carico degli agricoltori in assenza di una riforma strutturale e, quindi, di certezze sul fatto che i Consorzi saranno in grado di erogare quei servizi per cui si chiede agli agricoltori di pagare. Insomma si ripete quanto già visto negli anni scorsi", ha spiegato Roberto Tundo, componente della direzione nazionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. "Il mondo agricolo - ha continuato Tundo - protesta per l’inutilità di una tassa perché non si vedono i benefici promessi dai Consorzi. Questo “contributo” è percepito come una rapina, un furto; al contrario di altre tasse che, per quanto esose, sono corrisposte per dei servizi che si ricevono". A opporsi in queste ore di “travaglio economico” sono propri gli agricoltori che a fatica, e con enormi sacrifici delle proprie famiglie, riescono ad andare avanti. “Questa volta non pago un euro di contributo – ha spiegato Giovanni, un agricoltore che ha un’azienda agricola di circa dieci ettari – mi hanno chiesto 500 euro di contributi. Nel mese scorso ho pagato altre tasse ma quando finirà questo stillicidio. Non m’interessa ciò che può accadermi, mi sequestrino tutto, io non pagherò”. La linea dura di Giovanni è quella che si percepisce un po’ in tutti i mesagnesi determinati a contrastare la richiesta finanziaria dell’Arneo. Intanto, su questa vicenda non si conosce la linea politica che adotterà il Comune di Mesagne poiché ieri abbiamo più volte cercato il sindaco Molfetta senza riuscire a parlare. Negli anni passati i sindaci si sono messi a capo della protesta e a fianco dei loro cittadini. Oggi non sappiamo da che parte sta, ma soprattutto quale azione adotterà, il primo cittadino di Mesagne. Anche a Mesagne i cittadini si sono svegliati trovando nelle cassette postali la nota del “Consorzio speciale per la bonifica dell’Arneo” con dentro l’importo del tributo da pagare, calcolato sulla rendita catastale, il prossimo 20 luglio. Un ulteriore balzello che ha fatto sbottare i cittadini che, in massa, si sono recati presso i patronati o gli uffici pubblici per ottenere delucidazioni. La linea della maggioranza degli utenti mesagnesi è di non pagare poiché le finanze delle famiglie sono allo stremo. Una decina di anni fa alla testa dei cittadini si mise l’allora difensore civico del Comune, Vincenzo Incalza, che con il placet del sindaco, Franco Damiano, condussero una battaglia legale contro il consorzio che vinsero poiché l’ente di bonifica aveva chiesto per anni soldi senza erogare nessun servizio. Oggi a fianco dei cittadini non c’è ancora nessuno. Il sindaco Pompeo Molfetta, più volte chiamato nella giornata di ieri per conoscere eventuali iniziative intraprese dal Comune a tutela dei suoi concittadini, è stato irreperibile. Intanto la linea politica che si sta delineando a Mesagne è di non pagare il balzello e portare avanti una nuova vertenza legale. Anche perché il calcolo della somma da pagare, affinché il consorzio recuperi i 6 milioni e passa di euro di contributi, per l’utente sembra essere piuttosto esoso e fuori dalla portata delle proprie finanze. Negli occhi dei mesagnesi, in ogni modo, si legge tanta disperazione ma nessuna rassegnazione.