L’affaire Messe, una lite di Stato In evidenza

Domenico Urgesi, Presidente della Società Storica di Terra d’Otranto Luglio 07, 2015 3861

messe giovanni marescIntervengo a proposito dell’articolo

di Enzo Poci sul Maresciallo d’Italia Giovanni Messe (https://www.ilgazzettinobr.it/attualita/item/7647-giovanni-messe-l%E2%80%99ultimo-maresciallo-d%E2%80%99italia.html). Assodato che la lettera della dottoressa M. Carmela Errico (inviata al Sindaco di Mesagne in data 21.03.2015) non ha avuto eco alcuna sulla stampa locale e quindi sembra caduta nel vuoto, forse a causa dell’imminente spegnimento della Giunta Scoditti, ben ha fatto Poci a riprenderla e riproporla, con le sue efficaci e puntuali note. Vorrei aggiungere ciò che ricordo della mia esperienza sulla questione, quale allora direttore della Biblioteca e del Museo di Mesagne, a beneficio di una ulteriore conoscenza. L’Amm.ne guidata da Damiano FRANCO approvò, (se ricordo bene nel 1999), oltre ad una lunga serie di iniziative, anche il “progetto Messe”; esso consisteva nell’affidare ad uno storico l’approfondimento della vita e delle opere di G. Messe, in un Convegno in cui presentare i risultati e, infine, nella pubblicazione degli Atti del Convegno. Fui incaricato di coordinare il progetto. Già, anni prima, vari appassionati e studiosi mesagnesi si erano dedicati all’affaire Messe, con iniziative, scritti e manifestazioni (M. Ignone, il Gen. Giambartolomei, L. Argentieri ecc.). L’Amm. ne Franco decise di porre la parola fine alla questione, superando vecchie ritrosie di natura politica. Lo studio fu affidato alla prof.ssa Rosita ORLANDI, dell’Univ. di Bari, meticolosa e competente studiosa, individuata anche grazie al suggerimento di Fortunato Sconosciuto, collaboratore nel progetto. La Orlandi lavorò sulle carte custodite presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e comunicò i risultati delle sue ricerche in un Convegno di Studi che si svolse a Mesagne presso il Castello, nei giorni 27 e 28 ottobre 2000. A quel Convegno parteciparono altri studiosi, quali Italo Garzia e Mario Spagnoletti (Univ. di Bari), Carmelo Pasimeni (Univ. di Lecce), Leopoldo Nuti (Univ. di Roma tre), i Generali Aldo Giambartolomei e Enrico Boscardi, gli studiosi Enzo Poci e Rosario Jurlaro, nonché il sottoscritto. Intervenne anche il figlio di G. Messe, il prof. Gianfranco Messe. La relazione della Orlandi e gli interventi degli altri studiosi furono pubblicati nel volume n.12 della collana “Studi e ricerche della Biblioteca Comunale”, Il Maresciallo d'Italia Giovanni Messe : guerra, forze armate e politica nell'Italia del Novecento, Congedo 2003. Ad oggi, quella relazione è tuttora insuperata (anzi è stata copiata da altri “studiosi”); in essa viene fuori un personaggio a tinte forti, uno che partì da Mesagne non ancora diciottenne, volontario nell’Esercito Regio, attraversò tutti i gradi possibili, fino al massimo, quello di Maresciallo d’Italia; uno dei pochissimi Generali monarchici venuti dalla gavetta. Non solo; dopo l’armistizio e lo sfacelo dell’Esercito Italiano, fu incaricato di ricostruirlo da zero. Un monarchico convinto, coerente, fedele al giuramento prestato a V. E. III, fino allo scioglimento di quel giuramento da parte di Umberto II, il re di maggio. In poche parole, con quel Convegno e gli interventi che esaminarono l’opera e la vita di Messe da varie angolazioni, il Mar. Messe fu riabilitato (se ce n’era bisogno) agli occhi della sinistra mesagnese (e nazionale) che fino ad allora lo aveva considerato poco più che un fascista arrivista, succube di Mussolini, ecc. ecc.; si stabilì che Mesagne può e deve andare fiero di G. Messe. Conseguenza della “riabilitazione” fu una Delibera che risolveva la questione del busto. Come forse non tutti sanno, negli anni ’70 si voleva sistemare un busto in gesso del maresciallo Messe nella piazzetta del Carmine, precisamente nell’aiuola adiacente la scuola media “Materdona”. Per evitare disordini, la cerimonia fu sospesa, il busto fu conservato da un parente del Maresciallo e giace, ignorato, da qualche parte. Ordunque, quella Delibera stabiliva che il busto si sarebbe collocato nell’androne della Biblioteca Comunale. Restai in attesa che qualcuno me lo consegnasse (anzi lo sollecitai pure), per disporlo adeguatamente; ma ciò non avvenne. Con l’Amm.ne INCALZA, il discorso fu ripreso, sopratutto per la spinta di Franco PRETTICO, allora Presidente del Consiglio Comunale. Avevo proposto di approfondire il periodo storico, nella vita di Messe, successivo al pensionamento, quando entrò in politica. È un periodo non del tutto noto, e sul quale non sono stati fatti studi approfonditi. Nel frattempo, continuava l’amicizia sorta con il figlio del Mar. Messe, il Prof. Gianfranco Messe, con il quale ero entrato in contatto e avevamo cominciato a fare progetti in tale direzione. E, dando continuità a quanto già intrapreso, avevo dato vita, nella Biblioteca, ad un “Fondo Messe”, costituito da alcuni opuscoli, riviste, relazioni, ecc., opere scritte da Messe, ecc., e anche alcune fotografie originali. Grazie anche all’interessamento del compianto Gen. DELLOMONACO, andai a fare un sopralluogo all’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, per verificare la consistenza delle carte private donate dalla famiglia. Poi cadde l’Amm.ne Incalza, sopravvenne il Commissario, e… non se ne fece più nulla. Questo, molto sinteticamente, è ciò che ricordo; comunque, se si volesse riprendere la faccenda, al mio pensionamento lasciai, nei faldoni della Biblioteca, tutte le carte, i fascicoli (anche con i miei appunti) e le delibere relative. Sono tuttora convinto che Messe merita ancora di essere studiato, per la sua attività politica ventennale. Fra le molte luci, ci saranno sicuramente molte ombre (fra cui quelle sui precursori della Gladio), ma oggi, quelle si possono considerare con la freddezza dello sguardo storico; anzi, diradare le ombre serve anche a capire che cosa veramente stava avvenendo in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nel bene e nel male, il Mar. Messe ne fu un protagonista ai massimi livelli.  

Prof. Domenico Urgesi

Presidente della Società Storica di Terra d’Otranto

Ultima modifica il Lunedì, 16 Maggio 2016 12:13