Redazione

Circa mille concorrenti con un solo obiettivo: la legalità. Un successo, quindi, la manifestazione sportiva “Una corsa per la legalità” che si è svolta ieri mattina a Mesagne in un tripudio di festa. Due i percorsi: uno di 10 chilometri per gli atleti professionisti e uno di 5 chilometri per tutti gli altri. L’evento è stato organizzato dal Comune di Mesagne, dall’associazione Atletica Mesagne e dal Centro sportivo italiano.

Diverse le defaillance che gli atleti hanno denunciato all’arrivo. C’è stato un gruppo che ha perso di vista il percorso di dieci chilometri tagliando il traguardo in netto anticipo, altri si sono lamentati per l’assenza di panchetti con l’acqua lungo le strade. In una giornata afosa come quella di ieri un po' di acqua rigenerante sarebbe stata gradita agli atleti. In ogni modo il pericolo maggiore è stato segnalato da chi si è visto arrivare di fronte diverse macchine in marcia lungo le strade del percorso podistico. Gli atleti hanno dovuto fare lo slalom, altri hanno preferito salire sul marciapiede con il rischio di cadere. Logico che al termine della gara gli atleti abbiano posto queste domande agli organizzatori: “Chi doveva chiudere il percorso? Perché non si è atteso il passaggio degli atleti prima di mettersi in auto?”. La macchina logistica degli organizzatori dovrà essere rivista per comprendere i gap segnalati dai partecipanti. Per i professionisti ha vinto Andrea Palumbo, 20 anni di Francavilla Fontana, in 30 minuti e 50 secondi.

Per la categoria “Istituzioni” ha tagliato il traguardo il presidente del Consiglio comunale di Mesagne, Omar Ture, che ha lasciato dietro di sé tutti i colleghi tra cui il sindaco e il presidente del Consiglio di Francavilla Fontana. Il magistrato Alberto Maritati è stato premiato con il discobolo del Csi per l’impegno che la magistratura profonde per mantenere alta i valori della legalità. A tutti i partecipanti è stata consegnata la t-shirt ricordo con l’immagine dei giudici Falcone e Borsellino. L’obiettivo dell’evento è stato di commemorare la strage di Capaci, dove perse la vita il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Una occasione per riflettere sui loro insegnamenti e per ricordare anche la strage di via d’Amelio con il sacrificio del magistrato Paolo Borsellino. All’arrivo ha detto: “Percorso bellissimo, peccato per il traffico che ha intasato le strade”. Sempre in mattinata c’è stato il moto raduno delle Harley Davidson organizzato dal gruppo “Mesagne on the Road”.

Dopo qualche anno di stop dovuto anche alla pandemia, finalmente si è rifatta la tanto attesa “Festa del Socio” organizzata dall’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale della locale sez. di Brindisi, alla quale si sono aggregati anche numerosi colleghi della sez. di Lecce.

Questa festa, è stata fortemente voluta e organizzata in tutti i dettagli dal Pres. Maurizio Saponaro, in data 21 maggio nella struttura “Nature Resort Masseria Elysium", un ristorante bellissimo immerso nel verde rigoglioso della natura, sito in agro di Mesagne (BR). Con un ottimo pranzo, arricchito da una bella coreografia festosa e un omaggio floreale a tutte le donne presenti, oltre ai balli di gruppo, esibizioni canore di karaoke, declamazione di alcune poesie in vernacolo e sorteggi a premi.                                          

Per concludere il pranzo, come da tradizione la classica torta con il logo dell’Associazione e un brindisi con spumante.                                                                                                                                                              

Poi nel pomeriggio inoltrato, i saluti finali tra vecchi colleghi, che con grande gioia di essersi nuovamente incontrati, abbracciati e rispolverando i vecchi ricordi, tutto ciò  che racchiude dei veri sentimenti morali di amicizia e fratellanza che ancora fanno parte della grande famiglia dei Vigili del Fuoco. 

Dalla stupenda giornata trascorsa, prima di andare via, si sono già dati appuntamento al prossimo anno.

C’è una nuova arma contro l’imposizione dei gabelli da parte del consorzio di bonifica dell’Arneo. È la class action che è stata messa in piedi dal comitato “contro l’Arneo” di Mesagne che è stata accolta dalla sezione Imprese del tribunale di Bari, competente in materia. Non è tutto poiché il comitato sta pianificando una manifestazione di protesta, con la partecipazione dei propri soci, circa un migliaio, per “svegliare” il mondo politico che sulle imposizioni dell’Arneo sembra essere sopito. Per tale ragione hanno già preso contatti con il consigliere regionale Fabiano Amati che su questa vicenda ha assunto una posizione chiara a favore degli utenti, se mai possono essere chiamati così alla luce di una tassazione che è, legalmente, piuttosto discutibile. Ad assistere i soci del comitato c’è l’avvocatessa Stefania Pasimeni e il presidente dello stesso comitato, Carmine Dimastrodonato. Ed è proprio Dimastrodonato che ha lanciato strali contro i politici locali che si sarebbero schierati a favore del consorzio Arneo. In pratica la maggior parte dei Comuni che fanno parte del consorzio di bonifica dell’Arneo non avrebbero mai approvato il Piano di contribuenza né il Piano di classifica che darebbero il diritto al consorzio di emettere i tanto contestati ruoli di pagamento.

“La situazione è oramai fuori controllo e i cittadini si sentono oltremodo vessati da un ente che in maniera illegittima continua a pretendere denari per “bonifiche” che non sono state mai realizzate”, ha esordito il presidente Dimastrodonato nell’illustrare le iniziative che saranno intraprese nei prossimi giorni. “Questo è un dato oggettivo – ha precisato il presidente - ed è tangibile, basta farsi un giro per le nostre terre per capire in che stato si trovano i luoghi. Così come non basta per pretendere il tornaconto economico fare interventi a spot pubblicitario”. Sulla vicenda la legge è chiara, la procedura altrettanto. Per esigere il tributo è necessario innanzitutto fare i lavori, ma prima ancora prevedere i piani di contribuenza, l’approvazione dei piani di bonifica e di classifica. “Non si può solo pretendere – ha sbottato Dimastrodonato -. In questi anni si è cercato in tutti i modi di interloquire, ma senza risultati alcuni anzi dove qualche risultato è stato ottenuto un attimo dopo è stato disatteso. Ad esempio l’annullamento degli avvisi al di sotto di 50 euro”.

Il presidente, peraltro consigliere comunale di minoranza presso il Comune di Mesagne, ha accusato l’Amministrazione della sua città di non “spendersi” a favore dei concittadini sulla tassazione del consorzio di bonifica. “Quasi il 90% del territorio mesagnese – ha detto - non ha mai preso benefici per opere presunte svolte dal consorzio, oltre che per l’intera estensione del Comune di Mesagne perché non risulta mai approvato né il Piano di contribuenza né il Piano di classifica. Ciò che i cittadini gridano è sicuramente giustizia per non dover subire passivamente un abuso di potere senza controllo. Ecco perché si è scelto, in un’ottica di legalità, di intraprendere un’azione giudiziaria di questo tipo che ci consente di dare voce ad una platea vasta per difendere chi fino ad oggi ha dovuto solo subire”.

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Quest’anno ricorre il centesimo anniversario della nascita di Enrico Berlinguer e, in tutta Italia, si susseguono iniziative per ricordare questo leader rimasto nei cuori e nelle menti di tanti italiani a distanza  di quasi quaranta anni  dalla sua morte (1984).

A Mesagne sarà ricordato con un’iniziativa dell’Associazione AMICI DELLA DI VITTORIO dal titolo: LA MODERNITA’ ANTICA DI ENRICO BERLINGUER. PACE, MORALITA’, LAVORO e sarà caratterizzata dalla presenza di uno dei massini esponenti della sinistra italiana, Enrico Rossi ex Presidente della Regione Toscana.

L’appuntamento è per VENERDI’ 27 MAGGIO ALLE ORE 19 presso il salone della Di Vittorio in Via Castello, 20 a Mesagne.

La serata, introdotta dal Presidente dell’Associazione, Giovanni Galeone, prevede gli interventi programmati di Francesco Rogoli, giovane segretario del PD, del prof. Salvatore Lezzi , dell’avv. Carla Maria Graduata  e sarà conclusa da Enrico Rossi.

In vista di questa iniziativa. sulla pagina Facebook dell’Associazione Di Vittorio si sono susseguite testimoniate e fotografie della presenza di Berlinguer a Brindisi il 29/4/79 in occasione della campagna elettorale per le elezioni anticipate di quell’anno. E’ un ricordo indelebile per tantissimi che parteciparono a quella giornata.Evento in presenza, fino ad esaurimento dei posti. Vi aspettiamo.

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Torre Guaceto è un'Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea. A sancirlo, il rinnovo della certificazione celebrato nel Principato di Monaco. La riserva si conferma così una delle 39 aree marine con l'ecosistema più ricco e meglio gestite di tutto il Mediterraneo. 

Torre Guaceto vanta la presenza di habitat e specie di rilevante valore scientifico e culturale e la loro strategia adottata dall'ente gestore è di qualità, è questa l'attestazione messa nero su bianco dalla Spa/Rac, l'Autorità internazionale che regola le attività delle aree protette, con la riassegnazione della certificazione Aspim. 
Un importante rinnovo e per nulla scontato che premia la governance del Consorzio.
La celebrazione organizzata in occasione della prima edizione dello Spami day, acronimo inglese delle Aspim, si è tenuta presso il Principato di Monaco, in Francia, ed è stata organizzata nell'ambito del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, piano d'azione per il Mediterraneo, UNEP/MAP, dal Segretariato della Convenzione di Barcellona, ​​dal Centro di attività regionale delle aree speciali protette Spa/Rac, e dal Segretariato permanente dell'Accordo Pelagos, in collaborazione con il Museo oceanografico di Monaco. spami_torre_guaceto_2022.jpeg
L'evento è dedicato alle Aspim quale strumento di cooperazione Paesi per la conservazione della biodiversità nel Mediterraneo ed ha riunito le parti interessate degli 11 mediterranei che hanno istituito le Aspim, tra le quali i rappresentanti ministeriali, gli enti gestori delle aree protette, le organizzazioni nazionali e internazionali impegnate sul fronte della tutela ambientale. 
Al termine della manifestazione, alla quale hanno preso parte il principe Alberto II di Monaco, rappresentanti di alto livello dei Paesi mediterranei e il coordinatore Unep/Map, si è tenuta la celebrazione con la consegna degli “Spami Certificates” ai gestori delle Aspim, tra queste Torre Guaceto. 
“Il rinnovo di una certificazione così importante è per noi motivo di orgoglio e grande soddisfazione. L'aver ritirato ringraziato personalmente il presidente Aspim mi ha molto emozionato - ha commentato il Consorzio del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, Per questo risultato raggiunto, mi premere chi da sempre con estrema edizione per la tutela e la promozione della riserva, la dirigenza del Consorzio che rappresenta e tutto lo staff tecnico-scientifico dell'ente. Continueremo ad impegnarci per il bene di Torre Guaceto e faremo in modo che i nostri traguardi abbiano ricadute positive su tutto il territorio”. 
Si è chiuso così il secondo rinnovo della qualifica Aspim a Torre Guaceto per la prima volta nel 2008 e assegnatario degli anni. A oggi le aree protette come la riserva, sono 39 nel Mediterraneo, di queste solo 12 sono italiane e due pugliesi, Torre Guaceto e Porto Cesareo. 
La riserva festeggerà la certificazione il prossimo 31 maggio insieme ad alcuni Istituti scolastici che si muovono dal territorio regionale, raggiungeranno l'area protetta per scoprirla con un percorso alla conoscenza delle caratteristiche che hanno fatto di Torre Guaceto un'Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea.

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Nei mercati contadini in Puglia salvati i Sigilli di Campagna Amica, dalla sporchia alla capa di morte, dall’azzeruolo alla cicoria bacchetta, ma ci sono anche i barattieri,

In Puglia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo, con 21mila gli ettari di frutteto da recuperare andati persi negli ultimi 10 anni, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento a rischio di estinzione. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, che si celebra il 22 maggio, con iniziative negli agriturismi e nei mercati contadini di Campagna Amica a Bari in Piazza del Ferrarese, a Lecce in Piazza Ariosto e in Via Reggimento Fanteria 110E dove continua l’agrididattica con le lezioni di educazione alimentare, di sostenibilità e contro gli sprechi per i bambini dell’Istituto Comprensivo "P. Stomeo-G. Zimbalo" e del IV° Circolo Cantobelli.frutta_varia_2.jpg

La Puglia può contare su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione – aggiunge Coldiretti Puglia -  311 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 11 prodotti DOP (5 oli extravergini, patata novella di Galatina, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola, caciocavallo silano, oltre alla DOP ‘mozzarella di Gioia del Colle’ in via di definizione comunitaria), 9 IGP per l’olio di Puglia, la lenticchia di Altamura, la burrata di Andria, la Cipolla Bianca di Margherita, l’Uva di Puglia, il Carciofo Brindisino, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e le Clementine del Golfo di Taranto e 29 vini DOC e 6 IGP, oltre a 632 varietà vegetali a rischio estinzione.

“La grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli è testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei Mercati di Campagna Amica regionali che hanno puntato proprio sui Sigilli della biodiversità per offrire prodotti eroici ai consumatori, a rischio estinzione garantiti da agricoltori altrettanto eroici che quotidianamente ne preservano l’esistenza”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Nel secolo scorso si contavano nel nostro Paese 8.000 varietà di frutta, secondo l’analisi di Coldiretti, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Ma l’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale mettono a rischio anche gli antichi semi della tradizione italiana sapientemente custoditi per anni da generazioni di agricoltori.rape_rosse.jpg

Proprio per salvare il patrimonio agroalimentare Made in Italy un’azione di recupero decisiva – sottolinea la Coldiretti regionale – si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica, che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di commercio.

Un impegno capillare la cui punta dell’iceberg è rappresentata dall’arrivo sui banchi dei Sigilli di Campagna Amica, i 418 cibi antichi salvati dagli agricoltori italiani, grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia. I Sigilli della biodiversità, censiti dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica – spiega la Coldiretti - sono prodotti rari che posseggono caratteristiche assolutamente preziose che il mondo contadino ha sapientemente custodito contro l’omologazione e la banalizzazione. In testa alla classifica dei prodotti salvati dall’estinzione ci sono ortaggi, ciliege.jpglegumi e cereali (il 44% del totale), seguiti da salumi e formaggi ottenuti da 55 razze tutelate (30%), frutta (16%), olio extravergine d’oliva e vino (7%) e miele (3%).

Tra i Sigilli della Biodiversità in Puglia si va dall’azzeruolo, piccolo frutto molto buono e gustoso ma poco conosciuto, viene chiamato "lazzeruolo", azzarruolo, azzaruolo, alla capa di morte, conosciuta come chepe de murte” o “Grucciolo”, questo cavolo rapa caratterizzato per la parte inferiore che somiglia ad una grossa rapa, dal mugnolo, considerato il cavolo povero dei contadini, progenitore del broccolo, oggi in pericolo rischia di scomparire, alla sporchia, una pianta parassita delle fave, in quanto si alimenta della clorifilla proprio di quest’ultima, dolce con un retrogusto leggermente amara e i contadini – conclude Coldiretti Puglia - la trasformarono in cibo prelibato dopo averla riscoperta, fino allo sponzale, appartenente alla stessa famiglia delle cipolle, sono dei piccoli bulbi con un fusto verde commestibile.

A 27 anni dalla morte l’Amministrazione comunale di Mesagne ha deciso, forte di una petizione di 300 firme, di intitolare l’auditorium del castello Normanno-Svevo al sindaco Elio Bardaro. Per la verità avrebbe potuto titolare il castello stesso poiché si deve proprio al sindaco Bardaro l’acquisto del maniero che tanto lustro sta portando alla città di Mesagne. Bardaro è considerato un uomo politico trasversale e riconosciuto da tutto il mondo politico dell’epoca e dai suoi concittadini come una figura aggregante, generosa, benevola, pur nella diversità di opinioni e di giudizi. L’iniziativa conclude un iter formale che tiene conto delle ragioni riportate in una petizione di cittadini così motivate: “Per aver il sindaco Elio Bardaro dedicato una parte importante della propria vita a Mesagne, attraverso il suo ruolo politico e di primo cittadino”.matarrelli_auditorium_elio_bardaro.JPG

Ma il sentimento collettivo travalica quelle che sono le ragioni istituzionali. E infatti la petizione non si ferma e continua: “Il sindaco Elio Bardaro è ancora presente nella memoria collettiva dei mesagnesi per lo spirito di servizio, per le sue qualità umane e per la generosità dimostrata durante la sua attività politico-amministrativa, andando a tracciare il profilo di una figura che continua a suscitare affetto e stima tra coloro che l’hanno conosciuto durante i 17 anni in cui ha svolto le funzioni di primo cittadino e i 22 in cui è stato consigliere comunale, sostenuto da un consenso trasversale”, è scritto in una nota epistolare emessa dall’ente pubblico. Tuttavia, archiviata la figura di Bardaro vi sono altri uomini illustri che andrebbero ricordati. Come, ad esempio, monsignor Armando Franco, a 100 anni dalla nascita, a cui è stato dedicato il sagrato di Mater Domini, oppure Santo Semeraro o l’avvocato Rosario De Francesco. E che dire dell’arciprete don Daniele Cavaliere o dell’indimenticabile monsignor Angelo Argentiero. Solo per citarne alcuni. Uomini che con la loro vita e il loro esempio hanno tracciato la storia della città di Mesagne. Loro, però, non hanno nessuno che possa raccogliere le 300 firme necessarie per avere un pubblico riconoscimento.

Cambiano gli orari dei tour guidati e si arricchisce l’offerta con turni di visita aggiuntivi presso Forte a Mare, nell’ambito del Progetto "Conoscenza, educazione e fidelizzazione alla bellezza: un percorso per la valorizzazione del Castello Alfonsino” a cura della Aps Le Colonne, in collaborazione con il Segretariato regionale del Mic per la Puglia e con la Soprintendenza ABAP Brindisi Lecce. Sarà, infatti, possibile visitare il Castello tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, previa prenotazione, alle ore 10,00, 11,00, 12,00, 17,00, 18,00 e 19,00.forte_a_mare_ingresso_brindisi.JPG

Il visitatore potrà ammirare scorci suggestivi e, accompagnato dalle guide abilitate, conoscere la storia del Forte e del Castello Alfonsino, baluardi di difesa posti sull’Isola di Sant’Andrea e da secoli punti di riferimento per la città. Lingue disponibili: italiano, inglese e spagnolo. Per info e prenotazioni chiamare al numero 3791653244 dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 18, oppure inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..forte_a_mare_brindisi.JPG

 

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Si è svolta stamani, nelle sale dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale di Brindisi, la conferenza stampa di presentazione della 36^ edizione della regata velica internazionale “Brindisi-Corfu”.

Presenti il Presidente del Circolo della Vela di Brindisi Gaetano Caso, un rappresentante del Marina Gouvia Sailing Club di Corfu, gli assessori comunali di Brindisi Oreste Pinto ed Emma Taveri, il consigliere Giovanni Barletta in rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale, l’avv. Francesco Mastro per la Regione Puglia e per l’ente portuale, il comandante della Capitaneria di Porto di Brindisi Fabrizio Coke, il Presidente del Comitato VII Zona FIV Alberto La Tegola, il Presidente del Distretto della Nautica di Puglia Giuseppe Danese,  autorità militari e sportive del territorio e, in collegamento video, il sindaco di Corfu Meropi Ydraiou e il Presidente della Federazione Italiana Vela Francesco Ettorre.regata_tavolo_di_presentazione.jpg

Nel corso della conferenza stampa il Presidente Caso ha illustrato la novità riguardante la fase di partenza della regata (che avverrà domenica 12 giugno), quando le imbarcazioni partecipanti usciranno dal porto di Brindisi per raggiungere a nord lo specchio di mare antistante Apani/Torre Guaceto per poi puntare sull’ìsola greca di Corfu. Il tutto, per un totale di 114 miglia (dieci in più rispetto alla passate edizioni). Particolarmente ricco il calendario degli eventi collaterali che si svolgeranno nei giorni antecedenti la partenza nel villaggio della regata (lungomare Regina Margherita), mentre la cerimonia di premiazione si svolgerà nel Marina di Gouvia martedì 14 giugno.

La regata, inserita a pieno titolo nei programmi della Federazione Italiana Vela, gode del sostegno di partner istituzionali e privati, a dimostrazione della grande rilevanza che viene attribuita a questo evento sportivo che rappresenta una delle regate d’altura più importanti del Mediterraneo.regata_PROGRAMMA_2022_ok.jpg

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E’ allarme incendi a Lecce, favoriti dal caldo ma soprattutto dai ritardi nell’espianto degli ulivi secchi per la Xylella, con centinaia di ettari mangiati dalle fiamme e migliaia di ulivi che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, con l’incendio scoppiato ad Ugento di dimensioni tali da on essere domato, ma sono numerosi i roghi alimentati nella provincia di Lecce dal caldo fuori stagione, con il Bosco di San Biagio a Borgagne di Melendugno ad avere per primo la peggio in questa estate che si preannuncia più calda del solito sul fronte incendi.

Sono necessari oltre 1000 litri di acqua per spegnere ogni singolo ulivo divenuto una torcia di fuoco, aggiunge Coldiretti Puglia che plaude all’attività dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile che ogni estate in provincia di Lecce combattono una battaglia difficile e pericolosa contro il fuoco.

Vanno attivate immediatamente – sollecita Coldiretti Puglia – le procedure per gli svellimenti, con gli ulivi secchi sui terreni abbandonati pieni di sterpaglie che goni estate trasformano il Salento in un enorme rogo con danni irreparabili sull’ambiente e sul turismo.

“Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella. L’abbandono era inevitabile e va invertita la rotta senza perdere altro tempo”, aggiunge Pietro Piccioni delegato confederale di Lecce.

Secondo il report 2021 dei Vigili del Fuoco, sono stati quasi 25mila gli incendi in Puglia, con 6.221 interventi solo in provincia di Lecce, dove oltre ai VVFF – aggiunge Coldiretti Puglia interviene anche la Protezione Civile, quindi è immaginabile che gli episodi salgano ad oltre il doppio.

Una strage che si ripete ogni anno lasciando – sottolinea la Coldiretti Puglia – paesaggi lunari in Salento dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, dove vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e i cumuli di immondizia, creando delle nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati.

Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo – denuncia Coldiretti Puglia - in un territorio come il Salento ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri per ammirare le bellezze naturali.

Gli agricoltori – conclude la Coldiretti – chiedono interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per sottrarre le campagne all’abbandono.

I ritardi nell’autorizzazione degli espianti degli ulivi secchi colpiti dalla Xylella in Salento, a rischio desertificazione e incendi, perché dopo 9 anni la provincia di Lecce continua a morire di burocrazia, impone l’autorizzazione regionale che consenta di eliminare gli ulivi secchi, senza aspettare l’esito delle istruttorie delle domande dell’articolo 6, con l’inaccettabile paralisi amministrativa che sta facendo slittare di un altro anno la rigenerazione del territorio salentino, dopo che la Xylella ha fatto seccare 21 milioni di ulivi, provocando effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa.

Gli agricoltori chiedono di espiantare gli impianti olivicoli danneggiati,  e non più produttivi e di eseguire le operazioni colturali utili al reimpianto, perché gli strumenti per la verifica del numero di piante  di olivo danneggiate da eliminare e da ripiantare sono già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019, il catasto olivicolo e le banche dati Agea.

La Coldiretti ha elaborato un decalogo per combattere gli incendi. La prima regola per non causare l'insorgenza di un incendio è quella - afferma la Coldiretti Puglia - di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento. Soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall'automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre - continua la Coldiretti Puglia - non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio - consiglia la Coldiretti regionale - non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che - conclude la Coldiretti Puglia - un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi.

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