Redazione

Non c’è pace nel comparto agricolo. Infatti, il vento che è soffiato forte sulla provincia di Brindisi, particolarmente nella zona a Nord, tra i territori di Ostuni e Fasano, e la grandine che si è abbattuta sulle colture, dai frutteti ai vigneti precoci, ma non solo, ha causato diversi danni. Il vento ha distrutto, tra le altre cose, le coperture delle serre dove sono state impiantate le colture orticole. La quantificazione dei danni che hanno causato queste avversità si conoscerà nei prossimi giorni quando i monitoraggi territoriali, disposti dalle associazioni di produttori, saranno completati. Dunque, la coda del maltempo ha raggiunto anche la provincia di Brindisi gettando a terra i germogli degli alberi da frutto. Danni che fanno lievitare i costi di conduzione per gli agricoltori. A causare questi eventi molto spesso sono i cambiamenti climatici che incidono negativamente sul comparto agricolo mandando in tilt diverse produzioni. Il cambiamento climatico, infatti, sta aumentando il degrado del suolo, un vero e proprio circolo vizioso: l’eccessivo sfruttamento impatta sul cambiamento climatico che, a sua volta, si ripercuote sulla salute del suolo.

“Le raffiche di vento – ha spiegato Giannicola D’Amico, vice presidente regionale della Cia - hanno danneggiato le coperture delle serre e dei tendoni di uva da tavola. I danni si sono verificati sui vigneti coperti con film plastici che, a causa del forte vento, si sono strappati”. Purtroppo, gli scampoli dei teli, in balia del vento, sono ricaduti sulla vegetazione ed hanno colpito e spezzato i germogli. “A cedere – ha precisato D’Amico - sono stati sia i teli già utilizzati da qualche anno sia quelli nuovi. In alcuni impianti sono state strappate anche le reti antigrandine. Altri alberi da frutto, come i mandorli, hanno perso i primi germogli”. Comunque, al momento non è ancora possibile quantificare l’entità dei danni. “Con questa prospettiva – ha proseguito il vice presidente - lievitano i costi di produzione per i produttori di uva e gli agricoltori in genere, che dovranno sostenere ulteriori oneri per le operazioni di riparazione e sostituzione dei film plastici”. Intanto, la Cia ha disposto, per i prossimi giorni, un monitoraggio degli agri interessati al maltempo con i tecnici delle sedi locali che continueranno a controllare la situazione. Condizione leggermente migliore si registra nelle zone a sud della provincia dove le raffiche di vento hanno spezzato qualche ramo di albero, ma inciso poco sulle colture. “Nella nostra zona – ha spiegato l’imprenditore agricolo, Emanuele Guglielmi, con aziende agricole in agro di Brindisi e Mesagne – il vento ha inciso sui frutteti. In particolar modo sui pescheti e sugli albicocchi che sono nella fase di allegagione. Se dovesse perseguire tale situazione è probabile che avremo una incidenza negativa sulla produzione. Qualche timore potremmo averlo anche per ciò che riguarda i vitigni precoci, se il vento dovesse proseguire anche per i prossimi giorni. Per ciò che riguarda i mandorleti il vento non dovrebbe aver causato grossi danni poiché la fioritura è terminata da tempo”. In ogni modo, secondo le previsioni meteorologiche, nelle prossime ore il vento dovrebbe attenuarsi notevolmente lasciando il posto alle piogge che si prevedono in provincia già da sabato.

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Hanno preso avvio a Mesagne i lavori di estensione della rete per la fornitura di gas metano in Zona Manfredonia che sarà complessivamente lunga 1.600 metri. Il primo intervento è per un investimento di circa 700 mila euro. Seguiranno altri lavori per circa 8 mila metri in due anni, tra le contrade Torretta e Palmitella, per un importo complessivo di circa 1 milione e 500 mila euro. I lavori sono stati annunciati lo scorso settembre dal sindaco Toni Matarrelli e dall’assessore ai Lavori Pubblici, Roberto D’Ancona, in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo di Città. Questo primo intervento infrastrutturale, di oltre quattro chilometri di rete, consentirà a 145 famiglie mesagnesi di potersi allacciare alla rete del metano. Il progetto è interamente finanziato da “2i Rete Gas”. Appena i lavori consentiranno l’erogazione del gas nelle condotte potranno essere sottoscritti i contratti di fornitura. Particolarmente agevolati per gli utenti mesagnesi che risiedono nelle nuove zone servite e richiederanno la fornitura. Essi, infatti, pagheranno di allaccio solo 200 euro invece delle 1.400 previsti nei normali contratti. Le strade interessate alla metanizzazione sono la zona Favalogna con la via omonima e via San Giuseppe da Copertino; in contrada Manfredonia saranno interessate piazza Capri, via Provinciale per San Vito, le vie Beato Bartolo Longo, Ischia, Alimini, Leuca, Castro Marina, Valle d’Itria, Camigliatello, Sorrento.

Per via Rosamarina la rete arriverà a fine 2021. “Complessivamente i lavori della rete di metanizzazione riguarderanno 16 chilometri di strade”, ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli che ha anche anticipato che “l’Autorità idrica pugliese ha già finanziato la posa delle condotte idrico-fognante nelle medesime zone residenziali che in questo modo saranno complete dei servizi primari e potranno riqualificarsi maggiormente”. Tuttavia, il Comune di Mesagne ha già ricevuto 3 milioni di euro per la riqualificazione, con ammodernamento e messa in sicurezza, della zona mercatale. Qui, infatti, sarà realizzata un’area verde propedeutica sia alle attività ricreative di intere famiglie sia per svolgere varie attività sportive. Inoltre, sarà realizzato un laghetto artificiale che si alimenterà con le acque pluviali. “Quest’opera cambierà il volto del quartiere e abbasserà ulteriormente il rischio di allagamento dovuto alle forti piogge – ha precisato il sindaco – anche perché sarà ampliata e implementata la rete della fogna bianca che oggi è sottodimensionata”. Infine, il Comune è stato già ammesso a un finanziamento di 1 milione e 900 mila euro per la messa in sicurezza della scuola primaria “Giovanni XXIII”.

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Nella trascorsa notte personale della Squadra Volante del Commissariato di P.S. di Mesagne durante il servizio di controllo del territorio, individuava e controllava un’autovettura, con a bordo due soggetti ventunenni, che si aggiravano in maniera furtiva nel cuore della notte nel centro abitato del Comune di Latino (BR).

L’autista dell’autovettura, soggetto residente a San Pietro Vernotico, all’esito del controllo risultava sprovvisto di patente di guida perché mai conseguita e pertanto veniva sanzionato ai sensi dell’art.116 del Codice della Strada per guida senza patente, oltre alla contestazione, unitamente all’altro soggetto di Latiano, per la violazione delle disposizioni previste dal D.L. 19/2020 e successive modifiche (misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19) per lo spostamento senza comprovate esigenze.

Da ulteriori accertamenti l’autovettura, una Fiat Grande Punto, risultava essere stata noleggiata nella stessa serata da una ditta di noleggio, il cui proprietario veniva sanzionato per incauto affidamento della stessa ad un soggetto privo del titolo di guida.

Continua incessante l’attività degli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Mesagne, disposta dal Questore della Provincia di Brindisi, per la prevenzione e la repressione del fenomeno dei reati predatori e per il rispetto della vigente normativa sul contenimento dell’emergenza epidemiologica, con particolare attenzione al divieto di assembramento e al divieto di spostamento se non per comprovate esigenze.

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Sì è svolta oggi, giovedì 18 marzo, dal Teatro Sociale di Fasano, la conferenza stampa online di presentazione della rassegna teatrale “la Scena dei Ragazzi 2021”.

A moderare l’evento, l’assessore alla Cultura Cinzia Caroli, che dal palco del Teatro ha porto i saluti dell’Amministrazione comunale e presentato la rassegna, prima di collegarsi online con il presidente del Teatro Pubblico Pugliese Giuseppe D'Urso, il responsabile Area Progetti e Teatro Ragazzi del TPP Lino Manosperta, e Vincenzo Losito della compagnia Equilibrio Dinamico

«Anche quest'anno, anzi forse in particolare quest'anno come Amministrazione comunale - ha spiegato l’assessore Cinzia Caroli - non abbiamo rinunciato ad organizzare e programmare la rassegna di teatro per le scuole,  partendo dai piccoli per arrivare ai ragazzi più grandi.

Per quest'anno non saranno i ragazzi ed i bambini ad andare a teatro, ma sarà il teatro a raggiungerli a casa, certo non è esattamente la stessa cosa , ma si fa di necessità virtù e soprattutto con forza vogliamo affermare che la cultura non si ferma, e che anzi il nostro sforzo deve essere doppio ed anche triplo se necessario. Non  dobbiamo far mancare ai ragazzi l'offerta culturale del teatro fatta di stimoli, suggestioni e di tanta passione e creatività. Gli spettacoli  in programma sono di grande pregio e ci sarà anche la possibilità di interagire con gli artisti ed i registi. Dunque auguro, in particolare a tutti gli studenti, una buona visione degli spettacoli in attesa di poter tornare a vivere la meraviglia del teatro dal vivo,  che , sono certa, sapremo addirittura apprezzare di più,  perché adesso sappiamo quale vuoto culturale  questa assenza comporti. Dunque a presto nei nostri bellissimi teatri e per adesso attrezziamoci e godiamo di questi spettacoli da casa. Aggiungo che per noi  questo è anche un modo per sostenere il comparto dello spettacolo che in questo momento vive una seria difficoltà.

Torneremo a sorridere a commuoverci e a sognare nei nostri teatri, circondati dalla vera bellezza».

Organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese, la rassegna “la Scena dei Ragazzi 2021” avrà una formula interamente online con la fruizione di ogni spettacolo gratuita.

La rassegna si aprirà con i due spettacoli dedicati a tutto il pubblico, che saranno trasmessi direttamente dal Comune di Fasano attraverso il proprio canale YouTube.

«Non posso che esprimere parole di apprezzamento per l'Amministrazione comunale di Fasano - ha commentato il presidente del Teatro Pubblico Pugliese Giuseppe D'Urso - che assieme al Teatro Pubblico Pugliese ha dato vita a una rassegna di teatro ragazzi di assoluto livello. È importante dare ai ragazzi, in un momento delicato anche per le scuole a causa di questa pandemia, un'opportunità formativa come questa. Un altro motivo di interesse è il coinvolgimento nel progetto di ben otto compagnie pugliesi, che rappresentano un'eccellenza nel panorama culturale nazionale e avranno la possibilità di interagire con gli studenti andando ad arricchire il loro bagaglio cognitivo. Come dice un grande educatore come Franco Lorenzoni: il teatro deve avvicinare i ragazzi per farli entrare nel gioco e a mettersi in gioco, perché devono domandare e non smettere mai di domandare».

Il primo appuntamento per tutti è in programma già per il 18, 19 e 20 marzo 2021 dal titolo “L’AGENDA - 19 Luglio 1992” a cura della Compagnia Collettivo Prisma Teatro.

Il secondo invece sarà in onda sui canali ufficiali del Comune dal 25 al 27 marzo. Anche in questo caso si tratta di uno spettacolo a cura di Compagnia Collettivo Prisma Teatro che porterà in scena “Dante narrato ai ragazzi” in occasione del Dante Dì, la giornata dedicata al poeta della Divina Commedia nella data in cui, secondo gli studiosi, iniziò il suo viaggio negli inferi.

La programmazione degli spettacoli rivolti esclusivamente alle scuole, invece, avrà inizio il 30 aprile. Per ciascuno si svolgerà un incontro online con le classi nel corso del quale gli artisti risponderanno a domande e curiosità nate nei ragazzi.

Inoltre, nel caso in cui le condizioni epidemiologiche lo permettano, si aggiungerà al programma la realizzazione di spettacoli dal vivo:LA SCAMICIATA” di ALPHA ZTL (per studenti di Scuola Media Superiore) e “LA GRANDE FORESTA” di Luigi d’Elia Compagnia INTI (per il secondo ciclo Primaria e Scuola Media Inferiore).

I sei appuntamenti riservati alle scuole, invece, saranno così calendarizzati:

  • 30 marzo 2021 - spettacolo + incontro online Zoom

CARTICU/Giuseppe Ciciriello – ODISSEA

Scuola Media Superiore

  • 12 aprile 2021 - spettacolo + incontro online Zoom

BOTTEGA DEGLI APOCRAFI – SINBAD

Secondo ciclo Primaria e Scuola Media Inferiore

  • 14 - 15 aprile 2021- spettacolo + incontro online Zoom

ORESTE CASTAGNA - IL PRINCIPE FELICE

Scuola Primaria

  • 16 aprile - spettacolo + incontro online Zoom

URA TEATRO/Fabrizio Saccomanno - GRAMSCI

Scuola Media Superiore

  • 7 maggio 2021 - spettacolo + incontro online Zoom

CREST - LA VERA STORIA DI BIANCANEVE

Scuola Primaria

  • data da definire - spettacolo + incontro online Zoom

FACTORY/Fabio Tinella - LE AVVENTURE DI HUCKLEBERRY FINN

Secondo ciclo Primaria e Scuola Media Inferiore

Solo 6 regioni in Italia hanno pubblicato correttamente i dati circa l’utilizzo dei fondi raccolti per l’emergenza Covid. Lo denuncia un report realizzato dal Codacons, che nelle settimane scorse ha inviato una serie di istanze d’accesso alle amministrazioni regionali per capire come siano stati usati i soldi donati da cittadini e aziende per sostenere la lotta al Covid.

Il report dell’associazione, aggiornato all’8 marzo 2021, evidenzia come le Regioni virtuose che hanno pubblicato sul loro sito internet il rendiconto provvisorio (relativo al 2020) siano solamente Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Molise, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento.

Tali Regioni hanno pubblicato sui propri siti internet i rendiconti provvisori dai quali risulta come hanno investito le erogazioni liberali ricevute. Gli interventi realizzati con le donazioni ricevute in queste Regioni rispondono pienamente alla finalità indicata dal legislatore, trattandosi di spese destinate a strutture sanitarie, al personale sanitario e para-sanitario, alle attività di assistenza alla popolazione (positivi al COVID, in isolamento domiciliare etc.) – si legge nel report del Codacons.

Le Regioni che non hanno fornito alcuna indicazione sulle modalità di impiego dei fondi raccolti sono invece Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana.

Sui siti istituzionali di tali Regioni sono state pubblicate soltanto DD.GG.RR. e OO.PP.RR. riguardanti la gestione dell’emergenza ma in nessun documento vengono indicati i fondi Covid spesi. Di conseguenza, risulta alquanto difficile comprendere quali misure siano state finanziate con bilancio regionale e quali, eventualmente, con i fondi donati dai privati dal momento che nessun rendiconto provvisorio è stato pubblicato.

Alcune Regioni hanno invece comunicato informazioni parziali: Liguria, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto. Per tali Regioni non è chiaro se gli importi indicati siano stati soltanto impegnati o se siano stati effettivamente liquidati per le finalità dichiarate.

Eppure l’art. 99 del D. L. 17 marzo 2020 n. 18 – rubricato “Erogazioni liberali a sostegno del contrasto all'emergenza epidemiologica da COVID-19” dispone che “Per le erogazioni liberali di cui al presente articolo, ciascuna pubblica amministrazione beneficiaria attua apposita rendicontazione separata, per la quale è autorizzata l'apertura di un conto corrente dedicato presso il proprio tesoriere, assicurandone la completa tracciabilità. Al termine dello stato di emergenza nazionale da COVID-19, tale separata rendicontazione dovrà essere pubblicata da ciascuna pubblica amministrazione beneficiaria sul proprio sito internet o, in assenza, su altro idoneo sito internet, al fine di garantire la trasparenza della fonte e dell'impiego delle suddette liberalità.”

Non solo. L’ANAC ha precisato che il rendiconto debba essere pubblicato sul sito web dell’Amministrazione, nella sezione “Amministrazione Trasparente” – “Interventi straordinari e di emergenza” con aggiornamento periodico ogni tre mesi.

“L’obbligo di aggiornare il rendiconto presuppone che lo stesso vada pubblicato nel corso dell’emergenza per informare costantemente i donatori di quante risorse siano state raccolte e di come siano state impiegate per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 – spiega il presidente Carlo Rienzi – Tuttavia i cittadini non sanno come alcune regioni abbiano speso i loro soldi, donati in un momento di grave emergenza per il paese, risorse che dovevano essere destinate a potenziare il sistema sanitario e su cui oggi manca la dovuta trasparenza”.

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 18 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 11211 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 2.082 casi positivi: 1048 in provincia di Bari, 141 in provincia di Brindisi, 115 nella provincia BAT, 253 in provincia di Foggia, 191 in provincia di Lecce, 321 in provincia di Taranto, 4 casi di residenti fuori regione, 9 casi di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 27 decessi: 8 in provincia di Bari, 8 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 10 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.731.033  test.

126.314 sono i pazienti guariti.

40.507 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 171.215  così suddivisi:

67.015 nella Provincia di Bari;

17.284 nella Provincia di Bat;

12.375 nella Provincia di Brindisi;

32.649 nella Provincia di Foggia;

15.270 nella Provincia di Lecce;

25.724 nella Provincia di Taranto;

641  attribuiti a residenti fuori regione;

257 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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BREXIT: COLDIRETTI PUGLIA, GIA’ IN FUMO 3% EXPORT CIBO MADE IN PUGLIA IN UK. 

In fumo già il 3% di esportazioni di prodotti agroalimentari made in Puglia in Gran Bretagna per effetto degli ostacoli burocratici ed amministrativi che frenano gli scambi commerciali. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia sulla base dei dati provvisori Istat – Coeweb relativi al commercio estero nel 2020.

Da gennaio 2021 la Gran Bretagna è uscita dall’Unione Europea e certamente lo scenario diverrà ancor più complesso, con il Paese d’Oltremanica che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono – continua la Coldiretti – i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva. La violazione degli accordi sulla Brexit rischia peraltro di favorire l’arrivo nell’Unione Europea di cibi e bevande non conformi agli standard sicurezza Ue ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari tutelati.

“Le esportazioni di prodotti agroalimentari dalla Puglia al Regno Unito sono aumentate del + 41,5 % in 5 anni fino al 2019. Su un valore totale di 129 milioni di prodotti agroalimentari pugliesi esportati, oltre il 70% dell’export riguarda l’ortofrutta, pari a 97,5 milioni di euro, mentre si assiste ad un calo del 31% negli ultimi 5 anni delle importazioni dal Regno Unito. Per sostenere crescita e nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’agroalimentare che è un elemento di traino per l’intera economia in Italia e all’estero”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Per questo Coldiretti sostiene l’iniziativa dell’Unione Europa nel confronti della Gran Bretagna con l’avvio della procedura di infrazione per aver violato disposizioni sostanziali stabilite dal protocollo sull’Irlanda e sull’Irlanda del Nord. Senza controlli alle frontiere la Gran Bretagna – conclude la Coldiretti – potrebbe infatti diventare il cavallo di troia per l’arrivo del falso Made in Italy che nel mondo fattura 100 miliardi e che vedono tra i maggiori contraffattori gli Usa, con i quali gli inglesi stanno negoziando un accordo commerciale, ma anche il Canada e l’Australia che fanno parte del Commonwealth.

Dopo il vino, continua Coldiretti Puglia, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna c’è l’ortofrutta fresca e trasformata come i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell’olio d’oliva.

“Parallelamente sui mercati ci troviamo ad arginare iniziative come quella dell’etichetta a semaforo inglese – conclude il presidente Muraglia - legata principalmente all’azione di 4 grandi multinazionali del cibo come Coca cola, Pepsi Co, Mars e Nestlè, colossi che dispongono di risorse e leve pubblicitarie e commerciali finalizzate ad influenzare i comportamenti e gli orientamenti all’acquisto del consumatore medio. Con l’uscita dall’Unione Europea si teme anche che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta già diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi”.

A preoccupare – continua Coldiretti – è anche la tutela giuridica dei prodotti a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) che incidono per circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare Made in Italy e che, senza protezione europea, rischiavano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da Paesi extracomunitari.

Il Comune di Mesagne ha raccolto l'invito dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani: il Tricolore resterà esposto a mezz'asta per tutto il giorno sulla facciata della Sede Municipale e alle 11 è stato osservato un minuto di silenzio.

"Ricordiamo le vittime che hanno perso la vita a causa della pandemia e, in particolare, i nostri 15 concittadini che non ce l'hanno fatta a vincere l'impari battaglia contro il virus", ha commentato il sindaco della città, Toni Matarrelli.
La scelta della data rimanda al 18 marzo dell'anno scorso, quando una lunga colonna di mezzi militari attraversò Bergamo, trasportando i feretri delle vittime del Coronavirus per portarli in altre città perché il Cimitero cittadino non aveva più posti disponibili. Immagini indelebili che resteranno impresse nella memoria collettiva, simbolo incancellabile della forza devastante con cui l'emergenza sanitaria stava colpendo il Paese.

 

COVID – ARESTA (M5S) : “ANNO DI DOLORE, POLITICA RISCATTI ERRORI DEL PASSATO” 

 

“Quella lunga colonna di camion dell’Esercito piena di bare è una stretta al cuore che si rinnova oggi in questa Giornata della Memoria per i morti di Covid-19. Tributiamo un ricordo profondo alle vittime ed abbracciamo coralmente tutti coloro che hanno perso un proprio caro in questo lunghissimo anno del dolore.” Lo afferma, in una dichiarazione, Giovanni Luca Aresta, parlamentare e capogruppo del M5S in Commissione difesa della Camera dei Deputati.

“La pandemia ha evidenziato davanti agli occhi di tutti – prosegue Aresta- che la più che decennale politica dei tagli alla sanità non solo è stata miope ma assolutamente irresponsabile. Dobbiamo imparare che il servizio sanitario pubblico, la sanità di territorio e di prossimità, sono beni comuni irrinunciabili che non possono soggiacere a logiche ragionieristiche o peggio ancora a logiche dettate dal profitto. Questa lezione, pagata amaramente con la vita di tanti, troppi concittadini, deve diventare consapevolezza condivisa della classe politica chiamata a spendere bene le risorse del Next generation Eu.”

“Lo sforzo per garantire la vaccinazione di tutti – prosegue Aresta – deve caratterizzare le prossime settimane recuperando ritardi ed arrivando a chiunque desideri essere messo in sicurezza a partire dai soggetti più fragili. Agli operatori sanitari civili e militari va non solo il riconoscimento per il loro straordinario lavoro ma anche l’impegno delle istituzioni a non lasciarli da soli a combattere questo subdolo nemico.”

“Un pensiero particolare va alla mia terra di Puglia – conclude Aresta – che piange oggi le sue quasi 3400 vittime. Dobbiamo essere uniti, seguire con intelligenza le norme di prevenzione e del distanziamento sanitario ed essere al fianco di chi è più fragile non facendo mancare loro sostegno e il calore del nostro affetto. Stiamo infine vicini ai giovanissimi, ragazzi e ragazze, bambini e bambine che privati della scuola in presenza rischiano di subire una ferita profonda per la loro crescita e formazione. Che tutti questi sacrifici servano a rialzarci e a preparare il riscatto verso una vita libera da questo male.”

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Il sodalizio vinicolo più grande d’Italia, la Cantine Due Palme di Cellino San Marco, mette a disposizione le sue cantine per le vaccinazioni anti Covid. Per i dirigenti, infatti, “questa pandemia ha insegnato qualcosa, dopo un anno disastroso di restrizioni, disagi e chiusure, è che solo insieme si può fare la differenza. Solo mettendo insieme le nostre capacità, condividendo progetti e iniziative, possiamo sperare di uscire presto dall’incubo dei lockdown”. Oggi la scienza ci offre una certezza: quella dei vaccini. Tutti gli sforzi devono andare ora in questa direzione. “Ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi – ha detto il presidente di C2P, Angelo Maci - ha dichiarato che tutto il Governo è al lavoro per definire i protocolli e accelerare così il piano della vaccinazione, procedendo alla somministrazione dei vaccini non solo negli ospedali, ma anche nelle palestre, nei parcheggi e nelle aziende”. Ed è proprio a questo proposito che Cantine Due Palme ha scelto di mettere a disposizione le sue 6 cantine di proprietà per la somministrazione dei vaccini.

“Anche questa è cooperazione, sentirsi ed essere parte attiva di una comunità, lavorando per il bene di tutti”, ha sottolineato l’amministratrice delegata, Melissa Maci. Così, il presidente-enologo Angelo Maci, il direttore generale, Assunta De Cillis, e l’amministratrice delegata Melissa Maci, all’unisono hanno affermato che prevalgono sempre ed in ogni situazione gli scopi mutualistici della cooperativa che dirigono. “Soprattutto in una fase emergenziale come quella che stiamo attraversando, la priorità è la vaccinazione di gregge. Noi ci siamo”, ha precisato Assunto De Cillis. Le sedi delle cantine Due Palme messe a disposizioni sono Cantine Due Palme sede legale, via San Marco 130, Cellino San Marco; Showroom Cantine Due Palme ex cantina della Riforma Fondiaria, Sp 75, Cellino San Marco; Cantine Due Palme ex Produttori Agricoli, Via San Pietro 156, Cellino San Marco; Cantine Due Palme ex Cooperativa Agricola Angelini, Via Milano 58, San Pietro Vernotico; Cantine Due Palme ex Cooperativa San Gaetano, Sp 125 Lizzano (Ta) e Cantine Due Palme ex Cantina di Arnesano-Monteroni, Sp Lecce-Arnesano (Le).

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Mettendo da parte, solo temporaneamente i problemi derivanti al comparto dalla Xylella, la campagna olivicola che ci è appena conclusa può catalogarsi a quattro stelle. La quinta stella poteva esserci se non si fosse verificato un calo di produzione dovuto sia alla “pandemia” da Xylella ormai giunta prepotentemente anche in provincia di Brindisi, nonostante l'avanzamento verso nord della Xylella, con piante positive e sintomatiche, che in alcune zone della parte sud della provincia sono già particolarmente evidenti, sia al clima pazzo, dal maltempo alla siccità, che ha caratterizzato l’autunno-inverno. Per non parlare degli effetti del Covid-19 che ha sconvolto la produzione e i mercati. La campagna che si appena conclusa, quindi, è stata dal punto di vista della qualità ottima giacché si sono ottenuti olii molto equilibrati. “Le olive che sono arrivate nelle cooperative, specialmente nei mesi ottobre e novembre, hanno permesso di ottenere un prodotto ottimo”, ha spiegato Carmelo Dellimauri, presidente Coldiretti di Mesagne -. Le quantità lavorate quest’anno sono state al di sopra di ogni più rosea aspettativa, considerando ovviamente il problema Xylella che ormai ha colpito in pieno anche il nostro areale”. Secondo il presidente Dellimauri “le aspettative per i prossimi anni, dal punto di vista quantitativo, non possono essere certo buone, ma alcuni fattori ci fanno ben sperare”.

Infatti, gli olivicoltori hanno iniziato a fare i nuovi impianti di oliveti con le due varietà tolleranti la Xylella, il Leccino e la Favolosa, “molti hanno partecipato al bando regionale per l’estirpazione e reimpianto, il comparto quindi resisterà “all’onda d’urto” della Xylella e credo che nei prossimi anni sarà un comparto sicuramente molto più professionalizzato che punterà molto sulla qualità dell’olio extravergine di oliva”, ha concluso Dellimauri. Archiviata, quindi, la molitura delle olive adesso i produttori brindisini hanno rivolto la loro attenzione alla commercializzazione dell’oro giallo. In particolar modo dell’olio extravergine di oliva. Con lo scoppio della pandemia, infatti, il rapporto con il cibo è cambiato con l’alimentazione che è diventata una delle vie per cercare di mantenere la salute, come dimostra il boom della domanda di olio extravergine nel 2020 che ha spinto la crescita annuale degli acquisti del 12%. Anche se durante i primi nove mesi del 2020 si è registrato un calo dello 0,5% delle esportazioni di olio extravergine verso l’estero, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%). Così, in attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato per approfittare dell’annata Made in Italy, il consiglio è di guardare “con più attenzione le etichette – ha spiegato Coldiretti – e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica”. “Un olio extravergine di oliva di qualità – ha concluso Coldiretti – deve essere profumato all’esame olfattivo, deve ricordare l’erba tagliata, con sentori vegetali e all’esame gustativo deve presentarsi con sentori di amaro e piccante, gli oli di bassa qualità, invece, puzzano di aceto o di rancido e all’esame gustativo sono grassi e untuosi”.

 

Chi ha il polso della reale situazione del comparto olivicolo provinciale, e non solo, è il presidente di Coldiretti, Filippo De Miccolis Angelini, che ha tracciato un bilancio della campagna olivicola 2020/2021 che si è svolta in piena pandemia.

Presidente quali sono state le difficoltà che gli olivicoltori hanno incontrato.

“Se pur tra mille incertezze i nostri olivicoltori hanno dato il massimo in questa campagna, cercando ancor più di conferire al proprio prodotto qualità e distintività. Naturalmente la pandemia ha portato con sé maggiori costi ed adempimenti burocratici, richiedendo un sacrificio alle aziende, che non sempre ha trovato poi un ristoro nelle politiche di stimolo. Inoltre, molte delle nostre aziende, anche grazie ad investimenti nella vendita diretta o la ricettività agrituristica, avevano travato nel mercato turistico estero un importante sbocco commerciale, oggi purtroppo assente e la zona rossa sino al periodo pasquale di sicuro non aiuta”.

 Parliamo di qualità e quantità. Due indicatori importantissimi per l’economia del comparto.

“Quest’anno qualità e quantità hanno trovato un ottimo equilibrio nella provincia di Brindisi. Le favorevoli condizioni climatiche in particolar modo per chi ha raccolto nella prima fase della stagione hanno garantito dei fruttati eccellenti ed olii corposi e ben equilibrati, ricchi del tipico carattere pugliese, così apprezzato dalle tavole di tutto il mondo. Purtroppo il dato della nostra provincia è in controtendenza rispetto al dato regionale, decisamente negativo, specialmente per i territori maggiormente colpiti dalla Xylella”.

La Xylella sta devastando il patrimonio olivicolo provinciale. Come vi state attrezzando per riconvertire le produzioni.

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Tante aziende del nostro territorio stanno dando un encomiabile esempio di spirito imprenditoriale, piantando nuovi uliveti di varietà leccino e fs17, le uniche al momento consentite perché resistenti, non immuni, al batterio. Purtroppo i bandi attualmente esistenti sono inidonei per dotazione e percentuale di investimento richiesto agli imprenditori, a far da vero stimolo ad una rinascita olivicola della nostra regione, basti pensare che delle 8133 domande pervenute all’assessorato regionale all’Agricoltura per la concessione dei fondi per la rigenerazione olivicola dei territori colpiti da Xylella, ne sono state finanziate solo 521 e sono passati solo 23 progetti collettivi, a fronte di una richiesta complessiva per 216 milioni di euro”.

È arrivato quindi il momento non solo di ribadire che la nostra regione necessita di un piano olivicolo.

“Certamente. È necessario un piano olivicolo nazionale e ridare con i fatti all’agricoltura il ruolo centrale che realmente rappresenta per il nostro territorio. Bisogna pianificare specifici interventi strutturali, per garantire acqua, infrastrutture, digitalizzazione ed accesso alle moderne meccanizzazioni e tecnologie per le nostre aziende, così come delle adeguate politiche del lavoro”.

 Cosa prevede nel prossimo futuro sul fronte del mondo olivicolo.

 “Ci aspettano anni difficili oltre i quali saremo capaci di creare una nuova rinascita per il nostro settore, in cui l’olivicoltura sarà ancora più moderna ed improntata a qualità e sostenibilità. La Puglia è il maggior produttore nazionale di olio, bisogna partire da questo primato, affermare con forza la distintività delle nostre produzioni e del brand Puglia. La nostra federazione sta dando il giusto supporto alle nostre aziende, informando costantemente i nostri associati con quelle che sono le opportunità per il nostro settore e incrementando le attività di formazione (on line) per qualificare ancor più i nostri imprenditori e prepararli ad un mercato sempre più competitivo”.