Redazione

Si è concluso con un lusinghiero successo il Festival “Culturare” svoltosi a Mesagne il 23, 24 e 25 aprile scorsi. Circa 50mila le presenze registrate dagli organizzatori nei tre giorni mesagnesi.

 “Le iniziative del Festival rivelano un’idea di cultura rispetto alla quale la musica, il teatro, la letteratura, la gastronomia e l’arte in ogni sua declinazione – commenta il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli - si dispongono come tasselli utili a comporre un quadro che si completa grazie al significativo supporto delle tante realtà, istituzionali e non che, a partire dalla Regione Puglia, hanno aderito con fiducia, contribuendo a rendere unico il risultato atteso. Il sostegno dei Comuni che hanno accolto l’invito a far parte della rete “Culturare” è stato determinante”.
 
 “Un successo in parte inaspettato, – riferisce il presidente della rete Micexperience, Pierangelo Argentieri – che non può che onorarci. Abbiamo messo in piedi un progetto di ampio respiro che coinvolge la comunità e le risorse pubbliche e private in un processo virtuoso di crescita di un territorio vasto della nostra Regione. Siamo felici dell’attenzione che tante altre istituzioni hanno dimostrato nei confronti di questo grande evento, dimostrazione di una voglia di riprendere a fare rete e di progettualità a lungo termine.”
 
Il Festival si è districato in 3 piazze e negli spazi del Castello comunale, nell’ottica di quel doppio filone d’intervento che era stato annunciato nelle passate settimane: da un lato confronto su temi culturali e sulle peculiarità dei singoli territori coinvolti e dall’altro una proposta culturale di contaminazione e coinvolgimento della comunità. “Sono stati 3 giorni di straordinaria condivisione – dice Mirko Lodedo, direttore della sezione artistica del Festival – artisti e performer del territorio hanno potuto lavorare insieme e confrontarsi con grandi artisti nazionali e internazionali quali James Senese, Renzo Rubino, Chiara Galiazzo, Moustapha Mbengue e le Histerrae solo per citarne alcuni. Una proposta culturale di grande visione che ha inorgoglito la comunità tutta. Desidero ringraziare anche il settore tecnico del Festival affidato alla produzione di BassCulture, che ha dato il massimo per la riuscita dell’Evento.”
 
“La Cultura è per tutti”, recita uno striscione che il Festival ha donato alla Città di Mesagne e la dimostrazione è stata anche quella di aver coinvolto un numeroso gruppo di volontari e professionalità del territorio che hanno curato le numerose iniziative dalle presentazioni letterarie all’innovativa esperienza della performance di arte interattiva installata in Piazza Commestibili.
 
“Abbiamo scelto di declinare la cultura in termini di azione, – riferisce Gianluca Zurlo, direttore organizzativo del Festival – il termine Culturare ci spinge ad agire continuamente nell’ottica di costruire cultura partendo dal territorio. Un grazie immenso va ai volontari, alla segreteria organizzativa e a tutti i cittadini che ci hanno aperto le porte, finanche delle loro case, per aiutarci in tutti i modi.”
“Dopo questo primo Festival ci prenderemo il meritato riposo – continua Pierangelo Argentieri – poi continueremo il confronto con l’amministrazione comunale di Mesagne e degli altri comuni della rete per immaginare insieme i prossimi passi verso il 2024.”
 
“L’idea condivisa tra la rete d’imprese Micexperience e il Comune di Mesagne si è confermata vincente. Vincente – conclude Marco Calò, il consulente comunale alle Politiche Culturali e Scolastiche - è stata l’intuizione di porre al centro del programma il territorio e le sue espressioni peculiari e intorno gli appuntamenti di respiro nazionale e internazionale, che hanno incuriosito e attirato i numerosi visitatori. Vedere le piazze cittadine stracolme di gente, arrivata per assistere alla presentazione dei libri in rassegna, ritengo che sia un risultato straordinario”.

Dati del giorno: 26 aprile 2022

3.036
Nuovi casi
18.606
Test giornalieri
4
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.100
Provincia di Bat: 216
Provincia di Brindisi: 322
Provincia di Foggia: 412
Provincia di Lecce: 573
Provincia di Taranto: 372
Residenti fuori regione: 34
Provincia in definizione: 7
105.756
Persone attualmente positive
580
Persone ricoverate in area non critica
29
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.045.805
Casi totali
10.442.573
Test eseguiti
931.820
Persone guarite
8.229
Persone decedute

Puglia: progetto per trasformare regione in “Hub del Mediterraneo” per le Rinnovabili. Confapi: in Puglia ben 396 progetti ancora fermi a causa dell’eccessiva burocrazia. 

Un progetto per trasformare la Puglia in un “Hub del Mediterraneo per le Rinnovabili”. A rilanciarlo Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) che dopo l’inaugurazione del Parco Eolico di Taranto e il via libera della Regione ad una accelerazione sulla messa a terra di impianti per la produzione di energia verde, chiede di rendere la Puglia regione leader in Italia sul fronte delle energie rinnovabili.

“Abbiamo messo a fattor comune il miglior know how e sul territorio insistono aziende sane e solide che già operano con successo nel settore energia. Puntiamo all’eolico off shore e all’idrogeno verde. Il primo ha un impatto ambientale minimo ed una elevata capacità di produzione, il secondo è il miglior sistema di storage per l’energia prodotta e presto potrà essere utilizzato come combustibile anche per i trasporti. Chiediamo al Governo di sburocratizzare sburocratizzare e sburocratizzare. Nient’altro. Tutto il resto possiamo farlo da soli e in fretta.

Ricordiamo che in Puglia sono ben 396 i progetti che ancora aspettano di poter giungere a meta. Tempi brevi e certi sono l’unica via per dare all’Italia la possibilità di rendersi indipendente dal gas russo e dare un futuro più green alle nuove generazioni” – dichiara Carlo Martino, presidente di Confapi Puglia.

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Il sostegno alla ricerca scientifica non si ferma: i prossimi 30 aprile e 1° maggio, in prossimità della Festa della Mamma, tornano protagonisti i Cuori di biscotto di Fondazione Telethon. Anche quest’anno la Campagna di primavera “Io per lei” della Fondazione è dedicata alle mamme, da sempre al centro della missione di Telethon, nata trent’anni fa proprio dall’appello di un gruppo di mamme della Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM).

La Campagna è un invito alla mobilitazione collettiva: scegliere di sostenere la ricerca scientifica di Fondazione Telethon con i Cuori di biscotto vuol dire compiere un atto di vera solidarietà e donare speranza alle mamme dei bambini con una malattia genetica rara. Una scelta d’amore e una risposta di partecipazione concreta per un grande obiettivo comune: la lotta alle malattie genetiche rare.

In tutta Italia sarà possibile trovare i 1.700 punti di raccolta dove i volontari di Fondazione Telethon e UILDM, di AVIS Volontari Italiani Sangue, Anffas - Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, UNPLI - Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia, Azione Cattolica, e presso le edicole di SI.NA.GI aderenti, distribuiranno i Cuori di biscotto a fronte di una donazione minima di 15 euro.

È un regalo ideale per festeggiare la mamma: la campagna cadrà infatti in prossimità di una ricorrenza importante come quella della Festa della Mamma.

“Le mamme rare ci ispirano a lavorare con instancabile tenacia alla costruzione di un futuro in cui ogni bambino che nasca con una malattia genetica possa accedere a diagnosi tempestive, strumenti di sostegno alla qualità della vita e terapie efficaci per la propria patologia – commenta Francesca Pasinelli, Direttore generale di Fondazione Telethon. – Tutto questo si costruisce solo grazie alla ricerca. È la stessa lungimiranza che oltre trent’anni fa ha fatto nascere Fondazione Telethon e ha permesso a questo progetto di ottenere risultati importanti per tante famiglie. Per questo oggi come allora siamo saldamente al fianco di UILDM anche in questa campagna”.

Si rinnova anche questa primavera, con il supporto di Rai per il Sociale, l’appuntamento con la settimana di sensibilizzazione di Fondazione Telethon sulle reti Rai dal 25 aprile al 1° maggio, per continuare a sostenere il lavoro dei ricercatori e dare risposte concrete in termini di cure e terapie a chi affronta le difficoltà di una malattia genetica rara.

La campagna “Io per lei” vede il sostegno di BNL BNP Paribas - partner storico al fianco di Fondazione Telethon con 320 milioni di euro raccolti in oltre 30 anni a sostegno della ricerca scientifica: sarà possibile, come sempre, donare attraverso i 1.662 sportelli ATM e le 704 agenzie su tutto il territorio, sull’APP BNL in modo semplice e sicuro; inoltre a partire dal 12 aprile è attiva la piattaforma on line telethon.bnpparibas.it dove sono distribuiti i Cuori di biscotto per Telethon.

Anche quest’anno DHL è vettore ufficiale della campagna di piazza.

I Cuori di biscotto, prodotti dalla storica pasticceria genovese Grondona, sono un prodotto rappresentativo di Fondazione Telethon e vengono distribuiti dai volontari, da ormai sette anni, nelle piazze italiane durante la campagna di primavera. I biscotti a forma di cuore, ideali per ogni momento della giornata, dalla prima colazione al dopo cena, sono disponibili in tre gustose varianti: pasta frolla al burro, al cacao con gocce di cioccolato e con farina integrale.

Le scatole di latta sono in tre differenti colori, rosa per i biscotti al cacao con gocce di cioccolato, verde per i biscotti con farina integrale e celeste per i biscotti di pasta frolla al burro, eleganti, curate nel dettaglio e ideali per essere collezionate. L’arcobaleno della nuova illustrazione unisce le scatole a formare un quadro unico, proprio per simboleggiare ogni singolo gesto di solidarietà che sostiene la ricerca e dona speranza alle mamme dei bambini con una malattia genetica rara.

In ogni scatola in latta ci sono 3 vaschette, confezionate separatamente e contenenti 6 biscotti per un totale di 18 biscotti e un peso complessivo di 300g. Ogni vaschetta è confezionata singolarmente per mantenere il profumo e la fragranza dei biscotti appena sfornati. All’interno del pack una cartolina, con un colorato segnalibro da staccare e conservare, che racconta una storia: inquadrando il QRcode sarà possibile scoprire come continua la storia, con un messaggio speciale. Ogni scatola è inserita in una shopper coordinata.

Su www.telethon.it è possibile trovare il punto di raccolta più vicino o richiedere i Cuori di biscotto nella sezione dello shop solidale. Per partecipare attivamente alla campagna e aiutare a distribuire i Cuori di biscotto basta contattare il numero 06.44015758 oppure scrivere all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

Fondazione Telethon ETS

Fondazione Telethon ETS è una delle principali charity biomediche italiane, nata nel 1990 per iniziativa di un gruppo di pazienti affetti da distrofia muscolare. La sua missione è di arrivare alla cura delle malattie genetiche rare grazie a una ricerca scientifica di eccellenza, selezionata secondo le migliori prassi condivise a livello internazionale. Attraverso un metodo unico nel panorama italiano, segue l’intera “filiera della ricerca” occupandosi della raccolta fondi, della selezione e del finanziamento dei progetti e dell’attività stessa di ricerca portata avanti nei centri e nei laboratori della Fondazione. Telethon inoltre sviluppa collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e industrie farmaceutiche per tradurre i risultati della ricerca in terapie accessibili ai pazienti. Dalla sua fondazione ha investito in ricerca oltre 592,5 milioni di euro, ha finanziato 2.720 progetti con 1.630 ricercatori coinvolti e più di 580 malattie studiate. Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con l’industria farmaceutica. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. Un’altra terapia genica frutto della ricerca Telethon resa disponibile è quella per una grave malattia neurodegenerativa, la leucodistrofia metacromatica, dal nome commerciale di Libmeldy. Questo approccio terapeutico è in fase avanzata di sperimentazione clinica per un’altra immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich. Altre malattie su cui la terapia genica messa a punto dai ricercatori Telethon è stata valutata nei pazienti sono la beta talassemia e due malattie metaboliche dell’infanzia, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1. Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.

È stata avviata oggi l’attività di deblattizzazione e derattizzazione della rete fognaria AQP e di quella del Comune di Brindisi che si svolgerà in tutti i quartieri della città.

Il cronoprogramma (pubblicato sul sito del Comune di Brindisi) è stato condiviso ed integrato per assicurare una maggior efficacia degli interventi.

“Si tratta di un’attività importante - precisa il sindaco Riccardo Rossi - di cui sono previsti diversi cicli per tutta la durata dei mesi estivi. Si comincia ad aprile con diverse squadre impegnate proprio per garantire una copertura totale del territorio cittadino”.

COLDIRETTI PUGLIA, +22% PREZZI GRANO CON TAGLIO RACCOLTI; IN PUGLIA PRODURLO COSTA AD AGRICOLTORI 600 EURO IN PIÙ AD ETTARO.

Il taglio dei raccolti in Ucraina e le difficoltà di trasporto a causa della guerra hanno provocato nei due mesi di guerra un balzo del 22% dei prezzi mondiali del grano, mentre in Puglia quest’anno produrre grano costa 600 euro ad ettaro in più.  E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia dell’andamento delle quotazioni al Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale del commercio delle produzioni agricole, in riferimento all’allarme del ministero della Difesa della Gran Bretagna sulla sicurezza alimentare mondiale per il taglio del 20% del raccolto di cereali in Ucraina a causa della riduzione delle superfici seminate.

Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti – spiega Coldiretti Puglia - per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti. Ma quest’anno produrre grano costa caro agli agricoltori pugliesi a causa dell’impennata dei costi energetici causata dall’effetto a valanga della guerra in Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid, che si riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti, secondo l’analisi  della Coldiretti Puglia, dalla quale si evidenzia il salasso a carico del Granaio d’Italia con la necessità di interventi per aiutare le imprese rispetto a rincari ormai insostenibili, a partire dal settore cerealicolo che rappresenta uno dei simboli della situazione di difficoltà in cui versa l’agricoltura regionale.

L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni.  Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende in media addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.

Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali di costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.

Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi – sottolinea Coldiretti Puglia – rischia di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare che con i raccolti nazionali di mais e soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, si copre rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

Una situazione aggravata dal blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero a causa dell’invasione russa che ha alimentato l'interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che – spiega la Coldiretti – si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori.

Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.

Le superfici seminate – aggiunge Coldiretti Puglia - potrebbero ulteriormente raddoppiare già a partire dalla prossima stagione, con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale.


Con la guerra rischia infatti di venire a mancare dal mercato oltre ¼ del grano mondiale con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16 % sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate), secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga.


A due mesi dall’inizio la guerra è già costata secondo la Coldiretti quasi 100 miliardi di dollari a livello globale solo per l’aumento dei prezzi di grano e mais che nei paesi più sviluppati sta alimentando l’inflazione ma a rischio c’è la sicurezza alimentare di quelli più poveri con i prezzi del grano che si collocano sugli stessi livelli raggiunti negli anni delle drammatiche rivolte del pane che hanno coinvolto molti Paesi a partire dal nord Africa come Tunisia, Algeria ed Egitto.


Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma – conclude Coldiretti – è necessario investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

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È in corso a Brindisi e provincia un’operazione dei Carabinieri della locale Compagnia per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di diverse persone, emessa dal Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura della Repubblica.

Questa mattina, in diverse località della Provincia di Brindisi, i Carabinieri della Compagnia di Brindisi, con il supporto di reparti speciali, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi (d.ssa Vilma Gilli), su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di dieci indagati (di cui sei raggiunti da custodia cautelare in carcere, due da sottoporre agli arresti domiciliari e due all’obbligo di presentazione alla P.G.).

I predetti sono ritenuti responsabili del reato di cui all’art. 73 comma 1 D.P.R. 309/1990 (detenzione illecita e cessione di sostanze stupefacenti) commesso in concorso, nell’arco temporale tra giugno 2020 e settembre 2021, anche nei confronti di acquirenti minorenni. A quattro di loro viene inoltre contestato un tentato furto in abitazione.

L’indagine (convenzionalmente denominata “Quota 167”), sotto la direzione e coordinamento del Pubblico Ministero dott. Pierpaolo Montinaro – Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Brindisi, è stata condotta dalla Stazione Carabinieri di San Pietro Vernotico (BR) con il supporto del N.O.R. della Compagnia di Brindisi, da giugno 2020 a settembre 2021, anche con l’esecuzione di attività tecniche (intercettazioni telefoniche, ambientali e videosorveglianza).

L’attività trae origine da un servizio straordinario di controllo del territorio eseguito in data 25 giugno 2020, nel complesso dei condomini popolari (cd. Zona 167) del Comune di San Pietro Vernotico, conclusosi con il rinvenimento e sequestro di alcune armi da sparo, munizioni e sostanze stupefacenti, occultate in un terreno adiacente alle abitazioni. A seguire i militari della Stazione, ritenendo che il nascondiglio fosse gestito da pregiudicati residenti nella zona, avviavano un monitoraggio costante, registrando quotidiani movimenti sospetti di persone e mezzi e il coinvolgimento, tra gli altri, di due individui gravati da precedenti specifici in materia di stupefacenti. Dallo sviluppo successivo delle attività tecniche e all’esito di numerosi servizi di o.c.p., emergevano chiari elementi di responsabilità in ordine alla reiterata e sistematica attività di detenzione, occultamento, trasporto e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”, “hashish” e “marijuana”, in quella località e in zone limitrofe, addebitabile agli indagati.

I riscontri effettuati nel corso delle indagini consentivano di sequestrare:

a.​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​in data 26 settembre 2021, 13 involucri per complessivi 5 grammi di “cocaina”, a carico di ignoti;

b.​ ​ ​ ​ ​ ​ ​in data 3 dicembre 2021:

  • 4 ordigni rudimentali contenenti polvere da sparo, del peso di 100 grammi cadauno, a carico di uno degli indagati, che veniva deferito in s.l. per il reato di cui all’art. 53 T.U.L.P.S. in relazione all’art. 17 L. 58/2010;
  • 42,70 grammi di “marijuana” a carico di un altro indagato, che veniva deferito in s.l. per il reato di cui all’art. 73 co. 5 D.P.R. 309/1990;
  • 17,60 grammi di “marijuana” a carico di ignoti, rinvenuta in un terreno adiacente alla zona monitorata.​ ​ ​ ​ ​

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​Oltre un italiano su tre (35%) ha scelto di fare una passeggiata, picnic o una gita fuori porta in giornata al mare, in campagna, complice il bel tempo e le temperature quasi estive che in Puglia hanno reso favorevole il primo vero ponte di primavera. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè per la festa del 25 aprile che evidenzia la voglia dei cittadini di stare all’aria aperta, anche per lasciarsi alla spalle per qualche ora le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina, immersi nella natura con le tradizionali fave accompagnate da pane, pecorino e vino negli agriturismi. Non a caso proprio le gite fuori porta – sottolinea la Coldiretti Puglia - risultano le più gettonate tra quanti hanno scelto di uscire di casa per la ricorrenza, davanti alle visite a parenti e amici, alle mostre e ad altre iniziative.

Forte la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori che – sottolinea la Coldiretti regionale – consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città o dai luoghi turistici più affollati.

Dopo le limitazioni legate alla pandemia, si registra peraltro anche a tavola – continua la Coldiretti - il ritorno della convivialità con la voglia di stare insieme a parenti e amici nelle case, al ristorante, nei picnic all’aria aperta o in agriturismo dove sono 10mila i pugliesi che secondo Terranostra regionale hanno scelto di trascorrere il 25 aprile con l’opportunità di fare la tradizionale scampagnata lontano dalle città senza rinunciare alla comodità e alla protezione dal maltempo garantita dall’ospitalità delle aziende di campagna. Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere uno dei 900 agriturismi pugliesi – precisa la Coldiretti regionale – è anche la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.

Molti agriturismi – conclude la Coldiretti Puglia – si sono attrezzati per la giornata con l’offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali a chilometri zero di Campagna Amica.

 

Dati del giorno: 25 aprile 2022

1.933
Nuovi casi
10.107
Test giornalieri
5
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 688
Provincia di Bat: 117
Provincia di Brindisi: 227
Provincia di Foggia: 224
Provincia di Lecce: 395
Provincia di Taranto: 251
Residenti fuori regione: 29
Provincia in definizione: 2
105.381
Persone attualmente positive
587
Persone ricoverate in area non critica
31
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.042.769
Casi totali
10.423.967
Test eseguiti
929.163
Persone guarite
8.225
Persone decedute

Ha aperto i battenti a Mesagne la “Bottega di Libera Terra” ubicata in piazza dei Commestibili, nel cuore del centro storico cittadino. Davanti ai rappresentanti delle istituzioni è stato tagliato il nastro di quella che è la “Bottega dei sapori e dei saperi”, in cui sarà possibile acquistare prodotti di alta qualità, ottenuti grazie alla coltivazione dei terreni del territorio brindisino sottratti al controllo della criminalità organizzata e restituiti alla comunità attraverso un sistema produttivo sano, rispettoso dell’ambiente e della dignità dei lavoratori. Al battesimo della “Bottega” erano presenti l'onorevole Gianluca Aresta; il consigliere regionale Mauro Vizzino; il presidente del Consiglio comunale della città di Mesagne, Omar Ture; l’assessore ai Percorsi di Legalità, Anna Maria Scalera; il presidente del consorzio dei comuni Br4 Antonio Calabrese; don Raffaele Bruno, referente regionale dell'associazione “Libera”, e Anna Settanni, responsabile del presidio di “Libera” di Mesagne. Presenti, infine, il presidente di “Legacoop Puglia”, Carmelo Rollo, e il vicario don Gianluca Carriero. La mission di Libera Terra è valorizzare territori stupendi ma difficili, attraverso il recupero sociale e produttivo dei beni liberati dalle mafie, la creazione di aziende cooperative autosufficienti, durature, in grado di dare lavoro e creare indotto positivo e la realizzazione di prodotti ottimi, ottenuti con metodi rispettosi dell’ambiente e della persona. Viene così proposto un sistema economico virtuoso e sostenibile, basato sulla legalità, sulla giustizia sociale e sul mercato. “Nel cuore della città di Mesagne c'è una bottega in cui si possono acquistare i prodotti provenienti dalle terre confiscate alla mafia. L' antimafia sociale è fatta di atti concreti ma allo stesso tempo carichi di valore simbolico”, ha chiosato Anna Maria Scalera, assessore comunale ai Percorsi di legalità. Operativa fin dal 2008, la cooperativa “Terre di Puglia – Libera Terra” è una realtà produttiva e sociale che gestisce terreni confiscati alle mafie nel territorio brindisino. Il progetto Libera Terra nasce con l'obiettivo di valorizzare territori stupendi ma difficili, partendo dal recupero produttivo dei beni liberati dalle mafie per ottenere prodotti di alta qualità attraverso metodi rispettosi dell'ambiente e della dignità della persona. “Ogni bene sottratto alla mafia e reinvestito socialmente è un colpo inferto alla criminalità organizzata e un passo in avanti verso la legalità e la giustizia sociale”, ha spiegato l’onorevole Gianluca Aresta che ha tenuto a sottolineare come, ancora una volta, “da Mesagne, è partito un messaggio chiaro e inequivocabile a tutte le mafie”.