Maggio 18, 2024

Redazione

I lavoratori della  DCM, una delle 2 società in cui furono divisi i lavoratori della GSE all’atto della vendita al fondo americano, saranno in sit in sotto il Comune di Brindisi Venerdì 24 Febbraio alle ore 8,30 per chiedere un sostegno al Sindaco di Brindisi , Riccardo Rossi.

 Il sit in ha lo scopo di rappresentare la difficile  situazione in cui si trovano i lavoratori della DCM; ci troviamo   a un mese dalla scadenza della cassa integrazione per  cadere così nel dramma della disoccupazione.

Dopo l’incontro in Prefettura dei giorni scorsi continuano le iniziative del Sindacato Cobas che ha chiesto un incontro per Venerdì 24 Febbraio con il Sindaco Rossi .

Il Cobas chiederà al Sindaco Rossi  la necessità nella vertenza nazionale del gruppo Dema , che vede la chiusura di due stabilimenti brindisini Dema e Dar,di sostenere un  estremo tentativo di far rientrare questi lavoratori nel perimetro di crisi del gruppo Dema ,da cui sono sempre stati esclusi .

Lo stesso sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi , nel corso dell’incontro a Roma al Ministero è intervenuto dicendo che il gruppo Dema deve presentare un definitivo piano industriale e certamente se licenzia a Brindisi non può chiedere un intervento economico al Governo di 22 milioni di euro a fondo perduto.

Il Sindaco Rossi ha parlato anche della possibilità per gli stabilimenti brindisini di nuovi acquirenti a cui chiedere la salvaguardia occupazionale.

Il Cobas chiederà nel corso dell’incontro al Sindaco Rossi di sostenere che qualsiasi soluzione si possa trovare per i due stabilimenti brindisini deve vedere  al suo interno anche i lavoratori della DCM.

Per il Cobas Roberto Aprile

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Libera organizza a Brindisi un’iniziativa di Memoria e Impegno per i finanzieri Antonio Sottile e Alberto De Falco giovedì 23 febbraio alle ore 16.30 nell’omonima piazza antistante Palazzo Granafei-Nervegna

Giovedì 23 febbraio 2023, a partire dalle ore 16.30 nella piazza Sottile-De Falco, antistante Palazzo Granafei-Nervegna, il Presidio Libera di Brindisi “Antonio Sottile e Alberto De Falco” organizza un’iniziativa in memoria del Vice Brigadiere Alberto De Falco e del Finanziere Scelto Antonio Sottile, che l’associazione Libera ricorda come vittime innocenti delle mafie.

All’evento, dunque, saranno presenti una rappresentanza degli studenti dell’Istituto Tecnico “Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi”, dell’Istituto Comprensivo Centro BR e della rete del Presidio cittadino di Libera, la Guardia di Finanza e i colleghi Medaglie d’Oro Marras e Roscica, i rappresentanti delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine, i ragazzi del progetto “Menamé” realizzato in collaborazione con il Percorso di Legalità e cittadinanza attiva dell’USSM di Lecce – sede distaccata di Brindisi.

Antonio Sottile e Alberto De Falco il 23 febbraio 2000 erano in servizio di perlustrazione per la repressione del contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Quella sera, sulla complanare della statale 379, a pochi passi dal santuario di Jaddico, la Fiat Punto dei finanzieri fu investita da un fuoristrada blindato guidato dai malviventi che trasportavano sigarette di contrabbando appena scaricate. Sottile e De Falco morirono quella sera nell’adempimento del loro dovere, successivamente vennero insigniti delle Medaglie d’Oro al Valor Civile insieme ai colleghi di pattuglia Edoardo Roscica e Sandro Marras.

I volontari di Libera nelle scorse settimane hanno incontrato alcune classi dell’Istituto superiore e della scuola primaria per preparare gli studenti all’anniversario con il prezioso aiuto delle loro insegnanti. Nell’istituto tecnico hanno organizzato due incontri. Il primo con il dott. Salvatore Barbarossa per discutere del periodo storico tra gli anni ’90 e il 2010 a partire dalla visione del documentario “My Marlboro City” di Valentina Pedicini. Il secondo ha visto la partecipazione del Procuratore della Repubblica di Brindisi, dott. Antonio De Donno, con cui gli studenti hanno potuto approfondire lo sviluppo delle mafie e del contrabbando di sigarette in Salento, il contrasto di tali fenomeni fino a trattare le attuali dinamiche della criminalità organizzata e del suo impatto sociale, economico e culturale nel nostro territorio. Le docenti della scuola primaria, dopo aver sensibilizzato i bambini e le bambine, hanno composto con loro una canzone che sarà eseguita durante la cerimonia.

Sarà un’occasione per ascoltare le riflessioni dei giovani e far sentire l’affetto della cittadinanza ai familiari di Antonio Sottile e Alberto De Falco, a distanza di 23 anni dalla loro scomparsa. L’iniziativa, patrocinata dal Comune, è organizzata anche quest’anno nel cuore della città per coltivare una memoria collettiva che generi impegno contro la criminalità organizzata presente a Brindisi.

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 Più di 30 aziende, 31 per la precisione, che per tutta la giornata incontreranno risorse umane in cerca di occupazione. È il secondo «job day» della città di Fasano che si svolgerà giovedì 23 febbraio al Laboratorio Urbano. 

L’evento, dopo il successo dello scorso anno (con oltre 150 partecipanti e 500 colloqui), favorirà un canale diretto di confronto tra aziende del settore turistico e quanti sono alla ricerca di occupazione. Perché «Turismo è lavoro», come recita il nome dell’evento.
L’appuntamento è dalle 9:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 17:00. 
 
Per tutta la giornata imprese e risorse umane si confronteranno affinché le aziende possano trovare profili lavorativi che più rispondono alle loro esigenze. L’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale, è in collaborazione con Arpal Puglia, il Gruppo Fortis e l’Its - Turismo e Beni Culturali (Istituto tecnico superiore per l’industria dell’ospitalità e del turismo allargato) che, nell’organizzazione di queste giornate, si avvale della collaborazione tecnica di Anpal Servizi.
 
Le aziende che hanno aderito e che comprendono aziende del territorio di Fasano, ma anche Ostuni, Alberobello e Monopoli, sono: Vico Pescatori, Masseria Torre Coccaro S.r.l., Itala Spa (Hotel Silvana-Hotel Del Levante), Penna Grande S.r.l - Archeolido, Azienda Agrituritica Masseria Spetterrata, Società agricola Marzalossa S.r.l., Fuori Menu, Borgo Egnazia, Lido Aurora S.r.l., Deni S.r.l., Bar Kennedy S.r.l., Bluserena S.p.A. – Granserena Hotel, Bar pasticceria Meridionale, Alchimia S.r.l., Masseria Casamassima, Macabà S.r.l., La Corte dell’Astore SRLS, Masseria Villa Verde, Anta S.n.c. Tanzariello Antonio & Tagliente Angelo, Società agricola Masseria Borgo Ritella, Hotel Canne Bianche (Dama S.r.l.), Angeli Trade S.r.l., Euas S.r.l., Masseria San Domenico, Tenuta Monacelle S.r.l., Casale del Murgese, Masseria Grieco S.r.l., During spa, Soc.agr.Agricultura Fanizza s.s. Di Fanizza Floriana e Pasquale, Lido Le Macchie. 
 
Tra le figure richieste ci sono cuochi, aiuto cuochi, aiuto pizzaioli, camerieri di sala, chef e sous chef, commis di pasticceria, barman, house keeping, addetti alle pulizie, guide e accompagnatori turistici, addetti front office, ciclomeccanici, lavapiatti, commis di bar, cucina e sala, chef de rang, donne ai piani, bagnini, spiaggisti, addetti alle pulizie, portierato, addetti amministrativi contabili con esperienza e senza, massaggiatori, operatori olistici, fisioterapisti, giovani alla prima esperienza per tirocini formativi nell’area uffici, consulenti commerciali specializzati in beverage e food, addetti marketing, hostess. 
 
«Il Job day offre la possibilità di un confronto diretto tra aziende e quanti sono in cerca di occupazione che potranno guardarsi negli occhi, conoscersi, trovarsi – dice il sindaco Francesco Zaccaria –. Come già accaduto lo scorso anno questa giornata è una grande occasione sia per chi cerca lavoro sia per chi vuole offrirlo in quanto offre un canale diretto e immediato. Ringrazio quanti hanno collaborato all’organizzazione, le aziende che hanno aderito con entusiasmo, l’assessore Pier Francesco Palmariggi e il consigliere Madia Decarolis che si sono occupati della realizzazione della giornata e invito i giovani e quanti sono in cerca di lavoro a cogliere questa opportunità presentandosi il 23 febbraio. Il successo dell’iniziativa dello scorso anno dimostra l’efficacia di tale possibilità e offre speranze concrete di entrare nel settore turistico che è il motore dell’economia del nostro territorio».

REGATA BRINDISI-VALONA: DELEGAZIONE LNI IN ALBANIA. 

«Insieme agli amici di Brindisi, iniziata oggi la programmazione della 12° edizione della regata Brindisi-Vlora, come simbologia annuale che tende a mostrare, attraverso il vento marino, un domani migliore, questa estate apparirà per migliaia di turisti del mare Vlora». Con questo breve ma significativo post Facebook, il sindaco di Valona Dritan Leliha di fatto avviato il percorso tecnico-organizzativo al termine dell’incontro con una delegazione della sezione brindisina della Lega Navale Italiana, guidata dal presidente Salvatore Zarcone. La manifestazione velica, caratterizzata anche da importanti risvolti di carattere turistico-culturale, si terrà dal 6 al 9 luglio di quest’anno con l’obiettivo di crescere sul piano della partecipazione e dell’appeal. La delegazione della LNI Brindisi è a Valona anche per la sottoscrizione di un protocollo d'intesa con il gruppo immobiliare Concord Investement che gestisce il Marina di Orikum e che l'anno scorso ha accolto le imbarcazioni partecipanti alla regata e ha ospitato la cerimonia di premiazione. Il Marina di Orikum si sta espandendo e presto (potendo disporre di 600 posti barca) sarà una delle realtà più importanti dell'Adriatico. Il protocollo d'intesa prevede tutta una serie di iniziative di carattere culturale, sportivo e turistico e naturalmente condizioni tecnico-logistiche particolarmente favorevoli. La dodicesima edizione della Brindisi-Valona prevede l'assegnazione del Trofeo dell'Accoglienza e del Trofeo «Mirko Gallone». Nelle foto alcuni momenti dell’incontro con il sindaco di Valona Dritan Leli.

Nelle edicole il nuovo numero di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:

UN NUOVO INIZIO
5 febbraio 2019. È questa la data del primo numero di BuoneNuove uscito l’anno prima della Pandemia. Sono trascorsi quattro anni e scritte centinaia di notizie positive con la penna di molti giovani. Lo sforzo di raccontare Mesagne da un nuovo punto di vista ha funzionato...

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L’arte al servizio del decoro urbano. L’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana ha approvato un avviso pubblico per incentivare la creazione di opere di street art su facciate, portoni o altre superfici di immobili pubblici o privati che si affacciano su strade, piazze e vicoli da valorizzare o riqualificare.

I progetti artistici, finanziabili dall’Amministrazione Comunale sino al 70%, del costo complessivo da sostenere per l'esecuzione dell'opera, dovranno ottenere tutte le autorizzazioni necessarie e saranno preliminarmente valutati da una commissione composta dal Dirigente dell’Ufficio Patrimonio e da due esperti.

“Con questo avviso pubblico – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – intendiamo avviare un percorso virtuoso e partecipato per la riqualificazione in particolare di alcune aree del centro storico. Si tratta di una iniziativa sperimentale che è forte dell’esperienza positiva di via Casalino che ha preso nuova vita grazie all’arte.”

Nella valutazione avranno precedenza i progetti su immobili che insistono nel centro storico, collocati in aree degradate interessate da fenomeni di devianza giovanile, che presentano soggetti che valorizzano la storia, la cultura e le tradizioni di Francavilla Fontana e che prevedono il coinvolgimento di artisti riconosciuti nel panorama nazionale e internazionale.

“Attraverso l’arte – conclude il Sindaco Denuzzo – non solo riqualifichiamo, ma possiamo pensare di raccontare e rafforzare la comunità costruendo una narrazione innovativa del nostro patrimonio. La sfida ambiziosa è dare impulso ad una contaminazione di culture e linguaggi che dovranno integrarsi con il contesto urbano.”

Lo spirito dell’iniziativa, che prende forma per la prima volta nella Città degli Imperiali, è valorizzare lo spazio pubblico fondendo il paesaggio abituale con linguaggi artistici inusuali, ma che devono essere capaci di integrarsi con i luoghi per costruire una vera e propria esperienza nella fruizione di strade e piazze interessate dall’intervento.

Forme, colori e opere aiuteranno ad esaltare angoli nascosti della Città che, messi sotto i riflettori dell’arte, potranno beneficiare di una vera e propria rigenerazione che ne modificherà la percezione anche da parte dei frequentatori abituali.

Ci sarà tempo sino al prossimo 8 marzo per candidare le opere. L’avviso pubblico e la modulistica sono disponibili sul sito internet istituzionale.

 
 

A 3 anni dalla pubblicazione del Decreto Interministeriale del 06/03/2020, il meglio noto Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla Xylella. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in relazione alla mancata erogazione dalla Regione Puglia delle risorse destinate all’articolo 6 del Piano per la rigenerazione olivicola, lo strumento utile ad espiantare e reimpiantare ulivi, con 60 milioni di euro a disposizione.

“Ad oggi, pur con un numero importante di concessioni – argomenta Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce  - per l’espianto e il reimpianto di olivi resistenti, anche alla luce degli ulteriori fondi per scorrere la graduatoria, non è stato liquidato ancora 1 euro agli agricoltori per le 8.133 domande singole  e le 26 domande collettive (contenenti 880 domande di adesione) per oltre 222 milioni di euro di richiesta, a fronte di 40 milioni di euro disponibili per far scorrere la graduatoria dell’articolo 6 a cui si sono aggiunti altri 20 milioni di euro dalla rimodulazione del Piano di rigenerazione”, incalza Piccioni.

Ancora ferme al palo le misure per il contrasto al vettore, per la diversificazione produttiva, con il fallimento – aggiunge Coldiretti Puglia - delle misura per gli innesti degli ulivi monumentali che ha registrato l’adesione di sole 91 aziende agricole per la farraginosità dell’intervento, con il secondo bando atteso e mai licenziato.

Intanto, sono alle porte le pratiche di prevenzione con le lavorazioni artificiali contro la ‘sputacchina’, il vettore allo stadio giovanile, o le misure fitosanitarie contro l’insetto adulto, in cui sono coinvolti – precisa Coldiretti Puglia – anche i Comuni pugliesi e agli enti pubblici come Consorzi di Bonifica, ANAS , Demanio, che devono pulire campi abbandonati, strade e cigli stradali pubblici e demaniali incolti e pieni dei famigerati sputi dell’insetto vettore ‘sputacchina’ che inoculando la malattia è responsabile dell’avanzata inarrestabile della Xylella fastidiosa.

L’elevato numero di piante infette trovate nelle aree comprese tra Polignano e Monopoli – aggiunge Coldiretti Puglia - ha confermato l’elevato rischio sanitario descritto a marzo 2022 nel Piano D’Azione 2022, con la necessità di applicare nella zona infetta dell’art. 7 del Reg. 2020/1201 ovvero l’eliminazione della pianta trovata infetta, eliminazione di tutte le piante della stessa specie di quella trovata infetta indipendentemente dal loro stato sanitario, le piante di specie diverse da quella della pianta infetta che sono risultate infette in altre parti dell’area delimitata e tutte le piante specificate, che non sono state immediatamente sottoposte a campionamento e ad analisi molecolare, tutto questo in un buffer di 50 metri dalla pianta infetta.

Coldiretti Puglia chiede, tra l’altro, un nuovo Piano, da approvarsi con la massima celerità, che rilanci in particolare gli investimenti di riconversione produttiva e con una dotazione finanziaria importante, di importo almeno pari al precedente, oltre agli indennizzi per l’attuazione della lotta al vettore per le aree delimitate cuscinetto e contenimento, l’allargamento delle attività di monitoraggio e lotta obbligatoria prevista alla Piana degli Olivi Monumentali, con medesimo regime di indennizzi, il coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente a salvaguardia del valore paesaggistico e naturalistico dell’olivicoltura, l’individuazione di possibili sistemi di controllo per la riduzione del rischio da trasporto passivo del vettore e una cabina di regia per realizzare una coerente programmazione e attuazione degli interventi previsti per i Comuni e gli enti pubblici, magari con l’affidamento di tale cabina di regia a una figura specifica, con poteri reali di intervento, come un Commissario unico.

Il contagio della Xyella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale.

La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – conclude Coldiretti Puglia - con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili.

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Onorevoli  Ministri,

-premesso che sulla nota vicenda, quella sui Consorzi di Bonifica da qualche anno a questa parte sono state incomprensibilmente declinate responsabilità, competenze e scarsa attenzione ai vari livelli istituzionali ;

-considerato che noi avendo nel tempo sempre pensato che la questione ARNEO politica era e politica sia rimasta, abbiamo, senza esito favorevole purtroppo, tentato tutte le strade percorribili sia a livello legale/tributario, sia a livello di coinvolgimento istituzionale (Regione e Comune).

Motivo per cui i sottoscritti in rappresentanza dei Comitati in indirizzo, ben sapendo che rientra nell’identità e nella sensibilità politico-istituzionale della Loro compagine di Governo, sostenere e condividere ogni e qualsiasi battaglia di giustizia sociale, ci vediamo costretti a richiedere la Loro cortese attenzione sulla problematica relativa alle criticità riguardanti il Consorzio di Bonifica dell’Arneo, alle SS.LL. forse già note.  

     Inspiegabili, infatti, ci appaiono le ragioni per cui il suddetto Ente, facendosi beffa anche di stesse leggi Regionali e sentenze di Corte di Cassazione, continua a vessare ed imporre a famiglie ed aziende, il pagamento di un ulteriore iniquo ed illegittimo balzello, che va a gravare pesantemente su un comparto quello agricolo vitale per l’economia pugliese, già di suo colpito in maniera devastante dall’effetto xilella, dalla siccità, da calamità atmosferiche e quant’altro.

     Se poi di questi tempi ci aggiungiamo anche il caro energia, il costo dei prodotti agricoli, la crisi economica in atto, la situazione diventa insostenibile con conseguenze irreparabili per l’economia della ns zona.

      Avvisi, solleciti e ingiunzioni di pagamento anche abbastanza sostanziosi, in questi giorni continuano ad arrivare a pioggia, a fronte di lavori mai eseguiti, per benefici fondiari mai visti, che servono invece al Consorzio dell’Arneo per ripianare debiti di bilancio e pagare megastipendi ai propri dipendenti.  

      Parliamo di un Ente commissariato da anni che la Regione continua a tenere in piedi con i soldi raccolti dalle tasse dei cittadini pugliesi che in questo caso pagherebbero due volte, insomma un circolo vizioso da recidere come riconosciuto non solo dalle forze partitiche di opposizione ma anche da voci all’interno della maggioranza stessa.                                                                                    

   

       Perché un cittadino per difendersi da una palese imposizione, iniqua ed ingiusta, deve per forza rivolgersi alla giustizia tributaria con dispendio di risorse finanziarie e rischi connessi, quando invece è anche compito della Politica assicurare serenità a chi lavora ?

      Da anni, senza sapere se e quando vedrà la luce, si parla di una Riforma Regionale  che accorperebbe i quattro Consorzi di Bonifica pugliesi in un Consorzio unico Regionale cui spetterebbero i lavori di bonifica e difesa del rischio idraulico, mentre ad un’altra Agenzia Regionale sarebbe affidato, congiuntamente all’AQP, il controllo e la gestione dei servizi irrigui.    

      Alla luce di quanto sopra, chiediamo rispettosamente alle SS. LL., l’adozione urgente di ogni possibile iniziativa utile a sensibilizzare la Regione Puglia, all’attuazione della tanto sbandierata “RIFORMA” con la conseguente soppressione del Consorzio di bonifica dell’Arneo.

       SANATORIA DI TUTTO IL PREGRESSO e RIFORMA SUBITO, tantissime famiglie attendono una risposta.

              

Nel ringraziare le SS.LL. Ill.me, per quanto andranno a fare in evasione della presente istanza, formuliamo deferenti ossequi.

               

 Il Presidente                  Il Presidente                Il Presidente 

Antonio Chirico                 Pino Brancasi               Roberto Aprile                         

ORTOFRUTTA: COLDIRETTI PUGLIA, PATTO EXPORT PER CONQUISTARE NUOVI MERCATI; COSTI AZIENDE RADDOPPIATI (FINO A +119%).

L’ortofrutta pugliese va messa al centro del Patto per l’Export, perché la Puglia  primeggia in Europa con produzioni importanti, dalle pesche alle nettarine, dalle ciliegie all’uva da tavola, fino ai tanti ortaggi tipici della dieta mediterranea, ma la guerra in Ucraina e i rincari energetici spingono i costi correnti per la produzione della frutta e della verdura che arrivano anche a raddoppiare (fino a +119%) con un impatto traumatico sulle aziende agricole. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, in relazione alla sottoscrizione del primo protocollo per la stabilità, la sostenibilità e la valorizzazione della filiera ortofrutticola pugliese, promosso dall’assessore regionale all’agricoltura, Donato Pentassuglia, il primo passo per un programma strategico di sostegno alle imprese, promozione dell’ortofrutta sui mercati interno ed estero e sviluppo delle filiere.

Vanno aperti nuovi mercati esteri per creare sbocchi commerciali per l’ortofrutta della Puglia, dove si produce il 74% di uva da tavola a livello nazionale, oltre ad altri primati nel segmenti ortaggi e frutta. Per sostenere le esportazioni, la crescita e le nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’apertura a nuovi mercati esteri e dal superamento delle grandi difficoltà create dall’embargo russo.

Servono al contempo nuovi mercati e maggiori tutele per i produttori – insiste Coldiretti Puglia - circa il prezzo di vendita dei prodotti che possa tutelarli e consentirgli la copertura dei costi di coltivazione, gestione e raccolta dei prodotti così da poter distribuire maggiori ricchezze anche ai lavoratori.

L’impennata dei costi di produzione ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale – rileva Coldiretti Puglia - dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi. Gli incrementi non hanno risparmiato neppure la plastica per le vaschette, le retine e le buste, la carta per bollini ed etichette, il cartone ondulato come il legno per le cassette, mentre si allungano anche i tempi di consegna. Aumenti che sono stati per la maggior parte assorbiti dalle imprese agricole stesse – nota Coldiretti Puglia -, aumentando le difficoltà del settore, con quasi un produttore di ortaggi su cinque (19%) che ha addirittura lavorato in perdita.

In questo scenario l’impennata dei prezzi dei carburanti – continua Coldiretti regionale – rischia di scatenare una tempesta sui costi della logistica con la Puglia che paga il gap delle infrastrutture logistiche non ancora adeguate per il trasporto merci rispetto ai concorrenti degli altri Paesi. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro al chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro, in Romania 0,64 euro/chilometro; in Lituania 0,65 euro/chilometro, in Polonia 0,70 euro/chilometro secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

Il balzo dell’energia ha fatto impennare i costi – sottolinea Coldiretti regionale - dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste (+72%), alla carta per bollini ed etichette fino al cartone ondulato per le cassette (+77%), stesso trend di rincari per le cassette in legno, mentre si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati.

Alle barriere commerciali si aggiungono i danni causati dalla concorrenza sleale – denuncia Coldiretti - con quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso spinto addirittura da agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea. Un esempio sono le nocciole dalla Turchia, su cui pende l’accusa di sfruttamento del lavoro delle minoranze curde. Ma ci sono anche l’uva e l’aglio dell’Argentina e le banane del Brasile gravati da pesanti accuse del Dipartimento del lavoro Usa per utilizzo del lavoro minorile ma con i quali l’Ue ha comunque avviato l’accordo commerciale di libero scambio Mercosur.

Le pere cinesi Nashi, ad esempio, arrivano regolarmente nel nostro Paese – rivela Coldiretti -, ma quelle italiane non possono andare in Cina perché non è stata ancora concessa l’autorizzazione fitosanitaria. E finché non è chiuso il dossier pere non si può iniziare a parlare di mele, perché – spiega la Coldiretti - i cinesi affrontano un dossier alla volta. Nonostante l’accordo Ceta tra Ue e Canada, non possiamo esportare i pomodorini nel Paese dell’acero perché - aggiunge Coldiretti - i canadesi vorrebbero che fossero trattati con il bromuro di metile che da noi è vietato. Ma porte sbarrate anche ai kiwi in Giappone perché non è ancora completato il dossier fitosanitario aperto dal 2008, in barba all’accordo di libero scambio Jeta siglato dall’Unione Europea con il governo nipponico.

E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità, conclude Coldiretti.

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