Mesagne. Monica Priore ritorna in acqua con i bimbi di "Dolce mare" In evidenza

Luglio 22, 2017 2406

priore monica - capri - meta di sorrentoDopo alcune settimane di ospedale è ritornata in piena forma la nuotatrice diabetica di Mesagne Monica Priore.

Così, prendi una veterana di folli imprese acquatiche, aggiungici un ente che si occupa di mare come la Lega Navale e un’azienda pronta ad abbracciare la loro idea. Nasce così “Dolce mare”, la prima traversata a nuoto di ragazzi diabetici che avrà luogo oggi nella baia di Torre dell’Orso a San Foca. Ideatrice e guida della traversata sarà l’atleta mesagnese Monica Priore, affetta da diabete tipo 1 dall’età di 5 anni, attorniata dalle giovani leve delle associazioni pugliesi: l’Associazione Pediatrica Diabetici del Salento Onlus di Casarano, l’Associazione Pugliese per aiuto al Giovane con Diabete Onlus di Bari, Delfini Messapici di Brindisi. Chiaro l’intento: dimostrare che il diabete non è un ostacolo all’attività sportiva e, più in generale, nella vita. E allo stesso modo, che lo sport da un fondamentale aiuto nella gestione del diabete. L’attività fisica è infatti centrale nella persona affetta da diabete di tipo 1. “Più che dal punto di vista fisiologico fare sport è fondamentale per lo sviluppo psicologico del bambino che deve imparare a non vedere l’ambiente come un ostacolo – spiega il dottor Alessandro Biffi, dirigente medico del comitato olimpico nazionale italiano, dirigente cardiologo e amministratore unico della Medex società medical partner scuderia Ferrari di Formula 1 – e alcune importanti novità tecnologiche oggi consentono un monitoraggio costante della glicemia e permettono di bilanciare in tempo reale il dosaggio insulinico avvertendo in caso di iper- o ipo-glicemia improvvisa”. “Scoprire lo sport è stata una rinascita – racconta Monica, da poco nominata Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana –. Pian piano è cresciuta in me la voglia di reagire alla malattia, che in precedenza mi faceva sentire inferiore ai compagni di squadra. Lo sport mi ha aiutato a superare il senso di inferiorità e di diversità: non poteva più essere il diabete a gestire la mia vita, ma dovevo essere io a gestire il diabete”.