Redazione

Dichiarazione del presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione, Fabiano Amati. 

“Come ripeto da anni, le condizioni strutturali del DH di oncoematologia del Perrino di Brindisi sono gravissime e riguardano la difficoltà nell’erogare le prestazioni a persone seriamente malate.  
Dopo aver trovato con notevoli difficoltà i soldi per la realizzazione della nuova struttura, è prioritario correre per l’aggiudicazione della gara di progettazione e l’assegnazione dei lavori. Sarebbe incivile far passare un altro anno, ossia il 2022, senza vedere l’avvio dei lavori. 
Ho scritto per questo al Responsabile unico del procedimento, per raggiungere l’obiettivo al più presto”.

Continua la crescita delle vendite del vino pugliese che, dopo un preconsuntivo 2021 che schizza al +44,9%, segna un aumento dell’export del 10,5% anche nel 2022, una conferma dell’alta qualità offerta dalla Puglia grazie alla biodiversità e alla tradizione millenaria della viticoltura regionale che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, imponendosi sui mercati nazionali ed esteri. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del rapporto sul settore vitivinicolo in Italia dell’Area Studi Mediobanca.

Secondo il rapporto che analizza la dinamica delle vendite delle principali società vinicole su base regionale, dopo una lieve contrazione in Puglia delle vendite totali (-1,9%) con l’export che ha di contro tenuto con un lieve aumento dello 0,7% nel 2020 anno della pandemia Covid, i segnali sono stati entusiasmanti nel 2021 con un aumento delle vendite totali pari al 30,8% e dell’export del 44,9% e performance in crescita anche nel 2022 con le vendite totali e l’export che registrano un aumento del 10,5%.

D’altro canto la spinta all’autosufficienza alimentare si è allargata anche alle vigne e gli italiani hanno riscoperto i vini autoctoni con il Primitivo che ha segnato un incremento dei consumi in volume del 5,2% e dell’11% in valore – aggiunge Coldiretti Puglia - uno dei vini più venduti in Italia con più di 4 milioni e mezzo di litri.

“Il vino testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo – dichiara Gianni Cantele, responsabile della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Puglia – di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali. Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell’agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto. La rintracciabilità ed i marchi, peraltro, non sono meri principi teorici e filosofici, piuttosto valori economici che le imprese agricole e l’intero territorio di produzione devono saper difendere e promuovere”, conclude Cantele.

I risultati entusiasmanti del vino pugliese arrivano nonostante a causa della guerra in Ucraina e della bolla inflazionistica innescata dopo il Covid già a partire da settembre 2021, per cui sono aumentati del 35% i costi di produzione con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole pugliesi. Gli incrementi in termini assoluti per le imprese del vino sono in media di 6.886 euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea.

Le aziende vitivinicole Made in Italy si sono così trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che – spiega la Coldiretti Puglia – arrivano oggi a pesare sui bilanci per oltre un miliardo di euro. Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti regionale - ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi.

Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti Puglia - la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.

Occorre comunque ricordare che sino ad oggi l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei viticoltori, come dimostra il fatto che il prezzo del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è addirittura diminuito dell’1,2% e dello 0,4% nei primi due mesi del 2022, per poi crescere appena dello 0,5% a marzo, in netta controtendenza con i rincari, spesso a doppia cifra, di tutti gli altri prodotti alimentari.

Per difendere il patrimonio vitivinicolo italiano è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – conclude Coldiretti Puglia – sottolineando che tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico.​

 

PUGLIA

2020

2021

2022

Vendite totali

Export

Vendite totali

Export

Vendite  totali

Export

-1,9%

+0,7%

+30,8%

+44,9%

+10,5%

+10,5%


* Elaborazioni Coldiretti Puglia su fonte dati Area Studi Mediobanca.

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La NEW MARZIAL MESAGNE - Nuova Special Welding 1^ società sportiva classificata ALL’INSUBRIA CUP 2022, campionato internazionale di taekwondo svoltosi il 21 e 22 Maggio a Busto Arsizio (VA).
Un weekend all’insegna del grande Taekwondo alla e-work arena di Busto. Ben quattordici campi di gara, oltre 200 società partecipanti con 1800 atleti provenienti da tutta Europa.
La prestigiosa coppa, con quasi il doppio dei punti rispetto alla seconda società, ha raggiunto la città di Mesagne a bordo del TEAM BAGLIVO capitanato da Roberto, Steeven, Jonny e Luigi.  
Gli atleti New Marzial, di varie fasce d’età, hanno conquistato un ricco bottino di medaglie. Grande soddisfazione specialmente per i più piccoli alla loro seconda esperienza di gara dopo lo sblocco delle misure anti covid-19.
Prosegue il periodo “caldo” per il taekwondo al foro italico di Roma tra il 3 e l’8 giugno prossimi, alla vigilia del “Grand Prix” (competizione dove si affrontano i migliori 32 atleti del ranking di ogni categoria olimpica tra cui il nostro Vito Dell’Aquila), del “Kim e Liu” (campionato italiano per i bambini dai 6 agli 11 anni)  e della “Olympic dream Cup” a regioni che vedrà impegnati 37 atleti selezionati che rappresenteranno la Puglia, molti dei quali tesserati New Marzial Mesagne.
 
Risultati della gara INSUBRIA CUP 2022:
17 ORI
- Sicilia Celeste,
- Strippoli Aurora,
- Cutugno Dafne,
- Iurlaro Ludovico,
- Biscosi Daniele,
- Rosato Gabriele,
- Frassica Flavia,
- Mitrugno Chloe,
- Sant’Angelo Ettore,
- Bellino Gianfilippo,
- Resta Ginevra,
- Destino Davide,
- Lupo Davide,
- Rosato M.Vittoria,
- Frassica Anna,
- D’aprile Gennaro,
- Nicolì Clarissa.
8 ARGENTI
- Lezzi Dominic,
- Ludovico Mariagiovanna,
- Nicolì Marta,
- Cutugno Salvatore,
- Del Vecchio Adele,
- De Domenico Vincent,
- Radeglia Valentina,
- Scalera Ludovica.
10 BRONZI.
- De Domenico Dennis,
- Romano Diego,
- Ciaccia Giuseppe,
- Sicilia Nicola,
- Rubino Fernando, 
- Frassica Sofia,
- Bocaj Mattias,
- Rubino Andrea, 
- Marinelli Alessandro,
- Montanaro Enrico.

Personale OSS insufficiente, grave rischio per i malati e i lavoratori. 

La FP CGIL di Brindisi ha segnalato per la seconda volta la gravissima carenza di
personale OSS nell’U.O. di Ortopedia. 
In data 04/05/2002 la FP CGIL di Brindisi ha trasmesso alla ASL BR una attenta analisi sul
fabbisogno di personale evidenziando la grave carenza di OSS nel reparto Ortopedia.
Secondo le delibere regionali nn. 1388/2011 e 3008/2012, le risorse umane impiegate, devono
essere idonee a garantire l’erogazione dei LEA con adeguati standard di appropriatezza,
efficacia ed efficienza (art. 2, comma 2, Patto per la Salute 2010-2012).
Di contro in alcune unità Operative di importanza strategica, come appunto il reparto di
Ortopedia del P.O. “Perrino”, su 36 posti letto ruota quasi sempre un solo OSS e due infermieri
per turno tranne casi eccezionali quando si riesce a coprire il turno di lavoro con 1 OSS e 3
infermieri.
Solo i turni di mattina possono contare quasi sempre su due unità Oss.
Una situazione che purtroppo si vive, spesso, anche in altre UU.OO. e che va in
controtendenza rispetto alla garanzia dei LEA esponendo il personale ad un elevatissimo rischio
da stress lavoro correlato.
Le condizioni lavorative che sopportano gli operatori della U.O. Ortopedia comportano oltre al
demansionamento e alla dequalificazione professionale, anche turni non conformi ai dettami
normativi e contrattuali.
Ne consegue un eccessivo carico di lavoro e l’impossibilità di garantire la conciliazione dei tempi
di vita e di lavoro oltre ai rischi per la tutela della salute psico-fisica dei lavoratori interessati.
Non si possono accettare decisioni che implicano la riduzione delle dotazioni di personale OSS
e infermieristico.
La continua mancanza delle figure di supporto mette in gioco non solo la salute degli operatori ed il
loro operare in sicurezza, ma anche la qualità delle cure ai cittadini.
Le attuali disposizioni normative impongono all’operatore sanitario tutto (medico e non) di essere parte
attiva in materia di sicurezza delle cure. 
Questo è il motivo per cui, come organizzazione sindacale, abbiamo l’obbligo di segnalare ogni problematica
che possa generare rischio e sicurezza delle cure.
La segnalazione deve essere fatta ogni qualvolta sussista un rischio delle cure, come la mancanza di
materiale, strumentazione non idonea o fuori uso, ma anche e soprattutto ogni qualvolta la dotazione organica
non sia adeguata a garantire gli standard assistenziali. 
Ricordiamo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che gli Infermieri in alcune UU.OO. continuano ad
essere demansionati, nonostante il Tribunale di Brindisi con la sentenza 306/2017 abbia già
condannato la ASL.
Concetto ribadito anche dalla Corte D’Appello di Lecce: “L’infermiere deve compiere il suo lavoro
senza dover svolgere mansioni inferiori a causa della cronica carenza di personale OSS”.
Alla luce di quanto esposto, la FP CGIL BR ha chiesto, ancora una volta, la risoluzione
immediata della problematica in oggetto. 
 

Eccogli elenchi degli scrutatori sorteggiati per il referendum del prossimo 12 giugno 2022. (Scarica il Pdf)

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Potrebbero essere invalidati i risultati agonistici ottenuti nella “Corsa per la legalità”, con un percorso di 10 chilometri per i professionisti e 5 per i dilettanti, che si è tenuta domenica mattina a Mesagne giacché il percorso sarebbe stato viziato da una serie di gap che non hanno permesso il regolare svolgimento dell’appuntamento podistico. Sarà il comitato provinciale della Fidal, sentito il direttore di gara e i giudici presenti, a decidere il da farsi.

Ad organizzare l’evento era stata l’associazione “Atletica Mesagne”, in collaborazione con il Csi e con il patrocinio del Comune di Mesagne. La protesta era divampata già all’arrivo dei concorrenti che avevano manifestato il loro disappunto per il tipo di organizzazione trovata. Il primo dei classificati, Andrea Palumbo, appena arrivato aveva dichiarato: “Percorso bellissimo, peccato per il traffico che ha intasato le strade”. Altri avevano protestato per la mancanza di bottigliette di acqua lungo il percorso che avrebbero aiutato gli atleti a idratarsi in una giornata particolarmente calda. Alcuni atleti leccesi sono rimasti particolarmente colpiti dalla disorganizzazione.partenza_della_gara.jpg

“Dal terzo chilometro consi è capito più niente del percorso – hanno spiegato – ci siamo persi quasi tutti. Infatti, nessuno è arrivato al quinto chilometro, dove c’era il punto ristori con la consegna delle bottigliette di acqua. Diversi atleti sono stati squalificati perché dal terzo chilometro sono andati fuori percorso. E poi abbiamo corso in mezzo alle auto, strade aperte, traffico, smog. Insomma, uno schifo con un’organizzazione pessima”. Gli atleti leccesi hanno, quindi, concluso: “Meno male per la gente di Mesagne che ci ha visto in difficoltà e ci ha dato qualche bicchiere di acqua da bere o, addirittura, delle secchiate rinfrescanti”. Ieri abbiamo cercato il presidente dell’“Atletica Mesagne”, per conoscere la sua versione dei fatti, ma non ci ha risposto al telefono. Al contrario abbiamo un sms che ha inviato agli atleti a fine gara: “Buongiorno – è scritto sul messaggio -, approfitto per porgere ancora le mie scuse per ciò che è successo a Mesagne, non voglio assolutamente trovare scusanti perché tutti noi presidenti sappiamo che la responsabilità di quello che non funziona è sempre in testa a noi. È doveroso però da parte mia dare delle spiegazioni”.corsa_per_la_legalità.JPG

Il presidente ha, pertanto, precisato: “Posso assicurarvi, però, che non siamo stati superficiali nell’organizzazione, nonostante tutto qualcosa non ha funzionato. Per chiudere il circuito ci siamo avvalsi di un’associazione che ha portato 80 piantoni, uno ogni 120 metri.  È saltata una postazione, non c’era il piantone, in cui bisognava girare a sinistra, solo il gruppo di testa guidato dalle bici ha fatto il percorso di gara, mentre gli altri podisti che inseguivano hanno perso il contatto ed in questo punto sono andati diritto, questo ha fatto sì che nessuno sia passato dalla postazione dell’acqua dove c’erano ad aspettarvi 600 bottiglie refrigerate. Solo in cinque sono passati dalla postazione dell’acqua, tutti gli altri sono andati fuori circuito di gara saltando più di un chilometro”. Il presidente ha, infine, concluso: “Come organizzazione avevamo curato ogni dettaglio, avevamo tracciato il percorso con delle frecce adesive, ogni svolta, ogni chilometro, ogni bivio, molte di queste frecce non hanno tenuto l’asfalto. Questo è quello che è successo, sono amareggiato e mortificato. Qualsiasi decisione che il comitato Fidal di Brindisi, il direttore di gara ed il gruppo giudici di gara vorranno assumere, sarà da noi accolta con favore”.corsa_per_la_legalità_2022_2.JPG

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Un bambino avvista un falco in difficoltà e chiama Torre Guaceto: la storia di Al Gawsit, Marco ed il "ranger" Andrea.

"Abbiamo chiamato Torre Guaceto perché c’è un rapace in difficoltà, ora Marco è con il ranger". A fare la cronaca del recupero è un papà, dall’altra parte della camera, suo figlio di otto anni e un operatore del Consorzio di Gestione della riserva accorso per salvare l’animale, pur non essendo in servizio. 

Papà Pippo, mamma Valeria e Marco sono a Serranova, la borgata che sorge sul confine dell’area protetta di Torre Guaceto. Ci vanno spesso, ogni volta che hanno un po’ di tempo libero e in occasione delle vacanze estive. Hanno messo radici lì perché amano stare a contatto con la natura. 
La famiglia sta muovendo in auto, quando il bambino, Marco, nota un animale in difficoltà in un terreno. 
“Marco mi ha costretto a fermarmi e mi ha subito chiesto di allertare il centro recupero fauna selvatica di Torre Guaceto - ha raccontato Pippo De Lucia -, non mi ha sorpreso che rispondesse proprio Andrea, un operatore ben noto per la sua dedizione e disponibilità. Nell’attesa che ci raggiungesse, io e mio figlio siamo scesi dall’auto e ci siamo accertati che il volatile non si allontanasse ferito. Marco mi ha chiesto di tenermi a distanza per non spaventarlo. Andrea è stato velocissimo, è arrivato in tre minuti”. 
Come raccontato, la richiesta di aiuto è stata raccolta dall’operatore del Consorzio addetto alle attività dei centri recupero della riserva, che in quel momento non era in servizio, ma quando gli animali chiamano, Torre Guaceto risponde e accorre sempre. 
Colpito dalla straordinarietà dell’evento, il papà ha ripreso il bambino al fianco di Andrea nell’attività di recupero. Momenti concitati, l’emozione dell’attività che si conclude con successo. La meraviglia del soccorso di un animale tanto maestoso, quanto sofferente. Un giorno che Marco difficilmente potrà dimenticare e che sicuramente racconterà a tutti gli amichetti dei campi estivi di Torre Guaceto, che frequenta regolarmente ogni anno. 
“Per me questa esperienza è stata molto bella. Anche se a me sembra una cosa normale - racconta il piccolo Marco facendo riferimento al fatto che chiunque si trovi davanti ad un animale in difficoltà ha l’obbligo morale di soccorrerlo-, mi è venuto spontaneo fare questo gesto. Vorrei che il falco si chiamasse Al Gawsit, perché così tutti si ricorderanno del Parco”. 
Una volta soccorso, l’esemplare è stato ricoverato presso il centro fauna selvatica di Torre Guaceto e sono iniziati gli accertamenti clinici. L’animale, un falco di palude, è una femmina giovane che non riusciva a volare a causa di una vecchia frattura dell’ala destra. Grazie a Marco, che l’ha ribattezzata Al Gawsit, come l’antico nome arabo della riserva che vuol dire “luogo dell’acqua dolce”, e alla sua famiglia, la sua vita è stata salvata e, dopo le prime cure a Torre Guaceto, la rapace è stata trasferita presso l’Osservatorio regionale di Bitetto per gli accertamenti diagnostici. 
“Ecco, sono proprio queste le persone di cui ha bisogno Torre Guaceto – ha commentato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio -, coloro che hanno fatto del rispetto della natura e degli animali la propria filosofia di vita. L’attenzione con la quale il piccolo Marco segue Andrea nel video girato dal papà è toccante, i suoi occhi gioiosi poi, a recupero ultimato, sono la ricompensa per tutti i nostri sforzi. Questo è quello che si ottiene quando si opera sulla cultura ambientalista dei bambini, a partire dalla formazione in famiglia, nella scuola per finire con le attività di Torre Guaceto, e noi continueremo a lavorare sempre con più forza per interconnettere questi luoghi di crescita fondamentali per la forma mentis delle future generazioni. Desidero ringraziare a nome del Consorzio che rappresento – ha chiuso Malatesta-, questa bella famiglia e Andrea, un operatore che, come tutta la struttura di gestione, si dedica con passione illimitata alla riserva e che è sempre pronto ad intervenire per il bene di Torre Guaceto e degli animali ogni qualvolta ci sia un’emergenza”. 
Chi salva la vita di un animale, salva la natura e diventare gli eroi di Torre Guaceto è facile, basta telefonare al 335 523 0215 ogni volta che si avvista un animale selvatico in difficoltà. 
 

Biblioteca Comunale “Francesco Piccinno” - Museo Civico di Maglie, 28 Maggio 2022 ore 10:00 - 12:00. 

Il centro di ricerca clinica salentino CERICSAL è stato ideato dal Prof. Andrea Tinelli, Direttore della Ginecologia e Ostetricia (Ospedale Ignazio Veris Delli Ponti di Scorrano), dal Dr. Alberto Argentiero, Ricercatore ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) e dal Dr. Stefano Lagravinese, Direttore scientifico e fondatore di ClinOpsHub (Contract Research Organization), entrambe di Mesagne, con il preciso scopo di incentivare la Ricerca Clinica nel Mezzogiorno.

CERICSAL è un gruppo di lavoro multidisciplinare che armonizza unità operative sia dell’Ospedale di Scorrano che del “Vito Fazzi” di Lecce, fra cui Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia Generale, Anestesia e Rianimazione, Gastroenterologia, Oncologia, Otorinolaringoiatria, Patologia Clinica, Pediatria e Neonatologia, Nefrologia, Ortopedia, Medicina Interna, Cardiologia, nonché l’Urologia del Vito Fazzi.

Volendo garantire elevati standard qualitativi nelle varie fasi di ricerca, e potendo offrire competenze atte a identificare le “strategie personalizzate" per combattere le malattie sul piano scientifico, CERICSAL supporterà studi clinici profit e no-profit, osservazionali e interventistici. Con tale approccio si prevede che CERICSAL incrementerà la capacità attrattiva di fondi di ricerca, nonchè erogherà formazione continua agli operatori sanitari impegnati nella ricerca, generando effetti buoni e utili:

  • Concreti benefici per i pazienti e per il Servizio Sanitario Regionale, ottimizzando sia l’uso dei nuovi dispositivi medici, sia creando nuova strumentazione, sia adottando nuove terapie;
  • Marcata riduzione dei costi della sperimentazione - farmaci, esami, siringhe, ecc. – che sono a carico dello sponsor, a valle di accordi precisi sottoscritti all’avvio di ogni progetto di ricerca.

Tutto ciò è invero una vera novità, in quanto un presidio ospedaliero periferico come quello di Scorrano (che ha un Dipartimento di Emergenza ed Accettazione “DEA” di I° livello) potrà programmare e condurre, grazie al CERICSAL, studi clinici e progetti di ricerca nazionali ed internazionali che, oltre ai risultati utili ai pazienti, saranno una straordinaria opportunità per clinici e ricercatori di promuovere lo sviluppo di nuovi dispositivi medici ed implementare nuove terapie farmacologiche, ottimizzando e qualificando allo stesso tempo la spesa sanitaria.

Nella fase-pilota, il gruppo CERICSAL ha già pubblicato sul database PubMed (archivio internazionale reperibile su Internet) alcuni studi scientifici con protocolli clinici ben condotti nel DEA di Scorrano.

Le prospettive innescate da CERICSAL fanno intravedere un arricchimento culturale e un progresso della ricerca e della sperimentazione clinico-farmacologica nel Salento. Infatti, dato che i prodotti prima di essere in commercio devono essere valutati con gli standard e i protocolli internazionali della ricerca scientifica, la sinergia fra centri clinici ed aziende farmacologiche/biomediche è proprio essenziale!

Il CERICSAL verrà illustrato il 28 Maggio 2022 (dalle 10 alle 12) in una conferenza stampa presso la Biblioteca Comunale “Francesco Piccinno” di Maglie, a cui parteciperanno il sindaco di Maglie, l’Assessore alla Sanità, l’Assessore alle Attività Produttive, la Prorettrice e il Delegato alla Ricerca dell’Università del Salento, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Vito Fazzi in fieri, oltre che un Rappresentante dell’ASL Lecce e il Direttore Medico di Presidio e quello Amministrativo dell’Ospedale di Scorrano. Interverranno,, Andrea Tinelli (ASL Lecce), Alessandro Distante (ISBEM) e Stefano Lagravinese (ClinOpsHub) come co-fondatori del progetto. Il Prof. Massimo Federico, oncologo di fama, terrà la lezione magistrale su Cura e Ricerca Clinica, un binomio inscindibile, in cui si dimostrerà il legame ineludibile fra Ricerca, Formazione e Assistenza. Nel Pianeta Salute, tale triade sarà il punto di svolta per in nostro Mezzogiorno. Come dire… la Serie A anche per la Sanità!

Per le INFO visitare www.centroricercaclinicasalentino.it o scrivere a info@centroricercaclinicasalentino.it.

Brindisi è tra i porti preferiti dagli italiani per partire in crociera quest'estate, secondo Crocierissime.
Le tendenze di Crocierissime: crocieristi sempre più giovani, sette su dieci hanno meno di 50 anni. Una crociera su due tra quelle ricercate è nel Mediterraneo Occidentale.turista_a_bari.jpg
Il settore delle crociere sta vivendo di nuovo un momento florido. Secondo un recente studio realizzato da www.crocierissime.it, il primo sito italiano interamente dedicato al mondo delle crociere, il numero di crocieristi sta aumentando mese dopo mese e le vendite per l'estate 2022 sono già quasi ai livelli del 2019, l'anno prima della pandemia. Il Mediterraneo Occidentale è la scelta preferita e occupa il primo posto nell'ordine di preferenza dei crocieristi italiani, con il 50% del totale. Brindisi è tra i porti di partenza preferito dai crocieristi dopo Civitavecchia, Genova, Bari, Venezia e Napoli, seguito da Palermo e Savona.
Il team di Crocierissime ha realizzato uno studio su come e quali sono le preferenze dei crocieristi italiani per questa estate, e sono emersi alcuni dati sorprendenti. Tra questi spicca soprattutto il fatto che, contrariamente a quanto si pensi, le crociere non sono solo per persone anziane: secondo i dati analizzati quasi sette passeggeri italiani su dieci hanno meno di 50 anni e il 40% ne ha meno di 35. Solo uno su dieci ha più di 66 anni. Crociere_Costa_Crociere.jpg

 

Età dei crocieristi italiani:
1. Meno di 17 anni (23%)
2. Tra i 18 e i 25 anni (6%)
2. Tra i 26 e i 35 anni (11%)
3. Tra i 36 e i 50 anni (29%)
4. Tra i 51 e i 65 anni (21%)
5. Oltre 66 anni di età (10%)

 

La distribuzione di genere è quasi uguale: donne (51%), uomini (49%). Stupisce anche il fatto che più di un terzo (31%) dei crocieristi viaggi con figli di età inferiore ai 18 anni, mentre il 10% viaggi con amici, anche se la maggior parte viaggia con il proprio partner (53%). Solo il 6% viaggia da solo.

 

Civitavecchia è stato il porto di partenza più ricercato dagli italiani, seguito da Genova, Bari, Venezia, Napoli, Brindisi, Palermo e Savona, e le crociere nel Mediterraneo Occidentale sembrano essere le preferite dai crocieristi con il 50% delle ricerche, davanti al Mediterraneo Orientale con il 37% delle ricerche.  bari_il_porto.jpg

 

I porti preferiti da cui salpare:
1. Civitavecchia
2. Genova
3. Bari
4. Venezia
5. Napoli
6. Brindisi
7. Palermo
8. Savona

 

Tipo di crociera più ricercato:
1. Mediterraneo Occidentale (50%)
2. Mediterraneo Orientale (37%)
3. Europa Settentrionale (6%)
4. Caraibi (4%)
5. Dubai (4%)

 

Per quanto riguarda i porti esteri più ricercati dagli italiani per iniziare la loro crociera, Dubai occupa la prima posizione seguita da Miami e Kiel, in Germania.

 

I porti esteri più ricercati:
1. Dubai
2. Miami
3. Kiel
4. Copenaghen
5. Amburgo
6. Doha
7. Atene
8. Istanbul

 

D'altra parte, due grandi compagnie si dividono quasi tutte le preferenze dei crocieristi italiani, MSC Crociere con il 67% e Costa Crociere con il 19%:

 

Le compagnie di crociera più popolari/preferite:
1. MSC Crociere (67%)
2. Costa Crociere (19%)
3. Norwegian Cruise Line (7%)
4. Royal Carribean (6%)

 

La prenotazione di una crociera è una decisione ponderata e viene presa con molto anticipo: quattro italiani su dieci (42%) prenotano più di quattro mesi prima della partenza, mentre il 32% prenota tra due e tre mesi prima; solo il 26% meno di un mese prima della partenza. Curiosamente, il 4% degli italiani prenota più di un anno prima della partenza. La crociera di una settimana è la più richiesta, ben più di quelle di 3-5 giorni o di oltre 7 giorni.  

 

Per quanto riguarda le offerte gratuite incluse nelle prenotazioni, le più popolari tra i passeggeri sono le bevande, seguite da mance, escursioni, credito di bordo e wifi.

 

Andrea Francescato, Direttore Commerciale di Crocierissime, ha dichiarato: "Dopo due anni difficili di pandemia la voglia degli italiani di tornare a solcare i mari è più forte che mai, raggiungendo per quest’estate i livelli del 2019. Sempre più giovani sono in cerca del giusto mix tra il comfort di un hotel, i meravigliosi panorami che si possono ammirare durante la traversata e la ricchezza culturale degli scali. Noi di Crocierissime vogliamo congratularci con Brindisi per essere uno dei porti preferito dagli italiani per iniziare le loro crociere e incoraggiamo tutti gli italiani a continuare a godersi una vacanza in crociera con il proprio partner, gli amici e le famiglie anche nell'estate del 2022".

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Il 95% dei comuni della provincia di Brindisi a rischio frane, smottamenti e dissesto idrogeologico, con il lungo commissariamento del Consorzio di Bonifica dell’Arneo che ha di fatto interrotto le attività di bonifica ordinaria, generando scontento tra gli utenti, contenziosi per danni e delegittimazione di fronte all’opinione pubblica. E’ quanto afferma la Coldiretti, con il presidente di Brindisi, Filippo De Miccolis, che in una lettera al Commissario Straordinario Alfredo Borzillo chiede di acquisire ogni elemento utile sulla composizione del contributo della bonifica, anche al fine di evitare l’insorgere di dispendiose controversie e garantire che i pagamenti richiesti siano legati a benefici fondiari diretti e specifici, viste le complessità legate all’attuale piano di classifica ed alla sua inadeguatezza in relazione ai territori devastati ed impoveriti dalla Xylella.

Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

“Le opere di manutenzione da ordinarie sono divenute straordinarie per l’incuria con alberi, sterpaglia e immondizia nei canali della bonifica – spiega il presidente di Coldiretti Brindisi De Miccolis – per cui è determinante che gli agricoltori non siano gravati di oneri impropri, mentre sia dato finalmente il via agli investimenti in infrastrutture irrigue e, soprattutto, agli interventi di manutenzione straordinaria delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali, gestite dai Consorzi di Bonifica commissariati e caratterizzati da numerose criticità, che generano aggravio di costi nella gestione dei Consorzi stessi e, conseguentemente,  delle imprese agricole”, insiste De Miccolis.

Intanto, la terra frana a causa della mancanza di un’adeguata politica di prevenzione e di governo del territorio – aggiunge Coldiretti – con fenomeni meteorologici sempre più intensi e danni ingenti che rendono rende ormai improcrastinabile e vitale una programmazione urgente e complessiva delle politiche territoriali. L’agricoltura della Puglia, per affermarsi in termini competitivi nella crescita dell’ambiente e delle produzioni di qualità che la contraddistinguono non può più prescindere dalla garanzia di un territorio non soggetto ad allagamenti, frane, smottamenti e dissesti, nonché dalla disponibilità di acqua nel momento in cui le coltivazioni ne hanno bisogno  - insiste Coldiretti - nella quantità e qualità necessaria e ad un costo adeguato, ciò al fine anche, ed a volte soprattutto, di garantire quel paesaggio unico che costituisce il vero driver dell’economia e dell’occupazione regionale

“La bonifica che raggiunge i propri obiettivi e le proprie funzioni riveste un ruolo chiave nella strategia agricola del nostro territorio, creando i presupposti per investimenti, modernizzazione del settore e competitività delle imprese, nonché maggior sicurezza dei territori rispetto i sempre più frequenti fenomeni climatici calamitosi. Come detto servirebbe uno sforzo straordinario in termini di progettualità e risorse, che non può essere demandato al mondo agricolo, né tantomeno gravare solo su di esso, specialmente in un anno in cui inflazione, scarsità ed aumento del costo delle materie prime, nonché la crisi di alcuni mercati internazionali stanno mettendo in crisi intere filiere”, conclude il presidente De Miccolis.

I Consorzi pugliesi devono garantire lo scolo di una superficie di oltre un milione di ettari (1.014.545); gestiscono circa 500 chilometri di argini; 265 briglie e sbarramenti per laminazione delle piene; 23 impianti idrovori; oltre 1.000 chilometri di canali (1.126); 9.360 ettari di forestazione. Nel settore irriguo i Consorzi pugliesi gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210 mila ettari; 102 invasi e vasche di compenso; 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo; 560 chilometri di canali irrigui; circa 10.000 chilometri di condotte tubate, conclude Coldiretti Puglia.

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