Redazione

"Una bussola per l'avvenire" è la manifestazione del Rotary Club che da tredici anni premia con un attestato le ragazze ed i ragazzi delle scuole ostunesi che hanno ottenuto 100 e 100 lode negli scorsi esami di maturità.

La premiazione si svolgerà venerdì 23 settembre, a partire dalle 9, nell'Auditorium dell'ITC Pantanelli-Monnet in Via Silletti 1, e si aprirà con i saluti del Presidente del Rotary Club Ostuni-Valle d'Itria-Rosamarina, Giuseppe Calamo, e dei dirigenti scolastici Liliana Angela Savino (Pantanelli-Monnet) e Francesco Dell'Atti (Pepe-Calamo). Interverranno il Rettore dell'Università degli Studi di Bari, prof. Stefano Bronzini e il prof. Gianvito Giannelli, Ordinario di Diritto commerciale e Governatore del Distretto Rotary dell'anno 2021-2022.

Vi sarà poi un riconoscimento, in qualità di eccellenza italiana all'estero, all'ostunese Simone De Salvatore, scenografo e set designer nel gruppo di lavoro che ottenne, nel 2015, l'Oscar per il film "Grand Budapest Hotel".

Concluderà la manifestazione Maximiliano Galizia, assistente del Governatore del Rotary Distretto 2120. S

Sono 56 le studentesse e gli studenti premiati: per il Classico 100 e lode a Gianmarco Capriglia, Elena Miccolis, Mariapia De Paolis, Elena Casale, Antonella Cavallone, Graziana Baccaro, Alessia Orlandino, Martina Ugenti; 100 a Ileida Longo, Luigi D'Adamo, Annamaria Attorre, Giuseppe Narracci e Giovanni Buongiorno. Allo Scientifico: 100 e lode a Simone Barba, Francesco D'Amato, Daniele Ghionda, Federico Menga, Antonio Francesco Sallustio, Pierfrancesco Zaccaria, Giulia Polignino, Alessandro Vacca, Matilde Mastronuzzi e Claudia Saponaro; 100/100 ad Angelo Lacorte, Leonardo Martucci, Angelo Vincenti, Lorenzo Saponaro, Ileana Gabriela Stanciu, Martina Valente, Martina De Luca, Maria Chiara Fanelli, Manuel Tedesco, Francesca Chiara Todisco, Rita Tanzarella; per il Monnet (Amministrazione-Finanza e Marketing) 100 e lode a Sara Epifani e Francesco Minna; 100 a  Giulio Conte ed Armando Hoxha; per la sezione Turismo 100 a Valentina Amico, Giorgia Barella, Daniela D'Errico, Martina Elia e Fabio Ligorio; per la sezione Agraria 100 a Rosa Cisaria, Alessio Giacovelli, Giorgia Melpignano, Valeria Roma, Giovanni Vincenti, Domenica Antonella Blonda, Donatella De Pasquale; per la sezione Elettronica 100 a Giulia Ballocco, Italo Colella, Angelo Quartulli; per la sezione Informatica 100 e lode ad Angelo Stella, 100 a Gianluca Bufano e Giuseppe Passiatore.

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Vola l’export della pasta pugliese nel mondo con un aumento delle vendite all’estero del 44%, sotto la spinta dell’allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat Coeweb sulle esportazioni della pasta pugliese all’estero, proprio quando coltivare grano è costato agli agricoltori pugliesi fino a 600 euro in più ad ettaro a causa dell’impennata dei costi di produzione causata dall’effetto a valanga della guerra in Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid, che si riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti, mentre i prezzi del grano duro sono in caduta libera.

In Puglia, tra l’altro, la produzione è  crollata nel 2022 del 35%-40% a causa della siccità, mentre ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali di costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.

Da rilevare il picco storico della forbice dei prezzi tra grano duro e semole – aggiunge Coldiretti Puglia – mai così ampia, con una differenza di 300 euro dal campo alla prima trasformazione. La volontà degli industriali di far scendere il prezzo del grano italiano è emersa – aggiunge Coldiretti Puglia – anche durante le sedute della CUN a Roma, oltre all’andamento in picchiata alle Borse Merci di Bari e Foggia, dove il grano duro ha perso 80 euro a tonnellata in qualche settimana.

La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi e dalla grave e perdurante siccità in alcune aree delle province di Bari e Foggia – sottolinea Coldiretti Puglia – rischia di aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari, con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane e il 44% di quello necessario per la pasta.

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente,

Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia - per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese – insiste la Coldiretti regionale - che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.

Gli acquisti di pasta fatta al 100% di grano made in Italy – sottolinea la Coldiretti - sono cresciuti ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca anche per effetto dello smart working e del lungo lockdown per combattere l'emergenza covid che ha costretto i cittadini in casa. Il risultato è che già oggi un pacco di pasta su 5 venduto al supermercato – precisa Coldiretti – utilizza grano duro coltivato in Italia, con la Puglia leader nella produzione dove si stima per la campagna ancora in corso un calo del 45% a causa del clima pazzo per le gelate e la siccità, ma di qualità ottima.

La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 dopo con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente, dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese.

Una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni – ricorda la Coldiretti Puglia – che con l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) nel 2020 le importazioni di grano canadese in Italia sono aumentate del 70% rispetto all’anno precedente per un totale di circa 1,7 miliardi di chili ma il problema – insiste la Coldiretti - riguarda anche fagioli, lenticchie e ceci provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare proprio con l’utilizzo del glifosato.

Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia dove è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio – conclude Coldiretti Puglia - percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale.

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La Sezione di Brindisi dell’Associazione nazionale “Società Dante Alighieri” organizza per sabato 24 settembre 2022, alle ore 17.30, presso il Palazzo Nervegna di Brindisi una significativa iniziativa culturale avente per argomento uno dei temi più laceranti dell'età contemporanea: la Shoah. L'iniziativa trae spunto dalla pubblicazione del prof. Antonio Nicola Vitale, già preside per lunghi anni del Liceo Scientifico " E. Fermi" di Brindisi: "Auschwitz, crocevia della storia. Perdizione e memoria", edito da Locorotondo (Mesagne).

Il saggio offre l'occasione di percorrere, per ben 600 pagg., il cammino tragico della Shoah interpretata a livello storico, filosofico, teologico, antropologico, attraverso un rigoroso corredo critico e bibliografico. Una occasione, rivolta soprattutto ai giovani, ai quali il libro è dedicato, per attivare quella educazione permanente al rispetto della vita e alla convivenza civile, l’unico antidoto ricorrente alla tendenza istintuale e violenta di "homo sapiens".

L’autore sarà introdotto dalla prof.ssa Teresa Nacci, “Società Dante Alighieri”, e dalle riflessioni di mons. Fabio Ciollaro, Vescovo di Cerignola, e del prof. Giancarlo Canuto, docente di Religione presso il Liceo “Fermi-Monticelli” di Brindisi.

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ARRIVANO SOLDI A MESAGNE, ma la fretta è una cattiva consigliera.

 
La gestione della COSA PUBBLICA, qui a Mesagne, dal 2019 è caratterizzata dalla FRETTA.
 
Fretta di decidere, fretta di nominare consulenti, di affidare incarichi, di pubblicizzare notizie prima ancora di essere stata deliberate. Inutile il passaggio dagli Organi deputati ad assumere decisioni collegiali per il bene della Città. Un uomo solo al comando decide e gli Uffici eseguono.
 
Ma la fretta (e l’autoritarismo!), si sa, sono cattive consigliere.
​I FATTI
 
Il 17 luglio 2020 il Presidente del Consiglio dei Ministri assegna alcuni “contributi per investimenti in infrastrutture sociali ai comuni delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia”.
 
Il Comune di Mesagne risulta beneficiario della somma di €51.650,13 per gli anni dal 2020 al 2023, purchè inizi i lavori entro il 30 Settembre.
 
Il 6 giugno 2022, il Comune - attraverso le strutture competenti - assegna, mediante procedura di affidamento diretto i lavori di riqualificazione del Parco Potì per un importo di oltre €43.000,00 ad una ditta di Mesagne.
 
Qual è l’opera pubblica che il Comune intende realizzare?
 
Eliminare il vecchio campo di calcetto del Parco Potì “per fare posto ad un impianto polivalente per il gioco del Volley e del Basket, in quanto “è volontà della Amministrazione riqualificare l’impianto sportivo esistente all’interno del Parco “Potì” che con il passare degli anni e senza alcuna custodia spesso è stato destinatario di atti vandalici che hanno portato alla distruzione totale della recinzione, del cancello di ingresso e del terreno di giuoco”.
 
Il 13 settembre 2022, però, tutto cambia!
 
Con determinazione n. 2182, il Comune REVOCA la precedente deliberazione adducendo le seguenti motivazioni: “numerose sono state le lamentele dei fruitori i quali hanno richiesto comunque che fosse garantito il gioco del calcetto a 5, ma con le risorse a disposizione quanto sopra richiesto non può essere garantito per cui l’Amministrazione Comunale intende optare per una scelta diversa e quindi soprassedere alla riqualificazione dell’impianto sportivo esistente all’interno del Parco “Potì””.
 
✅QUESITI
 
A questo punto, di fronte alla clamorosa retromarcia, ci poniamo alcune domande che, se fossimo in un Paese democratico, dovrebbero essere affrontate in Consiglio comunale.
 
Ma, si sa, in Consiglio comunale, a Mesagne, per scelta della maggioranza, si assegnano onorificenze, senza affrontare i veri problemi della Città.
 
I dubbi restano:
 
⏩ con chi è stata effettuata la scelta iniziale dell’amministrazione comunale di modificare la destinazione dei campi da gioco del parco Potì da calcetto a basket e pallavolo?
 
⏩ perché i sedicenti “fruitori del campetto di calcetto” non sono stati ascoltati prima di assumere una determinazione?
 
⏩ in che modo tali “fruitori del campetto di calcetto” hanno espresso le loro “lamentele” alle istituzioni? Si sono costituiti in comitato? Hanno inoltrato una diffida? Hanno fatto una telefonata al Sindaco o si sono incontrati con lui direttamente in un bar, davanti ad un caffè?
 
⏩ e coloro che avrebbero preferito un campo di pallavolo e di basket sono stati ascoltati?
 
⏩ la ditta già indicata nella delibera di giugno 2022 quale assegnataria dell’incarico di riqualificazione vanterà dei diritti per il mancato incarico? E se sì, su chi graveranno tali spese?
 
⏩ il contributo di cui avrebbe potuto beneficiare il Comune per assegnazione statale è andato perso? Può essere ancora utilizzato e se sì, con chi deciderà, questa volta, l’Amministrazione per cosa utilizzare i fondi?​
 
Ecco: questo è l’ennesimo esempio di cattiva gestione della COSA PUBBLICA, che condanniamo da tre anni!
Un’Amministrazione che ha più fretta di apparire che di risolvere i problemi concreti della Città.
 
Movimento libero e Progressista​

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Gambero Rosso premia Cantine Due Palme come Miglior Cantina Cooperativa dell’Anno.

La cantina fondata da Angelo Maci e ora guidata dalla figlia Melissa è una protagonista della vitivinicoltura salentina, sia per i numeri che per la qualità. Una realtà in cui la cooperazione gioca un ruolo decisivo nell'assicurare una costante produzione di livello. Per i 33 anni di grande lavoro svolto sul territorio, Due Palme è la Prima Cantina Cooperativa dell'Anno per Gambero Rosso.

Un premio assegnato in base a molteplici fattori di merito, tra cui l’impegno profuso per una produzione sempre più green. Ormai da diversi anni, infatti, Due Palme investe tempo e risorse per raggiungere quest’obiettivo, a partire dal confronto e dalla formazione con i 1000 soci viticultori su metodi agricoli innovativi a basso impatto ambientale, alla scelta delle materie prime.

Un riconoscimento che ricompensa tutto l’investimento fatto negli anni per la tutela del patrimonio autoctono e la cieca fiducia nel sogno di un uomo del Sud, che con entusiasmo e intraprendenza ha unito a sé un team che ora conta 250 persone e portato avanti una passione ereditata e a sua volta trasmessa a figli e nipoti.

La vera svolta in casa Due Palme infatti, è stata la nomina di Melissa Maci a Presidente della cooperativa che negli anni ha incorporato 6 cantine e, di recente, il Wine Resort Villa Neviera. Compito ardimentoso ma che rende tutta la famiglia Due Palme fiera di essere guidata da una figura femminile coraggiosa e determinata.

«Questo premio è uno dei più importanti della mia carriera - ha affermato il Fondatore Angelo Maci, che non nasconde il proprio entusiasmo - perché racchiude sacrifici, scelte e tempo investito a coltivare un sogno che, a questo punto, sarebbe più giusto chiamare progetto, in cui io per primo ho creduto, ma che non avrei portato avanti senza i miei collaboratori, e che ha generato un indotto di cui non posso che essere fiero perché finalmente tutto il mondo ha rivolto lo sguardo verso una terra in cui nessuno credeva».

«Un eminente professore di Yale, avrebbe detto: Nessuno può fischiettare una sinfonia. Ci vuole un’intera orchestra per riprodurla. - Ha detto Melissa Maci, Presidente di Cantine Due Palme che, alla notizia del premio, ha risposto - Ho sempre creduto nella forza cooperativistica e soprattutto che lavorare in squadra potesse portare a raggiungere traguardi inimmaginabili. Nel futuro della Due Palme c’è sicuramente la voglia di continuare a crescere, facendo conoscere ovunque il frutto del lavoro di tanti soci conferitori che continuano a darci fiducia. Questo premio ci motiva ulteriormente a perseguire gli scopi che determineranno il nostro futuro come, ad esempio, la creazione di nuovi progetti che possano far conoscere appieno il mondo del vino attraverso experience che conquistino e stupiscano enoappassionati e curiosi. Dedico questo premio in primis a mio Padre, ai suoi sforzi, ai suoi sacrifici e alla sua caparbietà; al Consiglio di Amministrazione che mi supporta e mi consiglia in ogni scelta; ai soci e a tutte le loro famiglie che continuano ad aver fiducia nel sistema cooperativistico, permettendo a questa terra di crescere; ai miei collaboratori, che per me sono famiglia, con i quali ogni giorni affrontiamo sfide sempre nuove con lo scopo di non deludere mai il mandato che ci è stato dato; ai nostri clienti che continuano a scegliere i nostri vini e ai nostri fornitori grazie ai quali continuiamo ad essere competitivi sui mercati nazionali e internazionali ».

Una notizia strepitosa quella di casa Due Palme che, non solo premia la cooperativa cellinese ma l’intero comparto vitivinicolo che rappresenta una terra come il Salento in continua crescita in questi anni, grazie soprattutto all’impegno e alla perseveranza di tanti imprenditori che, in questa penisola bagnata da due mari, hanno investito sogni, speranze e soprattutto sacrifici. Prosit!

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Nelle edicole il nuovo numero di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:

LA RESPONSABILITA' DI SCEGLIERE IL NOSTRO FUTURO
“Il rischio più grande che ha la nostra Democrazia si chiama disinteresse. Infatti, c’è un clima di indifferenza di tanti elettori negli appuntamenti più importanti per la vita sociale della nazione. Circostanza che è da evitare a tutti i costi in questa nuova tornata…

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L’amministrazione comunale di Brindisi nell’ambito degli interventi per la sicurezza stradale in prossimità di scuole e sulle strade a maggiore traffico veicolare, ha disposto l’installazione di un attraversamento pedonale sopraelevato e segnalato da catarifrangenti luminosi in via Nicola Brandi all’altezza del liceo Scientifico.

Inoltre in via Nicola Brandi è istituito il limite di velocità di 30 Km/h dato il notevole transito pedonale per la presenza di diversi istituti scolastici, della caserma della Guardia di Finanza, della sede provinciale dei Vigili del Fuoco, di un centro di riabilitazione, di un centro educativo e di abitazioni private.

“Insieme all’installazione delle telecamere agli incroci semaforici, questo è uno degli interventi nell’ambito della sicurezza stradale poichè via Nicola Brandi è una strada molto trafficata e allo stesso tempo ha una elevata affluenza pedonale.zona_30_segnaletica.jpeg

Proseguiremo con la messa in sicurezza di altri attraversamenti pedonali dando priorità agli accessi alle scuole e alle strade in cui si verifica una frequenza maggiore di incidenti e recependo le segnalazioni dei cittadini”, lo dichiara il sindaco Riccardo Rossi.

Venerdì 23 settembre il Comitato studentesco dell’ IISS Ferdinando di Mesagne, insieme agli studenti della redazione di emergenzaclimatica.it e Fridays for Future Mesagne, partecipano allo Sciopero Globale per il Clima indetto in tutte le città del mondo. Lo sciopero vuole coinvolgere tutti i giovani della provincia di Brindisi.

Il corteo partirà alle ore 10.10 dal piazzale antistante il Liceo di Mesagne in Via Eschilo e attraverserà la città lungo via San Donaci per confluire alla Villa, dove il Comune ha predisposto un palco per gli interventi.

Interverrà il sindaco del Comune di Mesagne, che in agosto, su nostra richiesta, ha deliberato la Dichiarazione di Emergenza Climatica del Comune.

Ci viene ripetuto che alla crisi climatica e ambientale ci pensano gli adulti, che noi dobbiamo pensare alla nostra istruzione, che non va tutto poi così male e che per queste cose possiamo aspettare. Oppure ci dicono che così non risolviamo nulla, ci dicono di andare a fare qualcosa di utile per l’ambiente al posto di passare pomeriggi nelle piazze a divertirci.

La risposta è semplice: scioperiamo perché non abbiamo scelta. Stiamo lottando per il nostro futuro e per il futuro dei nostri figli. Scioperiamo perché c’è ancora tempo per cambiare, ma il tempo è essenziale. Prima agiamo, migliore sarà il nostro futuro condiviso.

La crisi climatica è già qui! Lo abbiamo visto quest’estate con gli incendi, le ondate di caldo e la siccità, e poi tornado e le alluvioni. Ormai ogni pioggia diventa una catastrofe. Lo dicono gli scienziati da ormai 50 anni. Minore è l’aumento della temperature minori saranno le vittime di questa crisi. La Terra si sta già riscaldando. Nell’accordo di Parigi del 2015, i paesi si sono impegnati a perseguire sforzi ambiziosi per limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto gli +1,5°C. Livelli più elevati di riscaldamento stanno causando ondate di calore peggiori, più siccità e inondazioni e un aumento del livello del mare, causando la distruzione della terra che abbiamo ereditato. Questi effetti avranno un impatto su tutti, ricchi e poveri, e saranno più devastanti per le persone più vulnerabili: i più poveri e i più giovani.

E intanto, qui tra Brindisi e Mesagne c’è il PARADOSSO ASSOLUTO: mentre dovremmo “decarbonizzare” le industrie del territorio e ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, il Governo dimissionario di Draghi va nella direzione opposta a Brindisi: ordina alla centrale a carbone di Enel di Cerano di andare al 100% col carbone (ora va la 25% e doveva chiudere tra 2 anni), alla raffineria SFIR di bruciare più olio di palma, autorizza un nuovo deposito a gas liquido di Edison a Costa Morena,autorizza un nuovo deposito benzina e diesel della Brundisium nel porto, abbiamo il più grande deposito di GPL di IPEM nel porto, poi è aumentato il metano che arriva col gasdotto TAP, che arriva a Matagiola, a pochi passi dalla nostra scuola. Ora dovrebbe arrivare a Mesagne anche il gasdotto Poseidon da Israele e vogliono  costruire il nuovo megagasdotto Matagiola Massafra, che passerà a pochi chilometri dalla nostra scuola. Poi c’è il petrolchimico ENI con le sue emissioni e le altre aziende chimiche. La centrale a turbogas di EniPower, la centrale A2A di Brindisi Nord… E chissà quali altri progetti dannosi e ulteriore cemento arriveranno col PnRR. A Mesagne e Brindisi le emissioni di CO2 aumenteranno del 55% entro il 2030 !

E mentre il Governo taglia lo 0.50% del PIL per la scuola, finanzia al 2% del PIL le armi. La pace, secondo loro, si fa con le armi e la guerra.

L’AZIONE COLLETTIVA È L’UNICA RISPOSTA A QUESTA CRISI, scendere in piazza, fare disobbedienza civile: tutto serve per creare un’opinione pubblica sul tema e obbligare chi ne ha potere a risolverla!

Siamo l’unica generazione che può fermare questa crisi!

Redazione di emergenzaclimatica.it

Fridays for Future Mesagne

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Dati del giorno: 21 settembre 2022

814
Nuovi casi
8.093
Test giornalieri
1
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 320
Provincia di Bat: 53
Provincia di Brindisi: 91
Provincia di Foggia: 87
Provincia di Lecce: 177
Provincia di Taranto: 68
Residenti fuori regione: 14
Provincia in definizione: 4
10.337
Persone attualmente positive
109
Persone ricoverate in area non critica
9
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.469.719
Casi totali
12.641.658
Test eseguiti
1.450.322
Persone guarite
9.060
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 473.456
Provincia di Bat: 126.890
Provincia di Brindisi: 138.825
Provincia di Foggia: 208.001
Provincia di Lecce: 302.286
Provincia di Taranto: 199.753
Residenti fuori regione: 15.497
Provincia in definizione: 5.011

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“Un pensiero speciale per i poveri e i volontari della “Casa di Zaccheo” di Mesagne affinché il signore vi benedica e la madonna vi custodisca”. A pronunciare queste parole, domenica scorsa al termine dell’Angelus, è stato il pontefice Papa Francesco che da quattro è sempre stato silenziosamente a fianco di questa realtà locale che ogni giorno è vicina a decine e decine di indigenti con vari servizi di carità. Il primo incontro tra Papa Francesco e don Pietro De Punzio era avvenuto il 14 marzo 2018, durante un’udienza pubblica, quando don Pietro aveva mostrato al pontefice il progetto di “Casa Zaccheo”. Il Papa era rimasto particolarmente colpito da quel programma tanto che lo aveva benedetto, firmato e aveva esortato il sacerdote e i volontari presenti in piazza San Pietro a essere “accoglienti e testimoni di carità”. Tutto sembrava fosse finito lì. Invece a distanza di un mese a “Casa Zaccheo” arrivò una missiva pontificia con all’interno la somma di 10 mila euro che Francesco aveva donato al sodalizio per accelerare la conclusione di quell’ambito progetto.papa_Francesco_e_don_Pietro_De_Punzio_il_14_marzo_2018_in_piazza_san_pietro_3.jpg

“Fu un dono inaspettato che ci ha colmato il cuore di gioia perché abbiamo constatato la sollecitudine del Papa che viene incontro non solo alle grande opere di carità, ma anche a quelle piccole”, ha spiegato don Pietro. Ogni giorno 84 persone usufruiscono del servizio pasti di “Casa di Zaccheo” che, inoltre, offre un servizio di lavanderia, docce, alloggio temporaneo e centro di accoglienza. Ormai da un bel po' il sodalizio religioso cammina con le sue gambe. Tanti sono i volontari e i benefattori che durante l’anno contribuiscono alla solidarietà umana offrendo oboli, cibo, vestiario. Così, qualche giorno fa don Pietro De Punzio ha voluto condividere con Papa Francesco questo cammino, aggiornarlo sull’attività e, pertanto, ha inviato una nota al pontefice. La risposta non è tardata ad arrivare. L’11 settembre scorso Papa Francesco ha risposto al sacerdote con una nota da lui vergata nella quale si legge: “Caro fratello, grazie tante per la tua lettera. Grazie per tutto ciò che fate nella “Casa di Zaccheo”. Vi sono vicino e prego per voi mentre voi pregate per me. Che il signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. Fraternamente, Francesco”. La scorsa settimana a don Pietro è giunta una telefonata da parte della segreteria Vaticana che annunciava la benedizione del Papa al termine dell’Angelus di domenica 18 settembre. “Un gesto bello ed emozionante – ha precisato il sacerdote -. Il papa ha parlato di un pensiero speciale per i poveri e i volontari.papa_Francesco_e_don_Pietro_De_Punzio_il_14_marzo_2018_in_piazza_san_pietro_2.jpg

È stata una carezza del Papa alla “Casa di Zaccheo”, ai volontari che ogni giorno sono impegnati per preparare il pranzo per 84 persone e offrire una serie di servizi. Un gesto che ha messo in evidenza l’attenzione della Chiesa nei confronti di quest’opera di carità che non appartiene a nessuno, ma a tutti: dal Papa alla diocesi, dalle comunità parrocchiali all’Amministrazione comunale. Una rete di solidarietà che fa riferimento alla “Casa di Zaccheo”. Così, la benedizione di Papa Francesco è un segno di benedizione e solidarietà per coloro che vivono momenti di difficoltà e indigenza”.

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