Restaurata a Mesagne la Visitazione della Vergine Maria

Ottobre 30, 2019 1894

Visitazione della Beata Vergine Maria tela della collegiataIn un’affollata chiesa Matrice di Mesagne,

è stata presentata alla città la tela restaurata della «Visitazione della Beata Vergine Maria», conservata nel transetto della chiesa di fronte all’altra che raffigura la «SS. Trinità, Maria Vergine, S. Michele Arcangelo e le anime purganti». Sono intervenuti l’arciprete e parroco della chiesa Matrice, don Gianluca Carriero, nonché il biblista don Salvatore Tardio, mentre sulla tela e sul restauro si sono soffermati il giornalista Angelo Sconosciuto, lo storico dell’arte Domenico Blè e la restauratrice Rita Cavaliere. Sabato sera, dunque, ha trovato compiutezza un sogno iniziato 25 anni addietro, alla fine del 1994, quando, completato il complesso ed impegnativo restauro della chiesa Matrice, l’allora arciprete, il compianto monsignor Angelo Argentiero, espresse il desiderio di dare mano, dipinto dopo dipinto, al restauro del patrimonio pittorico conservato nella Collegiata. E se don Angelo Argentiero aveva già intrapreso l’opera compiendo significativi passi lungo tale percorso, ora don Gianluca Carriero taglia il traguardo consegnando all’intera comunità una tela di notevole valore artistico. Un quarto di secolo addietro, in occasione della realizzazione del catalogo della mostra che dava contezza dei restauri avvenuti, fu il critico d’arte, Massimo Guastella, a redigere la scheda, studiando la grande tela, di centimetri 530 per 328, riferendo dei documenti di archivio che la riguardano, soprattutto vedendo nel quadro una «impostazione equilibrata» ed una «narrazione resa esplicita dalla chiarezza espressiva dei figuranti». Elementi entrambi capaci di far cogliere «indicazioni in senso classicista circa la cultura del suo anonimo responsabile». Costui conosce bene le opere dei grandi che lo hanno preceduto ed è imbevuto dei modelli viciniori contemporanei con capacità di esprimerli anche in maniera autonoma, con tratto sicuro ed una notevole tavolozza cromatica. “Quest’ultima tela è stata restituita dalla valente opera di restauro, grazie alla quale ora è possibile apprezzare anche una non breve serie di particolari che delineano, nel suo attuale anonimato una personalità artistica di levatura”, ha spiegato il giornalista Angelo Sconosciuto nel suo intervento. Non meno considerevoli i santi posti alla base della grande tela: San Nicola di Mira e Sant’Eligio vescovo. “Indicano piste di approfondimento, da percorrere con qualche fortuna, sia sul versante della devozione sia su quello della committenza ed ulteriori scavi d’archivio potrebbero dare risultati di qualche rilevanza”, ha sottolineato Domenico Blè. Tuttavia, per vari fattori pittorici e iconografici la tela potrebbe essere attribuita al pittore Oronzo Diego Bianchi di Manduria.