L’olivicoltura in provincia di Brindisi è a un bivio

Novembre 05, 2020 945

L’olivicoltura in provincia di Brindisi è a un bivio. Determinanti per l’economia locale sarà la gestione di quella che oggi potremmo chiamare la pandemia agricola per eccellenza: la xylella che sta devastando un patrimonio secolare. Quali sono, quindi, le sfide che ci attendono nel prossimo futuro? Ne abbiamo parlato con Filippo De Miccolis Angelini, presidente provinciale di Coldiretti

Presidente è soddisfatto delle misure che il Governo ha messo a disposizione per lenire in agricoltura i disagi rivenienti dal Covid?

“Mi auguro che nella quota destinata dal Recovery fund all’agricoltura finalmente si destinino, all’olivicoltura e alla diversificazione, fondi adeguati, cosi come auspico si metta altresì in campo un maggiore sforzo in ambito scientifico, che, in stretto rapporto con il mondo agricolo, possa trovare soluzioni per garantire un futuro agricolo al nostro territorio”.

Oggi la provincia di Brindisi inizia a essere seriamente interessata dal calo produttivo dovuto alla Xylella.

“A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse 3 olive su 4 nella vicina provincia di Lecce con il crollo del 75% della produzione di olio di oliva anche nell’annata 2020.  Uno scenario a tinte fosche, dove il crollo produttivo ha subito un crollo incontrovertibile dal 2015 ad oggi. Agricoltori senza reddito da ormai 7 anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile anche per la provincia di Brindisi se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare, dopo anni di tempo perduto inutilmente, il “disastro colposo” nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana”.

Quest’anno, nonostante i problemi, l’olio è straordinario. La commercializzazione lo è altrettanto?

“Mi auguro che il mercato non si presti alle solite speculazioni in danno degli olivicoltori e non si pensi di poter acquistare l’eccellente prodotto di quest’anno ai prezzi da fame dello scorso anno. A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia che è l’olio extravergine. Il settore ha bisogno di liquidità e sostegno senza burocrazia”.

Tuttavia, è anche fondamentale diffondere la cultura dell’Olio Extra vergine di oliva.

“Certamene. Bisogna formare i consumatori portandoli verso acquisti fatti con consapevolezza scegliendo gli olii che presentano le vere caratteristiche che un “Evo” italiano di qualità deve avere. A tal fine Coldiretti sta partecipando attivamente alla diffusione della scuola dell’olio promossa da Unaprol, in collaborazione con la nostra associazione e la fondazione Campagna Amica, a Roma in via Nazionale, dotata di una sala panel per l’analisi sensoriale degli oli conforme alle linee guida del C.o.i., aule corsi, sale riunioni e tutte le attrezzature tecniche e logistiche necessarie allo svolgimento delle attività formative, per poter diffondere la conoscenza dell’olio, formare professionisti del settore, supportare lo sviluppo delle aziende olivicole e dialogare con le istituzioni e con i consumatori, un nuovo centro di riferimento per tutti gli operatori della filiera olivicola”.

Infine, il presidente ha voluto rivolgere un invito ai consumatori “che hanno la fortuna di vivere nella culla dell’olivicoltura europea e di poter acquistare, quindi, un prodotto eccezionale ed a km0”.

 

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Ultima modifica il Giovedì, 05 Novembre 2020 11:49