Redazione

È stata siglata tra l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Brindisi, rappresentati dal Presidente dott. agr. Cosimo D’Angelo, e l’IISS Epifanio Ferdinando, rappresentato dal dirigente scolastico ing. Mario Palmisano Romano, una convenzione per la realizzazione di percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, che coinvolgerà tutte le sezioni dell’Istituto, da quella del Liceo a quella del Tecnico.

L’accordo è stato siglato alla presenza del Ten. Col. Sandro D’Alessandro, Vice Comandante del Gruppo Carabinieri Forestali di Brindisi, della dott.ssa Anna Sacco, segretaria dell’Ordine, e del prof. Francesco D’Alonzo, docente della scuola, per dar seguito al protocollo siglato lo scorso 19 maggio us tra il Ministero dell’Istruzione e l’Arma dei Carabinieri, per accompagnare le nuove generazioni a comprendere la complessità dei fenomeni della natura e ad agire di conseguenza con un percorso migliorativo di transizione.

L’iniziativa si inserisce a pieno titolo all’interno del Piano “RiGenerazione Scuola”, il Piano del Ministero dell’Istruzione per la transizione ecologica e culturale, pensato nell’ambito dell’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU, per educare studentesse e studenti ad abitare il pianeta in modo nuovo e a rendere i giovani protagonisti del cambiamento.

Con questo innovativo percorso le studentesse e gli studenti del Ferdinando sono invitati, insieme ai docenti e a tutta la comunità scolastica, a dedicare momenti di approfondimento sui temi legati alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi all’interno non solo dei PCTO, ma anche nei percorsi di educazione allo sviluppo sostenibile previsti nell’ambito dell’educazione civica, grazie al contributo professionale offerto dall’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Brindisi, dai Carabinieri Forestali e dalla Polizia Provinciale, che promuoveranno attività di tutela e cura del nostro territorio.

Sembra essere giunta all’epilogo la tragica storia dell’omicidio del mesagnese Carlo Giannini avvenuta a Sheffield, nel South Yorkshire, lo scorso 12 maggio. La salma con i resti mortali del giovane 34enne è già arrivata a Londra e da lì raggiungerà l’Italia e, finalmente, la sua Mesagne dove gli sarà data degna sepoltura. Ad attenderlo sono i familiari e i tanti amici che Carlo aveva non solo nella sua città natia. Purtroppo i tempi di arrivo della salma sono ancora incerti e legati al Giubileo di platino della Regina Elisabetta che si svolgeranno dal 2 al 5 giugno in cui la Gran Bretagna si ferma paralizzando del tutto l’iter burocratico. Perciò l’arrivo è previsto per la prossima settimana. Sul fronte delle indagini non ci sono novità.

Nelle ore successive all’omicidio la polizia di Sheffield ha arrestato un ragazzo di 17 anni e uno di 18, rilasciati poco dopo a seguito del pagamento della cauzione. L'omicidio è maturato in Inghilterra, nel South Yorkshire, nella città di Sheffield, dove Carlo Giannini era ritornato a lavorare dopo una parentesi tedesca. Infatti, con il fratello Stefano e la cognata Valentina avevano avviato una pizzeria in Germania, nel cuore della foresta nera. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno in Inghilterra. Ed è qui che va cercato il movente della sua morte. Potrebbe essersi trattata di un’aggressione con rapina, avvenuta nella notte all’interno del parco oppure, cosa ancora più inquietante, Carlo si è recato nel parco per incontrare, inconsapevolmente, qualcuno.

Non si conoscono al momento le dichiarazioni fatte dai due arrestati alla polizia. Tuttavia, se i due fermati sono stati rimessi in libertà significa che gli investigatori, probabilmente, non hanno in mano prove schiaccianti della loro colpevolezza. Sarà stato, forse, questo il motivo che alcuni giorni fa la polizia ha richiesto l’aiuto di potenziali testimoni. Le indagini sono seguite dall’investigatore Becky Hodgman che, sulla vicenda, ha spiegato: “È essenziale creare un quadro chiaro dell'attività all'interno e intorno al parco riguardante la notte dell'11 maggio e nelle prime ore del 12 maggio. Stiamo cercando di parlare con coloro che sono stati ripresi nelle immagini poiché sono dei potenziali testimoni del crimine”.

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C’è una levata di scudi in questi giorni a Mesagne per ciò che riguarda la costruzione di una delle tre rotatorie previste in via Indipendenza con lo scopo di rallentare il traffico su una strada in cui i mezzi viaggiano ad alta velocità. Anni fa, purtroppo, su questa arteria urbana si è verificato un sinistro con decesso. Per diversi cittadini la conformazione spaziale della rotatoria ha ridotto notevolmente la carreggiata tanto che i mezzi per viaggiare anziché girarci intorno ci salgono sopra. Valutazioni che l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona, ha rigettato in toto e ha chiarito: “Innanzitutto i lavori non sono ancora terminati, pertanto prima di parlare aspettiamo che il tutto sia terminato. Manca ancora la segnaletica per quella che è definita dal Codice della strada mini rotatoria urbana realizzata su una strada che diventerà “Zona 30””. Le minoritarie sono utilizzate, essenzialmente in ambito urbano, caratterizzate da un diametro dell'isola centrale molto piccolo, inferiore ai 4 metri, e con un diametro esterno dell'anello compreso fra 14 e 20 metri.minirotatoria_in_via_indipendenza_1.jpg

Queste, dette mini rotatorie, vengono utilizzate quando, in uno spazio molto ridotto, si vuole trasformare lo schema circolatorio tipico di un incrocio stradale urbano in quello proprio di una rotatoria. “Nelle mini rotatorie – ha continuato l’assessore D’Ancona - l'isola centrale non è più invalicabile, e spesso viene semplicemente dipinta sulla pavimentazione dell'incrocio: in altri casi viene resa evidente differenziandone la pavimentazione da quella dell'anello. In questo modo la rotatoria è percorribile anche da veicoli di ingombro superiore a quello delle autovetture”. Naturalmente con queste mini rotatorie saranno banditi al transito i mezzi pesanti come, ad esempio, camion e pullman su cui l’ente pubblico ha già realizzato una viabilità alternativa. “In conclusione ci tengo a sottolineare che sulle rotatorie i mezzi devono rallentare e seguire le indicazioni stradali. Solo così la Regione Puglia ha approvato il progetto che ha l’obiettivo di limitare la velocità e di conseguenza i sinistri stradali”. 

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L'ordine del giorno di Forza Italia oggetto del consiglio monotematico tenutosi nel pomeriggio di ieri, finalizzato ad una "autocandidatura" di Brindisi ad ospitare un rigassificatore FSRU era, a nostro avviso, fortemente limitato e limitante come proposta e prospettiva per una città, come Brindisi, che ha dato sin troppo negli anni in termini di contributo al fabbisogno energetico.

L'ennesima proposta politica, a nostro giudizio, che invitava gli amministratori locali a prostrarsi, accettare, anzi addirittura autoimmolarsi con fantomatiche candidature a decisioni "strategiche" calate dall'alto, senza dignità e senza rivendicare pienamente ciò che questo territorio davvero merita.

Nessuno intende sottrarsi alle responsabilità condivise in questa fase di crisi energetica nazionale aggravata dal conflitto in Ucraina.

Ma sono  proprio responsabilità e lungimiranza che servono in questa fase, non certo  autoprostrarsi supini, senza avviare confronti più complessivi con il Mite e il Mise per definire una corretta programmazione degli impianti energetici a Brindisi.

La priorità  per noi va data alle rinnovabili e alle relative filiere produttive per garantire l'indipendenza da fonti energetiche fossili, alla base di ogni crisi geopolitica in questo mondo.

Ce lo chiede l'emergenza climatica che non è più semplicemente alle porte, è una priorità.

A fronte di tali scenari, a nostro avviso il governo va impegnato in piani strategici strutturati con garanzie di ricadute occupazionali economiche e sociali e non ci  si può certamente limitarsi a ragionare in termini di emergenza. Occorrono certezze su tempi e conseguenze sul programmato traguardo del phase out del carbone che attendevamo da anni. Questo avrebbe dovuto fare Forza Italia e non certamente con un ordine del giorno in consiglio comunale, anche magari con la mediazione  dell’onorevole D'attis, se ha la forza politica per farlo.  Il peso ambientale nuovamente richiestoci è pesante.

Ecco che l'idea proposta dalla maggioranza, Sindaco in primis, in conferenza dei capigruppo, era quella di arricchire, dare dignità ed un carattere complessivo all'ordine del giorno proposto, altrimenti a nostro avviso destinato a bocciatura.

Se è vero che Brindisi riveste e può rivestire un ruolo strategico ed il suo porto è polifunzionale, come minimo meriterebbe una autorità portuale indipendente e non asservita alle glorie altrui.

Rivendichiamo fortemente ciò che merita Brindisi e non ci svendiamo per un pugno di lenticchie per dire sì ad ogni costo a fantomatiche manne dal cielo che seducono solo i pochi interessati.

La proposta di produrre un documento organico, complessivo e condiviso in capigruppo non ha sortito successo con i proponenti, pertanto non si è potuto che prendere atto della lettura dell'odg originario: irricevibile, inaccettabile, da bocciare.

L'esito della votazione, dichiaratasi infruttuosa, ha visto solo 4 voti a favore, una vera disfatta per Forza Italia che ha proposto l'ordine del giorno.

 Il voto di Brindisi Bene Comune, coerente con la storia del nostro movimento, convinto e compatto: contrario.

                                                                                                                               BRINDISI BENE COMUNE

L’area di circolazione tra via San Pancrazio e via Catania verrà intitolata a due giovani mesagnesi che furono esempio di “antifascismo e resistenza”. Si tratta di Antonio Carmelo Devicienti, carabiniere partigiano morto a 21 anni combattendo contro i tedeschi a Prvacina in Jugoslavia nel maggio del 1944, ed Enrico Guarini, che rifiutò di arruolarsi nell’esercito della repubblica mussoliniana e fu fucilato a 23 anni da un plotone di tedeschi e fascisti nell’agosto del 1944.

Su iniziativa del Partito Democratico di Mesagne, l’Amministrazione comunale ha scelto di dedicare alla memoria dei due ventenni mesagnesi uno spazio pubblico cittadino. La cerimonia di intitolazione verrà organizzata nei prossimi giorni, coinvolgendo la comunità cittadina con l’obiettivo di rafforzare la cultura della democrazia, in particolare nelle giovani generazioni, come si legge nella motivazioni che accompagnano la proposta. La Giunta comunale ha adottato la delibera alla vigilia del 2 giugno, Festa della Repubblica, la giornata che in Italia celebra la vittoria della Democrazia e sulla quale si fonda la storia costituzionale del Paese.

“È molto significativo che il Comune di Mesagne, in seguito ad una nostra istanza protocollata lo scorso 15 settembre, abbia aderito con l’odierna delibera di Giunta alla campagna toponomastica lanciata dall’Anpi e dal forum nazionale delle associazioni antifasciste. Rendere omaggio al sacrificio estremo di due nostri concittadini, resistenti e antifascisti, come Antonio Carmelo Devicienti ed Enrico Guarini, la cui storia è riemersa grazie al lavoro di ricerca e di Studio condotto negli anni dal professore Damiano Franco e dal professore Enzo Poci, nonché grazie al più recente attivismo dell’Anpi ‘Eugenio Santacesaria’ di Mesagne, è un fatto che può segnare un momento di crescita per l’intera comunità”, dichiarano Francesco Rogoli, consigliere comunale, segretario cittadino e provinciale del Pd, e Rosanna Saracino, capogruppo consiliare del PD.Guarini_enrico.jpg

Come si evince nel lavoro di ricerca riportato nel libro “L’Unione Cooperativa dei Lavoratori nella storia di Mesagne” dei professori Franco e Poci, la Giunta municipale di Mesagne, nella seduta del 23 gennaio 1947, deliberò di intitolare una via alla memoria dei due giovani, ma la decisione non trovò mai attuazione. Il percorso avviato molti decenni fa oggi giunge a compimento grazie a una significativa conclusione.

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ROTARY, 5° edizione di Castelli e Motori che si terrà nel Salento da Otranto a Gallipoli passando per la "Grecia Salentina" Corigliano d'Otranto.

Nelle edicole il nuovo numero di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:

PERSONALE, PARCHEGGI E PREZZI: ECCO LE TRE "P" VINCENTI DEL TURISMO
Se ti siedi sugli scalini davanti alla chiesa Madre hai la percezione tangibile di quanto la nostra città sia diventata destinazione turistica per chi arriva dall’estero e per tante famiglie italiane. Nella nostra città, sviluppata tutta in pianura, si trovano bellezze monumentali, occasioni di divertimento e tanto buon cibo....

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 Grande soddisfazione per l’esito della vertenza Cara Restinco. La FP CGIL di Brindisi, unitamente ai lavoratori del Cara Restinco di Brindisi, esprime grande soddisfazione per gli esiti della difficile vertenza conclusa presso la Prefettura di Brindisi.

Si tratta di una vertenza che ha coinvolto lavoratori qualificati e responsabili che 
nell’ultimo ventennio si sono occupati con professionalità degli ospiti di Restinco 
prestando la loro opera con diverse società in appalto per conto della Prefettura e 
che nel periodo di emergenza COVID hanno rischiato in prima persona continuando 
ad erogare il servizio anche in assenza di DPI.
Purtroppo l’ultima gestione aveva modificato radicalmente le modalità di 
attuazione del loro rapporto di lavoro con una decurtazione delle ore lavorative 
molto consistente che ha messo in discussione la dignità di questi lavoratori e la
loro capacità di far fronte agli impegni famigliari.
Grazie all’impegno di SE il Prefetto di Brindisi e dei sindacati che hanno partecipato 
ad un tavolo di trattative complicato e per niente scontato si è conclusa, oggi, 
favorevolmente la vertenza con il passaggio di cantiere e il rispristino di condizioni 
lavorative dignitose.
Il lavoro per essere fattore di libertà “deve assicurare a sé e alla propria famiglia 
un’esistenza libera e dignitosa” (art. 36 Cost.).
Brindisi li, 01/06/2022
LA SEGRETARIA GENERALE
 

La foto è stata scattata pochi minuti fa e ha impressionato la situazione che spesso e volentieri si crea all'ingresso del centro storico. Ogni commento è superfluo,  la foto dice tanto. 

Mentre il caro gasolio sta fermano in banchina la flotta dei pescherecci pugliesi costretti a navigare in perdita o a tagliare le uscite, quasi 8 pesci su 10 ​ favorendo le importazioni di pesce straniero. E’ quanto denuncia Coldiretti ImpresaPesca, con i costi di gestione schizzati alle stelle per i pescatori che hanno spento i motori dei pescherecci contro i rincari che mettono in settore della pesca in Puglia.

L’effetto dell’incremento del prezzo medio del gasolio – spiega la Coldiretti regionale – si sta abbattendo come una tempesta sull’attività dei pescherecci già duramente colpiti dalla riduzione delle giornate di pesca. Fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese di pesca – spiega Impresapesca Coldiretti Puglia - non riesce a coprire nemmeno i costi energetici oltre alle altre voci che gli armatori devono sostenere per la normale attività. Di questo passo uscire in mare non sarà economicamente sostenibile.

“Quasi 8 pesci su 10 che arrivano sulle tavole sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy. Per questo abbiamo attivato nei Mercati di Campagna Amica eventi di informazione per far conoscere caratteristiche, qualità ed aiutare a fare scelte di acquisto consapevoli, soprattutto di pesce dei nostri mari a miglio0”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Nei mari italiani si pescano ogni anno circa 180 milioni di chili di pesce cui vanno aggiunti gli oltre 140 milioni di kg prodotti in acquacoltura – spiega Coldiretti Impresapesca – mentre le importazioni dall’estero hanno ormai superato il miliardo di chili, secondo un’analisi su dati Istat relativi al 2018. Una situazione che lascia spazio agli inganni dal pangasio del Mekong venduto come cernia al filetto di brosme spacciato per baccalà, fino all’halibut o la lenguata senegalese commercializzati come sogliola. Una frode in agguato sui banchi di vendita in Italia e soprattutto nella ristorazione dove non è obbligatorio indicare la provenienza. Tra i trucchi nel piatto più diffusi in Italia ci sono anche – continua la Coldiretti Impresapesca – il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o le vongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa sono vietatissime in quanto pericolosi per la salute.

Un rischio confermato dai dati del Rassf, il sistema europeo di allerta rapido che, su un totale di 399 allarmi alimentari segnalati nel 2018 nel nostro Paese, ha visto ben 154 casi riguardare proprio il pesce (101) e i molluschi bivalvi (53), ovvero circa il 40% del totale secondo un’analisi Coldiretti. In testa alla black list ci sono le importazioni dalla Spagna – denuncia Coldiretti - da cui sono arrivati ben 51 allarmi, dal pesce con presenza eccessiva di metalli pesanti come il mercurio o contaminato con il parassita Anisakis ai molluschi infettati da escherichia coli e Salmonella, fino al cadmio nei cefalopodi come seppie e calamari. Al secondo posto si piazzano gli arrivi dalla Francia con 39 casi, di cui ben 26 riguardanti la presenza del batterio Norovirus nelle ostriche, ma anche dell’Anisakis nel pesce e dei crostaci con solfiti, mentre al terzo c’è l’Olanda, anche qui con pesce all’Anisakis e Norovirus sui molluschi.

E intanto la flotta peschereccia pugliese, denuncia Coldiretti Puglia, ha perso oltre 1/3 delle imprese e 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%. Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, segnala Coldiretti, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.

Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – rileva Coldiretti Puglia – in un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall’attività della pesca è da anni in calo e quella dell’acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell’attività tradizionale di cattura. Una rinascita che passa per il mercato e sulla quale Coldiretti sta cercando di impegnarsi a fondo, facendo partire iniziative nei Mercati di Campagna Amica che hanno come obiettivo la vendita diretta, la semplificazione e la tracciabilità.

Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.

IL FALSO PESCE MADE IN ITALY

Nome vero del prodotto​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Spacciato per:

Pangasio del Mekong​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Cernia

Halibut​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Sogliola

Squalo smeriglio​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Pesce spada

Filetto di brosme​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Baccalà

Pesce ghiaccio​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Bianchetto

Pagro​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Dentice rosa

I SEGRETI PER SCEGLIERE IL PESCE FRESCO

Acquistarlo, laddove possibile, direttamente dal produttore che garantisce la freschezza del pescato;

Verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca;

Verificare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole;

Per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso;

Per i gamberi verificare che non abbiano la testa annerita;

Meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne.

* Fonte: Coldiretti – Impresapesca