Redazione

Oggi 8 marzo 2022, Giornata Internazionale della Donna, si è svolta presso il Palazzo del Quirinale a Roma la consueta cerimonia di premiazione delle studentesse e degli studenti che hanno partecipato al Concorso Nazionale “Giovani donne che progettano il futuro”.

Il Liceo Artistico “E. Simone” del Polo liceale Marzolla Leo Simone Durano di Brindisi, ha partecipato al concorso, indetto dal Ministero dell’Istruzione sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, ed è risultato vincitore del primo premio nazionale per la Scuola Secondaria di Secondo Grado. Durante la cerimonia, è stata premiata l’opera pittorica “Sguardo al futuro” realizzata da Chiara Chirico, studentessa della classe 3B indirizzo Arti Figurative, del Liceo Artistico, accompagnata per l’occasione dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Carmen Taurino, dalla prof.ssa referente del progetto Teresa Ribuffo e dalla prof.ssa Laura Valentino, coordinatrice del Dipartimento Artistico del Liceo.  
L’opera “Sguardo al futuro”, in linea con le finalità del concorso, vuole essere una riflessione sull’importanza delle pari opportunità per la realizzazione di una società di eguali diritti. Il dipinto,infatti, raffigura una giovane donna nella sua evoluzione, con lo sguardo puntato verso l’alto, mentre percorre le tappe essenziali della sua vita, dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta, come in un  viaggio in ascesa lungo una scala. La luce, che guida il cammino della protagonista, rappresenta la speranza di poter realizzare i propri obiettivi, senza mai perdere la tenacia e la costanza, nonostante le difficoltà della vita.
Non è la prima volta che il Liceo Artistico Musicale di Brindisi è tra i protagonisti della cerimonia al Quirinale, per la Giornata Internazionale della donna: già nel 2018, infatti, alcuni studenti del Liceo Musicale “G. Durano” erano stati insigniti del primo premio al Concorso nazionale “Le Madri della Costituzione” con un video documentario sulla figura di Nadia Gallico Spano. Il premio di oggi, dunque, rappresenta una piacevole conferma dell’impegno profuso dal Liceo per promuovere la cultura e la sensibilizzazione alla parità di genere, un’azione educativa volta a creare cittadine e cittadini responsabili e consapevoli delle proprie capacità e del proprio valore, nell’ottica del rispetto dei valori della legalità e della Costituzione.

 

Dati del giorno: 08 marzo 2022

6.026
Nuovi casi
22.875
Test giornalieri
20
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.636
Provincia di Bat: 433
Provincia di Brindisi: 461
Provincia di Foggia: 812
Provincia di Lecce: 1.888
Provincia di Taranto: 733
Residenti fuori regione: 43
Provincia in definizione: 20
75.123
Persone attualmente positive
544
Persone ricoverate in area non critica
31
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

763.927
Casi totali
8.933.533
Test eseguiti
681.059
Persone guarite

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Contro il calo dell’occupazione femminile in agricoltura arriva l’allungamento delle agevolazioni di ISMEA fino al 30 marzo per le aziende agricole in rosa, aspettando la misura ‘Più Impresa’ che prevede mutui a tasso zero fino al 60% del valore del progetto imprenditoriale. E’ quanto annuncia Coldiretti Puglia, in riferimento ai dati divulgati in occasione della Giornata internazionale della donna festeggiata in tutto il mondo l’8 marzo dall'ufficio statistico dell'Unione europea secondo cui la quota rosa nel settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca,  nel confronto  tra il terzo trimestre 2011 e il terzo trimestre 2021 è passata dal 39% al 31%,.

“Più impresa” la misura semplificata di sostegno all’imprenditoria femminile prevista dalla Legge di Bilancio 2022 sarà operativa a giorni – spiega Coldiretti Puglia - consente di accedere a contributi fino al 35% del valore del progetto, mutui a tasso zero fino al 60% del valore del progetto e limite massimo di intervento di Ismea entro 1,5 milioni di euro per singolo progetto.

“C’è bisogno di sostenere con strumenti adatti, finanziari e normativi , l’intraprendenza e i talenti femminili nel mondo dell’impresa e in agricoltura. Per questo abbiamo sostenuto come Coldiretti Donne Impresa – spiega Floriana Fanizza, responsabile nazionale e regionale della Puglia di Coldiretti Donne Impresa - una modifica al requisito di accesso alle agevolazioni che riflettesse in modo più veritiero la realtà delle imprese agricole femminili. La misura “Più Impresa” prevede infatti che per le imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile costituite in forma societaria non sia più richiesto il requisito della metà numerica dei soci, bensì solo quello di essere composte, per oltre la metà delle quote di partecipazione, da donne”.

In questo modo, secondo Donne Impresa Coldiretti, si punta a raggiungere ancora più imprenditrici agricole, donne che spesso insieme ai loro mariti o familiari guidano da anni aziende dinamiche e innovative ma che hanno bisogno di aiuti per superare gli ostacoli che ancora frenano uno sviluppo più ambizioso in termini di innovazione tecnologica.

Con il via all'estensione alle donne, senza limiti di età, delle agevolazioni previste da ISMEA si intende favorire l'imprenditoria femminile in agricoltura – aggiunge Coldiretti Puglia - quando a pagare il prezzo più alto sul fronte occupazionale sono state proprio le donne con il 70% dei posti di lavoro persi a causa della crisi economica e occupazionale per la pandemia da Covid 19.

“Strategico supportare e incentivare l’imprenditoria femminile in agricoltura che offre notevoli potenzialità occupazionali, puntando sulle giovani donne, considerato che in Puglia per esempio il 54% delle domande per i nuovi insediamenti sono state presentante proprio dalle imprenditrici in erba. L’agroalimentare può offrire 100mila posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni in Puglia con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale, ma anche un nuovo welfare in campagna con gli agriasilo, le fattorie didattiche e quelle di agricoltura sociale, che in alcuni territori potrebbero rappresentare un presidio insostituibile”, insiste Fanizza.

Sono quasi 24mila le aziende agricole ‘rosa’ che stanno dando un volto multifunzionale e innovativo con professioni antiche riviste in chiave moderna, in agricoltura, silvicoltura e pesca in Puglia, dove quasi una azienda agricola su 3 è guidata da donne e cresce anche il numero di agriturismi in rosa (+ 3,7%), passati da 286 a 305 in Puglia, a dimostrazione di quanto le imprenditrici siano riuscite, aggiunge Coldiretti Puglia, a cogliere al massimo le opportunità offerte dalla multifunzionalità in agricoltura.

I progressi sono lenti e i divari di genere persistono nel mondo del lavoro e a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, per cui Coldiretti ha chiesto investimenti seri nelle infrastrutture di supporto alle imprenditrici femminili nelle aree rurali, rendendo fruibili e maggiormente rispondenti alle esigenze delle imprenditrici gli strumenti del PSR e della PAC.

E’ in rada e attracca in giornata al porto di Bari la nave dell’Ucraina ‘Scala’ carica di mais, scampata alla guerra e al blocco degli scali sul Mar Nero perché già in navigazione allo scoppio del conflitto, una boccata d’ossigeno per le stalle che sono allo stremo per la mancanza di alimentazione per gli animali. A darne notizia è Coldiretti Puglia che segnala il calo per la prima volta dall’inizio della guerra del prezzo di mais (-2%) e soia (-0,2%) destinate all’alimentazione animale, nonostante il permanere delle tensioni internazionali con lo stop alle esportazioni deciso dall’Ungheria e dall’Ucraina e le difficoltà dei trasporti dal Mar Nero dovute al conflitto tra Russia e Ucraina.

Un andamento – sottolinea la Coldiretti - che non significa il superamento delle difficoltà, ma piuttosto l’accresciuto interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che ha approfittato degli alti valori raggiunti per realizzare profitti. Le speculazioni – spiega la Coldiretti - si spostano dai mercati finanziari in difficoltà ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto.

“Siamo di fronte ad una nuova fase della crisi, dopo l’impennata dei prezzi arriva il rischio concreto di non riuscire a garantire l’alimentazione del bestiame, quando sono da salvare in Puglia 185mila bovini, 197mila ovini e bufalini e 24 mila suini”, avvisa Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

A sconvolgere il mercato dei prodotti agricoli è lo stop all’export deciso da importanti Paesi produttori come Ucraina e Ungheria mentre dalla permangono le difficoltà di spedizioni dalla Russia che è il principale esportatore mondiale. Una situazione che – spiega la Coldiretti – aggrava l’emergenza in Italia che è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento.

Con la decisione dell’Ungheria di ostacolare le esportazioni nazionali di cereali, soia e girasole, in Italia è a rischio un allevamento su quattro che dipende per l’alimentazione degli animali dal mais importato da Ungheria e Ucraina che hanno di fatto bloccato le spedizioni e rappresentano i primi due fornitori dell’Italia del prezioso e indispensabile cereale per gli allevamenti. Dall’Ungheria sono arrivati in Italia ben 1,6 miliardi di chili di mais nel 2021 mentre altri 0,65 miliardi di chili dall’Ucraina per un totale di 2,25 miliardi di chili che rappresentano circa la metà delle importazioni totali dell’Italia che dipende dall’estero per oltre il 50% del proprio fabbisogno, secondo le analisi della Coldiretti.

L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti dalle industrie agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti. Con lo scoppio della guerra e la crisi energetica sono aumentati mediamente di almeno 1/3 i costi produzione dell’agricoltura per un esborso aggiuntivo di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che ha messo a rischio il futuro delle coltivazioni, degli allevamenti, dell’industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica, secondo il documento sulla crisi consegnato dal presidente della Coldiretti Ettore Pradini al Ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli.

L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori pugliesi che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse – sottolinea Coldiretti – ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo riconosciuto a una larga fascia di allevatori.

All’aumento dei costi di produzione non corrisponde la giusta remunerazione del latte alla stalla, quando per poter pagare un caffè al bar gli allevatori pugliesi devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia, scattati già prima della guerra in Ucraina.

L’effetto drammatico è stato la chiusura di oltre 120 stalle in Puglia in 1 anno con le imprese di allevamento da latte allo stremo, per cui Coldiretti Puglia chiede alla Regione Puglia un intervento concreto per sostenere le aziende zootecniche schiacciate da questa tempesta perfetta.

In 7 anni – dal 2014 ad oggi - hanno già chiuso in Puglia 440 stalle, è il grido d‘allarme lanciato da Coldiretti Puglia, con gli allevatori ormai costretti inesorabilmente a chiudere i battenti e a vendere gli animali. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere – insiste Coldiretti Puglia - spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.

La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza – aggiunge Coldiretti – con interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo. La stessa politica agricola comune (Pac) e il Pnrr oggi sembrano già inadeguati a rispondere alle esigenze del tempo nuovo che stiamo vivendo e – continua Coldiretti – vanno modificati eliminando ad esempio l’obiettivo del 10% di terreni incolti previsto nella strategia biodiversità. Per questo bisogna agire subito – continua Coldiretti – facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti con lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma anche incentivando le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, riducendo le percentuali IVA per sostenere i consumi alimentari, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali. E poi investire – conclude Coldiretti – per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le NBT a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

E' partito oggi dalla Base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) a Brindisi, diretto al centro di raccolta di Niemce in Polonia, un trasporto umanitario via terra della Cooperazione italiana composto da circa 20 tonnellate di beni di prima necessità ed accoglienza (tra cui tende, coperte, generatori, stufe per tende, lampade e kit igienico-sanitari) a favore della popolazione ucraina. L’operazione è stata realizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile e nell’ambito del Meccanismo Europeo di Protezione Civile. 

Dopo la bella vittoria contro il Trani, la New Virtus Mesagne ospita la Cestistica Ostuni per l'ottava giornata del girone di ritorno in un derby fondamentale ai fini della classifica. Gli ostunesi, infatti, seguono i gialloblu di quattro lunghezze e restano una delle dirette concorrenti per la salvezza.

Si svuota nel frattempo l'infermeria mesagnese tanto che, dopo quasi tre mesi e mezzo, tutti i ragazzi sono disponibili per la sfida chiave. Il copione, tuttavia, non ammette variazioni sul tema e vede l'assenza contemporanea di coach Bray e del suo secondo Galgano, causa Covid. La guida tecnica, quindi, viene affidata momentaneamente a Massimo Distante, supportato da Maurizio Camassa, che sceglie in partenza Crovace, Galantino, Fiusco, Gallo e Cardillo.

L'inizio di gara è tutto per gli ospiti, che si portano avanti di nove punti sfruttando una difesa gialloblu distratta e qualche errore di troppo soprattutto nei tiri liberi. Al rientro dal timeout, i gialloblu tornano in partita e chiudono il tempo sotto solo di due lunghezze (18-20), grazie ai punti di Galantino e Cardillo ed alla regia attenta e grintosa di Crovace.

Il secondo parziale è più equilibrato e porta le squadre al riposo sul 31-33. Si segna poco, le due formazioni sbagliano tanto anche sotto canestro. Dal punto di vista tecnico, certamente il quarto meno spettacolare.

Al rientro in campo, la svolta dell'incontro: un parziale di 12-0 indirizza la gara verso il Mesagne, che gioca un quarto devastante imprimendo dei ritmi ed una cattiveria agonistica impossibili da reggere per i giovani ospiti. Benissimo Gallo, altissime le percentuali da tre punti. Nell'ultimo tempo la New Virtus gestisce senza eccessivi problemi la gara, toccando anche il +12 e chiudendo sull'80-71.

Una vittoria certamente meritata in virtù di una superiorità che, fatta specie per i minuti iniziali di smarrimento, è apparsa evidente sia dal punto di vista tecnico che da quello fisico. Grazie ai due punti conquistati ieri, i ragazzi del presidente Guarini si portano a +6 proprio sull'Ostuni e a sole tre lunghezze dal Castellaneta, in quella terra di mezzo a metà tra i playout e l'ultimo posto per il treno playoff.

MESAGNE: Cardillo 21, Galantino 19, Gallo 19, Fiusco 10, Crovace 6, Dekic 3, Risolo 2, Bellanova 0, Lucariello n.e., D'Amato n.e., Zullo n.e.. All. Distante, Ass. Camassa.

OSTUNI: Razic 19, Oluic 14, Maksimovic 12, Kuzmanovic 8, Vukobrat 7, Ciric 6, Radovic 5, Zaccaria 0, Apruzzi n.e., Danese n.e., Mazburss n.e., Putignano n.e.. All. Curiale.

Mauro Poci

Il gelo e la neve si abbattono sulle piante in fiore in Puglia mettendo a rischio i futuri raccolti in un inverno pazzo che, dopo le temperature primaverili fino a qualche settimana fa, sta stringendo nella morsa del gelo campi con le semine in corso, stalle e serre dove sono schizzati i costi per il riscaldamento a causa del caro energia. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione dell’irruzione di aria gelida con la caduta abbondante di neve a Foggia e in provincia di Bari.

Nelle campagne il caldo anomalo – sottolinea la Coldiretti Puglia – ha provocato il “risveglio” anticipato della natura con le margherite e le primule sbocciate nei campi e mandorli, albicocchi e pesche pronti alla fioritura e quindi particolarmente sensibili all’arrivo del maltempo che rischia di compromettere i prossimi raccolti. L’arrivo del grande freddo – continua la Coldiretti regionale – colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli che reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni. A preoccupare – continua la Coldiretti Puglia – è anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata della bolletta energetica.

L’aumento record dei costi energetici, infatti, spegne le serre e mette a rischio il futuro di alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo come tra gli altri il ciclamino, il lilium o il ranuncolo, con il caro bollette che ha un doppio effetto negativo – denuncia Coldiretti Puglia - perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo del freddo e dell’inverno. Il costo dell’energia – continua la Coldiretti regionale – si riflette infatti in tutta la filiera agroalimentare e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione, la distribuzione ed i trasporti.

La possibilità di utilizzare anche i trattori messi a disposizione dagli imprenditori delle campagne garantisce – precisa la Coldiretti Puglia – la viabilità e scongiura il rischio di isolamento delle abitazioni soprattutto nelle aree più impervie interne, grazie alla maggiore tempestività di intervento. Una attività importante – insiste la Coldiretti – soprattutto per garantire gli approvvigionamenti alimentari agli animali nelle stalle e per consegnare il latte raccolto quotidianamente in una situazione in cui l’improvviso cambiamento delle condizioni climatiche crea difficoltà soprattutto alle aziende situate nelle aree rurali.

Siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti regionale - agli effetti del mix micidiale con i cambiamenti climatici ed il moltiplicarsi di eventi estremi che si abbattono su un territorio reso più fragile dall’abbandono forzato e dalla cementificazione che nelle campagne nell’ultimo decennio ha provocato danni per oltre 3 miliardi di euro, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti. A questa situazione – conclude Coldiretti Puglia -    non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%).

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La Regione coordinerà con grande attenzione le azioni di accoglienza e ospitalità per le famiglie e i bambini ucraini coinvolti nel drammatico conflitto bellico.

È quanto emerso dalla seduta della III Commissione del presidente Mauro Vizzino

L’argomento è stato sottoposto all’attenzione dei commissari dalle consigliere Lucia Parchitelli e Debora Ciliento.

L’assessora al welfare Rosa Barone, ha sottolineato che la Regione pur non avendo competenze specifiche fungerà da raccordo fra le Prefetture, la Protezione civile, i Comuni e tutte le organizzazioni umanitarie coinvolte in questa fase di accoglienza. In particolare sarà importante avere una sorta di registro delle location a disposizione della nostra Regione per accogliere i profughi e delle famiglie eventualmente disponibili a collaborare.

Potrebbero essere utilizzati i Covid hotel ed il sindaco di Ruvo, Pasquale Chieco, delegato al welfare per l’Anci sta lavorando per un raccordo fra i Comuni, una azione di ricognizione che renda efficace qualunque intervento.

Il garante per i minori Ludovico Abbaticchio, ha sottolineato che la Puglia è una delle Regioni più preparate alla accoglienza dei minori e di concerto con l’assessore Sebastiano Leo si sta lavorando a comprendere come poter fornire ai giovani profughi anche assistenza scolastica.

Il presidente del Comitato per la Protezione Civile, Maurizio Bruno ha sottolineato che si sta lavorando di concerto con la Croce rossa e la Caritas per l’organizzazione logistica del trasporto delle persone, confermando che i Covid Hotel saranno trasformati in alloggi per i profughi.

La popolazione pugliese sta rispondendo con grande senso di solidarietà – ha sottolineato il presidente Vizzino –manifestando una grande disponibilità all’accoglienza e alla collaborazione”

La Commissione ha ascoltato il sindacato nazionale biologi liberi professionisti e i laboratori di analisi associati pugliesi, sul tema della riorganizzazione della rete dei laboratori di analisi.

L’assessore alla sanità, Rocco Palese, ha assicurato che “la Regione pur non avendo competenze specifiche relativamente al tema, ha la massima attenzione e esperirà ogni tentativo a livello di Conferenza Stato Regioni per evitare ogni possibile disagio per la categoria”.  

Addio ad oltre 106mila turisti dalla Russia che prima della pandemia erano venuti in viaggio in una delle regioni più amate dai viaggiatori della ‘Grande Madre’. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, alla luce del conflitto in Ucraina e delle sanzioni imposte dall’UE alla Russia, considerato che in epoca pre-Covid il turismo dalla Federazione Russa generava 31.554 arrivi e 106.409 presenze in Puglia, regione italiana con forti rapporti con la Russia, suggellati dalla visita dello Zar alla città di Bari nel 2007, dopo che nel 2003 Putin aveva donato la statua di San Nicola, patrono della città venerato da oltre due milioni di fedeli in Russia, con una targa che richiama i "legami plurisecolari" con Mosca.

Per la Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – si tratta di una perdita importante anche perché i visitatori da questo paese hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. I turisti russi scelgono in Puglia gli alberghi con 70mila presenze, ma anche gli esercizi extra alberghieri con 37mila presenze, secondo i dati dell’Osservatorio turistico di Puglia Promozione, con le masserie storiche degli agriturismi immersi nelle campagne pugliesi che sono ritenuti meta di eccellenza per i vacanzieri russi per la qualità dei servizi, l’offerta enogastronomica e la bellezza delle strutture e dei paesaggi.

“E’ oggi più che mai necessario sostenere il settore turistico da primato per la qualità dell’offerta che per effetto della nuova crisi causata dalla guerra subirà un ennesimo colpo dopo le pesanti perdite causate dal Covid. Servono misure nazionali e regionali per garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture”, afferma Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.

I vacanzieri dall’estero in Puglia sono strategici per l’ospitalità turistica soprattutto nelle mete più gettonate anche perché – continua la Coldiretti regionale – i visitatori dall’estero hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Un problema che riguarda anche gli agriturismi dove gli stranieri – dice la Coldiretti regionale - rappresentavano oltre il 40% delle presenze totali prima della pandemia.

Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali – insiste Coldiretti Puglia – una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%,

“L’agriturismo ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica, offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e, pertanto, lo sviluppo dell’agriturismo – insiste De Miccolis - significa maggiore capacità di attrazione da parte della Puglia a beneficio dell’intera economia regionale. L’ospitalità nelle strutture agrituristiche assume una rilevanza fondamentale per la salvaguardia del patrimonio rurale che, oggi, è il fiore all’occhiello del turismo regionale”.

La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia,  9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica.

Si stima peraltro che 1/3 della spesa turistica sia destinata proprio all’alimentazione per consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi e acquisto di vino e specialità alimentari da riportare a casa, secondo le stime della Coldiretti. Gli arrivi dall’estero sono determinanti anche per gli agriturismi dove gli stranieri – conclude la Coldiretti Puglia – rappresentavano oltre il 40% delle presenze totali prima della pandemia.

 

Dati del giorno: 07 marzo 2022

1.730
Nuovi casi
23.357
Test giornalieri
1
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 506
Provincia di Bat: 139
Provincia di Brindisi: 101
Provincia di Foggia: 194
Provincia di Lecce: 652
Provincia di Taranto: 122
Residenti fuori regione: 15
Provincia in definizione: 1
74.904
Persone attualmente positive
541
Persone ricoverate in area non critica
28
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

757.901
Casi totali
8.910.658
Test eseguiti
675.272
Persone guarite

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