Mesagne. La biblioteca primo passo verso una nuova idea di città

Aprile 26, 2019 1388

biblioteca comunale mesagneSulla trasformazione della biblioteca di Mesagne in teatrino e zona ludica

per giocare ormai si sono espressi, quasi, tutti: dai candidati sindaco di Mesagne agli studiosi e cittadini. In tutti c’è la preoccupazione che la biblioteca, con il suo prezioso carico culturale, possa perdere la sua mission originale. “Sto cercando di capire che cosa sta succedendo a Mesagne, e dintorni, bisogna capire, in una prospettiva storica, quale idea di città si sta facendo strada, nella nostra mente, e in quella dei candidati sindaco”, ha esordito Domenico Urgesi, storico e già direttore della biblioteca comunale che ha posto una domanda “Quale funzione deve avere la biblioteca comunale, ossia pubblica, di Mesagne?”. Domanda che sto ponendo da settembre, ma nessun governatore risponde”. Tuttavia, è utile ricordare che dai 150 anni di fondazione di questo istituto esso ha interpretato la sua funzione nei 25 anni dal 1985 al 2010, in un periodo che ha visto la caduta del muro di Berlino, il crollo dell’Unione Sovietica, la fine della guerra fredda, lo scoppio di mani pulite e la fine della prima repubblica, il crollo dei partiti tradizionali, la lotta alla mafia e l’uccisione di Falcone e Borsellino, solo per fare due nomi, la sinistra al potere e l’inizio del suo deperimento, le torri gemelle, l’Afganistan, l’Iraq. “In quel periodo storico – ha continuato Urgesi - la biblioteca non si limitò ai normali servizi librari e informatici; la biblioteca di Mesagne, attraverso amministrazioni di sinistra, di centro, di destra, diede il proprio contributo alla crescita civica e culturale, nonché alla comprensione di quel tempo, con una miriade di attività, fra cui la promozione del patrimonio cittadino e territoriale; il raccordo tra una cultura puramente localistica e quella nazionale ed europea; leggi: Francesco Muscogiuri e i suoi rapporti con la letteratura nazionale, Epifanio Ferdinando e la medicina del suo tempo, la levatura internazionale di Giovanni Messe, l’antifascismo europeo di Eugenio Santacesaria; con gli incontri e i dibattiti sui temi della convivenza civile, della costituzione repubblicana, della pace e della guerra; leggi: 50° anniversario della Costituzione, i caduti della prima guerra mondiale, la persecuzione antifascista, la shoah, le foibe; con una rete di iniziative con le scuole e con una rete di partecipazione di singoli e associati, che hanno donato ai mesagnesi le loro cose più care”. Il direttore Urgesi ha, quindi, proseguito: “Negli anni della sinistra prese decisamente la strada della modernità; e nel suo crepuscolo, della sinistra, era già vittima, però, di un lento scivolamento nel vago. Oggi, nell’era dell’incertezza, né di destra né di sinistra, le stanno facendo prendere la strada dell’effimero, del gioco, del raccontar “storie”: del post-moderno senza il moderno”. Secondo Urgesi “la precedente Amministrazione comunale si distinse per una concezione dissacratoria del moderno, prova tangibile ne sia la completa trasformazione del centro storico da luogo di alimento/cibo culturale a luogo di cibo e basta. Rimarrà nella storia anche per questo. La prossima ha già segnato il proprio destino; prima ancora di nascere è già entrata nella storia”.