Redazione

 

Dati del giorno: 22 aprile 2022

5.803
Nuovi casi
28.893
Test giornalieri
9
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.025
Provincia di Bat: 342
Provincia di Brindisi: 639
Provincia di Foggia: 732
Provincia di Lecce: 1.112
Provincia di Taranto: 861
Residenti fuori regione: 78
Provincia in definizione: 14
103.579
Persone attualmente positive
581
Persone ricoverate in area non critica
35
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.030.131
Casi totali
10.361.997
Test eseguiti
918.342
Persone guarite
8.210
Persone decedute

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Non solo sui terrazzi e nei giardini che allietano le nostre case o nei mazzi colorati e carichi di simbolismi che vengono offerti quale segno di amore, di affetto, di riconoscenza o quale ringraziamento per un invito a pranzo o a cena. I fiori sono sempre più spesso presenti nei nostri piatti per arricchire con i loro colori e con i loro delicati profumi le preparazioni gastronomiche, dall’antipasto al dolce, di tutte le regioni italiane. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia che, in occasione della Giornata della Terra, ha organizzato ad Externa Garden, salone specializzato alla Fiera del Levante, la prima mostra delle piante anti-smog e dei fiori e dei microgreen, gli ortaggi ‘immaturi’ che si mangiano.Fiori_che_si_mangiano_coltiviamo_bellezza_per_produrre_salute.jpg

Si tratta di micro-ortaggi, micro-erbe spontanee e aromatiche, micro-legumi e micro-cereali dei quali è possibile mangiare stelo e foglioline embrionali crudi per assimilarne tutti i nutrienti – spiega Coldiretti Puglia - ma si passa anche ai fiori e foglie eduli, considerati ormai da moltissimi i "vegetali del futuro" in quanto ricchissimi di proprietà benefiche, originali nell'aspetto e rivoluzionari nel gusto.

I fiori sono sempre stati usati in cucina, ma come spesso accade per le ricette della tradizione popolare, si erano persi nel tempo – aggiunge Coldiretti Puglia - per tornare prepotentemente alla ribalta oggi con il crescere dell’attenzione verso tutto ciò che è salute, alimentazione e gastronomia, anche sotto la spinta salutista alimentata dal Covid.

Rigorosamente selezionate in base alla ricercatezza della forma ed alla particolarità del gusto, le foglie commestibili – aggiunge Coldiretti Puglia -   sono frutto di un’attenta selezione tra le biodiversità locali e gli ecotipi esotici: fresche, saline, lievemente amare o dal sapore di ostrica, le foglie commestibili sono un altro tesoro di verde, che impreziosisce le tue creazioni gastronomiche con note di colore e inaspettati sapori.

Si tratta di foglie non più micro, ma adulte, diverse per connotazione estetica ed aromatica dai microgreen, sono più grandi dei microgreen ed hanno foglie, a parità di specie, dalla forma differente: non più le foglie embrionali (cotiledonari) ma “foglie vere”, di dimensioni tra i 3 e i 5 cm.Fiori_che_si_mangiano_coltiviamo_bellezza_per_produrre_salute1.jpg

Sono sicuramente molti quelli che hanno assaggiato i fiori di zucca, fritti o ripieni, ma vi sono molte alte specie di fiori commestibili che, per poter essere gustati dovranno essere spontanei, oppure biologici, cioè coltivati senza l’ausilio di pesticidi. Commestibile è il fiore “nobile” per eccellenza: la rosa i cui petali si impiegano per la preparazione di marmellate, sciroppi, liquori e cocktail, ma anche – informa la Coldiretti regionale – per arricchire insalate e nella preparazione di risotti. Per ottenere un ottimo risotto i petali vanno lavati lessati per cinque minuti nel brodo, scolati e aggiunti al riso al momento di servire e rimescolati in tavola.  I petali della begonia possono arricchire sorbetti, macedonie e gelati in quanto hanno un sapore che ricorda il gusto acidulo del limone. Un gusto dolce hanno anche i fiori delle belle di giorno. Possono essere gustati crudi, mentre commestibili, dopo bollitura, sono anche le loro radici a tubero il cui sapore ricorda quello delle patate. Nella pasta, nei risotti, nei minestroni, ma anche nelle frittate e nelle insalate finiscono, con sapore gradevole ed effetto cromatico – segnala la Coldiretti Puglia – i petali e le foglie della calendula. I garofani possono essere utilizzati preparazione di liquori, ma anche come condimento per ottimi risotti e per guarnire biscotti e pasticcini. Con i petali dei gerani si preparano frittate, semifreddi, sorbetti, vini, liquori, ma sono ottimi anche come accompagnamento ai formaggi, ad esempio ricotta e crescenza. I fiori di lillà, con il loro caratteristico profumo, sono impiegati in pasticceria per arricchire di sapore creme, yogurt, gelati e crostate. Con le viole – sostiene la Coldiretti Puglia – si preparano gelati, gelatine e confetture. I petali possono essere canditi o aggiunti freschi ad insalate e macedonie. Le margherite danno il meglio di sé in zuppa. Tritate, bollite una decina di minuti nel brodo, aggiunte a porro stufato in poco olio e purea di patate, mescolate per un’altra decina di minuti contribuiscono a realizzare una pietanza che si completa con dadini tostati di pane casareccio, olio, sale e pepe. Una salsa ottima per accompagnare le carni lesse si può preparare invece – fa sapere la Coldiretti regionale – con fiori di gelsomino e pistacchi pestati che vanno allungati con aceto balsamico, fecola di patate e cannella. Nella preparazione del carpaccio di vitello il nasturzio ha un importante effetto decorativo, ma anche gastronomico. I fiori infatti vanno conditi nel piatto con il sughetto della carne emulsionato con olio, pepe e sale. I fiori, lavati e asciugati, vanno aggiunti a ricotta montata con erba cipollina. Con petali di girasole, rosa e garofano, aggiunti una decina di minuti prima che la cottura sia ultimata, si può fare un ottimo ragù di carne e fiori che può essere utilizzato come condimento di pasta o riso. E, infine, anche i fiori delle piante officinali, dal rosmarino al timo, dalla salvia all’issopo, dalla santoreggia alla borragine, possono dare un loro interessante contributo – conclude la Coldiretti Puglia – nella realizzazione di un formaggio fresco da servire su insalata di tarassaco.

Prende il via a Mesagne “Culturare”, il “Festival biennale di Cultura” organizzato dalla Rete d'Imprese Micexperience Puglia in collaborazione con il Comune di Mesagne e il supporto della Regione Puglia. Il programma prevede la presenza di 100 artisti, 9 autori e 30 esperti per un totale di 70 performance che si svolgeranno dalle ore 10 del mattino del 23 aprile fino a notte fonda del 25 aprile. Oltre 30 i Comuni e le istituzioni presenti che potranno raccontare le loro attrattive culturali.argentieri pierangelo 21 aprile 22

Per il 25 aprile è prevista la “Festa del carciofo”, a cura dell’associazione Ristoratori riuniti. Con “Culturare”, Mesagne continua il suo progetto ambizioso di divenire fulcro della cultura pugliese e non solo. Oltre ai numerosi artisti locali, “Culturare” vedrà la partecipazione di artisti e operatori della cultura del panorama nazionale e internazionale, da Umberto Galimberti a Mogol, passando per James Senese e i Napoli Centrale, Renzo Rubino, Chiara Galiazzo, Mauro Ottolini, Antonio Caprarica e numerosi altri ospiti. Il festival si realizzerà su un doppio binario di intervento, promozione della cultura locale con concerti, spettacoli teatrali, presentazioni letterarie ma anche il necessario confronto con esperienze nazionali e internazionali che si occupano di promuovere e “fare” cultura con speech dedicati al settore. “Culturare” avrà anche uno spazio espositivo/fieristico, allestito nel castello, nel quale trenta enti pubblici con i loro attrattori culturali potranno confrontarsi con aziende e associazioni che si occupano di servizi per la cultura. “Le collaborazioni attivate per dare vita al calendario di appuntamenti del “Festival Culturare”, rivelano la cura con cui è stato messo a punto un progetto ambizioso, che nasce da un’idea condivisa tra la rete d’imprese Micexperience e il Comune di Mesagne”, ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli.matarrelli toni aprile 22

Al centro del programma c’è il territorio e le sue espressioni peculiari, intorno gravitano i numerosi e interessanti appuntamenti di respiro nazionale. “Le iniziative inserite – ha proseguito il sindaco - denotano un’idea di cultura rispetto alla quale la musica, il teatro, la letteratura, la gastronomia e l’arte, in ogni sua declinazione, rappresentano i tasselli utili a comporre un quadro che si completa grazie al contributo delle tante realtà che, a partire dalla Regione Puglia, aderiscono con fiducia per rendere senz’altro unico il risultato atteso”. La mente dell’intera operazione è dell’iperattivo Pierangelo Argentieri, ideatore del festival e referente della Rete Micexperience. “Il festival – ha spiegato Argentieri – nasce dopo 4 anni di successi dal “Sum” alle “Grandi mostre”, con un progetto biennale di grande respiro, che si alternerà di anno in anno con il progetto delle “Grandi Mostre” di Puglia Walking Art, nostro giovane e ambizioso progetto.”

Il logo del festival è un cavallino stilizzato. “Abbiamo scelto il cavallo prendendo spunto dal "tintinnabulo", il gioco messapico presente all'interno del museo archeologico di Mesagne, raffigurante un cavallino, ma anche ricordando la suggestione del Cavallo di Troia, non nel suo significato guerrafondaio, ma in quello intrinseco dello stratagemma con cui penetrare le difese pregiudizievoli che ogni territorio ha nei confronti dello straniero”, ha fatto notare l’organizzatore dell’evento -. Lo straniero, però, è colui che apprezza, che guarda e che si stupisce e che quindi aiuta la comunità a riconoscere la propria bellezza, a valorizzarla e a promuoverla”.

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Lunedì 25 aprile Francavilla Fontana celebrerà il 77° Anniversario della Liberazione Nazionale con la tradizionale cerimonia istituzionale in Piazza Vittorio Emanuele II alle ore 9.30 e con un omaggio ai luoghi della Città dedicati ai protagonisti della Resistenza.

“Il 25 aprile – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – arriva nel pieno di una guerra che sta sconvolgendo l’Europa. La Resistenza è stata innanzitutto una lotta per l’affermazione della libertà e della democrazia contro il nazifascismo. A noi spetta il compito di onorare il sacrificio dei tanti giovani che hanno anteposto il bene collettivo persino alla propria vita e di mantenerne viva la memoria nelle nuove generazioni.”

La giornata partirà alle 9.00 con un omaggio ad Antonio Somma, partigiano e uomo politico di primo piano nel postfascismo, nella strada a lui intitolata nel dicembre del 2019. La figura di Somma sarà ricordata dal nipote William Zullo e dal Sindaco Antonello Denuzzo.

Alle 9.30 in Piazza Vittorio Emanuele II è in programma la cerimonia istituzionale alla presenza delle autorità civili e militari. La manifestazione sarà aperta dalla Banda Giuseppe Verdi che eseguirà l’Inno Nazionale. Dopo la deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti, interverranno il Sindaco Antonello Denuzzo e la vicepresidente della locale sezione ANPI Stella Lavota. Coordinerà Valerio Nisi.

Subito dopo è previsto un omaggio alla memoria di Cesare Teofilato con una breve sosta davanti all’epigrafe realizzata nel gennaio del 2021 sulla facciata della sua casa natale in via Carducci.

L’ultima tappa della manifestazione sarà a Parco Della Porta, l’area verde attigua a via Alfieri che nel dicembre 2021 è stata dedicata alla memoria del giovane partigiano francavillese ucciso in combattimento. Il Sindaco Antonello Denuzzo deporrà una corona d’alloro davanti alla stele in memoria dei martiri della Resistenza, mentre Angelo Memmola e Cosimo Franciosa dell’ANPI rievocheranno i nomi dei partigiani francavillesi.

“Insieme all’ANPI – conclude il Sindaco – abbiamo pensato di omaggiare con dei brevi momenti gli spazi pubblici che negli ultimi due anni abbiamo intitolato ai protagonisti della Liberazione. Sin dal nostro insediamento ci siamo impegnati molto per preservare la Memoria, non da ultimo con la mostra Sovversivi che abbiamo ospitato a Castello Imperiali che è stata visitata da centinaia di studenti. Proseguiremo nel nostro impegno per tenere viva la memoria della Resistenza.”

La manifestazione è a cura dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con la sezione ANPI "Donato Della Porta".

Una madre alla ricerca del suo passato tra verità e segreti nascosti. Quattordici anni dopo la misteriosa scomparsa della sua primogenita, Anush Mariani crede di riconoscere la piccola Ayda in una ragazzina vista al mercato. Inizia così una spericolata ricerca sulle sue tracce che la porterà, lontana dal marito Edo e dalle altre due figlie, a imbrigliarsi nella fitta tela del passato. Ma si tratta davvero della figlia rapita? Chi ha mentito in questa vicenda e perché? E, soprattutto, quanto possono essere solidi i ricordi di una bambina o attendibili i desideri di una madre? 

Carmen Nolasco vive a Brindisi. Laureata in Sociologia, lavora come editor e correttrice di bozze. Autrice, con lo pseudonimo di Consola Maria Armeni, del romanzo d’esordio Io sto nel mezzo (2016). Con Les Flâneurs Edizioni ha pubblicato i romanzi: Il tempo è un concetto inutile (2017), Piume in gabbia (2018), Sposo di sangue (2019), Se il buongiorno si vede dal mattino (2020) e i racconti Sette secondi nell’antologia Venti variabili (2018), Brusii in Di pioggia e di sole (2020) e L’uomo che rubava la sabbia nell’antologia Chiodi nella parete (2021). Con il racconto Tradimento è inoltre presente nella raccolta Però, che storie!

 

 

 

 

 

 

BIOGRAFIA

 

Carmen Nolasco vive a Brindisi. Laureata in Sociologia, lavora come editor e correttrice di bozze. Autrice, con lo pseudonimo di Consola Maria Armeni, del romanzo d’esordio Io sto nel mezzo (2016). Con Les Flâneurs Edizioni ha pubblicato i romanzi: Il tempo è un concetto inutile (2017), Piume in gabbia (2018), Sposo di sangue (2019), Se il buongiorno si vede dal mattino (2020) e i racconti Sette secondi nell’antologia Venti variabili (2018), Brusii in Di pioggia e di sole (2020) e L’uomo che rubava la sabbia nell’antologia Chiodi nella parete (2021). Con il racconto Tradimento è inoltre presente nella raccolta Però, che storie!

 

 

GIORNATA TERRA: COLDIRETTI PUGLIA, ECCO LA PRIMA MOSTRA DI PIANTE ANTI-SMOG E FIORI CHE SI MANGIANO; DA PNRR 446MILA ALBERI PER 1,2MLN ABITANTI.

Da PNRR 446mila alberi entro il 2024 nella città metropolitana di Bari, con 41 comuni in cui vivono più di 1.224.756 di abitanti.

Piantare 446mila alberi entro il 2024 nella città metropolitana di Bari – 41 comuni in cui vivono più di 1.224.756 di abitanti – per contrastare l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, oltre alla necessità di far rifiorire in tutta la Puglia città, giardini, aree pubbliche e private per combattere lo smog e gli effetti dei cambiamenti climatici. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della prima mostra delle piante anti-smog e dei fiori che si mangiano presentata a Bari per celebrare la Giornata Mondiale della Terra, dove sono stati illustrati gli obbiettivi della misura del PNRR per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano che ha una dotazione complessiva di 330 milioni di euro. 

“Si tratta di una misura fortemente richiesta da Coldiretti che va nella direzione di combattere i cambiamenti climatici e creare opportunità per le aziende florovivaistiche. Servono atti concreti salva clima in città per ripulire l’aria dallo smog e dalle pericolose polveri sottili, grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas serra, combattere l’inquinamento e mitigare le temperature”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Per mantenere l’impegno a contrastare i cambiamenti climatici bisogna intervenire in modo strutturale sugli ambienti metropolitani – afferma Coldiretti Puglia -  ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato considerato che in Puglia la dotazione di verde urbano che nella maggior parte delle città non supera i 10 metri quadrati per abitante con una situazione preoccupante per i grandi centri dove si oscilla dai 9,2 di Bari ai 9 di Foggia, dai 14,4 metri quadrati di Taranto ai 9,6 di Lecce fino agli 11,9 metri quadrati a Brindisi, secondo l’Istat.

Il criterio ispiratore del lavoro è “piantare l’albero giusto al posto giusto”, tenendo conto delle specificità territoriali e puntando esclusivamente su piante e fiori Made in Italy, con le aziende florovivastiche italiane che vanno sostenute dopo l’esplosione dei costi energetici che ha investito un settore cardine per l’economia italiana con un valore di oltre 2,57 miliardi di euro con il coinvolgimento di 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia su 30mila ettari coltivati che garantiscono il lavoro di 200.000 persone a livello nazionale.

Una spinta positiva è arrivata dalla conferma nel 2022 del Bonus verde grazie al pressing di Coldiretti per una misura che ha permesso di creare 2,6 milioni di metri quadrati di verde nelle città fornendo ossigeno e aria pulita a oltre mezzo milione di persone ogni giorno, di piantare 100.000 nuovi alberi e organizzare 5400 nuovi terrazzi con piante e fiori in abitazioni, uffici e condomini. 

“E’ necessario preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio, grazie alla grande varietà e il ricco assortimento di piante che contraddistinguono l’Italia, da Nord a Sud, che non ha eguali in Europa. Abbiamo grandi opportunità ma è necessario creare un sistema Italia per superare le difficoltà legate all’export. Non siamo secondi a nessuno come competenze e bravura, ci manca però la capacità di fare sistema per raggiungere le grandi commesse”, spiega Nada Forbici, coordinatore della Consulta florovivaistica di Coldiretti e presidente Assofloro.

Ma quest’anno produrre piante e fiori costa caro ai florovivaisti a causa dell’impennata dei costi energetici, con i vivai che sono oggi costretti a produrre praticamente in perdita, perché l’emergenza energetica si riversa – sottolinea Coldiretti regionale – non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. “Nelle serre si spende dal 50% in più per il gasolio e l’elettricità al 400% in più per concimi e metano, mentre i prezzi degli imballaggi in plastica sono triplicati. Il risultato è, ad esempio, che per una serra di mille metri dove si coltiva un fiore del periodo come la viola a ciocche la perdita netta per i vivaisti  è di 1250 euro, con i costi di produzione che superano di gran lunga quelli di vendita”, denuncia Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia.

Il settore florovivaistico in Puglia con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione.

La scomparsa dei fiori italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le importazioni da Paesi stranieri che nel 2021 hanno già fatto registrare un aumento del 7% in valore per arrivare a sfiorare i 580 milioni di euro, secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat. Spesso si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento come nel caso delle rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti e i fiori dalla Colombia dove ad essere penalizzate sono le donne.

Non basta rendere più verdi le città ma – evidenzia la Coldiretti – è anche necessario promuovere le essenze più adatte nel catturare i gas ad effetto serra e nel bloccare le pericolose polveri sottili responsabili dei cambiamenti climatici: dal Bagolaro al Ligustro, dall’Alloro all’Albero di Giuda, dalla Photinia al Viburno, dall’Acero riccio all’Olmo, dalla Betulla verrucosa al Tiglio entrano nella top ten stilata da agronomi e ricercatori delle piante salva clima anche  grazie all’altezza e all’ampiezza delle fronde e alle dimensioni delle foglie.

Nei giardini l’Acero Riccio – spiega Coldiretti - può raggiungere un’altezza di 20 metri, ha foglie grandi e può assorbire fino a 3800 chili di CO2 in vent’anni con un’ottima capacità complessiva di mitigazione dell’inquinamento e di abbattimento delle isole di calore negli ambienti urbani. Ma ci sono anche la Betulla verrucosa, in grado di crescere sui terreni più difficili e il Bagolaro, chiamato anche spaccasassi o albero dei rosari, in grado di catturare – evidenzia la Coldiretti – fino a 2800 chili di CO2 in vent’anni, oltre a inquinanti gassosi e polveri sottili, che è in grado di sopravvivere anche in terreni carsici e sassosi, asciutti grazie a radici forti come quelle dell’Olmo e del Tiglio selvatico che hanno la stessa forza anti inquinamento.

 Ma ci sono anche – continua la Coldiretti - le piante da appartamento che sono in grado di ridurre gli inquinanti presenti nelle abitazioni, i cosiddetti VOC, composti organici volatili come benzene, toluene, etilbenzene, xilene, formaldeide che sono emessi da prodotti e materiali presenti nelle nostre case, dalle sigarette ai detergenti. L’inquinamento dell’aria negli ambienti chiusi è talmente diffuso da meritarsi anche un nome: “Sindrome dell’edificio malato”. La Coldiretti ha stilato la graduatoria delle 10 piante da appartamento, piante più adatte a vivere negli ambienti chiusi e con l’effetto migliore contro il mix di sostanze nocive, ma anche alcool, fumo di sigaretta e odori sgradevoli: dallo Spatifillo al Falangio, dalla Dracena al Ficus, dal Ficus Bengiamino all’Anturio, dall’Edera all’Areca, dalla Felce al Potos.

CITTÀ METROPOLITANA

ANNO 2022

ANNO 2023

ANNO 2024

Risorse €

n. piante

ha

Risorse €

n. piante

ha

Risorse €

n. piante

ha

BARI

5.500.095

128.000

128

5.500.095

128.000

128

10.331.260

240.000

240


* Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati MITE

Si è svolto ieir mattina presso l’Auditorium del Liceo Scientifico in via Eschilo a Mesagne l’iniziativa del progetto “Lo Sport e i giovani”, elaborato dalla Federazione Italiana Pallavolo FIPAV – Comitato Regionale Puglia con il sostegno della Regione Puglia.liceo auditorium con studenti e samuelino

Dopo i saluti del dirigente scolastico Mario Palmisano Romano e del sindaco di Mesagne Antonio Matarrelli, ha introdotto i lavori Marilena Petronelli della Comitato Regionale della Federvolley pugliese e sono intervenuti il presidente regionale Fipav Puglia Paolo Indiveri, la psicologa Mariangela Demola ed Ernesto Marinò in rappresentanza dell’Unicef.

Testimonial d’eccezione sono stati Ferdinando De Giorgi, attuale allenatore della nazionale maschile di pallavolo campione d’Europa 2021, nonché componente della mitica nazionale “Generazione di Fenomeni” di Julio Velasco più volte campione d’Europa e del Mondo, e Vincenzo Fanizza, allenatore della nazionale under22, già campione del mondo e europeo con le selezioni giovanili.

Hanno dialogato con i ragazzi delle seconde e delle terze del liceo scientifico su “la vita da atleta” per incentivare l’adozione e la diffusione di corretti stili di vita e per raccontare i valori etici e sociali di cui è portatore lo sport.

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Dati del giorno: 21 aprile 2022

5.860
Nuovi casi
29.069
Test giornalieri
11
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.133
Provincia di Bat: 295
Provincia di Brindisi: 628
Provincia di Foggia: 711
Provincia di Lecce: 1.094
Provincia di Taranto: 907
Residenti fuori regione: 71
Provincia in definizione: 21
102.444
Persone attualmente positive
589
Persone ricoverate in area non critica
37
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.024.328
Casi totali
10.333.104
Test eseguiti
913.683
Persone guarite
8.201
Persone decedute
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Lo sport sanvitese si appresta a celebrare domenica 24 aprile alle ore 11, alla presenza del Presidente della FIGC Puglia Vito Tisci, il tributo sportivo al giocatore biancoverde Francesco D'Ignazio.
23 anni fa l’esordio con la maglia del San Vito, quando aveva appena 17 anni. Oggi ne ha 40 e rappresenta un esempio di correttezza, professionalità e passione, in campo e fuori. Domenica prossima, in occasione della 25a giornata di campionato, la massima carica calcistica di Puglia premierà il calciatore Francesco D'Ignazio per questo prestigioso traguardo: 500 partite ufficiali indossando (per ben 23 anni!) un'unica maglia, quella biancoverde dell'US San Vito. Un dato che ha dell’incredibile per un atleta, in qualunque sport di squadra. Infatti, nell’epoca in cui i calciatori‐simbolo sono una merce sempre più rara, Francesco rappresenta una vera e propria bandiera per tutto lo sport locale e ciò dal secolo scorso (a dire il vero dal...millennio scorso!!!). Infatti ha esordito nel lontano 3 ottobre 1999.
Quindi l’appuntamento è al campo sportivo E. M. Citiolo di San Vito dei Normanni per domenica 24 aprile (ore 11) per festeggiare tutti insieme, in campo e sugli spalti, Francesco D’Ignazio, protagonista di questo evento “unico” per lo sport sanvitese.

Oltre 7mila giovani in Puglia hanno scelto di costruirsi un futuro da imprenditori agricoli investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo alle vendite dirette fino alle bioenergie e all’economia green, tanto che nascono in media 18 nuove imprese giovani al giorno.  E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base del rapporto del Centro Studi Divulga, in occasione degli Oscar Green, il salone dell’innovazione per salvare il clima, combattere gli sprechi e inventarsi il lavoro, alla vigilia della Giornata mondiale della Terra.

Con la crisi provocata dall’emergenza sanitaria e gli effetti della conflitto in Ucraina, il settore agricolo è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni – segnala Coldiretti Puglia - con le aziende condotte da giovani che si sono dimostrate anche le più resilienti, con un aumento medio dei redditi del 5,9%, mentre quelli delle aziende over 35 sono diminuiti dell’1,3%.

In piena pandemia Covid cresce solo il numero di giovani agricoltori con un incremento dell’8% negli ultimi cinque anni – aggiunge Coldiretti Puglia - in netta controtendenza rispetto al dato generale degli imprenditori under 35 che crollano dell’11% nello stesso periodo, dall’industria al commercio fino all’artigianato.

Una svolta green che ha portato al lavoro nelle campagne pugliesi un esercito di 7mila imprese in Puglia che ha di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

E’ soprattutto grazie a questa svolta green che l’Italia è diventata leader in Europa per numero di giovani imprese agricole, che sono peraltro anche più brave dei colleghi Ue se si considera che il valore della produzione generato dagli under 35 nostrani è pari a 4.964 euro ad ettaro, oltre il doppio dei giovani agricoltori francesi (2.129 euro/ettaro). Ancor più marcata la differenza con la Spagna (2.008 euro/ettaro). Dietro anche i tedeschi (3.178 euro a ettaro). Nel complesso, la produzione standard generata per ettaro coltivato dai giovani in Italia è poco meno del doppio della media europea (2.592 euro a ettaro), secondo il rapporto del Centro Studi Divulga.

Il maggior appeal del lavoro in campagna si riflette anche sule scelte scolastiche. Un profondo cambiamento di cui al boom di iscrizioni degli studenti degli istituti professionali in Agricoltura, Sviluppo Rurale, Valorizzazione dei Prodotti del Territorio e Gestione delle Risorse forestali e montane si aggiunge peraltro quella le presenze all’indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria degli istituti tecnici, in aumento del 17%.

“La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo” afferma la leader dei giovani della Coldiretti Puglia, Benedetta Liberace nel sottolineare che “occorre ora sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne, abbattendo gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono”. La burocrazia – conclude la Coldiretti Puglia – sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa contrastando anche le opportunità che possono generarsi attraverso i Bandi del Programmi di sviluppo rurale (Psr).