Redazione

Il 95% dei comuni della provincia di Brindisi a rischio frane, smottamenti e dissesto idrogeologico, con il lungo commissariamento del Consorzio di Bonifica dell’Arneo che ha di fatto interrotto le attività di bonifica ordinaria, generando scontento tra gli utenti, contenziosi per danni e delegittimazione di fronte all’opinione pubblica. E’ quanto afferma la Coldiretti, con il presidente di Brindisi, Filippo De Miccolis, che in una lettera al Commissario Straordinario Alfredo Borzillo chiede di acquisire ogni elemento utile sulla composizione del contributo della bonifica, anche al fine di evitare l’insorgere di dispendiose controversie e garantire che i pagamenti richiesti siano legati a benefici fondiari diretti e specifici, viste le complessità legate all’attuale piano di classifica ed alla sua inadeguatezza in relazione ai territori devastati ed impoveriti dalla Xylella.

Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

“Le opere di manutenzione da ordinarie sono divenute straordinarie per l’incuria con alberi, sterpaglia e immondizia nei canali della bonifica – spiega il presidente di Coldiretti Brindisi De Miccolis – per cui è determinante che gli agricoltori non siano gravati di oneri impropri, mentre sia dato finalmente il via agli investimenti in infrastrutture irrigue e, soprattutto, agli interventi di manutenzione straordinaria delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali, gestite dai Consorzi di Bonifica commissariati e caratterizzati da numerose criticità, che generano aggravio di costi nella gestione dei Consorzi stessi e, conseguentemente,  delle imprese agricole”, insiste De Miccolis.

Intanto, la terra frana a causa della mancanza di un’adeguata politica di prevenzione e di governo del territorio – aggiunge Coldiretti – con fenomeni meteorologici sempre più intensi e danni ingenti che rendono rende ormai improcrastinabile e vitale una programmazione urgente e complessiva delle politiche territoriali. L’agricoltura della Puglia, per affermarsi in termini competitivi nella crescita dell’ambiente e delle produzioni di qualità che la contraddistinguono non può più prescindere dalla garanzia di un territorio non soggetto ad allagamenti, frane, smottamenti e dissesti, nonché dalla disponibilità di acqua nel momento in cui le coltivazioni ne hanno bisogno  - insiste Coldiretti - nella quantità e qualità necessaria e ad un costo adeguato, ciò al fine anche, ed a volte soprattutto, di garantire quel paesaggio unico che costituisce il vero driver dell’economia e dell’occupazione regionale

“La bonifica che raggiunge i propri obiettivi e le proprie funzioni riveste un ruolo chiave nella strategia agricola del nostro territorio, creando i presupposti per investimenti, modernizzazione del settore e competitività delle imprese, nonché maggior sicurezza dei territori rispetto i sempre più frequenti fenomeni climatici calamitosi. Come detto servirebbe uno sforzo straordinario in termini di progettualità e risorse, che non può essere demandato al mondo agricolo, né tantomeno gravare solo su di esso, specialmente in un anno in cui inflazione, scarsità ed aumento del costo delle materie prime, nonché la crisi di alcuni mercati internazionali stanno mettendo in crisi intere filiere”, conclude il presidente De Miccolis.

I Consorzi pugliesi devono garantire lo scolo di una superficie di oltre un milione di ettari (1.014.545); gestiscono circa 500 chilometri di argini; 265 briglie e sbarramenti per laminazione delle piene; 23 impianti idrovori; oltre 1.000 chilometri di canali (1.126); 9.360 ettari di forestazione. Nel settore irriguo i Consorzi pugliesi gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210 mila ettari; 102 invasi e vasche di compenso; 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo; 560 chilometri di canali irrigui; circa 10.000 chilometri di condotte tubate, conclude Coldiretti Puglia.

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A seguito delle ininterrotte attività investigative condotte dalla Digos, altri 16 tifosi, di età compresa tra i 24 ed i 60 anni, di cui 6 del Fasano e 10 del Nardò, sono stati deferiti all’A.G. per i fatti occorsi in data 15 u.s. presso lo stadio V. Curlo di Fasano in occasione dell’incontro di calcio U.S.D. Città di Fasano – A.C. Nardò valevole per la 37esima giornata del campionato di Serie D (girone H). Anche nei loro confronti, il Questore della Provincia di Brindisi, Annino GARGANO, al termine di attenta istruttoria della Divisione Anticrimine, ha emesso i provvedimenti d.a.spo. con durata che varia da 2 a 6 anni, in corso di notifica, a seconda della recidiva di alcuni destinatari che si sono già evidenziati, anche nel recente passato, per analoghi episodi di violenza negli stadi, in occasione di manifestazioni sportive.

Prosegue l’articolata attività di indagine, tesa alla ricostruzione dei fatti e alla identificazione degli autori, con l’ausilio di personale di varie forze di polizia: della locale Digos, del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, del Commissariato di P.S. di Nardò nonchè del Comando e della Stazione dei Carabinieri di Fasano.

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Lo studio dell’Università di Bari, tutte le località più colpite dal proliferare indisturbato degli ungulati. Foggia la più colpita in agricoltura, Bari per gli incidenti, a Taranto il maggiore incremento di sinistri

Sono 396 i casi di danni alle colture agricole direttamente causati dai cinghiali, in Puglia, dal 2009, con un totale indennizzi pari a 528mila euro che solo in parte hanno risarcito la perdita dei raccolti e la distruzione di materiale subita. La maggior parte di essi, ben 365, sono avvenuti a partire dal 2016. Complessivamente, in tutte le sei province pugliesi, gli incidenti automobilistici causati da ungulati, dal 2009 al 2021, sono stati 331.cartina_incidenti_Puglia_causati_da_cinghiali.jpg

I dati sono quelli raccolti ed elaborati dall’Università di Bari, Dipartimento Biologia, per il “Piano di monitoraggio e gestione del cinghiale in Regione Puglia”.

“Sui problemi connessi al proliferare della fauna selvatica, e dei cinghiali in particolare, crediamo sia giunto il momento che alcune associazioni ambientaliste e animaliste abbandonino un approccio puramente ideologico”, ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. A marzo scorso, in agro di San Nicandro Garganico, uno dei migliori imprenditori agricoli pugliesi, Gino Turco, ha perso la vita in un incidente causato da un branco di cinghiali. Qualche giorno fa, un bambino di Castellaneta, nel Tarantino, stava per perdere l’uso di una mano a causa del morso di un grosso cinghiale. Nell’ultima settimana, branchi di ungulati hanno arrecato danni ai terreni agricoli nel Foggiano.Sicolo_gennaro_presidente_CIA_Puglia.jpg

I danni all’agricoltura sono stati analizzati sulla base dei dati relativi alle pratiche di indennizzo pervenute ai diversi Ambiti Territoriali di Caccia. Gli impatti maggiori sul comparto agricolo sembrerebbero interessare la provincia di Foggia, dove in media si registrano 63 eventi l’anno per lo più localizzati nel settore occidentale della provincia. Le somme annue di indennizzo più alte invece si registrano nelle provincie di Bari e BAT dove raggiungono mediamente i 62.600 euro l’anno con una media di 12 danni/anno.

Le province maggiormente interessante dagli incidenti automobilistici sono quelle di Bari (108 incidenti) e Foggia (95 incidenti), ma è la provincia di Taranto ad aver registrato l’incremento più alto passando da un solo caso nel 2015 (primo anno in cui si sono verificati incidenti causati da ungulati nel Tarantino) a 27 episodi nel 2020. I dati evidenziano come le frequenze maggiori di incidentalità si registrino in determinati ambiti territoriali. Nella provincia di Bari il 68% degli eventi è localizzato nei comuni di Gravina, Altamura e Ruvo, mentre nella BAT il 75% dei casi è registrato nei comuni di Andria e Canosa. Anche nella provincia di Lecce gli incidenti, seppur in numero ridotto, sono stati registrati in settori contigui dei comuni di Lecce e Vernole. I comuni di Laterza e Ginosa contano il 40% degli eventi in provincia di Taranto, mentre nella provincia di Foggia gli incidenti hanno una distribuzione più diffusa nei diversi ambiti comunali con una maggiore frequenza nei territori di San Nicandro Garganico e Cagnano Varano. Le aree a maggiore incidentalità ricadono tendenzialmente all’interno di zone protette o in aree contigue ad esse dove la specie tende a concentrarsi per una maggiore disponibilità di risorse e siti di rifugio.

Il trend di impatti per anno, nelle diverse province, è stato analizzato per 329 casi per cui il dato era disponibile. Il numero dei sinistri registrati nel corso degli anni è aumentato in tutte le provincie ad eccezione di Lecce, in cui gli eventi si riferiscono tutti al 2018. L’incremento è stato più importante a partire dal 2015-2016 quando, da una media provinciale inferiore a 0,8 eventi/anno, si è passati ad una di 3 eventi/anno, sino al picco del 2019/2020 che vede valori prossimi a 17 eventi/anno.

LE PROPOSTE CIA. “Occorre che i risarcimenti siano pieni, vale a dire commisurati all’entità effettiva dei danni (modifica legge 157/92) – ha dichiarato Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata -. Serve la costituzione di una task-force regionale, affinché si giunga all’abbattimento selettivo e controllato dei capi, in alternativa possono essere utili la sterilizzazione degli stessi e la eventuale realizzazione della filiera della carne di cinghiale. Una misura, quest’ultima, che potrebbe servire a ridurre la presenza di esemplari in circolazione e che viene già utilizzata in regioni come Toscana e Umbria. Potrebbe essere adottata in forma controllata e coordinata con le Asl, prevedendo anche l'autorizzazione della filiera corta della carne con la macellazione delocalizzata”. Miano_angelo_presidente_di_CIA_Capitanata.jpg

"Il problema è serio, per cui va affrontato seriamente, anche per i rischi che comporta in ambito sanitario, basti pensare a quanto sta accadendo per la peste suina in più parti d’Italia”, ha aggiunto Sicolo. “Gli abbattimenti selettivi rappresentano uno degli strumenti da utilizzare. E’ grave che alla tutela della vita umana e alla salvaguardia di colture, produzioni e posti di lavoro si anteponga un approccio ideologico e contrario a priori a qualsiasi metodo per fermare la proliferazione senza controllo dei cinghiali”, ha concluso il presidente di CIA Puglia, Gennaro Sicolo.

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“L’intelligenza artificiale in sanità” è stato il tema di un Corso di formazione organizzato e promosso dall’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Brindisi che si è svolto lo scorso  21 maggio presso Tenuta Moreno a Mesagne. Il Corso, inserito nel Programma Nazionale per la Formazione Continua degli Operatori della Sanità, ha visto la prestigiosa partecipazione di Prof. Sergio Barbieri, Direttore Dipartimento Neuroscienze Ospedale Maggiore Policlinico Milano; Dott. Giorgio Oliveti, laureato in Odontoiatria e Protesi dentaria e specializzato in Ortognatodonzia presso l’Università degli Studi di Brescia; Dott. Alberto Oliva, Presidente ENPAM; Prof. Giovanni Scambia, Direttore scientifico e Presidente del Comitato esecutivo della Fondazione Policlinico Universitario “ Gemelli” – IRCCS.

L’applicazione dei modelli e delle tecnologie di intelligenza artificiale in Sanità oggi è  un importante sostegno alle organizzazioni sanitarie al fine di  ottenere il massimo dai loro dati e dalle loro risorse, aumentando l’efficienza e migliorando le prestazioni dei flussi di lavoro clinici e operativi, dei processi e delle operazioni finanziarie. L’evento così proposto  è stata un’occasione di formazione e arricchimento professionale per tutti gli operatori sanitari. Ad introdurre gli illustri relatori è stato il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Brindisi, il dott. Arturo Oliva, che  ha  sottolineato l’importanza di un adeguamento tecnologico all’interno delle strutture sanitarie brindisine al fine di ottimizzare le risorse e fornire il miglior servizio di assistenza ai pazienti. “L’applicazione dell’Intelligenza artificiale nei vari settori medici e odontoiatri- ha detto Oliva- è ormai una realtà in tanti ambiti, ed è un supporto indispensabile nella diagnosi e cura dei pazienti. E’ necessario che l’ospedale Perrino di Brindisi  adotti al più presto un nuovo parco tecnologico, abbiamo tutte le potenzialità per farlo ma nonostante questo siamo ancora indietro rispetto a tante altre realtà ospedaliere”.  La conferma di quanto asserito dal dott. Oliva è arrivata anche dal  Prof. Sergio Barbieri, Direttore del dipartimento di Neuroscienze e di Neurofisiopatologia del Policlinico di Milano, che nel suo intervento ha esposto  una puntuale relazione di come l’intelligenza artificiale si abbini all’arte medica conservando al centro del progetto il medico ed il paziente combinando correttamente l’etica e la tecnologia. Ed a proposito di tecnologia anche il Prof. Giovanni Scambia, direttore del Reparto di Ginecologia Oncologica del Policlinico “Gemelli” di Roma, ha sottolineato come la Chirurgia robotica sia una realtà nel nostro paese che accanto alle indubbie potenzialità ha palesato numerose criticità, soprattutto di natura gestionale. Innanzitutto sarebbe auspicabile  una razionalizzazione della spesa con una distribuzione equa delle tecnologie in tutti gli ambiti della sanità. Ha poi sottolineato come le nuove generazioni di medici/odontoiatri siano più pronte all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e questo deve consentire una diffusione sul territorio di maggiori competenze con un maggior raccordo tra Università-Ospedali e Territorio.

Sull’importanza di salvaguardare il rapporto medico-paziente è intervenuto, invece, il dott. Alberto Oliva, Presidente dell’ Enpam, che  ha sottolineato come l’utilizzo massivo dell’Intelligenza artificiale non deve prescindere dal salvaguardare il rapporto medico-paziente che rimane fulcro della sanità anche futura. Infine è intervenuto anche il dott. Giorgio Oliveti, odontoiatra-ricercatore, che ha relazionato sull’applicazione dell’intelligenza artificiale in Odontoiatria indicando una strada ai tanti colleghi presenti di come possa essere un supporto importantissimo nella diagnosi e cura dell’apparato dentale. Il Corso è stato seguito con particolare interesse dai tanti medici che hanno partecipato anche con numerosi interventi  su di una tematica  che, evidentemente, potrà avere importanti  sviluppi futuri. Le conclusioni del Corso sono state affidate al  Presidente Oliva che oltre a ringraziare gli illustri relatori,  è tornato sul problema dell’adeguamento tecnologico dell’ASL  “un passo  ormai ineludibile per sostenere i medici/odontoiatri e consentire ai pazienti di trovare una sanità efficace ed efficiente in loco senza alimentare viaggi fuori della Regione”.

 

 

Sono tre gli argomenti affrontati dalla III Commissione sanità della regione Puglia. Due audizioni richieste da esponenti del Partito democratico e una innvece, su richiesta di un consigliere del Gruppo Fratelli d’Italia.

Sul tema “internalizzazione dei lavoratori del trasporto disabili, l’assessore alla sanità ha ribadito l’impegno della Regione ad assicurare il servizio, pur nella consapevolezza dei problemi che vanno affrontati.

Presto su questa materia una verifica informativa in Commissione perché la Regione è impegnata a programmare con l’intento di omogeneizzazione del servizio su tutto il territorio.

Su tema “ritardi nelle procedure di autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie della Regione Puglia, l’assessore alla sanità ha ammesso che si tratta di un segmento in difficoltà per via soprattutto di gravi carenze di personale. In sostanza è complicato evadere tutte le richieste e persiste un arretrato di centinaia di pratiche che risale ad un anno mezzo circa.

Una buona notizia però c’è, il fondo storico è stato integrato con 75 milioni di euro e questo è sicuramente un dato positivo.

Per quello che riguarda la procedura di mobilità di 566 infermieri, dal Dipartimento di promozione e salute sono arrivare rassicurazioni sullo snellimento delle procedure nonostante qualche ritardo fisiologico sia stato accertato, complice il Covid e una serie di ricorsi che hanno avuto un effetto di rallentamento del percorso.

Secondo il dirigente regionale sarebbe una buona idea, quella di individuare un percorso unico per snellire le procedure e consentire gli scambi di informazioni fra le ASL.

Dai campi ai supermercati l’agroalimentare è diventato un settore prioritario di investimento della malavita con un business criminale che ha superato i 24,5 miliardi di euro. E’ quanto afferma la Coldiretti regionale, in riferimento delle numerose iniziative organizzate a Bari in occasione del trentennale della strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.

Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare, afferma Coldiretti Puglia nel sottolineare che l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguita con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali.

La malavita comprende la strategicità del settore in tempo di crisi economica perché – sottolinea la Coldiretti – consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana delle persone. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.

Le mafie – continua Coldiretti – operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea. Ma – precisa Coldiretti – viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della intermediazione e commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati e ristoranti sviluppando un business criminale stimato – riferisce la Coldiretti – in oltre 24,5 miliardi di euro dall’Osservatorio Agromafie.

Un fenomeno che – conclude Coldiretti - minaccia di aggravarsi ulteriormente per gli effetti del caro prezzi provocato dalla guerra che potrebbe spingere le imprese a rischio a ricorrere all’usura per trovare i finanziamenti necessari.

Il tennis è anche quello sport nel quale si racconta di gare tra squadre equilibrate con il risultato finale che non scontenta nessuno. Pareggio esterno per i ragazzi del Circolo Tennis Brindisi che ieri (domenica 22 maggio), nella seconda giornata del Campionato Nazionale a Squadre di Serie B1 Maschile, hanno siglato il 3 a 3 contro i padroni di casa del Club Tennis Ceriano.

Sei gli incontri disputati (4 singolari e 2 doppi) e un solo punto in classifica incassato dai biancazzurri, che in vantaggio per 3 a 1 al termine degli incontri di singolare, sono stati riagganciati dagli avversari, vincitori di entrambi i doppi in programma.

Nei singolari: Matteo Giangrande (Brindisi, classifica 2.6) ha battuto Gabor Borsos (Ceriano Laghetto, classifica 2.5) 4-6/7-6/7-5; Andrea Massari (Brindisi, classifica 2.6) ha battuto Lorenzo Furia (Ceriano Laghetto, classifica 2.5) 6-7/7-5/7-5; Filippo Tonnicchi (Brindisi, classifica 2.5) è stato sconfitto da Alessio Zanotti (Ceriano Laghetto, classifica 2.3) 6-0/6-0; Jacopo Tarlo (Brindisi, classifica 3.1) ha battuto Nicolò Pirrello (Ceriano Laghetto, classifica 2.6) 6-2/6-3.

Nei doppi: Giangrande/Tonnicchi (Brindisi, classifica 2.6 e 2.5) sono stati sconfitti da Moggio/Zanotti (Ceriano Laghetto, classifica 3.1 e 2.3) 4-6/6-4/10-5; Massari/Tarlo (Brindisi, classifica 2.6 e 3.1) sono stati sconfitti da Borsos/Furia (Ceriano Laghetto, entrambi classifica 2.5) 6-1/6-3.

«Portiamo a casa sicuramente un punto importante che conquistato in trasferta assume maggiore valore – afferma nel post gara Vito Tarlo, capitano del C.T Brindisi -. Sono contento della prova messa in campo dai ragazzi, ma non sono soddisfatto del risultato. Il pareggio, devo ammettere, mi lascia un po’ di amaro in bocca: in vantaggio per 3 a 1 al termine degli incontri di singolare, vinti brillantemente dai tre ragazzi del nostro vivaio, credevo molto nella vittoria di almeno uno dei due doppi in programma ed invece abbiamo perso entrambi i match. Qualcosa nella fase finale della gara non ha funzionato, abbiamo pagato il fatto di aver perso concentrazione e controllo nell’ultima partita».

Domenica prossima (29 maggio), nella terza giornata di campionato, i biancazzurri affronteranno in casa la formazione del Colle degli Dei di Velletri.  

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Pesanti disservizi, questa mattina, lunedì 23 maggio, per i passeggeri aerei Wizzair dei voli Milano Brindisi e Brindisi Milano, che, hanno riportato oltre sei ore di ritardo.

I viaggiatori, secondo quanto analizzato da ItaliaRimborso, potrebbero richiedere la compensazione pecuniaria di 250 euro, prevista dal Regolamento Comunitario 261/2004.

Nella fattispecie, il volo Milano Brindisi W65595 doveva partire alle 6 ed è riprogrammato solamente alle 13. Un pesante ritardo che ha comportato anche disagi con altrettanto successivo ritardo del volo Brindisi Milano W65508 con partenza prevista alle 9:05 e riprogrammato attualmente alle 15:25.

Per attivare l’assistenza di ItaliaRimborso e quindi procedere con la richiesta di compensazione, senza alcuna spesa, è possibile farlo attraverso la compilazione del form online presente nell’homepage del sito web italiarimborso.it. I passeggeri dei voli in ritardo Wizzair Milano Brindisi e ritorno, in alternativa, possono chiamare lo 06 56548248 o inviare un semplice messaggio Whatsapp al numero 342 1031477.

Nota del capogruppo La Puglia Domani.
“Oltre sei ore di ritardo per i voli Milano-Brindisi e Brindisi-Milano della compagnia Wizzair. È notizia di oggi: i passeggeri sono rimasti bloccati in aeroporto, con tutti i disagi che ne conseguono. Non è la prima volta che succede, capita anzi di frequente anche con altre compagnie. I voli per Brindisi sono praticamente gli ultimi della classe, figli di un dio minore.  
Sottoponiamo questo disservizio all’attenzione del presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Vasile, per evidenziargli ancora una volta che le condizioni di viaggio da e per lo scalo brindisino sono tutt’altro che rosee come si vuol esibire. 
Sono certo che, se venisse somministrato un questionario sulla customer satisfaction, emergerebbe uno scontento diffuso, stando alle segnalazioni che raccolgo quasi ogni giorno. Bisogna lavorare sulla qualità dei servizi aeroportuali, a cominciare dal potenziamento dei desk fino ai parcheggi esterni del tutto insufficienti. Anche nei gate d’imbarco degli altri aeroporti in primis di Roma e Milano, quello per Brindisi è di solito l’ultimo e quasi sempre privo del collegamento diretto con l’aeromobile in partenza, con il disagio di dover prendere un bus per raggiungerlo in pista. 
Tante piccole criticità che, sommate, danno il peso della disattenzione di Aeroporti di Puglia e dei vettori verso lo scalo brindisino: orari scomodi che impediscono il rientro in serata e obbligano al costo aggiuntivo del pernottamento fuori casa, collegamenti nazionali carenti soprattutto con Roma e Milano, in rapporto di uno a tre rispetto all’aeroporto di Bari. Si lavori per potenziare e migliorare lo scalo del Salento”.

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Nonostante il crack da oltre 60 milioni di euro causato dal Covid, non si sono arresi in Puglia gli agricoltori che hanno investito nel settore agrituristico con una crescita del 2% rispetto al 2019 del numero di agriturismi, in controtendenza al dato nazionale che segna uno scenario sostanzialmente invariato.  E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia sulla base dei dati Istat, diffusa in occasione dell’incontro con l’assessore regionale al Turismo, Granfranco Lopane, con il presidente di Terranostra Puglia, Filippo De Miccolis ed il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni, per disegnare una strategia univoca e condivisa dell’accoglienza turistica in Puglia.

“Va data centralità al ruolo dell’agriturismo nelle politiche del turismo in Puglia con gli agriturismi che si sono mostrati resilienti proprio grazie al contributo prevalente dell'attività agricola, alla trasformazione e alla vendita diretta dei prodotti, proponendo nuovi prodotti e servizi proprio per adattarsi e resistere meglio al crisi causata dalla pandemia. Gli agricoltori hanno mostrato  una grande voglia di affrontare il futuro con energia e competenza e per questo abbiamo proposto un testo di legge per armonizzare le misure per il settore e soprattutto aggiungere servizi innovativi utili all’offerta agrituristica”, ha spiegato il presidente De Miccolis.

Se la tavola con la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata a far scegliere l’agriturismo – continua la Coldiretti regionale – è la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, ma anche attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.Agriturismo_segna_204_crescita_Strategia_univica_per_accoglienza_turistica.jpg

“L'agriturismo e lo sviluppo multifunzionale delle aziende agricole devono rientrare nelle strategie regionali, ivi incluse – insiste il presidente De Miccolis - quelle a sostegno del settore turistico. E’ evidente l’importanza dell’identità agricola e del patrimonio rurale del nostro territorio e del paesaggio –ha spiegato il presidente De Miccolis - nella comunicazione istituzionale e di marketing turistico. Ma gli oneri di cura del territorio e del paesaggio rimangono in capo agli operatori agrituristici che sono troppo spesso abbandonati ad affrontare da soli sfide enormi come Xylella, siccità, cambiamenti climatici e da ultimo anche il Covid”.

La Puglia si rivela una delle mete più gettonate per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi con il 33% tra i più belli d’Italia, dove si conservano – spiega Coldiretti Puglia - le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e i 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presidi presìdi della biodiversità.

I piccoli comuni pugliesi, con popolazione inferiore ai 5mila abitanti sono 85 su 257 totali su una superficie territoriale di circa 2.792 km quadrati - ricorda Coldiretti Puglia - di cui 40 in provincia di Lecce, 38 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto e 2 in provincia di Bari e garantiscono il distanziamento in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dai vigneti agli ulivi secolari, con le masserie di straordinario pregio, i verdi pascoli, le distese di grano e i terrazzamenti fioriti, con la Puglia che risulta fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con ben 1,5 milioni di arrivi dall'estero di viaggiatori stranieri e 3,8 milioni di pernottamenti internazionali .

I piccoli comuni tra i più belli d’Italia sono 40 in provincia di Lecce, 38 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto e 2 in provincia di Bari, con l’80% delle Dop e Igp e della miriade di produzioni locali tradizionali – aggiunge Coldiretti Puglia - che vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i 5mila abitanti e riguardando specialità come la carota giallo - viola di Tiggiano, Cipolla di Zapponeta, Fava di Zollino, Patata di Zapponeta, Pisello nano di Zollino, Pomodoro di Morciano, Fava di Carpino, Cacioricotta caprino orsarese, Lardo di Faeto, Prosciutto di Faeto, Calzone di Ischitella, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e la Patata novella di Galatina, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia, 9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica. Il risultato è che un numero crescente di italiani sta pensando di rimanere in patria magari organizzando una vacanza di prossimità. Se la montagna resta la meta privilegiata, a crescere sono le ferie a km zero soprattutto nei piccoli borghi che – sottolinea la Coldiretti – consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città.

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BEST, tra i progetti strategici del Programma Interreg Grecia-Italia con protagonista la Puglia, dopo il primo Infoday tenutosi a Taranto nel mese di ottobre, approda anche nel  Parco Naturale delle Dune Costiere. Obiettivo: tutelare e conservare la biodiversità, attraverso studi e monitoraggio, anche mediante l’utilizzo di tecnologie smart a basso impatto ambientale. Attraverso una rete di sensori posizionati in aree rurali e costiere, infatti, sarà possibile monitorare numerosi parametri ambientali e climatici. I risultati ottenuti permetteranno poi di creare una banca dati che, nel tempo, permetterà di valutare l’andamento dell’evoluzione della biodiversità e di intervenire su eventuali criticità e minacce. Verranno, inoltre, analizzate anparco_dune_costiere_2.jpegche le principali specie vegetali a rischio di estinzione, gli aspetti entomologici e le pressione sulle aree agricole, sulle acque e sull’ambiente marino-costiero.

La prima azione pilota interessa l’area tra Polignano a Mare, Monopoli, Fasano e Ostuni sull’Adriatico, il Mar Piccolo di Taranto sullo Ionio. La seconda coinvolge prevalentemente il Salento e riguarda lo studio degli impatti di specie aliene, in particolare degli effetti della Xylella. A realizzare il progetto BEST, attraverso la cooperazione transfrontaliera tra Grecia e Italia, il Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana della Regione Puglia, la Regione delle Isole Ionie (capofila), la Regione dell’Epiro e la Regione della Grecia Occidentale.

Tutti i dettagli del progetto verranno illustrati nel corso dell’Infoday di Ostuni che vedrà la partecipazione di istituzioni locali, associazioni ambientaliste, ordini professionali, studenti, associazioni di categoria, mondo accademico e cittadini. L’incontro si svolgerà Giovedì 26 maggio a partire dalle 9.45 nella sala conferenze dell’Istituto Agrario.

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