A Mesagne c'è un silenzio tombale sull'Arneo In evidenza

Aprile 04, 2016 3309

arneoA Mesagne sulla vicenda Arneo è calato un silenzio tombale.

Nonostante la vicenda continua a lasciar nella più profonda incertezza tanti cittadini mesagnesi. Interprete di questi disagi si è fatto il movimento politico “Progettiamo Mesagne” che ha inviato una nota al sindaco Pompeo Molfetta per sollecitare una sua scesa in campo a difesa dei cittadini. “Il sindaco Molfetta sembra aver completamente archiviato la situazione, rimanendo insensibile anche all’azione intrapresa da alcuni suoi colleghi del brindisino che hanno presentato un esposto in procura – ha esordito Antonio Calabrese, coordinatore del movimento, che ha fatto notare come “i nostri amministratori locali, regionali e nazionali, invece di difendere le ragioni dei cittadini, si sono limitati a fare promesse vane, come ad esempio quella di Mauro Vizzino di richiedere l’annullamento delle cartelle, oppure organizzare assemblee pubbliche, insieme a parti sociali “amiche”, per convincere i cittadini che il problema c’era ma non era al momento risolvibile se non dopo una nuova legge sui consorzi e infine annunciare la costituzione di una commissione ad hoc che studierà il problema per il futuro: in sintesi cittadini ora pagate e domani si vedrà”. Così, nel frattempo che a Mesagne si pensa la soluzione i sindaci di San Donaci, Cellino, Torchiarolo e San Pietro si sono fatti carico delle istanze dei cittadini sollevandoli dai costosi ricorsi. “La questione Arneo – ha precisato Calabrese - non è una questione privata ma essenzialmente politica perché attiene a una non chiara attività di manutenzione e pulizia di canali che asservono un intero territorio e che è sottratta al controllo del singolo cittadino”. Come giustamente è stato sottolineato, nella cartella di pagamento, il consorzio si limita a una mera indicazione generica di un servizio fornito: si parla, infatti, di una tassa dovuta in parte per la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica “senza nulla precisare sulle modalità del servizio prestato, e in parte destinato alle spese di funzionamento del Consorzio, per quanto non coperto dalla contribuzione regionale”, ha fatto rilevare il coordinatore secondo cui “è l’ennesima tassa pagata a un ente “fantasma”, una forma di vessazione illegittima, una tassa ingiustificata che si riconduce a un’attività non chiara da parte del consorzio dell’Arneo”. Ed ha aggiunto: “Ciò che rende legittimo un tributo è l’esistenza di un rapporto d’interdipendenza fra prestazione, con l’ipotetica pulizia e manutenzione dei canali, e controprestazione, la tassa”. E’ chiaro, per Calabrese, che se non si è in grado di dimostrare la corretta esecuzione di una delle prestazioni, nel caso la bonifica, “si profila un inadempimento dinanzi al quale il cittadino è legittimato a non pagare”. Infine Calabrese ha auspicato che la magistratura “faccia piena luce su chi verifica e controlla l’operato del consorzio di bonifica dell’Arneo”.